Luxman MQ70 – Riparazione

Un difetto tipico dei Luxman MQ70 sono i trasformatori d’uscita che vanno in corto, sopratutto se per errore vengono accesi e fatti suonare sconnessi dall’altoparlante, problema favorito per altro dai morsetti in dotazione che se si inserisce troppo dentro la guaina del filo a volte non fanno contatto. Il secondo difetto dei trasformatori d’uscita Luxman è di essere affogati in catrame. Il catrame è fortemente igroscopico (cioè assorbe amidità col tempo e tende a trattenerla) e se l’amplificatore viene conservato per lungo tempo in un luogo umido è possibile che i trasformatori si rovinino.

Un’altro problema dell’MQ70 è quello delle finali tirate per il collo: Riescono ad erogare 40watt RMS da una sola coppia di EL34, perchè la tensione anodica arriva a sfiorare i 500volt e a volte arrossano le placche perchè non si riesce ad abbassare la corrente di bias sotto i 50mA (o più di 50). Nella regolazione del bias si ha un leggero margine se la tensione di rete è 220 (testato col variac, il trasformatore di alimentazione dell’MQ70 è fatto per ricevere sul primario 220volt) il problema è che ai giorni nostri spesso la rete di distribuzione arriva a 230/240volt e l’aumento della tensione di placca delle finali fa schizzare la corrente di bias oltre il limite minimo regolabile dal circuito, questo secondo difetto è facilmente risolvibile cambiando una sola resistenza nel circuito, in questo modo si aumenta la tensione negativa disponibile sui trimmer del bias e si riesce a riavere un buon margine di regolazione. Consiglio a tutti di regolare una corrente di riposo di 30/35mA massimi, per tenere le finali un pelo al di sotto della dissipazione massima, non si ha nessuna perdita di potenza o qualità, le valvole vivono più a lungo e sono meno soggette a guasti esplosivi. PS in molti apparecchi la luxman sembra non aver montato le resistenze di testpoint riportate a schema sotto gli zoccoli delle finali, per comodità di non dover usare 4 bias prober io le metto.

Primo Caso: Riparazione di un esemplare con riavvolgimento dei trasformatori originali.

Mentre il primo difetto, ossia i trasformatori d’uscita che si bruciano è più antipatico. La disconnessioni del diffusore avviene principalmente per colpa le boccole a vite dove si mette il filo spellato che va alla cassa, queste boccole di plastica le trovo spesso rotte, quindi mollano il filo, il guasto del trasformatore avviene per auto oscillazione, perchè il circuito ha un tasso di feedback estremamente alto.

Il lavoro di ripristino del trasformatore di uscita è molto laborioso, perchè detto trasformatore è chiuso in una scatola metallica, affogato nel catrame e usa lamierini con dimensioni non standard, quindi non posso produrre semplicemente il ricambio ma devo ogni volta estrarre il blocco dal catrame e ripulirlo per recuperare lamierini e fascetta per poterlo riavvolgere.

Estrazione…

Trasformatore ripulito

Trasformatore riavvolto

Reinserimento nella scatola originale e riaffogato.

Rimontato il trasformatore riparato, provvedo a sostituire i morsetti a vite scassati con delle boccole adatte all’uso di capocorda, gli unici connettori con cui viene un bel lavoro.

Sistemato il problema del bias e cambianto il quartetto di EL34 (valvole che di solito trovo totalmente sfiaccate) l’amplificatore torna a funzionare come nuovo. Per gli scettici pubblico i 2 tracciati di banda passante e fase acquisiti dal canale con il trasformatore d’uscita ancora originale e quello riavvolto e faccio presente che il trasformatore viene riavvolto sugli stessi lamierini originali, con gli stessi materiali e con esattamente lo stesso schema di avvolgimento ottenuto per ingegneria inversa, sbobinando il primo che ho rifatto. Quindi la copia è uguale all’originale. Le minime differenze le si trova anche su coppie di trasformatori originali, il clone è perfetto.

Trasformatore Originale Trasformatore Riavvolto

Analizzando più a fondo i trasformatori originali Luxman, acquisendo il grafico di banda passante fino a 400khz si nota l’insorgere di una fortissima risonanza che viene probabilmente accentuata dall’immenso tasso di controreazione che viene applicato a questo circuito e che è sicuramente la causa della distruzione degli stessi trasformatori, con guasto delle finali, quando all’amplificatore manca il carico, ovviamente il trasformatore riavvolto ha lo stesso difetto. Non ho acquisito il grafico oltre i 400khz per motivi di sicurezza, non volevo guastare il trasformatore sotto test visto che a 400khz la risposta era già a +15dB. Faccio poi notare ai soliti personaggi pieni di pregiudizi che a orecchia non si nota nessuna differenza sonora tra i 2 trasformatori anche se uno è originale e l’altro è stato riavvolto, le differenze nei grafici sono insignificanti e non è possibile udire la differenza di 0,4dB a 10Hz in quanto si è nella gamma degli infrasuoni. La risposta in fase è la medesima e piccole differenze come questa le rileveresti anche tra 2 trasformatori originali, non importa avere belle casse, a orecchia non lo si sente. (E anche io ho delle Tannoy). Quindi chi ha pregiudizi e sentenzia che i miei lavori sono qualitativamente inferiori agli originali prima di parlare dovrebbe ascoltarli perchè scommetto che se non sapesse che c’è un trasformatore riparato non sentirebbe nulla di strano.


Secondo Caso: Riparazione più economica (ma migliorativa)

Questo è il caso di un MQ70 che mi è stato inviato da un negozio, l’amplificatore all’apertura del pacco emanava una puzza nauseabonda, un misto tra urina ed elettronica bruciata, all’ispezione visiva si presentava con simil granelli di sale cosparsi ovunque, io credo che sia stato tenuto appoggiato in terra in una cantina umidissima o che la detta cantina abbia subito un’allagamento, e che poi abbiamo provato a metterlo in funzione. Già un’altro tecnico aveva provato a ripararlo senza successo, quindi lo hanno inviato a me. Nelle foto sotto si possono vedere le incrostazioni da umidità che lo ricoprivano.

Vista la sporcizia e la puzza che faceva non c’erano molte alternative, ho dovuto smontare tutti i trasformatori e l’induttanza per procedere ad un lavaggio del telaio, nello smontare i trasformatori d’uscita ho trovato abbondante condensa sotto di essi (si vede bene nella foto ravvicinata):

Ho quindi fatto un test di isolamento sui trasformatori d’uscita ed emergeva che scaricavano tra primario e secondario superati i 700volt, quando in teoria la tenuta dovrebbe arrivare almeno a 2kV, segno che avevano assorbito umidità. Inizialmente ho provato a tenerli una settimana sul termosifone nella speranza che asciugassero ma la situazione non cambiava, inoltre c’era la seria possibilità che visto che l’amplificatore era stato acceso, internamente avessero già una bruciatura conduttiva tra gli isolanti. Non c’era speranza di recuperarli e siccome il riavvolgimento degli stessi originali come avete visto nella prima parte di questo articolo è veramente molto laboriosa e costosa il negoziante che me lo ha inviato per la riparazione mi ha chiesto quale poteva essere il piano B per non sforare il budget. Il piano B è quello di avvolgere 2 trasformatori di ricambio, ex novo, compatibili al circuito ma ovviamente non esteticamente uguali agli originali. Essendo il trasformatore originale avvolto su un nucleo con dimensioni non standard non è possibile usare lo stesso schema di avvolgimento, ma bisogna calcolare un trasformatore completamente nuovo, ero fiducioso di riuscire a fare un lavoro anche migliore dell’originale, inoltre non dovendo rinchiudere i trasformatori in una scatola avrei avuto a disposizione almeno il 30% in più di nucleo. Il piano B è stato confermato quindi sono andato avanti nel lavoro di riparazione, nella foto sotto il telaio bello pulito e profumato.

Ho dovuto fare qualche foro per ospitare i nuovi trasformatori d’uscita…

Il montaggio è andato bene, anche in questo esemplare bisogna aggiungere le resistenze da 10ohm che appaiono sullo schema ufficiale per poter regolare il bias…

Montaggio Finito…

Ho regolato il bias a 35mA per valvola e sorprendentemente la potenza RMS è aumentata dai 40Watt per canale che si hanno con i trasformatori originali a 56watt RMS, con i miei trasformatori il circuito appare stabile e non si mette ad auto oscillare in mancanza del carico. Il fattore di smorzamendo DF si attesta a 13… sono sincero è troppo retroazionato questo circuito, mi sono permesso di ritoccare il valore della resistenza di NFB per scendere ad un fattore di 8.

La banda passante 6watt è: 10hz 0dB @ 0,4° / 55khz -1dB @ 60° – banda passate e rotazione imposta più che altro dalla compensazione della rete di NFB, il trasformatore si estende quasi a 100khz. Il grafico poi è molto più pulito rispetto al grafico del trasformatore originale.

Distorsione armonica THD @ 1 watt su carico resistivo 0,17%

È impressionante invece il grafico su carico reattivo, frutto di un gran lavoro della luxman ma anche della tanta controreazione, resta comunque un’amplificatore valvolare concepito negli anni 80, in concorrenza con il mercato fiorente degli amplificatori a transistor di quell’epoca che puntavano tutto sulla strumentale. Sotto il grafico di risposta su carico reattivo a 6 watt.

Quadre a 100Hz / 1khz / 10khz

Ho ascoltato l’amplificatore è il suono resta quello luxman, non ho notato cambiamenti particolari, sopratutto in vece a recenti informazioni ricevute da persone a me vicine faccio notare ai puristi e collezionisti, ok i trasformatori in questo caso non sono più i suoi, se cercate un’apparecchio originale a scopo di collezionismo non è questo quello che fa al caso vostro, ma non potete dire che suoni peggio, in questo caso si diverso, più pulito e brillante quindi a detta di chi lo sta usando meglio che con i suoi originali e chi non lo ha sentito non può sentenziare un bel niente, le prove strumentali sono per altro evidenti. Inoltre ribadisco ancora, era un’apparecchio guasto che ora suona e fa felice qualcuno, diversamente sarebbe stato utilizzabile solo come rottame per recuperare parti di ricambio.

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5 Responses to Luxman MQ70 – Riparazione

  • Ho fatto riparare uno splendido MQ70 che bruciava le valvole di potenza e aveva un suono distorto. Il lavoro eseguito è stato perfetto. L’amplificatore ora è tornato ai suoi antichi splendori.

  • Ho riavuto pochi giorni fa il mio Luxman MQ 70, riparato dal Sig. Stefano.
    Trasformatori sostituiti ed altre cose sistemate.
    Il suono, simile a prima, ovviamente non è uguale, ma qui le sorprese: la prima gli acuti: più aperti senza essere fastidiosi.
    Ma è soprattutto la scena riprodotta a migliorare: più precisa, con strumenti maggiormente identificabili nello spazio e “fermi”.
    Meritava la riparazione insomma. Un grazie anche per l’assistenza ricevuta una volta restituitomi il finale

  • devo fare i complimenti al Sig Stefano. per competenza qulita del lavoro svolto e comunicazione.. un guro delle valvole conosce a fondo il tema, si percepisce perfettamente la passione per il suo lavoro…
    pieffe elettronica

  • La resistenza da 10ohm 1/4watt che sta come test point del bias fa lo stessa lavoro, se una valvola dovesse dar di matto si brucia la resistenzina. La cosa strana è che questa resistenza è riportata negli schemi ufficiali ma solo una volta le ho trovate montate di fabbrica (grosse per altro, che non bruciavano facilmente). In ogni modo quando non ci sono le aggiungo io.

  • Forse aggiungere un fuse adatto sul primario può prevenire la bruciatura del trasformatore d’uscita

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Consigli per novelli dell’autocostruzione audio valvolare

Pagina correlata: esenzione di responsabilità

Mi ripromettevo da diverso tempo di scrivere questo articolo, anche per poter smettere di ripetere sempre le stesse cose per email in via privata ai vari clienti. Sono stato definitivamente convinto a farlo dopo che un cliente che mi aveva appena acquistato uno schema premium con set di trasformatori annesso, alla mia domanda “hai tutta la strumentazione?” mi ha risposto “si si ho cacciaviti e pinze” e poi mi domandava cosa fosse quello strano simbolo a forma di rombo sullo schema, ossia il ponte raddrizzatore… Potete immaginare i brividi che mi sono corsi per la schiena pensando a una persona totalmente a digiuno delle nozioni tecniche più basilari che voleva mettersi ad armeggiare con trasformatori e circuiti che vanno connessi alla rete elettrica. Ogniuno nel suo privato è libero di fare quello che vuole, se mette a rischio la sua stessa vita  apprestandosi ad eseguire lavori che non è in grado di eseguire sono fatti suoi, ma è anche vero che tutti devono iniziare da zero, quindi sono qui a scrivere un’articolo che non vuole essere esaustivo ma per lo meno che indichi come cominciare a chi vuole iniziare il suo percorso di autocostruttore hobbysta di amplificatori valvolari.

Prima di tutto voglio dire che “a valvole” non è necessariamente meglio. I valvolari hanno la reputazione di essere amplificatori che suonano meglio rispetto alle controparti con tecnologia moderna, questo può essere vero o meno, dipende dal gusto personale e dipende anche dagli apparecchi che si mettono a confronto… E dipende anche dalla qualità della realizzazione stessa! Molte persone sui forum e sui social si scambiano messaggi indicando un qualche schema elettrico, che magarti circola da 50 anni, come ben suonante quindi 100 persone diverse si mettono a costruire lo stesso schema a modo loro, con trasformatori diversi, con componenti diversi, con diverse tecniche di cablaggio… Otterranno 100 apparecchi che suonano uno diverso dall’altro, ma saranno tutti convinti che la loro realizzazione suoni alla stesso modo di quella degli altri 99. Alcune persone addirittura sono convinte che sia sufficente la presenza di una tal valvola per far suonare un’amplificatore che la monta come qualsiasi altro amplificatore che monti la stessa valvola, è su queste inconsistenti fondamenta che è costruita la cultura degli audiofili da forum, che diranno “c’è la 300B quindi suonerà come tutti i 300B” … è stata una mia surreale discussione con il proprietario di questo amplificatore devastato, mentre cercavo di spiegare che una volta riparato non avrebbe più suonato (male) come lo aveva sentito (non) andare fino a quel momento.

Quindi il punto è che le scelte costruttive che farete in fase di montaggio di qualsiasi apparecchio ne decreterà la prestazione finale, perchè un condensatore da 100uF 400v da 2,5€ non è uguale a un condensatore da 100uF 400v da 15€, anche se è vero che a volte esistono componenti economici di buona qualità a basso costo, reperibili sopratutto nel mercato del surplus, e altre volte esistono componenti costosi che fanno schifo (o che non valgono la spesa), reperibili di solito nel mercato dell’esoterico… Non è una regola, ma se chi li vende parla come Wanna Marchi è meglio starci lontano.

Non solo la qualità dei componenti ma anche la qualità e la precisione del montaggio stesso influiscono non poco sul funzionamento del circuito, alcune persone pensano che basti rispettare le connessioni dello schema tra tutti i vari componenti e un circuito dovrà funzionare, anche questo è assolutamente falso! Basti osservare le foto qui sotto (di cui ci tengo a dire che 2 sono dei 300B)…

Accoppiamenti parassiti tra i conduttori sono causa di diafonia, disturbi e oscillazioni indesiderate fino al punto da rendere il circuito totalmente non funzionante (come la prima foto), pericoloso (come la seconda foto) o fortemente malfunzionante (come la terza foto). Quindi la questione è: se siete alle prime armi scordatevi le 300B le 2A3 e tutte le valvole a riscaldamento diretto perchè richiedono cura nel montaggio per essere sfruttate bene, scordatevi le 211 e le 845 con 1000 a passa volt di tensione anodica perchè non sapete gestire e calblare circuiti con tali tensioni, rischiate di spendere soldi senza risultati e anche di farvi male.

Il mio consiglio per chi comincia i primi montaggi è di puntare su circuiti semplici, possibilmente single ended con piccole valvole come le EL84, in questa pagina trovare diversi progettini a difficoltà crescente basati sulla EL84. Oppure un progettino come quello dello Scherzo che è anche più semplice, con una sola valvola per canale. O questo semplice DAC valvolare, anche in versione a bassa tensione (24v).

Alcuni Consigli Generici

Se si devono mettere le mani su un circuito in tensione è necessario prestare sempre la massima attenzione e seguire alcune regole fondamentali:

  • Per prima cosa bisogna assicurarsi di essere ben isolati dalla terra e da qualsiasi altro elemento (anche solo debolmente) conduttore.
  • È bene indossare scarpe di gomma (ma attenzione a quelle “antistatiche” che sono in qualche misura conduttive) e – specie se le tensioni in gioco sono alte – isolare adeguatamente anche il pavimento su cui si poggia. Ciò che uccide è la corrente che attraversa il corpo, non la tensione di per sé. Il corpo umano è un conduttore con una resistività relativamente elevata; le tensioni elevate sono pericolose perché (contrariamente a quelle molto basse) provocano correnti capaci di produrre effetti letali. In linea di principio, se si è completamente e perfettamente isolati da qualsiasi altra cosa, anche toccando un conduttore ad alta tensione non si avrebbero conseguenze: l’intero corpo assumerebbe il potenziale del conduttore che si sta toccando senza che ci sia passaggio di corrente (e quindi conseguenza alcuna). È il motivo per cui gli uccelli possono posarsi tranquillamente sulle linee ad alta tensione senza restare fulminati. Spero però sia superfluo aggiungere che, anche se si ritiene di essere ben isolati, non è assolutamente il caso di verificarlo andando a toccare direttamente elementi sotto tensione!
  • Quando si opera è bene usare sempre una sola mano – preferibilmente la destra – e tenere l’altra lontana sia dal circuito che da qualsiasi altro elemento conduttore (quale può essere e.g. il telaio dell’apparecchio, una struttura metallica, una parete, ecc). Idealmente, l’altra mano andrebbe tenuta libera dietro la schiena. In questo modo si riduce il rischio che una eventuale scossa attraversi il cuore, cosa che avrebbe conseguenze fatali immediate (morte per arresto cardiaco).
  • Se si deve andare a toccare qualcosa è bene verificare la presenza di tensione prima con un cacciavite cercafase e poi con un tester/volmetro per assicurarsi che non ci sia tensione.
  • Se siete alle prime armi iniziate con progetti semplici, magari a bassa tensione per cominciare a prendere dimestichezza con il vostro hobby, voler cominciare subito con un finale con 845 alimentato a 1500volt senza mai aver fatto nulla prima è una pessima idea.
  • Procuratevi la strumentazione adeguata, non potete montare o riparare cose senza adeguati strumenti e la conoscenza per usarli.

La strumentazione

Questa è la parte calda di questo articolo, la strumentazione è la cosa più importante in assoluto! Nessuno deve pensare di poter assemblare e rendere realmente funzionante un’amplificatore audio in assenza di strumentazione. Chiunque voglia provare ad assemblare un circuito deve necessariamente e obbligatoriamente procurarsi un minimo sindacale di strumentazione. Non bastano un tavolo, due cacciaviti, un tester e uno stagnatore. Il problema di certe persone che vogliono autocostruirsi un’amplificatore è che vorrebbero un valvolare HiEnd senza spendere tutti i soldi necessari a comprare un costoso apparecchio commerciale, quindi pensano di poterselo costruire da soli comprando un SET di trasformatori e un buon schema elettrico ma senza saper nulla o quasi di elettronica. Pensano di potersi costruire l’apparecchio definitivo e poi di non far mai più un montaggio per il resto della loro vita, quindi come sopra, fanno scelte sbagliate puntando subito alle 300B, alle 211, alle 845… “perchè deve essere quello definitivo” e vogliono spendere poco, quindi pretendono che qualcuno gli dia uno schema e i trasformatori e loro vogliono essere rassicurati che una volta montato suonerà come il canto degli angeli, ma purtroppo le realtà è un’altra, la realtà è che se fate un montaggio di “M” suonerà di “M”, o non funzionerà, potrebbe fumare qualcosa, potreste bruciare qualcosa… potreste anche farvi male se non sapete come muovervi e come gestire le cose. E se non avete la strumentazione adatta, nessuno, mai, per telefono o per email potrà aiutarvi a risolvere un bel niente di niente… Se mi chiedete per email “sento un sibilo nella cassa destra come lo risolvo?” la mia risposta sarà “prendi l’oscilloscopio e vedi cosa esce dai morsetti dell’altoparlante, o cosa c’è sulla griglia della finale” e se poi voi mi rispondete “non ho l’oscilloscopio!”… Fine della storia, non vi POSSO aiutare, nessuno vi può aiutare! Magari qualche guru saputone di facebook vi indica di fare qualche prova ma la realtà è che state andando a tentoni. Come cercare un’ago i un pagliaio in una notte senza luna e con le mani legate, perdete solo tempo ed è qui che diventano popolari circuiti zero feedback notoriamente meno problematici da mettere a punto (anche se qualcuno riesce a far oscillare anche quelli) e varie schedine pappa pronta made in cina (et simila) che potete montare come un lego e poi avvitare dento una brutta scatola di legno ma che lascieranno sempre a desiderare in termini di prestazioni.

Quindi se la vostra idea è costruirvi l’amplificatore definitivo e poi scordarvi di fare altri montaggi lasciate stare, vi costa meno tempo, fatica e denaro comprarlo già fatto. Se invece avete capito perchè vostro padre, quando avevate 3 anni, vi ha messo in sella ad un triciclo e non direttamente su un camion articolato, avete capito che ci vuole tempo ed esperienza e bisogna partire dal basso. Ora vi elencherò alcune cose che dovete comprarvi per cominciare.

Tester chiamato anche Multimetro

Per cominciare potete comprarne uno da circa 12/20€, da battaglia va benissimo per cominciare, così se per errore lo impostate male e lo guastate non avrete fatto un danno grosso, sono comunque abbastanza precisi, serve che possa misurare almeno tensione CA/CC, resistenza e continuità. Sul mercato si trovano anche dei tester sotto i 5€ ma li eviterei perchè spesso son costruiti male, soffrono di falsi contatti dentro nel loro circuito e non sono per niente affidabili.

Stagnatore

Io uso proprio questo della foto, un modello RS da 40Watt (codice 771-9477 comprabile per poco più di 20€), per l’elettronica normale di solito si consigliano stagnatori da 15/20 watt ma dovendo saldare zoccoli delle valvole, i morsetti degli ancoraggio etc risulta molto più comodo un modello più potente che possa scandare la massa metallica senza incollarsi, facendo una stagnatura pulita e non pastosa come tante volte vedo, ovviamente ci si deve prendere la mano per non colare fili e altri pezzi mente ci si lavora. Poi per saldare su parti metalliche con una certa massa, come le boccole banana femmina degli altoparlanti o anche per saldare fili o pagliette sulla lamiera come in questa foto:

Utilizzo un modello da 150watt.

Oscilloscopio

Per cominciare basta procurarsi un vecchio oscilloscopio analogico, possibilmente a 2 canali / 20mhz. L’oscilloscopio serve per osservare il funzionamento ondulatorio nei vari punti di un circuito al fine di comprenderne il funzionamento o un difetto. Non importa che sia nuovo, sul mercato dell’usato, come su ebay se ne trovano di ottimi per iniziare.

L’importante è che siano funzionanti e non troppo vecchi, evitate gli oscilloscopi a valvole perchè rischiate di dover prima riparare e ritarare lo strumento prima di poterlo usare o che dia letture errate. Evitate anche i giocattoli cinesi a basso costo venduti come schedine elettroniche nude o che stanno su una mano, meglio uno strumento professionale d’epoca che del pattume economico moderno.

Generatore di Funzioni

Il generatore di funzioni è uno strumento che genera forme d’onda primitive come onde sinusoidali, quadre, triangolari etc a varie frequenze impostabili, nel caso dell’uso in audio è necessario che possa generare frequenze da un range di 20Hz fino a 200khz. Il generatore di funzioni è necessario, abbinato all’oscilloscopio, per iniettare segnale nell’amplificatore sotto test, per osservarne il comportamento, ad esempio per vedere che non inneschino oscillazioni o distorsioni molto forti. Non è possibile usare un segnale audio variabile come della musica per questo scopo in quanto proprio perchè variando in continuazione non è possibile comprendere se esso sia distorto o se ci siano altri problemi. Anche qui siti come ebay e amazon ci vengono in aiuto, si trovano facilmente sia usati che anche nuovi a costi abbordabili…

Sconsiglio sempre di comprare i giocattolini destinati a trasformarsi in pattume molto in fretta, ma accenno al fatto che esistono dei software che possono trasformare un computer (anche vecchio) dotato di scheda sonora in un generatore di funzioni audio, cercando con google se ne trovano diversi freeware, alcuni girano addirittura anche con Windows 98, quindi se volete ridare un’utilità ad un vostro vecchio PC che si riempe di polvere in solaio e che vi dispiace portare in discarica perchè ricordate le ore che ci avete passato a giocare a tomb raider 1 è questa l’occasione. Se poi fulminate la scheda madre pazienza, vorrà dire che è morto con gloria.

Variac e trasformatore di isolamento

Il variac è praticamente un trasformatore variabile, o per essere più precisi, un’auto trasformatore variabile, viene connesso alla rete 230 da una parte e dall’altra permette di alimentare un carico come una lampadina, una radio d’epoca o un’amplificatore sotto test con una tensione regolabile a piacimento da 0V fino a 230V della rete e anche qualcosa di più. Lo scopo del variac nell’autocostruzione di amplificatori è quello di alimentare gradualmente l’amplificatore in modo da poter controllare tutte le tensioni e le correnti man mano che si sale di tensione, prima a 50v, poi a 100v … poi a 120… 150… 180 etc… in modo che se avete commesso qualche errore “distruttivo”, invece di vedere il fuoco d’artificio e dire addio a un quartetto di valvole appena comprate o ad un trasformatore nuovo di zecca avete modo di accorgervi che qualcosa non va perchè magari notare una corrente troppo elevata sotto una delle finali, o che manca tensione in un punto del circuito, o che una resistenza comincia a fumare, o che sull’oscilloscopio l’amplificatore comincia a inenscare un’oscillazione, che se venisse pienamente almentato potrebbe essere così violenta da guastare qualcosa e via discorrendo. In pratica qualsiasi nuovo circuito appena montato andrebbe sempre alimentato gradualmente sotto variac e mai alimentato di botto. Alimentado di botto alla prima accensione si rischia di far danni!

Anche qui li potete trovare su ebay, amazon etc a prezzi abbordabili. Quelli che vendono di solito sono come in foto, molto spartani, con delle boccolette che non sono un granchè sicure per un newbye e non sono dotati di amperometro, necessario a individuare sovraccarichi dal lato del primario del trasformatore di alimentazione dell’apprecchio sotto prova. Ma per questo discorso per adesso mi fermo perchè tra poco farò un’articolo dove mostro la costruzione di un variac dotato di tutti gli accessori partendo da uno di questi comprati su ebay, unito a un trasformatore di isolamento, con voltmetro, amperometro e magnetotermico regolabile.

Carico fittizio resistivo

 

 

Quando si fanno i primi test strumentali su un’amplificatore di norma si utilizza un carico resistivo, ossia una resistenza e non un’altoparlante, questo per 2 motivi: il primo motivo è che la resistenza è lineare quindi non disurba il funzionamento del circuito mentre un’altoparlante è reattivo e disturba il funzionamento del circuito. In pratica con un carico resistivo possiamo osservare come si comporta il solo amplificatore, mentre con un’altoparlante come carico vedremmo come l’amplificare interagiscesce con esso, e sono 2 cose diverse, per ora interessa solo l’uso del carico resistivo puro, il secondo motivo è che ci si procurerebbe lesioni ai timpani quando si fanno misurr con onde sinusoidali e piena potenza, quindi l’amplificatore deve essere connesso ad un carico che “non suona”. Esistono anche carichi reattivi che non suonano, ma si parla già di misure avanzate. In ogni modo per fare un carico resistivo è sufficente comprare 2 grosse resistenze da 8ohm (potete comprarle anche da 4/6 e 16ohm in base alle vostre esigenze, costano pochi €) e la si connetterà in modo provvisorio alle uscite degli altoparlanti dell’amplificatore sotto test.

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2 Responses to Consigli per novelli dell’autocostruzione audio valvolare

  • Ciao Stefano,
    sono un neofita assoluto, con la passione e la voglia di cominciare a cimentarmi nell’autocostruzione di un amplificatore valvolare.
    Ho trovato il tuo articolo assolutamente piacevole e pieno di buon senso.
    Spero di poter scambiare con te pareri, avere consigli, insomma tutto quello che servirà per realizzare il mio desiderio.
    Grazie ancora e a presto, spero.
    Alberto

  • Articolo eccellente e necessario! Grazie stefano

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Come farsi ROVINARE l’amplificatore da un Guru

La storia che sto per raccontarvi non è di fantasia ma corrisponde alla pura realtà, ci tengo a raccontarla perchè spero che possa essere di monito ad altri avventori e novelli che muovono i primi passi nel mondo dell’audio valvolare, ma sopratutto perchè spero di riuscire a togliere un pò di credibilità ad una razza di personaggi che la fanno da padrone in questo mondo, personaggi chiusi nel guscio del loro mondo fantasioso con i loro seguaci e che il più delle volte allontanano chiunque provi ad avvicinarsi al mondo dell’amplificazione valvolare e abbia la sfortuna di trovasi invischiato con le loro teorie strampalate.

Capitolo 1: Il Single Ended EL34 di Alberto

Tutto è iniziato con Alberto che dopo aver realizzato con soddisfazione l’upgrade all’amplificatore di nuova elettronica LX1321 ha visto il progetto di un single ended con la EL34 che partiva dalla rielaborazione di una scatola di montaggio della concorrenza, che potete visionare cliccando qui (primo dei progetti presentati nella pagina). Mi ordina il set di trasformatori ma dopo qualche giorno mi iniziare a mandare messaggi  di preoccupazione su WhatsApp (allora gli schemi sul mio sito erano ancora in chiaro e non pixelati) perchè aveva parlato con un suo amico che vive in america ed è appassionato di autocostruzione che visionando il mio progetto e il mio schema comincia a dirgli “Non farlo!” … “Da quello schema non puoi aspettarti niente di che!” … “Non suonerà mai bene!” … “È tutto sbagliato! devi staccare il negative feedback, devi mettere delle gridstop li, quello non va bene, devi fare quello e devi fare quell’altro” … Ho fatto di tutto per rassicurare Alberto della bontà del progetto e per fortuna ha voluto darmi credito, ha realizzato il mio schema con i miei trasformatori e il risultato è riportato qui sotto scritto con le sue parole.

L’esperienza di Alberto con il progetto SB-LAB

Questo è il contenuto della vecchia pagina che era pubblicata dentro “i lavori dei lettori” che ho spostato per realizzare questo articolo.

Un Saluto a chi avrà pazienza di leggere questo mio resoconto ed a Stefano Bianchini. Ho deciso, essendo già possessore di un LX1321 modificato su progetto SB-LAB, ho deciso di farne uno interamente assemblato da me, non su PCB, quindi in aria ed in Classe A, sopratutto che fosse alla mia portata, dal punto di vista economico e della difficoltà di assemblaggio.

La scelta è ricaduta sullo schema in SE di EL34. Avendo piena consapevolezza sulle qualità dei trasformatori Stefano ho provveduto ad ordinarne un set dedicato a quel progetto ed a scaricare lo schema. Ho iniziato con il reperire tutti i componenti, mi sono affidato interamente ad un rivenditore specializzato in Elettronica valvolare nei pressi di casa, reperli in rete a destra e sinistra mi avrebbe portato fuori budget per via delle spese postali. Il commerciante vista la mia inesperienza ha subito approfittato per appiopparmi lo stagno Hi-End all’argento. Il quale è prontamente volato dalla finestra, per tornare allo stagno classico con cui ho saldato per tutta la mia gioventù. Con lo stagno per “Audiofili” le saldature restano opache, cosa mi fa sclerare e sopratutto si rompono da sole!

Mi sono procurato un lastra di bachelite, che ritengo necessaria, intanto per isolarci dalla lamiera, le tensioni in gioco non sono terapeutiche, e poi per far venire meglio tutto il montaggio in questo modo non vi vedono viti di fissaggio che escono nel coperchio superiore, sopratutto mentre lavori è comodissima per fissare gli ancoraggi.

Bucare la bachelite non è uno scherzo viste le polveri puzzolenti, ed anche poco salutari che genera, consiglierei di farlo all’aperto. Il mobile prescelto e di Hifi2000, che è di discreta fattura, ma non è progettato per ospitare un’elettronica valvolare, infatti non è in grado di sopportare il peso dei trasformatori sul coperchio superiore, inoltre ci sono delle feritoie di aereazione che creano dei problemi durante la fase di foratura. Se vi dovesse capitare di acquistare dei Trasfo del Bianchini vi renderete subito conto che pesano molto di più di quelli commerciali (rispetto a quelli impiegati su ampli di pari potenza e spesso anche di potenza ben superiore).

Per risolvere il problema del coperchio ho aggiunto nella parte superiore un lastra di ottone, questa mi ha consentito facendo un sandwich con la lamiera stessa del coperchio e la bachelite da 3mm di avere una base di appoggio solidissima, mal sopporto quegli ampli nei quali mentre infili una valvola nello zoccolo senti la contropiastra che ti cede sotto le mani. Oltretutto l’ottone più essere facilmente fatto incidere da un qualsiasi laboratorio per creare delle scritte a piacimento. Ma cmq questo, a parte la questione meccanica e solo questione di gusti che sono strettamente personali.

Ho piano piano preso confidenza con il cablaggio in aria, ho twistato i fili dove necessario mettendo la coppia nel mandrino dell’avvitare. Vi consiglio inoltre di non buttare gli spezzoncini di filo che avanzano dai trasfo, sono morbidi, di qualità. si spellano bene e si saldano benissimo. Ho cercato di avere l’accortezza, di montare tutti i componenti con il valore facilmente leggibile, in modo che se Stefano, o io stesso per ricontrollare il cablaggio se avessimo dovuto rimetterci le mani si sarebbe imprecato di meno. Sono andato avanti di pari passo sui due canali, in modo che con un svista sola potevo sbagliare due volte :-)) Ho tentato anche nei limiti delle mie capacità di fare un montaggio il più ordinato possibile, su questo sono stato facilitato dalle generose dimensioni del mobile scelto, adatto ad un principiante come me alla prima esperienza di cablaggio in aria.

Lascia e riprendi ci ho impiegato qualche mese ad assemblare il tutto. Sono un tipo molto meticoloso, e attento alla misure quindi prima di fare buchi sul metallo, faccio delle prove su carta millimetrata e controllo appoggiando le cose sullo stesso mobile in modo da non dover fare le cose due volte.

Mi sono assicurato che le boccole di entrata e di uscita non fossero in corto con il mobile, ho collegato due resistenze di carico, verificato le tensioni, e grazie a questo controllo rimediato agli errori di assemblaggio e dopo aver collegato l’oscilloscopio ed il generatore di segnali, ho iniziato a vedere che tutto andava correttamente. Allego le forme d’onda rilevate. La prima accensione è stata molto emozionante, dopo ore ed ore di lavoro, emetteva i primi vagiti, seppur strumentali.

Finalmente sono o passato all’ascolto, vero è il detto che ogni scarrafone è bello a mamma soia, ma l’ampli l’ho trovato subito ottimo. In primis ronzio ZERO, nessun rumore di fondo, una gamma bassa a dir poco SUPERBA, molto dettagliato e controllato. Ho fatto la prova su diversi tipi di diffusori, anche delle Thiel da 4 ohm di un amico, che per un ampli piccolino sono una bella sfida. L’ampli ha restituito sempre un ottimo dettaglio e dei violini setosi, mai striduli, certo la Quinta di Beethoven nei passaggi di orchestra molto pieni lo ha messo leggermente in crisi perdendo un pochino di dettaglio, ma stavamo pur sonorizzando un salone di 60 mq con dei diffusori che secondo me in certi casi scendono pure a 2 ohm, quindi non oso lamentarmi, anche perchè il confronto avveniva con finale a mosfet sempre costruito dal sottoscritto, da 100+100w rms e un OTL valvolare del mio amico di pontenza ben superiore.

Cmq alcuni dettagli, sfumature sulla canzone di Hug Masekela Coal train live uscivano solo dal SE-EL34, tant’evvero che il mio amico proprietario del tanto blasonato OTL è impallidito visti i fior di quattrini che l’ha pagato. Abbiamo ripetuto la prova diverse volte con la stessa canzone, e nulla certe sfumature passavano solo con il mio. Ho fatto prove con diversi generi di musica e diversi diffusori, ma i risultati sono stati sempre all’altezza delle aspettative, confermando le strumentali rilevate.

Insomma ad oggi sono pienamente soddisfatto del lavoro svolto, che seppur lungo e faticoso restituisce una soddisfazione incredibile. Assemblare un valvolare in forma artigianale, richiede tempo pazienza e manualità quindi non conviene buttarsi su schemi presi in giro per la rete e sopratutto non lesinare sui trasformatori che sono il cuore dell’ampli. Il vantaggio dello schema di Stefano è che “costruito” intorno ai sui trasformatori, in pratica ad HOC. Sono consapevole di aver svolto soltanto il lavoro di manovalanza, l’architetto che progetta, calcola e mette a punto è lui. Nonostante ciò è stato impegnativo sono cmq felice di averlo fatto, e credo non sarà l’ultimo. L’ampli è ampliamente promosso da me e finora da tutti coloro che lo hanno ascoltato. Grazie a Stefano ed hai sui trasformatori e alla sua competenza nel consigliarti nei momenti di difficoltà.

PS: Non sono Amico di Stefano, se non dal punto di vista professionale, non ci guadagno nulla e non ho sconti, sono soltanto un appassionato di elettronica un hobbista autocostrutture con molte passioni che spaziano in diversi settori anche molto lontani tra di loro. Per quanto riguarda il suono sono uno che ascolta molto, aperto al confronto e molto curioso mi metto sempre in discussione sui lavori svolti, sono quasi sempre lavori “aperti” devono essere affinati, in pratica non sono quasi mai alla parola fine. Vado spesso a mostre e dimostrazioni di HI FI e quando vedo la gente spendere cifre folli per cose che realmente non meritano nemmeno un decimo del loro prezzo mi soffermo a fare qualche riflessione. Grazie per la pazienza di avermi letto fino in fondo.

Le foto

Capitolo 2: L’amico americano

Ho avuto comunicazione via WhatsApp, dopo qualche mese rispetto la pubblicazione dell’originario articolo, che l’amico americano (quello che “da quello schema non puoi aspettarti niente di che”) era venuto a fare una vacanza in Italia e andando a trovare Alberto ha potuto ascoltare l’apparecchio che “non doveva funzionare” rimanendoci di cacca (permettetemi di scrivere cacca, anche se non è professionale) perchè non solo l’amplificatore funzionava ma anche perchè dopo qualche ora di ascolto è stato costretto ad ammettere che non aveva mai sentito niente suonare così bene e con così tanto dettaglio.

Guru del zero feedback a tutti i costi 0 SB-LAB 1

Capitolo 3: Gozer il distruttore

A quasi 2 anni dalle vicende raccontate nel capito 1 e 2 ho l’occasione di scambiare qualche messaggio via WhatsApp con Alberto a riguardo del trasformatore bruciato di una radiolina geloso e nel discorso inizia a raccontarmi la triste storia che riguarda questo single ended di EL34, alla fine mi scrive tutto in un commento sotto questo articolo, che riporto in copia per comodità.

Vi racconto una strana storia, dal titolo: LA CONTORTA MENTE DELL’AUDIOFILO.

Realizzato l’ampli ci sono state diverse occasioni di ascolto con amici, uno di questi, rimasto affascinato dal suono mi propone di venderlo, tanto io lo avrei potuto realizzarne un’altro. Vista l’amicizia e la generosa offerta lascio l’ampli in prova. Dopo averlo ampiamente ascoltato decide di tenerselo, ed era soddisfattissimo!!!

Le cose procedono bene, fino al giorno che gli hanno messo in testa che sostituendo tutte le valvole con delle pregiatissime nos le cose sarebbero andate ancora molto, ma molto meglio. Io ingenuamente avevo raccontato dell’ingloriosa fine di una KT77 difettosa che aveva anche mandato in fumo un paio di resistenze durante le prime prove di accensione di questo amplificatore.

Dovendo fare un cospicuo investimento in tubi decide di portare l’ampli da un guru delle valvole conosciuto ad una mostra di HI FI e consigliato da un’altro amico per una verifica generale dello stesso,
non l’avesse mai fatto! è stato l’inizio di un incubo e la perdita di un’amicizia!

Il guru visto il tutto sentenzia: ti hanno titrato un pacco, l’ampli con questo schema NON può funzionare, è NORMALE che le valvole si siano rotte ecc… ecc… Quindi inizia a fare tutta una serie di modifiche al circuito, ma quella fondamentale fu togliere la controreazione, tutti gli ampli BUONI sono senza controreazione, configurare a triodo, riprogettare completamente il driver.

Il poveretto paga il salato conto e riprende l’oggetto accusando me di avergli venduto un ampli ROTTO! (????) che mai avrebbe potuto funzionare! (lo aveva ascoltato contentissimo fino a quel momento). Mostrandomi una bustina di componenti sostituiti che erano la prova della mia TRUFFA, in pratica il guru ha lasciato gli zoccoli delle valvole e il potenziometro del volume. (NOTA SB-LAB: Alberto aveva usato fior di condensatori Mundorf tutti acquistati da AudioKit di Roma, consigliati dagli stessi tecnici di AudioKit, e così per le resistenze e gli altri componenti!).

Mette su le sue ipercostose NOS e si mette all’ascolto. Ma!? La potenza non sembra più sufficiente, l’amplificatore ha perso energia, non suona più bene come prima non riesce a pilotare le casse? le frequenze basse spanciano in modo fastidioso, come mai?

Gli spiego cosa vuol dire configurare una EL34 a triodo = 4 w se ti va bene. Ancora più arrabbiato torna dal guru per chiedere di tornare a far suonare “forte” l’ampli. CERRRTO risponde lui, ti faccio subito un preventivo per la modifica, magari lo mandiamo in ultra lienare per farlo andare meglio! Altri soldi ? Certo io lavoro!

Quindi viene da me con la sua bustina di componenti chiedendomi con la coda tra le gambe di riportarlo alla configurazione originale, naturalmente gratis…….. Gli ho proposto di riacquistare l’apparecchio a metà prezzo, vedremo se si rifarà vivo.

Nel mondo dell’hifi, in particolar modo nello strano mondo delle valvole, ogni tecnico è più bravo di chi lo precede, tutti hanno la ricetta magica per far suonare beni questi strani cosi chiamati tubi, gli altri sono inetti, un apparecchio autocostruito seppur ascoltato confrontato e apprezzato è dubbio se criticato da un GURU, si da fede al terzo e non all’amico, e per concludere quando si parla di PSICO ACUSTICA credo ci si riferisca a questo tipo di persone.

Guru del zero feedback a tutti i costi 0 SB-LAB 2

Capitolo 4: Ripristino dello scempio

Dopo che il malconcio amplificatore è tornato a casa sua abbiamo avuto modo di osservare il lavoro fatto da questo pasticcione da fiere, era una roba che non sapevi se piangere o ridere… Riassumendo: modificato il partitore di tensione che solleva il filamento delle 6SL7 con il rischio di causare una scarica distruttiva interna alla valvola, la EL34 passata da pentodo a triodo e la resistenza di polarizzazione sbagliata, troppo bassa con la corrente di bias delle EL34 quasi a 200mA… Poi il tizio non capiva lo scopo della resistenza in serie alla valvola raddrizzatrice prima del primo condensatore e ha concluso che 220uF di condensatore fosse troppo per la raddrizzatrice e ha tolto la resistenza e sostituito il condensatore con uno da 22uF … peccato che la resistenza in serie al mio circuito avesse proprio lo scopo di preservare la raddrizzatrice e permettere l’uso di un condensatore grosso… che poi alla fine con le finali tirate a cannone la raddrizzatrice la sfondava di brutto proprio, il circuito anodico era talmente tirato di corrente che il trasformatore di alimentazione scaldava come un ferro da stiro! Poi ha eliminato i condensatori in polipropilene che erano in parallelo agli elettrolitici perchè vuoi mai che suoni pulito e brillante… nooo! deve suonare scuro, chiuso e con poco dettaglio. Ovviamente circuito di feedback eliminato e driver modificato per guadagnare meno, ma meno per meno risultava troppo sensibile con il volume che scoppiava al massimo già a col pomello del volume a ore 9. Poi aveva aggiunto dei diodi per rettificare a parte l’alimentazione dei driver… si vede che il taglio di una cella RC 18k+47uF non era abbastanza per lui, o perchè avendo calato il condensatore iniziale a 33uF c’erano delle oscillazioni a bassa frequenza, il montaggio non era migliore di quello di alberto, che come primo montaggio è scusabile.. ma lui come guru che va alle fiere che ha avuto coraggio di sentenziare che il circuito era sbagiato e non poteva funzionare… poi fa su una porcata del genere… veramente vergognoso.

Come suonava? Lo stereotipo dell’amplificatore distorsofilo valvolare zero feedback… Cupo, chiuso, spento. Senza energia n’è dinamica, con le basse slabbrate da zero feedback e le alte prive di lucentezza da condensatori elettrolitici senza alcun bypass decente… E pensate che questo cane ha anche avuto coraggio di dire che le 6SL7WGT JAN della sylvania non fossero buone, ma erano meglio le ECC32 (equivalenti 6SL7) che aveva lui, ovviamente solo perchè doveva trovare diversi modi per gonfiare il prezzo senza faticare o forse perchè la bella ampolla a duomo delle ECC32 le faceva suonare meglio… perchè son belle da vedere, non perchè fanno niente di diverso dalle altre ovviamente… se una valvola è più bella suona meglio no?

In ultimo avrebbe pure detto che i 2 trasformatori d’uscita erano troppo vicini quindi intermodulavano…

Ha preso un’apparecchio che funzionava benissimo, ha sentenziato che non andava e la trasformato in un gabinetto a valvole, WOW! Gente attenti a questi personaggi che non giustificano con argomentazioni tecniche verificabili ma solo con ciance da venditore di stoviglie, il fatto che si presentino a varie fiere del settore non li qualifica come buoni tecnici.

Vediamo il ripristino, Alberto si è molto impegnato sotto mio aiuto per ricostruire ancora meglio l’amplificatore e poi me lo ha fatto avere per la verifica strumentale finale…

Ricordo che il progetto di questo single ended con le EL34 lo trovate cliccando qui.

Strumentali
Potenza: 7Watt RMS per canale
Distorsione: THD rileva a 1khz 1 watt su carico resistivo 0,11%
Banda passante: 18Hz / 90khz -1dB
Smorzamento DF: 5,7
Separazione dei canali: 48,8dB (alla faccia di quelli che dicevano che i trasformatori sono vicini quindi intermodulano).

Spettro armonico

Banda passante su carico resistivo

Banda passante su carico reattivo

Quadre a 100hz / 1khz / 10khz

Guru del zero feedback a tutti i costi 0 SB-LAB 3

Conclusione

Non pensiate che queste cose capitino solo a me, conosco diversi amici tecnici e riparatori in giro per l’italico stivale, queste cose capitano di continuo. Ci troviamo a dover far la lotta con i clienti per riuscire a fargli capire che sono stati infarciti di cavolate da questa massa di ciarlatani che continua a sparar fesserie con una potenza di fuoco impressionante.

Se avete un’amplificatore che va bene e vi piace è inutile andarlo a modificare, può aver senso fare, dove possibile o se è sensato, un’upgrade dei componenti. Non fidatevi di uno che vi dice che non funziona un’apparecchio che sapete funzionante.

State attenti anche a chi propone upgrade immotivati di pezzi, come è scritto sopra il guru avrebbe definito robaccia o truffa il set di condensatori Mundorf trovati nell’amplificatore di Alberto e oltre a cambiare tutto non si sa con cosa, ha cambiato le EL34 con delle NOS (ok ci sta che possano essere migliori) ma ha anche cambiato una coppia di 6SL7GT NOS con delle ECC32 NOS, perchè le ECC32 sono migliori… ma ECC32 è la sigla europea della 6SL7GT, sono la stessa valvola! come dire ECC83 e 12AX7…

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7 Responses to Come farsi ROVINARE l’amplificatore da un Guru

  • Ho realizzato il progetto di Stefano citato in questo articolo e suona veramente bene, il tizio che ha sentenziato che quello schema non poteva funzionare senza manco provare a sentirlo è un cialtrone, la mode dei circuiti senza reazione negativa è peggio di un cancro, anche io ho avuto esperienza di amici che non credevano che a suonare fosse un circuito retroazionato e nonostante sentissero con le loro orecchie che andava meglio del loro senza reazione continuavano ad essere straniti.

  • Maestro da quando ho realizzato il SE con EL34, non mi stanco mai di sentire !

  • Finalmente qualcuno che dice le cose come sono, questi tizi ormai hanno monopolizzato il settore tra riviste e forum sembra che l’unico modo di fare un’amplificatore che suona bene sia come dicono loro e tra apparecchi senza feedback cavi pitonati scatoline magiche ti mandano a casa come un pollo spennato senza manco la soddisfazione di sentire qualcosa di decente, ci credo che ti attaccano perchè vivono sull’ignoranza delle persone, se gli fai sentire un’amplificatore che suona come si deve smettono di comprare tutte quelle cavolate e questi falliscono.

  • Dopo circa trent’anni di onorata carriera da appassionato di musica e della sua riproduzione, sono giunto ad alcune conclusioni: l’ambiente hifi è infelicemente caratterizzato da dogmi e verità rivelate che scaturiscono da una sinistra quanto efficace mistura di incompetenza e furbizia truffaldina. Non voglio stare qui ad elencarle, basta leggere con attenzione questo bellissimo sito per farsene un’idea abbastanza chiara. Quel che mi preme rimarcare è che, a mio avviso, sono ben pochi gli appassionati che hanno avuto la fortuna di ascoltare un amplificatore a valvole progettato e realizzato come Dio comanda. Temo che la maggior parte sia alla perenne ricerca del Santo Graal passando da un catorcio più o meno costoso all’altro. Io ero tra questi, con la testa piena di luoghi comuni e fisime audiofile, finché un bel giorno mi è capitato di passare da uno dei suddetti catorci (o ciofeche, chiaviche, morticini, come vi pare) che rispettavano appieno il sacro verbo del guru di turno, ad una creazione di Stefano Bianchini, ed ecco l’effetto “mascella cadente”: cosa cavolo avevo ascoltato fino ad allora? Non la voglio fare lunga, neanch’io sono sul libro paga di Bianchini, dico solo questo:
    ottimi TU, ma soprattutto un progetto serio che può solo scaturire dalla passione e da tanta ma tanta competenza. Ebbene sì, c’è anche la controreazione, ma suona, cavolo se suona! Per quel che mi riguarda, il mio Graal l’ho trovato…

  • Gozer il distruttore non ha ascoltato l’apparecchio prima di modificarlo, visto lo schema ha sentenziato che non andava. Dalla parte invece dei proprietari degli amplificatori (e la cosa potrebbe valere anche per questi “tecnici”) c’è un rifiuto dell’evidenza, se sentono un’apparecchio che va bene e sanno che c’è controreazione o è stato fatto usando criteri considerati errati dalla stampa di settore iniziano ad arrampicarsi sugli specchi per dire che il loro ha suonato peggio per qualcosa di esterno. Io ho iniziato la mai carriera seguita da Mariani il progettista di Graaf, lui mi diceva “Le cose che dicono nei forum e sulle riviste imparale a memoria che se no sembri ignorante quando parli, se fai un’apparecchio digli che è fatto come vogliono loro, ma quando lo fai fallo fatto bene”, ma io per mio carattere non riesco a essere falso. Ti consiglio la lettura di un’articolo di Diego Nardi, forse l’unico con cui riesco ad essere d’accordo. https://www.stereo-head.it/2013/05/riflessioni-di-un-ex-audiofilo/

    Io spesso mi sento come il tizio del finale del vecchio film “l’invasione degli ultracorpi”, mi appassiona quello che faccio ma è frustrante trovarsi in un mondo che sembra rifiutare l’uso del buon senso e dove sono discriminato perchè non mi conformo alle loro idee, ho l’impressione di lottare contro degli estremisti religiosi, a volte cestino dei commenti che lasciano sulle pagine che sarebbero anche passibili di denuncia…

  • Che dire… Magari è da segnarsi di ascoltare chi propone modifiche solo se quel qualcuno ha ascoltato l’impianto nelle condizioni attuali e assicura di farlo pure post modifiche. Insomma, se nel caso specifico fosse andata così la vedo dura arrivare a negare l’evidenza… E se quel qualcuno non accetta queste condizioni, farci una x sopra e cercare qualcun’altro, e se non si trova nessuno ci si tiene l’impianto corrente.

  • Vi racconto una strana storia, dal titolo: LA CONTORTA MENTE DELL’AUDIOFILO.

    Realizzato l’ampli ci sono state diverse occasioni di ascolto con amici, uno di questi, rimasto affascinato dal suono mi propone di venderlo, tanto io lo avrei potuto realizzarne un’altro. Vista l’amicizia e la generosa offerta lascio l’ampli in prova. Dopo averlo ampiamente ascoltato decide di tenerselo, ed era soddisfattissimo!!!

    Le cose procedono bene, fino al giorno che gli hanno messo in testa che sostituendo tutte le valvole con delle pregiatissime nos le cose sarebbero andate ancora molto, ma molto meglio. Io ingenuamente avevo raccontato dell’ingloriosa fine di una KT77 difettosa che aveva anche mandato in fumo un paio di resistenze durante le prime prove di accensione di questo amplificatore.

    Dovendo fare un cospicuo investimento in tubi decide di portare l’ampli da un guru delle valvole conosciuto ad una mostra di HI FI e consigliato da un’altro amico per una verifica generale dello stesso,
    non l’avesse mai fatto! è stato l’inizio di un incubo e la perdita di un’amicizia!

    Il guru visto il tutto sentenzia: ti hanno titrato un pacco, l’ampli con questo schema NON può funzionare, è NORMALE che le valvole si siano rotte ecc… ecc… Quindi inizia a fare tutta una serie di modifiche al circuito, ma quella fondamentale fu togliere la controreazione, tutti gli ampli BUONI sono senza controreazione, configurare a triodo, riprogettare completamente il driver.

    Il poveretto paga il salato conto e riprende l’oggetto accusando me di avergli venduto un ampli ROTTO! (????) che mai avrebbe potuto funzionare! (lo aveva ascoltato contentissimo fino a quel momento). Mostrandomi una bustina di componenti sostituiti che erano la prova della mia TRUFFA, in pratica il guru ha lasciato gli zoccoli delle valvole e il potenziometro del volume. (NOTA SB-LAB: Alberto aveva usato fior di condensatori Mundorf tutti acquistati da AudioKit di Roma, consigliati dagli stessi tecnici di AudioKit, e così per le resistenze e gli altri componenti!).

    Mette su le sue ipercostose NOS e si mette all’ascolto. Ma!? La potenza non sembra più sufficiente, l’amplificatore ha perso energia, non suona più bene come prima non riesce a pilotare le casse? le frequenze basse spanciano in modo fastidioso, come mai?

    Gli spiego cosa vuol dire configurare una EL34 a triodo = 4 w se ti va bene. Ancora più arrabbiato torna dal guru per chiedere di tornare a far suonare “forte” l’ampli. CERRRTO risponde lui, ti faccio subito un preventivo per la modifica, magari lo mandiamo in ultra lienare per farlo andare meglio! Altri soldi ? Certo io lavoro!

    Quindi viene da me con la sua bustina di componenti chiedendomi con la coda tra le gambe di riportarlo alla configurazione originale, naturalmente gratis…….. Gli ho proposto di riacquistare l’apparecchio a metà prezzo, vedremo se si rifarà vivo.

    Nel mondo dell’hifi, in particolar modo nello strano mondo delle valvole, ogni tecnico è più bravo di chi lo precede, tutti hanno la ricetta magica per far suonare beni questi strani cosi chiamati tubi, gli altri sono inetti, un apparecchio autocostruito seppur ascoltato confrontato e apprezzato è dubbio se criticato da un GURU, si da fede al terzo e non all’amico, e per concludere quando si parla di PSICO ACUSTICA credo ci si riferisca a questo tipo di persone.

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