Music Angel Meng Mini X3 – Upgrade

Questo amplificatore Music Angel si colloca nella fascia dei cinesi modificabili, diciamo che al contrario di altre scatole di montaggio probabilmente non conviene comprarlo con il solo scopo di modificarlo, però se ne trovate uno usato a buon prezzo oppure lo avete già comprato e accantonato perchè non vi piace potete prendere la palla al balzo o divertirvi con un pò di fai da te.

Da originale

(Nota: questa prima parte dell’articolo è molto vecchia, da qui le strumentali con strumenti poveri) Ho iniziato con il vedere le strumentali dell’apparecchio originale che come mi aspettavo erano molto ma molto scarse, senza star a snocciolare troppi dati basta dire che i trasformatori d’uscita originali a 50Hz erano già a -3dB, la banda passante in alto “sembra” molto estesa, “sembra” avanzare fino a 60/70khz… Ho detto “sembra” perchè in realtà questi trasformatori d’uscita da circa 8/9khz in su hanno una risonanza con una rotazione di fase molto marcata e fortissime distorsioni conseguenti a questo fatto, mentre il fattore di smorzamento è inferiore a 2. Mostro le analisi di spettro e l’aspetto dell’onda quadra che evidenzia benissimo la risonanza di questi trasformatori.

Spettro a 1 Watt

Spettro poco prima del clipping

Quadra a 1khz

Quadra a 10khz

Ho quindi smontato completamente l’apparecchio e ho scoperto anche che internamente aveva diversi punti di ruggine…

Questi i trasfomatori originali (il TA e uno dei TU)

Il trasformatore di alimentazione Music Angel tende a sedersi, infatti sebbene monti le EL34, da originale, le fa funzionare con una corrente di bias molto limitata quindi ho pensato di utilizzare delle 6V6GT che meglio si adattano al trasformatore in dotazione a questo apprecchio, usare valvole più grosse non avrebbe senso perchè non si riuscirebbe a portarle in potenza. I trasformatori d’uscita sono i miei SE5K6-UNI che, privati delle calotte, hanno le stesse dimensioni dei trasformatori originali, recuperando le 2 staffe a “L” è possibile rimontarli sul telaio con le sue coperture.

Per fare un circuito semplice e con simpatiche valvolette “snobbate” dagli audiofili con la puzza sotto al naso ho scelto come pilota le PC88 o EC88…

Le 6V6 funzionano a pentodo, c’è la solita controreazione assolutamente necessaria per un suono decente e siccome non c’era spazio per inserire un’induttanza di filtro ho adottato un multiplicatore di capacità a stato solido. Lo schema premium è qua sotto:

Vediamo la realizzazione di “C.R.”

Strumentali:
Potenza 3,5Watt RMS per canale (prima del clipping)
Distorsione THD @ 1 watt: 0,98%
Smorzamento DF: 20
Banda passante: 10Hz – 42khz -1db

Analisi di spettro

Banda passante su carico resistivo

Banda passate su carico reattivo

Quadre a 100hz – 1khz – 10khz

Triangolare a 1khz

Come suona?

Ho comprato questo mini x3 ad un prezzo molto basso per poterlo modificare. Confermo che originale le doti sonore si questo ampli sono tutt’altro che buone. La costruzione è abbastanza semplice, e i particolari circuitali li lascio descrivere a lui. Io dico solo che acceso, l’ascolto mi ha lasciato senza parole, un ampli così economico che suona così bene non l’avevo ancora sentito, mi piace anche di più di roba più complessa e costosa. 3,5w di goduria sonica. Ottimo circuito e ottimi i soliti TU. Stefano si è superato ancora una volta. “R.C”.


E qui sotto la realizzazione di “S.Z.” in Bianco

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Preamplificatore / DAC + RIAA MM con uscita a trasformatori basato sulla valvola 6BX7 / 6BL7

Per questo progetto, frutto del secondo lock down, ho preso spunto da diverse cose e da diverse esperienze, ho miscelato l’esperienza del granny27 e del nibiru per ottenere un preamplificatore DAC con uscita a trasformatori, similmente al vecchio progetto euridice ma con una marcia in più perchè sono riuscito a sfruttare (grazie all’esperienza maturata su nibiru) un’effetto di suono tridimensionale o palcoscenico controllato  e ottenuto combinando volutamente l’effetto di un’elemento induttivo (nel nibiru era un’induttanza, qui un trasformatore) e di un blando ma preciso tasso di controreazione, calibrato per non essere troppo poco e dare un suono slabbrato o sfocato da circuito zero feedback nè essere troppo elevato e schiacciare tutti gli strumenti contro la parete, ma la giusta via di mezzo tra tridimensionalità e messa a fuoco dei suoni per diventare godibile senza andare in contro a sporcature, quel moderato, ponderato e positivo uso della controreazione che tutti quelli che continuano a sbandierare lo zero feedback non capiranno mai. Questo progetto lo pubblico come premium.

Per non andare in contro ai problemi che ho avuto sul granny27, che alla fine è stato caricato con un CCS a transistor, suonando anche molto bene ma non facendo quello che volevo, ho utilizzato una valvola con una resistenza interna più bassa, una 6BX7…

La 6BX7 (e il suo ecquivalente 6BL7) è un doppio triodo di potenza, ha la stessa zoccolatura della 6SN7 ma può dissipare 6watt per ogni placca e ha una resistenza interna di 1300ohm e un Mu di 10, assomiglia abbastanza alla sezione di potenza di una 6EM7, questa valvola è adatta per fare amplificatori da cuffia, preamplificatori linea, finali con potenze molto piccole o come driver per valvole molto grosse come 300B / 845 ad esempio. Per questo progetto ho realizzato un nuovo trasformatore interstadio l’ i12K600

Questo trasformatore ha un primario da 12k e un secondario da 600ohm con presa centrale, e sopporta una corrente dc di 10mA, è possibile utilizzarlo con valvole che abbiano una Ri da 1700ohm a scendere, cito quindi le 6BX7 – 6BL7 ma anche le 5842 e la 417a, nel mio caso avendo già a disposizione un segnale forte proveniente da un DAC ho quindi preferito la 6BX7, con il suo basso mu e il fattore di discesa del trasformatore sono riuscito a dare a questo pre un guadagno quasi unitario nonostante la valvola amplifichi realmente, quindi dia al suono il suo carattere decisamente bello (non come tutti quegli inutili buffer da 2 soldi che vendono su internet con la valvola collegata ad inseguitore messa li solo per far mostrina mentre pugni di opamp fanno il lavoro vero e proprio).

Per fare qualche esperimento ho inserito nel pre oltre a un DAC anche un preamplificatore a jfet che usa dei BF256 e dei 2SK170, c’è quindi un commutatore che permette di passare dal DAC al pre fono ad una presa AUX per sorgenti esterne.

Per iniziare ho costruito l’alimentazione in un telaietto separato, per poter allontanare il trasformatore di alimentazione dagli interstadio in modo da non introdurre ronzii (problema che ebbi con il granny27). L’alimentazione anodica l’ho ottenuta con una piccola 6X5GT in quanto la corrente massima assorbita dallo stadio con la 6BX7 è di 20mA media e costante lavorando in classe A la 6X5GT è assolutamente dimensionata in modo corretto potendo erogare fino a 70mA non è per niente tirata per il collo, durerà a lungo ed è possibile utilizzare una valvola NOS reperibile a basso costo, in quanto snobbata dalle masse perchè i guru gli raccontano che per alimentare i 5/10mA di 6SN7 serve almeno una 5U4GB o una GZ34 con dei 470/1000uF di condensatori dopo “perchè la valvola ha bisogno di corrente” ovviamente nemmeno sanno la differenza tra corrente e tensione o cosa sia la resistenza di uscita di uno stadio, che nulla ha che vedere con quanto sia grossa la valvola raddrizzatrice che hai usato.

Dopo la 6X5GT ho messo una cella CLC, come nel granny, fatto con un vecchio condensatore a vitone NOS philips le cui caratteristiche elettriche fanno impallidire molti condensatori moderni (anche audio grade), per sfizio poi visto che volevo il silenzio assoluto dal punto di vista strumentale ho voluto sopprimere il poco ripple rimasto (10/20mVpp) con un moltiplicatore di capacità che si vede a sinistra dopo il ponte raddrizzare verde che invece raddrizza l’alimentazione a 24volt del pre riaa.

Mio personale godimento nell’usare vecchi componenti: nel moltiplicatore di capacità assieme al BUX85G si può vedere un vecchio BC207 NOS, nel video qui sotto si può vedere il lavoro del moltiplicatore, scala dell’oscilloscopio 20mV quadretto (quindi il rumore residuo è comunque molto poco), la traccia in basso è quella prima del motiplicatore, la traccia in alto quasi piatta è quella dopo il moltiplicatore. Le ondulazioni a bassa frequenza che si osservano sono assestamenti della tensione di rete e sono da ignorare, il moltiplicatore non è uno stabilizzatore.

Passando invece al telaio del pre vero e proprio, si vede l’anodica disaccoppiata da una cella RC formata da una resistenza da 22ohm e un condensatore carta olio NOS da 2,5uF della migliore qualità, uno sprague di quelli destinati all’aviazione che ha le viti per essere bloccato al suo posto e non strapparsi dal circuito con la forza di accelerazione.

Forse non tutti sanno che i carta olio in audio andrebbero usati così, sulle alimentazioni danno il loro meglio, messi lungo il segnale o ancora peggio nei crossover tendono a cancellare asprità ma anche parte del dettaglio sonoro, in gamma alta sopratutto…

Il trimmerone che si vede in questa foto serve per bilanciare perfettamente i 2 canali, essendo la tasso di NFB molto basso (circa 2dB) e per quando la valvola possa avere la 2 sezioni matchate non sarà mai perfetta, quindi ho messo questo trimmer per regolare sotto oscilloscopio i 2 canali perfettamente allo stesso livello. Per farlo non ho toccato il segnale di ingresso, per non introdurre disturbi, ma ho fatto un bilanciamento fine sul segnale di NFB, in modo da portare il guadagno dei 2 triodi ad esattamente lo stesso livello.

La 6X5GT

Strumentali: La distorsione anormica del circuito è dello 0,78% con un’uscita di 8Vpp (oltre il massimo che viene normalmente erogato, 6Vpp quando lavora con il DAC) e la banda passante è 30Hz / 35khz -1dB sempre alla stessa ampiezza.

Come suona

Ho fatto qualche esperimento con i bypass degli elettrolitici di catodo della 6BX7, provato polipropilene, acetato di cellulosa etc… ho trovato il mio optimus con il polipropilene (preferisco tanto dettaglio), suono ricco e piacevole, la gamma alta è frizzante, ottima separazione, voci ben focalizzate al centro della stanza, e buon palcoscenico. Sono pienamente soddisfatto.

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8 Responses to Preamplificatore / DAC + RIAA MM con uscita a trasformatori basato sulla valvola 6BX7 / 6BL7

  • Ho realizzato questo preamplificatore su progetto SB. Ora sta in coppia con un finale se di kt88/6550 sempre by SB, il risultato è semplicemente impressionante: la presenza degli strumenti, la trasparenza e la tridimensionalità sono da primato. Rispetto all’uso del finale da integrato con il suo controllo di volume, è come se una tenda venisse tirata via dal fronte sonoro. C’è davvero tutto di più! Una menzione particolare merita la scheda phono del pre: può tranquillamente rivaleggiare con oggetti molto ma molto più costosi. Io non sono parente di Bianchini né mi paga, semmai il contrario, per cui dico questo e concludo: ne ho spesi di soldi nella mia carriera di “audiofilo”, ma quelli investiti nelle creazioni di Stefano sono senz’altro tra i meglio spesi. Complimenti a lui e anche a me!

  • Se pensi che l’NFB elimini tutte le distorsione ti sbagli, non è una cura magica, ti elimina una certa distorsione ma te ne crea altra diversa, ti abbassa armoniche basse e te ne fa spuntare altre più piccole in alto, genera intermodulazioni etc e succede sopratutto quando ci sono rotazioni di fase. Gli induttori sopratutto introducono delle distorsioni sui transienti e possono creare sensazioni sonore di tridimensionalità posticcia, che non erano presenti nel segnale di origine e che colorano il suono come piace a tanti audiofili. La controreazione in un tale circuito tende ad eliminare questi effetti posticci e quindi erroneamente molti audiofili affermano che la controreazione calcella cosa dal segnale, ma cerca di cancellare cose che non c’erano, quindi di coreggerle, con nibiru io dosavo questo livello. Succede anche che se però in un tale circuito la controreazione è troppa avvengono delle interazioni con l’elemento induttivo in primis per cui il suono diventa brutto al punto che è meglio eliminare del tutto il circuito, ossia la controreazione ha eliminato alcune cose che non dovevano esserci ma ne ha introdotte altre che sono anche peggio e succedeva sempre con nibiru se regolavo il tasso di NFB troppo alto, di queste cose ho già parlato su quell’articolo e mi sto ripetendo. Io purtroppo non ho lo strumento che mi permetterebbe di produrre dati tangibili di questa cosa perchè costa troppo per le mie tasche, ma empiricamente ho fatto queste osservazioni, anzi dovrei dire ascolti.

  • perdona ma stiamo mischiando cose diverse, l’uso della nfb per diminuire le distorsioni e migliorare la fedeltà nella riproduzione dei bassi è hi-fi, aggiungere altro per avere un suono più piacevole non mi pare cada nell’hi-fi, altrimenti ti contraddici sul motivo per cui usi la nfb…

  • Ciò che è un’effetto è un’effetto, quindi non c’è nella registrazione, come mettere sale e pepe sulla bistecca per non mangiarla insipida… tutto questa trafila iniziata con nibiru ha lo scopo di dimostrare che non è il negative feedback a cancellare cose dal suono, ma (1) al contrario che è la sua assenza ad aggiungere cose che non ci sono, (2) che lo zero feedback porta con sè anche effetti deleteri tipo bassi slabbrati, e brutte distorsioni e impastamenti tutt’altro che piacevoli e che limitano l’amplificatore a poter pilotare solo dei monovia, (3) che con un uso sapiente della controreazione è possibile regolare e avere il controllo su questi fenomeni e trovare un punto di equilibrio tra effetti piacevoli e spiacevoli. L’effetto non è una cosa apocalittica, si sente è bello, non è fastidioso ma ci vuole anche un’ambiente di ascolto corretto per apprezzarlo, per dire in un’ambiente con casse buttate come capita non si riesce a capire cosa fa nibiru.

  • Ma usi una traccia di riferimento che sai come deve suonare? Perché altrimenti non rischi di dare un effetto 3d a tracce che di suo non ne hanno?

  • provando, ho modificato i valori delle resistenza attorno al segnale di NFB 3/4 volte prima di trovare quello che mi sembrava meglio, essendo cmq un pre che non ha carichi reattivi ma vede una resistenza pura non è critico, alla fine il tasso di NFB ottimale di questo circuito è tipo 1,4/2dB…

  • non ho capito come stabilisci la giusta via di mezzo tra tridimensionaltà e messa a fuoco…

  • Complimenti Stefano, leggere i tuoi articoli e le descrizioni dei tuoi lavori è sempre un arricchimento di conoscenze. Metti anima , cuore e sopratutto competenza in tutti i tuoi progetti.

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Come sostituire la valvola AD1 con la AL4

La voce del padrone – Columbia – Marconiphone

Sono stato contattato di “C.M.” perchè aveva un problema con questa radio d’epoca che ha un telaio separato con il solo amplificatore audio che utilizza una coppia di valvole AD1 in pushpull come finali audio, le AD1 purtroppo sono valvole che sono state prodotte poco e le scorte di ricambi NOS sono stati depredati da quegli audiofili convinti che sia la valvola a suonare e non l’amplificatore nel suo insieme, se si trovano sono ipercostose e anche le riproduzioni moderne non sono di certo economiche. La AD1 praticamente è una 2A3 con il filamento a 4 volt e zoccolo a bicchiere e non ha sostituti diretti, montare delle 2A3 anche di produzione attuale sul telaio delle radio risultava invasivo in quando era necessario cambiare lo zoccolo e aggiungere un trasformatore per alimentare i filamenti della 2A3. Vediamo qui sotto lo schema del finale audio di questa radio:

Facendo un pò di ricerche ho individuato il pentodo AL4…

Stessa zoccolatura, tensione del filamento compatibile, bisognava solo vedere come funzionava connessa a triodo, quindi ho preso una AL4 l’ho messa su utracer e l’ho misurata connessa a triodo, qui sotto il grafico.

Ho scelto di porre il punto di lavoro a 350volt 30mA, contro i 250v 60mA delle AD1. La AL4 connessa a triodo può dissipare 11watt contro i 15 della AD1, inoltre la AL4 a triodo ha una pendenza maggiore, quindi bisognava spostare in avanti il punto di lavoro. Con una corrente di bias inferiore la tensione della sezione di alimentazione si sarebbe alzata di conseguenza visto le grandi resistenze in serie ad essa ossia la prima induttanza, la bobina di campo dell’altoparlante e ho dovuto aggiungere io un’ulteriore resistenza per portare tutto a livello della AL4, lo schema modificato è qui sotto:

 

La sostituzione è riuscita e l’amplificatore di questa vecchia radio funziona perfettamente, foto del circuito:

Per pilotare le finali sono entrato nel trasformatore sfasatore del circuito con un ramo del mio fasatore da banco, il volume sviluppato è notevole, dal video probabilmente non si capisce ma il tono del generatore ascoltato dal vivo spaccava i timpani.

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