Tester per Trasformatori PushPull – V2.1

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Adoro costruirmi gli strumenti di misura, quando ho qualche idea cerco sempre di trovare il tempo per accingermi in questi progetti, d’altronde la strumentazione è fondamentale. Questo che presento è un semplice circuitino che abbinato al generatore di funzioni ha lo scopo di collaudare a banco il funzionamento di un trasformatore d’uscita pushpull. Ovviamente è vero che il responso definitivo lo si ha con il trasformatore inserito nel suo circuito di destinazione, dove viene portato a regime in termini di potenza e vede valvole con una resistenza interna pari a quella per cui quel trasfromatore è stato calcolato però per provare veloci o per vedere che non ci siano scariche nel funzionamento reale un tale accessorio risulta molto comodo. In definitiva non è altro che un piccolo finale a valvole, clicca per ingrandire lo schema.

L’ho messo assieme utilizzando un trasformatore di alimentazione avvolto per errore che prendeva polvere su uno scaffale da qualche anno. Le finali sono una coppia di 6CA7 / EL34, usate in efficienza, rimaste da un’amplificatore cinese che è stato rivalvolato. Mentre il driver è costituito da una umile ECF82, la sezione pentodo è sull’ingresso e pilota la sezione triodo configurata come sfasatore catodyna. Il circuito è volutamente tirato all’osso, il più semplice possibile, l’unica cosa che ho curato è l’accoppiamento del catodyna con le finali, infatti i valori delle resistenze e dei condensatori della cella CR che accoppia le 2 uscite dello sfasatore con le finali sono volutamente differenti tra loro. Avendo il catodyna 2 uscite a differenti impedenze ho variato i valori della cella per uniformare il più possibile l’andamento di banda e di fase verso 2 finali, che in un catodyna normale sono differenti (motivo per cui suona peggio di altri circuiti). Il bias delle finali è fisso e indipendente in modo da poter usare anche 2 valvole che non siano proprio match (come nel mio caso) d’altronde è un tester da battaglia con valvole riciclate, non gli si chiedere di essere HiFi ma solo di buttare una manciata di watt, senza limitazione di banda da parte del circuito, dentro un trasformatore. Il contenitore utilizzato apparteneva ad un vecchissimo e piccolo variac ormai rotto da tempo che ho giusto un pò carteggiato e verniciato di nero per fermare la ruggine che lo stava aggredendo.

Ho costruito un telaietto in bachelite, riciclando qualche ritaglio rimasto nel cassetto degli avanzi, per ospitare il circuito. La grata per l’areazione è di un vecchio PC demolito…

Quindi ho cablato il circuito…

Primo test e regolazione del bias a 70mA per ramo…

Il test dello sfasatore mostra che è perfettamente bilanciato…

Ma con l’onda quadra è possibile vedere che comunque le 2 uscite del catodyna non sono mai uguali, esattamente si nota che la velocità di salita dell’uscita catodica è maggiore di quella dell’uscita anodica (si nota che un’onda è gli angoli più arrotondati dell’altra). In ogni modo per lo scopo del circuito va bene, non deve essere HiFi.

Fianalizzato…


Versione 1.0

Come cimelio storico lascio una foto e lo schema della precedente versione 1.0 del tester, risalente al 2013, che utilizzava le PCL85 e caricava il trasformatore con soli 25mA di corrente per ramo.

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Fada Radio 57B – Restauro Estremo

Questa radio mi è stata portata in condizioni che definire pessime era ottimistico, una radio di 85anni conservata malissimo in condizioni di umidità dopo che qualcuno aveva cercato di ripararla in qualche modo, attancando la spina anche se era macia. Il giradischi era ridotto a un rottame da fonderia, l’altoparlante non c’era più, c’erano solo 3 manopole e non erano le sue e non entravano nemmeno negli alberini, la puleggia di sintonia disfatta, feci di topo, scarafaggi morti e chi più ne ha più ne metta…

Dopo averlo smontato, il telaio è stato lavato e poi lasciato ad asciugare per bene per alcuni mesi. All’interno del telaio la situazione era probabilmente delle peggiori possibili, TUTTI i fili di gomma si erano seccati ed erano diventati della consistenza dei creckers, tutti screpolati che si sbriciolavano solo a guardarli o direttamente con il rame a vista…

Il restauro è stato parecchio laborioso e altrettanto noioso, ho dovuto sostituire tutti i fili che erano presenti nella radio, smontare il trasformatore per sostituire anche i fili che giravano dentro le calotte (che facevano corto e che probabilmente hanno salvato il trasformatore dal bruciarsi quando hanno provato a collegare la radio alla corrente…), ho dovuto smontare anche le medie frequenze, dopo la sostituzione dei fili c’è stata quella dei condensatori, ho cambiato il potenziometro con l’interruttore di accensione che era fuso, e ho dovuto cambiare lo zoccolo della 80 perchè aveva una bruciatura carbonizzata che rischiava di creare scariche a massa. Le foto di seguito sono alla rinfusa.

Verso la fine si possono vedere quasi tutti i fili e i condensatori nuovi…

La puleggia di sintonia originale in zama si era sbriciolata, avevano provato a rifarne una in plexiglass conservando il perno originale con i grani arrugginiti, ovviamente era tutto crepato e non era possibile stringere i detti grani senza provocare la distruzione di quel che rimaneva della povera puleggia in zama, quindi sono partito di CAD e ho prodotto una nuova puleggia in ABS con la stampa 3D.

L’altoparlante mancava completamente, rovistando nei miei robi vecchi ne ho trovato uno del diametro giusto corredato del trasformatore d’uscita ma purtroppo la bobina di campo era andata, ho dovuto quindi riavvolgerla.

Riavvolta…

Nel frattempo il mobile è stato restaurato da Rita Stefani

Ho colto poi l’occasione di prototipare il nuovo modulo “All in One” che permette la ricezione del DAB+, FM analogico e Bluethooth il tutto telecomandato e senza compromettere l’originalità della radio, questo nuovo modulo non si appoggia all’oscillatore locale, le stazioni si cambiano dal telecomando e sempre tramite il telecomando può essere disattivato permettendo alla radio di ricevere TUTTE le sue gamma d’onda originali e anche il funzionamento del giradischi… In pratica questa Fada 57B potrà ricevere le Onde Lunghe/Medie/Corte/FM/DAB+/Bluethooth. Questo primo prototipo risulta un pò ingombrante per ora, ma almeno per questa radio non è stato un problema. (nella foto si vede collegato alla USB perchè stavo ancora sviluppando il software, il modulo poi non ha bisogno di essere collegato a un computer per funzionare)

Questo è il ricevitore a infrarossi che nel caso di questa radio posizionerò dietro alla fessura dell’occhio magico a ombra che mancava totalmente.

Il giradischi era ditrutto e mancante di pezzi, altre parti erano deformate o spaccate, quindi mi sono limitato a rimontarlo scollegato solo per dar la parvenza di completezza alla radio, il braccino è praticamente incollato sopra al piatto a sua volta incollato alla base per non saltare via… È un peccato ma se qualcuno ha provato a ripararlo a martellate io non posso fare i miracoli.

Ecco la radio riassemblata

Le manopole mancavano, e oltretutto questa radio ha i perni da 7mm invece che da 6, non riuscivo ad adattare nessun tipo di manopola, quindi sono ricorso ancora alla stampa 3D…

Eccola in funzione, dimostrazione delle funzionalità integrali del modulo all in one

Eccola a casa sua!

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Scuola Radio Elettra MOD 586 – Restauro

Curiosa radio d’epoca stereofonica che monta 2 finali audio auguali allo scherzo 🙂 

Un ricordo di famiglia che è arrivato sporco e impolverato…

Trasformatore bruciato…

E una collezzione di condensatori marci oltre ad un montaggio troppo amatoriale, con contatti da tutte le parti…

Ho fatto un’estenuante lavoro di sostituzione a tappeto dei condensatori oltre che di numerose resistenze ad impasto che erano completamente fuori tolleranza e ho riposizionato tutte le cose che facevano contatto tra loro…. questo ovviamente dopo aver lavata per bene il telaio che era sporchissimo e montato un trasformatore di alimentazione di ricambio.

In fine è tornata a funzionare

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1 Responses to Scuola Radio Elettra MOD 586 – Restauro

  • Un punto sicuro dì professionalità e pazienza. E visto il punto di partenza della malata avevo dei legittimi dubbi…
    Grazie Stefano di avermi ridato gli anni ‘60 … bisogna ammetterlo la sonorità e dolcezza delle valvole è pur sempre UNICA!

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