Boyuu A9 – Single Ended EL34 + 6N9p DIY KIT – Total Upgrade

Dopo aver scritto l’articolo “Come far suonare un Amplificatore a Valvole cinese” mi ero ripromesso di provare a realizzare fisicamente un modding per rendermi conto delle potenzialità o dei limiti della mia teoria, mi sono quindi procurato una scatola di montaggio BOYUU uguale a quella che vedete nella foto qui sopra, a un prezzo così basso non potevo non provare! Se non l’avete già fatto leggere l’articolo precedente, quello che vado a proporre in questo nuovo articolo non è un semplice upgrade di condensatori e resistenze su un circuitino cinese tirato all’asso con i trasformatori d’uscita cinesi, ma la costruzione di un’apparecchio completamente nuovo e diverso che utilizza componenti di pregio e ha lo scopo di fornire risulti sonori di tutta eccellenza e che non sfiguri se ascoltato a confronto con apparecchi venduti a migliaia di euro, dove la scatola di montaggio cinese di partenza ha lo scopo di fornire un supporto meccanico, un telaio, dove montare il tutto oltre a fornire una parte dei componenti necessari alla realizzazione del circuito finale. Il vantaggio, che ho verificato, di partire da una scatola di montaggio cinese piuttosto che fare tutto da zero sta nel fatto che da sempre nella costruzione di un’amplificatore valvolare fai da te la parte più impegnativa e che fa perdere più tempo è proprio la realizzazione di un telaio dove montare il tutto, da questa difficoltà nascono molti impresentabili e tanti altri apparecchi montati male in brutte scatole. Sui vari bazar si possono comprare anche le scatole vuote di questi amplificatori a prezzi ancora più bassi ma ho puntato a un KIT completo perchè, pur non potendo usare tutto, le parti che si possono ri-utilizzare (connettori, zoccoli, alcune resistenze e condensatori, le valvole, il trasformatore di alimentazione e l’induttanza) comprate separatamente verrebbero a costare molto di più, quindi il concetto è di comprare la scatola di montaggio e utilizzare tutto l’utilizzabile per risparmiare soldi pur non rinunciando alla qualità dell’oggetto finale. Vediamo cosa mi è arrivato… L’imballo era in un doppio scatolone, l’unica cosa montata sul telaio erano i 3 trasformatori e l’induttanza.

 

A parte c’era un sacchetto con tutte le minuterie…

E imballata nella spugna le valvole…

Le 6N9p (equivalenti 6SL7GT) e la raddrizzatrice sono NOS russe, mentre le EL34 di produzione shuguang. Ho iniziato la modifica smontando i trasformatori d’uscita boyuu e valutando il montaggio di 2 trasformatori d’uscita SB-LAB, per l’occasione ho collaudato la nuova versione degli SE2K-EL34, chiamata SE2K-EL34/2 e che sostituirà il precedente modello (già listino allo stesso prezzo dei precedenti).

Vediamo lo schema cinese…

Uno schema semplicissimo e banale con la EL34 connessa in ultralineare nonostante il circuito sia un single ended, su un trasformatore da 8k primari, polarizzata con 50mA di corrente di bias dove avrebbe erogato all’incirca 3 watt RMS con un tasso di distorsione decisamente alto, il doppio triodo di ingresso con le sezioni in parallelo e il tutto ovviamente zero feedback. Sono quindi partito da un mio progetto già ampiamente collaudato di SE con la EL34 e ho guardato come adattarlo, i trasformatori d’uscita erano i miei ma dovevo utilizzare il trasformatore di alimentazione e l’induttanza originali, qui sotto le specifiche del trasformatore di alimentazione BOYUU:

Nota: il trasformatore presente nella scatola di montaggio aveva il primario solamente a 230volt senza presa a 110v, e i fili erano color arangione e blu, la RDC del secondario dell’anodica era di 133+133ohm. Il secondario HT del trasformatore è dato per erogare massimo 250mA, mentre lo schema da cui partivo avrebbe assorbito 280mA, ho quindi dovuto abbassare la corrente di bias delle finali per stare dentro ai 240mA CA complessivi (236 per l’esattezza), questo avrebbe fatto perdere un pelo di potenza in altoparlante rispetto lo schema originario.

Il secondario a 6,3volt per le EL34 dato per 4A massimi è caricato con effettivi 3A, per una potenza di 18,9VA
Il secondario a 6,3volt per le 6N9p dato per 2A massimi è caricato con effettivi 600mA, per una potenza di 3,78VA
Il secondario a 5volt per la 5Z3 dato per 4A massimi è caricato con effettivi 3A, per una potenza di 15VA
E infine come detto il secondario a 320+320v è raddrizzato a doppia semionda, quindi utilizzato mezzo ciclo per ramo, caricato per 236mA per una potenza di 75,52VA per un totale di 113,2VA, il trasformatore è costruito su un nucleo 32×60 e quindi si trova quasi al limite di potenza che è possibile richiede a un trasformatore di queste dimensioni. Durante il funzionamento potrebbe scaldarsi per bene ma non dovrebbe avere problemi in linea generale.

L’induttanza fornita nel KIT invece risulta essere da 5H con una resistenza DC di 83ohm. Qui sotto lo schema premium che ovviamente potrete vedere in chiaro se comprate la coppia di trasformatori d’uscita per realizzare il progetto. I componenti segnati come “cina” sullo schema sono presi dalla scatola di montaggio cinese, tutti gli altri vanno aggiunti a parte.

Vediamo ora come ho eseguito il montaggio. La prima cosa da fare è smontare tutto dal telaio e fare le forature necessarie a montare i nuovi trasformatori d’uscita e a far passare i relativi file, un passacavo di gomma va messo nel foro perchè la lamiera è sottile e diventa tagliente. Nella parte più esterna è possibile utilizzare i fori pre-esistenti.

 

Il trasformatore di alimentazione è appoggiato su 2 listelli in metallo e poi avvitato alla lamiera che essendo sottile si deforma, bisogna quindi togliere questi listelli dal trasformatore, rimontarlo sul telaio mettendo i listelli dalla parte opposta della lamiera, in questo modo si ha un fissaggio migliore.

Si possono montare le 4 boccole RCA fornite nel KIT avendo cura di lasciare gli isolatori di plastica, si saldano assieme le 4 massi con in filo in rame rigido.

Quindi è possibile montare il PCB commutatore dei canali fornito nella scatola di montaggio, semplice ed efficace e sicuramente molto meglio di avere dei lunghi fili che corrono avanti e indietro dal frontale dell’apparecchio causando diafonia e accoppiamenti capacitivi da tutte le parti.

Sotto al telaio c’è un quadretto un lamiera sagomata che è fatto per ospitare gli zoccoli delle valvole e il PCB originale…

Questa lamierta diventerà il supporto del cablaggio in aria del circuito, la prima cosa da fare è sostituire le 4 boccole argentate che lo sorreggono con delle viti di M6 in acciaio perchè le 4 boccole risultano molto fragili e non è possibile stringerle molto forte, il motivo per dover stringere forte è usare uno dei 4 punti come morsetto di terra.

Da questo punto l’articolo non sarà più passo passo ma darò delle indicazioni generali su come montare le cose. Ho usato ancoraggi classici di questo tipo tagliandoli in base al numero di pin che mi servivano…

NOTA: l’ancoraggio della foto ha un ribattino nel pin centrale di fissaggio, se li trovate così va limato via. Siccome il pin centrale deve andare a massa e offrire un contatto che sia perfetto ho proceduto in questo modo: Prima bisogna decidere dove fare il foro che ospiterà, forare con una punta da 2,5mm…

Poi bisogna grattare via la vernice attorno al foro, nella foto l’ho grattata solo davanti al foro ma è meglio grattare tutt’attorno con lo smeriglio del dremel.

Si avvita l’ancoraggio alla lamiera con una vite autofilettante 4×6 meglio se di tipo zincato…

Poi va fatto un punto di stagnatura con un saldatore muscoloso, io ho usato un 150watt, procuratevelo, io l’ho comprato ad un negozio di bricolage per 22€, perchè con il saldatorino da elettronica non ce la fate. Come si può vedere nella foto lo stagno ha attaccato bene il piede dell’ancoraggio alla lamiera e ha saldato anche la vite (per questo dicevo di usare viti zincate, le viti in acciaio non si stagnano). In questo modo l’ancoraggio è fissato perfettamente alla lamiera con un contatto perfetto e affidabile nel tempo.

Nelle foto che seguono invece mostro come fissare gli ancoraggi in nylon che servono per fescettare i condensatori. Trovate questi ancoraggi autoadesivi in qualsiasi ferramenta, ma non potete affidarvi alla tenuta della spugnetta adesiva perchè subito sembra tenga bene, ma col passare del tempo e col il calore la colla si secca e sono destinati inesorabilmente a staccarsi. Se ci fate caso nel centro hanno tutti una foro svasato, immaginate come usarlo…

Eseguire un foro di 2mm (non 2,5)…

Vitina autofilettante di 3×5 con testa svasata…

Come interruttore ho mantenuto quello presente nella scatola di montaggio, mentre il potenziometro del volume che ho utilizzato è un ALPS originale con presa loudness (originale alps a contatti striscianti non un fake a scatti di quelli che si trovano che sembrano marchiati alps ma non sono alps), per montarlo mi è bastato allargare il foro del perno di 2 millimetri e limare uno dei 4 fori in cui entra il dentino che impesce al potenziometro di svitarsi. L’ho voluto con il loudness perchè non ho mai provato a implementarlo su un’amplificatore, volevo fare un loudness passivo e serviva il potenziomentro con la presa apposta.

Ecco il montaggio

Dopo aver fatto queste foto ho provato l’apparecchio ma il trasformatore di alimentazione cinese dopo 30 minuti iniziava a ronzare a scaldava come una padella, non avevo ancora ritoccato il BIAS delle finali perchè dovevo testare se teneva botta. Ho quindi riaperto tutto per sostituire le resistenze bianche da 135ohm con altre 2 di un valore leggermente maggiore, per sollevare il trasformatore di alimentazione dal carico eccessivo e ho aggiunto 2 condensatori in polipropilene icel in parallelo agli elettrolitici di catodo delle finali perchè l’elettrolitico da solo non mi suonava abbastanza pulito (non ho fatto foto di questa ultima modifica). Nella foto si possono vedere a destra e sinistra i condensatori elettrolitici BLU messi in parallelo a dei poliestere arancioni che fanno parte del KIT originale cinese, nell’angolo in basso a destra dello zoccolo della raddrizzatrice il condensatore elettrolitico da 220uF sempre appartenente al KIT cinese però messo in parallelo a un polipropilene a scatolino (non avevo spazio). Nel montaggio ho usato in punti strategici resistenze ad impasto di carbone, i condensatori di disaccoppiamento tra il driver e le finali sono dei NOS mullard “mostarda”, il condensatori di bypass catodico del driver sono i 220uF sempre della scatola cinese (mi fa ridere pensare che nella versione originale dovevano servire per bypassare le finali), ovviamente in parallelo a questi elettrolitici ho messo dei piccoli bypass agguintivi in polipropilene per sopperire alle mencanze dell’elettrolitico in gamma alta. I morsetti degli altoparlanti sono gli originali della scatola cinese ma non sarebbe una cattiva idea sostituirli con altri migliori e più robusti. Ma che risultati ha dato agli strumenti di misura?

Potenza: 6,25Watt RMS per canale
Banda passante 20Hz -0dB – 90khz -1dB @ 1 watt
Distorsione THD @ 1 Watt: 0,41%
Smorzamento DF: 5,7

Analisi di spettro

Risposta in frequenza su carico resistivo si può vedere come lavorano i nuovi SE2K-EL34/2, qui sotto il confronto tra il nuovo modello e il vecchio su quello che è praticamente lo stesso circuito con lo stesso tasso di controreazione.

Il nuovo SE2K-EL34/2  Il vecchio SE2K-EL34

Onde quadre a 100Hz / 1khz / 10khz

All’ascolto il suono è molto ricco di dettagli, aperto e brillante e molto veloce, i bassi frenati e belli energici mai sbrodolati, invadenti, nè distorti e fastidiosi da zero amplificatore zero feedback, il connubio tra i nuovi trasformatori d’uscita e il loudness forniscono una sensazione molto particolare di maestosità, i timpani sembrano suonare nella stanza. La nota dolente del loudness è che non va molto d’accordo con Granny 27, uscendo con un segnale molto forte costringe a tenere il volume basso il potenziometro dove l’effetto del filtro è massimo, quindi si esalta troppo l’effetto e diventa fastidioso. Abbinando invece l’amplificatore con un dac normale che esce con un segnale più debole invece tutto migliora e diventa godibile.

Per chi non sapesse cos’è il loudness: non centra niente con quella che chiamano “loudness war” per indicare opere di compressione audio che rovinano le registrazioni. L’orecchio umano non è lineare nella percezione delle varie frequenze a vomuni diversi, questo significa che abbassando il volume percepiamo la gamma acuta e la gamma bassa più attenuate rispetto quella dei medi, il loudness utilizza un potenziometro speciale con 4 contatti (il quarto contatto viene chiamato presa fisiologica) e un circuito formato da un paio di condensatori e una resistenza per accentuare gli acuti e i bassi man mano che si abbassa il volume (mentre quando il volume è come se non ci fosse) con una curva inversa rispetto la notra percezione, permettendo quindi una percezione dei bassi/medi/alti uniforme a diversi livelli di volume. Ovviamente questa pratica ha qualche risvolto negativo che si manifesta sottoforma di rotazioni di fase al variare delle frequenze in quanto il loudness è un filtro per questo motivo se applicavo un segnale troppo forte in ingresso, che mi costringeva a girare la manopona a ore 9 diventava brutto da sentire, mentre con un segnale giusto, tenendo la manopola a circa ore 13 va molto bene. E comunque gli effetti deleteri non sono niente rispetto quello che butta fuori un’amplificatore zero feedback, non mi tengo stretto di dire che questo apparecchio suona molto meglio di certi 300B di marchio prestigioso e super costosi che ho sentito, poi se uno vuole il loudness lo può anche disattivare, io volevo provare, è carino ma non mi piace troppo.

Il parere di “F.P.” che ha realizzato la mia modifica e mi ha scritto le sue impressione per email.

Buongiorno, ho scritto una recensione dell’ampli, è passato un po’ di tempo ma ho preferito aspettare i nuovi diffusori. Ecco la recensione:

Con un po’ di ritardo recensisco l’amplificatore Boyuu range 9 cinese, completamente rifatto sul progetto di Stefano. Prima di tutto due parole sul kit cinese. Il telaio secondo me è fatto bene, direi bello robusto, in lamiera piegata e saldata, verniciata in nero goffrato con una certa cura. Le forature sono fatte al laser, ha griglie di areazione sotto e ai lati, i pomellini di accensione e volume sono in alluminio tornito dal pieno. Sul frontale ha una spessa placca in ottone con il nome, Boyuu range. Ricevuto il KIt dalla Cina, fra l’altro imballato bene. (nota SB-LAB: la mascherina è un alluminio anodizzato color oro/ottone e non di ottone e se qualcuno trovasse un solvente capace di cancellare la scritte boyuu senza rovinare l’anodizzazione dell’aluminio mi interesserebbe conoscerlo, io ho provato lo sverniciatore ma non vengono via)

L’ampli è collegato a delle ProAc a torre, 90 db 1W/1m. L’efficienza è ragionevole per la potenza dell’ampli, circa 6.5 W per canale, io non ascolto mai a volumi alti quindi per me è OK. La sorgente per ora è un lettore CD Denon, a 24 bit, vecchiotto ma fa il suo lavoro. L’ampli anche a volume massimo non emette praticamente alcun ronzio, neanche con l’orecchio a 10 cm dal diffusore, e questa credo sia tutta qualità del cablaggio. Ma come suona? L’ho provato a lungo con diversi CD, dal jazz al pop italiano e straniero. Per farla breve il suono è meraviglioso. La cosa più sorprendente, è la qualità delle voci, molto realistiche e pulite, provato con voci maschili e femminili, da Jonny Cash a Mina, per non dire Ella Fitzgerald in accoppiata con Louis Armostrong, quindi veramente tutte le possibili tonalità; assolutamente favolose. Si sente proprio il dettaglio, la grana fine; mia moglie, all’inizio un po’ scettica, dice che le sembra di sentire dettagli mai ascoltati prima. La gamma alta è setosa, nessuna fatica di ascolto neanche dopo molte ore. I bassi sono ben presenti e molto controllati, mai invadenti. La caratteristica delle ProAc è quella di avere il reflex sotto, quindi i bassi escono “diffusi”, avvolgenti; l’accoppiata per me è perfetta.

Riguardo all’assemblaggio, all’inizio ero indeciso a fare da solo, poiché di elettronica qualcosa ci capisco. Avrei usato uno schema di Stefano, comprato i trasformatori, condensatori di qualità. In conclusione posso solo dire di essere molto soddisfatto di questo ampli, e lo consiglio a tutti gli appassionati.

Ciao, Francesco.

 

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2 Responses to Boyuu A9 – Single Ended EL34 + 6N9p DIY KIT – Total Upgrade

  • Ciao, come stai?
    Qui il finale va alla grande: dopo qualche decina di ore di rodaggio il suono è ancora migliorato:
    1) i bassi, che prima erano appena leggermente gonfi, ora son ben frenati, profondi ed articolati: sul jazz è davvero uno spettacolo riascoltare tutti i miei vecchi vinili da 180 g;
    2) la tridimensionalità del suono è veramente ottima: suona “grande” e con una bella profondità di campo, con le varie file di strumenti ben separate tra loro;
    3) mi sembra che suoni perfino più “forte” di prima: credo sia dovuto al fatto che il contrasto dinamico ora è più “vivo” ed incisivo che all’inizio.

    E tutto questo con dei diffusori impilotabili come le vecchie Sonus Faber Parva FMII, con le quali i 9 watt di questo piccolo single-ended sembrano molti, molti di più e una naturalezza d’emissione inarrivabile con qualsiasi stato solido (e ne ho sentiti davvero tanti).

    Grazie per l’ottimo lavoro!

    Maurizio

  • Buongiorno Stefano, mi sono serviti un paio di giorni per riprendermi dall’ascolto “illuminante” di questo piccolo gioiello travestito da “bigiotteria”. Partiamo dal fatto che ci si trova di fronte ad un oggetto piccolino ma con prestazione da gigante. Il fronte sonoro con le Tannoy era veramente imponente e non da meno la scena ricreata, nitida e stabile. Non sono certo un recensore e non ho ascoltato centinaia di apparecchi ma in 20 anni di passione alcuni valvolari dal nome altisonante sicuramente si. Anche con le sue valvole originali (poi ci dicono che servono valvole da centinaia di euro) ho ascoltato un prodotto davvero ben suonante e che mi ha convinto a provare, grazie ai tuoi trasformatori e schemi, a riprodurre la magia che ho sentito. Grazie per la disponibilità e la gentilezza dimostrata
    Cristiano

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Riparazione e Ottimizzazione dell’Amplificatore SUN Audio SV-300BE: Valorizza il Suo Potenziale Sonoro

Finalmente ho avuto l’opportunità di mettere le mani su uno di questi “mostri sacri” tanto osannati dagli audiofili. Perciò, prego gli estimatori di questo marchio di non prendermi a male se mi permetterò di evidenziare alcune differenze tecniche. La prima cosa che desidero sottolineare è lo schema elettrico e le variazioni rispetto alla versione 2A3. Qui di seguito potete osservare i due schemi: SUN Audio 2A3 e 300B…

2A3 300B

Cosa cambia tra i due schemi? In realtà, nulla! O meglio, è stata sostituita la 2A3 con la 300B, il valore della resistenza di polarizzazione del catodo è stato modificato e la 300B è stata collegata alla presa da 3500 ohm del trasformatore invece che a quella da 2500 ohm. Il resto rimane invariato. Tuttavia, sorge un problema: la versione 300B eroga 4 watt al clipping (potenza indistorta di 3 watt). Nella foto qui sotto è possibile osservare su due dei miei oscilloscopi (con scala dei 2 volt per quadretto) l’amplificatore su un carico resistivo da 8 ohm. L’ampiezza che si può notare è di 16 volt picco picco, corrispondente a circa 4 watt RMS…

Per coloro che potrebbero ancora avere dubbi, ho simulato il circuito su Spice, ottenendo gli stessi risultati… Se desiderate provare lo schema, è disponibile qui sopra e lo potete trovare su numerosi altri siti. Ltspice lo potete scaricare gratis da qui

La casa madre indica genericamente 8 watt… quindi 4+4, contando sul fatto che molti penseranno che siano 8 watt per canale, una potenza abbastanza buona per una 300B. In realtà sono 4 watt per canale (meno di 4 se si considera la potenza prima che inizi a clippare). Le 300B sono state fatte lavorare allo stesso regime di dissipazione di una 2A3. Personalmente, ritengo che avrebbero potuto progettare un circuito su misura per la 300B anziché riciclare quello della 2A3, specialmente considerando che questi apparecchi non sono venduti a 300€. Si sono basati sul solito espediente delle 300B per vendere, ma di fatto essa non è sfruttata appieno. L’amplificatore era in condizioni di quasi originalità, essendo stato prodotto nel 1995, ma mostrava alcuni problemi dovuti all’usura nel tempo. Il primo era rappresentato dagli zoccoli delle 300B e della raddrizzatrice molto consumati. Mi è stato detto che le valvole sono ancora le originali, o almeno ho capito che non siano mai state cambiate dal proprietario attuale. Tuttavia, non credo che gli zoccoli fossero così sciupati di fabbrica, specialmente considerando che gli zoccoli delle 6SN7 avevano una buona tenuta. Penso piuttosto che si siano allentati a causa dei continui cambi di valvole, alla ricerca di un suono che non poteva cambiare solo con le valvole… Molti audiofili sono vittime di questa compulsione a cambiare valvole, ma purtroppo il suono è determinato dall’insieme del circuito e dei trasformatori, dove le valvole non rappresentano nemmeno l’elemento più importante. Cambiando le valvole si può modificare leggermente il timbro a causa delle tolleranze costruttive tra una valvola e l’altra, ma tutto si limita a piccoli cambiamenti marginali.

Il secondo problema riguardava i due attenuatori a scatti presenti (ALPS contraffatti cinesi, non originali), che erano danneggiati, estremamente rigidi e montavano due manopole di plastica brutte e molto sgradevoli al tatto.

Il terzo problema riguardava i condensatori elettrolitici di bypass catodico, i quali non erano di alta qualità e nel corso degli anni avevano subito un deterioramento, con un aumento della resistenza equivalente serie (ESR) superiore a 1ohm. Il lavoro di ripristino e aggiornamento ha comportato la sostituzione dei due attenuatori a scatti con due potenziometri ALPS originali (personalmente, avrei preferito mantenere gli attenuatori a scatti poiché, avendo due volumi separati per ogni canale, sarebbe stato più facile regolarli allo stesso livello, ma il cliente desiderava i potenziometri tradizionali). È stata anche effettuata la sostituzione degli zoccoli usurati e dei vari condensatori di bypass catodico con condensatori di migliore qualità e capacità maggiori rispetto agli originali (le ragioni di questa scelta verranno spiegate più avanti nelle informazioni strumentali). L’unica piccola modifica apportata al circuito è stata un leggero ritocco del valore della resistenza di catodo delle finali, aggiungendo un’altra resistenza in parallelo per aumentare leggermente la corrente di BIAS, poiché su LT Spice sembrava essere l’unico miglioramento possibile.

Ora passiamo alle strumentali:

Potenza: 4watt RMS per ogni canale al pieno clipping
Smorzamento DF: 2,66 equivalente ad una resistenza d’uscita di 3ohm

Distorsione THD

THD a 1Watt THD a 3 Watt

Come è possibile notare, tutte le armoniche sono presenti fino alla sesta (dopodiché diventano così piccole da essere irrilevanti). Non sono distribuite perfettamente a gradini, ma già a 1 watt si osserva una terza armonica ampia quasi quanto la seconda. Aumentando il volume fino a 3 watt (prima che inizi il clipping), si può notare che la terza armonica spicca persino su tutte le altre… Ma come è possibile? Un amplificatore Single Ended mono-triodo con la 300B originale SUN Audio e trasformatori Tamura che produce la terza armonica! Come può accadere?

Desidero sottolineare che questa non è una critica verso SUN Audio; questo comportamento distorsivo è del tutto normale per un circuito zero feedback. A 1 watt, la THD totale è di circa l’1%, e a 3 watt circa il 3%. Per pura curiosità, cosa simula Spice?

Molto simile a quanto ho misurato io a 1 watt. In realtà, tutto potrebbe cambiare sostituendo le valvole con altre di diverso tipo o marca. Quello che conta alla fine è che la THD totale sia bassa. Ora avete un’idea chiara riguardo alla questione delle armoniche pari/dispari.

Banda passante: 35Hz – 25Hz -1db @ 1 watt – La risposta in frequenza dichiarata di fabbrica è di 15Hz – 30khz -3dB e qui risulta anche migliore perchè il -3dB in alto è a 50khz e non a 30.

Grafico su carico resistivo

E su carico reattivo

Passiamo alla mia modifica che comporta l’aumento della capacità dei condensatori di bypass catodico e un leggero incremento della corrente di BIAS. La banda passante risulta essere 20Hz – 30kHz con una diminuzione di -1dB, con un notevole miglioramento della rotazione di fase a 20Hz, che passa da 60 gradi a 40 gradi. Questo permette di percepire un po’ più di basse frequenze quando l’amplificatore è abbinato a diffusori monovia, come è destinato a essere. Se desiderate effettuare questa modifica, potete rivolgervi a me. È importante sottolineare che un aumento indiscriminato della capacità dei condensatori può portare a una zona di instabilità, dove l’amplificatore può iniziare a oscillare a basse frequenze oppure mettere in crisi la valvola raddrizzatrice.

In basso potete osservare l’analisi dello spettro dopo la modifica della corrente di bias (la 300B è ancora ampiamente al di sotto della sua dissipazione massima, 16 watt su 36).

Qui sotto le onde quadrea a 100Hz / 1khz / 10khz

I trasformatori montati su questo apparecchio sono adeguati. Ho avuto l’opportunità di ascoltare questo amplificatore nella mia sala d’ascolto, equipaggiata con casse reflex della Tannoy. In questo ambiente, uno zero feedback non si trova nelle sue condizioni ottimali. Le frequenze medio-alte sono accettabili, anche se trovo che le voci femminili risultino un po’ penetranti. Tuttavia, i bassi poco definiti rovinano l’esperienza d’ascolto. Un amplificatore come questo potrebbe essere meglio abbinato a casse monovia. Una modifica che potrebbe essere effettuata (considerando il surplus di guadagno del circuito) sarebbe l’aggiunta di un po’ di controreazione… Immaginate le facce di alcune persone quando sentono parlare di controreazione in un amplificatore con valvole 300B… Ma fidatevi, questo porterebbe a un miglioramento significativo. Conserverebbe le stesse caratteristiche medio-alte belle e pulite (grazie alla qualità dei trasformatori d’uscita) e offrirebbe la possibilità di abbinarlo anche a casse reflex per un’esperienza d’ascolto più equilibrata, con basse frequenze più presenti. Chiunque creda che un apparecchio del genere possa essere superiore ad altri circuiti, anche con valvole meno costose (e meno alla moda), si sbaglia.

Un utente mi ha segnalato che alcuni altri tecnici italiani modificano completamente lo stadio driver e mi chiede se questo possa servire ad aumentare la potenza. La risposta è NO. Per incrementare la potenza erogata dalla 300B, è necessario cambiare l’impedenza del trasformatore d’uscita, aumentare la tensione di placca e la corrente di bias, oltre a modificare il driver in modo da pilotare più efficacemente la finale. In pratica, è necessario cambiare tutto il circuito. La modifica del solo stadio driver non apporta alcun beneficio; la 300B continuerà a clippare a 4 watt, indipendentemente dalla valvola che lo pilota. Inoltre, essendo la limitazione più significativa la mancanza di smorzamento (la mancanza di feedback negativo), il cambiamento del circuito driver non porta a un miglioramento sostanziale. Siate cauti riguardo a chi promette miglioramenti miracolosi con modifiche vane. Per apportare modifiche significative a questo amplificatore, è necessario cambiarlo completamente, ma spesso non vale la pena effettuare interventi così invasivi.

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5 Responses to Riparazione e Ottimizzazione dell’Amplificatore SUN Audio SV-300BE: Valorizza il Suo Potenziale Sonoro

  • magari intendevanowatt musicali? 🙂 comunque su 3500ohm con 330volt di tensione e 50/60mA di bias non c’è santo che tenga

  • Buongiorno, segnalo che sia sul sito giapponese originale, fra l’altro aggiornatissimo (ultimo aggiornamento: 12/2015) sia su quello dell’importatore ufficiale italiano (un negozio di Milano) il super ampli viene dichiarato 8W+8W, quindi se clippa a 4 watt siamo messi bene…Ciao, Francesco P.S. Potevano metterci una cella CLC sull’alimentazione dei filamenti delle 300B, insomma, per 5600 euro…forse non serviva il potenziometro dell’HUM.

  • anche le casse pneumatiche soffrono meno il basso smorzamento di un circuito, quello che comunque volevo dire era un’altra cosa… molti prendono per assunto che se fai il triodo SE zero feedback allora hai fatto il circuito meglio suonante che si possa fare e il non plus ultra è se lo fai con la 300B o le 2A3, poi magari ammettono che tale circuito non riesce a pilotare casse reflex allora cambiano versione dicendo e ma devi metterci dei monovia con degli altoparlanti da 9cm di diametro “eh allora sentirai!” … non sento neinte di chè! suonerà pure, ma il punto delle questione è che detta in tutta franchezza con circuiti anche con pentodi da 2 soldi con controreazione, trasformatori buoni e tutte quelle cose che dicono che non vanno bene in un circuito ben progettato, ho sentito medi alti che non hanno niente da invidiare da questo 300B con anche una gamma bassa che questo 300B se la sogna. Il 300B “triodino 4” che ho fatto fare a un mio cliente, controreazionato, in una gara di ascolto non darebbe scampo all’avversario. Alla fine i circuiti zero feedback sono solo l’ennessima teoria partorita dai guru, di fatto non portano nessun vantaggio ma solo limitazioni e la 300B è ampiamente sopravvalutata ci sono un’infinità di valvole che possono essere fatte suonare bene, tanto quanto, anche tra quelle vendute sotto i 20€ al pezzo. Ma purtroppo molti audiofili vivono in un mondo di fantasia comandato da guru e dalla moda che spingono, basta dire che circa un ventennio fà le 2A3 biplacca della fivre venivano schifate e le 211 le trovavi nei mercatini a 10.000 lire l’una. Quel che è peggio poi è che la 300B è una valvola abbastanza difficile da pilotare perchè richiede uno swing di tensione molto ampio per essere pilotata, e nella maggioranza dei 300B che ho visto essa non viene sfruttata o è usata male, praticamente fanno l’amplificatore con il fine di guardare la 300B ma non di usarla bene o di avere un risultato tecnico sonoro che sia degno della spesa che comporta montare valvole così.

  • La cancellazione armonica è una di quelle cose che sono sempre tirate fuori da guru come fosse una bacchetta magica, come fosse possibile annullare la distorsione di un circuito. Le armoniche sono come il gioco delle talpe, quando ne spingi giù una te ne saltano fuori 2 da un’altra parte… quando cancelli una seconda ti esce una terza. Un pushpull nella teoria dovrebbe generare armoniche dispari, ma dovresti avere un circuito bilanciato dall’inizio alla fine dove tutte le coppie che formano i vari stadi montino valvole che siano perfettamente uguali tra loro, situazione che si verifica solo in un simulatore dove le valvole sono modelli matematici quindi perfettamente uguali tra loro, un match su un punto fisso non implica questa situazione, dovrebbero essere matchate con il tracciacurve e avere curve tutte perfettamente sovrapponibili, ma anche alla simulazione è possibile vedere che il classico circuito dove hai una singola valvola di ingresso seguita da sfasatore e 2 finali in pushpull potrebbe finire a distorcere con armoniche predominanti di seconda e quarta perchè la distorsione del primo stadio non bilanciato sovrasta quella degli stadi successivi, oppure il classico circuito pushpull anni 20 con trasformatore interstadio sfasatore pilotato da uno stadio SE distorcerà con predominanti di seconda e quarta seguendo l’andamento distorsivo della valvola SE che sta dietro al trasformatore sfasatore. Nella realtà poi le cose sono ancora più complicate perchè hai la tolleranze delle valvole e differenze costruttive non solo da un produttore a un’altro ma anche da un lotto all’altro, per non parlare delle variazioni delle caratteristiche che si hanno con l’invecchiamento dove quindi 2 valvole erano match da nuove ma già dopo 1 settimana di funzionamento cominciano a spostarsi leggermente tra loro. In un circuito SE le armoniche dispari subentrano appena metti 2 stadi in cascata per la questione della cancellazione dovuta all’inversione di fase, come succede in questo 300B e a dirla tutta la armoniche di terza ci sono comuqnue anche su un singolo stadio preso da solo. Nella realtà alla fine non avviene mai quello che dovrebbe capitare nella teoria e se avviene è solo per caso, alla fine l’importante è che la distorsione complessiva sia bassa poi le armoniche che escono te ne devi fregare perchè tanto non le controlli, se anche ti metti li fichè non tiri fuori lo spettro che volevi è destinato a durare fino al primo cambio di valvole (se non prima).

  • Per dirla tutta un PP tende a cancellare le armoniche PARI(come tutti i circuiti diversi dai SE) mentre un SE no;.
    Il SE SENZA controreazione d’anello si ascolta meglio anche su di una cassa a sospensione pneumatica.
    Comunque, saper usare un minimo i simulatori spice permetterebbe a chiunque di sbugiardare i guru.

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307A VT-225 Parallel Single End Amplifier

“P.D.” mi ha chiesto di realizzare uno schema per utilizzare alcune valvole in suo possesso di cui mi ha fornito la lista, tra le finali che possedeva c’erano delle 307A che erano le candiate numero 1 per il finale più diverse altre da utilizzare come driver. P.D. era rimasto colpito dal mio progetto milkyway e volevo qualcosa che vi assomigliasse. Ho scelto di realizzare un Single Ended parallelo con una coppia di 307A connesse a triodo, lo stadio di ingresso è realizzato con delle 328A e lo stadio buffer di interfaccia con le finali è realizzato con una uy76. Il progetto è ricercato anche come coerenza di valvole/zoccolatura/epoca/provenienza, essendo tutte valvole americane con zoccolo UY5/6 e più o meno dello stesso periodo storico (prodotte tra il 1927 e il 1937)

Le 307A possono essere sostituite con le 5C15 Fivre, mentre la 328A ha le medesime caratteristiche elettriche della 6SJ7. Il circuito è abbastanza semplice, la rettificazione dell’anodica avviene per mezzo di normali diodi, i filamenti della 307A sono alimentati in corrente continua filtrata con celle passive CLC, la potenza che si dovrebbe ottenere dovrebbe essere poco più di 5Watt RMS per canale, sarà realizzato un trasformatore d’uscita dedicato. Qui sotto lo schema premium.

Appena P.D. avrà realizzato il suo montaggio pubblicherò alcune foto e le strumentali se me lo fornirà per la messa a punto finale.

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