Schadeode e Triodi Virtuali – Un’interessante alternativa all’ultralineare

  • Maggiore Potenza
  • Minore distorsione
  • Utilizzabile anche in Single Ended

Schade Feedback o Partial Feedback – Migliore dell’ultralineare ?

Ripeto spesso ai miei clienti che il suono delle valvole di per sè non esiste, che a suonare è tutto l’amplificatore nel suo insieme e che se lo sai progettare bene, su per giù, puoi far suonare qualsiasi valvola più o meno come qualsiasi altra. Non parliamo di amplificatori zero feedback dove diventa una gara a chi distorce nel modo più “soggettivamente bello” ma di circuiti pensati per essere HiFi e riprodurre bene il segnale senza troppe colorature,  in buona sostanza non vogliamo che la “Monna Lisa” assomigli a un quadro di “Jackson Pollock”.

Nella mia esperienza una delle valvole più ostiche da addomesticare è stata sicuramente la EL84. La EL84 è un pentodo da 12watt di dissipazione con una resistenza interna di ben 38k. Con una resistenza interna così alta è stato anche difficile produrre un trasformatore d’uscita (pushpull) che rendesse bene sulle basse frequenze perchè l’induttanza primaria necessaria era davvero alta e per raggiungerla si finiva a pregiudicare l’estensione in alto. Questo pentodo è stato molto diffuso nelle vecchie radio d’epoca e in amplificatori valvolari per chitarra elettrica, come il famosissimo VOX AC30. Sostituiva la 6V6 nei circuiti che montavano valvole Noval. Però su una radio l’estensione in basso non era importante in quanto i piccoli trasformatori d’uscita utilizzati all’epoca spesso non scendevano sotto i 500Hz per concezione, lo stesso dicasi per gli amplificatori da chitarra che non dovevano produrre frequenze molto basse e dove comunque la distorsione era ricercata. In HiFi molti circuiti dal disegno classico che utilizzano la EL84 finiscono per avere un suono abbastanza tipico, vintage, che mentalmente associo al suono della EL84. Supratutto sui pushpull dove la Ri raddoppia e diventa necessario fare tanto NFB se si vogliono raggiungere tassi di smorzamento un minimo decenti come in questo clone Dynaco 410, ruggente, dal suono antico e per i miei gusti decisamente poco piacevole. In ultralineare la sistuazione non migliore di molto e per altro la EL84 non ti da nemmeno la soddisfazione di dire, “la connetto a triodo!”… Connessa a triodo la curve hanno una pendenza molto accentuata, solitamente in questi casi si utilizza un trasformatore con un’impedenza elevata e si allunga in tensione ma… NO! Il datasheet della EL84 consiglia di non superare (tensione statica) i 300volt Placca e G2, quindi o ci si riduce come qualcuno che ha prodotto dei ridicoli SE con la EL84 a triodo da 0,4Watt o pushpull da 2Watt poi nascondendo la propria incapacità affermando che “è il suono che conta”, oppure si prende un’altra strada più sensata.

Anche se l’avevo già usato in passato, solo oggi ho preso la palla al balzo per parlare in modo approfondito di un tipo di circuito chiamato Schadeode o Partial Feedback.

(Tipo 1)

Questa topologia di circuito è definita dall’uso di 2 resistori, uno porta il segnale di placca sulla griglia controllo e l’altro è posto in serie al segnale di ingresso, essendo questi 2 segnali in opposizione di fase, alla griglia giunge un segnale differenziale che è il prodotto della reciproca sottrazione dei 2 mediato da queste resistenze, esso è un loop di feedback locale dalla placca alla griglia. Questo loop di feedback fornisce dei vantaggi: abbassa la distorsione, la resistenza interna della valvola e il rumore, estendendo al contempo la larghezza di banda del circuito. Poiché il ciclo di feedback è così breve, questo sistema di feedback trova pochi dei problemi di instabilità solitamente associati all’uso del feedback ad anello. La quantità di controreazione applicata dipende dai valori di R1 e R2. Questo sistema implica che il generatore di segnale, ossia lo stadio che pilota la finale, esca con una Zout molto bassa, tipicamente uno stadio ad inseguitore o un SRPP, la cui Zout sia irrilevante rispetto il valore di R1. Volendo invece fare uno Schade Feedback verso uno stadio che esce di anodo si figurerebbe un circuito con questo aspetto:

(Tipo 2)

In questa variante di circuito il tasso di retroazione applicata dipende dal rapporto che R1 ha verso R2/R3 e la Ri del triodo pilota. Rispetto il circuito con le resistenze dove è virtualmente possibile fare quanto NFB si vuole (in quanto le resistenze sono perfettamente lineari) qui si è limitati dalla linearità dello stadio pilota che ad un certo punto sarà spinto dal segnale proveniente da R1 in zona di saturazione/interdizione provocando una forte distorsione proveniente proprio da questo elemento.

Iniziamo però a vedere in dettaglio quello che fa questo circuito e perchè dovrebbe essere migliore della connessione ultralineare. Come scritto ad inizio pagina si ha maggiore potenza rispetto all’ultralineare. Il pentodo ha la massima resa in termini di potenza trasferita al carico (40/50% in alcuni casi anche il 60%) ma anche la massima Ri mostrata al trasformatore e generalmente un tasso di distorsione alto, un pentodo connesso a triodo o un triodo vero e proprio invece ha il rendimento minimo in termini di trasferimento di potenza (20/25%) ma anche una Ri molto più bassa mostrata al carico e un basso tasso di distorsione. In ultralineare si ha un rendimento intermedio sia in potenza che in termini di Ri mostrate al carico e distorsione. Poi come se non fosse finita la connessione ultralineare trova larga applicazione nei pushpull ma sull’uso nei single ended risulta limitativa, sconveniente… produce solo poca potenza in più rispetto la connessione a triodo ma con molta più distorsione, anche se nonostante questo molti distorsofili continuano ad utilizzarla proprio perchè non sono amanti dell’alta fedeltà ma appunto della distorsione, come si può vedere qui. Di fatto la connessione ultra lineare in single ended non ha senso, ne ho già parlato qui.

Con la connessione Schadeode invece è possibile avere il rendimento di potenza di un pentodo con una Ri mostrata al carico ed una distorsione volendo anche inferiori alla stessa valvola connessa a triodo, ed è possible utilizzarlo profiquamente anche in Single Ended!!! Volere la moglie ubriaca e la botte piena, in questo caso si può! Incredibile? Guardate i grafici qui sotto, paragoniamo prima la EL84 a pentodo alla stessa connessa a triodo…

Pentodo Triodo

Poi guardiamo le curve della EL84 in ultralineare, al 20% e al 40%, come viene indicato dal datasheet della valvola, in questo caso come già sapete le curve sono valide solo se il punto di lavoro viene posto alla tensione di 300volt, e non è possibile spostarlo sopra o sotto questa tensione senza cambiare completamente il grafico come già spiegato in un’altro articolo…

Come è possibile vedere, la EL84 in UL che sia al 20 o al 40% non ha delle curve entusiasmanti, si perde potenza senza quasi niente in cambio, quandi conviene lasciarla connessa a pentodo, ma vediamo con la connessione Schadeode, che il software di uTracer mi consente di simulare, come diventano le curve. NOTA: tutti i grafici sono stati acquisiti da una vera EL84 inserita nel tracciacurve e non sono frutto di simulazioni al computer.

Come si vede i limiti di corrente/tensione sono gli stessi della valvola che funziona a pentodo, quindi ad esempio una retta di carico alla sinistra del grafico, può arrivare fino a 50volt con 100mA di corrente trasferendo la stessa potenza che la valvola erogherebbe a pentodo, ma le curve hanno pressochè la stessa pendenza della EL84 connessa a triodo. Nella connessione realmente a triodo la stessa retta di carico si fermerebbe con la saturazione della valvola a 150volt / 75mA trasferendo quindi molta meno potenza. Praticamente una EL84 a triodo che riesce ad erogare la stessa potenza di una EL84 a pentodo. Me vediamo cosa succede aumentando il tasso di retroazione locale:

I limiti sono ancora quelli della EL84 connessa a pentodo ma la pendenza della curve e il guadagno sono molto diminuiti, ossia la sua resistenza interna è diminuita e ora servono fino a -36volt per portarla in interdizione, di fatto abbiamo creato un triodo nuovo che non esisteva. Niente a che vedere con l’ultralineare e poco importa se verso l’alto le curve non proseguono come nei triodi veri perchè la retta di carico normale non arriverà mai in quella zona. L’abbassamento della Ri della valvola virtuale poi diventa utile per aumentare il tasso di smorzamento senza l’uso di NFB ad anello, ma con questo tipo di controreazione ancora meno dannosa di quella convenzionale. Nota per chi volesse fare esperimenti: il punto di lavoro statico (tensione/corrente/polarizzazione di griglia) si stabiliscono sulle curve della valvola a pentodo, perchè il funzionamento a triodo virtuale avviene in regime dinamico ma non su quello statico.

Qui sotto i link a qualche sito esterno che parla dello stesso argomento:

Tube CAD

Bertola Valves

Su questo sito potete trovare il progetto alimede con la EL84 pilotata in Schade Feedback con una 5842 come driver, il vecchissimo progetto libero con il single ended con la 6JZ8 (il fattore di smorzamento di questo circuito resta basso in quanto il tasso di feedback locale è basso a sua volta). E a breve dovrebbe arrivare un progetto premium di un pushpull con le EL84 dove tenterò di ottenere un fattore di smorzamento accettabile senza uso di feedback ad anello, della potenza di 15 watt. Inoltre per completare il discorso va detto anche che lo Schadeode può essere utilizzato con qualsiasi valvola, anche un triodo, ottenendo l’abbassamento della sua resistenza interna.

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6 Responses to Schadeode e Triodi Virtuali – Un’interessante alternativa all’ultralineare

  • Hai sbagliato perchè facendo come hai fatto tu il segnale di Nfb risale il potenziometro e arriva sull’uscita della sorgente, quindi la R in serie al segnale non è il valore che hai stabilito ma quella resistenza più quella del potenziometro in base a come lo hai regolato + quella della sorgente, va messo obbligatoriamente un buffer per interrompere la propagazione e fissare dei valori di controreazione fissi.

  • Il primo l’ho provato per un pre di linea con solo un triodo di segnale per canale (senza trasformatore d’uscita) e un pot del volume da 10Klog in ingresso, ma ho dovuto mettere in parallelo a R1 una piccola capacità per recuperare banda… ha una dinamica superiore rispetto la configurazione senza controreazione, insomma, interessante giocarci sopra

  • I 2 circuiti dovrebbero essere equivalenti, solo che portando indietro il segnale di NFB sulla placca del driver si è limitati nel tasso di controreazione che si può applicare per problemi di linearità dello stadio driver di per sè (PS se il driver è un pentodo funziona meglio rispetto se è un triodo), non vedo dove potrebbe essere limitata la banda passante, nel circuito il collo di bottiglia maggiore alla banda passate è sempre il trasformatore d’uscita, non prendendo segnale dal secondario del trasformatore si riesce effettivamente ad estendere meno la banda passante rispetto un circuito con NFB ad anello, ma in questo caso se il trasformatore copre come dovrebbe la banda udibile è abbastanza, non dovrebbero sorgere problemi legati alle rotazione di fase come capita con l’NFB ad anello. Cmq in linea generale avendo simulato qualche circuito come distorsione va meglio il primo circuito con solo le resistenze, a livello di analisi di spettro è molto più pulito, anche se obbliga a mettere uno stadio ad inseguitore tra driver e finale o a usare un SRPP.

  • si, scusa, al secondo esempio

  • A quale schema ti riferisci? non ci sono schemi a parte 2 teorici e le curve della valvola con 2 tassi di local feedback diversi, ma non sono riferiti a gli schemi sopra, sono solo esempi.

  • Se non sbaglia la simulazione, il secondo schema ha una risposta in frequenza inferiore a quella ottenibile con il feedback d’anello e riduce un po’ quella ad anello aperto

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Music Angel Meng Mini X3 – Upgrade

Questo amplificatore Music Angel si colloca nella fascia dei cinesi modificabili, diciamo che al contrario di altre scatole di montaggio probabilmente non conviene comprarlo con il solo scopo di modificarlo, però se ne trovate uno usato a buon prezzo oppure lo avete già comprato e accantonato perchè non vi piace potete prendere la palla al balzo o divertirvi con un pò di fai da te.

Da originale

(Nota: questa prima parte dell’articolo è molto vecchia, da qui le strumentali con strumenti poveri) Ho iniziato con il vedere le strumentali dell’apparecchio originale che come mi aspettavo erano molto ma molto scarse, senza star a snocciolare troppi dati basta dire che i trasformatori d’uscita originali a 50Hz erano già a -3dB, la banda passante in alto “sembra” molto estesa, “sembra” avanzare fino a 60/70khz… Ho detto “sembra” perchè in realtà questi trasformatori d’uscita da circa 8/9khz in su hanno una risonanza con una rotazione di fase molto marcata e fortissime distorsioni conseguenti a questo fatto, mentre il fattore di smorzamento è inferiore a 2. Mostro le analisi di spettro e l’aspetto dell’onda quadra che evidenzia benissimo la risonanza di questi trasformatori.

Spettro a 1 Watt

Spettro poco prima del clipping

Quadra a 1khz

Quadra a 10khz

Ho quindi smontato completamente l’apparecchio e ho scoperto anche che internamente aveva diversi punti di ruggine…

Questi i trasfomatori originali (il TA e uno dei TU)

Il trasformatore di alimentazione Music Angel tende a sedersi, infatti sebbene monti le EL34, da originale, le fa funzionare con una corrente di bias molto limitata quindi ho pensato di utilizzare delle 6V6GT che meglio si adattano al trasformatore in dotazione a questo apprecchio, usare valvole più grosse non avrebbe senso perchè non si riuscirebbe a portarle in potenza. I trasformatori d’uscita sono i miei SE5K6-UNI che, privati delle calotte, hanno le stesse dimensioni dei trasformatori originali, recuperando le 2 staffe a “L” è possibile rimontarli sul telaio con le sue coperture.

Per fare un circuito semplice e con simpatiche valvolette “snobbate” dagli audiofili con la puzza sotto al naso ho scelto come pilota le PC88 o EC88…

Le 6V6 funzionano a pentodo, c’è la solita controreazione assolutamente necessaria per un suono decente e siccome non c’era spazio per inserire un’induttanza di filtro ho adottato un multiplicatore di capacità a stato solido. Lo schema premium è qua sotto:

Vediamo la realizzazione di “C.R.”

Strumentali:
Potenza 3,5Watt RMS per canale (prima del clipping)
Distorsione THD @ 1 watt: 0,98%
Smorzamento DF: 20
Banda passante: 10Hz – 42khz -1db

Analisi di spettro

Banda passante su carico resistivo

Banda passate su carico reattivo

Quadre a 100hz – 1khz – 10khz

Triangolare a 1khz

Come suona?

Ho comprato questo mini x3 ad un prezzo molto basso per poterlo modificare. Confermo che originale le doti sonore si questo ampli sono tutt’altro che buone. La costruzione è abbastanza semplice, e i particolari circuitali li lascio descrivere a lui. Io dico solo che acceso, l’ascolto mi ha lasciato senza parole, un ampli così economico che suona così bene non l’avevo ancora sentito, mi piace anche di più di roba più complessa e costosa. 3,5w di goduria sonica. Ottimo circuito e ottimi i soliti TU. Stefano si è superato ancora una volta. “R.C”.


E qui sotto la realizzazione di “S.Z.” in Bianco

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Preamplificatore / DAC + RIAA MM con uscita a trasformatori basato sulla valvola 6BX7 / 6BL7

Per questo progetto, frutto del secondo lock down, ho preso spunto da diverse cose e da diverse esperienze, ho miscelato l’esperienza del granny27 e del nibiru per ottenere un preamplificatore DAC con uscita a trasformatori, similmente al vecchio progetto euridice ma con una marcia in più perchè sono riuscito a sfruttare (grazie all’esperienza maturata su nibiru) un’effetto di suono tridimensionale o palcoscenico controllato  e ottenuto combinando volutamente l’effetto di un’elemento induttivo (nel nibiru era un’induttanza, qui un trasformatore) e di un blando ma preciso tasso di controreazione, calibrato per non essere troppo poco e dare un suono slabbrato o sfocato da circuito zero feedback nè essere troppo elevato e schiacciare tutti gli strumenti contro la parete, ma la giusta via di mezzo tra tridimensionalità e messa a fuoco dei suoni per diventare godibile senza andare in contro a sporcature, quel moderato, ponderato e positivo uso della controreazione che tutti quelli che continuano a sbandierare lo zero feedback non capiranno mai. Questo progetto lo pubblico come premium.

Per non andare in contro ai problemi che ho avuto sul granny27, che alla fine è stato caricato con un CCS a transistor, suonando anche molto bene ma non facendo quello che volevo, ho utilizzato una valvola con una resistenza interna più bassa, una 6BX7…

La 6BX7 (e il suo ecquivalente 6BL7) è un doppio triodo di potenza, ha la stessa zoccolatura della 6SN7 ma può dissipare 6watt per ogni placca e ha una resistenza interna di 1300ohm e un Mu di 10, assomiglia abbastanza alla sezione di potenza di una 6EM7, questa valvola è adatta per fare amplificatori da cuffia, preamplificatori linea, finali con potenze molto piccole o come driver per valvole molto grosse come 300B / 845 ad esempio. Per questo progetto ho realizzato un nuovo trasformatore interstadio l’ i12K600

Questo trasformatore ha un primario da 12k e un secondario da 600ohm con presa centrale, e sopporta una corrente dc di 10mA, è possibile utilizzarlo con valvole che abbiano una Ri da 1700ohm a scendere, cito quindi le 6BX7 – 6BL7 ma anche le 5842 e la 417a, nel mio caso avendo già a disposizione un segnale forte proveniente da un DAC ho quindi preferito la 6BX7, con il suo basso mu e il fattore di discesa del trasformatore sono riuscito a dare a questo pre un guadagno quasi unitario nonostante la valvola amplifichi realmente, quindi dia al suono il suo carattere decisamente bello (non come tutti quegli inutili buffer da 2 soldi che vendono su internet con la valvola collegata ad inseguitore messa li solo per far mostrina mentre pugni di opamp fanno il lavoro vero e proprio).

Per fare qualche esperimento ho inserito nel pre oltre a un DAC anche un preamplificatore a jfet che usa dei BF256 e dei 2SK170, c’è quindi un commutatore che permette di passare dal DAC al pre fono ad una presa AUX per sorgenti esterne.

Per iniziare ho costruito l’alimentazione in un telaietto separato, per poter allontanare il trasformatore di alimentazione dagli interstadio in modo da non introdurre ronzii (problema che ebbi con il granny27). L’alimentazione anodica l’ho ottenuta con una piccola 6X5GT in quanto la corrente massima assorbita dallo stadio con la 6BX7 è di 20mA media e costante lavorando in classe A la 6X5GT è assolutamente dimensionata in modo corretto potendo erogare fino a 70mA non è per niente tirata per il collo, durerà a lungo ed è possibile utilizzare una valvola NOS reperibile a basso costo, in quanto snobbata dalle masse perchè i guru gli raccontano che per alimentare i 5/10mA di 6SN7 serve almeno una 5U4GB o una GZ34 con dei 470/1000uF di condensatori dopo “perchè la valvola ha bisogno di corrente” ovviamente nemmeno sanno la differenza tra corrente e tensione o cosa sia la resistenza di uscita di uno stadio, che nulla ha che vedere con quanto sia grossa la valvola raddrizzatrice che hai usato.

Dopo la 6X5GT ho messo una cella CLC, come nel granny, fatto con un vecchio condensatore a vitone NOS philips le cui caratteristiche elettriche fanno impallidire molti condensatori moderni (anche audio grade), per sfizio poi visto che volevo il silenzio assoluto dal punto di vista strumentale ho voluto sopprimere il poco ripple rimasto (10/20mVpp) con un moltiplicatore di capacità che si vede a sinistra dopo il ponte raddrizzare verde che invece raddrizza l’alimentazione a 24volt del pre riaa.

Mio personale godimento nell’usare vecchi componenti: nel moltiplicatore di capacità assieme al BUX85G si può vedere un vecchio BC207 NOS, nel video qui sotto si può vedere il lavoro del moltiplicatore, scala dell’oscilloscopio 20mV quadretto (quindi il rumore residuo è comunque molto poco), la traccia in basso è quella prima del motiplicatore, la traccia in alto quasi piatta è quella dopo il moltiplicatore. Le ondulazioni a bassa frequenza che si osservano sono assestamenti della tensione di rete e sono da ignorare, il moltiplicatore non è uno stabilizzatore.

Passando invece al telaio del pre vero e proprio, si vede l’anodica disaccoppiata da una cella RC formata da una resistenza da 22ohm e un condensatore carta olio NOS da 2,5uF della migliore qualità, uno sprague di quelli destinati all’aviazione che ha le viti per essere bloccato al suo posto e non strapparsi dal circuito con la forza di accelerazione.

Forse non tutti sanno che i carta olio in audio andrebbero usati così, sulle alimentazioni danno il loro meglio, messi lungo il segnale o ancora peggio nei crossover tendono a cancellare asprità ma anche parte del dettaglio sonoro, in gamma alta sopratutto…

Il trimmerone che si vede in questa foto serve per bilanciare perfettamente i 2 canali, essendo la tasso di NFB molto basso (circa 2dB) e per quando la valvola possa avere la 2 sezioni matchate non sarà mai perfetta, quindi ho messo questo trimmer per regolare sotto oscilloscopio i 2 canali perfettamente allo stesso livello. Per farlo non ho toccato il segnale di ingresso, per non introdurre disturbi, ma ho fatto un bilanciamento fine sul segnale di NFB, in modo da portare il guadagno dei 2 triodi ad esattamente lo stesso livello.

La 6X5GT

Strumentali: La distorsione anormica del circuito è dello 0,78% con un’uscita di 8Vpp (oltre il massimo che viene normalmente erogato, 6Vpp quando lavora con il DAC) e la banda passante è 30Hz / 35khz -1dB sempre alla stessa ampiezza.

Come suona

Ho fatto qualche esperimento con i bypass degli elettrolitici di catodo della 6BX7, provato polipropilene, acetato di cellulosa etc… ho trovato il mio optimus con il polipropilene (preferisco tanto dettaglio), suono ricco e piacevole, la gamma alta è frizzante, ottima separazione, voci ben focalizzate al centro della stanza, e buon palcoscenico. Sono pienamente soddisfatto.

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8 Responses to Preamplificatore / DAC + RIAA MM con uscita a trasformatori basato sulla valvola 6BX7 / 6BL7

  • Ho realizzato questo preamplificatore su progetto SB. Ora sta in coppia con un finale se di kt88/6550 sempre by SB, il risultato è semplicemente impressionante: la presenza degli strumenti, la trasparenza e la tridimensionalità sono da primato. Rispetto all’uso del finale da integrato con il suo controllo di volume, è come se una tenda venisse tirata via dal fronte sonoro. C’è davvero tutto di più! Una menzione particolare merita la scheda phono del pre: può tranquillamente rivaleggiare con oggetti molto ma molto più costosi. Io non sono parente di Bianchini né mi paga, semmai il contrario, per cui dico questo e concludo: ne ho spesi di soldi nella mia carriera di “audiofilo”, ma quelli investiti nelle creazioni di Stefano sono senz’altro tra i meglio spesi. Complimenti a lui e anche a me!

  • Se pensi che l’NFB elimini tutte le distorsione ti sbagli, non è una cura magica, ti elimina una certa distorsione ma te ne crea altra diversa, ti abbassa armoniche basse e te ne fa spuntare altre più piccole in alto, genera intermodulazioni etc e succede sopratutto quando ci sono rotazioni di fase. Gli induttori sopratutto introducono delle distorsioni sui transienti e possono creare sensazioni sonore di tridimensionalità posticcia, che non erano presenti nel segnale di origine e che colorano il suono come piace a tanti audiofili. La controreazione in un tale circuito tende ad eliminare questi effetti posticci e quindi erroneamente molti audiofili affermano che la controreazione calcella cosa dal segnale, ma cerca di cancellare cose che non c’erano, quindi di coreggerle, con nibiru io dosavo questo livello. Succede anche che se però in un tale circuito la controreazione è troppa avvengono delle interazioni con l’elemento induttivo in primis per cui il suono diventa brutto al punto che è meglio eliminare del tutto il circuito, ossia la controreazione ha eliminato alcune cose che non dovevano esserci ma ne ha introdotte altre che sono anche peggio e succedeva sempre con nibiru se regolavo il tasso di NFB troppo alto, di queste cose ho già parlato su quell’articolo e mi sto ripetendo. Io purtroppo non ho lo strumento che mi permetterebbe di produrre dati tangibili di questa cosa perchè costa troppo per le mie tasche, ma empiricamente ho fatto queste osservazioni, anzi dovrei dire ascolti.

  • perdona ma stiamo mischiando cose diverse, l’uso della nfb per diminuire le distorsioni e migliorare la fedeltà nella riproduzione dei bassi è hi-fi, aggiungere altro per avere un suono più piacevole non mi pare cada nell’hi-fi, altrimenti ti contraddici sul motivo per cui usi la nfb…

  • Ciò che è un’effetto è un’effetto, quindi non c’è nella registrazione, come mettere sale e pepe sulla bistecca per non mangiarla insipida… tutto questa trafila iniziata con nibiru ha lo scopo di dimostrare che non è il negative feedback a cancellare cose dal suono, ma (1) al contrario che è la sua assenza ad aggiungere cose che non ci sono, (2) che lo zero feedback porta con sè anche effetti deleteri tipo bassi slabbrati, e brutte distorsioni e impastamenti tutt’altro che piacevoli e che limitano l’amplificatore a poter pilotare solo dei monovia, (3) che con un uso sapiente della controreazione è possibile regolare e avere il controllo su questi fenomeni e trovare un punto di equilibrio tra effetti piacevoli e spiacevoli. L’effetto non è una cosa apocalittica, si sente è bello, non è fastidioso ma ci vuole anche un’ambiente di ascolto corretto per apprezzarlo, per dire in un’ambiente con casse buttate come capita non si riesce a capire cosa fa nibiru.

  • Ma usi una traccia di riferimento che sai come deve suonare? Perché altrimenti non rischi di dare un effetto 3d a tracce che di suo non ne hanno?

  • provando, ho modificato i valori delle resistenza attorno al segnale di NFB 3/4 volte prima di trovare quello che mi sembrava meglio, essendo cmq un pre che non ha carichi reattivi ma vede una resistenza pura non è critico, alla fine il tasso di NFB ottimale di questo circuito è tipo 1,4/2dB…

  • non ho capito come stabilisci la giusta via di mezzo tra tridimensionaltà e messa a fuoco…

  • Complimenti Stefano, leggere i tuoi articoli e le descrizioni dei tuoi lavori è sempre un arricchimento di conoscenze. Metti anima , cuore e sopratutto competenza in tutti i tuoi progetti.

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