Shade84 Light – Pushpull EL84 – Senza controreazione ad anello

Poco tempo fa ho fatto un’articolo tecnico sulla connessione Schadeode come alternativa all’ultralineare e che consiglio di leggere per capire di cosa si tratta. Poco dopo ho pubblicato l’articoletto sul progetto premium “Shade 84”, un pushpull in classe AB da 15watt che è attualmente ancora in fase di costruzione da parte della persona che me lo ha richiesto. L’articolo è stato notato da un’altro cliente che 2 anni fà ha realizzato un clone del Dynaco 410A che a quanto pare non lo ha mai soddisfatto chiedendomi se era possibile modificare il suo Dynaco 410A per funzionare come lo Shade84 senza cambiare trasformatori, detto fatto… ho realizzato lo Shade84 “Light” che riprende il circuito della versione full ma in classe A selfbias anzichè a bias fisso e con poche e piccole variazioni per adattarsi al trasformatore di alimentazione inizialmente pensato per il clone dynaco. La valvola di ingresso di questo circuito è una ECC83 configurata come stadio di ingresso e sfasatore longtail con sotto un pozzo di corrente a transistor, seguita da uno stadio buffer ottenuto con una valvola 6350 (sostituibile senza problema da una ECC82 in questa funzione). La sezione buffer è necessaria al funzionamento stesso del circuito Schadeode, in quanto il generatore che pilota la finale deve uscire necessariamente a bassa impedenza…

Ecco la realizzazione di “C.R.”

Lo abbiamo provato nella mia saletta abbinato al granny27

Lo schema premium è questo, come sempre ottenibile in chiaro acquistando il set di trasformatori e in omaggio ci viene lo schema del Dynaco 410A che è libero, così con lo stesso set di trasformatori potete provare sia il suono di un progetto vintage come il Dynaco che un suono da HiFi valvolare moderno.

Come funziona lo Shade84 Light? La potenza RMS è di 9,7Watt per canale e la THD totale a 1watt è dello 0,23%. Sinceramente essendo il feedback unicamente locale tra le finali e se stesse temevo che non si sarebbe raggiunto un fattore di smorzamento sufficiente, ma mi sono dovuto ricredere. La diminuzione della Ri delle finali è stata talmente efficace da raggiungere un DF pari a 8 su carico resistivo con un tono fisso, mi ha confuso la misurazione che ho fatto su carico reattivo in quanto lo sbalzo di circa 2dB tra 100 e 200hz di solito la vedo su apparecchi con NFB ad anello che hanno uno smorzamento di circa 5 sul resistivo, in ogni modo è buono. Invece è ottimo l’andamento in fase che ha sconstamenti che non superano i 20gradi che sembra essere molto più contenuta di qualsiasi circuito dotato di NFB a anello che abbia visto fin’ora! Qualcuno mi ha suggerito che avvenga in quanto l’anello è più corto, e con meno ritardi ci sono meno rotazioni, ma se fosse così i circuiti a zero feedback dovrebbero mostare rotazioni di fase ancora inferiori, invece è assodato che nei circiti zero feedback le rotazione di fase sul carico reattivo sono molto abbondanti. La cosa più probabile è che sia la bassissima resistenza interna che mostrano le finali verso il trasformatore d’uscita la causa di questo fenomeno. Ma vediamo i grafici.

Distorsione

Banda passante su carico resistivo

Banda passante su carico reattivo, da notare la linea azzurra della fase quanto è schiacciata!

Sulle quadre sono praticamente assenti gli spike sui fronti d’onda…
100Hz – 1k – 10k

All’ascolto il circuito va molto bene, di certo è sparito il suono spartano del dynaco. Questo Shade84 suona molto limpido e aggrazziato ma lascio il commento al proprietario che arriverà a breve. Una nota tecnica che posso aggiungere è che questo tipo di circuito sembra dare i vantaggi dei circuiti reotrazionati ma con una stabilità molto maggiore, per stabilità intendo il fatto che inneschi meno facilmente oscillazioni quindi più facile da mettere a punto, anche se in fase di montaggio c’è stato un minimo problema ma che si è risolto allontanando il filo che andava dalla placca di una finale al TU dalla sezione di ingresso, non c’è stato bisogno di inserire condensatori di fuga e di sopprimere niente. Questa caratteristica rende la tipologia di circuito papabile ad utenti poco esperti senza dover andare verso il lato oscuro dei zero feedback.

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1 Responses to Shade84 Light – Pushpull EL84 – Senza controreazione ad anello

  • Ciao Stefano, come promesso ti mando le mie impressioni, dopo una settimana di ascolti.
    Questo ampli lo avevo chiamato Kaiju, (mostro) perché con circuito Dynaco ,non rispecchiava le doti musicali, che normalmente si hanno con i tuoi circuiti.
    La modifica che mi hai proposto è stata miracolosa, ora è diventato un gran buon amplificatore, confermando quello che si notava dalle strumentali e da un primo ascolto nel tuo impianto.
    Il suono è migliorato su tutta la gamma, ma soprattutto sulla medio alta, dove il kaiju sapeva farti del vero male acustico. Ora le orecchie percepiscono piacere.
    Con questo circuito ci si può costruire un ampli godevole e non si avverte quasi niente la perdita di qualche watt rispetto al circuito precedente. Ora kaiju è diventato un mostro hi-fi.
    Cristian

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Schadeode e Triodi Virtuali – Un’interessante alternativa all’ultralineare

  • Maggiore Potenza
  • Minore distorsione
  • Utilizzabile anche in Single Ended

Schade Feedback o Partial Feedback – Migliore dell’ultralineare ?

Ripeto spesso ai miei clienti che il suono delle valvole di per sè non esiste, che a suonare è tutto l’amplificatore nel suo insieme e che se lo sai progettare bene, su per giù, puoi far suonare qualsiasi valvola più o meno come qualsiasi altra. Non parliamo di amplificatori zero feedback dove diventa una gara a chi distorce nel modo più “soggettivamente bello” ma di circuiti pensati per essere HiFi e riprodurre bene il segnale senza troppe colorature,  in buona sostanza non vogliamo che la “Monna Lisa” assomigli a un quadro di “Jackson Pollock”.

Nella mia esperienza una delle valvole più ostiche da addomesticare è stata sicuramente la EL84. La EL84 è un pentodo da 12watt di dissipazione con una resistenza interna di ben 38k. Con una resistenza interna così alta è stato anche difficile produrre un trasformatore d’uscita (pushpull) che rendesse bene sulle basse frequenze perchè l’induttanza primaria necessaria era davvero alta e per raggiungerla si finiva a pregiudicare l’estensione in alto. Questo pentodo è stato molto diffuso nelle vecchie radio d’epoca e in amplificatori valvolari per chitarra elettrica, come il famosissimo VOX AC30. Sostituiva la 6V6 nei circuiti che montavano valvole Noval. Però su una radio l’estensione in basso non era importante in quanto i piccoli trasformatori d’uscita utilizzati all’epoca spesso non scendevano sotto i 500Hz per concezione, lo stesso dicasi per gli amplificatori da chitarra che non dovevano produrre frequenze molto basse e dove comunque la distorsione era ricercata. In HiFi molti circuiti dal disegno classico che utilizzano la EL84 finiscono per avere un suono abbastanza tipico, vintage, che mentalmente associo al suono della EL84. Supratutto sui pushpull dove la Ri raddoppia e diventa necessario fare tanto NFB se si vogliono raggiungere tassi di smorzamento un minimo decenti come in questo clone Dynaco 410, ruggente, dal suono antico e per i miei gusti decisamente poco piacevole. In ultralineare la sistuazione non migliore di molto e per altro la EL84 non ti da nemmeno la soddisfazione di dire, “la connetto a triodo!”… Connessa a triodo la curve hanno una pendenza molto accentuata, solitamente in questi casi si utilizza un trasformatore con un’impedenza elevata e si allunga in tensione ma… NO! Il datasheet della EL84 consiglia di non superare (tensione statica) i 300volt Placca e G2, quindi o ci si riduce come qualcuno che ha prodotto dei ridicoli SE con la EL84 a triodo da 0,4Watt o pushpull da 2Watt poi nascondendo la propria incapacità affermando che “è il suono che conta”, oppure si prende un’altra strada più sensata.

Anche se l’avevo già usato in passato, solo oggi ho preso la palla al balzo per parlare in modo approfondito di un tipo di circuito chiamato Schadeode o Partial Feedback.

(Tipo 1)

Questa topologia di circuito è definita dall’uso di 2 resistori, uno porta il segnale di placca sulla griglia controllo e l’altro è posto in serie al segnale di ingresso, essendo questi 2 segnali in opposizione di fase, alla griglia giunge un segnale differenziale che è il prodotto della reciproca sottrazione dei 2 mediato da queste resistenze, esso è un loop di feedback locale dalla placca alla griglia. Questo loop di feedback fornisce dei vantaggi: abbassa la distorsione, la resistenza interna della valvola e il rumore, estendendo al contempo la larghezza di banda del circuito. Poiché il ciclo di feedback è così breve, questo sistema di feedback trova pochi dei problemi di instabilità solitamente associati all’uso del feedback ad anello. La quantità di controreazione applicata dipende dai valori di R1 e R2. Questo sistema implica che il generatore di segnale, ossia lo stadio che pilota la finale, esca con una Zout molto bassa, tipicamente uno stadio ad inseguitore o un SRPP, la cui Zout sia irrilevante rispetto il valore di R1. Volendo invece fare uno Schade Feedback verso uno stadio che esce di anodo si figurerebbe un circuito con questo aspetto:

(Tipo 2)

In questa variante di circuito il tasso di retroazione applicata dipende dal rapporto che R1 ha verso R2/R3 e la Ri del triodo pilota. Rispetto il circuito con le resistenze dove è virtualmente possibile fare quanto NFB si vuole (in quanto le resistenze sono perfettamente lineari) qui si è limitati dalla linearità dello stadio pilota che ad un certo punto sarà spinto dal segnale proveniente da R1 in zona di saturazione/interdizione provocando una forte distorsione proveniente proprio da questo elemento.

Iniziamo però a vedere in dettaglio quello che fa questo circuito e perchè dovrebbe essere migliore della connessione ultralineare. Come scritto ad inizio pagina si ha maggiore potenza rispetto all’ultralineare. Il pentodo ha la massima resa in termini di potenza trasferita al carico (40/50% in alcuni casi anche il 60%) ma anche la massima Ri mostrata al trasformatore e generalmente un tasso di distorsione alto, un pentodo connesso a triodo o un triodo vero e proprio invece ha il rendimento minimo in termini di trasferimento di potenza (20/25%) ma anche una Ri molto più bassa mostrata al carico e un basso tasso di distorsione. In ultralineare si ha un rendimento intermedio sia in potenza che in termini di Ri mostrate al carico e distorsione. Poi come se non fosse finita la connessione ultralineare trova larga applicazione nei pushpull ma sull’uso nei single ended risulta limitativa, sconveniente… produce solo poca potenza in più rispetto la connessione a triodo ma con molta più distorsione, anche se nonostante questo molti distorsofili continuano ad utilizzarla proprio perchè non sono amanti dell’alta fedeltà ma appunto della distorsione, come si può vedere qui. Di fatto la connessione ultra lineare in single ended non ha senso, ne ho già parlato qui.

Con la connessione Schadeode invece è possibile avere il rendimento di potenza di un pentodo con una Ri mostrata al carico ed una distorsione volendo anche inferiori alla stessa valvola connessa a triodo, ed è possible utilizzarlo profiquamente anche in Single Ended!!! Volere la moglie ubriaca e la botte piena, in questo caso si può! Incredibile? Guardate i grafici qui sotto, paragoniamo prima la EL84 a pentodo alla stessa connessa a triodo…

Pentodo Triodo

Poi guardiamo le curve della EL84 in ultralineare, al 20% e al 40%, come viene indicato dal datasheet della valvola, in questo caso come già sapete le curve sono valide solo se il punto di lavoro viene posto alla tensione di 300volt, e non è possibile spostarlo sopra o sotto questa tensione senza cambiare completamente il grafico come già spiegato in un’altro articolo…

Come è possibile vedere, la EL84 in UL che sia al 20 o al 40% non ha delle curve entusiasmanti, si perde potenza senza quasi niente in cambio, quandi conviene lasciarla connessa a pentodo, ma vediamo con la connessione Schadeode, che il software di uTracer mi consente di simulare, come diventano le curve. NOTA: tutti i grafici sono stati acquisiti da una vera EL84 inserita nel tracciacurve e non sono frutto di simulazioni al computer.

Come si vede i limiti di corrente/tensione sono gli stessi della valvola che funziona a pentodo, quindi ad esempio una retta di carico alla sinistra del grafico, può arrivare fino a 50volt con 100mA di corrente trasferendo la stessa potenza che la valvola erogherebbe a pentodo, ma le curve hanno pressochè la stessa pendenza della EL84 connessa a triodo. Nella connessione realmente a triodo la stessa retta di carico si fermerebbe con la saturazione della valvola a 150volt / 75mA trasferendo quindi molta meno potenza. Praticamente una EL84 a triodo che riesce ad erogare la stessa potenza di una EL84 a pentodo. Me vediamo cosa succede aumentando il tasso di retroazione locale:

I limiti sono ancora quelli della EL84 connessa a pentodo ma la pendenza della curve e il guadagno sono molto diminuiti, ossia la sua resistenza interna è diminuita e ora servono fino a -36volt per portarla in interdizione, di fatto abbiamo creato un triodo nuovo che non esisteva. Niente a che vedere con l’ultralineare e poco importa se verso l’alto le curve non proseguono come nei triodi veri perchè la retta di carico normale non arriverà mai in quella zona. L’abbassamento della Ri della valvola virtuale poi diventa utile per aumentare il tasso di smorzamento senza l’uso di NFB ad anello, ma con questo tipo di controreazione ancora meno dannosa di quella convenzionale. Nota per chi volesse fare esperimenti: il punto di lavoro statico (tensione/corrente/polarizzazione di griglia) si stabiliscono sulle curve della valvola a pentodo, perchè il funzionamento a triodo virtuale avviene in regime dinamico ma non su quello statico.

Qui sotto i link a qualche sito esterno che parla dello stesso argomento:

Tube CAD

Bertola Valves

Su questo sito potete trovare il progetto alimede con la EL84 pilotata in Schade Feedback con una 5842 come driver, il vecchissimo progetto libero con il single ended con la 6JZ8 (il fattore di smorzamento di questo circuito resta basso in quanto il tasso di feedback locale è basso a sua volta). E a breve dovrebbe arrivare un progetto premium di un pushpull con le EL84 dove tenterò di ottenere un fattore di smorzamento accettabile senza uso di feedback ad anello, della potenza di 15 watt. Inoltre per completare il discorso va detto anche che lo Schadeode può essere utilizzato con qualsiasi valvola, anche un triodo, ottenendo l’abbassamento della sua resistenza interna.

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6 Responses to Schadeode e Triodi Virtuali – Un’interessante alternativa all’ultralineare

  • Hai sbagliato perchè facendo come hai fatto tu il segnale di Nfb risale il potenziometro e arriva sull’uscita della sorgente, quindi la R in serie al segnale non è il valore che hai stabilito ma quella resistenza più quella del potenziometro in base a come lo hai regolato + quella della sorgente, va messo obbligatoriamente un buffer per interrompere la propagazione e fissare dei valori di controreazione fissi.

  • Il primo l’ho provato per un pre di linea con solo un triodo di segnale per canale (senza trasformatore d’uscita) e un pot del volume da 10Klog in ingresso, ma ho dovuto mettere in parallelo a R1 una piccola capacità per recuperare banda… ha una dinamica superiore rispetto la configurazione senza controreazione, insomma, interessante giocarci sopra

  • I 2 circuiti dovrebbero essere equivalenti, solo che portando indietro il segnale di NFB sulla placca del driver si è limitati nel tasso di controreazione che si può applicare per problemi di linearità dello stadio driver di per sè (PS se il driver è un pentodo funziona meglio rispetto se è un triodo), non vedo dove potrebbe essere limitata la banda passante, nel circuito il collo di bottiglia maggiore alla banda passate è sempre il trasformatore d’uscita, non prendendo segnale dal secondario del trasformatore si riesce effettivamente ad estendere meno la banda passante rispetto un circuito con NFB ad anello, ma in questo caso se il trasformatore copre come dovrebbe la banda udibile è abbastanza, non dovrebbero sorgere problemi legati alle rotazione di fase come capita con l’NFB ad anello. Cmq in linea generale avendo simulato qualche circuito come distorsione va meglio il primo circuito con solo le resistenze, a livello di analisi di spettro è molto più pulito, anche se obbliga a mettere uno stadio ad inseguitore tra driver e finale o a usare un SRPP.

  • si, scusa, al secondo esempio

  • A quale schema ti riferisci? non ci sono schemi a parte 2 teorici e le curve della valvola con 2 tassi di local feedback diversi, ma non sono riferiti a gli schemi sopra, sono solo esempi.

  • Se non sbaglia la simulazione, il secondo schema ha una risposta in frequenza inferiore a quella ottenibile con il feedback d’anello e riduce un po’ quella ad anello aperto

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SB Milky Way – Prototipo – 5C15 Fivre / 307A VT-225 Single End Amplifier

Prototipo: questo amplificatore non è in vendita.

Storia: La prima versione

Avevo voglia di farmi un’amplificatore tutto per me, fatto come pareva a me, senza nessun paletto progettuale e un pò creativo. Avevo anche diverso materiale di rimanenza e componenti recuperate da riutilizzare a costo zero, senza compromessi qualitativi però.

Il sopranome di questo amplificatore è “la bestemmia” perchè praticamente ho preso un pugno di dogmi audiofili e ho fatto l’esatto opposto di quel che dice “il comandamento” ottenendo lo stesso un’amplificatore che suona moooolto mooolto bene, mooolto meglio di tanta roba che gira che rispetta i comandamenti, ma vediamo nel dettaglio i 7 comandamenti qui infranti:

  1. Le valvole con il cappuccio non suonano bene: Un dogma audiofilo vorrebbe che le valvole con il cappuccio non suonassero bene, in realtà è probabile che incapaci cablare bene molti introducano disturbi ancora maggiori ai circuiti che costruiscono e concludano che è colpa del cappuccio, quindi diffondano il verbo e tutti gli altri poi li seguono a occhi chiusi.
  2. Le valvole radio e TV non suonano bene: ennesimo dogma audiofilo che dice che solo le valvole “audio grade” possano suonare bene, salvo poi accorgersi che le valvole “audio grade” in moltissimi casi sono nate per applicazioni radio e TV, in questo amplificatore le finali sono di trasmissione radio, le pre sono per ricezione radio e il bufferino è una valvola TV.
  3. I pentodi non suonano bene: Il dogma dice che solo i triodi suonano bene, in questo circuito sia le finali che le valvole di pre sono pentodi a pentodo.
  4. Le valvole a Mu variabile non suonano bene: le ARP34 sono pentodi a mu variabile ma basta tenere il punto di lavoro lontano dalla zona di cambio di Mu perchè siano perfettamente lineari.
  5. Gli inseguitori catodici non suonano bene: altro dogma audiofilo che vorrebbe che un buffer ad inseguitore faccia suonare peggio un circuito, in realtà lo si mette (qui la ECC84) per non sovraccaricare il driver che uscendo ad impedenza molto elevata finisce per distorce più del dovuto.
  6. Il negative feedback non suona bene: altro dogma audiofilo controverso di cui ho già parlato abbondantemente qui.
  7. Led, diodi e altri componenti a SS fanno suonare da stato solido: ennesima credenza di alcuni (non tutti) audiofili che, un pò come per il negative feedback, pensano che i componenti a stato solido siano come “infettivi” e il loro contatto con il circuito possa “infettare” il suono inoculando la malattia del suono da apparecchio a stato solido. Qui la ARP34 ha il catodo polarizzato con un led bianco, tale polarizzazione eseguita nel modo corretto è come polarizzarla a bias fisso, quindi niente reattenze di condensatori tra i piedi.

Esistono tanti altri dogmi, ma io ho infranto solo questi 7 😛 Alla fine sono talmente tante le cose che non vanno bene per il suono, ascoltando i soliti guru, che non si potrebbe fare niente se non adottare limitatissime soluzioni circuitali trite e ritrite che guarda caso molto spesso si concludono con il dover sborsare un sacco di soldi. Molti di questi personaggi si legano mani e piedi di propria volontà plagiati dal martellante proselitismo dei forum e delle riviste di settore finendo inconsapevolmente in un turbine di esborso compulsivo per l’acquisto di componenti rese costose dalla moda spesso senza avere poi risultati che valgano la spesa fatta. Molti amici e clienti che hanno avuto modo di ascoltare “la bestemmia” e la sua seconda versione sono rimasti allibiti da quello che riesce a fare infrangendo regole (senza senso) e con componenti di modesto costo… Dico costo e non valore, perchè il valore di una cosa dipende da ciò che questa cosa riesce a fare, mentre il costo è qualcosa dettato dal mercato e non necessariamente il valore e il costo combaciano, mi basti far l’esempio che tornando indietro una 20ina di anni gli audiofili sputavano letteralmente sulle 2A3 biplacca fivre, non le volevano nemmeno se gliele regalavi, invece oggi sono disposti a vendere in rene per averne una coppia… Oppure sono disposti a spendere tanto per cose che non valgono niente.

Facciamo una carrellata sulle valvole utilizzate; 5C15 fivre

Possiedo circa una 80ina di queste valvole di provenienza surplus militare, tutte assolutamente NOS, le ho acquistate da un radioamatore a prezzo stracciato. Ci ho messo un pò a risalire alla loro storia, ragionando (perchè non ho fonti ufficiali). Quello che so per certo è che queste valvole sono state prodotte dalla fivre durante la seconda guerra mondiale, quando per via dell’embargo le nostre fabbriche avevo perso i contatti con le fabbriche americane e quindi producevano cose come pareva a loro o copiando valvole rinvenute in apparecchi precipitati sul suolo italiano.

La 5C15 fivre è un pentodo trasmissivo a riscaldamento diretto, nei pochi dati ufficiali che si trovano si sa che ha 15watt di dissipazione di placca e un filamento a 4volt. Il formato del bulbo di vetro e dello zoccolo è quello della 807. Ricercando la sigla 5C15 si ritrova su radiomuseum a questo indirizzo http://www.radiomuseum.org/tubes/tube_5c15.html una valvola di produzione inglese che apparentemente ha la placca costruita con la stessa forma, però questa è l’unica caratteristica in comune, infatti la 5C15 inglese oltre ad avere il vetro tubolare è un tetrodo e non un pentodo, infatti manca la terza griglia presente sulla versione italiana.

Successivamente ho potuto acquisire le curve di queste valvole su un tracciacurve sophia e la valvola si dimostra essere estremamente lineare e bella per utilizzi audio sia connessa a triodo che usata a pentodo, cliccando qui potete scaricare il PDF del datasheet da me creato con tutti i dati da me ritrovati da questa valvola, comprese le curve acquisite con il sophia: ds-5c15fivre

Da questi dati e con un pò di ricerche ho poi scoperto che elettricamente la 5C15 fivre è la copia della famosa 307A – VT225 ! Valvola molto apprezzata in uso audio, negli USA sopratutto, dove si trovano in abbondanza. Potete ricercare “307A tube” su google per trovare una marea di progetti e realizzazioni di alta fedeltà valvolare utilizzanti questa valvola. Quindi le curve di placca della 5C15 fivre e quelle della 307A come anche la piedinatura sono identiche. L’unica differenza che resta è nella tensione del filamento che è 4Volt per 5C15 Fivre e 5Volt per la 307A, questa differenza suggerisce che il filamento della italiana sia più robusto, infatti tensione minore, corrente maggiore uguale filamento più grosso!

ARP34

La ARP34 è un pentodino di uso militare inglese, sempre prodotto durante al seconda guerra mondiale, utilizzato in ricevitori tipicamente come amplificatore di media frequenza. Ho ritrovato una quindicina di queste valvole in un lotto acquistato qualche tempo fa, apparentemente senza uso nel restauro di radio in realtà è un’equivalente della EF39 e diverse persone la hanno usata con successo in preamplificatori audio e anche come driver per le 300B (anche se reputo che sia troppo debole per riuscire da pilotare decentemente una 300B). La valvola è a mu variabile, però la zona dove il mu cala all’improvviso si trovano in basso nelle curve, quando la griglia diventa parecchio negativa, con segnale in ingresso di pochi volt picco picco è facilissimo polarizzarla restando dentro la prima zona e quindi farla funzionare in modo perfettamente lineare.

PCC84

Non c’è molto da dire, la PCC84 è un doppio triodo TV progenitrice della più conosciuta P/ECC88 / 6922, (chi storce il naso “haaaa la 84  da TV la 88 è audio..” bhe disilludetevi, anche la 88 è una valvola TV, nata per lo stesso scopo della 84). Mi serviva un bufferino, nonostante la 5C15 a pentodo necessiti di appena 50Vpp per essere pilotata la ARP34 già si siedeva un pochino (non tanto) a pilotarla… infatti non capisco come fanno certi a essere tanto sprovveduti dal pilotarci una 300B! w la distorsione mha… Comunque ne avevo li e anche queste non le do mai via perchè gli audiofili comuni sono troppo schizzinosi per accettare valvole dalla sigla che non abbiano sentito almeno 1milione di volte. Siccome ricavare modelli di pentodi su spice è un casino ho sperimentato l’abbozzo del circuito sul caro vecchio pezzo di legno, giusto per capire cosa potevo tirarci fuori, come alimentarlo e se vi fossero problemi particolari a cui stare attenti nel montaggio definitivo.

Il trasformatore che ho adottato è l’ SE5K6-UNI. Nell’immagine qui sotto potete vedere la retta di carico e il punto di lavoro scelto, i 5600ohm dell’SE5K6-UNI calzano a pennello:

Nella versione finale del circuito, dopo qualche prova empirica, ho tenuto la G2 a 350volt e la G1 a circa -47v, per arrivare a 4Watt RMS tondi tondi. Più o meno la stessa potenza la si ottiene anche a triodo però è necessario un driveraggio più forte e siccome vedo sempre solo dei triodi ho voluto fare tutto con dei pentodi, sia preamplificazione che sezione di potenza, tanto per cambiare. Avevo poi delle scatole per trasformatori più un trasformatore di alimentazione e un’induttanza funzionanti avanzati da un cinese demolito…

Quindi ho deciso di riciclarli per fare qualcosa con un’estetica un pò diversa dalle mie solite realizzazioni. Ho fatto un mobiletto in legno di olmo lucidato a gomma lacca e la piastra di alluminio totalmente home made, senza appoggiarmi a costose officine.

Ecco le scatoline cinesi riverniciate…

Trasformatori di uscita affogati in paraffina, il cartone serve per non farli entrare in contatto con la lamiera.

Piastra di montaggio completa, gli zoccoli octal e quello noval sono assolutamente di recupero!

Sempre per fare qualcosa di diverso ho realizzato un “servobias” a stato solido, è un piccolo circuito basato su una coppia di opamp che misura la corrente di placca della finali e varia il negativo di griglia, regolando il bias automaticamente senza necessità di intervenire con cacciaviti su trimmer ogni volta, per ritoccare il bias di valvole che si devono assestare e che non sono più nuove o quando vengono cambiate, basta infilare una valvola qualsiasi nello zoccolo e accendere l’amplificatore, il circuito in una decina di secondi assesta il suo bias ad un valore ben preciso e lo mantiene stabile nel tempo anche se ci sono variazioni di tensione nella rete di distribuzione o nel passaggio da valvola fredda a valvola calda dopo qualche ora di funzionamento, come in un selfbias con la differenza che la polarizzazione della valvole è a tutti gli effetti un bias fisso e quindi non ci sono condensatori sotto i catodi che possono introdurre colorature nel suono.

Ho inizianto quindi a montare il circuito vero a proprio, le induttanze che si vedono che ci crediate o no provengono da degli alimentatori PC guasti e demoliti, alcuni alimentatori (quelli seri che pesano), hanno delle induttanze di filtro sulle basse tensioni, queste in modo specifico sono delle 60mH con una RDC di 1,8ohm assolutamente traferrate (quindi adatte a filtrare corrente continua). Le ho utilizzate per alimentare i filamenti delle 5C15 in corrente continua, creando una cella CLC preceduta da una rettificazione schottky.

Questo è l’apparecchio finito, la manopola è prevvisoria, fatta con la stampante 3D, appena ho tempo me ne faccio fare una in alluminio tornito.

Dati strumentali:

Potenza massima 4Watt RMS per canale
Banda passante @ 4 Watt: 10Hz – 40khz -1db
Distorsione THD @ 1 watt 1,4%
Smorzamento DF: 5,71
Rout: 1,4ohm
Sensibilità di ingresso: Clipping con 4Vpp in ingresso.

L’apparecchio suona molto bene, vediamo le analisi di spettro:

Onda quadra a 100hz

Quadra a 1khz

Quadra a 10khz

Il circuito genera armoniche di seconda e terza circa a pari livello, sebbene tanti dicano che le armoniche devono essere a “scalare” questa non è una regola assoluta e quando il livello di THD complessivo è molto basso non si odono differenze sonore, al contrario si sentono bene i condensatori utilizzati! !uindi niente suoni di vetri rotti o voci robotiche come credono i tanti, che ovviamente si basano solo sul sentito dire e hanno zero esperienza con le misure strumentali effettive. La realtà è che sebbene ora abbia questi risultati cambiando valvole, con altre, anche dello stesso tipo/marca cambi anche la generazione di armoniche e in maniera più o meno casuale si possano sperimentare anche le armoniche a scalare semplicemente cambiando valvole. Spiego bene questi fenomeni in questo articolo a dimostrazione che le strumentali sono tutt’altro che inutili come alcuni orecchiofili credono, ma invece spiegano tante cose.

Piccole modifiche postume

Siccome il suono non era ancora perfetto ho aggiunto 2 bypass in polipropilene su un paio di elettrolitici dell’alimentazione migliorando nettamente la nitidezza in gamma alta.

La seconda versione “GREY”

Dopo aver eseguito piccole modifiche e miglioramenti al primo prototipo per alcuni anni ero giunto probabilmente al suo massimo, già altissimo ma che comunque non poteva essere migliorato ancora per limitazione di alcuni componenti impiegati, inoltre il trasformatore di alimentazione cinese si metteva a ronzare dopo alcune ore di funzionamento, quindi visto l’ottima esperienza avuta ho pensato di ricostruirlo in modo serio e senza risparmio, ho iniziato disegnando uno schassis in 3D e iniziato il montaggio questa volta con tutti materiale nuovi e non di recupero.

Nuovo circuito di servobias evoluto

Hack della griglia soppressore

Come ho scritto a inizio articolo la 5C15 fivre è una copia della 307A, consultando il datasheet della 307A si impara che questo pentodo era stato costruito per trasmissione RF in modulazione di ampiezza dove sostanzialmente la portante RF arrivava alla G1 mentre la modulazione della stessa era ottenuta inviando il segnale audio alla G3, questo significa che la G3 ha una costruzione che la rende rilevante per il flusso elettronico e quindi valeva la pena indagare su una sua possibile polarizzazione.

Dopo qualche prova su uTracer ho trovato un punto di lavoro ottimale della G3 a +40volt, nei grafici qui sotto potete vedere le curve a pentodo con G2 a 350volt, a sinistra con G3 a 0volt e a destra con G3 a +40volt, come si può vedere la polarizzazione leggermente positiva della G3 raddrizza la gobba delle curve di placca rendendo la valvola molto più lineare e abbatte al contempo la corrente di G2. In pratica la G3 posta a 0volt diventa un freno per gli elettroni che compiono il viaggio tra la G2 e l’anodo, polarizzandola positivamente si toglie questo freno. Polarizzando la G3 ad una tensione ancora maggiore di 40 volt inizia ad assorbire corrente facendo nuovamente cadere le curve di placca. Per chi se lo chiedesse poi non è utile connettere la G3 all’anodo perchè si ottiene un tetrodo con tutti i problemi di stabilità dei tetrodi, non sono riuscito ad acquisire le curve in questa modalità perchè la valvola oscillava e bloccava la CPU di utracer ogni volta. Con questo espediente sono riuscito ad ottenere 1 watt in più in altoparlante e una minore distorsione.

G3 = 0volt G3 = +40volt

Montaggio in corso…

La parte superiore

Ho sostituito la PCC84 con una ECC82 (ma solo perchè ero rimasto senza P/ECC84) nello specifico di questo circuito non sarebbe cambiato nulla a livello sonoro. Da notare le ARP34 “denudate” 😳 , se guardate la foto di inizio articolo le ARP34 hanno una verniciatura grigia, è una vernice conduttiva collegata al pin1 che funziona da schermo RF, molto importante in un ricevitore radio. Quasi tutte le ARP34 che avevo a disposizione però avevano al vernice rovinata dagli anni, che si sfaldava sebbene fossero nuove e mai tolte dalla scatola. Siccome per uso audio questa schermature non si è rilevata importante le ho ripulite con una paglietta, esteticamente sono molto belle con un jetter a specchio che ricopre quasi tutto il vetro lasciando intravedere solo parzialmente gli elettrodi interni.

L’estetica del mobile riprende le fattezze di apparecchi vintage volutamente, anche il colore.

Dati strumentali:

Potenza massima 5Watt RMS per canale
Banda passante @ 4 Watt: 10Hz – 40khz -1db
Distorsione armonica totale @ 1 watt: 0,34%
Smorzamento DF: 5,71
Rout: 1,4ohm
Sensibilità di ingresso: Clipping con 4Vpp in ingresso.

Analisi si spettro

Banda passante 1 watt su carico resistivo

Banda passante 1 watt su carico reattivo

Quadra 100Hz 1watt

Quadra 1khz 1watt

Quadra 10khz 1watt (migliorato rispetto la prima versione)

Triangolare 1khz 1watt

Attualmente il mio milkyway sta suonando abbinato al granny 27 e il binomio dei 2 è veramente spettacolare, la precisione dei bassi e la raffinatezza della gamma medio alta è veramente una lussuria, si sente ogni più piccolo dettaglio sonoro, pulito, limpido piacevole e mai fastidioso. Il cantato femminile veramente celestiale.

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5 Responses to SB Milky Way – Prototipo – 5C15 Fivre / 307A VT-225 Single End Amplifier

  • Sono il felice possessore del Milky Way che l’ amico Stefano mi ha venduto ad un prezzo veramente da amico.
    Valore di rivendita? Ma per quale motivo sulla terra dovrei rivendere un amplificatore cosi? La scelta di acquistarlo è arrivata solo dopo averlo ascoltato. 5 watt più o meno. Ora collegato ad un paio di vecchie RCF BR40 regalo di mio padre 50 anni fa causa ribordatura delle JBL anni 70 ad alta sensibilità (4333b) Avranno 86/87 db si e no eppure la stanza è piena di musica perfetta, i tromboni di Maurizio Cazzati suonano al punto che sembra di avere qui il musicista in persona (morto 500 anni fa).
    E da appassionato, non tecnico, ogni volta che ascolto un ampli con controreazione-purchè costruito bene come Stefano sa fare-suona meglio di quell non controreazionati che ho ascoltato. Tutti, senza eccezioni. Lo dice il mio orecchio e questo è quanto. Unica ragione futura per tentare la rivendita potrebbe essere la sordità totale. Cosa me ne faccio di un ampli allora? Ma allo stato ci sento benissimo e il Milky Way sta dove sta. Bravo Stefano

  • salve sono veramente in accordo su quanto detto sulle valvole 307A sono una favola suono dolce e pulito

  • Ciao Stefano ad avvallare quello che dici nell’articolo:

    posso confermare dopo aver sentito il “Milky” a casa di Stefano in periodo “Pre Covid”!!! che suona veramente bene. Tra i migliori ampli che abbia sentito. (Ne ho sentiti!!!)

    Purtroppo in campo Hi fi ormai si dice di tutto e di più senza ascoltare!!! Non ho mai capito una cosa degli “audiofili” ovvero di cosa interessa di come si arriva all’obbiettivo voluto.

    Se qualcuno ha dubbi ed è ancora nella fase “comandamento audiofilo” fallo venire ad ascoltare non potrà che ricredersi. Ciao

  • Esteticamente parlando a me piaceva di più la prima versione, ecchisenefrega vero hai ragione… 🙂
    Con che diffusori lo hai fatto funzionare e che caratteristiche hanno?
    Thx

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