Autovox Bikini Ra 441 – Come sentire l’FM sul modello senza FM

Questa è un’altra autoradio ricercata per i restauri delle FIAT 500, il modello dotato mativamente di FM è difficile da trovare, invece si trova più facilmente il modello dotato di sola AM, in questo articolo vi illustro come riesco a convertire alla ricezione dell’FM anche il modello che nasce senza, aumentandone anche la potenza e la qualità dell’audio rispetto il modello orginale con FM nativo.

Come per la piper anche questa viene smontata e revisionata, poi è apportata una modifica al circuito e successivamente viene installato il modulo FM.

A questa ho cambianto anche la lampadina che illumina la manopola della sintonia…

Finito il lavoro sulla metà del ricevitore modifico la metà con l’amplificazione audio, l’originale circuito ha un riferimento al positivo e la linea di accoppiamento audio risulta flottante e quindi incompatibile con il segnale audio del modulo FM che risulta riferito al negativo, essendo la modifica veloce e semplice ho preferito rimpiazzare l’originale circuito con un’amplificatore single chip da 8watt (rispetto i 2 watt originali) e che ha una qualità sonora molto migliore, qualcuno potrebbe inorridire di questa modifica invasiva ma altri potrebbero trovarla interessante. Per i puristi è possibile non modificare la parte audio accoppiando il segnale con un piccolo trasformatore interstadio per radio a transistor ma si ha un risultato audio di qualità molto mediocre.

Questa modifica mantiene il funzionamento del controllo di tono, e all’inizio del video sotto mostro appunto il controllo di tono che fa il suo lavoro.

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1 Responses to Autovox Bikini Ra 441 – Come sentire l’FM sul modello senza FM

  • Ottima comunicazione e competenza, sopratutto disponibilità nella post vendita. Spero presto di realizzare insieme altri progetti.Grazie

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RD218 Radio Marelli – Restauro

Questa radio mi è stata consegnata dopo un tentativo malriuscito di riparazione che è consistito nella sostituzione della funicella di sintonia e nell’imbrattamento di tutto il telaio con olio lubrificante, o meglio con il solito lubrificante per contatti che le ferramenta vendono ai riparatori improvvisati al posto di un più consono disossidante, che una volta irrorato dentro la malcapitata radio forma un fango di sporco e unto che rovina ogni cosa, nelle foto qui sotto si può osservare il disastro provocato dal lubrificante che si è mescolato con tutto lo sporco che era presente nella radio.

Ci ho messo un pomeriggio per ripulire tutto con questi risultati…

Il resto del lavoro di restauro è consistito nel cambiare quasi tutte le resistenze ad impasto di carbone originali marce con nuove resistenze e un paio di condensatori a carta in perdita.

Ho eliminato anche un condensatore da 100uF messo dal riparatore subito dopo la 5Y3, la radio ronzava perchè il resistore di neutralizzazione da 470ohm era variato oltre i 600ohm.

Alla prima accensione dall’altoparlate scaturivano fischi fortissimi, chi ci aveva messo le mani l’aveva riconnesso in modo errato, mi sono messo quindi a sistemare le connessioni verso il trasformatore d’uscita e la linea di feedback, poi ho dovuto sostituire il potenziometro del volume perchè non regolava niente, la banda resistiva interna risultava come interrotta da un certo punto in avanti, nel video qui sotto eccola in funzione:

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Risolvere il ronzio nelle radio d’epoca – Neutralizzazione del ripple – Regolazione Antironzio

Premessa: Questo articolo non è esaustivo, ma si focalizza sulla problematica delle radio che hanno il trasformatore d’uscita con presa anti-ronzio. Si parte dal presupposto che si possieda una radio già riparata in tutte le sue parti ed esente da problemi circuitali, ma che, nonostante ciò, continui a presentare un fastidioso ronzio nell’altoparlante.

Ronzio in altoparlante, cosa non fare…

Assolutamente, non montare nella radio condensatori elettrolitici maggiorati! Mi capita spesso di trovare condensatori da 100, 220 o 330 µF montati dentro una radio d’epoca. È una cosa da NON fare assolutamente, perché la radio non usa diodi al silicio come raddrizzatori, ma una valvola raddrizzatrice, che non è in grado di sopportare i picchi di carica di condensatori così abbondanti. Questo potrebbe portare all’esaurimento della valvola o, peggio, a una scarica interna che potrebbe distruggere il trasformatore di alimentazione!

Cos’è la spira antironzio?

Osserviamo questo schema: è una situazione abbastanza comune, soprattutto nelle radio degli anni ’50 e ’60. La tensione anodica livellata proveniente dalla valvola raddrizzatrice entra nella presa “I” del trasformatore d’uscita e percorre l’avvolgimento fino alla presa “F” per arrivare alla placca della finale audio. Il pezzo di avvolgimento compreso tra “I” e “L” viene chiamato “spira antironzio”; in realtà è un numero variabile di spire, compreso tra circa 5 e una ventina di spire. A cosa serve?

All’epoca non era economico produrre condensatori di grossa capacità. Oltre ad essere costosi, sarebbero stati molto ingombranti e, soprattutto, le valvole raddrizzatrici non sarebbero state in grado di erogare correnti così abbondanti senza guastarsi, specialmente nei ricevitori che dovevano essere economici e nei quali, quindi, non si mettevano induttanze di filtro per scelta commerciale. La spira antironzio è un pezzetto di avvolgimento posto in opposizione rispetto a quello primario, proprio come se fosse un push-pull, ma al contrario; dell’avvolgimento primario è molto corto. All’uscita di questo avvolgimento è sempre presente una resistenza (nello schema di esempio, 470 ohm) che va poi al secondo condensatore di disaccoppiamento (50 µF nell’immagine) da cui vengono alimentate tutte le altre valvole presenti nella radio. Assumendo che la tensione di alimentazione proveniente dal raddrizzatore presenti del ripple, udibile in altoparlante, la corrente che scorre nella spira antironzio induce nel nucleo un’ondulazione opposta a quella indotta dal primario, andando di fatto a silenziare, o nel gergo corretto a “neutralizzare”. Ora, la neutralizzazione è una questione di equilibrio molto preciso, perché l’ampiezza del segnale indotto dalla spira antironzio deve essere esattamente uguale a quella indotta dal primario. Se essa è maggiore o minore, il ronzio sarà ancora udibile in altoparlante, non indotto dal primario, ma dalla stessa spira antironzio!

Al momento della costruzione della radio, il rapporto tra il numero delle spire antironzio e la resistenza posta in serie era stato calcolato e verificato. Tuttavia, dopo tanti anni, il variare del valore di tutte le resistenze montate nella radio, unito al cambiamento dell’efficienza delle valvole, ha sbilanciato questo equilibrio. Inoltre, non possiamo dimenticare i casi in cui il trasformatore di uscita si è guastato e sia stato sostituito con un ricambio non perfettamente identico. Infatti, uno potrebbe trovare un trasformatore d’uscita per EL84, ma non essendo specifico per il modello preciso di radio su cui viene montato, anche se ha una EL84, il numero di spire avvolte come antironzio potrebbe non essere lo stesso, e la radio potrebbe continuare a ronza.

Stessa cosa potrebbe capitare montando il mio trasformatore di uscita universale

Che è dotato di presa antironzio, ma essendo universale è stato creato con un certo numero di spire di default. Come si fa allora quando il sistema antironzio non funziona? Per regolare la neutralizzazione antironzio è necessario agire sulla resistenza posta in serie all’avvolgimento. Nell’immagine di esempio che ho postato è indicato un valore di 470 ohm, ma i valori che si possono trovare sono numerosi: 600 ohm, 1 k?, 1,2k?, 1,3k?, ecc.

Il sistema più semplice per trovare il valore giusto di questa resistenza è scollegarla momentaneamente e al suo posto inserire un reostato (sottolineo: reostato, che deve essere in grado di reggere una certa corrente e dissipazione senza guastarsi, quindi non un potenziometro a carbone). Accendere la radio tenendo il volume al minimo, in modo che in altoparlante si oda solamente il ronzio a 50 Hz, e poi variare il reostato fino a trovare il punto in cui il ronzio scompare quasi completamente. Poi, spegnere la radio, misurare col tester il valore resistivo del reostato e sostituire la resistenza fissa presente nella radio con una che abbia un valore molto vicino a quello misurato sul reostato.

Ecco come ho realizzato questo strumentino comodo comodo…

I materiali che ho usato sono: un reostato LESA da 1 k?, una resistenza fissa da 1 k? e 5 watt, un interruttore e una scatolina stampata su misura con la stampante 3D. Se avete a disposizione un reostato da 2 k?, la resistenza e l’interruttore non sono necessari. Io avevo solo un reostato da 1 k? e, per utilizzare ciò che avevo in casa senza acquistare altri materiali, ho fatto così. La scatolina è indispensabile, considerando che nel reostato entra la tensione anodica, e maneggiarlo a nudo potrebbe essere pericoloso per l’incolumità.

Scatoletta chiusa, un pezzo di filo, 2 coccodrilli, la manopola più brutta che ho trovato, e il gingillo è pronto all’uso. Poi può tornare utile anche per altre cose.

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2 Responses to Risolvere il ronzio nelle radio d’epoca – Neutralizzazione del ripple – Regolazione Antironzio

  • Devi cambiare il valore della resistenza in serie alla presa antironzio, per trovare il valore giusto seguendo la guida di questo articolo che hai commentato

  • Salve mi hanno regalato una radio d’epeca SV39 ho cambaiato parecchi condensatori in perdita pero’ sento un po di ronzio di 50 Hertz nella bassa frequenza. Che devo fare lavorare nell’antironzio. Sono radioamatore nominativo: IK5YZZ Grazie da Pisa mi chiamo Giovanni

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