Boyuu A9 – Single Ended EL34 + 6N9p DIY KIT – Total Upgrade

Dopo aver scritto l’articolo “Come far suonare un Amplificatore a Valvole cinese” mi ero ripromesso di provare a realizzare fisicamente un modding per rendermi conto delle potenzialità o dei limiti della mia teoria, mi sono quindi procurato una scatola di montaggio BOYUU uguale a quella che vedete nella foto qui sopra, a un prezzo così basso non potevo non provare! Se non l’avete già fatto leggere l’articolo precedente, quello che vado a proporre in questo nuovo articolo non è un semplice upgrade di condensatori e resistenze su un circuitino cinese tirato all’asso con i trasformatori d’uscita cinesi, ma la costruzione di un’apparecchio completamente nuovo e diverso che utilizza componenti di pregio e ha lo scopo di fornire risulti sonori di tutta eccellenza e che non sfiguri se ascoltato a confronto con apparecchi venduti a migliaia di euro, dove la scatola di montaggio cinese di partenza ha lo scopo di fornire un supporto meccanico, un telaio, dove montare il tutto oltre a fornire una parte dei componenti necessari alla realizzazione del circuito finale. Il vantaggio, che ho verificato, di partire da una scatola di montaggio cinese piuttosto che fare tutto da zero sta nel fatto che da sempre nella costruzione di un’amplificatore valvolare fai da te la parte più impegnativa e che fa perdere più tempo è proprio la realizzazione di un telaio dove montare il tutto, da questa difficoltà nascono molti impresentabili e tanti altri apparecchi montati male in brutte scatole. Sui vari bazar si possono comprare anche le scatole vuote di questi amplificatori a prezzi ancora più bassi ma ho puntato a un KIT completo perchè, pur non potendo usare tutto, le parti che si possono ri-utilizzare (connettori, zoccoli, alcune resistenze e condensatori, le valvole, il trasformatore di alimentazione e l’induttanza) comprate separatamente verrebbero a costare molto di più, quindi il concetto è di comprare la scatola di montaggio e utilizzare tutto l’utilizzabile per risparmiare soldi pur non rinunciando alla qualità dell’oggetto finale. Vediamo cosa mi è arrivato… L’imballo era in un doppio scatolone, l’unica cosa montata sul telaio erano i 3 trasformatori e l’induttanza.

 

A parte c’era un sacchetto con tutte le minuterie…

E imballata nella spugna le valvole…

Le 6N9p (equivalenti 6SL7GT) e la raddrizzatrice sono NOS russe, mentre le EL34 di produzione shuguang. Ho iniziato la modifica smontando i trasformatori d’uscita boyuu e valutando il montaggio di 2 trasformatori d’uscita SB-LAB, per l’occasione ho collaudato la nuova versione degli SE2K-EL34, chiamata SE2K-EL34/2 e che sostituirà il precedente modello (già listino allo stesso prezzo dei precedenti).

Vediamo lo schema cinese…

Uno schema semplicissimo e banale con la EL34 connessa in ultralineare nonostante il circuito sia un single ended, su un trasformatore da 8k primari, polarizzata con 50mA di corrente di bias dove avrebbe erogato all’incirca 3 watt RMS con un tasso di distorsione decisamente alto, il doppio triodo di ingresso con le sezioni in parallelo e il tutto ovviamente zero feedback. Sono quindi partito da un mio progetto già ampiamente collaudato di SE con la EL34 e ho guardato come adattarlo, i trasformatori d’uscita erano i miei ma dovevo utilizzare il trasformatore di alimentazione e l’induttanza originali, qui sotto le specifiche del trasformatore di alimentazione BOYUU:

Nota: il trasformatore presente nella scatola di montaggio aveva il primario solamente a 230volt senza presa a 110v, e i fili erano color arangione e blu, la RDC del secondario dell’anodica era di 133+133ohm. Il secondario HT del trasformatore è dato per erogare massimo 250mA, mentre lo schema da cui partivo avrebbe assorbito 280mA, ho quindi dovuto abbassare la corrente di bias delle finali per stare dentro ai 240mA CA complessivi (236 per l’esattezza), questo avrebbe fatto perdere un pelo di potenza in altoparlante rispetto lo schema originario.

Il secondario a 6,3volt per le EL34 dato per 4A massimi è caricato con effettivi 3A, per una potenza di 18,9VA
Il secondario a 6,3volt per le 6N9p dato per 2A massimi è caricato con effettivi 600mA, per una potenza di 3,78VA
Il secondario a 5volt per la 5Z3 dato per 4A massimi è caricato con effettivi 3A, per una potenza di 15VA
E infine come detto il secondario a 320+320v è raddrizzato a doppia semionda, quindi utilizzato mezzo ciclo per ramo, caricato per 236mA per una potenza di 75,52VA per un totale di 113,2VA, il trasformatore è costruito su un nucleo 32×60 e quindi si trova quasi al limite di potenza che è possibile richiede a un trasformatore di queste dimensioni. Durante il funzionamento potrebbe scaldarsi per bene ma non dovrebbe avere problemi in linea generale.

L’induttanza fornita nel KIT invece risulta essere da 5H con una resistenza DC di 83ohm. Qui sotto lo schema premium che ovviamente potrete vedere in chiaro se comprate la coppia di trasformatori d’uscita per realizzare il progetto. I componenti segnati come “cina” sullo schema sono presi dalla scatola di montaggio cinese, tutti gli altri vanno aggiunti a parte.

Vediamo ora come ho eseguito il montaggio. La prima cosa da fare è smontare tutto dal telaio e fare le forature necessarie a montare i nuovi trasformatori d’uscita e a far passare i relativi file, un passacavo di gomma va messo nel foro perchè la lamiera è sottile e diventa tagliente. Nella parte più esterna è possibile utilizzare i fori pre-esistenti.

 

Il trasformatore di alimentazione è appoggiato su 2 listelli in metallo e poi avvitato alla lamiera che essendo sottile si deforma, bisogna quindi togliere questi listelli dal trasformatore, rimontarlo sul telaio mettendo i listelli dalla parte opposta della lamiera, in questo modo si ha un fissaggio migliore.

Si possono montare le 4 boccole RCA fornite nel KIT avendo cura di lasciare gli isolatori di plastica, si saldano assieme le 4 massi con in filo in rame rigido.

Quindi è possibile montare il PCB commutatore dei canali fornito nella scatola di montaggio, semplice ed efficace e sicuramente molto meglio di avere dei lunghi fili che corrono avanti e indietro dal frontale dell’apparecchio causando diafonia e accoppiamenti capacitivi da tutte le parti.

Sotto al telaio c’è un quadretto un lamiera sagomata che è fatto per ospitare gli zoccoli delle valvole e il PCB originale…

Questa lamierta diventerà il supporto del cablaggio in aria del circuito, la prima cosa da fare è sostituire le 4 boccole argentate che lo sorreggono con delle viti di M6 in acciaio perchè le 4 boccole risultano molto fragili e non è possibile stringerle molto forte, il motivo per dover stringere forte è usare uno dei 4 punti come morsetto di terra.

Da questo punto l’articolo non sarà più passo passo ma darò delle indicazioni generali su come montare le cose. Ho usato ancoraggi classici di questo tipo tagliandoli in base al numero di pin che mi servivano…

NOTA: l’ancoraggio della foto ha un ribattino nel pin centrale di fissaggio, se li trovate così va limato via. Siccome il pin centrale deve andare a massa e offrire un contatto che sia perfetto ho proceduto in questo modo: Prima bisogna decidere dove fare il foro che ospiterà, forare con una punta da 2,5mm…

Poi bisogna grattare via la vernice attorno al foro, nella foto l’ho grattata solo davanti al foro ma è meglio grattare tutt’attorno con lo smeriglio del dremel.

Si avvita l’ancoraggio alla lamiera con una vite autofilettante 4×6 meglio se di tipo zincato…

Poi va fatto un punto di stagnatura con un saldatore muscoloso, io ho usato un 150watt, procuratevelo, io l’ho comprato ad un negozio di bricolage per 22€, perchè con il saldatorino da elettronica non ce la fate. Come si può vedere nella foto lo stagno ha attaccato bene il piede dell’ancoraggio alla lamiera e ha saldato anche la vite (per questo dicevo di usare viti zincate, le viti in acciaio non si stagnano). In questo modo l’ancoraggio è fissato perfettamente alla lamiera con un contatto perfetto e affidabile nel tempo.

Nelle foto che seguono invece mostro come fissare gli ancoraggi in nylon che servono per fescettare i condensatori. Trovate questi ancoraggi autoadesivi in qualsiasi ferramenta, ma non potete affidarvi alla tenuta della spugnetta adesiva perchè subito sembra tenga bene, ma col passare del tempo e col il calore la colla si secca e sono destinati inesorabilmente a staccarsi. Se ci fate caso nel centro hanno tutti una foro svasato, immaginate come usarlo…

Eseguire un foro di 2mm (non 2,5)…

Vitina autofilettante di 3×5 con testa svasata…

Come interruttore ho mantenuto quello presente nella scatola di montaggio, mentre il potenziometro del volume che ho utilizzato è un ALPS originale con presa loudness (originale alps a contatti striscianti non un fake a scatti di quelli che si trovano che sembrano marchiati alps ma non sono alps), per montarlo mi è bastato allargare il foro del perno di 2 millimetri e limare uno dei 4 fori in cui entra il dentino che impesce al potenziometro di svitarsi. L’ho voluto con il loudness perchè non ho mai provato a implementarlo su un’amplificatore, volevo fare un loudness passivo e serviva il potenziomentro con la presa apposta.

Ecco il montaggio

Dopo aver fatto queste foto ho provato l’apparecchio ma il trasformatore di alimentazione cinese dopo 30 minuti iniziava a ronzare a scaldava come una padella, non avevo ancora ritoccato il BIAS delle finali perchè dovevo testare se teneva botta. Ho quindi riaperto tutto per sostituire le resistenze bianche da 135ohm con altre 2 di un valore leggermente maggiore, per sollevare il trasformatore di alimentazione dal carico eccessivo e ho aggiunto 2 condensatori in polipropilene icel in parallelo agli elettrolitici di catodo delle finali perchè l’elettrolitico da solo non mi suonava abbastanza pulito (non ho fatto foto di questa ultima modifica). Nella foto si possono vedere a destra e sinistra i condensatori elettrolitici BLU messi in parallelo a dei poliestere arancioni che fanno parte del KIT originale cinese, nell’angolo in basso a destra dello zoccolo della raddrizzatrice il condensatore elettrolitico da 220uF sempre appartenente al KIT cinese però messo in parallelo a un polipropilene a scatolino (non avevo spazio). Nel montaggio ho usato in punti strategici resistenze ad impasto di carbone, i condensatori di disaccoppiamento tra il driver e le finali sono dei NOS mullard “mostarda”, il condensatori di bypass catodico del driver sono i 220uF sempre della scatola cinese (mi fa ridere pensare che nella versione originale dovevano servire per bypassare le finali), ovviamente in parallelo a questi elettrolitici ho messo dei piccoli bypass agguintivi in polipropilene per sopperire alle mencanze dell’elettrolitico in gamma alta. I morsetti degli altoparlanti sono gli originali della scatola cinese ma non sarebbe una cattiva idea sostituirli con altri migliori e più robusti. Ma che risultati ha dato agli strumenti di misura?

Potenza: 6,25Watt RMS per canale
Banda passante 20Hz -0dB – 90khz -1dB @ 1 watt
Distorsione THD @ 1 Watt: 0,41%
Smorzamento DF: 5,7

Analisi di spettro

Risposta in frequenza su carico resistivo si può vedere come lavorano i nuovi SE2K-EL34/2, qui sotto il confronto tra il nuovo modello e il vecchio su quello che è praticamente lo stesso circuito con lo stesso tasso di controreazione.

Il nuovo SE2K-EL34/2  Il vecchio SE2K-EL34

Onde quadre a 100Hz / 1khz / 10khz

All’ascolto il suono è molto ricco di dettagli, aperto e brillante e molto veloce, i bassi frenati e belli energici mai sbrodolati, invadenti, nè distorti e fastidiosi da zero amplificatore zero feedback, il connubio tra i nuovi trasformatori d’uscita e il loudness forniscono una sensazione molto particolare di maestosità, i timpani sembrano suonare nella stanza. La nota dolente del loudness è che non va molto d’accordo con Granny 27, uscendo con un segnale molto forte costringe a tenere il volume basso il potenziometro dove l’effetto del filtro è massimo, quindi si esalta troppo l’effetto e diventa fastidioso. Abbinando invece l’amplificatore con un dac normale che esce con un segnale più debole invece tutto migliora e diventa godibile.

Per chi non sapesse cos’è il loudness: non centra niente con quella che chiamano “loudness war” per indicare opere di compressione audio che rovinano le registrazioni. L’orecchio umano non è lineare nella percezione delle varie frequenze a vomuni diversi, questo significa che abbassando il volume percepiamo la gamma acuta e la gamma bassa più attenuate rispetto quella dei medi, il loudness utilizza un potenziometro speciale con 4 contatti (il quarto contatto viene chiamato presa fisiologica) e un circuito formato da un paio di condensatori e una resistenza per accentuare gli acuti e i bassi man mano che si abbassa il volume (mentre quando il volume è come se non ci fosse) con una curva inversa rispetto la notra percezione, permettendo quindi una percezione dei bassi/medi/alti uniforme a diversi livelli di volume. Ovviamente questa pratica ha qualche risvolto negativo che si manifesta sottoforma di rotazioni di fase al variare delle frequenze in quanto il loudness è un filtro per questo motivo se applicavo un segnale troppo forte in ingresso, che mi costringeva a girare la manopona a ore 9 diventava brutto da sentire, mentre con un segnale giusto, tenendo la manopola a circa ore 13 va molto bene. E comunque gli effetti deleteri non sono niente rispetto quello che butta fuori un’amplificatore zero feedback, non mi tengo stretto di dire che questo apparecchio suona molto meglio di certi 300B di marchio prestigioso e super costosi che ho sentito, poi se uno vuole il loudness lo può anche disattivare, io volevo provare, è carino ma non mi piace troppo.

Il parere di “F.P.” che ha realizzato la mia modifica e mi ha scritto le sue impressione per email.

Buongiorno, ho scritto una recensione dell’ampli, è passato un po’ di tempo ma ho preferito aspettare i nuovi diffusori. Ecco la recensione:

Con un po’ di ritardo recensisco l’amplificatore Boyuu range 9 cinese, completamente rifatto sul progetto di Stefano. Prima di tutto due parole sul kit cinese. Il telaio secondo me è fatto bene, direi bello robusto, in lamiera piegata e saldata, verniciata in nero goffrato con una certa cura. Le forature sono fatte al laser, ha griglie di areazione sotto e ai lati, i pomellini di accensione e volume sono in alluminio tornito dal pieno. Sul frontale ha una spessa placca in ottone con il nome, Boyuu range. Ricevuto il KIt dalla Cina, fra l’altro imballato bene. (nota SB-LAB: la mascherina è un alluminio anodizzato color oro/ottone e non di ottone e se qualcuno trovasse un solvente capace di cancellare la scritte boyuu senza rovinare l’anodizzazione dell’aluminio mi interesserebbe conoscerlo, io ho provato lo sverniciatore ma non vengono via)

L’ampli è collegato a delle ProAc a torre, 90 db 1W/1m. L’efficienza è ragionevole per la potenza dell’ampli, circa 6.5 W per canale, io non ascolto mai a volumi alti quindi per me è OK. La sorgente per ora è un lettore CD Denon, a 24 bit, vecchiotto ma fa il suo lavoro. L’ampli anche a volume massimo non emette praticamente alcun ronzio, neanche con l’orecchio a 10 cm dal diffusore, e questa credo sia tutta qualità del cablaggio. Ma come suona? L’ho provato a lungo con diversi CD, dal jazz al pop italiano e straniero. Per farla breve il suono è meraviglioso. La cosa più sorprendente, è la qualità delle voci, molto realistiche e pulite, provato con voci maschili e femminili, da Jonny Cash a Mina, per non dire Ella Fitzgerald in accoppiata con Louis Armostrong, quindi veramente tutte le possibili tonalità; assolutamente favolose. Si sente proprio il dettaglio, la grana fine; mia moglie, all’inizio un po’ scettica, dice che le sembra di sentire dettagli mai ascoltati prima. La gamma alta è setosa, nessuna fatica di ascolto neanche dopo molte ore. I bassi sono ben presenti e molto controllati, mai invadenti. La caratteristica delle ProAc è quella di avere il reflex sotto, quindi i bassi escono “diffusi”, avvolgenti; l’accoppiata per me è perfetta.

Riguardo all’assemblaggio, all’inizio ero indeciso a fare da solo, poiché di elettronica qualcosa ci capisco. Avrei usato uno schema di Stefano, comprato i trasformatori, condensatori di qualità. In conclusione posso solo dire di essere molto soddisfatto di questo ampli, e lo consiglio a tutti gli appassionati.

Ciao, Francesco.

 

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2 Responses to Boyuu A9 – Single Ended EL34 + 6N9p DIY KIT – Total Upgrade

  • Ciao, come stai?
    Qui il finale va alla grande: dopo qualche decina di ore di rodaggio il suono è ancora migliorato:
    1) i bassi, che prima erano appena leggermente gonfi, ora son ben frenati, profondi ed articolati: sul jazz è davvero uno spettacolo riascoltare tutti i miei vecchi vinili da 180 g;
    2) la tridimensionalità del suono è veramente ottima: suona “grande” e con una bella profondità di campo, con le varie file di strumenti ben separate tra loro;
    3) mi sembra che suoni perfino più “forte” di prima: credo sia dovuto al fatto che il contrasto dinamico ora è più “vivo” ed incisivo che all’inizio.

    E tutto questo con dei diffusori impilotabili come le vecchie Sonus Faber Parva FMII, con le quali i 9 watt di questo piccolo single-ended sembrano molti, molti di più e una naturalezza d’emissione inarrivabile con qualsiasi stato solido (e ne ho sentiti davvero tanti).

    Grazie per l’ottimo lavoro!

    Maurizio

  • Buongiorno Stefano, mi sono serviti un paio di giorni per riprendermi dall’ascolto “illuminante” di questo piccolo gioiello travestito da “bigiotteria”. Partiamo dal fatto che ci si trova di fronte ad un oggetto piccolino ma con prestazione da gigante. Il fronte sonoro con le Tannoy era veramente imponente e non da meno la scena ricreata, nitida e stabile. Non sono certo un recensore e non ho ascoltato centinaia di apparecchi ma in 20 anni di passione alcuni valvolari dal nome altisonante sicuramente si. Anche con le sue valvole originali (poi ci dicono che servono valvole da centinaia di euro) ho ascoltato un prodotto davvero ben suonante e che mi ha convinto a provare, grazie ai tuoi trasformatori e schemi, a riprodurre la magia che ho sentito. Grazie per la disponibilità e la gentilezza dimostrata
    Cristiano

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Come farsi ROVINARE l’amplificatore da un Guru

La storia che sto per raccontarvi non è di fantasia ma corrisponde alla pura realtà, ci tengo a raccontarla perchè spero che possa essere di monito ad altri avventori e novelli che muovono i primi passi nel mondo dell’audio valvolare, ma sopratutto perchè spero di riuscire a togliere un pò di credibilità ad una razza di personaggi che la fanno da padrone in questo mondo, personaggi chiusi nel guscio del loro mondo fantasioso con i loro seguaci e che il più delle volte allontanano chiunque provi ad avvicinarsi al mondo dell’amplificazione valvolare e abbia la sfortuna di trovasi invischiato con le loro teorie strampalate.

Capitolo 1: Il Single Ended EL34 di Alberto

Tutto è iniziato con Alberto che dopo aver realizzato con soddisfazione l’upgrade all’amplificatore di nuova elettronica LX1321 ha visto il progetto di un single ended con la EL34 che partiva dalla rielaborazione di una scatola di montaggio della concorrenza, che potete visionare cliccando qui (primo dei progetti presentati nella pagina). Mi ordina il set di trasformatori ma dopo qualche giorno mi iniziare a mandare messaggi  di preoccupazione su WhatsApp (allora gli schemi sul mio sito erano ancora in chiaro e non pixelati) perchè aveva parlato con un suo amico che vive in america ed è appassionato di autocostruzione che visionando il mio progetto e il mio schema comincia a dirgli “Non farlo!” … “Da quello schema non puoi aspettarti niente di che!” … “Non suonerà mai bene!” … “È tutto sbagliato! devi staccare il negative feedback, devi mettere delle gridstop li, quello non va bene, devi fare quello e devi fare quell’altro” … Ho fatto di tutto per rassicurare Alberto della bontà del progetto e per fortuna ha voluto darmi credito, ha realizzato il mio schema con i miei trasformatori e il risultato è riportato qui sotto scritto con le sue parole.

L’esperienza di Alberto con il progetto SB-LAB

Questo è il contenuto della vecchia pagina che era pubblicata dentro “i lavori dei lettori” che ho spostato per realizzare questo articolo.

Un Saluto a chi avrà pazienza di leggere questo mio resoconto ed a Stefano Bianchini. Ho deciso, essendo già possessore di un LX1321 modificato su progetto SB-LAB, ho deciso di farne uno interamente assemblato da me, non su PCB, quindi in aria ed in Classe A, sopratutto che fosse alla mia portata, dal punto di vista economico e della difficoltà di assemblaggio.

La scelta è ricaduta sullo schema in SE di EL34. Avendo piena consapevolezza sulle qualità dei trasformatori Stefano ho provveduto ad ordinarne un set dedicato a quel progetto ed a scaricare lo schema. Ho iniziato con il reperire tutti i componenti, mi sono affidato interamente ad un rivenditore specializzato in Elettronica valvolare nei pressi di casa, reperli in rete a destra e sinistra mi avrebbe portato fuori budget per via delle spese postali. Il commerciante vista la mia inesperienza ha subito approfittato per appiopparmi lo stagno Hi-End all’argento. Il quale è prontamente volato dalla finestra, per tornare allo stagno classico con cui ho saldato per tutta la mia gioventù. Con lo stagno per “Audiofili” le saldature restano opache, cosa mi fa sclerare e sopratutto si rompono da sole!

Mi sono procurato un lastra di bachelite, che ritengo necessaria, intanto per isolarci dalla lamiera, le tensioni in gioco non sono terapeutiche, e poi per far venire meglio tutto il montaggio in questo modo non vi vedono viti di fissaggio che escono nel coperchio superiore, sopratutto mentre lavori è comodissima per fissare gli ancoraggi.

Bucare la bachelite non è uno scherzo viste le polveri puzzolenti, ed anche poco salutari che genera, consiglierei di farlo all’aperto. Il mobile prescelto e di Hifi2000, che è di discreta fattura, ma non è progettato per ospitare un’elettronica valvolare, infatti non è in grado di sopportare il peso dei trasformatori sul coperchio superiore, inoltre ci sono delle feritoie di aereazione che creano dei problemi durante la fase di foratura. Se vi dovesse capitare di acquistare dei Trasfo del Bianchini vi renderete subito conto che pesano molto di più di quelli commerciali (rispetto a quelli impiegati su ampli di pari potenza e spesso anche di potenza ben superiore).

Per risolvere il problema del coperchio ho aggiunto nella parte superiore un lastra di ottone, questa mi ha consentito facendo un sandwich con la lamiera stessa del coperchio e la bachelite da 3mm di avere una base di appoggio solidissima, mal sopporto quegli ampli nei quali mentre infili una valvola nello zoccolo senti la contropiastra che ti cede sotto le mani. Oltretutto l’ottone più essere facilmente fatto incidere da un qualsiasi laboratorio per creare delle scritte a piacimento. Ma cmq questo, a parte la questione meccanica e solo questione di gusti che sono strettamente personali.

Ho piano piano preso confidenza con il cablaggio in aria, ho twistato i fili dove necessario mettendo la coppia nel mandrino dell’avvitare. Vi consiglio inoltre di non buttare gli spezzoncini di filo che avanzano dai trasfo, sono morbidi, di qualità. si spellano bene e si saldano benissimo. Ho cercato di avere l’accortezza, di montare tutti i componenti con il valore facilmente leggibile, in modo che se Stefano, o io stesso per ricontrollare il cablaggio se avessimo dovuto rimetterci le mani si sarebbe imprecato di meno. Sono andato avanti di pari passo sui due canali, in modo che con un svista sola potevo sbagliare due volte :-)) Ho tentato anche nei limiti delle mie capacità di fare un montaggio il più ordinato possibile, su questo sono stato facilitato dalle generose dimensioni del mobile scelto, adatto ad un principiante come me alla prima esperienza di cablaggio in aria.

Lascia e riprendi ci ho impiegato qualche mese ad assemblare il tutto. Sono un tipo molto meticoloso, e attento alla misure quindi prima di fare buchi sul metallo, faccio delle prove su carta millimetrata e controllo appoggiando le cose sullo stesso mobile in modo da non dover fare le cose due volte.

Mi sono assicurato che le boccole di entrata e di uscita non fossero in corto con il mobile, ho collegato due resistenze di carico, verificato le tensioni, e grazie a questo controllo rimediato agli errori di assemblaggio e dopo aver collegato l’oscilloscopio ed il generatore di segnali, ho iniziato a vedere che tutto andava correttamente. Allego le forme d’onda rilevate. La prima accensione è stata molto emozionante, dopo ore ed ore di lavoro, emetteva i primi vagiti, seppur strumentali.

Finalmente sono o passato all’ascolto, vero è il detto che ogni scarrafone è bello a mamma soia, ma l’ampli l’ho trovato subito ottimo. In primis ronzio ZERO, nessun rumore di fondo, una gamma bassa a dir poco SUPERBA, molto dettagliato e controllato. Ho fatto la prova su diversi tipi di diffusori, anche delle Thiel da 4 ohm di un amico, che per un ampli piccolino sono una bella sfida. L’ampli ha restituito sempre un ottimo dettaglio e dei violini setosi, mai striduli, certo la Quinta di Beethoven nei passaggi di orchestra molto pieni lo ha messo leggermente in crisi perdendo un pochino di dettaglio, ma stavamo pur sonorizzando un salone di 60 mq con dei diffusori che secondo me in certi casi scendono pure a 2 ohm, quindi non oso lamentarmi, anche perchè il confronto avveniva con finale a mosfet sempre costruito dal sottoscritto, da 100+100w rms e un OTL valvolare del mio amico di pontenza ben superiore.

Cmq alcuni dettagli, sfumature sulla canzone di Hug Masekela Coal train live uscivano solo dal SE-EL34, tant’evvero che il mio amico proprietario del tanto blasonato OTL è impallidito visti i fior di quattrini che l’ha pagato. Abbiamo ripetuto la prova diverse volte con la stessa canzone, e nulla certe sfumature passavano solo con il mio. Ho fatto prove con diversi generi di musica e diversi diffusori, ma i risultati sono stati sempre all’altezza delle aspettative, confermando le strumentali rilevate.

Insomma ad oggi sono pienamente soddisfatto del lavoro svolto, che seppur lungo e faticoso restituisce una soddisfazione incredibile. Assemblare un valvolare in forma artigianale, richiede tempo pazienza e manualità quindi non conviene buttarsi su schemi presi in giro per la rete e sopratutto non lesinare sui trasformatori che sono il cuore dell’ampli. Il vantaggio dello schema di Stefano è che “costruito” intorno ai sui trasformatori, in pratica ad HOC. Sono consapevole di aver svolto soltanto il lavoro di manovalanza, l’architetto che progetta, calcola e mette a punto è lui. Nonostante ciò è stato impegnativo sono cmq felice di averlo fatto, e credo non sarà l’ultimo. L’ampli è ampliamente promosso da me e finora da tutti coloro che lo hanno ascoltato. Grazie a Stefano ed hai sui trasformatori e alla sua competenza nel consigliarti nei momenti di difficoltà.

PS: Non sono Amico di Stefano, se non dal punto di vista professionale, non ci guadagno nulla e non ho sconti, sono soltanto un appassionato di elettronica un hobbista autocostrutture con molte passioni che spaziano in diversi settori anche molto lontani tra di loro. Per quanto riguarda il suono sono uno che ascolta molto, aperto al confronto e molto curioso mi metto sempre in discussione sui lavori svolti, sono quasi sempre lavori “aperti” devono essere affinati, in pratica non sono quasi mai alla parola fine. Vado spesso a mostre e dimostrazioni di HI FI e quando vedo la gente spendere cifre folli per cose che realmente non meritano nemmeno un decimo del loro prezzo mi soffermo a fare qualche riflessione. Grazie per la pazienza di avermi letto fino in fondo.

Le foto

Capitolo 2: L’amico americano

Ho avuto comunicazione via WhatsApp, dopo qualche mese rispetto la pubblicazione dell’originario articolo, che l’amico americano (quello che “da quello schema non puoi aspettarti niente di che”) era venuto a fare una vacanza in Italia e andando a trovare Alberto ha potuto ascoltare l’apparecchio che “non doveva funzionare” rimanendoci di cacca (permettetemi di scrivere cacca, anche se non è professionale) perchè non solo l’amplificatore funzionava ma anche perchè dopo qualche ora di ascolto è stato costretto ad ammettere che non aveva mai sentito niente suonare così bene e con così tanto dettaglio.

Guru del zero feedback a tutti i costi 0 SB-LAB 1

Capitolo 3: Gozer il distruttore

A quasi 2 anni dalle vicende raccontate nel capito 1 e 2 ho l’occasione di scambiare qualche messaggio via WhatsApp con Alberto a riguardo del trasformatore bruciato di una radiolina geloso e nel discorso inizia a raccontarmi la triste storia che riguarda questo single ended di EL34, alla fine mi scrive tutto in un commento sotto questo articolo, che riporto in copia per comodità.

Vi racconto una strana storia, dal titolo: LA CONTORTA MENTE DELL’AUDIOFILO.

Realizzato l’ampli ci sono state diverse occasioni di ascolto con amici, uno di questi, rimasto affascinato dal suono mi propone di venderlo, tanto io lo avrei potuto realizzarne un’altro. Vista l’amicizia e la generosa offerta lascio l’ampli in prova. Dopo averlo ampiamente ascoltato decide di tenerselo, ed era soddisfattissimo!!!

Le cose procedono bene, fino al giorno che gli hanno messo in testa che sostituendo tutte le valvole con delle pregiatissime nos le cose sarebbero andate ancora molto, ma molto meglio. Io ingenuamente avevo raccontato dell’ingloriosa fine di una KT77 difettosa che aveva anche mandato in fumo un paio di resistenze durante le prime prove di accensione di questo amplificatore.

Dovendo fare un cospicuo investimento in tubi decide di portare l’ampli da un guru delle valvole conosciuto ad una mostra di HI FI e consigliato da un’altro amico per una verifica generale dello stesso,
non l’avesse mai fatto! è stato l’inizio di un incubo e la perdita di un’amicizia!

Il guru visto il tutto sentenzia: ti hanno titrato un pacco, l’ampli con questo schema NON può funzionare, è NORMALE che le valvole si siano rotte ecc… ecc… Quindi inizia a fare tutta una serie di modifiche al circuito, ma quella fondamentale fu togliere la controreazione, tutti gli ampli BUONI sono senza controreazione, configurare a triodo, riprogettare completamente il driver.

Il poveretto paga il salato conto e riprende l’oggetto accusando me di avergli venduto un ampli ROTTO! (????) che mai avrebbe potuto funzionare! (lo aveva ascoltato contentissimo fino a quel momento). Mostrandomi una bustina di componenti sostituiti che erano la prova della mia TRUFFA, in pratica il guru ha lasciato gli zoccoli delle valvole e il potenziometro del volume. (NOTA SB-LAB: Alberto aveva usato fior di condensatori Mundorf tutti acquistati da AudioKit di Roma, consigliati dagli stessi tecnici di AudioKit, e così per le resistenze e gli altri componenti!).

Mette su le sue ipercostose NOS e si mette all’ascolto. Ma!? La potenza non sembra più sufficiente, l’amplificatore ha perso energia, non suona più bene come prima non riesce a pilotare le casse? le frequenze basse spanciano in modo fastidioso, come mai?

Gli spiego cosa vuol dire configurare una EL34 a triodo = 4 w se ti va bene. Ancora più arrabbiato torna dal guru per chiedere di tornare a far suonare “forte” l’ampli. CERRRTO risponde lui, ti faccio subito un preventivo per la modifica, magari lo mandiamo in ultra lienare per farlo andare meglio! Altri soldi ? Certo io lavoro!

Quindi viene da me con la sua bustina di componenti chiedendomi con la coda tra le gambe di riportarlo alla configurazione originale, naturalmente gratis…….. Gli ho proposto di riacquistare l’apparecchio a metà prezzo, vedremo se si rifarà vivo.

Nel mondo dell’hifi, in particolar modo nello strano mondo delle valvole, ogni tecnico è più bravo di chi lo precede, tutti hanno la ricetta magica per far suonare beni questi strani cosi chiamati tubi, gli altri sono inetti, un apparecchio autocostruito seppur ascoltato confrontato e apprezzato è dubbio se criticato da un GURU, si da fede al terzo e non all’amico, e per concludere quando si parla di PSICO ACUSTICA credo ci si riferisca a questo tipo di persone.

Guru del zero feedback a tutti i costi 0 SB-LAB 2

Capitolo 4: Ripristino dello scempio

Dopo che il malconcio amplificatore è tornato a casa sua abbiamo avuto modo di osservare il lavoro fatto da questo pasticcione da fiere, era una roba che non sapevi se piangere o ridere… Riassumendo: modificato il partitore di tensione che solleva il filamento delle 6SL7 con il rischio di causare una scarica distruttiva interna alla valvola, la EL34 passata da pentodo a triodo e la resistenza di polarizzazione sbagliata, troppo bassa con la corrente di bias delle EL34 quasi a 200mA… Poi il tizio non capiva lo scopo della resistenza in serie alla valvola raddrizzatrice prima del primo condensatore e ha concluso che 220uF di condensatore fosse troppo per la raddrizzatrice e ha tolto la resistenza e sostituito il condensatore con uno da 22uF … peccato che la resistenza in serie al mio circuito avesse proprio lo scopo di preservare la raddrizzatrice e permettere l’uso di un condensatore grosso… che poi alla fine con le finali tirate a cannone la raddrizzatrice la sfondava di brutto proprio, il circuito anodico era talmente tirato di corrente che il trasformatore di alimentazione scaldava come un ferro da stiro! Poi ha eliminato i condensatori in polipropilene che erano in parallelo agli elettrolitici perchè vuoi mai che suoni pulito e brillante… nooo! deve suonare scuro, chiuso e con poco dettaglio. Ovviamente circuito di feedback eliminato e driver modificato per guadagnare meno, ma meno per meno risultava troppo sensibile con il volume che scoppiava al massimo già a col pomello del volume a ore 9. Poi aveva aggiunto dei diodi per rettificare a parte l’alimentazione dei driver… si vede che il taglio di una cella RC 18k+47uF non era abbastanza per lui, o perchè avendo calato il condensatore iniziale a 33uF c’erano delle oscillazioni a bassa frequenza, il montaggio non era migliore di quello di alberto, che come primo montaggio è scusabile.. ma lui come guru che va alle fiere che ha avuto coraggio di sentenziare che il circuito era sbagiato e non poteva funzionare… poi fa su una porcata del genere… veramente vergognoso.

Come suonava? Lo stereotipo dell’amplificatore distorsofilo valvolare zero feedback… Cupo, chiuso, spento. Senza energia n’è dinamica, con le basse slabbrate da zero feedback e le alte prive di lucentezza da condensatori elettrolitici senza alcun bypass decente… E pensate che questo cane ha anche avuto coraggio di dire che le 6SL7WGT JAN della sylvania non fossero buone, ma erano meglio le ECC32 (equivalenti 6SL7) che aveva lui, ovviamente solo perchè doveva trovare diversi modi per gonfiare il prezzo senza faticare o forse perchè la bella ampolla a duomo delle ECC32 le faceva suonare meglio… perchè son belle da vedere, non perchè fanno niente di diverso dalle altre ovviamente… se una valvola è più bella suona meglio no?

In ultimo avrebbe pure detto che i 2 trasformatori d’uscita erano troppo vicini quindi intermodulavano…

Ha preso un’apparecchio che funzionava benissimo, ha sentenziato che non andava e la trasformato in un gabinetto a valvole, WOW! Gente attenti a questi personaggi che non giustificano con argomentazioni tecniche verificabili ma solo con ciance da venditore di stoviglie, il fatto che si presentino a varie fiere del settore non li qualifica come buoni tecnici.

Vediamo il ripristino, Alberto si è molto impegnato sotto mio aiuto per ricostruire ancora meglio l’amplificatore e poi me lo ha fatto avere per la verifica strumentale finale…

Ricordo che il progetto di questo single ended con le EL34 lo trovate cliccando qui.

Strumentali
Potenza: 7Watt RMS per canale
Distorsione: THD rileva a 1khz 1 watt su carico resistivo 0,11%
Banda passante: 18Hz / 90khz -1dB
Smorzamento DF: 5,7
Separazione dei canali: 48,8dB (alla faccia di quelli che dicevano che i trasformatori sono vicini quindi intermodulano).

Spettro armonico

Banda passante su carico resistivo

Banda passante su carico reattivo

Quadre a 100hz / 1khz / 10khz

Guru del zero feedback a tutti i costi 0 SB-LAB 3

Conclusione

Non pensiate che queste cose capitino solo a me, conosco diversi amici tecnici e riparatori in giro per l’italico stivale, queste cose capitano di continuo. Ci troviamo a dover far la lotta con i clienti per riuscire a fargli capire che sono stati infarciti di cavolate da questa massa di ciarlatani che continua a sparar fesserie con una potenza di fuoco impressionante.

Se avete un’amplificatore che va bene e vi piace è inutile andarlo a modificare, può aver senso fare, dove possibile o se è sensato, un’upgrade dei componenti. Non fidatevi di uno che vi dice che non funziona un’apparecchio che sapete funzionante.

State attenti anche a chi propone upgrade immotivati di pezzi, come è scritto sopra il guru avrebbe definito robaccia o truffa il set di condensatori Mundorf trovati nell’amplificatore di Alberto e oltre a cambiare tutto non si sa con cosa, ha cambiato le EL34 con delle NOS (ok ci sta che possano essere migliori) ma ha anche cambiato una coppia di 6SL7GT NOS con delle ECC32 NOS, perchè le ECC32 sono migliori… ma ECC32 è la sigla europea della 6SL7GT, sono la stessa valvola! come dire ECC83 e 12AX7…

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7 Responses to Come farsi ROVINARE l’amplificatore da un Guru

  • Ho realizzato il progetto di Stefano citato in questo articolo e suona veramente bene, il tizio che ha sentenziato che quello schema non poteva funzionare senza manco provare a sentirlo è un cialtrone, la mode dei circuiti senza reazione negativa è peggio di un cancro, anche io ho avuto esperienza di amici che non credevano che a suonare fosse un circuito retroazionato e nonostante sentissero con le loro orecchie che andava meglio del loro senza reazione continuavano ad essere straniti.

  • Maestro da quando ho realizzato il SE con EL34, non mi stanco mai di sentire !

  • Finalmente qualcuno che dice le cose come sono, questi tizi ormai hanno monopolizzato il settore tra riviste e forum sembra che l’unico modo di fare un’amplificatore che suona bene sia come dicono loro e tra apparecchi senza feedback cavi pitonati scatoline magiche ti mandano a casa come un pollo spennato senza manco la soddisfazione di sentire qualcosa di decente, ci credo che ti attaccano perchè vivono sull’ignoranza delle persone, se gli fai sentire un’amplificatore che suona come si deve smettono di comprare tutte quelle cavolate e questi falliscono.

  • Dopo circa trent’anni di onorata carriera da appassionato di musica e della sua riproduzione, sono giunto ad alcune conclusioni: l’ambiente hifi è infelicemente caratterizzato da dogmi e verità rivelate che scaturiscono da una sinistra quanto efficace mistura di incompetenza e furbizia truffaldina. Non voglio stare qui ad elencarle, basta leggere con attenzione questo bellissimo sito per farsene un’idea abbastanza chiara. Quel che mi preme rimarcare è che, a mio avviso, sono ben pochi gli appassionati che hanno avuto la fortuna di ascoltare un amplificatore a valvole progettato e realizzato come Dio comanda. Temo che la maggior parte sia alla perenne ricerca del Santo Graal passando da un catorcio più o meno costoso all’altro. Io ero tra questi, con la testa piena di luoghi comuni e fisime audiofile, finché un bel giorno mi è capitato di passare da uno dei suddetti catorci (o ciofeche, chiaviche, morticini, come vi pare) che rispettavano appieno il sacro verbo del guru di turno, ad una creazione di Stefano Bianchini, ed ecco l’effetto “mascella cadente”: cosa cavolo avevo ascoltato fino ad allora? Non la voglio fare lunga, neanch’io sono sul libro paga di Bianchini, dico solo questo:
    ottimi TU, ma soprattutto un progetto serio che può solo scaturire dalla passione e da tanta ma tanta competenza. Ebbene sì, c’è anche la controreazione, ma suona, cavolo se suona! Per quel che mi riguarda, il mio Graal l’ho trovato…

  • Gozer il distruttore non ha ascoltato l’apparecchio prima di modificarlo, visto lo schema ha sentenziato che non andava. Dalla parte invece dei proprietari degli amplificatori (e la cosa potrebbe valere anche per questi “tecnici”) c’è un rifiuto dell’evidenza, se sentono un’apparecchio che va bene e sanno che c’è controreazione o è stato fatto usando criteri considerati errati dalla stampa di settore iniziano ad arrampicarsi sugli specchi per dire che il loro ha suonato peggio per qualcosa di esterno. Io ho iniziato la mai carriera seguita da Mariani il progettista di Graaf, lui mi diceva “Le cose che dicono nei forum e sulle riviste imparale a memoria che se no sembri ignorante quando parli, se fai un’apparecchio digli che è fatto come vogliono loro, ma quando lo fai fallo fatto bene”, ma io per mio carattere non riesco a essere falso. Ti consiglio la lettura di un’articolo di Diego Nardi, forse l’unico con cui riesco ad essere d’accordo. https://www.stereo-head.it/2013/05/riflessioni-di-un-ex-audiofilo/

    Io spesso mi sento come il tizio del finale del vecchio film “l’invasione degli ultracorpi”, mi appassiona quello che faccio ma è frustrante trovarsi in un mondo che sembra rifiutare l’uso del buon senso e dove sono discriminato perchè non mi conformo alle loro idee, ho l’impressione di lottare contro degli estremisti religiosi, a volte cestino dei commenti che lasciano sulle pagine che sarebbero anche passibili di denuncia…

  • Che dire… Magari è da segnarsi di ascoltare chi propone modifiche solo se quel qualcuno ha ascoltato l’impianto nelle condizioni attuali e assicura di farlo pure post modifiche. Insomma, se nel caso specifico fosse andata così la vedo dura arrivare a negare l’evidenza… E se quel qualcuno non accetta queste condizioni, farci una x sopra e cercare qualcun’altro, e se non si trova nessuno ci si tiene l’impianto corrente.

  • Vi racconto una strana storia, dal titolo: LA CONTORTA MENTE DELL’AUDIOFILO.

    Realizzato l’ampli ci sono state diverse occasioni di ascolto con amici, uno di questi, rimasto affascinato dal suono mi propone di venderlo, tanto io lo avrei potuto realizzarne un’altro. Vista l’amicizia e la generosa offerta lascio l’ampli in prova. Dopo averlo ampiamente ascoltato decide di tenerselo, ed era soddisfattissimo!!!

    Le cose procedono bene, fino al giorno che gli hanno messo in testa che sostituendo tutte le valvole con delle pregiatissime nos le cose sarebbero andate ancora molto, ma molto meglio. Io ingenuamente avevo raccontato dell’ingloriosa fine di una KT77 difettosa che aveva anche mandato in fumo un paio di resistenze durante le prime prove di accensione di questo amplificatore.

    Dovendo fare un cospicuo investimento in tubi decide di portare l’ampli da un guru delle valvole conosciuto ad una mostra di HI FI e consigliato da un’altro amico per una verifica generale dello stesso,
    non l’avesse mai fatto! è stato l’inizio di un incubo e la perdita di un’amicizia!

    Il guru visto il tutto sentenzia: ti hanno titrato un pacco, l’ampli con questo schema NON può funzionare, è NORMALE che le valvole si siano rotte ecc… ecc… Quindi inizia a fare tutta una serie di modifiche al circuito, ma quella fondamentale fu togliere la controreazione, tutti gli ampli BUONI sono senza controreazione, configurare a triodo, riprogettare completamente il driver.

    Il poveretto paga il salato conto e riprende l’oggetto accusando me di avergli venduto un ampli ROTTO! (????) che mai avrebbe potuto funzionare! (lo aveva ascoltato contentissimo fino a quel momento). Mostrandomi una bustina di componenti sostituiti che erano la prova della mia TRUFFA, in pratica il guru ha lasciato gli zoccoli delle valvole e il potenziometro del volume. (NOTA SB-LAB: Alberto aveva usato fior di condensatori Mundorf tutti acquistati da AudioKit di Roma, consigliati dagli stessi tecnici di AudioKit, e così per le resistenze e gli altri componenti!).

    Mette su le sue ipercostose NOS e si mette all’ascolto. Ma!? La potenza non sembra più sufficiente, l’amplificatore ha perso energia, non suona più bene come prima non riesce a pilotare le casse? le frequenze basse spanciano in modo fastidioso, come mai?

    Gli spiego cosa vuol dire configurare una EL34 a triodo = 4 w se ti va bene. Ancora più arrabbiato torna dal guru per chiedere di tornare a far suonare “forte” l’ampli. CERRRTO risponde lui, ti faccio subito un preventivo per la modifica, magari lo mandiamo in ultra lienare per farlo andare meglio! Altri soldi ? Certo io lavoro!

    Quindi viene da me con la sua bustina di componenti chiedendomi con la coda tra le gambe di riportarlo alla configurazione originale, naturalmente gratis…….. Gli ho proposto di riacquistare l’apparecchio a metà prezzo, vedremo se si rifarà vivo.

    Nel mondo dell’hifi, in particolar modo nello strano mondo delle valvole, ogni tecnico è più bravo di chi lo precede, tutti hanno la ricetta magica per far suonare beni questi strani cosi chiamati tubi, gli altri sono inetti, un apparecchio autocostruito seppur ascoltato confrontato e apprezzato è dubbio se criticato da un GURU, si da fede al terzo e non all’amico, e per concludere quando si parla di PSICO ACUSTICA credo ci si riferisca a questo tipo di persone.

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EL84 Single Ended Amplifier – 5 semplici progetti Single Ended con la EL84

Tutti questi progetti si basano sul mio trasformatore SE5K6-UNI. Se sei interessato a conoscere il prezzo e/o acquistare il kit di trasformatori do uscita, alimentazione e induttanze clicca qui per visualizzare il listino dei KIT. O contattami se la variante dello specifico progetto non fosse presente nel listino.


1) Pico 8284 – EL84 pilotata da ECC82

Tempo fa ho venduto il set di trasformatori per un Pico 8282 ad una persona che però non è stata in grado di eseguire un montaggio corretto del circuito che gli continuava a ronzare in maniera spaventosa, mi ha quindi chiesto di assemblare per lui il KIT. Le 2 foto qui sotto mostrano il montaggio del cliente, ossia come non montare un’apparecchio valvolare, se anche voi state pensando di montare qualcosa in questo modo desistete, non parlo della questione estetica ma del legno. Non si può montare un’amplificatore su una base di legno ad iniziare dal fatto che le valvole scaldano parecchio, sopratutto le finali noval come le EL84 e rischiate di appiccare un’incendio. Un montaggio ha bisogno di almeno un piano metallico, per la massa e avere un minimo di schermatura.

Ecco lo schema premium del pico 8284, privo di negative feedback globale…

Ho realizzato prima un pannello di alluminio di 3mm come supporto meccanico del circuito…

Poi mi sono fatto fare da un falegname una scatoletta di legno grezzo (che ho provveduto poi io a forare stuccare, levigare, mordenzare, oliare e tirare a gomma lacca), nella foto si vedono 2 mobili perchè l’altro è per uno “scherzo”.

Nei miei montaggi non rinuncio mai ad avere una piastra di bachelite sotto quella metallica per avvitare comodamente i componenti.

Di importanza vitale avere degli ancoraggi ai quali fissare i componenti!!! Non potete assemblare senza!

Montaggio Finito

Strumentali

Potenza 3 Watt RMS per canale
Banda passante @ 1 Watt: 20Hz / 36khz -3db
THD@1Watt: 0,45%
Smorzamento DF: 1,3
Rout: 6 ohm


2) Pico 8484 – EL84 pilotata da ECC84

La ECC84 è una di quelle valvole “snobbata per ignoranza”, ossia gli autocostruttori non la conoscono e quindi hanno paura che suoni male. La ECC84 è la progenitrice della più famosa ECC88, ha un Mu di 24 e una resistenza interna di 4k che la rende migliore rispetto la ECC82 che ha una Ri di 7k. Lo schema elettrico è identico a quello della versione con ECC82, quindi è possibile realizzare la versione con ECC82 e poi sostituirla con la 84 e viceversa. È possibile montare anche la PCC84 che rispetto la veersione “E” ha il filamento a 7volt invece che 6,3, questa differenza di tensione è talmente piccola che la valvola funziona ugualmente bene. È facilmente reperibile NOS a prezzi modici (inferiori a 10€) ed in grande quantità

Ecco lo schema premium, anche questo privo di negative feedback globale…


3) Pico 8084 – EL84 pilotata da EABC80 (oppure ECC83)

La EABC80 è una valvola molto utilizzata nelle radio anni 50/60 dotate di FM, al suo interno ci sono 3 diodi di segnale, che in questo caso non sono utilizzati, e un triodo che ha caratteristiche elettriche molto simili a quelle di una ECC83 cui differisce per un Mu leggermente più basso, 70 invece di 100. È una di quelle valvole “immortali” nel senso che in tanti anni a riparare ricevitori radio non ne ho mai vista una guasta, per questo motivo si trova a prezzi modici inferiori a 10€ e in grande quantità. La si potrebbe considerare come una ECC83 dei poveri, per un autocostruttore alle prime armi e per divertirsi è sicuramente indicata per via della modesta spesa per acquistarla, che non toglie però che si possa avere da essa ottime prestazioni sonore. Lo schema che ho realizzato in questo caso utilizza negative feedback globale in quanto l’alto Mu renderebbe tutto il circuito troppo sensibile e la gestione del volume impossibile, questo però dota il circuito di un’ottimo fattore di smorzamento al contrario dei circuiti privi di feedback visti in precedenza.

Ecco lo schema premium… È possibile montare una sola ECC83 al posto delle 2 EABC80 ovviamente connettendo correttamente le 2 sezioni.

Ciao Stefano , sono “M.T.T.” da Ravenna a cui hai venduto un coppia di TU SE5k6-UNI, ti scrivo dal mio secondo indirizzo e mail perche l’altro ha dei problemi.
Ho montato i trasformatori e fatto le modifiche da te consigliatomi… Alla prima accensione è saltato fuori un problema con la reazione negativa (anzi in questo caso era “positiva”) che faceva oscillare l’amplificatore, il problema l’ho risolto invertendo il collegamento del primario dei TU, quindi il rosso (+H) collegato alla placca e il Nero (placca) collegato alla +H.
Una volta risolto il problema della reazione negativa e controllate le tensioni ho iniziato a fare prove con generatore di segnale e oscilloscopio, subito si è visto il netto miglioramento che ha avuto l’ampli.
La risposta in freq. risulta lineare da 20hz a 35Khz, le onde quadre sono pressochè perfette in ogni condizione (le prove sono state effettuate con carico resistivo da 8ohm) e l’assenza di ripple… o comunque non misurabile.
La sensibilità di ingresso che ho rilevato è di 0,8V RMS su 250K (non avevo il pot da 47K) per una potenza di uscita di ben 3,6W RMS sui due canali in funzione temporaneamente (misurata fino al primo cenno di deformazione del segnale sinusoidale sul carico).
Passando alle prove di ascolto “salta subito alle orecchie” la profondità delle basse frequenze, la “pulizia” degli acuti, e la mancanza di distorsione di intermodulazione nei passaggi forti, dovuto alla resistenza di G1 di “basso” valore che impedisce alla griglia di spostarsi dal suo punto di lavoro.
Le prove di ascolto sono state fatte con lettore cd PHILIPS CD624 con conversione BITSTREAM, un apparecchio dei primi anni ’90 economico, che durante svariate prove ha stracciato apparecchi ben piu costosi, come casse delle Philips 22RH496, delle 3 vie con woofer in sospensione pneumatica, un pelo ostiche da pilotare, ma l’ampli non ha dato segni di cedimento.
Ti mando alcune foto dell’apparecchio finito.
A presto.

4) Pico 8084VTR – EL84 pilotata da EABC80 (oppure ECC83) con rettificatore EZ81

Questo schema mi è stato espressamente richiesto da un cliente che voleva utilizzare una valvola raddrizzatrice EZ81, lo schema è quindi molto simile al precedente, cambia il trasformatore di alimentazione e la relativa sezione di alimentazione dimensionata per accogliere una EZ81 al posto del normale ponte di diodi. Ecco lo schema premium. Anche in questo caso e possibile montare una sola ECC83 al posto delle 2 EABC80 ovviamente connettendo correttamente le 2 sezioni.


5) Alimede – EL84 pilotata da 5842

Questo progetto è più raffinato dei precedenti, sia per la ricercatezza del circuito che per via della valvola driver più raffinata, tutto è cominciato quando mi hanno regalato una coppia di monofonici prodotti da ignoto come “ferro vecchio” e volevo vedere cosa si poteva recuperare per fare qualcosa di funzionante.

È incredibile le porcherie che certe persone spacciano per hifi, prima di passare al lavoro di ricostruzione voglio soffermarmi un’attimo sulla recensione tecnica degli apparecchi di partenza. Qui lo mostro dal vivo  dal lato tecnico quello che si posiziona nel mondo degli impresentabili. Gli apparecchi erano 2 monofonici single ended con EL84 connessa a triodo, pilotate da delle 5842 e alimentate da una 6X4, il tutto ovviamente zero feedback. Dei perfetti cliché dell’ideologia audiofila moderna, ossia:

  • Dual mono perchè separando i canali suona meglio…
  • Con la finale a triodo perchè i triodi suonano meglio dei pentodi…
  • Il driver è una valvola di quelle famose, perchè le valvole famose suonano meglio di quelle che trovi per pochi euro…
  • C’è la raddrizzatrice perchè se ci metti una raddrizzatrice suonerà sicuramente meglio che con dei diodi…
  • Zero feedback perchè senza feedback suona meglio che con il feedback…

Ma i fatti quali sono? iniziando dalla sezione di alimentazione, la povera 6X4 è seguita da un circuito CLCRC… 47uF / 3H 90ohm / 330uF / 1k5 / 330uF… Ora per chi non lo sapesse la 6X4 è una tra le più piccole raddrizzatrici esistenti, ha capacità di erogazione di corrente veramente risicata ed è famosa per essere molto delicata e per andare in corto quando la guasti. Facendo una veloce simulazione del circuito di alimentazione con PSU Designer si ottiene immediatamente un warning per superamento dei limiti operativi della valvola con un picco in accensione di addirittura 1,6 Amper e un continuativo di 72mA:

Praticamente ogni volta che accendevi l’apparecchio poteva essere l’ultima volta che lo accendevi… ed anche durante il funzionamento con i condensatori ormai carichi la valvola era tirata oltre la massima erogazione di corrente che gli è possibile.

La EL84 era connessa a triodo con un trasformatore da 10k primari, eroga la potenza di ben 0,39Watt (zero virgola trentanove) RMS indistorti e fino a 1,07Watt a piena saturazione con le onde interamente clippate, ma nonostante questo gli apparecchi erano spacciati per 3,5watt ma in realtà è poco più di un’amplificatore per cuffie (ma non sarebbe andato bene manco per quello).

La 5842 è versione speciale della famosa 417a, col catodo bypassato (da un condensatore di nessun pregio) guadagnava uno sproposito, bastavano 0,4Vpp (0,14v RMS) sull’ingresso per portare il finale a saturazione rendendo molto difficile regolare il volume in quanto appena si sfiorava il pomello si era già al massimo, inoltre in tale condizione la valvola captava abbondantemente rumori dall’esterno che era possibile vedere sull’oscilloscopio come fluttuazioni e sporcature della traccia e pure qualche stazione AM captata. Per finire il quadro il circuito dei filamenti era riferito direttamente al positivo dell’anodica a piena tensione (circa 240volt) quando la massima tensione tra filamento e catodo della EL84 è 100volt e per la 5842 di 55volt. Anche se poco importante la banda passante dei trasformatori originali era di: 25hz / 23khz -3 alla potenza che riusciva a erogare quel circuito.

Praticamente il circuito nella sua totalità era sbagliato dalla testa ai piedi e questo non è un caso ma purtroppo una consuetudine per tantissimi piccoli produttori e hobbysti: le valvole non sono inserite in un circuito ponderato che deve rispettare delle regole ben precise e nel rispetto dei limiti operativi, esse sono usate in modo totalmente irrazionale come monili a cui si attribuisce un potere magico, oggetti di vetro che si illuminano cui basta la sola presenza per “suonare”, non importa come le si faccia funzionare basta che senti il “suono” e vuol dire che funziona… Quando dicono “però suona!” e come dire che hai una ferrari che va solo in prima e non supera i 30km/h col motore sempre al limite dei giri e dire “però cammina!”.

La differenza tra 2 cose che funzionano va a gusto, la differenza tra qualcosa che funziona e qualcos’altro realizzato a questo modo invece per me non è un’opinione, se anche la ridottissima potenza potrebbe essere sufficiente ad ascoltare qualcosa con casse ad altissima efficienza e se anche il timbro sonoro potrebbe soddisfare il gusto di qualcuno i problemi insiti nel circuito sono tali per cui l’oggetto va considerato inaccettabile e non funzionante e inaccettabile.

SB Alimede

Dopo Varuna con le 6V6 ho realizzato quest’altro piccolo amplificatore (un’altro progetto di Single Ended con la EL84 lo trovi qui) partendo da quanto di recuperabile rimaneva dalla demolizione dei 2 piccoli single ended recensiti qui sopra.

Ho voluto utilizzare un circuito che qualcuno chiama Shadeode e altri chiamano Partial Feedback, (potete leggere il breve articolo sul sito tubecad cliccando qui) unito all’uso di reazione catodica per aumentare il fattore di smorzamento. Degli apparecchi demoliti ho recuperato le valvole, zoccoli, alcuni condensatori, 1 trasformatore di alimentazione e una induttanza più diverse minuterie. I trasformatori di uscita non erano riciclabili perchè l’impedenza di 10k non era adatta con la EL84 e l’uso a triodo della stessa permetteva un’efficienza in termini di potenza erogata troppo bassa su 10k. Ho quindi utilizzato una coppia di miei trasformatori d’uscita (SE5K6-UNI) da 5600ohm primari. Lo schema premium dell’apparecchio, è qua sotto (clicca la miniatura per ingrandire).

L’alimentazione è affidata a una coppia di comunissimi 1N4007, non era possibile fare diversamente viste le tensioni a disposizione nel trasformatore, non c’era margine per una raddrizzatrice e la stessa non avrebbe portato nessun giovamento sonoro ma piuttosto l’obbligo di usare capacità ridotte e una resistenza in serie (la Ri della valvola stessa) con tutti i problemi che ne conseguono.

Il primo stadio è formato dalla 5842, il catodo è polarizzato mediante l’uso di un LED Verde (caduta di tensione selezionata a 2,00volt) bypassato da un generoso elettrolitico da 1500uF a basso ESR, questo tipo di polarizzazione a livello di resa sonora è equivalente a un bias fisso, la corrente di 10mA della 5842 è sufficiente a polarizzare a pieno il led e il grosso condensatore da 1500uF serve a mantenerlo polarizzato anche quando il segnale porta la corrente della valvola prossima all’interdizione nonstante questo per sicurezza ho portato al led 3mA aggiuntivi con una resistenza da 100k direttamente dalla tensione anodica. La tensione al catodo della 5842 resta stabile anche con segnali di 20Hz e il finale a pieno clip.

La 5842 pilota la EL84 connessa a pentodo puro e riceve il segnale di partial feedback attraverso le resistenze da 90k (si può usare anche 82k senza che cambi sostanzialmente nulla), in questa configurazione circuitale la EL84 nonostante sia connessa a pentodo nel regime dinamico si comporta come se fosse un triodo (ma eroga la potenza di un pentodo), esattamente come succede anche nella configurazione STC usata nel Luna. Il guadagno del circuito era ancora alto e lo smorzamento basso, visto che il tasso di partial feedback è modesto ho applicato anche una reazione catodica alla finale, ponendo il secondario del trasformatore d’uscita sotto al suo catodo trovando un’equilibrio perfetto. Sotto al catodo della EL84 si possono osservare 2 resistenze da 330ohm e da 1100ohm atte ad ottenere il valore di 255ohm, un grosso elettrolitico da 2200uF che funge da bypass principale più altri 2 condensatori non polarizzati da 1,5uF e da 220nF che ho selezionato in base al loro fattore di dissipazione per bypassare l’elettrolitico, al posto di questi due è possibile montare, probabilmente con egual risultato, un condensatore mundorf in polipropilene da 1uF, diciamo che io riesco a risparmiare ma bisogna saper misurare e selezionare i condensatori che si usano… montando un mkt da 1,5uF e un 220nF mkp “a caso” difficilmente otterrete il risultato che ho avuto io o che otterete con il mundorf. Anche l’elettrolitico deve essere di buona qualità, basso ESR e basso D, io ho utilizzato un componente di surplus marchiato Frako che ha ottime strumentali.

La potenza dell’amplificatore è di 3 Watt RMS veri e pieni e indistorti. Il fattore di smorzamento DF è pari a 3,33 e la banda passante è 12Hz / 42khz -3dB @ 1watt RMS, sotto il grafico…

La distorsione armonica dell’1% con un raporto segnale rumore di -65dB, sempre a 1watt, sotto il grafico:

Le quadre a 100Hz / 1k e 10k

Vediamo il montaggio: Il telaio è stato realizzato in mogano lucidato a gomma lacca, le piastre di alluminio verniciate a polvere.

Il suono dell’apparecchio è veloce con una gamma alta brillante e dettagliata che fa sentire tutti i particolari della registrazione senza cancellare cose, come un vero HiFi deve essere. Ma come suona? vediamo il commento di un lettore che ha acquistato lo schema premium: Stefano, ho finito la realizzazione da un paio di giorni dell’Alimede e sono soddisfattissimo! Nel suo piccolo, ha un suono sorprendente per trasparenza, equilibrio, velocità e controllo. Sono solo 3w, ma ottimi per i miei ascolti nelle ore notturne a basso volume. Hai fatto un ottimo lavoro!!! Un vero miracolo, considerati i piccoli ruderi da cui sei partito. Ti ringrazio molto e ti invio i miei più cordiali saluti. A presto G.

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