Yet Another 300B: Il Classico Amplificatore a Valvole

Il progetto che vado a presentare oggi è l’ennesimo amplificatore basato sulla celebre valvola 300B. Questo progetto ha radici che risalgono a molti anni fa (2011), quando ero ancora solo un hobbista. All’epoca, avevo acquistato un amplificatore cinese usato, modello “Music Angel XD-850MKIII”. Spinto dalla curiosità e attratto dal basso costo e dall’estetica accattivante, decisi di acquistarlo. Tuttavia, l’entusiasmo iniziale si spense presto.

Music Angel XD-850MKIII: Un’Esperienza deludente

L’amplificatore cinese Music Angel XD-850MKIII, che inizialmente sembrava promettente, si rivelò una delusione. Come scrivevo nel mio vecchio articolo del 2011: A volte, la curiosità ti spinge ad acquistare uno di questi amplificatori cinesi. Sono economici e hanno un aspetto accattivante, ma come si comportano davvero? Per chi è alle prime armi, il giudizio all’ascolto può sembrare positivo, poiché è relativo alle esperienze di ascolto precedenti. Tuttavia, con l’esperienza maturata nel tempo, ho trovato questo amplificatore decisamente insoddisfacente. In breve, è un dispositivo che spengo volentieri, dimostrando che affidarsi solo al fascino della valvola 300B è spesso un’illusione.

L’amplificatore suonava in modo stridulo, al punto da far venire la pelle d’oca per il fastidio dell’ascolto. Tuttavia, invece di venderlo e fare un dispetto a chiunque lo avesse comprato, ho preferito divertirmi a modificarlo. La modifica che proposi allora era più di un semplice aggiornamento: si trattava di una trasformazione totale, da un amplificatore “candelabro” cinese a un amplificatore serio e ben suonante.

La Trasformazione: Da Candelabro ad Amplificatore

Quando parlo di amplificatori “candelabro”, mi riferisco a quei modelli cinesi progettati principalmente per mostrare esteticamente le valvole, piuttosto che per offrire prestazioni audio di alta qualità. Il Music Angel XD-850MKIII è un esempio perfetto: un amplificatore finale single-ended (SE) con valvole 300B, dove le 300B sono pilotate da un altro finale SE con valvole 2A3. Queste, a loro volta, sono pilotate da uno stadio di ingresso costituito da un doppio triodo RF a riscaldamento diretto DCC90, noto per la sua microfonicità ma reso esteticamente accattivante da tre anelli di acciaio inox 18/10 con un set di coltelli e una padella antiaderente in omaggio.

Nonostante tutto avere un telaio già pronto a disposizione è sempre una grande comodità, molto meglio che dover costruire qualcosa da zero in una scatola di legno improvvisata, magari con le maniglie dei cassetti del bagno prese all’IKEA o con le teglie per le lasagne. Questo progetto è quindi all’insegna del divertimento e dell’autocostruzione. Va detto che la modifica ha finito per costare più dell’amplificatore stesso, ma l’ho realizzata per recuperare il meglio da un acquisto incauto, per divertirmi e maturare un’esperienza che poi mi è stata molto utile nella vita. Anche se poco è rimasto dell’originale, il recupero del telaio ha permesso di risparmiare tempo e denaro rispetto alla costruzione di un nuovo dispositivo da zero. Il risultato finale è di altissimo livello, quindi, se possedete già un amplificatore simile, questa trasformazione potrebbe davvero valere la pena. È possibile anche costruirlo tutto da zero come vedremo più avanti in questo articolo.

Vecchie Foto e Vecchi Testi

Per chi si stesse chiedendo se sia possibile migliorare il proprio apparecchio senza dover eseguire una modifica così radicale, mi dispiace deludervi, ma la risposta è no!

La premessa iniziale di questo circuito lasciava molto a desiderare. Durante l’analisi ho scoperto che i filamenti delle valvole 300B e delle 2A3 erano alimentati in modo “pseudo DC” tramite un raddrizzatore a doppia semionda e un semplice condensatore elettrolitico. Ancora peggio, il filamento della DCC90 era alimentato da un raddrizzatore a singola semionda. Questo setup non solo rendeva l’amplificatore già predisposto a suonare male, ma l’ascolto diventava una vera e propria tortura. In aggiunta, l’apparecchio si è guastato poco dopo l’acquisto. Ho deciso di intervenire ripulendo completamente il circuito originale…

Successivamente, ho proceduto a misurare i trasformatori e le induttanze, sperando di trovare qualcosa di riutilizzabile. Tuttavia, mi sono trovato di fronte a una situazione che posso mostrare meglio con un’immagine (come si suol dire, un’immagine vale più di mille parole). Nella foto, si possono vedere chiaramente dei trasformatori completamente arrugginiti, quasi come se fossero stati conservati per trent’anni in una cantina umida. Piccoli e sottodimensionati, impacchettati in modo scadente con lamierini deformi e chiusi in maniera approssimativa. Non erano impregnati e i fili di connessione erano sottilissimi, simil “capelli di cinappa”.

I lamierini sembravano tagliati con le forbici, erano tutti rovinati, spiegazzati e arrugginiti. C’era un pezzo di secondario all’inizio e un altro alla fine, con il primario in mezzo. Praticamente erano peggio (parecchio peggio) dei trasformatori audio che si possono trovare su certe vecchie radio a valvole.

Il tensionamento del filo era quasi inesistente, l’avvolgimento era praticamente libero con più aria che isolante tra gli strati e nessuna impregnatura. Dopo averlo misurato, ho rilevato una banda passante di 200Hz a 86kHz con attenuazione di -3dB. Con così poche sezioni, senza impregnatura e con tanto spazio vuoto, non sorprende che mancassero completamente i bassi. Inoltre, l’avvolgimento così poco tenuto (era addirittura morbido al tocco) e con tanto spazio d’aria non faceva che accentuare il suono sparato e stridulo dell’amplificatore.

Questa qui sotto è l’induttanza, da solo 1 Henry e così piccola che era sicuramente in totale saturazione durante il funzionamento, tenuta ferma con una sostanza cerosa giallastra e dura, la cui natura non è chiaramente identificata, così come il trasformatore di alimentazione.

Progetto YA300B – “Yet Another 300B”

Il circuito è così configurato: Lo stadio di ingresso utilizza due triodi di una 6SL7GT connessi in configurazione catode coupled, fornendo una preamplificazione minima di 9,5 dB. Lo stadio successivo consiste di un triodo della 6SN7 (metà valvola per ciascun canale), caricato con un CSS a transistor. Questo approccio si è rivelato necessario per ottenere uno swing di tensione sufficiente per pilotare la finale utilizzando la stessa alimentazione. Utilizzare una resistenza come carico avrebbe richiesto una tensione di alimentazione molto più elevata, poiché la 300B, in questa configurazione, richiede un’impressionante escursione di 240V peak-to-peak per essere pilotata completamente. Altrimenti, il driver avrebbe distorto prima della finale, come accade in molti altri progetti con la 300B (compresi apparecchi commerciali da 5000 e passa €). È ovvio che questo è da evitare assolutamente.

Una soluzione completamente valvolare sarebbe stata quella di utilizzare una tensione molto più elevata per il driver e adottare circuiti come il mufollower, come nei successivi progetti Triodino 3,5 e Triodino 4. Tuttavia, questa opzione avrebbe reso necessario aggiungere un’altra valvola e un ulteriore stadio di alimentazione, rendendo il tutto più complicato. Il CCS (Current Source/Sink) rappresenta un altro approccio significativo per coloro che apprezzano l’ascolto dettagliato e non sottovalutano tali soluzioni senza averle provate. È importante ricordare che i CCS, in generale, e in particolare quelli basati su MJE340/350, sono utilizzati come carichi anodici o sorgenti di corrente in numerosi preamplificatori di fama.

Per avere lo schema Premium leggi qui e contattami qui.

Ho dedicato molto tempo all’ottimizzazione del driver e sono riuscito a ottenere una compensazione armonica tra la 6SN7 e la 300B, riducendo significativamente la distorsione della finale fino quasi al limite del clipping. Il feedback negativo globale è molto moderato (circa 4 dB) ed è applicato solo al driver (disattivabile opzionalmente), mentre le 6SL7 sono escluse dal circuito di retroazione a priori. Nelle foto successive è illustrato il processo di ricostruzione del Music Angel.

Ho rimosso la torretta di protezione della DCC90 e ampliato il foro per ospitare una valvola octal.

E cablato il nuovo circuito.

Con lo spirito del riciclo, per il cablaggio del circuito ho riutilizzato parte dei componenti originali e alcuni provenienti da altri dispositivi smontati, integrando anche nuovi componenti. Ecco l’apparecchio finito…

Finalmente ho montato una coppia di 300B Full Music in un circuito abbinato a trasformatori di alta qualità.

Ecco la raddrizzatrice che ho utilizzato: una 5U4GB NOS.

Il Ritorno del Progetto nel 2024

Ad oggi, nel 2024, un cliente si è interessato a realizzare questo mio vecchissimo progetto. Così, ho ripreso il mio vecchio schema e l’ho leggermente migliorato grazie alle conoscenze che ho acquisito negli ultimi 13 anni. Anche se le migliorie sono state marginali, hanno comunque contribuito a perfezionarlo ulteriormente.

Il cliente, essendo uno dei suoi primi montaggi, ha incontrato alcune difficoltà tecniche. Di conseguenza, mi ha portato il dispositivo in laboratorio perchè lo aiutassi a risolvere un paio di piccoli problemi. In questo modo, avendo l’amplificatore sul banco, ho potuto anche effettuare delle misure più precise rispetto a quelle che avevo fatto tanti anni fa. Nelle foto che seguono si può vedere il suo montaggio.

Visione termica dei 2 transistor MJE350

Prestazioni Strumentali dell’Amplificatore

Durante i test strumentali dell’amplificatore, sono emersi risultati eccellenti. La potenza RMS indistorta è di 8,2 watt per canale, con una potenza massima di 9,8 watt in condizioni di profondo clipping. Il fattore di smorzamento (DF) è 7,7. La distorsione armonica totale a 1 watt è di 0,52%, mentre la banda passante si estende da 10 Hz a -0,2 dB fino a 20 kHz a -1,2 dB. Questi valori confermano l’alta qualità e le prestazioni del progetto. Ecco di seguito i consueti grafici di riferimento:

THD

Banda passante

Quadra a 100Hz

Quadra a 1khz

Quadra a 10khz

Come suona: assolutamente eccezionale. L’apertura sonora è sorprendente, con bassi profondi, puliti e ben controllati, e un’estensione nelle alte frequenze che provoca brividi lungo la schiena per la sua perfezione. Ogni microdettaglio è reso con impressionante precisione, creando un palcoscenico sonoro davvero magnifico. La 300B, quando utilizzata correttamente, offre risultati straordinari, mostrando una ricchezza e una profondità che lasciano senza parole.

Grazie per aver esplorato il nostro progetto YA300B, un’evoluzione significativa dell’amplificatore a valvole basato sul Music Angel XD-850MKIII. Con miglioramenti sostanziali e prestazioni audio eccezionali, YA300B dimostra il potenziale delle valvole 300B quando utilizzate con sapienza e ingegneria accurata. Se sei interessato a realizzare questo progetto, sia modificando un Music Angel esistente che costruendo da zero, consulta il nostro schema premium e il set di trasformatori disponibile. Contattaci per ulteriori informazioni e per acquistare il kit.

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9 Responses to Yet Another 300B: Il Classico Amplificatore a Valvole

  • Grazie mille per il tuo commento e per aver condiviso la tua esperienza con lo YA300B! Sono davvero felice di sapere che sei soddisfatto della resa sonora dell’amplificatore e che si sposa così bene con le tue Klipsch Forte 4. È sempre un piacere sapere che il lavoro che ho svolto ha portato a risultati così positivi.

    Le tue parole sono un grande incoraggiamento per me e mi motivano a continuare a migliorare e a dedicarmi con passione a questi progetti. Concordo pienamente: la 300B è una valvola leggendaria e merita un progetto di altissimo livello come lo YA300B.

    Grazie ancora per il tuo feedback e per la fiducia che hai riposto in me. Sono sempre qui per supportarti e per qualsiasi futura esigenza o domanda.

    Buon ascolto!

  • Finalmente ho portato a casa lo YA300B dopo l’intervento di Stefano. Sono molto soddisfatto della resa sonora dell’ amplificatore. Suono pulito, dettagliato, veloce e ben controllato. Collegato a delle casse con buona efficienza, Klipsch Forte 4 nel mio caso, la potenza erogata è più che sufficiente ad insonorizzare una stanza ad alti livelli.
    Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare Stefano per l’ottimo lavoro. Credo che una valvola mitica come la 300B meriti un progetto all’altezza, come lo YA300B!

  • la dimensione dell’induttanza è sempre in rapporto a quella del condensatore, io ho usato 1H sugli albireo ma perchè avevo un duplicatore che esce con un ripple a dente di sega che si filtra facile e dopo la L ci sono 1000uF di condensatore. Quanto alle valvole a riscaldamento diretto te continui a dare sentenze senza mai aver provato le cose le 300B sono valvole fantastiche e quella coppia di full music costa più di 300 euro credo, a usarle non c’è proprio nessuna complicazione regolando un reostato da alcune decine di ohm tra i capi del filamento e il cursore a massa porti il ronzio che esce verso gli AP a meno di 10mVpp.

  • Mi fa pensare quella impedenza da 1 solo henry. Alcune banali radio a valvole avevano già roba migliore,gli va che essendo in classe A l’assorbimento è costante. Magari mettono elettrolitici più grandi.
    sto cominciando a pensare che molta gente ha le orecchie mosce e non sente le differenze tra uno e l’altro (e si che io cerco di stare abbastanza distante dall’hi fi…..e sopratutto dalle valvole). Quello che faccio lo faccio perchè obbligato.

    Se si pensa che nel super ampli (teorico) che presenterò a ottobre novembre per filtrare l’anodica serve un induttanza che regga 300 mA da 4 H che pesa quasi 2 kg. Ed è un ampli mono …
    Penso che attaccandogli anche una banale 5 valvole quell’induttanza è già al pelo

    Poi…anche qui con le complicazioni filamento catodo….valvole a riscaldamento diretto….questo 2angel non mi sta simpatico manco un pò

  • Sono un artigiano che ripara e costruisce amplificatori valvolari ,ho cominciato a giocare con il saldatore a 13 anni e so quello che dico, spendere 600 euro per comprare dell’immondizia cinese con sopra due valvole sono tanti.Me ne portano in laboratorio tutti i giorni , e li mando indietro, l’autoradio che ho sul furgone suona meglio .la gente ha le idee confuse ,solo per costruire un trasformatore ci metto una settimana e se non sono soddisfatto lo smonto e ne faccio un altro .Con 600 euro non ci compra neanche il rame e il nucleo.

  • Che i cinesi facciano pure i loro cellulari e iphone fighettini che dopo 1 anno sono da gettare nella spazzatura, tecnologie di cui non mi interessa proprio niente tra l’altro. E questi non sono affatto pregiudizi, quell’ampli suonava da schifo e s’è rotto dopo 2 mesi. Non è per niente uno schema anni 50, ma una vaccata con 2 finali che pilotano altri 2 finali fatto solo per far mostra di vetro inutilmente. Se fanno felice qualcuno ? bho, probabilmente qualcuno che non ha sentito suonare amplificatori progettati come si deve e che l’amplificatore lo guarda invece che ascoltarlo. Tra l’altro non sono d’accordo che per fare l’alta fedeltà oggi si debbano copiare schemi di 50 anni fà, no assolutamente. Il copiare vecchi schemi lo fanno le persone prive di fantasia e di voglia di creare qualcosa di nuovo. Tanto per iniziare la musica che si ascolta oggi non è quella che si ascoltava allora. Io penso che se devo spendere 800 euro per un’amplificatore dal risultato sonoro così scarso piuttosto tengo i soldi, compro un’amplificatorino a SS da 100 euro che suona meglio. I pregiudizi ce li hanno anche quelli che non avendo mai sentito niente di decoroso si accontentano di quello che passa il convento e magari chiamano “pseudo esperti” persone che non conoscono, che costruiscono amplificatori che non hanno nemmeno sentito. Tu hai mai sentito gli OTL GRAAF ad esempio? Io conosco di persona chi progettava quegli apparecchi e ho giudizi sui miei lavori molto più rilevanti delle tue ciance. Io so come suonano i miei amplificatori, il proprietario di questo music angel rifatto pure e sa pure come suonava prima e come suonava dopo, tu no. Quindi non sputare sentenze, che si e no saprai tenere in mano il saldatore.

  • Trovo veramente divertenti questi commenti lasciati da pseudo “esperti” del settore. Peccato che di oggetti cinesi siamo circondati tutti i giorni e li utilizziamo con soddisfazione: vedi IPHONE O IPAD tutti rigorosamente Made in China. Forse questi amplificatori che perfetti non sono, sicuramente possono far felice qualche appassionato che non ha i soldi per comprarsi un amplificatore KONDO o un AUDIO TECHNè giusto per citarne qualcuno di “economico”. A livello costruttivo non sono diversi da tanti ampli a tubi costruiti negli anni d’oro dell’ alta fedeltà tipo anni 40 o 50 di cui riprendono lo schema, e che tra l’altro funzionano ancora oggi… “SIAMO TUTTI MILIONARI” E CON TANTI PREGIUDIZI…

  • Già, purtroppo ancora molti ci cascano, sugli amplificatori valvolari NON puoi risparmiare. Purtroppo molti pensano che siccome già 600 euro di un cinese son di più di quello che costa un compattone di plastica del supermercato l’ampli cinese (siccome valvolare) debba suonare cmq meglio della roba normale, invece non è vero, finiscono a spendere 600 euro per un candelabro cinese che suona orrendamente male come questo prima della modifica o che nei casi migliori non suona meglio (o al massimo al pari) di apparecchi moderni da 2 soldi. Se vuoi la vera qualità devi essere disposto a spendere, un valvolare costruito come si deve suona mooooolto ma moooolto meglio di qualsiasi cosa che una persona abbia mai sentito.

  • Mi complimento per la qualità dei suoi interventi,e mi unisco al coro del suo cliente MAI e poi MAI materiale cinese.
    Saluti

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Riparazione dell’Audio Innovations 500

Se sei fortunato possessore di un Audio Innovations 500 e desideri preservare il suo splendore sonoro, sono qui per offrirti un servizio di riparazione specializzato. Con anni di esperienza nel restauro di questi amplificatori iconici, garantisco attenzione, competenza e passione nel restituire al tuo Audio Innovations 500 la sua gloria originale. Affidati a un esperto appassionato di audio vintage e riporta in vita il tuo amplificatore. Contattami oggi per una consulenza personalizzata e riaccendi la magia della tua esperienza sonora.

Nel vasto panorama dell’audio hi-fi, pochi nomi hanno il potere di evocare una combinazione di eleganza, prestigio e qualità audio come quello di Audio Innovations. Fondata nel 1984 dal visionario Peter Qvortrup, l’azienda britannica si è guadagnata una reputazione distinguibile per la produzione di amplificatori di alta qualità, tra cui spicca l’immortale Audio Innovations Series 500.

Questo amplificatore integrato con stadio phono è una testimonianza della maestria ingegneristica e dell’attenzione ai dettagli che ha reso Audio Innovations un marchio rispettato nel settore. Con una capacità di erogare 25W in classe A.

Il cuore di questo capolavoro audio è il suo stadio phono a valvole integrato, progettato per deliziare gli amanti del vinile. Esso consente di valorizzare le sorgenti analogiche con un suono dolce e musicale, allo stesso tempo rigoroso e appagante. Dotato di un controllo di volume preciso, bilanciamento e selettore di ingressi, l’Audio Innovations 500 offre un’esperienza di ascolto su misura per gli appassionati più esigenti.

Nel corso degli anni, questo gioiello ha attraversato generazioni, mantenendo il suo fascino senza tempo. In questo articolo, vi porteremo attraverso il processo di riparazione di due varianti dell’Audio Innovations 500: una più vecchia e una più moderna.

Un Confronto tra le Generazioni

Accompagnando il viaggio attraverso le epoche dell’Audio Innovations 500, diamo uno sguardo ravvicinato alle immagini che catturano le differenze visive cruciali tra la prima versione di questo straordinario amplificatore e le sue iterazioni successive. Le due foto qui di seguito mettono in luce le trasformazioni nel design del circuito, evidenziando gli aggiornamenti e le modifiche apportate nel corso degli anni.

Prima versione Seconda Versione

Riparazione di un Audio Innovations 500 Seconda Versione

Nella nostra esclusiva sequenza di fotografie, ci immergeremo nel cuore del processo di riparazione di una versione più recente dell’Audio Innovations 500. Questo affascinante viaggio visivo è un tributo alla dedizione e alla maestria che caratterizzano l’arte della riparazione audio. Ecco un Audio Innovation 500 con ben 28 anni alle spalle, testimone di un improvviso contrattempo nella sua lunga storia…

In questa immagine si evidenzia chiaramente un condensatore esploso e ciò che resta di una resistenza, praticamente vaporizzata. In aggiunta, tutti i condensatori ad alta tensione mostrano rigonfiamenti, i commutatori dei canali presentano del gioco e i fili tra la scheda PCB e gli stadi finali sono visibilmente arrostiti dal trascorrere del tempo.

Nel caso di un diverso esemplare di Audio Innovations 500, sono evidenti riparazioni precedenti, ma sfortunatamente, il guasto è tornato a manifestarsi. Nella foto seguente, mostro gli attuali difetti riscontrati.

PCB ora in perfetto stato dopo le necessarie riparazioni…

Sostituiti i fili danneggiati e i commutatori con pezzi originali ALPS (non visibili nella foto)…

Dopo il rimontaggio della PCB, l’installazione di un nuovo set di valvole e i test iniziali, l’amplificatore risulta perfettamente funzionante. Le prossime due immagini che ritraggono l’Audio Innovations più recente sottoposto alla mia attenta revisione, l’ultimo arrivato nell’ordine cronologico. All’interno di questo amplificatore, tutti i componenti erano in perfetto stato tranne due piccoli condensatori elettrolitici, posizionati in modo alquanto scomodo, che erano stati trascurati e si erano completamente disseccati. Questa revisione ha garantito che ogni parte dell’amplificatore sia ora in condizioni ottimali, confermando il nostro impegno per un restauro completo e accurato di ogni dispositivo affidato a noi.

Di seguito riporto le specifiche di fabbrica dell’Audio Innovations 500, offrendo un’approfondita panoramica delle sue potenzialità audio:

  • Potenza di uscita: 2 x 25 Watt in Classe A, garantendo un’esperienza sonora superba nell’intero spettro da 30 a 20.000 Hz, con una precisione di +/- 3 dB.
  • Sensibilità di ingresso linea: Impressionante sensibilità a 0.4v, con una tolleranza massima di sovraccarico di oltre 3v per adattarsi a una vasta gamma di sorgenti audio.
  • Crosstalk: Eccezionale isolamento acustico con un valore di 78dB, assicurando una chiara separazione dei canali.
  • Impedenza di ingresso: 100 KOhm, garantendo una connettività versatile e una risposta audio impeccabile.
  • Phono: Conforme agli standard RIAA, offre una risposta in frequenza precisa di +/- 0.1dB nell’intervallo da 20 a 20.000 Hz.
  • THD (Distorzione Armonica Totale): Inferiore al 0.15% a 1W RMS nell’intervallo da 80 a 15.000 Hz, assicurando una riproduzione fedele e pulita.
  • Ingressi: Ampia flessibilità con porte per Phono, Tuner, CD, AUX, Tape1, Tape2 e Monitors, offrendo un’ampia gamma di opzioni di connettività.
  • Controreazione: A 14dB, ottimizzando la stabilità e la linearità dell’amplificatore.
  • Peso: Solido e robusto con 18 KG, riflettendo la qualità costruttiva e l’attenzione ai dettagli.
  • Valvole: Equipaggiato con 3x ECC83, 2x PCC88 e 4x EL34, per garantire una prestazione audio di alta qualità.
  • Impedenza di uscita: Flessibilità di adattamento con opzioni di impedenza a 4, 8 e 16 Ohm, consentendo l’uso con una varietà di diffusori.

Confronto strumentale tra la Prima e la Seconda Versione dell’Audio Innovations 500

Esploriamo le differenze nelle prestazioni dell’Audio Innovations 500 attraverso un approfondito confronto strumentale tra la sua prima e seconda versione. Questi grafici forniranno un’analisi dettagliata delle caratteristiche distintive e delle possibili evoluzioni nelle diverse iterazioni dell’amplificatore nel corso del tempo.

Banda Passante a 1 watt

Prima Versione Seconda Versione

L’analisi della banda passante sul carico resistivo evidenzia una risonanza non perfettamente compensata in entrambe le versioni dell’amplificatore (maggiore nella versione più vecchia). Tuttavia, è nei grafici di banda passante su carico reattivo che questa caratteristica diventa più marcata e significativa. Questo aspetto solleva l’ipotesi di una potenziale criticità del circuito, con il rischio di innescare oscillazioni a 60 kHz. È risaputo che in alcuni casi alcuni esemplari dell’Audio Innovations 500 possono avviare auto-oscillazioni, causando danni al dielettrico dei trasformatori d’uscita. Questo rischio è particolarmente elevato quando le due valvole del push-pull mostrano segni di usura notevolmente diversificati. Tale problematica è amplificata dal pesantissimo tasso di controreazione che caratterizza l’Audio Innovations 500, classificandolo come un amplificatore fortemente controreazionato. Sotto il grafico di banda passante su carico reattivo…

Un’altra prova di potenziale instabilità è stata osservata sull’oscilloscopio impostando l’amplificatore su un carico resistivo con una sinusoide a 20 Hz. Mi scuso per la qualità non perfetta della foto, ma è chiaramente visibile una sinusoide con disturbi significativi nel fronte di discesa della semionda positiva, come evidenziato nell’area delimitata dall’ellisse rossa. È importante notare che questa anomalia potrebbe non manifestarsi sempre, e la sua incidenza dipende anche dal set di valvole montato e dal loro grado di usura.

Distorsione Armonica THD a 1 watt

Prima Versione Seconda Versione

Onda Quadra a 1 watt 1khz

Prima Versione Seconda Versione

La risposta in frequenza della sezione RIAA tra le due versioni è praticamente identica quindi pubblico solo un grafico…

Per concludere, desidero riportare alcune misurazioni significative relative alle prestazioni dell’amplificatore. Alimentato a 220 volt, la potenza RMS indistorta in uscita si attesta a 22 watt RMS per canale, salendo a 26 watt in condizioni di clipping massimo. Il fattore di smorzamento, nella versione più recente, raggiunge il valore di 14. Purtroppo, non ho effettuato la misurazione del DF (Damping Factor) sulla prima versione all’epoca, ma è plausibile che fosse superiore. Ho il sospetto che la prima versione di questo amplificatore presentasse un tasso di controreazione più elevato rispetto al modello successivo.

Ricambi in Plastica per Audio Innovation 500

Durante il restauro di un amplificatore valvolare Audio Innovation 500, ho avuto il piacere di riportare alla sua gloria originale un pezzo di storia dell’audio che si presentava in condizioni piuttosto malandate. L’amplificatore non aveva più i suoi piedini originali; al loro posto erano stati avvitati alla meno peggio dei tappi di gomma. Inoltre, mancavano i fermi del piano in plexiglass, sostituiti da orribili viti a farfalla che deturpavano l’estetica raffinata dell’apparecchio.

Grazie alla tecnologia della stampa 3D, sono riuscito a ricreare fedelmente i particolari in plastica, identici agli originali.

Con pazienza e attenzione, ho ripristinato l’amplificatore…

Una Chiara Visione Oggettiva

Negli anni ho avuto l’opportunità di esplorare e riparare numerosi esemplari dell’Audio Innovations 500, un amplificatore audio di notevole rilevanza storica. La mia intenzione è sempre stata quella di mettere in evidenza aspetti tecnici e strumentali per fornire informazioni oggettive e contribuire al ripristino di questi dispositivi.

Non è mia intenzione denigrare o criticare l’Audio Innovations 500, ma piuttosto condividere informazioni oggettive e utili che possono migliorare le prestazioni di questi amplificatori iconici. Le instabilità segnalate sono aspetti tecnici che, sebbene possano emergere in alcune circostanze, sono oggetto di attenzione e risoluzione nel corso del processo di riparazione. Il mio obiettivo è sempre stato di offrire servizi di restauro che migliorino e prolunghino la vita di questi dispositivi, contribuendo a preservare il loro valore storico e sonoro.

Apprezzo il dialogo costruttivo e sono aperto a rispondere a eventuali domande o preoccupazioni. La mia passione per l’audio vintage si riflette nel mio impegno per fornire servizi di alta qualità e onesti, garantendo che ogni apparecchio riparato esca dalla mia officina in condizioni ottimali.

Guida alle Valvole: Disposizione Corretta nell’Audio Innovations 500

Pubblico questo diagramma per fornire una guida visiva sulla disposizione delle valvole sull’amplificatore Audio Innovations 500. Questo diagramma è particolarmente utile poiché, nelle vicinanze degli zoccoli, non sono presenti indicazioni delle sigle, rendendo facile commettere errori durante la sostituzione. Un errore comune è la confusione tra le ECC83 e le ECC88. Potete utilizzare questa guida visiva per garantire una corretta identificazione e posizionamento delle valvole nel tuo amplificatore. Le ECC88 sono sul lato sinistro…

posizione valvole AI500

Per gli Audiofili Esperti: Un’Opzione Interessante per Gli Amanti del NOS

Per coloro che apprezzano le sfumature sonore e sono inclini a sperimentare, è possibile considerare l’uso delle valvole PCC88 al posto delle ECC88. Per i più smaliziati, questa scelta offre l’opportunità di esplorare valvole NOS (New Old Stock) a un costo accessibile. È importante notare che la tensione di alimentazione del filamento delle PCC88 è di 7 volt, leggermente superiore ai 6,3 volt delle ECC88. Tuttavia, la differenza è così minima che entrambe le valvole funzionano in modo affidabile. Potrebbe essere una soluzione interessante, permettendo di beneficiare delle caratteristiche vintage delle PCC88 NOS rispetto alle più comuni ECC88 prodotte in Cina.

Esplorazione Continua: Scopri anche l’Audio Innovations 700 e 800!

Per coloro che desiderano approfondire ulteriormente il mondo dell’Audio Innovations, vi invito a esplorare un articolo analogo dove condivido dettagli e passaggi relativi alla riparazione di un’Audio Innovations 700 e 800. Troverete approfondimenti sulla manutenzione e il restauro di questi amplificatori iconici, arricchendo così la vostra comprensione del panorama dell’audio vintage. Per accedere all’articolo, seguite questo link. Buona lettura e continuate a esplorare con noi il meraviglioso universo dell’alta fedeltà sonora!

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7 Responses to Riparazione dell’Audio Innovations 500

  • Non solo, Stefano, hai riportato alla sua gloria originale il mio AI 500 dal punto di vista estetico: lo hai rinnovato nelle prestazioni sonore e reso nuovamente godibile all’ascolto come non era da tempo. Grazie per la professionalità, le competenze tecniche e la disponibilità mostratemi.

  • non ho messo foto del tuo apparecchio nell’articolo, a un certo punto son poi tutti uguali 🙂

  • Ho scoperto gli articoli e l’attività di Stefano casualmente, cercando qualcuno che potesse aiutarmi nel ripristino del mio vecchio Audio Innovations 500 (direi il terzo nell’articolo relativo)
    Stefano è persona piacevole e disponibile, lavora ancora con quella passione antica che solo un artigiano può garantire.
    Lavoro ineccepibile e risultato sopra ogni attesa: il mio AI500 è tornato agli antichi splendori, praticamente come nuovo.
    Ultimo, ma non ultimo, ho trovato assolutamente onesta anche la richiesta economica.
    Il laboratorio di Stefano per me è assolutamente da raccomandare.
    Bravo!

  • Si SONO tre ECC83 ! ci sono due ECC88 come sfasatrici di ogni canale, una ECC83 sull’ingresso metà per ogni canale e altre due ECC83 che fanno il fono, la disposizione delle valvole che è presente sul sito è corretta. Basta che scarichi gli schemi e puoi constatare la cosa.

  • Sì lo avevo visto, ma ci sono 3 ECC83! Comunque nel frattempo ho risolto la valvola di ingresso è quella centrale.

  • La disposizione delle valvole è pubblicata a fondo di questo stesso articolo…

  • Buon giorno, si ricorda percaso qual’è la posizione della valvola di ingresso linea?

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Lo scherzo “Rework 2.0” Single Ended con valvole ECL82 / PCL82 / 6BM8

In risposta al crescente interesse manifestato da diversi appassionati nei confronti di “Lo Scherzo” negli ultimi mesi, sono entusiasta di presentarvi il progetto “Scherzo Rework 2.0”. Questa nuova versione, aggiornata a febbraio 2024, è stata sviluppata per soddisfare le richieste della community audiofila.

Il cuore di questa nuova incarnazione risiede nei rivoluzionari trasformatori d’uscita SE4K5-EL84, progettati per offrire flessibilità non solo con le EL84, ma anche con le ECL82/PCL82. La versatilità di questi trasformatori apre nuove possibilità sonore, consentendo un’ampia gamma di combinazioni di valvole e offrendo un’esperienza audio ancor più ricca e personalizzabile.

Mantenendo l’approccio didattico e la semplicità del progetto originale di Luca Chiomenti, lo “Scherzo Rework 2.0” offre uno schema e i nuovi trasformatori d’uscita necessari. Ideale per gli appassionati e i costruttori fai-da-te, questo aggiornamento si propone di esplorare le potenzialità della nuova era dello “Scherzo Rework 2.0”. Iniziamo analizzando lo schema originale del 1996 (clicca per ingrandire) per poi immergerci nel panorama sonoro evoluto offerto dai trasformatori SE4K5-EL84.

Su internet, è possibile trovare numerose realizzazioni di questo progetto in molteplici varianti. La maggior parte di queste configurazioni è assemblata con l’obiettivo di risparmiare, spesso utilizzando trasformatori d’uscita progettati per radio d’epoca. Questo approccio è comprensibile, specialmente tra gli appassionati alle prime armi. Tuttavia, è importante considerare che, con la giusta cura e attenzione, un circuito di questo tipo può raggiungere livelli sonori notevoli.

È comune che, erroneamente, si sottovaluti la possibilità che un progetto come lo Scherzo “Rework”, se realizzato con dedizione, possa offrire prestazioni sonore di alto livello. Al contrario, c’è il rischio che venga relegato a un ruolo marginale, considerato un semplice passatempo e, di conseguenza, trascurato nell’ascolto reale a causa della percezione di mancanza di qualità sonora superiore persino rispetto a un citofono domestico.

Differenze tra Lo Scherzo Originale del 1996 e Lo Scherzo Rework 2.0

Lo Scherzo Rework 2.0 rappresenta un significativo passo avanti rispetto al progetto originale del 1996, mirando a migliorare e ottimizzare diversi aspetti fondamentali. Una delle prime differenze sostanziali è l’eliminazione delle polarizzazioni particolari del pentodo della ECL82/PCL82 utilizzate nel progetto originale. Nel 2.0, ho voluto adottare una polarizzazione esattamente in linea con le raccomandazioni del datasheet del produttore della valvola. Questo approccio si basa sulla convinzione che, se il progettista della valvola suggerisce un metodo specifico, ciò è probabilmente giustificato da ragioni tecniche valide.

A differenza del progetto originale, nel Lo Scherzo Rework 2.0 non è prevista la connessione a triodo o ultralineare in single-ended. Ritengo che questa pratica, che può essere approfondita ulteriormente, sia un’opzione da evitare. Nel 2.0, la valvola opera a pentodo con la possibilità di attivare o disattivare la controreazione a piacimento tramite un interruttore. Questa caratteristica offre risultati strumentali e sonori eccellenti in entrambe le modalità, grazie al nuovo trasformatore SE4K5-EL84.

Una delle innovazioni chiave nel Rework 2.0 è l’adozione di un sistema di filtraggio con cella pigreco CLC sull’alimentazione, implementato utilizzando un’induttanza modello 15S56. Questa scelta contribuisce a una maggiore efficienza del filtraggio, migliorando la qualità complessiva delle prestazioni audio.

Inoltre, ho apportato alcune minori modifiche ai valori di alcune resistenze per ottimizzare ulteriormente il funzionamento del circuito. Questi miglioramenti combinati rendono lo Scherzo Rework 2.0 una scelta avanzata per gli audiofili che cercano un’esperienza sonora superiore nel mondo degli amplificatori valvolari fai-da-te.

Da Rottame a Raffinatezza: La Trasformazione in Scherzo Rework 2.0

Un appassionato audiofilo, navigando su internet, si è imbattuto in un intrigante apparecchio autocostruito in vendita su un sito non specificato. L’acquisto sembrava promettente finché, purtroppo, una nuvola di fumo ha svelato che dietro quel progetto si celava l’opera di un abile ‘cantinaro’. Fortunatamente, la delusione ha aperto la porta a un’opportunità unica.

Deciso a trasformare il destino di quell’apparecchio, il cliente ha scelto di affidare il suo ritrovato al sottoscritto, noto costruttore di amplificatori valvolari. Una volta arrivato nelle mie mani, l’apparecchio ha rivelato le sue debolezze: montaggio approssimativo, componenti di bassa qualità e un cablaggio elettrico pericoloso.

La foto qui sotto ritrae un caotico groviglio di componenti che sembrano giocare a un passo dal cortocircuito, sospesi sul classico “stendipanni” che molti montatori di immondizia adottano nei loro disordinati cablaggi. Si potrebbe ipotizzare che lo scopo di questo “stendipanni” sia sfruttare il calore generato dal circuito per asciugare canotiere e calzini quando non c’è tempo per ascoltare musica, rendendolo una sorta di centro di multitasking audio e lavanderia.

Mi sono quindi immerso nel progetto di smontare completamente l’apparecchio, liberandolo dai suoi peccati originali. La mia missione era chiara: trasformare questo rudimentale costrutto in un’elegante opera di ingegneria audio. Il cuore della trasformazione è stata l’adozione dello Scherzo Rework 2.0. Questa nuova incarnazione ha introdotto miglioramenti sostanziali, eliminando polarizzazioni problematiche e adottando una configurazione in linea con le migliori pratiche consigliate dal datasheet del produttore delle valvole utilizzate.

I trasformatori montati, nonostante il loro nucleo più imponente rispetto agli originali del 1996, sembravano quasi essere stati progettati con un notevole impegno nel replicare fedelmente i deludenti risultati di allora. Configurato a triodo, il circuito erogava in modo umoristico una titanica potenza di 0,39 watt RMS pure distorti. Una prodezza audio davvero degna di nota, sebbene meritasse certamente una trasformazione in favore di una qualità sonora superiore hanno fatto di tutto per renderlo uno schifo.

Le immagini che seguono documentano il processo di rinascita dell’apparecchio, mostrando la sostituzione di componenti, l’installazione di trasformatori SE4K5-EL84 di alta qualità e l’ottimizzazione di ogni dettaglio. La connessione a pentodo e la possibilità di attivare o disattivare la controreazione conferiscono a questo amplificatore una versatilità senza pari.

La Verità Dietro i Costi dei Materiali dei Trasformatori

Spesso si ha l’errata convinzione che un prodotto meno costoso debba necessariamente impiegare materiali di qualità inferiore rispetto a uno più costoso. Per confutare tale idea, prendo ad esempio i deludenti trasformatori di questo scherzo “immondizia”, documentando il processo di smontaggio e ricostruzione attraverso una serie di fotografie. È importante sottolineare che, per dimostrare che il costo dei materiali non è il solo indicatore di qualità, ho scelto di avvolgere i miei trasformatori SE4K5-EL84 utilizzando i materiali riciclati dai trasformatori esistenti di questo apparecchio.

Durante questa operazione, ho aperto le calotte, rimosso il rocchetto originale, avvolto un nuovo rocchetto e riutilizzato gli stessi lamierini e calotte dei trasformatori demoliti. Sorprendentemente, il mio trasformatore, nonostante l’utilizzo di 5 millimetri in meno di lamierini rispetto agli originali, offre prestazioni notevolmente superiori. È essenziale evidenziare che il tempo necessario per eseguire l’avvolgimento sul rocchetto, che sia fatto bene o fatto male è praticamente lo stesso.

Questa dimostrazione sottolinea che il miglioramento delle prestazioni non dipende esclusivamente dai costi dei materiali, ma piuttosto dalla corretta esecuzione del progetto del trasformatore. Una lezione che mette in luce come, a volte, il vero valore risieda nella competenza e nell’arte della costruzione, e non semplicemente nei materiali.

Il cablaggio

Esploriamo ora il coinvolgente processo di rinascita dell’amplificatore “immondizia”. Iniziamo dal telaio di legno originale, schermato con un foglio in rame che offre schermatura e protezione elettrica tramite il collegamento a terra.

Entriamo nel cuore dell’apparecchio, dove il circuito è stato abilmente cablato. Ogni componente è fissato con ancoraggi saldati a stagno direttamente sulla lamiera, garantendo un fissaggio robusto e affidabile. Qui non troviamo colla a caldo né stendipanni. Questo è un viaggio attraverso la costruzione di un amplificatore che sottolinea l’attenzione ai dettagli e l’impegno nella qualità del lavoro svolto.

Il risultato finale è uno Scherzo Rework 2.0 che ha riconquistato la sua dignità audiofila, pronto a deliziare il suo possessore con prestazioni sonore straordinarie. Questa storia dimostra come anche gli apparecchi smarriti possano trovare una nuova vita, trasformandosi in autentiche opere d’arte sonora.

Misure Strumentali: Lo Scherzo Rework 2.0, equipaggiato con i trasformatori d’uscita SE4K5-EL84, mostra un notevole incremento nelle prestazioni rispetto alle versioni precedenti. La potenza erogata raggiunge ora i 2,6 watt RMS, senza alcuna distorsione, in contrasto con l’1,6 watt indistorti della versione 1.0 con il vecchio SE5K6-UNI e gli appena 0,39 watt distorti della versione del 1996. Il fattore di smorzamento è aumentato da 2,22 nella versione 1.0 a un più robusto 3,1 nella 2.0 con controreazione attiva. Lo smorzamento senza feedback si attesta a 0,5. È fondamentale sottolineare che tali miglioramenti non richiedono una maggiore dissipazione o corrente dalla valvola, ma sono interamente attribuibili al nuovo trasformatore.

Analisi della Banda Passante: Nel valutare la risposta in frequenza dello Scherzo Rework 2.0, è essenziale considerare il confronto tra il grafico con e senza la controreazione (NFB). Nell’utilizzo di una valvola pentodo collegata a pentodo, è comune notare una risposta in frequenza meno eccezionale nella gamma dei bassi. Questo fenomeno è attribuibile all’altissima resistenza interna della valvola, che richiederebbe induttanze primarie eccessivamente elevate per ottenere una risposta in basso più estesa. Tuttavia, utilizzare induttanze così elevate potrebbe portare al rischio di saturazione del trasformatore, mantenendo invariata la situazione.

È importante sottolineare che la limitata risposta in basso a zero feedback è un aspetto positivo, contribuendo significativamente a ridurre il caratteristico sbrodolamento delle basse frequenze, tipico degli amplificatori senza controreazione. In questo contesto, l’SE4K5-EL84 si distingue per le sue prestazioni eccellenti, dimostrando la sua versatilità anche in queste condizioni. Questi approcci, comunemente adottati da chi progetta apparecchi zero feedback, rappresentano strategie consuete per ottenere un suono di qualità  accetabile anche senza controreazione.

Banda Passante con Controreazione Inserita: Grazie all’efficace implementazione della controreazione nello Scherzo Rework 2.0, la banda passante risulta notevolmente ampia, estendendosi da 18Hz a 38kHz con una variazione massima di -1dB. Questa prestazione contribuisce a garantire una riproduzione fedele e dettagliata delle frequenze, fornendo un’esperienza sonora completa e immersiva. Banda Passante a Zero Feedback: La configurazione senza controreazione di Scherzo Rework 2.0 offre una banda passante che spazia da 30Hz a 32kHz con una variazione massima di -3dB. Questa scelta di presentare la banda passante a -3dB è una piccola provocazione, ironicamente nota a chi è abituato a sentire parlare di zero feedback senza specifiche complete. Molti amplificatori 300B in configurazione zero feedback dichiarano bande passanti inferiori a quelle di Scherzo Rework 2.0, anche se spesso non specificano neanche i dB. È importante sottolineare che collegando l’amplificatore a casse reali, si verifica un effetto di compensazione a orecchio, con i bassi che si accentuano in modo naturale senza diventare fastidiosi, creando una sorta di bilanciamento sonoro.

THD

Quadre a 100Hz – 1khz – 10khz


Lo scherzo Rework 1.0: Vecchi Lavori e Upgrade con il Trasformatore SE5K6-UNI

In questa sezione, ci addentreremo nelle radici del progetto “Lo Scherzo” di Luca Chiomenti, un capitolo fondamentale nella storia dell’amplificazione audio. Tuttavia, questo viaggio non è solo un’osservazione nostalgica; è un’opportunità per esplorare come il progetto originale ha ispirato la creazione del “Lo scherzo Rework 1.0” e come questo ha segnato un passo avanti significativo nel mondo dell’audio.

Il “Lo Scherzo Rework 1.0” rappresenta un impegno personale nel migliorare l’originale. Attraverso il ritocco dello schema elettrico e l’utilizzo di trasformatori d’uscita personalizzati, ho cercato di portare il progetto a nuove vette sonore. Il trasformatore SE5K6-UNI, sebbene dichiarato obsoleto nelle fasi più recenti del mio percorso creativo, ha svolto un ruolo cruciale nel plasmare il suono distintivo dell’amplificatore. Nel corso di questa sezione, metterò a confronto il classico “Lo Scherzo” con la mia versione rinnovata, evidenziando i miglioramenti sostanziali in termini di prestazioni audio. Attraverso un’analisi strumentale dettagliata, dimostreremo come il “Lo Scherzo Rework 1.0” non sia solo una riedizione, ma un salto significativo verso prestazioni audio superiori in ogni aspetto. Preparatevi a immergervi nell’evoluzione di “Lo Scherzo”, dall’ispirazione di Chiomenti alle innovazioni apportate con il “Lo Scherzo Rework 1.0”.

Questo scherzo risale al 2005 (da una firma sotto lo stampato)

L’apparecchio funzionava correttamente in questa occasione, e mi è stato sufficiente acquisire i dati grafici. Di seguito, li presento a confronto con i grafici ottenuti dalla versione equipaggiata con i trasformatori SB-LAB.

THD Originale @ 0,25Watt RMS: 2,9% THD SB-LAB @ 0,25Watt RMS: 1,99%
(il grafico è  solo zoommato, non modifica la misura)
Quadra a 100Hz originale Quadra 100Hz – SB-LAB – Sembrano uguali…
Quadra 1khz originale Quadra 1khz SB-LAB – Cominciano a notarsi differenze…
Quadra 10khz originale Quadra 10khz SB-LAB – la differenza è evidente
Banda passante originale: 20Hz -0,4dB / 8khz -1dB Banda passante SB-LAB: 20Hz -0,4dB / 25khz -1dB

Emergono notevoli disparità nel tempo di salita dei due trasformatori, e di conseguenza, nella loro risposta in frequenza, riflettendo un’apprezzabile differenza timbrica. Il trasformatore originale presenta una sonorità più cupa, mentre quello SB-LAB si distingue per una luminosità maggiore e una ricchezza di dettagli sonori nella gamma alta. Ciò si traduce in una soddisfazione di gusti musicali diversi, in quanto ciascun trasformatore offre una firma sonora unica.

Il trasformatore originale di questo apparecchio del 2005 aveva una capacità di riproduzione dei bassi superiore. Durante la stesura della prima versione dell’articolo, ho riscontrato un montaggio risalente al 1996, nel quale il trasformatore mostrava prestazioni inferiori. La mia unica misurazione, effettuata solo per documentazione e non per interesse specifico, è stata la cattura di una sinusoide a 20 Hz fortemente distorta.

Dunque, è plausibile che a un certo punto sia intervenuta una modifica nel progetto del trasformatore, il quale, va sottolineato, non è dotato di marchio né di chiara provenienza. Esiste la possibilità che il trasformatore non fosse di fabbricazione originale o potrebbe essere frutto di un’alterazione. Per tale motivo, procediamo come se non avessi mai eseguito questa particolare misurazione, dato che non è stata oggetto di un’analisi approfondita. Inizialmente, questa misura non mi appariva di particolare interesse.

Come ho già specificato, non cerco di enfatizzare forzatamente la superiorità dei miei prodotti rispetto ad altri. Ammetto apertamente quando ho avuto in mano cose ben realizzate. Tuttavia, è difficile che mi vengano affidate cose che funzionano bene per essere sistemate. Non ho nulla contro lo scherzo, chi l’ha creato o chi ha realizzato i suoi trasformatori. Ho successivamente venduto solo i 2 TU e l’induttanza, come testimoniato dalle foto che potete vedere qui sotto e anche più giù. Mai cambiato il TA! Questo articolo si propone solo di rendere in qualche modo migliore un progetto risalente a tanti anni fa.

Esaminiamo il processo per migliorare uno Scherzo originale del 1996 che mi è stato affidato per riparazioni e miglioramenti…

Purtroppo, il montaggio eseguito da chi l’ha successivamente venduto su uno dei numerosi siti di annunci lo ha categorizzato come appartenente alla categoria degli “impresentabili“. Nel caso si presentino situazioni del genere, potrebbe essere vantaggioso acquistare tali esemplari con l’intenzione di recuperare componenti come valvole, PCB, il trasformatore di alimentazione e lo chassis. Tuttavia, è consigliabile acquisirli a un prezzo basso, considerandoli come merce guasta. È prudente evitare di collegarli alla corrente, anche se il venditore li descrive come funzionanti. La definizione di “funzionante”, nonostante dovrebbe essere oggettiva, sembra essere interpretata in modo soggettivo da molte persone, come potrete constatare nelle foto successive.

I guasti al circuito erano abbastanza evidenti, oltre alle splendide saldature…

Ho dovuto ripulire il PCB sia dai vecchi componenti che dal vecchio stagno e dal saldante…

Ora, concentriamoci sui trasformatori d’uscita dello Scherzo. In passato, sul mio listino era presente il modello SE5K6-UNI, suggerito per la realizzazione dello Scherzo. Tuttavia, per adattarci alle nuove esigenze e migliorare le prestazioni, il SE5K6-UNI è stato dichiarato obsoleto. Per ottenere il massimo dal vostro progetto, consiglio vivamente l’upgrade alla più recente versione Scherzo Rework 2.0. Questa nuova iterazione incorpora trasformatori d’uscita altamente performanti, i SE4K5-EL84, che offrono caratteristiche avanzate e un suono ottimizzato. Questi trasformatori rappresentano la soluzione attuale e raccomandata per ottenere prestazioni audio di alta qualità nel vostro Scherzo Rework.

Nella prefazione di questo articolo sono presenti tutte le strumentali comparate. Per quanto riguarda il restauro in questione, ho fornito una coppia di trasformatori d’uscita SE5K6-UNI nuovi di zecca e ho ricostruito il circuito utilizzando componenti di alta qualità.

Sfortunatamente, condensatori di una certa caratura risultano più ingombranti rispetto agli originali, obbligandomi a installare alcune componenti sul lato rame del PCB. Per migliorare le prestazioni, ho bypassato gli elettrolitici catodici e di alimentazione, sostituendoli con condensatori polipropilenici Mundorf e Icel.

Il mobiletto di legno presentava tracce di sporco, la piastra di ottone verniciato era segnata da graffi e ossidazione, la manopola del volume risultava incastrata, e i connettori degli altoparlanti e di ingresso, rivolti verso l’altro, rappresentavano un dettaglio poco gradevole.

Niente che un pò di olio di gomito e di vernice non possa sistemare…

Successivamente, ho ripristinato ogni elemento al suo posto, assicurandomi di sistemare tutto in modo ordinato e ordinato.

Ho configurato le finali con una connessione a triodo secca non mutabile, ottenendo così una potenza di 1,6 watt. Da notare che la connessione ultralineare non è contemplata né possibile, poiché il trasformatore d’uscita non dispone della presa, a ragion veduta.

Le strumentali:
Potenza: 1,6 Watt RMS per canale
Distorsione THD @ 0,25Watt: 1,9%
Smorzamento DF: 2,22
Banda passante @ 0,25Watt: 10Hz / 25khz -1dB

Analisi di spettro

Banda passante su carico resistivo

E carico reattivo

Quadre a 100hz – 1k – 10k

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4 Responses to Lo scherzo “Rework 2.0” Single Ended con valvole ECL82 / PCL82 / 6BM8

  • Il mio scherzo cambia totalmente la polarizzazione della finale e del pilota, polarizzato semplicemente seguendo i consigli dei datasheet della valvola al contrario della versione di chiomenti che fa cose diverse non si sa nemmeno il perchè, ma resta che i risultati dimostrano che forse chi ha prodotto la valvola a suo tempo sapeva come doveve essere impiegata. Il resto è un buon cablaggio e buoni componenti, ora hai un sigle ended da 3watt che rivaleggia con un il tuo amplificatore di riferimento, se invece di una PCL82 ci fosse stato qualcosa di più potente? 🙂

  • Premessa: mi serviva un ampli, preferibilmente a valvole, per un secondo impianto con cui gioco. Del primo impianto, di cui non intendo rivelare marca e tipologia, sono molto soddisfatto — mai pensato di sostituirlo. Avevo sempre letto tanto e bene di Chiomenti e dello Scherzo, così alla prima occasione decente su Subito l’ho acquistato, con aspettative certo elevate, ma non stellari. L’ampli ha rispettato appieno le aspettative: un bel suono, con un suo timbro riconoscibile, morbido e compassato come un whisky d’annata. In rapporto al prezzo (meno di 300E), eccellente.

    Il mio esemplare proveniva da un autocostruttore, che mi ha garantito trasformatori uguali a quelli del kit originale, ed in effetti ascoltandolo fianco a fianco con un altro Scherzo che certamente usava i trasformatori originali di Chiomenti (presi brevi manu da lui in persona) le differenze sonore si riducevano a sfumature, senza un chiaro vincitore. Con una coppia di monovia fostex avevo un piacevolissimo risultato, ovviamente limitato agli estremi di banda. Galeotta si è rivelata la fumata nera che mi ha costretto a mandare l’apparecchio nelle mani di Stefano Bianchini per la riparazione.

    L’ampli era cablato malissimo ed i trasformatori abbondantemente sotto la soglia di decenza di Stefano. Parlando con lui mi sono convinto quindi per l’upgrade totale, ricablaggio più nuovi trasformatori ad hoc, bel oltre la mia idea iniziale, e ho aspettato circa tre mesi per avere lo scherzo rework 2.0 da inaugurare a casa.

    In linea di principio, filosoficamente, sono del’idea che un buon progetto non vada modificato in nulla. A volte il risultato è la sinergia di così tanti fattori in equilibrio che basta cambiare un componente per mandare tutto a putt.. ehm belledonne. In più, i buoni progettisti sanno (o dovrebbero sapere) quello che fanno, modifiche estese trasformano il prodotto in altro senza alcuna garanzia di miglioramento. Stefano non solo ha ricablato tutto, ha perfino disassemblato i trasformatori originali per riavvolgerli secondo sue specifiche, apportando alcune modifiche circuitali a me oscure. Ero francamente perplesso. Non l’avrei mai accettato per il mio ampli principale, ma suvvia, mi sono detto che per un secondo impianto potevo pure rischiare.

    Il risultato ex post? Beati coloro che si fidano! Un miglioramento netto su tutti i fronti: la scena si è ampliata in tutte e tre le dimensioni, la distorsione e la fatica d’ascolto (già basse) sono virtualmente scomparse, la potenza, l’estensione e l’autorevolezza in basso sono aumentate, la separazione degli strumenti, il loro corpo e la trasparenza sono aumentate sensibilmente. Lo scherzo rework 2.0 adesso rivaleggia con il mio ampli di riferimento, rispetto al quale perde qualcosa in profondità e ampiezza della scena, anche in naturalezza e tridimensionalità, ma guadagna in corpo e immanenza degli strumenti. Mi ha fatto tentennare.

    La prima lezione appresa è che, come molti dicono ma pochi sperimentano, i trasformatori sono il pilastro su cui si regge il risultato sonoro di un buon valvolare, davvero.
    La seconda è che Stefano Bianchini è un’autentica eccellenza italiana e che i suoi trasformatori fanno la differenza, davvero. “worth every penny”, come dicono gli inglesi.

  • Ho fatto revisionare il mio Scherzo e sostituire i trasformatori con quelli SB LAB da Stefano. Un risultato al di la di ogni aspettativa. Ne è risultato un apparecchio degno del confronto con macchine sulla carta decisamente superiori. Nessun confronto possibile con la versione originale. Tutto un altro pianeta. Ascoltati anche pezzi per organo impegnativi. Tutto perfettamente intelleggibile. Mai confuso. Sembra un ampli da 50 watt!! Precisione assoluta e nessuna sbavatura. Complimenti e grazie per il Tuo lavoro!!!

  • Vi racconto brevemente lastoria di qs. “Scherzo” acquistato per fare un impiantino di base a mia figlia che una discreta cultura musicale. Quindi ho voluto darle i mezzi di base per ascoltare i suoi CD in modo decoroso. Sul mercato dell’usato ho reperito un sempre eccellente Naim CDI (350 €) ed una coppia di vecchie Richard Allan Pavane (280 €) anni 60′ che ho restaurato con un po di pazienza. Come ampli ho acquistato usato “Lo Scherzo” … ma quando lo accendevo saltava il fusibile… apro il fondo e scopro un ginepraio di cavi mai visto realizzato da un incompetente alle prime armi. Chiudo tutto e dopo aver fatto una ricerca veloce su internet trovo il sito web di SB Lab a cui invio modulo di richiesta riparazione compilato. Prontamente il Sig. Bianchini mi risponde dicendosi disposto ricablarlo. Beh devo dire che non si è limitato alla ricabatura; sono stati sostituiti i condensatori di alimentazione perchè negli anni avevano perso di efficienza e tutta la componentistica presente sulla scheda … tabula rasa… bocciati anche i trasformatori di uscita, che come si vede dai grafici sopra non rispondevano ai requisiti necessari per dare un risultato di qualità che io ricercavo nell’ampli. Il risultato sonoro di 1,6 watt a triodo è strepitoso !! Non mi aspettavo tanta musicalità da un progetto del genere con un contenuto armonico di tutto rispetto ed una gestione delle basse frequenze molto buona. Anche il timing è ottimo, la musica ha una liquidità incredibile … devo dire che sono veramente soddisfatto dell’impiantino realizzato a mia figlia… e devo fare i miei personali complimenti a mr. Bianchini che si è rivelato un tecnico molto preparato e veramente appassionato del suo lavoro che mette a disposizione tutte le sue conoscenze. Complimenti ancora per la serietà e per il risultato. Mia figlia Giulia ringrazia …

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