Riparazione degli Amplificatori Audio Innovations 700 e 800

Nel vasto universo dell’audio hi-fi, pochi marchi evocano la stessa aura di prestigio e innovazione di Audio Innovations. Fondato a Brighton, Inghilterra, nel 1984, da due appassionati di musica e tecnologia, David Chessel e Peter Qvortrup, l’azienda ha guadagnato una reputazione ineguagliabile nella creazione di amplificatori valvolari che incarnano il perfetto equilibrio tra musicalità e precisione.

I Modelli 700 e 800

Tra i gioielli della corona di Audio Innovations, spiccano i modelli 700 e 800, due capolavori valvolari che affascinano gli appassionati di audio di tutto il mondo. L’Audio Innovations 700 si presenta come un amplificatore integrato, completo di controlli volume e multi-ingresso, pensato per offrire flessibilità e facilità d’uso. Dall’altro lato, l’Audio Innovations 800, un finale senza controlli volume, è dotato di un solo ingresso. Tuttavia, la loro circuiteria interna è notevolmente simile, se non del tutto identica.

Entrambi i modelli condividono una potenza nominale di 25 watt RMS per canale, fornendo un’esperienza d’ascolto potente e dettagliata. La magia avviene grazie alle finali EL34 in push-pull, lavoranti in classe A o in una leggera classe AB quando il volume raggiunge livelli più elevati.

In questa pagina, condividerò dettagliate esperienze di riparazione e restauro di due esemplari di questi amplificatori iconici: l’Audio Innovations 700S e l’Audio Innovations 800 MKII. Se possiedi uno di questi amplificatori che richiede attenzione o revisione a causa dell’età, ti invito a contattarmi. Sono disponibile per lavori di riparazione che mirano a restituire a questi gioielli della tecnologia valvolare la loro piena vitalità e performance audio.

Riparazione dell’Audio Innovations 800

L’Audio Innovations 800 è stato un affascinante viaggio nella riparazione di un amplificatore iconico. Una sfida che ha portato alla luce non solo la maestria della progettazione originale, ma anche le sfide nascoste e le sorprese lasciate da un passato oscuro.

Il nostro protagonista è giunto nelle mie mani con un problema noto: il trasformatore di alimentazione bruciato in cortocircuito secco che causava il repentino saltare del fusibile. Smontato l’amplificatore e misurate le sue viscere, ho progettato un nuovo trasformatore di alimentazione di ricambio, codice 23S72, che mantiene esattamente le stesse caratteristiche elettriche dell’originale. Il montaggio del trasformatore 23S72 non richiede modifiche aggiuntive ai fori esistenti, garantendo così il rispetto dell’integrità strutturale originale dell’amplificatore. Va notato che il trasformatore originale, con misure in pollici, su colonna 38, è un elemento introvabile in Europa. Il nuovo trasformatore, realizzato su colonna 40, è solo leggermente più grande dell’originale (un paio di millimetri), ma si adatta agevolmente al posto del vecchio senza necessità di allargare i fori esistenti. Un adattamento intelligente che conserva l’estetica e la struttura originale dell’Audio Innovations 800. Il trasformatore è adatto anche al modello 700.

L’amplificatore è stato venduto al mio cliente come “perfettamente funzionante, mai riparato,” ha rivelato una verità meno luccicante. L’insidioso venditore, con intenti meno che onesti, ha nascosto un passato di interventi poco ortodossi. All’interno, gli elettrolitici di catodo delle EL34 erano stati sostituiti con i raffinati Mundorf. Tuttavia, la presenza di questi condensatori di alta qualità già indicava un intervento precedente sull’amplificatore. Un segno di bruciatura sotto una delle quattro resistenze di catodo ha svelato una verità spiacevole: il precedente riparatore aveva sostituito le resistenze da 470 ohm con altre da 47 ohm, causando un bias sparato e facendo delle EL34 delle mini-centrali nucleari.

Nella mia opera di riparazione, ho rimesso le cose a posto. Le resistenze sono state sostituite con le corrispondenti da 470 ohm, e un condensatore visibilmente compromesso ha ceduto il posto a uno nuovo.

Dopo un’attenta revisione e il test delle valvole, l’amplificatore è stato rimontato. Il risultato? Una potenza misurata di 22 watt con valvole non nuove, un fattore di smorzamento di 6.2, e un suono restaurato alla sua antica grandezza.

Guardando indietro, questo Audio Innovations 800 ha attraversato il fuoco della sua storia passata, con un bravo riparatore incapace e un venditore ingannevole come avversari. Ma ora, ripulito, rinnovato, e pronto a cantare ancora. Seguiteci attraverso i grafici e le immagini, testimoniando il ritorno di questo capolavoro dell’audio valvolare alla sua gloria originale.

Riparazione di un Audio Innovations 800 con trasformatore d’uscita guasto

Recentemente mi è stato affidato un amplificatore Audio Innovations 800 che presentava un problema su uno dei canali. L’amplificatore si accendeva regolarmente, ma dal canale difettoso proveniva un fastidioso rumore di “spernacchiamento”. Dopo una prima analisi, è emerso che il trasformatore d’uscita era guasto. L’unica soluzione possibile, considerando che questi trasformatori non sono più in produzione, era creare un clone fedele partendo dallo schema originale.

Sbobinamento e analisi interna

Ho smontato con attenzione il trasformatore guasto per esaminarne la costruzione interna. L’obiettivo era ottenere uno schema dettagliato dell’avvolgimento per poter realizzare una copia fedele. Durante lo sbobinamento, ho notato subito una condizione piuttosto insolita e preoccupante: l’interno dell’avvolgimento era estremamente appiccicoso. Tutti gli avvolgimenti erano stati fissati con nastro da carrozzaio, la cui colla, con il passare degli anni, si era completamente sciolta e aveva reso tutto il trasformatore un ammasso colloso.

Il problema più grave, però, era che la smaltatura del rame risultava completamente compromessa. Quando ho rimosso un pezzo di nastro, assieme ad esso è venuta via anche la smaltatura del filo, lasciando il rame scoperto e scolorito. La causa del guasto era quindi una sorta di decomposizione interna: la combinazione di umidità, invecchiamento dei materiali e deterioramento della colla aveva portato a un cortocircuito progressivo tra gli avvolgimenti.

Non vi erano segni di guasto elettrico diretto (come sovratensioni o scariche), ma semplicemente una lenta e inevitabile autodistruzione dovuta all’età e ai materiali utilizzati nella costruzione originale.

Ricostruzione e messa a punto

Dallo schema ricavato tramite il paziente lavoro di sbobinamento, ho realizzato una nuova coppia di trasformatori d’uscita, costruiti seguendo fedelmente le specifiche dell’originale. Ho poi installato entrambi i trasformatori rigenerati nell’amplificatore, per garantire la simmetria tra i due canali e mantenere le caratteristiche sonore originali.

Dopo l’installazione, ho eseguito una serie completa di misure strumentali, confrontando le risposte in frequenza, la distorsione armonica e il comportamento ai transienti tra i nuovi trasformatori e i dati già in mio possesso ottenuti da amplificatori riparati in precedenza con i loro trasformatori originali. Il risultato è stato sorprendente: i grafici ottenuti con i trasformatori rigenerati sono pressoché identici a quelli dell’originale.

Originale Clone
Quadre a 100Hz – 1khz – 10khz
Grafico di banda passante

La ricostruzione è quindi riuscita perfettamente, ripristinando la piena funzionalità dell’Audio Innovations 800. Il cliente è rimasto soddisfatto sia dal punto di vista tecnico che sonoro, e l’amplificatore è tornato a funzionare come appena uscito dalla fabbrica.

Analisi di spettro a 1watt

Ecco una foto dei due nuovi trasformatori d’uscita installati sull’amplificatore. Ho realizzato i trasformatori seguendo fedelmente le specifiche dell’originale, assicurandomi che le dimensioni, l’avvolgimento e la finitura fossero il più possibile identici ai componenti originali. Il montaggio è stato eseguito con cura per mantenere la disposizione originale e garantire un risultato esteticamente e funzionalmente impeccabile.

Disposizione delle Valvole di Segnale

Di seguito è mostrata un’immagine che evidenzia la disposizione delle valvole di segnale sull’Audio Innovations 800, utile come riferimento per chi dovesse procedere con una rivalvolatura. Le quattro EL34 finali non sono state indicate nella foto, in quanto facilmente riconoscibili.

Un aspetto interessante riguarda le ECC83 in posizione 2 e 4. Andando a misurare queste due valvole con l’analizzatore uTracer 3+, si riscontra sistematicamente uno sbilanciamento tra le due sezioni interne del triodo, come evidenziato dal grafico che riporto di seguito.

Tuttavia, questo sbilanciamento è perfettamente normale e inevitabile, poiché nel circuito le due sezioni sono polarizzate con correnti diverse. Di conseguenza, anche se si installassero ECC83 perfettamente bilanciate, queste finirebbero comunque per sbilanciarsi dopo pochi mesi di utilizzo a causa delle diverse condizioni di lavoro.

Pertanto, è consigliabile non accanirsi nel cercare il perfetto match tra le sezioni interne di queste due valvole. Finché risultano efficienti e il circuito funziona correttamente, non è necessario sostituirle. La sostituzione compulsiva di ECC83 in queste posizioni è quindi inutile, poiché qualsiasi nuova valvola finirà comunque per sbilanciarsi in poco tempo.


Audio Innovations 700S

Mi è stato affidato un Audio Innovations 700S in uno stato non funzionante. Al momento dell’apertura, il primo dettaglio che ha catturato la mia attenzione è stato il piccolo PCB nella sezione di alimentazione, completamente danneggiato da un incendio che aveva generato una intensa fiammata all’interno della scocca… L’apparecchio ha emesso un fischio attraverso le casse, accompagnato da colpi secchi, mentre una densa nuvola di fumo si è diffusa rapidamente in tutta la stanza.

La massiccia resistenza che si trovava sopra il PCB era totalmente scomparsa, praticamente vaporizzata!

L’intensa ondata di calore generata durante l’incendio ha avuto l’effetto di sverniciare la superficie della lamiera…

Continuando l’esame approfondito dei danni, ho individuato un trasformatore d’uscita con il primario che scaricava verso il secondario (quindi verso massa), mentre l’altro trasformatore d’uscita presentava un corto circuito nel primario. Fondamentalmente, si è verificata un’auto-oscillazione distruttiva. È interessante notare che, in un’analisi passata sugli Audio Innovations 500, ho segnalato problemi di stabilità e inneschi spuri, attribuiti principalmente all’uso di tassi eccessivi di feedback negativo in questi dispositivi.

Vorrei evidenziare che questa sezione dell’articolo sull’IA700 è vecchia di sei anni rispetto la precedente sull’IA800. Nell’IA800, ho misurato uno smorzamento di 6.2 che denota un tasso di controreazione moderato, mentre queste informazioni datate suggeriscono una maggior quantità di controreazione nella versione 700 rispetto all’800. Rimarrò in attesa di riparare un altro IA700 per raccogliere dati strumentali più precisi di quelli raccolti sei anni fa.

L’AI500, se non altro, presentava un circuito “simmetrico”. Diversamente, l’AI700 utilizza un telaio molto simile a quello del 500 con 5 valvole pilota. Tuttavia, non include l’ingresso phono, e il progettista sembrava perplesso su come impiegare il buco aggiuntivo a disposizione. Invece di adottare una soluzione più elegante come un robusto longtail con un triodo per canale in ingresso, un long tail sfasatore con il secondo doppio triodo di ogni canale e un buffer con il terzo doppio triodo di ogni canale – una scelta pulita, simmetrica e tecnicamente pulita – ha optato per un SRPP sull’ingresso.

Il segnale che esce da questo stadio viene quindi preso attenuato per pilotare un altro triodo che uscirà in opposizione di fase. Questo dovrebbe costituire uno sfasatore paraphase, notoriamente svantaggioso dal punto di vista sonico se inserito in un circuito con controreazione. La mancanza di simmetria nel disegno dello schema è evidente, soprattutto nel fatto che le due finali del push-pull non sono pilotate da due circuiti identici che operano pilotate da due circuiti diversi, con una finale che ha un triodo in più dell’altra.

Al di là di queste scelte discutibili, lo schema proposto, che allego, presenta alcune peculiarità che potrebbero aver influito sulla minore stabilità del circuito, aprendo la porta a oscillazioni indesiderate. Da notare che anche il modello AI800 adotta uno strano disegno circuitale simile, ereditando le peculiarità discutibili che possono influire sulla stabilità del circuito e contribuire ad oscillazioni indesiderate.

IA700 IA800

Unendo questo circuito a un eccessivo tasso di feedback negativo e a un insieme di EL34 non più nuove, che manifestavano sbilanciamenti nelle caratteristiche, il circuito ha iniziato ad oscillare. Tale oscillazione ha portato in risonanza i trasformatori, generando tensioni così elevate da perforare gli isolanti e causare un corto circuito verso massa. La sezione di alimentazione si è bruciata a causa di questo corto circuito. Entrambi i trasformatori d’uscita sono stati disassemblati, privati del loro avvolgimento e, successivamente, sono stati ricostruiti da zero con delle copie perfette, preservando unicamente le calotte originali.

Ho replicato il PCB della sezione di alimentazione. È importante notare che questa scheda è compatibile non solo con l’Audio Innovations 700, ma anche con il modello 800. Posso fornirla come pezzo di ricambio su richiesta.

Dopo aver rimontato l’amplificatore e installato inizialmente un quartetto nuovo di EL34, ho successivamente sostituito la coppia di ECC82. Questa sostituzione è stata necessaria poiché il filamento di una delle due si è interrotto alcune ore dopo aver riacceso l’amplificatore.

Durante le prime accensioni sotto variac dell’amplificatore, ho notato una notevole instabilità nel circuito, che generava spurie casuali anche con carico fittizio. Questo comportamento sembrava variare in base alle valvole installate e addirittura in relazione alla vicinanza delle mani alle stesse. Trovare valvole che non causassero problemi non era una soluzione sostenibile nel tempo, considerando che nel deteriorarsi avrebbero potuto generare nuovi disturbi, potenzialmente danneggiando nuovamente l’amplificatore.

Dopo alcune prove, ho identificato il punto critico del circuito, situato sulle griglie schermo, come tipico in ogni circuito ultralineare. Per risolvere prontamente tutti gli inneschi spuri, ho proceduto saldando 4 condensatori ceramici da 470pF 400VCA tra la G2 e l’anodo delle finali. Ritengo che questa modifica debba essere applicata a tutti gli amplificatori AI che ho incontrato fino a questo momento, compreso l’AI500, anche se le spurie erano meno evidenti in quest’ultimo. Inoltre, potrei considerare, in futuro, una riduzione del tasso di controreazione globale come ulteriore miglioramento sonoro, se dovesse essere necessario intervenire nuovamente.

Eccolo finito:

Esaminiamo ora le caratteristiche strumentali:

  • Potenza massima: Circa 25 watt RMS (valutata in base alle valvole attualmente installate)
  • Risposta in frequenza a 1 watt: 37Hz – 50kHz, -3dB
  • Risposta in frequenza a 15 watt: 30Hz – 50kHz, -3dB (Va notato che, oltre i 8/10kHz, la forma d’onda presenta una notevole distorsione, probabilmente attribuibile a un eccessivo tasso di controreazione negativa.)
  • Smorzamento: Non disponibile. Non ho avuto il coraggio di scollegare il carico o di utilizzarne uno con un’impedenza superiore per evitare il rischio di destabilizzare il circuito e causare conseguenze indesiderate.

È importante sottolineare che queste sono misurazioni effettuate con gli strumenti di cui disponevo all’apertura della mia attività, quindi potrebbero non essere estremamente precise. I grafici che c’erano sono stati eliminati dal sito al momento dell’aggiornamento di questo articolo. Aspetterò di riparare un altro AI700 per ottenere misurazioni più accurate e aggiornate.

In questo video, è evidente la distorsione della sinusoide che si verifica nel range tra 8 e 20 kHz. Tale distorsione è attribuibile a un eccessivo tasso di controreazione negativa (NFB), accentuato dalla presenza di trasformatori di qualità inferiore forniti da AI (va precisato che si tratta di repliche fedeli da me prodotte, ma che replicano esattamente gli originali). La traccia più piccola, corrispondente al canale “muto”, mostra un certo grado di diafonia. Ho scelto di mantenere questo video poiché evidenzia chiaramente l’abbondante utilizzo di controreazione nella versione 700, fornendo un’ulteriore prospettiva sulla qualità del suono.

In alcuni commenti online, si afferma che questo amplificatore offre un suono dolce e mai affaticante. Tuttavia, nella mia esperienza, sia questo modello che i suoi fratelli, AI500 e AI800, almeno in abbinamento alle mie Tannoy (casse rivelatrici e esigenti), si rivelano piuttosto robusti e potenzialmente affaticanti durante l’ascolto. Personalmente, ho avvertito una certa durezza nell’espressione sonora, che, sebbene possa variare tra gli utenti e le configurazioni audio, è stata per me più pronunciata rispetto all’AI500, anche se in misura minore. Va sottolineato che questa è una percezione soggettiva e la resa sonora può variare notevolmente in base alle preferenze personali e al tipo di diffusori utilizzati.

Continue reading...

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Restauro radio d’epoca – Archivio

Chiusura del servizio di restauro radio d’epoca

Dopo tanti anni di attività nel restauro di radio d’epoca, ho deciso di sospendere questo servizio a tempo indeterminato. Per motivi economici e di sostenibilità, ho preferito concentrare le mie energie sulle riparazioni di apparecchi audio in generale e di autoradio, lasciando così spazio a un settore che mi consente di mantenere viva e prospera la mia attività.

Il restauro di radio d’epoca è stata la mia prima attività, quella che nei primi anni mi ha permesso di avviare SB-LAB e di farmi conoscere. Per questo motivo ho deciso di lasciare accessibile una sezione d’archivio con tutti i vecchi lavori, così che chiunque possa consultarli e magari trovare ispirazione o semplicemente passare un po’ di tempo.

Se mai dovessi trovare un collaboratore disposto ad accollarsi l’onere della riparazione di apparecchi d’epoca, potrei anche valutare di riprendere questo servizio. Ma fino ad allora, il restauro di radio d’epoca resterà parte della storia di SB-LAB.


Molti di voi avranno trovato in casa un’apparecchio a valvole, magari appartenuto a qualcuno della famiglia e vorrebbero farlo restaurare in maniera impeccabile e professionale ma non sapranno a chi rivolgersi.

Potete trasformare la vostra vecchia radio a valvole, tenuta per anni in una cantina o in soffitta in un bellissimo apparecchio da presentare nella vostra casa, non solo come soprammobile, ma come oggetto di arredamento vintage e sopratutto perfettamente funzionante. Chi in passato ha conosciuto il suono caldo che una radio a valvole riesce a diffondere e come questo possa trasformarsi in un piacevole momento di relax, può trovare interessante l’idea di far restaurare o semplicemente riparare il proprio apparecchio, mentre per quelli che non hanno mai ascoltato il suono di queste “radio dei nonni” ascoltare qualche stazione anche straniera potrà essere una piacevole scoperta, oppure potrà avere la radio convertita per la ricezione FM o addirittura Bluethooh. Continuate a leggere questa pagina, perchè sono a disposizione di chiunque possegga una vecchia radio a valvole e abbia desiderio di rivederla nel suo splendore originale, sia estetico che funzionale.

Non affidate la vostra radio a smanettoni della domenica o persone che non documentano di essere veramente capaci e/o non hanno adeguata strumentazione o ricambi adatti, purtroppo molto spesso mi portano radio e altri apparecchi gravemente rovinati da questi soggetti (un’esempio qui e qui). SB-LAB vi garantisce un servizio professionale, visitate la sezione “Radio d’epoca riparate” per farvi un’idea di come lavoro, se poi siete interessati ad un intervento la sezione “Contatti” vi fornirà tutte le informazioni su come procedere.

Articoli correlati

Cosa fare quando si trova una radio d’epoca.

Riguardo il cambio di valvole di una radio d’epoca.

Quanto costa restaurare una radio ?

Ho bisogno di poter visionare innanzitutto la radio che volete restaurare e solo dopo si può parlare della fattibilità. Grosso modo però posso dire che ogni lavoro è una cosa a se e non è possibile fare un preventivo preciso, potete darmi 2 radio uguali, una si ripara con poco e l’altra mi farà diventare matto! Non c’è una regola! Non posso sapere cosa troverò di guasto dentro e se ci sono particolari che necessitano di ricambio o rimpiazzo, una potrebbe essere bella pulita e l’altra una crosta di ruggine con i fili rosicchiati dai topi.

Normalmente una radio in buone condizioni necessita del controllo e rigenerazione o sostituzione degli elettrolitici, del controllo dei condensatori di disaccoppiamento e sostituzione a tappeto di tutti quelli a carta e del controllo della tolleranza di tutte le resistenze. Spesso è necessario ritarare le medie frequenze. In qualche caso capita che le medie frequenze non si riescano più ad allineare, in questi casi bisogna vedere come risolvere, se la media che non si allinea si può riparare o se va rimpiazzata. Il guasto delle medie frequenze e di altre parti del gruppo di sintonia si può diagnosticare SOLO dopo aver riparato il resto del circuito, quando è possibile alimentare il circuito, da qui deriva l’incertezza sui costi di una riparazione perchè comunque è necessario esegui il lavoro fino a un certo punto per poter scroprire se c’è altro.

Nel caso di conversione FM, se il cliente non è interessato alla ricezione delle altre gamme d’onda della radio (onde corte, onde lunghe) è possibile ignorare guasti alle medie, ed è sufficiente che funzioni l’oscillatore locale OM per avere una radio che riceve perfettamente l’FM, anche se muta nelle altre gamme originali, questo fa risparmiare diverse ore.

I trasformatori se sono bruciati di solito si vede subito ed è comunque facile testarli, ma a volte mi è capitato che una volta finita la riparazione la radio funzionasse correttamente per alcune ore poi il trasformatore di alimentazione si bruciasse o iniziasse a surriscaldare dopo un pò che era in funzione, purtroppo a volte i materiali ormai logori dal tempo possono fare questi scherzi e anche questa è una cosa che causa incertezza durante un restauro.

Una foto della parte elettronica mi può aiutare a capire le condizioni generali dell’apparecchio e se voglio e non voglio prenderla in mano. Il mio lavoro va a ore più i pezzi (trovate qui i costi orari) e non posso proporzionarlo al valore della radio che riparo se no il 50% delle volte dovrei lavorare rimettendoci. Se la radio si accende e qualcosa si sente è facile che il costo non sia eccessivo, ma se non l’avete mai accesa non fatelo perchè rischiate di causare danni seri al circuito e far lievitare parecchio il costo di una riparazione successiva. In questo link potete trovare diverse spiegazioni in merito alle problematiche e ai danni che capitano accendendo una radio dormiente da decenni.

Se non ci sono valvole da cambiare, problemi e sorprese che saltano fuori in corso d’opera il costo della riparazione elettrica dovrebbe restare a cavallo dei 200/300€, ma questa cifra è assolutamente spannometrica, teorica e del tutto irrilevante, ci sono radio che sono venute a costare anche meno di 200€ ma in altri casi anche 300/400€ o più, tutto dipende da cosa c’è di guasto e dalle loro condizioni di partenza. Assolutamente non mi interessa niente del valore della radio di partenza, le ore di mano d’opera e i materiali costano sempre la stessa cifra, sia che la radio valga 5€ sia che la radio valga 5000€.

Consulta la pagina relativa ai costi orari.

L’affermazione “quando è stata messa via funzionava” è assolutamente priva di valore, perchè è stata messa via magari 40 o 50 anni fà e ci sono cose che si guastano anche solo a restar ferme con il passare del tempo, per non parlare poi del fatto che il più delle volte vengono messe via in cantine umide o hanno passato anni in balia di tarli e roditori per poi essere spostate in posti migliori senza che il proprietario si ricordi di nulla. Anche qui dovrei ricordare le numerose radio che “quando son state messe via funzionavano” e quando sono state riattaccate alla corrente hanno fatto il botto.

Quanto vale la mia radio ?

Se ti piace, il suo valore economico non ti deve importare, se si guarda il valore economico di una radio allora a parte pochi modelli, nessuno dovrebbe restaurarle. La questione è semplice, se andate in un negozio ne potete comprare una nuova? NO! C’è qualche sito che vende radio già restaurate, potete scegliere tra la decina di modelli che hanno in quel momento… E se non ne hanno una come la vostra? In tutti i modi quella che acquistate non sarà quella di vostra nonna o quella di vostro padre. Lasciamo stare poi le numerose radio che si trovano sui diversi siti di annunci, messe in vendita da privati che per sbarazzarsene e guadagnare qualche soldo dicono essere perfette, il 99% delle volte sono radio tirate fuori da cantine e solai nelle stesse condizioni di tutte le altre, ossia che vanno sistemate prima di essere usate. Molti venditori poi le attaccano alla spina 30 secondi e la dichiarano funzionanti solo perchè vedono accendersi le lampadine della scala parlante. Ho conosciuto diverse persone che hanno comprato radio (su internet o in qualche mercatino di paese) che poi gli hanno fatto il fumo dopo 5 minuti che le avevano attaccate alla spina. Se vuoi una radio che funziona devi prendere atto che bisogna spenderci sopra quello che è necessario per rimetterla in sesto. Quindi non interessarti del valore della tua radio, considerala un’oggetto che avrai solo tu, se il tuo scopo è restaurarla per poi metterla in vendita e pagarci una rata del mutuo lascia stare, stai sopravvalutando il suo valore monetario e non gli stai dando invece nessun valore emotivo, quindi mettila in vendita così com’è senza farci nulla e senza collegarla alla corrente, ad un prezzo onesto e lascia che a farla restaurare sia qualcuno che la apprezza per quello che è e non per il suo valore economico.

Su internet si trovano molte radio a prezzo bassi, perchè dovrei spendere di più per restaurare la mia ?

La quasi totalità delle radio messe in vendita su internet o che trovate nei mercatini sono nelle stesse condizioni della vostra; rimaste ferme per decenni in una cantina o in un solaio e necessitano di una revisione prima di essere rimesse in funzione. Molti venditori un pò per baro un pò per ignoranza nelle loro inserzioni affermano che la radio è funzionante anche se non lo è, oppure la danno per funzionante semplicemente perchè vedono accesa la lampadina della scala parlante. Il fatto che non si senta nulla non li preoccupa oppure sono convinti che non si senta nulla perchè “su quelle frequenze non trasmette nessuno”.

E se anche la radio funzionasse effettivamente (sempre che non sia stata revisionata in tempi recenti) funziona in modo non ottimale e non è affidabile (vedi questo articolo per capire cosa intendo). Mi è già capitato di ascoltare clienti raccontare storie del tipo “ho comprato questa radio da uno che diceva che andava, l’ho portata a casa l’ho accesa funzionava e poi a un certo punto sento un rumore di scintille ed è uscito del fumo da dietro”. Quindi concludendo se volete un soprammobile potete comprare una radio d’epoca su internet a 50 euro, se volete che funzioni anche nessuno ve la da a così poco, e bisogna obbligatoriamente restaurarla, anche se nell’annuncio c’era scritto “funzionante”.

Cosa posso ascoltare con una radio d’epoca restaurata ?

Ci sono radio d’epoca, quelle meno anziane, che sono già dotate di ricezione FM nativa (da metà anni 50 in avanti), quelle più vecchie invece possono ricevere nativamente solo trasmissioni in modulazione di ampiezza AM, nella gamma delle onde medie e onde corte, su queste gamme è possibile ascoltare in italiano solo Rai Radio 1 trasmessa da una sola stazione emittente in onde medie e qualche piccola emittente locale, il resto sono stazioni estere in lingua straniera, però questo non vi deve preoccupare perchè grazie a SB Convertitore FM uno speciale modulo FM esclusivo per i clienti SB-LAB è possibile convertire la gamma “OM” alla ricezione della FM completa da 87,5 a 108mhz con ottima qualità dell’audio (senza i disturbi tipici della ricezione AM) oppure è possibile dotare la radio di un modulo ricevitore bluetooth che si interfaccia alla presa giradischi, di cui sono dotate tutte le radio d’epoca con il quale è possibile inviare audio dal proprio smartphone alla radio d’epoca senza utilizzare pericolosi cavetti di connessione.

Restauro del Mobile

Il restauro del mobile è affidato a una ditta esterna (RS Restauro di Rita Stefani) a cui viene affidato il mobile già privato delle parti elettriche, esso richiedere vari tipi di intervento che dipendono dal legno, dallo stato del mobile e delle parti che lo compongono.

Le fasi del restauro del mobile approssimativamente sono:

  • Pulizia del mobile.
  • Sverniciatura, dove fosse necessario.
  • Trattamento antitarlo, dove fosse necessario.
  • Oliatura e lucidatura a gomma lacca con tecnica a tampone.
  • Lavaggio delle parti in plastica, se presenti.
  • Verniciatura di eventuali mascherine, griglie metalliche in oro, rame o altri colori per ripristinare il colore originale o lucidatura in caso di parti di ottone.
  • Sostituzione della tela dell’altoparlante, dove fosse necessario.

Ecco alcuni esempi, come il mobile di questa Geloso G-321R prima e dopo l’intervento di restauro.

Qui il mobile di una zenith del 1936 prima e dopo il restauro:

DSCN5149

DSCN5217

Riparazione della parte elettronica

La riparazione elettronica di qualsiasi  apparecchio,  ed  in  particolare  degli apparecchi  d’epoca, richiede esperienza e professionalità, ma anche e soprattutto disponibilità di pezzi di ricambio. Nella riparazione non è sufficiente sostituire i componenti difettosi, ma è necessario sostituire anche quelli a rischio, in questo modo infatti, posso garantire il funzionamento nel tempo dell’apparecchio e dare  garanzia sui lavori effettuati.

Descrivo brevemente alcune fasi  della  riparazione  elettronica:

  • Smontaggio dell’apparecchio.
  • Verifica dello stato di salute delle valvole su prova valvole.
  • Pulitura di contatti striscianti, di zoccoli, potenziometri, etc…
  • Pulitura commutatori gamma, tastiera.
  • Sostituzione di eventuali fili essiccati che hanno perso l’isolamento o che rischiano di andare in corto.
  • Controllo ed eliminazione di eventuali cortocircuiti.
  • Controllo delle resistenze (spesso variano di valore causando abbassamento di volume ed altri difetti).
  • Rigenerazione o sostituzione (se la rigenerazione non andasse a buon fine) dei condensatori elettrolitici di alimentazione e di accoppiamento stadio BF (anche se in buono stato, non danno garanzia di funzionamento).
  • Taratura delle medie frequenze.
  • Controllo, pulizia e lubrificazione del condensatore variabile di sintonia.
  • Pulizia esterna accurata della scala parlante.
  • Sostituzione della cordina che permette la sintonizzazione delle stazioni (solo se necessario).
  • Lubrificazione delle pulegge e controllo della lancetta di sintonia.
  • Sostituzione delle lampadine di illuminazione della scala (solo se necessario).
  • Montaggio dell’apparecchio.
  • Collaudo tenendo l’apparecchio acceso diverse ore per verificare la stabilità della riparazione.
  • Installazione del modulo conversione FM se richiesto dal cliente.
  • Installazione del modulo di ricezione bluetooth se richiesto dal cliente.

In caso di necessità posso replicare parti meccaniche mancanti o distrutte ove non fosse possibile trovare il pezzo di ricambio originale, ad esempio le pulegge del variabile in zama spesso col tempo finisco per andare in pezzi, qui sotto potete vedere un’esempio, la puleggia originale si è praticamente distrutta:

E questo è il rimpiazzo:

Nel caso si desiderino lavori in economia o quanto sia possibile o consigliabile mi è possibile anche realizzare ricambi in plastica e gomma con il metodo della stampa 3D, come dimostra la foto qui sotto:

DSCN5121

DSCN5122

DSCN5123

Se siete interessanti a rimettere in funzione una vecchia radio contattatemi.

Ma io voglio il preventivo preciso!

Alcune persone nonostante questo articolo mi mandano messaggi pretendendo un preventivo preciso, magari convinti che allegando qualche foto io possa indovinare un prezzo, a queste persone chiedo cortesemente di rileggere tutto l’articolo dall’inizio! Non posso farvi un preventivo preciso e il perchè è spiegato sopra, lavoro a ore + i pezzi. Faccio presente che non sono un hobbysta o uno smanettone della domenica ma una ditta con partita IVA che deve fatturare e pagare tasse, quindi non posso di certo farvi un lavoro che richiede 1 mese per 50€ (come ho visto, radio poi rovinate e che smettevano di funzionare dopo pochi giorni). Se non accettate di commissionare un lavoro con l’incertezza della spesa finale allora semplicemente non sono interessato a tirarmi addosso problemi e litigi, quindi semplicemente non voglio toccare la vostra radio se voi non siete d’accordo al 100% con questa condizione.

Garanzie

Io metto tutto il mio impegno nei lavori che eseguo, considerate però che una radio restaurata non è comunque un’oggetto nuovo, ma un oggetto molto vecchio che è stato revisionato e quindi avrà alcune parti sostituite con parti nuove ma tante altre parti ancora sue originali e vecchie, non posso sapere se un pezzo funzionante si guasterà in futuro, io ovviamente cerco di cambiare tutte le cose che per esperienza non sono sicure ma non avrebbe nemmeno senso ricostruirla tutta da capo a piedi, sarebbe costosissimo e inutile. Quindi io vi riparo la radio e poi la faccio funzionare per un certo tempo come collaudo. Ve la consegno assolutamente in buona fede, se poi dovessero sorgere dei problemi di funzionamento vi chiedo cortesemente di non arrabbiarvi ma invece di ri-contattarmi per risolvere il problema, il più delle volte potrebbe essere una sciocchezza da niente. Faccio anche notare che ci sono siti che si lodano di restituirvi il vostro apparecchio con tutte le “garanzie a norma di legge”, ma la legge non prevede nessuna garanzia per un’apparecchio riparato e non nuovo, io (come loro) posso garantirvi solo la qualità dei componenti che impiego e se il guasto dovesse essere causato da un componente da me impiegato non chiederò nessun compenso per una eventuale futura nuova riparazione, quindi in garanzia. Io sono sincero e vi dico la verità altri non lo fanno. Posso comunque assicurarvi che è raro che una radio una volta riparata si torni a guastare.

Continue reading...

9 Responses to Restauro radio d’epoca – Archivio

  • in realtà son già almeno 3 anni che non ne accetto più, ho solo messo ordine al sito.

  • Mi spiace che il servizio di revisione e riparazione delle radio sia stato sospeso. Ti chiedo, qualora trovassi un collaboratore disposto a riprendere questa attività, di darne adeguato risalto sul sito. Un saluto. Luca

  • La tua radio non ha bisognod i un’antenna, la tua radio NON funziona e NON devi accenderla. Ha bisogno di una revisione totale con cambio di tutti i condensatori in perdita e riallineamento degli stadi RF.

  • Radio Geloso G216, funziona, ma in tutte le gamme non si riesce a distinguere, si ode un gracchirare. La musica si sente discretamente. Ho un dipolo a 1/2 d onda caricato. Autocostruito.Può essere l antenna?

  • ti ho risposto per email

  • Buonasera ,
    Può effettuare la riproduzione di una scala parlante che purtroppo si è rotta ? La radio è una Philips BF29OU

  • bene sono contento per te, è un bel pezzo da collezzione.

  • ho una radio “radiorurale” marelli 3 serie tipo 51 a cui manca il trasformatore e il frontalino con i fasci

  • Buonasera, cerco manopole x una radio d’epoca Telefunken Mignolette fm. Mi può far sapere se lei ha queste da vendere o saprebbe far avere qualche consiglio come trovare certi ricambi. Cordialmente, Marino.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Dynaco A-410: Guida all’Amplificatore Push-Pull per Principianti

Il Dynaco A-410 rappresenta un’ottima opportunità per gli hobbisti che desiderano cimentarsi nel montaggio di un amplificatore valvolare senza dover affrontare schemi complessi o difficoltà tecniche elevate. L’ispirazione per questo progetto nasce dalla richiesta di uno schema semplice per un push-pull di EL84, che ha portato alla scoperta del circuito del Dynaco 410A: un design essenziale e accessibile, realizzabile con una coppia di EL84 e una ECC83, oppure con una coppia di 6V6 e una 6SL7. Ecco lo schema:

Sul mercato, in particolare su piattaforme online come eBay, sono disponibili PCB già pronti per l’assemblaggio, sui quali l’hobbista può montare facilmente il circuito completandolo con zoccoli, resistenze, condensatori e, soprattutto, trasformatori di uscita adeguati. Ed è proprio qui che si concentra il valore principale di questo articolo: la scelta dei trasformatori giusti è essenziale per ottenere un risultato ottimale e per sfruttare al meglio le potenzialità del circuito.

È importante sottolineare che, nonostante la sua popolarità, il Dynaco 410A non è un amplificatore HiFi di alto livello. Questo schema utilizza uno sfasatore di tipo “Paraphase”, una soluzione che semplifica la realizzazione del circuito ma introduce alcune limitazioni in termini di qualità sonora. L’accoppiata tra questo tipo di sfasatore e la controreazione negativa tende a generare una gamma media-alta e alta caratterizzata da una certa ruvidità, con un suono meno definito rispetto a configurazioni più raffinate come il long-tail pair.

Nonostante queste limitazioni, il Dynaco A-410 rimane un eccellente punto di partenza per chi desidera imparare il montaggio di circuiti valvolari, senza preoccuparsi eccessivamente della perfezione sonora. Il vero valore di questo progetto risiede nell’esperienza pratica, nella comprensione dei principi dell’amplificazione valvolare e nella soddisfazione di costruire con le proprie mani un apparecchio funzionante. Per ottenere i migliori risultati possibili, la scelta di trasformatori di qualità è fondamentale: con componenti ben progettati, si può migliorare la resa sonora complessiva e rendere questo progetto ancora più gratificante.

Andrea e l’Amplificatore della Morte

Andrea era un giovane e ingenuo appassionato di Hi-Fi valvolare, fresco di entusiasmo e desideroso di mettere le mani su un amplificatore a valvole degno di questo nome. Ma, ahimè, il suo viaggio nel mondo dell’audio vintage ha preso una piega tragicomica quando ha deciso di fidarsi dell’espertone di un gruppo Facebook.

Questo illuminato guru dell’elettrotecnica cantinara gli ha rifilato un amplificatore basato su basette Dynaco 410A, montate su un telaio interamente di legno. Sì, avete letto bene: legno. Anche il piano di montaggio delle valvole! Perché, chi ha bisogno di dissipazione del calore e schermatura quando si può avere un barbecue integrato? Ciliegina sulla torta, il tutto era stato decorato con una generosa mano di vernice micacea da inferriata, per un look elegante e raffinato… o almeno così pensava l’artigiano che l’aveva assemblato. Ma non finisce qui. I trasformatori? Ah, pura poesia! Selezionati con cura dalla categoria roba avvolta dal macaco che fuma…

Hanno dimostrato la loro qualità impareggiabile dopo poche ore di utilizzo, quando il trasformatore di alimentazione ha deciso di autoimmolarsi per il bene dell’umanità. Una perdita? Forse no. Considerando che il geniale progettista aveva deciso di non mettere un fondo all’amplificatore, quei bei 325 volt erano lì, a portata di dita, pronti a regalare ad Andrea un viaggio verso l’aldilà con grande gioia per l’INPS. E così, con il cuore spezzato e il portafoglio alleggerito, Andrea si è presentato da me con il suo “gioiello”. L’ho guardato. Lui mi ha guardato. Io ho guardato di nuovo l’amplificatore, sperando fosse solo un’allucinazione. E invece no!

La prima cosa che mi ha colpito? Una batteria di condensatori degna di una centrale nucleare. E ben quattro induttanze. Per alimentare due misere schedine da 10 watt! Perché il guru, oltre a essere un incompetente certificato, era anche un fanatico di “più condensatori ci metto, meglio suona”. Un orizzonte di condensatori così vasto che potevi sederti a contemplarlo come un tramonto sulle Ande.

Ben 3760uF da caricare ad ogni accensione con una povera GZ34 NOS, che evidentemente aveva fatto qualcosa di molto brutto nella sua vita passata per meritarsi una simile punizione. Perché, si sa, la GZ34 è venerata dagli audiofili come la dea delle raddrizzatrici, capace di far suonare come un violino anche il citofono del condominio. Peccato che, con quel carico di condensatori, ogni accensione fosse per lei l’equivalente di una martellata.

Se avesse potuto parlare, quella GZ34 avrebbe implorato pietà come l’omino nel film Alien: “Uccidimi, uccidimi!”. Ma il fato è stato clemente: il trasformatore di alimentazione è spirato per primo, risparmiandole ulteriori sofferenze.

Questo racconto è stato volutamente ironico e ha lo scopo di intrattenere chi legge i miei articoli, senza l’intenzione di offendere l’autore di questa… discutibile creazione audio. È sempre bello vedere la passione per l’autocostruzione, e non c’è nulla di male nell’essere hobbysti: sperimentare, imparare dai propri errori e migliorarsi fa parte del gioco. Tuttavia, c’è un limite che non andrebbe superato, soprattutto quando si cerca di trasformare un progetto amatoriale in un prodotto da vendere come se fosse un capolavoro dell’ingegneria audio.

Morale della favola: se siete appassionati di bricolage elettrico e vi piace smanettare con circuiti e valvole nel tempo libero, fate un favore all’umanità e limitatevi a costruire per voi stessi, senza spacciare certe creazioni per apparecchi di pregio o dal suono eccelso. E se siete alle prime armi, fate attenzione ai “guru” dei gruppi Facebook: il rischio di ritrovarsi con un’opera d’arte post-apocalittica anziché con un amplificatore funzionante è più alto di quanto possiate immaginare.

La Riparazione dell’A-410 di Andrea

Ho voluto aiutare Andrea a sistemare il suo amplificatore Dynaco A-410. Per farlo, ho realizzato un trasformatore di alimentazione 24S106, progettato per alimentare espressamente due basette Dynaco A-410 con EL84 e ECC83, utilizzando una valvola raddrizzatrice GZ34.

Ho recuperato una delle quattro induttanze di filtro da circa 10 Henry presenti nel circuito originale, che potete anche ordinarmi per i vostri progetti. La sezione di alimentazione, dal disegno molto semplice, è riportata nello schema qui sotto.

Durante il lavoro, ho spiegato ad Andrea come procedere con la riparazione e la modifica della parte di alimentazione, inclusa la connessione a terra delle carcasse dei trasformatori d’uscita. Gli ho anche procurato un quadrato di lamiera per realizzare il fondo dell’amplificatore, che poi ha portato da me per verificare come funzionasse. La potenza erogata è di 12 watt RMS per canale, con un fattore di smorzamento di 11.

Vale la pena notare che i trasformatori d’uscita sono ancora quelli originali, avvolti dalla schimmia che fuma, e, sebbene le strumentazioni sembrino indicare valori accettabili, il circuito, come tutti i circuiti degli anni ’50, utilizza tassi di controreazione così elevati che potrebbero far funzionare anche un trasformatore di alimentazione da campanello. Alla fine dei grafici, mostro la forma d’onda della sinusoide in uscita a 20 Hz, con una potenza che non supera i 7 watt circa a quella frequenza. Chi volesse realizzare uno di questi kit e ottenere risultati decisamente migliori può ordinare i miei trasformatori 8KPP84 con presa UL al 43%.

Banda passante @ 1 watt RMS

THD @ 1watt

Sinusoide @ 20Hz 7watt del trasformatore “immondizia da 2 soldi”

Qualche foto del montaggio di Andrea

Se anche tu sei appassionato di audio vintage e desideri cimentarti nella costruzione di un amplificatore Dynaco A-410, ti consiglio vivamente di non sottovalutare l’importanza della qualità dei trasformatori. Per ottenere il massimo dalle tue schedine PCB e costruire un amplificatore che suoni davvero bene, la scelta dei componenti è cruciale. Se sei alla ricerca di trasformatori di qualità superiore, non esitare a contattarmi. Posso fornirti trasformatori appositamente progettati per il Dynaco A-410, che ti garantiranno prestazioni ottimali e una resa sonora superiore.

Per maggiori informazioni e per effettuare un ordine, visita la mia pagina contatti. Sarò felice di aiutarti a portare il tuo progetto al livello successivo!

Continue reading...

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.