Controreazione e Smorzamento, esperimenti pratici con il Nobsound 6p3p+6n1

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Approfitto di questa opportunità per ricordare a coloro che sono alla ricerca di amplificatori valvolari a basso costo che è preferibile optare per una di queste scatolette cinesi disponibili sul mercato rispetto a una delle molte soluzioni discutibili e mal costruite offerte da smanettoni di Facebook, hobbisti o individui senza competenza che si trovano in giro.

L’intento di questo articolo

Nel corso degli anni, ho sempre cercato di condividere la mia conoscenza e le mie esperienze riguardo alla costruzione di amplificatori, trasformatori e tutto ciò che riguarda questo ambito. Ho spesso assunto un atteggiamento critico nei confronti di certe pratiche diffuse. Tuttavia, devo ammettere che essendo coinvolto in questo settore, un lettore esterno potrebbe pensare che io cerchi solo di promuovere le mie idee personali. Nel corso del tempo, ho cercato di diffondere la verità riguardo alla controreazione, che erroneamente viene considerata da molti come causa di un cattivo suono, di sventure, catastrofi e terremoti. Allo stesso tempo, ho sottolineato l’importanza di avere un’amplificazione con un fattore di smorzamento minimo per ottenere un’esperienza di ascolto soddisfacente e priva di fastidiose basse frequenze.

Nel corso delle mie ricerche, mi sono imbattuto in pagine web o podcast di altre persone che cercavano di smentire le mie tesi, forse come reazione ai dubbi che suscitavo nelle persone che leggevano i miei testi. È risaputo che è più facile convincere le persone attraverso argomentazioni superficiali piuttosto che con un’analisi approfondita. Naturalmente, i commercianti e i televenditori che cavalcano l’onda della credulità popolare hanno tutto l’interesse a sostenere che l’approccio “zero feedback” sia sempre la scelta migliore assoluta, senza alcun dubbio. Inoltre, affermano che lo smorzamento non è così importante, che i bassi fastidiosi sono solo una farsa e che basta avere una cassa costruita in un certo modo per risolvere il problema. Non a caso, offrono anche le casse apposite, spesso a prezzi esorbitanti. Fondamentalmente, ti vendono prima la malattia e poi la cura. Queste casse con specifiche particolari sono una minoranza e in alcuni casi potrebbero anche limitare la varietà di generi musicali che si possono ascoltare. Tuttavia, affermano che non è possibile ottenere un’esperienza d’ascolto di alto livello con un amplificatore che utilizza un po’ di controreazione e una cassa più comune e facilmente reperibile. Ovviamente, sosterranno che ciò non è possibile.

Alcuni sono arrivati persino a definire i miei trasformatori, che sono di dimensioni maggiori e più costosi, come prodotti superflui, mentre promuovevano prodotti economici e di scarsa qualità, sostenendo che avrebbero offerto risultati migliori a un sesto del prezzo. È importante mantenere uno spirito critico e non farsi influenzare da chi promuove idee estremiste senza una base solida. È necessario valutare attentamente le informazioni e fare scelte ponderate che soddisfino le proprie esigenze personali e le preferenze sonore.

È comprensibile che, di fronte a opinioni contrastanti, chi legge si trovi in una situazione di incertezza. Spesso, le persone non hanno la possibilità di confrontare direttamente due soluzioni e metterle alla prova in un’esperienza d’ascolto. Ciò rende difficile stabilire chi abbia ragione o quale approccio sia effettivamente migliore. In un campo come quello degli amplificatori valvolari, in cui le preferenze sonore possono variare notevolmente da individuo a individuo, non esiste una risposta universale. Ciò che può piacere a una persona potrebbe non piacere a un’altra, e viceversa. Inoltre, ci sono molti fattori che influenzano l’esperienza d’ascolto, come le caratteristiche dell’ambiente di ascolto, le preferenze personali e la combinazione con altri componenti audio. Anche se può essere frustrante non avere una risposta definitiva, l’importante è avere un approccio aperto e curioso verso le diverse opinioni e considerare attentamente le proprie esigenze, preferenze e budget. Alla fine, la scelta di un amplificatore valvolare dovrebbe essere basata su ciò che soddisfa le proprie aspettative e offre un’esperienza d’ascolto appagante.

Purtroppo, l’ascolto di qualcosa che suona bene non sempre garantisce di avere il massimo della qualità sonora. È possibile che, se non si è mai avuto l’opportunità di ascoltare qualcosa di superiore, ci si accontenti di ciò che si ha, ritenendolo eccellente. Tuttavia, potrebbe accadere che un giorno si incontri un sistema audio di qualità superiore, e solo in quel momento ci si renderà conto di non aver mai veramente ascoltato bene prima d’ora.

Questo può essere paragonato all’esperienza di un mio cliente, che, dopo anni di ascolto di un vinile dei Beatles, un giorno ha avuto la fortuna di ascoltarlo in un sistema audio di qualità superiore. In quell’occasione, è stato in grado di cogliere dettagli e sfumature del suono che non aveva mai notato prima, nonostante avesse posseduto diversi amplificatori di marche prestigiose e costose. Questo dimostra che ci sono livelli di qualità sonora che possono essere raggiunti solo con apparecchiature audio di alto livello. Purtroppo, alcuni commercianti e venditori nel settore audio mirano a mantenere i consumatori insoddisfatti per spingere continui cambi di apparecchiatura. Questo circolo vizioso è radicato nella mente di alcuni audiofili, che mettono persino il valore di rivendita di un amplificatore al di sopra delle sue prestazioni sonore effettive. Scegliere un amplificatore solo in base al suo valore di rivendita piuttosto che alla sua qualità sonora è un approccio sbagliato. Ho osservato persone che si sono liberate di amplificatori di alta qualità solo per sostituirli con apparecchi che hanno un impatto sonoro orribile, ma che per qualche motivo sono considerati “ottimi” dalla stampa. Personalmente, ritengo che tali individui non abbiano una vera comprensione dell’audio di alta qualità e probabilmente non sarebbero in grado di distinguere il suono di un amplificatore di pregio da quello di un semplice citofono. È importante cercare l’esperienza di ascolto personale, fare ricerche, confrontare diverse opzioni e, se possibile, affidarsi a professionisti del settore che abbiano una conoscenza approfondita e imparziale. In tal modo, si può fare una scelta consapevole e trovare un amplificatore che offra una vera e appagante esperienza d’ascolto, superando le influenze commerciali e le tendenze superficiali del mercato audio.

È un peccato che alcune persone acquistino apparecchiature audio semplicemente perché hanno soldi da spendere e vogliono ostentare il proprio status agli amici. Spesso, ciò che viene sponsorizzato come “suona bene, bene, bene” potrebbe non corrispondere alla realtà. È comprensibile che chi vende tali prodotti non ammetterebbe mai apertamente che un certo articolo non suona come promesso. Purtroppo, esistono molti apparecchi costosi di marche prestigiose che non offrono una qualità sonora eccezionale. Allo stesso tempo, ci sono prodotti più economici o di marche meno conosciute che invece possono suonare molto bene.

Vorrei essere onesto e permettere alle persone di fare le proprie valutazioni. Ho preparato questo articolo dedicato agli autocostruttori come un gioco, un simpatico esperimento didattico che però offre un suono discreto. Prendetelo come un’opportunità per sperimentare e divertirvi, sapendo che il risultato finale suonerà in modo soddisfacente. Ma attenzione, non voglio promettere il suono perfetto perché non sarebbe realistico. L’importante è che sia un’esperienza positiva e che possiate apprezzare il risultato del vostro lavoro.

L’obiettivo è sempre quello di offrire una prospettiva aperta e onesta sul mondo dell’audio, consentendo a ciascuno di scoprire e apprezzare il suono in base alle proprie preferenze e possibilità.

Il Nobsound 6p3p + 6n1

La base di questo esperimento è un piccolo amplificatore cinese, praticamente senza un vero nome, che si può comprare su vari siti di shopping online sia già costruito che in scatola di montaggio sia a marchio Nobsound che sotto altri nomi o addirittura senza marchio, lo riconoscete dalla foto. Probabilmente una delle cose più economiche che si possano trovare in giro.

Questo è lo schema elettrico originale:

I trasformatori originali dell’amplificatore purtroppo sono da 3500ohm e non sono adatti all’uso con una 6L6GB (equivalente) a banco ottenevo una potenza di 3,5watt con un tasso di distorsione piuttosto importante (tipouna semionda si e metà dell’altra no). Ho smontato i trasformatori originali e invece di sostituirli con qualcosa di completamente nuovo fatto alla mia maniera (non potevo nemmeno perchè non c’era spazio per mettere trasformatori più grossi) ho deciso di riavvolgere i suoi trasformatori sullo stesso rocchetto con lamierini della stessa dimensione (però ho messo lamierini GO al posto dei suoi che erano semplici ferro silicio). Li ho riavvolti con un’impedenza di 4500ohm, impedenza corretta per la 6L6GB in SE e con un’altro chiaro intento.

In diversi articoli ho sempre sottolineato come abbia osservato che in diversi amplificatori zerofeedback anche di marche prestigiose si “barasse” inserendo trasformatori d’uscita con induttanze primarie scarse o con i nuclei a ridosso della saturazione allo scopo di mascherare gli effetti peggiori dell’assenza di controreazione ossia i famosi bassi gonfi, d’altronde è ovvio che se fai un circuito zero feedback e di far controrezione non ne vuoi sapere sti bassi che spanciano o te li tieni o in qualche modo li tiri via… o filtrando l’ingresso dell’amplificatore o tagliando il trasformatore d’uscita oppure usando una cassa che è tagliata lei stessa (vedi monovia, casse aperte etc… che sono carenti sulle basse frequenze per loro natura).

Ecco lo schema, clicca sora per ingrandire, o clicca qui per scaricare ad alta definizione

Come si può vedere ho previsto un’interuttore per poter scollegare il segnale di NFB. Ho sostituito la 6N1 con una ECC83, mi era necessario per poter ottenere abbastanza smorzamento mantenendo il finale facilmente pilotabile e ho sostituito anche la raddrizzatrice 5Z4 con una GZ34, necessaria per recuperare tensione utile dal trasformatore cinese che si siedeva più del dovuto.

Nota: queste schema è pensato per montare valvole 6L6 / 6L6G / 6L6GA / 6L6GB / 5881 oltre alle 6p3p, sono escluse le 6L6GC e le 6N3C-e perchè richiedono una tensione di schermo superiore, risolvibile modificando il valore della resistenza da 12k con una di valore inferiore fino a ritrovare il bias desiderato senza cambiare altri componenti (non indico il valore perchè la corrente a riposo delle griglie schermo è sempre molto impreveidibile e spesso non rispecchia i datasheet). Ora le fasi di montaggio:

Per chi volesse sapere in che modo sono riuscito a saldare a stagno sull’acciaio inox può guardare questo video su youtube https://youtu.be/SHxo5tcNNMg l’unica differenza è che io invece di preparare la soluzione ho usato del cloruro ferrico già pronto, ma la procedura è la medesima. Senza questo trattamento galvanico in mi sono aiutato col mio alimentatore modificato è impossibile stagnare sull’inox. Ovviamente serve anche uno stagnatore a cacciavite da 150watt.

Ora passiamo alle strumentali di rito. Ora ci tengo a sottolineare che qualcuno va affermando che a zero feedback da zero alla massima potenza la distorsione THD vada aumentanto progressivamente mentre in un circuito retroazionato a volume molto basso si abbia una distorsione maggiore rispetto ad un volume medio dove diminuisce e che poi questa distorsione aumenti nuovamente a ridosso della massima potenza (comportamento che appare più simile a quello che potrebbe essere un finale in classe B che a quello che potrebbe avere un single ended) e che quindi se uno vuole ascoltare a volume basso il circuito retroazionato sia totalmente sconsigliato perchè il circuito retroazionato in modo assoluto (secondo lui) a basso volume distorce di più di uno zero feedback. Vediamo la THD sia a zero feedback che con la controreazione inserita a vari passi di potenza, da 0,1watt fino a poco prima del clipping a confronto.

Con controreazione inserita Zero Feedback
0,1watt RMS – (0,18%) 0,1watt RMS – 0,85%
0,5Watt RMS – 0,47% 0,5Watt RMS – 2,45%
1Watt RMS – 0,73% 1Watt RMS – 3,6%
3Watt RMS – 1,31% 3Watt RMS – 6,2%
Proco prima del clipping (5watt) – 2,35% Proco prima del clipping (4watt) – 8,4%

Ecco si può vedere che il tasso di distorsione sia progressivo da un minimo ad un massimo in entrambe gli scenari e che la distorsione zero feedback sia sempre maggiore di quella a circuito retroazionato anche alla minima potenza misurata. Ovviamente i soliti diranno che sono io che non sono capace, che il circuito e i trasformatori miei non sono fatti nel modo giusto che i miei trumenti di misura non sono belli e costosi come quelli di altri etc etc… lo schema è qui potete farvelo per conto vostro, i trasformatori posso avvolgerveli io o potete chiedere pure a qualcun’altro, tanto è un 22×30 primario 4500ohm secondario 4/8ohm, senza pretese.

La potenza massima del circuito retroazionato è di 6 watt, fino a 5 prima di iniziare e distorcere in modo brutto. Lo smorzamento è di fattore 0,3 zero feedback e fattore 9 con feedback inserito. La banda passante a zero feedback è 40hz/40khz -1db (attenzione il trasformatore è stato fatto apposta che in basso fosse tagliato, ed è qualcosa di inevitabile con un nucleo così piccolo) mentre con la controreazione inserita è 10Hz -0,6db / 40khz -1db, vediamo i grafici a confronto poi alcuni bonus…

Banda passante con controreazione (carico resistivo) Banda passante zero feedback (carico resistivo)
Banda passante con controreazione (carico reattivo) DF = 9 Banda passante zero feedback (carico reattivo) DF = 0,3

Adesso i bonus: Mi sono reso conto che molti lettori non capisco veramente cosa significano i grafici sul carico reattivo, intanto vi rimando all’articolo sulla costruzione del carico reattivo, e in generale nessuno ha idea di cosa comporti veramente un basso smorzamento a parte le descrizioni del diffusore che sospinto continua per la sua strada invece di seguire il segnale. Tutti parlano di distorsione armonica e di armoniche e nessuno si preoccupa appunto di quello che fa un finale con basso smorzamento mentre pilota i suoi diffusori, quindi ho fatto 2 filmati del quadrante dell’oscilloscopio, con l’amplificatore collegato a una cassa iniettando segnale nell’amplificatore con il generatore di funzioni.

Attenzione! nei video seguenti sono registrati dei toni sinusoidali fissi, abbassate il volume al minimo sopratutto se state usando delle cuffie perchè questi suoni potrebbero farvi male o danneggiare le vostre cuffie, casse del telefono, casse del computer. Questo audio resta necessario per la corretta compresione del fenomeno in esame. Non mi assumo nessuna responsabilità in merito a danni alle vostre orecchie o ai vostri apparati audio.

Partiamo dalla situazione Zero Feedback, sull’oscilloscopio sono rappresentate 2 tracce, quella bassa è quella del generatore di funzioni, mentre quella in alto è il segnale che appare sui morsetti dell’altoparlante…

Come si vede CHIARAMENTE mentre l’ampiezza della traccia in basso (generatore di segnali) resta sempre invariata quella che esce dall’amplificatore varia di ampiezza al variare della frequenza, quasi come se ci fosse un controllo dei toni nell’amplificatore, solo che a decidere questi punti di minima e di massima sono le caratteristiche del diffusore, quello che si vede nei grafici che pubblico su carico reattivo non è altro che l’andamento di questo fenomeno. Quindi chiedo a tutti quelli che sanno solo parlare di armoniche… questa non è una distorsione armonica, ma resta comunque una distorsione, come la mettiamo? Adesso vediamo cosa capita nella stessa situazione ma con la controreazione inserita, tasso di smorzamento 9.

In questa situazione si vede invece che l’ampiezza in uscita dall’amplificatore ha degli scostamenti veramente minimi. Come detto anche da altre parti io reputo un tasso di smorzamento di 5 ottimale per amplificatori di piccola potenza (single ended in genere) e in generale si può arrivare a un tasso di 10 su apparecchi con maggiore potenza. Oltre un fattore 10 è inutile e insensato e si rischia di far suonare male l’amplificatore perchè troppo retroazionato.

Proseguiamo con i bonus, ascoltiamo ad orecchio che differenza di suono c’è tra il circuito retroazionato e quello zero feedback… Cosa ho fatto qui? ho collegato un’attenuatore ai morsetti delle mie casse e sono entrato nel “line in” di un vecchio computer portatile che normalmente uso per pilotare un incisore laser. Mi perdonerete la qualità della registrazione con sottofondo di disturbi derivati dalla scheda di detto portatile vecchio di 9 anni e pagato 40€, nonstante la qualità della registrazione non sia il massimo sono abbastanza comprensibili le differenze sonore tra i 2 modi di funzionamento.

Tengo a precisare che una dimostrazione ottimale avrebbe voluto che usassi un microfono binaurale in modo che venisse registrata anche la componente distorsiva dovuta alla fisicità del diffusore e non solo quella elettrica. Premetto poi che il fatto di aver usato trasformatori con un piccolo nucleo calcolati con una modesta induttanza primaria ha fatto si che su questo amplificatore non emergessero bassi sbrodolanti e gonfi, nemmeno a zero feedback.

Per cominciare mi sono procurato una traccia audio Royalty-free intitolata “At First Sight – FiftySounds” scaricata dal sito epidemicsound.com e potete ascoltare qui il file originale, mi raccomando ora dovete ascoltare assolutamente in cuffia.

Ho riprodotto la traccia dal mio media center, collegato a questo nobsound e registrato il segnale sulle boccole delle casse, prima a zero feedback poi con la controreazione inserita. Dopo aiutandomi con un software audio (audacity) ho sovrapposto una parte della registrazione originale con la stessa parte di quella passata attraverso l’amplificatore e con la funzione “solo” del software passo più volte da una all’altra mentre avviene la riproduzione in modo che possiate sentire con le vostre orecchie le differenze in tempo reale, iniziamo con il confronto tra la traccia audio originale e l’uscita dell’amplificatore a zero feedback.

ps: gli utenti Apple potrebbero non riuscire a sentire l’audio di questi video, come non sentono l’audio di tutti i video presenti nel mio sito, perchè Apple vuole essere differente e infatti l’audio dei miei video lo sentono tutti quelli che usano Windows, Linux e Android ma non quelli che usano Apple, perchè non lo so, ma immagino che Apple non abbia un banale codec lame-mp3 preinstallato come hanno tutti gli altri, se qualcuno sa come risolvere la cosa me lo faccia sapere perchè non ho device Apple (e mai ne vorrò).

La traccia in alto è quella originale, quella in basso è la registrazione su zero feedback, si può sentire bene che la registrazione a zero feedback perde corposità su bassi e brillantezza sugli alti e ha un’esaltazione della gamma media, inoltre è percepibile più nell’ambiente che dalla “registrazione elettrica del segnale” la riproduzione zero feedback è più sporca. Ora passiamo alla registrazione con la controreazione inserita dove tutti gli scettici che credono alle fandonie che raccontano in giro si aspettano un suona brutto, sferragliante, suono di vetri rotti, unghie sulla lavagna, lo stridio della forchetta nel piatto…

Come prima in alto è la traccia audio originale, in basso la registrazione del segnale passato attraverso l’amplificatore questa volta con la controreazione inserita. Ecco a voi finalmente una volta per tutta la dimostrazione che l’uso corretto della controreazione non procura danni al segnale al contrario della versione zerofeedback CHE SI SENTE PEGGIO e chi dice di preferire lo zero feedback È PERCHÈ CERCA DISTORSIONE, la registazione con la controreazione inserita è quasi totalmente irriconoscibile rispetto il file audio originale se non fosse appunto per il disturbo di fondo e una leggere brillantezza in meno (che c’era anche a zero feedback) dovuta alla scheda sonora integrata e assolutamente non professionale del computerino portatile di fortuna che ho usato.

Per completare lascio il download delle 2 registrazioni integrali, in futuro se avrò modo di ripetere esperimenti simili con strumentazione più seria (vedi microfono binaurale state certi che lo farò).

Clicca qui per scaricare lo zip con i 2 file in formato flac

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1 Responses to Controreazione e Smorzamento, esperimenti pratici con il Nobsound 6p3p+6n1

  • Questo è il mio amplificatore che Stefano ha sapientemente sistemato per me! Ho comprato questo ampli della nobsound in kit da assemblare per avvicinarmi al mondo delle valvole, e dopo un attento assemblaggio mi sembrava andasse bene ma mancava sempre qualcosa che mi facesse entusiasmare. Ho cominciato a cambiar valvole, condensatori , pot, connettori ed a correggere lo schema elettrico con vari trovati qua e la sui forum. Mi sembrava che ad ogni modifica qualcosa migliorasse, ma forse era solo frutto dell’ auto convincimento. Finchè sono capitato sul sito di SB Lab ed ho contattato Stefano che gentilmente mi ha aiutato a fare prove elettriche varie e dato suggerimenti, ma subito mi ha detto che il problema dell ampli erano i trasformatori di uscita, di impedenza sbagliati e poco performanti. Così mi sono deciso e ho portato il mio ampli nel suo laboratorio e credetemi se vi dico che dopo questo lavoro che ha eseguito il mio ampli suona come non avevo mai sentito!! Mi sono reso conto che tutto quello che avevo fatto in precedenza per migliorare il suono è stata una gran perdita di tempo e denaro. Affidatevi ad un esperto come lui, non buttate soldi in inutili cambiamenti di componenti Nos e pregiati, tanto non serve a nulla se tutto lo schema è sbagliato, ve lo dico con esperienza fatta sulle mie tasche! Grazie Stefano, ora mi godo il mio ampli e la musica!!

  • Avevo seguito vari consigli che mi avevano dato persone su facebook cambiando valvole con delle nos e cambiando condensatori, mi dicevano che sarebbe migliorato tantissimo ma alla fine non mi ha mai convinto, leggeri cambiamenti di tonalità ma non era mai troppo lontano dall’originale. Poi ho comprato lo schema premium e i trasformatori sb lab per modificare il mio amplificatorino , il risultato è sorprendente!!!! non è più lui, non ho mai sentito un suono così limpido e equilibrato davvero pazzesco e distnate anni luce, mi sono reso conto che le prime modifiche che ho fatto all inizio sono state una perdita di tempo e di soldi, suona meglio dell’amplificatore di marca con le 300B da migliaia di € del mio amico. Datemi retta seguite i consigli di stefano perchè valgono oro, i suoi trasformatori sembrano costosi rispetto ad altri rivenditori ma valgono quello che costano!!!!

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Nuovi trasformatori per L’Euridice e non solo – Trasformatori d’uscita SE per piccoli segnali.

Ormai 10 anni fà costruivo questo esemplare di preamplificatore Euridice con una coppia di PC88. Allora otteni una banda passante di 30Hz/65Khz con una attenuazione di -3dB circa, considerando che erano i primi trasformatori che avvolgevo e non avevo a disposizione tutti gli strumenti di cui dispongo oggi poteva andare bene. Mi fa ridere pensare che facevo le analisi di spettro con la scheda sonora di un vecchio PC e misuravo la banda passante a occhio semplicemente con l’oscilloscopio + generatore di fuzioni.

Recentemente un cliente mi ha chiesto se gli facevo una coppia di trasformatori per utilizzare delle PC88 in single ended ho quindi riesumato il calcolo del vecchio trasformatore I10K600A per utilizzarlo come punto di partenza dal quale derivare un nuovo trasformatore che possa soddisfare le mie pretese attuali di perfezione dove la attenuazione in basso deve essere massimo -1dB a 20hz e deve coprire tutta la banda udibile. Essendo un trasformatore da utilizzare in un circuito zero feedback non è strettamente necessario che la banda in alto si allunghi molto oltre i 20khz, cioè se viene ancora meglio, ma se non viene non ha importanza in questo caso.

In questo articolo voglio presentare un mio trasformatore interstadio di nuova generazione che si adatta ad un certo numero di valvole oltre la PC88 e al contempo mostrare qualche esempio pratico sulla relazione tra induttanza primaria di un trasformatore e la sua risposta in frequenza nei confronti della resistenza interna della valvola. Cosa di cui ho già parlato con soli esempi teorici nell’articolo “Come nasce un trasformatore SB-LAB“. Sarà quindi possibile osservare come appunto a parità di trasformatore e corrente di bias cambiando tipo di valvola cambia anche il comportamento del trasformatore. Giusto per ribadire ancora una volta che non importa la sola impedenza primaria, ma ogni valvola avrebbe bisogno di un trasformatore specifico (o quasi), alla faccia di quelli che ancora oggi voglio vendere un trasformatore che va bene (a detta loro) sia per una EL34 che per una 300B.

Lascio ora spazio all’articolo storico, risalente al 2013. Sotto ad esso continuerò con la presentazione del nuovo trasformatore…


Preamplificatore a trasformatori “Ispirato Euridice”

Ho costruito questo preamplificatore a trasformatori sulla base dello schema Euridice di Ciro Marzio apparso su CHF numero 26, privato però della sezione phono e con la sezione di alimentazione ricalcolata con sole 2 induttanze da 20H, visto l’alto costo delle 5842 e la difficoltà nel reperirle matchate ho ripiegato sulle PC88 come suggerisce anche l’articolo originale (6DL4 = EC88). Ho pensato di non polarizzare le valvole in selfbias con resistenza e condensatore ma polarizzarla con in semplice LED Rosso che ha una caduta di tensione perfetta per polarizzare questa valvola, in questo modo si evitano colorature dovute alla reattanza capacitiva del condensatore e si fa suonare la valvola come se fosse polarizzata a bios fisso, è comunque sempre possibile adottare il metodo classico con la resistenza, in questo caso è necessario utilizzare un condensatore elettrolitico di buona qualità ed eventualmente bypassarlo con un polipropilene da 1uF. Sarà comunque possibile utilizzare la 5842 eliminando la resistenza di caduta in serie al filamento, è possibile inoltre utilizzare anche le PC86 e sempre eliminando la resistenza sul filamento anche le EC88, le EC86 e anche le EC8010. Come raddrizzamento ho utilizzato una comune ed efficacissima 6X5GT che è del tutto sufficiente ad alimentare le 2 valvoline, nelle vecchie foto qui sotto vedrete una 5Y3GT ma è sovradimensionata quindi nell’aggiornare questo articolo ho indicato l’uso appunto della 6X5GT come valvola più affine al tipo di circuito da alimentare, anche la 6X4 è utilizzabile (cambia solo lo zoccolo)

Lo schema premium qui sotto

Nonostante su internet si veda gente realizzare questo preamplificatore su 2 o addirittura 4 telai, separando alimentazioni e parte audio fidatevi se vi dico che è uno spreco di risorse assolutamente inutile, la costruzione dell’oggetto è molto semplice esattamente come è semplice e banale il circuito adottato, si può costruire tutto in un’unico telaio basta porre un minimo di attenzione nel girare di 90 gradi il trasformatore di alimentazione e tutto funzionerà perfettamente e senza ronzii e senza pregiudicare la qualità del risultato sonoro finale. L’alimentazione dei filamenti in continua serve solo se si realizza l’ingresso phono, lo stadio linea può essere alimentato tranquillamente con i filamenti in alternata.

Nonostante non siano state sostituite le PC88 con le EC8010 devo riferire che, all’ascolto, i bassi sono ben presenti, si avverte un globale miglioramento timbrico con incremento della dinamica. Distorsione e rumore di fondo assolutamente inavvertibili.

DSCN4812

Dati tecnici:

Guadagno in tensione: fattore 8
Banda Passante: 30Hz ~ 65khz -3b (con i trasformatori che ho realizzato è possibile portare la banda passante sotto i 20Hz usando la EC8010 al posto della PC88).
Distorsione THD: inferiore allo 0,1% con un livello di uscita pari ad una linea standard

Completamente privo di Negative Feed Back

L’analisi di spettro

Rumore di fondo dello strumento di misura -108db, THD misurata 0,0468%, seconda armonica a -30dB.


Nella foto sotto il campione funzionante (dopo 3 tentativi) di I10k600B.

Qui durante i test dove ho usato sia l’alimentatore PS-305D modificato che l’alimentatore anodico stabilizzato a valvole.

Nella tabella sotto riporto i grafici di risposta in frequenza del trasformatore con varie valvole, la costante durante le misure è la tensione di 250volt e ho impostato una resistenza che polarizzasse la valvola a circa 5mA di bias. Il segnale in ingresso è stato variato per ottenere in uscita sempre una tensione di 8Vpp su carico da 600ohm posto al secondario del trasformatore.

EC88 / PC88 / 6DL4 / 4DL4
Ri = 4800 ohm

EC86 / PC86 / 6CM4 / 4CM4
Ri = 5600 ohm

ECC88 / PCC88 / 6DJ8
Ri = 2600 ohm

Rispetto la EC88 ed EC86 si nota un leggero miglioramento della risposta in basso per via della sua resistenza interna inferiore.

ECC82 / 12AU7
Ri = 7700 ohm

Per via della sua resistenza interna superiore alle precedenti valvole misurate si osserva una diminuzione della banda passante sia in basso che in alto nel grafico pur restando una risposta in frequenza del tutto accettabile.

6211
Ri = 7800 ohm

Questo è un caso curioso, la 6211 è una valvola da computer, creata per avere una lunga vita di 10.000 ore e di resistere in condizione di cut-off per lunghi periodi, nonostante sia essenzialmente una ECC82 compatibile e venga dichiarato nel datasheet una Ri appena superiore a quella delle ECC82 classiche mostra ugualmente una risposta in più estesa rispetto quella della ECC82, molto vicina alla EC86. Probabilmente l’esemplare che ho utilizzato era bello arzillo e la sua Ri reale era inferiore a quella di targa, appena ho tempo voglio acquisire le curve e paragonarle a quelle della ECC82 comune. Resta che comunque queste valvole (equivalenti ECC82 per usi speciali) spesso danno buoni risultati strumentali anche se c’è da star attenti al fattore di microfonicità che potrebbe essere un tallone di achille sopratutto per le valvole nate per uso nei computer.

ECC81 / 12AT7
Ri = 11k ohm

La ECC81 è offlimits, la sua resistenza interna di 11Kohm è troppo alta per questo trasformatore, come si vede la risposta in frequenza che mostra con questa valvola degrada fino a 20Hz/20khz -2dB. Forse ancora meglio di tanta roba che si compra in giro ma dal mio punto di vista un risultato misero. Per realizzare un trasformatore che possa funzionare con questa valvola sarebbe necessario un nucleo più abbondante e un maggior numero di spire di rame per aumentare l’induttanza primaria e recuperare in basso, bisognerebbe poi adottare misure per diminuire moltissimo le capacità interne. Rispetto questo sarebbe un trasformatore più grosso con maggiori dispersioni, una resistenza DC degli avvolgimenti superiore, un minore accoppiamento tra gli avvolgimenti etc. In linea generale un trasformatore con più compromessi. Si potrebbe però ancora usare collegando le 2 sezioni in parallelo purchè le si polarizzi per non più di 5/6mA in totale, con una Ri combinata di 5500ohm la risposta del trasformatore dovrebbe risalire ai livelli della EC88/EC86.

6SN7
Ri = 7700 ohm

A parità di Ri si osserva un comportamento del tutto uguale alla ECC82 comune. Questo grafico vale anche per le 6J5.

Questo trasformatore può essere usato quindi con tutti i triodi che abbiano una Ri pari o inferiore a 7800 ohm, cito anche 6CG7 / 6FQ7 / 12BH7 / 5814 / 6N1P / 2C51 / ECC84 / 6CW7 / 6GK5 / 6FQ5 / EC97 PC97 / 6FY5 / 4FY5 / EC8010, è possibile parallelare le sezioni di altre valvole con Ri superiore purchè non si accedano troppo i 5/6mA di corrente DC.

Specifiche del trasformatore:

Impedenza  primaria 10k, due secondari da 300ohm che possono essere usati separatamente e caricati con 300ohm ciascuno, oppure posti in serie a formare un secondario da 600 ohm con presa centrale, oppure posti in parallelo e caricati con 150ohm. L’induttanza primaria del trasformatore è di 70Henry mentre l’induttanza dispersa di 38mH. La resistenza del primario è di 610 ohm. Potenza nominale 200mW, corrente massima nominale 7mA. Li fornisco in resina per una questione tecnica dovuta alla necessità di assicurare e mantenere l’assoluto serraggio del traferro che non deve potersi muovere nemmeno di 1 micron, codizione che non è possibile soddisfare con calotte o fascette.

Dimensioni alla base 77x71mm altezza 95mm. Su richesta posso creare varianti con diverse impedenze secondarie, questo trasformatore può essere usato in preamplificatori linea con uscita sia bilanciata che sbilanciata, come trasformatori interstadio e come trasformatori per amplificatori da cuffie. Chi fosse interessato all’acquisto può chiedermi un preventivo contattandomi da qui –> clicca <–

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3 Responses to Nuovi trasformatori per L’Euridice e non solo – Trasformatori d’uscita SE per piccoli segnali.

  • Ringrazio per la pazienza e professionalità, il Sign. Stefano Bianchini. Ho potuto realizzare attorno a queste valvole PC88 che tenevo in garage da molti anni, un preamplificatore che mi ricorda tanto, il mio vecchio e ingombrante pre con le 211, realizzato oltre venti anni fà ( forse si trova ancora qualcosa in rete). Trasformatori che sono oltre molto belli da vedere, ma sopratutto da ascoltare. Progettati e realizzati per questo scopo, dimostrano la capacità e disponibilità professionale del Sign. Bianchini, nel soddisfare le mie richieste, ottenendo poi dei risultati all’ascolto sublimi.

  • ti ho risposto via email, appena ho un’attimo ti calcolo un trasformatore apposta

  • Ciao. Sto cercando in rete uno schema linea pre a trasfo di uscita, e ho visto il tuo, ma vorrei usare come triodo la 6gk5, visto che ne ho una decina diverse della rca. Vorrei domandarti, se , a parte la piedinatura, e filamento, questi trasformatori di uscita, sarebbero adatti per le mie valvole? Grazie. Ciao. Marco.

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45 Single Ended Amplifier – “Tulipa”

Dopo varie richieste ho deciso di pubblicare questo mio vecchio progetto come premium, scorrendo la pagina oltre l’articolo originario troverete la versione upgrade montata dal cliente.

Il set di trasformatori che comprende un trasformatore di alimentazione 16S3987, due trasformatori d’uscita SE5K6-UNI, due induttanze per filtraggio filamenti 16S63, e una induttanza di filtro anodico 16S64 + schema premium costa (chiedere prezzo aggiornato) compresa spedizione. (immagine puramente decorativa, non corrispondente al prodotto). Se siete interessati all’acquisto del kit potete contattarmi.


Segue l’articolo sul montaggio del prototipo risalente al 2016

Questo piccolo amplificatore single ended è nato nel nome della sperimentazione pura, di piccola potenza e concepito per essere abbinato a diffusori ad alta efficienza. In questa prototipazione ho deciso di contenere i costi di montaggio riciclando una scatola per elettroniche di recupero che da tempo aspettava di finire in discarica, cosa che mi diverte molto per altro…

Brutta, sporca e arrugginita ma recuperabile con un pò di fantasia. Buttato giù uno schema e realizzati i trasformatori mi sono messo a studiare il montaggio meccanico.

Eliminata la ruggine con una piccola mola per il dreemel, rimontata con rivetti e viti nuove, pronta per essere verniciata a polveri…

E fianchetti in massello di noce tirato a gomma lacca per nascondere le vecchie forature inutilizzabili.

Ho poi cablato un semplice circuito al suo interno.

Le valvole montate sono due ECC83 / 12AX7 sostituibili opzionalmente con le 5157 per il guadagno in tensione, una 6H6Pi NOS (CCCP) come driver, sostituibile con la E182CC opzionalmente. Le finale sono due UX245 RCA NOS del 1928. La rettificatrice è una GZ34 NOS Philips. I trasformatori d’uscita sono i miei SE5K6-UNI mentre le induttanze che appaiono di un nero lucido sono delle induttanze NOS anni ’50 (opportunamente verniciate perchè in origine erano gialle) da cui ho derivato le mie 16S64. Il trasformatore di alimentazione ovviamente è custom. I condensatori sul segnale audio sono tutti Sprague Vitamin Q (nella foto si vedono rinchiusi nel tubo termorestringente a scopo di isolarne il corpo sottoposto a tensione. Le finale sono in selfbias, con elettrolitici NOS da 2200uF di altissima qualità bypassati da un polipropilene audio grade da 10uF. I filamenti delle 45 sono alimentati in DC con cella passiva e 44000uF di livellamento per avere un’assoluto silenzio sulla casse.

Una piccola chicca è l’interruttore di accensione rotativo, componente NOS di produzione probabilmente risalente agli anni 50 o 60.

Come suona? Il risultato è andato oltre le mie più rosee previsioni, appena acceso mi aspettavo si un medio-alto di primo livello ma non certo anche dei bassi così morbidi e coinvolgenti e perfettamente amalgamati al resto della banda audio, tanto che mi ero convinto della impossibilità di avere suoni bassi decenti da triodi di questo tipo. Ma dopo avere ascoltato il 300B modificato devo ammettere che ci speravo. Certo che bisogna avere diffusori di almeno 90/100db di efficienza per poter godere fino in fondo delle peculiarità di questa valvola (diciamo da una Altec 19 in su, tannoy etc..), suonano anche con i 96db delle Klipsch Heresy ma solo dalla Cornwall in poi (per rimanere in casa PWK) si può ascoltare ad un volume totalmente coinvolgente pure il rock. Con le accortezze costruttive applicate, l’hum è inesistente anche con le Emission Labs 45 (Mesh Type) che finora erano quasi inascoltabili in altri finali. Il suono ora ha raggiunto vette veramente difficili da superare perchè siamo prossimi alla realtà dell’evento sonoro tanto da non farmi più rimpiangere la perdita di qualche concerto… Inutile spendere certe cifre per apparecchi blasonati che spesso ti lasciano pure l’amaro in bocca, ed è un amaro molto salato!!! Volevo aggiungere che il finale è stato costruito attorno alla RCA Radiotron UX-245 ed è proprio con questa valvola che, secondo la mia personale opinione, si raggiungono i risultati lusinghieri che ho riportato. Le EML si piazzano subito dopo, anche se nei primi istanti sembrano preferibili. Le 45 standard (con la forma non Globe o Balloon) hanno ovviamente anche loro il magico suono di questo tubo e per chi non ha mai sentito le 245 può già pensare di essere arrivato ma ripeto, questo finale mette in luce ogni minima nuance ed il senso di coinvolgimento e di appagamento che si ha con le RCA purtroppo non può essere descritto.


Versione 2021

La versione originaria di questo apparecchio utilizzava una coppia di induttanze NOS per il filtraggio dell’anodica dei 2 canali e semplici celle CRC per il filtraggio dell’alimentazione dei filamenti delle 45, mentre la valvola raddrizzatrice era una GZ34. In questa versione ho ottimizzato le alimentazioni utilizzando una 5V4G come raddrizzatrice, più piccola della GZ34 ma perfettamente in grado di alimentare le modeste richieste di corrente di questo circuito. Ho usato una sola cella CLC (con un’induttanza SB-LAB 16S64) per entrambe in canali in quanto non c’erano problemi di crosstalk. Ho invece filtrato meglio l’alimentazione dei filamenti delle 45 con una cella “RCLCRC” utilizzando una coppia di 16S63 e dove l’ultimo condensatore è da 33.000uF. Questa cella oltre a fornire un’alimentazione pulita quanto quella di una batteria (all’oscilloscopio non si nota differenza tra spento e acceso) accende il filamento con una partenza molto soft di diversi secondi prima di arrivare ai 2,5volt, sicuramente un’ottima cosa per preservare i delicanti filamenti di queste valvole. Il resto del circuito resta quasi uguali a quello originario salvo quache piccola modifica qua e là. Vediamo qui sotto le foto del montaggio del cliente che mi ha portato l’apparecchio per effettuare qualche misura di verifica.

Ecco montaggio di salvatore:

Buonasera. Allego foto progetto finito.

Ho fatto solo poche misurazioni per adesso, appena sono più libero da lavoro ne farò altre. Nella prova audio con i miei diffusori autocostruiti, progetto di Filippo Punzo, 4ohm, 98db, devo dire che il risultato è incredibile…ad 1/3 del potenziometro riempi la mia camera 5×4. La dinamica su tutta frequenza anche a bassissimo volume è incredibile, è equilibrato non eccede su qualsiasi genere musicale, il dettaglio e la dolcezza fa da padrone. Non mi aspettavo un basso cosi articolato, preciso, ma che scende molto bene, di più del mio SE 300B. Intanto ti ringrazio per la pazienza nel rispondere alle mie domande e sicuramente farò altri progetti. Appena faccio altre misurazioni allegherò foto. Magari un giorno se possibile te lo porterò per misurazioni più dettagliate.

Salvatore


Un’altro montaggio completato nel 2023

Il commento del  costruttore a fondo pagina nei commenti…

Vediamo le strumentali:
Potenza massima: 2,25Watt RMS per canale.
Banda passante @ 1watt: 10Hz  – 28khz -1db
THD @ 1Watt: 1,3%
Fattore di smorzamento DF: 3,6

Analisi di spettro @ 1watt

Banda passante su carico resitivo @ 1watt

Risposta su carico reattivo @ 1 watt

Quadre a 100hz – 1khz – 10khz @ 1watt

Triangolare 1khz 1watt

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8 Responses to 45 Single Ended Amplifier – “Tulipa”

  • dove trovo schema e componentistica dell’ SE45? puoi mandarmeli?

  • In questi giorni ho portato a termine la costruzione dell’amplificatore TULIPA con i componenti e lo schema fornitimi da Stefano.
    Devo dire che grazie a questo amplificatore sto’ sperimentando ed assaporando nuove sensazioni di ascolto in virtu’ di una sonorità di grande purezza che evidenzia ogni minimo dettaglio sonoro. Gli strumenti appaiono nitidi e ben distinti. Il suono non è mai confuso o impastato ed invita a riascoltare e riscoprire i dischi gia’ precedentemente ascoltati con altri amplificatori.
    Devo dire che è valsa la pena cimentarsi con questa realizzazione.

  • Ciao Stefano, sono riuscito a fare un paio di ascolti con l’ampli nonostante il caldo. Ho utilizzato il giradischi analogico e la radio a tarda sera…… un po’ di rodaggio alle valvole non guasta.
    Non ho utilizzato i miei diffusori ma le klipsch che il nostro amico Nicola gentilmente mi ha prestato. Come ti dicevo le mie casse in questo momento sono posizionate in modo non molto ottimale.
    Le heresy hanno un’efficienza inferiore ai miei ( 97 contro i 104 delle mie la scala ) e sinceramente, di potenza con questo tuo 45 ve n’è abbastanza. Non considero la potenza un valore.
    Difatti, ad ore 9 con il potenziometro del mio pre il volume sonoro è abbastanza alto.
    Il finale sfodera una naturalezza disarmante, equilibrato e con un’ottima scena sonora.
    La gamma medio/alta risulta trasparente con una messa a fuoco degli strumenti come raramente mi è capitato di ascoltare.
    La gamma bassa c’è tutta ( le heresy e le la scala non scendono sotto i 50 hz ), come anche il palcoscenico sonoro …..
    Incredibile come con il tuo ampli ora vengono evidenziati i limiti degli altri componenti della catena audio.
    Risulta silenzioso e devo confessarti che mi piace molto.
    Pertanto, mi ritengo molto soddisfatto del tuo progetto.
    Era quello che cercavo, grazie

  • La degenerazione è un’altra cosa, è quando la dimensione del condensatore di catodo è troppo piccola e alle basse frequenze comincia a ondulare, questo causa diminuzione del guadagno dello stadio, quindi taglio della banda passante bassa e l’ondulazione avviene con ritardo di fase dovuta alla capacità del condensatore, puoi vedere i grafici del sun audio 300B pubblicati mesi fà, era uno zero feedback e con condensatore da 47uF sotto i catodi. La controreazione tendenzialmente tenderebbe a diminuire questo effetto, poi ovviamente con le interazioni si formano distorsione diverse perchè va ricordato che la contro reazione non è una cura ai difetti di un circuito. Il circuito deve andare bene già da solo e la controreazione va messa solo per abbassare la rout, montando condensatori di catodo abbondanti semplicemente ottieni stabilità del catodo anche alle frequenze più basse, i movimenti che ancora potresti avere sono ridotti al minimo e oltre puoi usare solo una polarizzazione a bias fisso che potrebbe suonare non troppo diversa a un self fatto bene con condensatori buoni.

  • Si, le rotazioni di fase in basso dipendono poi anche se applichi +o- controreazione d’anello

  • Nella schema 2021 ho messo 470uF bastano cmq a non avere nessuna degenerazione alle basse frequenze, che sia necessario avere una dimensione inferiore a quello di alimentazione per le intermodulazione non credo (e non se ne vedono nell’analisi di spettro) ma sono sicuro del fatto che quelli che mettono dei 47/100uF sotto i catodi di qualsivoglia finale si trovano poi che sotto i 50hz comincia a muoversi tutto, hanno degenerazione (diminuzione del guadagno) e rotazioni di fase ed più facile che sia questo a far brutte distorsioni. Cmq la valvola non soffre perchè la raddrizzatrice è a riscaldamento indiretto e parte gradualmente quindi il condensatore ha tempo di caricarsi senza picchi di corrente troppo forti.

  • 2200uF con la R di self bias paiono tanti…. all’accensione il C scarico è in corto, ma poi forse con il riscaldamento filamenti lento non c’è stress sulla finale, cmq una costante di tempo offerta da quel C di 2200uF e il suo resistore parallelo che non conosco, non dovrebbe essere inferiore a quella presente sull’alimentazione per minimizzare l’intermodulazione ?

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