Calimero PCL84 – Amplificatore Giocattolo

Era una domenica e non sapevo come passarmi il tempo visto che fuori era brutto tempo, avevo tra le mani un trasformatorino di piccola potenza smontato da uno ionizzatore che avevo costruito anni fa quindi ho deciso di montare questo amplificatore valvolare “palmabile” da usare come monitor per ascoltare il segnale di pedalini da chitarra in riparazione o pickup di giradischi o qualsiasi altro segnale audio, una robetta semplice che avrei potuto fare con un LM386, ma fatto con una valvola è sicuramente più divertente.

Ecco lo schema (clicca per ingrandire)

Il trasformatore d’uscita è recuperato da una radiolina a valvole demolita, riporta come impedenza del primario 13kohm e secondario 12ohm, se avete dei pezzi di recupero basta fare qualche prova in abbinamento con l’altoparlante che avete scelto, io lo sto facendo andare su una cassetta da 4 ohm. Il condensatore C4 da 560pico è relativo al trasformatore d’uscita, quelli delle radio d’epoca spesso hanno bisogno di un condensatore in parallelo al primario per evitare che la finale audio vada in’auto oscillazione, nel mio caso 560pico sono stati abbastanza per tenerlo buono.

Ho montato il circuito su un ritaglio di bachelite e poi ho realizzato una scatolina di plastica con la stampante 3D per chiudere il tutto e una manopola di una bruttezza unica recuperata chissà dove.

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Masco MAP-15 – Amplificatore da chitarra del 1946 – Riparazione e conversione a 230volt

Questo amplificatore per chitarra marchiato masco (prodotto prima dell’affermazione degli apparecchi fender come amplificatori per chitarra elettrica) mi è stato consegnato in stato di originalità per essere revisionato e per convertire il trasformatore di alimentazione a 230volt.

Il trasformatore originale è stato riavvolto, mentre il circuito ha subito un totale cambio di condensatori e di diverse resistenze che erano completamente andate.

Rimontato e perfettamente funzionante.

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Wega FM108 – Restauro Impegnativo

Questa radio rientra tra quelle più disastrate che ho restaurato, come spesso capita, qualcuno durante la sua esistenza pensando “la disossido” si è recato in una ferramenta e ha acquistato un lubrificante per contatti (ricordo a tutti che le ferramenta non hanno pulitori adatti alle elettroniche!) e l’ha irrorata ungendola per bene, poi è stata collegata alla corrente in queste condizioni, non si sa quanto tempo dopo la lubrificazione e com’era ovvio che succedesse si è bruciato il trasformatore di alimentazione ed è stato fatto fumare anche il tossicissimo diodo al selenio. È stata poi ferma tantissimo tempo accumulando polvere che andava ad impastandosi sopra l’unto creando la patina cerosa e nera che potete vedere nelle foto qui sotto, il nero è dato anche dai fumi dell’arrosto che è stato fatto, infatti durante il restauro, anche dopo aver pulito tutto al meglio, toccando certe saldature si sprigionava odore di “cavolfiore metallico” (fumi di selenio) che mi costringevano a lavorare in apnea con un ventilatore addosso al telaio.

 

Il trasformatore è stato smontato.

Il telaio è stato letteralmente lavato per un pomeriggio intero con pennelli spazzolini da denti sgrassatore e compressore, mentre il trasformatore riavvolto.

È stato fatto un recap completo e sono state sostituite anche un discreto numero di resistenze, il gruppo FM non aveva più il coperchio originale, in tempi arcaici era stato fatto un coperchio sostitutivo con della lamiera ma andava saldato per assicurare una buona schermatura. Inoltre ho avuto parecchi problemi di falsi contatti dei commutatori a tastiera che erano incrostato di sostanza nera, essendo inaccessibili ho fatto parecchia fatica a pulirli, mi sono dovuto servire di un pennello da pittura e alcool isopropilico per riuscirli a lavare. Ovviamente ho dovuto ritarare la media frequenze e il gruppo FM che erano completamente fuori.

Il mobile è stato completamente sverniciato e riportato al nudo legno per poi essere rilaccato, purtroppo con queste radio l’operazione porta via l’estetica originale con le sfumature dipinte sui bordi ma purtroppo non potevo fare diversamente, essendo la lucidatura originale ridotta a una crosta che si distaccava da sola.

Eccola in funzione

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