H.H. Scott 299 – Restauro

Questo amplificatore vintage HH Scott 299A mi è stato consegnato in pessime condizioni…

Circuito pastrocchiato malamente come da esempio nella foto qui sopra, diversi elettrolitici multipli erano aperti e il fissaggio meccanico non permetteva di piazzare semplicemente nuovi condensatori e sono stato costretto a svuotarli tutti per ottenere un fissaggio meccanico per i componenti…

L’amplificatore poi era stato sottoposto a violenze di vario tipo: sono state montate delle EL84 al posto della 7189 dove le EL84 non possono sopportare le tensioni di lavoro delle 7189 con la negativa di bias fornita dal circuito, la sovracorrente ha causato la bruciatura di uno dei trasformatori d’uscita e assieme agli altri guasti hanno portato alla bruciatura del fusibile principale che è stato poi sostituito in questo modo:

Quindi poi, dopo la “sostituzione” del fusibile anche il trasformatore di alimentazione si è ovviamente bruciato, la riparazione è quindi proseguita riavvolgendo il trasformatore d’uscita e quello di alimentazione che è stato rifatto con il primario a 230volt invece che 115. Dopo aver pulito tutti gli zoccoli, gli interruttori, i potenziometri e varie resistenze è stato comprato un quartetto di 7189.  La prima accensione ha avuto esito positivo ma uno dei 2 canali erogava 20watt mentre l’altro arrivava a 6watt poi distorceva pesantemente, ho quindi passato diverse ore a ricercare il guasto causato da una saldatura farlocca d’epoca.

Con l’elettronica ormai funzionante mancava solo un particolare: il mobile! Questi apparecchi all’epoca erano venduti separati dal loro mobile perchè era possibile combinare diversi apparecchi in un’unico cabinet oppure si comprava il cabinet singolo per montarlo. Prutroppo però c’è una parte di appassionati di questa marca che si ostina imprudentemente a far funzionare questi amplificatori col fondo aperto e tutta la parte elettrica, sottoposta a tensioni MORTALI, a vista e a portata di dita come nulla fosse… pazzi incoscienti !

Ho quindi fatto realizzare da un falegname un contenitore sulla falsa riga di quello d’epoca.

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Magnadyne SV54 – Restauro Estremo e conversione FM

Questo è un’altro di quei restauri che io definisco estremi, estremi per via delle condizioni estremamente disastrose dell’apparecchio ed estremo per la quantità infinita di tempo e risorse necessari per riportarlo in una condizione dignitosa e funzionante.

Questa radio mi è stata “donata” diversi anni fà da un vecchietto ormai deceduto, un ex collezionista di radio con trascorsi di gattaro poi rinsavito, cui un forte temporale aveva fatto traboccare il pozzo nero che si era riversato nella cantina dove questa stessa radio (assieme a molte altre) era custodita. Per riassumere le condizioni della radio erano queste: Era stata abitata da topi al suo interno che si erano rosicchiati cose quà e là, successivamente un grazioso micio maschio rigorosamente non castrato aveva deciso di fare i suoi bisognini in cima alla stessa (probabilmente più di una volta), infine era rimasta per tempo indeterminabile con il fondo pucciato nell’acqua “pulita” (di fogna) fatta straripare dal temporale.

Nella foto qui sotto si può vedere la cima della radio “marcata dal micio” con la macchia e il piallaccio scollato, le colature arrugginite sul telaio della parte elettronica causato dalle cose fatte dal gatto che “piovevano” dall’alto, che hanno corroso anche tutta la targhetta di alluminio, inoltre il fianco del mobile era scollato e tenuto assieme ormai solo dal sottile piallaccio.

Nonostante fosse rimasta 5 anni nel mio solaio a seccarsi posso garantirvi che non appena ho smontato il telaio e ho cominciato a muoverla ha iniziato ad emanare degli odori che non posso descrivere (anzi li descrivo: topi – gatto – fogna – muffa… fortissimo… sopratutto il gatto), però non potevo lasciare all’oblio una radio del 1938, inoltre il vecchietto che me l’aveva data se fosse ancora vivo oggi avrebbe 100 anni e avrebbe avuto una collezioni formidabile se la solitudine non lo avesse portato a diventare gattaro e a smettere di prendersi cura delle sue radio. Quindi niente di meglio che ridare vita a uno dei tanti pezzi della sua collezione rimasti devastati dall’incuria. Molte non si sono salvate e sono state gettate via, anche radio a cassetta anni 20, altre le ho demolite io per recuperare quel poco che si poteva salvare (mascherina e guanti), questa è l’unica rimasta perchè ho sempre pensato fosse possibile sistemarla.

Qui sotto alcune foto delle condizioni del telaio:

Ho iniziato il lavoro LAVANDO il telaio, intendo dire proprio lavandolo! era talmente sporco e puzzolente che non si poteva fare altro…

Sono andati usati almeno una sporta di stracci vecchi e ci ho messo un pomeriggio intero… insapona e asciuga, insapona e asciuga… e vai di compressore per far uscire tutta la schifezza da ogni fessura. Poi l’ho seccata con la pistola terminca.

Ho poi lavato tutta la parte elettrica con tipo 1 litro di alcool isopropilico spray e compressore, tutti i contatti, i commutatori e tutti i punti di saldatura dove sarei dovuto andare poi con lo stagnatore a scaldare, infine ho lucidato il telaio.

La riparazione della parte elettrica è iniziato sostituendo tutti i condensatori, compreso il bastardissimo scatolino sotto alla piastrina di bachelite di questi modelli e rimpiazzando parecchi fili che si erano sbriciolati lasciando il rame a vista. Messe le valvole mancanti il trasformatore di alimentazione di 79 anni è vissuto gloriosamente per 5 minuti… poi è andato in dispersione tra primario e secondario dell’anodica facendo arrivare la fase sul telaio (ma senza guastarsi). Quindi ho riavvolto il trasformatore ex novo…

La radio riceveva qualcosa in gamma OC1 ma era muto nelle altre gamme (uscivano scintille quando si girava il commutatore proprio), il proseguo del lavoro di restauro è stato un calvario allucinante di problemi sempre nuovi uno dopo l’altro. Per iniziare i potenziometri di volume e tono avevano un valore 5 volte quello nominale e ho dovuto aprirli per rigenerare la banda resistiva…

Poi a un certo punto ha cominciato a diventare muta in modo del tutto casuale e in modo casuale tornava a funzionare, la finale audio 6V6 funzionava ma iniettando segnale nella griglia della 75 nulla passava, dopo ore a capire cosa potesse esserci nel circuito ho intuito un difetto intermittente della stessa 75. Poi ho iniziato la caccia ai guasti del gruppo RF, un gran numero di fili che uscivano dalle bobine di sintonia risultavano del tutto assenti (probabilmente rosicchiati dai topolini che avevano lasciato dentro alla radio anche una nocciola mezza mangiata e tante “cacchine”) e rimanevano solo i moncherini che ho dovuto pescare e capire dove riconnettere, la foto finale mostra il gruppo RF con tutti i fili “patch”…

Sembrava quasi tornata in vita, ma alla prima accensione di botto a 230volt (senza salire con la tensione pia piano col variac) osservo dei piccoli archi scoccare tra i vari elettrodi del commutatore in basso (oscillatore locale), succedeva che in fase di accensione la tensione con le valvole fredde arrivasse a sfiorare i 420volt (la raddrizzatrice 80 essendo a riscaldamento diretto arriva praticamente subito, mentre le altre valvole hanno una decina di secondi prima di partire) e l’isolamento del commutatore logorato dal tempo non fosse più quello di una volta, ho tentanto di pulirlo meglio che potevo con benzina e cottonfioc ma sporadicamente capitava ancora e siccome la bachelite a furia di dai e dai sarebbe finita per carbonizzarsi mandando tutto in corto permanente ho deciso di risolvere in modo brutale mettendo uno zener da 200volt dopo la resistenza che disaccoppia la 6A7, a regime la tensione li non supera i 140volt, quindi lo zener interviene solo nel momento di accensione impedendo che la tensione salga oltre i 200volt (a mali estremi).

Ho quindi tarato le medie frequenze e il gruppo RF, ho trovato il CAV paralizzato per un’errore mio nella riconnessione di una parte del gruppp RF, poi la radio durante la ricenzione cominciava a emettere delle scariche, l’oscillatore locale tentava di spegnersi, cambiavi gamma e non partiva, poi la ricambiavi e ripartiva, memore della vicenda con la 75 ho provato a sostituire la 6A7 ma non era colpa sua e dopo un pomeriggio intero a invocare tutti i 365 santi del calendario ho mollato tutto… Il giorno dopo non l’ha più fatto e ancora mi domando quale gremlins mi stesse facendo i dispetti quel giorno li.

Ho fatto realizzare una replica della targhetta posteriore…

Quindi ho installato un modulo FM e ho completato il restauro della parte elettronica!

Il mobile… Dopo essere stato soffiato col compressore per togliere tutta la povere e la muffa è stato sverniciato con sverniciatore gel, è stato rimosso il piallaccio superiore con la macchia del gatto e anche il legno sottostante poi è stato lavato (LAVATO) interamente con trielina, dopo 2 settimane ad asciugarsi e stato ri-lavato con trielina ancora e lasciato asciugare ancora 2 settimane. È stato ricostruito il tetto con un’assicella nuova e reincollato l’angolo scollato. È stato applicato nuovo piallaccio sul tetto e nel taglio sull’angolo. La base di appoggio della radio che era deformata dall’acqua è stata sostituita completamente con una uguale realizzata con legno nuovo, fissate diverse bolle di piallaccio scollato.

Mordenzata la base, l’intero mobile è stato spalmato di olio di lino cotto che è stato assorbito come da una spugna, l’olio di lino sigilla le porisità del legno, indurendo impedisce l’emersione di odori dal suo interno. Lucidata a gomma lacca all’esterno (che sigilla ancora meglio), mentre all’interno è stata spennellata con cera per mobili fusa a bagno maria che assicura una definitiva sigillatura anche del legno grezzo della parte interna.

Che chi crediate o no adesso il mobile è profumato, lo si può annusare da vicino sentendo la note di nocciola dell’olio di lino e il profumo della cera… (se l’aveste annusata prima avreste rimesso anche l’ostia della prima comunione haha).

Ho quindi ordinato 4 manopole replicate per completare il lavoro.

Ecco il video con la dimostrazione di funzionamento, nel video mostro l’accensione della radio e la ricezione in onde corte, successivamente commuto la radio in onde medie e attivo il modulo di conversione FM, quindi mostro la ricezione delle stazioni FM. Durante il video si nota che la ricezione FM ha qualche piccolo problema con alcune stazioni che si ripetono, questo accade perchè il modulo si aggancia su qualche armonica prodotta dall’oscillatore locale, ma il difetto è scomparso dopo diverse ore di funzionamento, probabilmente il calore prodotto dalle valvole ha asciugato residui di umidità ancora presenti nei componenti portando il circuito a stabilizzarsi, infatti nelle prime ore era necessario ritoccare di tanto in tanto la sintonia, segno che l’oscillatore locale aveva una leggera deriva in frequenza, poi si è fermato ed è rimasto stabile.

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Calimero PCL84 – Amplificatore Giocattolo

Era una domenica e non sapevo come passarmi il tempo visto che fuori era brutto tempo, avevo tra le mani un trasformatorino di piccola potenza smontato da uno ionizzatore che avevo costruito anni fa quindi ho deciso di montare questo amplificatore valvolare “palmabile” da usare come monitor per ascoltare il segnale di pedalini da chitarra in riparazione o pickup di giradischi o qualsiasi altro segnale audio, una robetta semplice che avrei potuto fare con un LM386, ma fatto con una valvola è sicuramente più divertente.

Ecco lo schema (clicca per ingrandire)

Il trasformatore d’uscita è recuperato da una radiolina a valvole demolita, riporta come impedenza del primario 13kohm e secondario 12ohm, se avete dei pezzi di recupero basta fare qualche prova in abbinamento con l’altoparlante che avete scelto, io lo sto facendo andare su una cassetta da 4 ohm. Il condensatore C4 da 560pico è relativo al trasformatore d’uscita, quelli delle radio d’epoca spesso hanno bisogno di un condensatore in parallelo al primario per evitare che la finale audio vada in’auto oscillazione, nel mio caso 560pico sono stati abbastanza per tenerlo buono.

Ho montato il circuito su un ritaglio di bachelite e poi ho realizzato una scatolina di plastica con la stampante 3D per chiudere il tutto e una manopola di una bruttezza unica recuperata chissà dove.

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