Philips BI390/A – Restauro estremo e conversione FM

Questi sono di quei lavori che puoi fare solo a perditempo. Mi hanno regalato ad agosto questa radio con il desiderio che fosse restaurata:

Già il primo impatto visivo non è dei migliori, non so dove e come sia stata conservata nè da chi, fatto sta che l’intero mobile presentava segni inequivocabili di prolungata esposizione a forte umidità tanto che ogni singolo pezzo di legno che componeva lo stesso si era scollato. Era tutta coperta di muffa bianca che si è letteralmente mangiata la colla. Una di quelle cose che quando pensi di doverla mettere a posto, la guardi, ci pensi 2 minuti e la rimetti nello scatolone… Ne ho comunque approfittato per passarmi il tempo nel periodo delle feste quando non cè di meglio da fare e il resto del mondo è preso dalla frenesia del consumismo. Guardando bene il telaio si nota che al contrario del mobile si è conservato molto bene, senza fare ruggine, di fatti il ripristino funzionale non è stato troppo impegnativo eccezion fatta per un’avvolgimento interrotto nella bobinetta dell’oscillatore locale, sono impazzito per riuscire a ricongiungere il capo interrotto con il suo morsetto.

I condensatori a carta originali philips purtroppo hanno il corpo completamente in catrame ed è quindi impossibile recuperarli in quanto si sbriciolano con una facilità estrema, volendo fare una cosa che apparentemente conservasse una parvenza di vecchio anche se non proprio originale ho occultato dei nuovi condensatori all’interno dei corpi di vecchi condensatori siemens guasti conservati dalle demolizioni di altre radio (che non era possibile riparare in nessun modo).

Anche le valvole sono tutte di recupero. Una nota è da fare sul condensatore a vitone: la bi390a prevedeva 2 condensatori da 8uF separati con il negativo NON collegato dalla carcassa, che mancavano entrambe, sostituiti in passato da degli assiali “uranio”. Nello schema elettrico della radio però era riportata anche la piccola differenza tra la “bi390a” e la “bi390a BIS”, la BIS usa un doppio condensatore da 32uF con negativo sulla carcassa, solo 2/3 modifiche ai collegamenti, tutto il resto è uguale. Siccome disponevo di un vitone doppio da 32uF originale (recuperato anch’esso) che ha sopportato bene il processo di rigenerazione non ci ho pensato 2 volte e ho modificato i collegamenti attorno alla raddrizzatrice per convertire il circuito nella versione “BIS”. Altra nota sulla raddrizzatrice: lo schema indica una EZ2A che è la versione con zoccolo octal della EZ2, questa valvola non riuscivo proprio a trovarla, poi guardando bene i datasheet mi sono accorto che è esattamente uguale (piedinatura e caratteristiche elettriche) alla 6X5GT eccenzion fatta per la forma del bulbo di vetro che è a duomo per la EZ2A e tubolare per la 6X5GT. Elettronica riparata e ritarata. Ho ripulito come potevo la scala parlante e riverniciato il suo supporto in lamiera…

Dopo è iniziato il lavoro più pesante, rimettere assieme il puzzle di legnetti e nastri di legno ammuffito:

Ogni singolo pezzo di legno è stato staccato (poca fatica !) e pulito con spazzole, panno abrasivo e aria compressa, poi ho preparato la maledettissima colla garavella (o colla di ossa)…

E ho cominciato a reincollare un pezzo per volta, aiutandomi anche con mezzi di fortuna per serrare bene i pezzi durante l’asciugatura della colla.

 

Incollaggio finito! Adesso è il momento di mettere la nuova impiallacciatura in noce nazionale (la vecchia era irrecuperabile e in ogni modo ne mancava troppa per poterla riusare).

Successivamente all’impiallacciatura ho levigato tutto il mobile per renderlo liscio:

Coloratura della cornice e dell’interno con mordente noce concentratissimo:

Oliata (il flash ha messo in risalto le otturazioni di stucco).

Ho pulito i particolari in rame della maschera, e ricostruito la stessa con nuova tela, dopo aver lucidato a gomma lacca e cerato il mobile ho rimontato il tutto:

Rimontata l’elettronica:

Completa!

Dopo qualche anno che era ferma a casa mia una persona mi ha chiesto se poteva averla, quindi ho installato all’interno di questa radio il mio modulo convertitore fm… In questo apparecchio sono stato costretto a montare un piccolo trasformatore aggiuntivo per alimentare il modulo in quanto la radio funziona con un’autotrasformatore e non c’è nessun modo di ottenere un’alimentaziona utilizzabile in quanto lo zero del trasformatore stesso non è ancorato al telaio ma sollevato con una resistenza necessaria alla polarizzazione della EBL1.

Eccola in funzione

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Audio Research Reference 210 Monoblock Amplifiers – Problema Trasformatore che Vibra

Ho ricevuto una coppia di Audio Research REF 210 uno dei quali aveva il trasformatore di alimentazione che ronzava molto forte, avevano già provato a zittire detto trasformatore ri-resinandolo ma la soluzione si era rilevata essere provvisoria in quanto dopo pochi mesi il trasformatore aveva ripreso a ronzare di nuovo. Dopo un lungo esame di tutta l’elettronica ho stabilito che non c’erano guasti, nè condensatori marci nè altre cose.

La casa madre non fornisce pezzi di ricambio e propone solo la spedizione negli USA dell’intero apparecchio difettoso a cui avvolgeranno un trasformatore apposta per lui e a prezzi decisamente alti. Quindi si è deciso di produrre un ricambio made in italy. Il trasformatore originale è stato trattato per liberarlo dalla spessa resinatura che lo ricopriva e immediatamente si scopre che questo trasformatore non ha i lamierini intervallati come si fa di solito con i trasformatori di alimentazione ma ha tutte le “E” da una parte e le “I” dall’altra, poi saldati con una saldatura ad arco, cosa che si fa per velocizzare il processo di montaggio e che causa parecchie dispersioni al trasformatore e il rocchetto di cartone fermato con un pezzo di compensato come testimoniamo le foto qui sotto.

È stata poi avvolta una copia del trasformatore originale, che andava resinato senza chiusure per essere poi montato a banco nell’amplificatore…

Con sorpresa il primo clone ancora presentava ronzio, (comunque non forte come il pezzo originale) al chè ho cominciato a fare parecchie ricerche. Le correnti di carico di tutti i secondari erano molto al di sotto delle possibilità del trasformatore che non risultava quindi sovraccarico, però almeno altre 4 persone di cui altro collega riparatore riferivano che questo tipo di difetto fosse presente su molti di questi apparecchi. L’amplificatore ha un ritardo in fase di accensione che dura qualche minuto e che vede la corrente dell’avvolgimento dell’anodica principale salire gradualmente da 0 fino a circa 700mA con la vibrazione che aumenta con l’aumentare della corrente di questo singolo secondario che tecnicamente, per la sezione del filo con cui è avvolto, deve poter erogare correnti diverse volte maggiori di questa… Poi ho iniziato a notare che se ritoccavo la tensione primaria dal variac, correnggendola (verso l’alto) anche di meno di 10volt per un’istante c’era un picco di corrente e un’aumento del ronzio… carica dei condensatori.

Ho quindi concluso che in questo apparecchio, che dopo il ponte raddrizzatore ha un’enorme batteria di condensatori in parallelo quasi 6000uF caricati a 420volt, il trasformatore patisse terribilmente gli spunti di carica degli stessi… Una semplice simulazione con Spice risolve ogni dubbio su questa teoria…

Molti condensatori piccoli in parallelo mostrano una ESR molto bassa… La volontà di AI di abbassare l’ESR del circuito al minimo si evidenzia anche dal fatto che abbiano usato addirittura 2 fili da circa 3mm quadrati in parallelo per connettere il ponte raddrizzatore alla scheda, questo potrà essere positivo dal punto di vista sonoro per il circuito che viene alimentato (sinceramente non so fino a che punto questo possa essere apprezzabile) ma è terribile per il trasformatore, il circuito simulato sopra con spice ricalca la situazione che vive il trasformatore, c’è un generatore di segnale che eroga una sinusoide a 50Hz attraverso un ponte di diodi verso un condensatore da 6000uF che viene caricato a 420volt, alla fine del circuito c’è una resistenza di carico da 552ohm che assorbe i 760mA come dentro l’apparecchio reale. Il grafico in verde mostra i picchi istantanei di corrente assorbiti dal condensatore che ha una ESR prossima a 0, picchi che sfiorano i 50 Amper !!! Gli stessi picchi di corrente si sono presenti addosso al generatore alternati per polarità. Quindi il secondario del trasformatore, sebbene in continuativo non sia sovraccarico, vede degli spunti di pochi millisecondi ma da 50Amper all’inizio di ogni ciclo, la situazione si sarebbe potuta contenere ponendo in serie al positivo del ponte di diodi una resistenza da pochi ohm.

Ulteriori problemi del trasformatore sono dovuti all’uso di un nucleo fortemente rettangolare, quindi tanti lamierini e la mancanza di chiusure durante la resinatura, quindi non sono serrati quando resini e quando avviti o sviti il trasformatore della sua sede li muovi. In fabbrica hanno optato per la saldatura ad arco che blocca tutto… tranne i lamierini al centro… e una resinatura estrema che però negli anni sottoposta alle continue sollecitazioni meccaniche finisce prima o poi per cedere quando forse potevano modificare il tipo di montaggio o il formato del pacco… Però immagino che qualcuno del reparto commerciale abbia pensato che è meglio chiedere 2000€ dopo qualche anno per cambiarlo con un’altro che farà ancora la stessa fine piuttosto che fare un pezzo esente da problemi o aggiungere una resistenza da qualche ohm dopo il ponte…

Ho quindi avvolto un nuovo trasformatore, questa volta l’ho chiuso subito e l’ho resinato da chiuso con una resina maggiormente penetrativa e l’ho montato senza toccare le sue chiusure, anche se questo significava modificare il tipo di montaggio dentro l’amplificatore, nella foto qui sotto si vedere il trasformatore montato ancora in modo provvisorio con i fili lunghi…

Il nuovo trasformatore presenta un ronzio residuo irrilevante e che viene coperto dal rumore della ventola. Ho quindi decreato fosse accettabile e l’ho sottoposto a una giornata interna di test senza riscontrare problemi.

Detto trasformatore di ricambio è disponibile in replica per €350,00 compresa la spedizione.

Parere del proprietario:

ciao, stanno suonando che è una meraviglia, grazie di cuore sei molto bravo, gian

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Philips 610A – Telaio – Riparazione e conversione FM

Ho ricevuto il telaio di questa mastodontica radio philips, una 610A, variate da pavimento non documentata, probabilmente destinata al solo mercato italiano della più piccola BX610A.

La riparazione è consistita nella solita pulizia del telaio con sostituzione di tutti i condensatori a carta e la ricostruzione di un paio di moduli LARES che nelle foto a seguire si vedono riprodotti nel circuito su 2 ritagli di basetta 1000 fori. Il trasformatore d’uscita (pushpull) risultava interrotto per metà e la EL41 montata su quella sezione era guasta, ho proceduto con il riavvolgimento parziale del trasformatore riportandolo in vita e sostituendo la EL41 con una valvola in efficienza. Ho litigato parecchio con il commutatore di gamma che dava falsi contatti e scoppiettava, alla fine la perseveranza nel lavarlo ha avuto la meglio. In fine ho installato un modulo FM.

Foto del telaio dopo la riparazione e l’installazione del modulo FM

L’altoparlante aveva la bobina mobile bloccata dallo sporco, ho proceduto a smontarlo e a ripulirlo con aria compressa e tutto è tornato a funzionare. Particolarmente impegnativo è stato poi il rimontare la funicella di sintonia, infatti in questo telaio ne sono necessarie ben 3 distinte, una tra perno e puleggia del variabile, una tra puleggia del variabile e la puleggia che comanda l’asta e infine una terza che muove l’ago dell’indicatore, è stato una vera e propria lotta di diverse ore riuscire a montare i primi 2 senza che si accavallassero bloccandosi o candendo fuori dai bordi delle pulegge privi di spalle. Nel video sotto la dimostrazione del funzionamento.

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2 Responses to Philips 610A – Telaio – Riparazione e conversione FM

  • Grazie mille per il tuo messaggio! È meraviglioso sapere che hai ritrovato una radio identica a quella che apparteneva a tua nonna. Capisco perfettamente l’emozione che si prova nel voler riportare in vita un oggetto così prezioso, legato a tanti ricordi. Avere il desiderio di condividerlo con tuo nipote rende tutto ancora più speciale. Sono certo che, con la giusta cura e attenzione, riuscirai a farla risuonare nuovamente.

    Se dovessi avere bisogno di qualche consiglio tecnico durante il restauro, non esitare a chiedere. Auguri di cuore per il tuo progetto e tanti saluti!

  • Buonasera. Girovagando su internet in cerca di notizie su una radio ereditata da mia nonna, ho trovato finalmente la foto di una radio identica alla mia. Ho cercato tanto ma sembrava che non fosse mai stata prodotta. Oggi, inaspettatamente, la smentita. Era da tempo che avevo voglia di pulirla ed, eventualmente, “metterci mano” per farla sentire a mio nipote (ho 69 anni). Guardando il video e leggendo le informazioni contenute nella pagina, pur non possedendo alcuno schema, mi è venuto il coraggio di tentarci. Grazie ed auguri per la bellissima attività. Luigi Fornari

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