Pushpull 20 Watt con valvola 6336A

Questo è un progetto premium che ho proposto a un lettore, il circuito utilizza i 2 triodi di una sola 6336A posti un pushpull in classe A, il trasformatore utilizzato è il 6KPP-6336. Lo stadio di ingresso è formato da un circuito completamente bilanciato formato da una coppia di ECC88 e il pilota è una 6SN7, alimentazione separata per le 2 finali e driver, entrambi con raddrizzamenti a diodi e filtraggio con cella CLC, il driveraggio (ECC88/ECC88/6SN7) completamente accoppiato DC, gli unici 2 condensatori lungo il segnale sono quelli verso i 2 triodi della 6336. Minimo utilizzo di negative feedback.

Il set di trasformatori comprende due trasformatori d’uscita 6KPP-6336, due trasformatori di alimentazione separati per anodiche e filamenti, una induttanza 15S55, due induttanze 18S5200. Il costo del SET è di €620,00 compresa spedizione. Se siete interessati all’acquisto, con il quale riceverete anche copia leggibile dello schema elettrico, contattatemi cliccando qui.

Nota: l’immagine sotto è puramente rappresentativa e non corrisponde al set di trasformatori qui proposti.

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Boyuu A9 – Single Ended EL34 + 6N9p DIY KIT – Total Upgrade

Dopo aver scritto l’articolo “Come far suonare un Amplificatore a Valvole cinese” mi ero ripromesso di provare a realizzare fisicamente un modding per rendermi conto delle potenzialità o dei limiti della mia teoria, mi sono quindi procurato una scatola di montaggio BOYUU uguale a quella che vedete nella foto qui sopra, a un prezzo così basso non potevo non provare! Se non l’avete già fatto leggere l’articolo precedente, quello che vado a proporre in questo nuovo articolo non è un semplice upgrade di condensatori e resistenze su un circuitino cinese tirato all’asso con i trasformatori d’uscita cinesi, ma la costruzione di un’apparecchio completamente nuovo e diverso che utilizza componenti di pregio e ha lo scopo di fornire risulti sonori di tutta eccellenza e che non sfiguri se ascoltato a confronto con apparecchi venduti a migliaia di euro, dove la scatola di montaggio cinese di partenza ha lo scopo di fornire un supporto meccanico, un telaio, dove montare il tutto oltre a fornire una parte dei componenti necessari alla realizzazione del circuito finale. Il vantaggio, che ho verificato, di partire da una scatola di montaggio cinese piuttosto che fare tutto da zero sta nel fatto che da sempre nella costruzione di un’amplificatore valvolare fai da te la parte più impegnativa e che fa perdere più tempo è proprio la realizzazione di un telaio dove montare il tutto, da questa difficoltà nascono molti impresentabili e tanti altri apparecchi montati male in brutte scatole. Sui vari bazar si possono comprare anche le scatole vuote di questi amplificatori a prezzi ancora più bassi ma ho puntato a un KIT completo perchè, pur non potendo usare tutto, le parti che si possono ri-utilizzare (connettori, zoccoli, alcune resistenze e condensatori, le valvole, il trasformatore di alimentazione e l’induttanza) comprate separatamente verrebbero a costare molto di più, quindi il concetto è di comprare la scatola di montaggio e utilizzare tutto l’utilizzabile per risparmiare soldi pur non rinunciando alla qualità dell’oggetto finale. Vediamo cosa mi è arrivato… L’imballo era in un doppio scatolone, l’unica cosa montata sul telaio erano i 3 trasformatori e l’induttanza.

 

A parte c’era un sacchetto con tutte le minuterie…

E imballata nella spugna le valvole…

Le 6N9p (equivalenti 6SL7GT) e la raddrizzatrice sono NOS russe, mentre le EL34 di produzione shuguang. Ho iniziato la modifica smontando i trasformatori d’uscita boyuu e valutando il montaggio di 2 trasformatori d’uscita SB-LAB, per l’occasione ho collaudato la nuova versione degli SE2K-EL34, chiamata SE2K-EL34/2 e che sostituirà il precedente modello (già listino allo stesso prezzo dei precedenti).

Vediamo lo schema cinese…

Uno schema semplicissimo e banale con la EL34 connessa in ultralineare nonostante il circuito sia un single ended, su un trasformatore da 8k primari, polarizzata con 50mA di corrente di bias dove avrebbe erogato all’incirca 3 watt RMS con un tasso di distorsione decisamente alto, il doppio triodo di ingresso con le sezioni in parallelo e il tutto ovviamente zero feedback. Sono quindi partito da un mio progetto già ampiamente collaudato di SE con la EL34 e ho guardato come adattarlo, i trasformatori d’uscita erano i miei ma dovevo utilizzare il trasformatore di alimentazione e l’induttanza originali, qui sotto le specifiche del trasformatore di alimentazione BOYUU:

Nota: il trasformatore presente nella scatola di montaggio aveva il primario solamente a 230volt senza presa a 110v, e i fili erano color arangione e blu, la RDC del secondario dell’anodica era di 133+133ohm. Il secondario HT del trasformatore è dato per erogare massimo 250mA, mentre lo schema da cui partivo avrebbe assorbito 280mA, ho quindi dovuto abbassare la corrente di bias delle finali per stare dentro ai 240mA CA complessivi (236 per l’esattezza), questo avrebbe fatto perdere un pelo di potenza in altoparlante rispetto lo schema originario.

Il secondario a 6,3volt per le EL34 dato per 4A massimi è caricato con effettivi 3A, per una potenza di 18,9VA
Il secondario a 6,3volt per le 6N9p dato per 2A massimi è caricato con effettivi 600mA, per una potenza di 3,78VA
Il secondario a 5volt per la 5Z3 dato per 4A massimi è caricato con effettivi 3A, per una potenza di 15VA
E infine come detto il secondario a 320+320v è raddrizzato a doppia semionda, quindi utilizzato mezzo ciclo per ramo, caricato per 236mA per una potenza di 75,52VA per un totale di 113,2VA, il trasformatore è costruito su un nucleo 32×60 e quindi si trova quasi al limite di potenza che è possibile richiede a un trasformatore di queste dimensioni. Durante il funzionamento potrebbe scaldarsi per bene ma non dovrebbe avere problemi in linea generale.

L’induttanza fornita nel KIT invece risulta essere da 5H con una resistenza DC di 83ohm. Qui sotto lo schema premium che ovviamente potrete vedere in chiaro se comprate la coppia di trasformatori d’uscita per realizzare il progetto. I componenti segnati come “cina” sullo schema sono presi dalla scatola di montaggio cinese, tutti gli altri vanno aggiunti a parte.

Vediamo ora come ho eseguito il montaggio. La prima cosa da fare è smontare tutto dal telaio e fare le forature necessarie a montare i nuovi trasformatori d’uscita e a far passare i relativi file, un passacavo di gomma va messo nel foro perchè la lamiera è sottile e diventa tagliente. Nella parte più esterna è possibile utilizzare i fori pre-esistenti.

 

Il trasformatore di alimentazione è appoggiato su 2 listelli in metallo e poi avvitato alla lamiera che essendo sottile si deforma, bisogna quindi togliere questi listelli dal trasformatore, rimontarlo sul telaio mettendo i listelli dalla parte opposta della lamiera, in questo modo si ha un fissaggio migliore.

Si possono montare le 4 boccole RCA fornite nel KIT avendo cura di lasciare gli isolatori di plastica, si saldano assieme le 4 massi con in filo in rame rigido.

Quindi è possibile montare il PCB commutatore dei canali fornito nella scatola di montaggio, semplice ed efficace e sicuramente molto meglio di avere dei lunghi fili che corrono avanti e indietro dal frontale dell’apparecchio causando diafonia e accoppiamenti capacitivi da tutte le parti.

Sotto al telaio c’è un quadretto un lamiera sagomata che è fatto per ospitare gli zoccoli delle valvole e il PCB originale…

Questa lamierta diventerà il supporto del cablaggio in aria del circuito, la prima cosa da fare è sostituire le 4 boccole argentate che lo sorreggono con delle viti di M6 in acciaio perchè le 4 boccole risultano molto fragili e non è possibile stringerle molto forte, il motivo per dover stringere forte è usare uno dei 4 punti come morsetto di terra.

Da questo punto l’articolo non sarà più passo passo ma darò delle indicazioni generali su come montare le cose. Ho usato ancoraggi classici di questo tipo tagliandoli in base al numero di pin che mi servivano…

NOTA: l’ancoraggio della foto ha un ribattino nel pin centrale di fissaggio, se li trovate così va limato via. Siccome il pin centrale deve andare a massa e offrire un contatto che sia perfetto ho proceduto in questo modo: Prima bisogna decidere dove fare il foro che ospiterà, forare con una punta da 2,5mm…

Poi bisogna grattare via la vernice attorno al foro, nella foto l’ho grattata solo davanti al foro ma è meglio grattare tutt’attorno con lo smeriglio del dremel.

Si avvita l’ancoraggio alla lamiera con una vite autofilettante 4×6 meglio se di tipo zincato…

Poi va fatto un punto di stagnatura con un saldatore muscoloso, io ho usato un 150watt, procuratevelo, io l’ho comprato ad un negozio di bricolage per 22€, perchè con il saldatorino da elettronica non ce la fate. Come si può vedere nella foto lo stagno ha attaccato bene il piede dell’ancoraggio alla lamiera e ha saldato anche la vite (per questo dicevo di usare viti zincate, le viti in acciaio non si stagnano). In questo modo l’ancoraggio è fissato perfettamente alla lamiera con un contatto perfetto e affidabile nel tempo.

Nelle foto che seguono invece mostro come fissare gli ancoraggi in nylon che servono per fescettare i condensatori. Trovate questi ancoraggi autoadesivi in qualsiasi ferramenta, ma non potete affidarvi alla tenuta della spugnetta adesiva perchè subito sembra tenga bene, ma col passare del tempo e col il calore la colla si secca e sono destinati inesorabilmente a staccarsi. Se ci fate caso nel centro hanno tutti una foro svasato, immaginate come usarlo…

Eseguire un foro di 2mm (non 2,5)…

Vitina autofilettante di 3×5 con testa svasata…

Come interruttore ho mantenuto quello presente nella scatola di montaggio, mentre il potenziometro del volume che ho utilizzato è un ALPS originale con presa loudness (originale alps a contatti striscianti non un fake a scatti di quelli che si trovano che sembrano marchiati alps ma non sono alps), per montarlo mi è bastato allargare il foro del perno di 2 millimetri e limare uno dei 4 fori in cui entra il dentino che impesce al potenziometro di svitarsi. L’ho voluto con il loudness perchè non ho mai provato a implementarlo su un’amplificatore, volevo fare un loudness passivo e serviva il potenziomentro con la presa apposta.

Ecco il montaggio

Dopo aver fatto queste foto ho provato l’apparecchio ma il trasformatore di alimentazione cinese dopo 30 minuti iniziava a ronzare a scaldava come una padella, non avevo ancora ritoccato il BIAS delle finali perchè dovevo testare se teneva botta. Ho quindi riaperto tutto per sostituire le resistenze bianche da 135ohm con altre 2 di un valore leggermente maggiore, per sollevare il trasformatore di alimentazione dal carico eccessivo e ho aggiunto 2 condensatori in polipropilene icel in parallelo agli elettrolitici di catodo delle finali perchè l’elettrolitico da solo non mi suonava abbastanza pulito (non ho fatto foto di questa ultima modifica). Nella foto si possono vedere a destra e sinistra i condensatori elettrolitici BLU messi in parallelo a dei poliestere arancioni che fanno parte del KIT originale cinese, nell’angolo in basso a destra dello zoccolo della raddrizzatrice il condensatore elettrolitico da 220uF sempre appartenente al KIT cinese però messo in parallelo a un polipropilene a scatolino (non avevo spazio). Nel montaggio ho usato in punti strategici resistenze ad impasto di carbone, i condensatori di disaccoppiamento tra il driver e le finali sono dei NOS mullard “mostarda”, il condensatori di bypass catodico del driver sono i 220uF sempre della scatola cinese (mi fa ridere pensare che nella versione originale dovevano servire per bypassare le finali), ovviamente in parallelo a questi elettrolitici ho messo dei piccoli bypass agguintivi in polipropilene per sopperire alle mencanze dell’elettrolitico in gamma alta. I morsetti degli altoparlanti sono gli originali della scatola cinese ma non sarebbe una cattiva idea sostituirli con altri migliori e più robusti. Ma che risultati ha dato agli strumenti di misura?

Potenza: 6,25Watt RMS per canale
Banda passante 20Hz -0dB – 90khz -1dB @ 1 watt
Distorsione THD @ 1 Watt: 0,41%
Smorzamento DF: 5,7

Analisi di spettro

Risposta in frequenza su carico resistivo si può vedere come lavorano i nuovi SE2K-EL34/2, qui sotto il confronto tra il nuovo modello e il vecchio su quello che è praticamente lo stesso circuito con lo stesso tasso di controreazione.

Il nuovo SE2K-EL34/2  Il vecchio SE2K-EL34

Onde quadre a 100Hz / 1khz / 10khz

All’ascolto il suono è molto ricco di dettagli, aperto e brillante e molto veloce, i bassi frenati e belli energici mai sbrodolati, invadenti, nè distorti e fastidiosi da zero amplificatore zero feedback, il connubio tra i nuovi trasformatori d’uscita e il loudness forniscono una sensazione molto particolare di maestosità, i timpani sembrano suonare nella stanza. La nota dolente del loudness è che non va molto d’accordo con Granny 27, uscendo con un segnale molto forte costringe a tenere il volume basso il potenziometro dove l’effetto del filtro è massimo, quindi si esalta troppo l’effetto e diventa fastidioso. Abbinando invece l’amplificatore con un dac normale che esce con un segnale più debole invece tutto migliora e diventa godibile.

Per chi non sapesse cos’è il loudness: non centra niente con quella che chiamano “loudness war” per indicare opere di compressione audio che rovinano le registrazioni. L’orecchio umano non è lineare nella percezione delle varie frequenze a vomuni diversi, questo significa che abbassando il volume percepiamo la gamma acuta e la gamma bassa più attenuate rispetto quella dei medi, il loudness utilizza un potenziometro speciale con 4 contatti (il quarto contatto viene chiamato presa fisiologica) e un circuito formato da un paio di condensatori e una resistenza per accentuare gli acuti e i bassi man mano che si abbassa il volume (mentre quando il volume è come se non ci fosse) con una curva inversa rispetto la notra percezione, permettendo quindi una percezione dei bassi/medi/alti uniforme a diversi livelli di volume. Ovviamente questa pratica ha qualche risvolto negativo che si manifesta sottoforma di rotazioni di fase al variare delle frequenze in quanto il loudness è un filtro per questo motivo se applicavo un segnale troppo forte in ingresso, che mi costringeva a girare la manopona a ore 9 diventava brutto da sentire, mentre con un segnale giusto, tenendo la manopola a circa ore 13 va molto bene. E comunque gli effetti deleteri non sono niente rispetto quello che butta fuori un’amplificatore zero feedback, non mi tengo stretto di dire che questo apparecchio suona molto meglio di certi 300B di marchio prestigioso e super costosi che ho sentito, poi se uno vuole il loudness lo può anche disattivare, io volevo provare, è carino ma non mi piace troppo.

Il parere di “F.P.” che ha realizzato la mia modifica e mi ha scritto le sue impressione per email.

Buongiorno, ho scritto una recensione dell’ampli, è passato un po’ di tempo ma ho preferito aspettare i nuovi diffusori. Ecco la recensione:

Con un po’ di ritardo recensisco l’amplificatore Boyuu range 9 cinese, completamente rifatto sul progetto di Stefano. Prima di tutto due parole sul kit cinese. Il telaio secondo me è fatto bene, direi bello robusto, in lamiera piegata e saldata, verniciata in nero goffrato con una certa cura. Le forature sono fatte al laser, ha griglie di areazione sotto e ai lati, i pomellini di accensione e volume sono in alluminio tornito dal pieno. Sul frontale ha una spessa placca in ottone con il nome, Boyuu range. Ricevuto il KIt dalla Cina, fra l’altro imballato bene. (nota SB-LAB: la mascherina è un alluminio anodizzato color oro/ottone e non di ottone e se qualcuno trovasse un solvente capace di cancellare la scritte boyuu senza rovinare l’anodizzazione dell’aluminio mi interesserebbe conoscerlo, io ho provato lo sverniciatore ma non vengono via)

L’ampli è collegato a delle ProAc a torre, 90 db 1W/1m. L’efficienza è ragionevole per la potenza dell’ampli, circa 6.5 W per canale, io non ascolto mai a volumi alti quindi per me è OK. La sorgente per ora è un lettore CD Denon, a 24 bit, vecchiotto ma fa il suo lavoro. L’ampli anche a volume massimo non emette praticamente alcun ronzio, neanche con l’orecchio a 10 cm dal diffusore, e questa credo sia tutta qualità del cablaggio. Ma come suona? L’ho provato a lungo con diversi CD, dal jazz al pop italiano e straniero. Per farla breve il suono è meraviglioso. La cosa più sorprendente, è la qualità delle voci, molto realistiche e pulite, provato con voci maschili e femminili, da Jonny Cash a Mina, per non dire Ella Fitzgerald in accoppiata con Louis Armostrong, quindi veramente tutte le possibili tonalità; assolutamente favolose. Si sente proprio il dettaglio, la grana fine; mia moglie, all’inizio un po’ scettica, dice che le sembra di sentire dettagli mai ascoltati prima. La gamma alta è setosa, nessuna fatica di ascolto neanche dopo molte ore. I bassi sono ben presenti e molto controllati, mai invadenti. La caratteristica delle ProAc è quella di avere il reflex sotto, quindi i bassi escono “diffusi”, avvolgenti; l’accoppiata per me è perfetta.

Riguardo all’assemblaggio, all’inizio ero indeciso a fare da solo, poiché di elettronica qualcosa ci capisco. Avrei usato uno schema di Stefano, comprato i trasformatori, condensatori di qualità. In conclusione posso solo dire di essere molto soddisfatto di questo ampli, e lo consiglio a tutti gli appassionati.

Ciao, Francesco.

 

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2 Responses to Boyuu A9 – Single Ended EL34 + 6N9p DIY KIT – Total Upgrade

  • Ciao, come stai?
    Qui il finale va alla grande: dopo qualche decina di ore di rodaggio il suono è ancora migliorato:
    1) i bassi, che prima erano appena leggermente gonfi, ora son ben frenati, profondi ed articolati: sul jazz è davvero uno spettacolo riascoltare tutti i miei vecchi vinili da 180 g;
    2) la tridimensionalità del suono è veramente ottima: suona “grande” e con una bella profondità di campo, con le varie file di strumenti ben separate tra loro;
    3) mi sembra che suoni perfino più “forte” di prima: credo sia dovuto al fatto che il contrasto dinamico ora è più “vivo” ed incisivo che all’inizio.

    E tutto questo con dei diffusori impilotabili come le vecchie Sonus Faber Parva FMII, con le quali i 9 watt di questo piccolo single-ended sembrano molti, molti di più e una naturalezza d’emissione inarrivabile con qualsiasi stato solido (e ne ho sentiti davvero tanti).

    Grazie per l’ottimo lavoro!

    Maurizio

  • Buongiorno Stefano, mi sono serviti un paio di giorni per riprendermi dall’ascolto “illuminante” di questo piccolo gioiello travestito da “bigiotteria”. Partiamo dal fatto che ci si trova di fronte ad un oggetto piccolino ma con prestazione da gigante. Il fronte sonoro con le Tannoy era veramente imponente e non da meno la scena ricreata, nitida e stabile. Non sono certo un recensore e non ho ascoltato centinaia di apparecchi ma in 20 anni di passione alcuni valvolari dal nome altisonante sicuramente si. Anche con le sue valvole originali (poi ci dicono che servono valvole da centinaia di euro) ho ascoltato un prodotto davvero ben suonante e che mi ha convinto a provare, grazie ai tuoi trasformatori e schemi, a riprodurre la magia che ho sentito. Grazie per la disponibilità e la gentilezza dimostrata
    Cristiano

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EL84 Single Ended Amplifier – 5 semplici progetti Single Ended con la EL84

Tutti questi progetti si basano sul mio trasformatore SE5K6-UNI. Se sei interessato a conoscere il prezzo e/o acquistare il kit di trasformatori do uscita, alimentazione e induttanze clicca qui per visualizzare il listino dei KIT. O contattami se la variante dello specifico progetto non fosse presente nel listino.


1) Pico 8284 – EL84 pilotata da ECC82

Tempo fa ho venduto il set di trasformatori per un Pico 8282 ad una persona che però non è stata in grado di eseguire un montaggio corretto del circuito che gli continuava a ronzare in maniera spaventosa, mi ha quindi chiesto di assemblare per lui il KIT. Le 2 foto qui sotto mostrano il montaggio del cliente, ossia come non montare un’apparecchio valvolare, se anche voi state pensando di montare qualcosa in questo modo desistete, non parlo della questione estetica ma del legno. Non si può montare un’amplificatore su una base di legno ad iniziare dal fatto che le valvole scaldano parecchio, sopratutto le finali noval come le EL84 e rischiate di appiccare un’incendio. Un montaggio ha bisogno di almeno un piano metallico, per la massa e avere un minimo di schermatura.

Ecco lo schema premium del pico 8284, privo di negative feedback globale…

Ho realizzato prima un pannello di alluminio di 3mm come supporto meccanico del circuito…

Poi mi sono fatto fare da un falegname una scatoletta di legno grezzo (che ho provveduto poi io a forare stuccare, levigare, mordenzare, oliare e tirare a gomma lacca), nella foto si vedono 2 mobili perchè l’altro è per uno “scherzo”.

Nei miei montaggi non rinuncio mai ad avere una piastra di bachelite sotto quella metallica per avvitare comodamente i componenti.

Di importanza vitale avere degli ancoraggi ai quali fissare i componenti!!! Non potete assemblare senza!

Montaggio Finito

Strumentali

Potenza 3 Watt RMS per canale
Banda passante @ 1 Watt: 20Hz / 36khz -3db
THD@1Watt: 0,45%
Smorzamento DF: 1,3
Rout: 6 ohm


2) Pico 8484 – EL84 pilotata da ECC84

La ECC84 è una di quelle valvole “snobbata per ignoranza”, ossia gli autocostruttori non la conoscono e quindi hanno paura che suoni male. La ECC84 è la progenitrice della più famosa ECC88, ha un Mu di 24 e una resistenza interna di 4k che la rende migliore rispetto la ECC82 che ha una Ri di 7k. Lo schema elettrico è identico a quello della versione con ECC82, quindi è possibile realizzare la versione con ECC82 e poi sostituirla con la 84 e viceversa. È possibile montare anche la PCC84 che rispetto la veersione “E” ha il filamento a 7volt invece che 6,3, questa differenza di tensione è talmente piccola che la valvola funziona ugualmente bene. È facilmente reperibile NOS a prezzi modici (inferiori a 10€) ed in grande quantità

Ecco lo schema premium, anche questo privo di negative feedback globale…


3) Pico 8084 – EL84 pilotata da EABC80 (oppure ECC83)

La EABC80 è una valvola molto utilizzata nelle radio anni 50/60 dotate di FM, al suo interno ci sono 3 diodi di segnale, che in questo caso non sono utilizzati, e un triodo che ha caratteristiche elettriche molto simili a quelle di una ECC83 cui differisce per un Mu leggermente più basso, 70 invece di 100. È una di quelle valvole “immortali” nel senso che in tanti anni a riparare ricevitori radio non ne ho mai vista una guasta, per questo motivo si trova a prezzi modici inferiori a 10€ e in grande quantità. La si potrebbe considerare come una ECC83 dei poveri, per un autocostruttore alle prime armi e per divertirsi è sicuramente indicata per via della modesta spesa per acquistarla, che non toglie però che si possa avere da essa ottime prestazioni sonore. Lo schema che ho realizzato in questo caso utilizza negative feedback globale in quanto l’alto Mu renderebbe tutto il circuito troppo sensibile e la gestione del volume impossibile, questo però dota il circuito di un’ottimo fattore di smorzamento al contrario dei circuiti privi di feedback visti in precedenza.

Ecco lo schema premium… È possibile montare una sola ECC83 al posto delle 2 EABC80 ovviamente connettendo correttamente le 2 sezioni.

Ciao Stefano , sono “M.T.T.” da Ravenna a cui hai venduto un coppia di TU SE5k6-UNI, ti scrivo dal mio secondo indirizzo e mail perche l’altro ha dei problemi.
Ho montato i trasformatori e fatto le modifiche da te consigliatomi… Alla prima accensione è saltato fuori un problema con la reazione negativa (anzi in questo caso era “positiva”) che faceva oscillare l’amplificatore, il problema l’ho risolto invertendo il collegamento del primario dei TU, quindi il rosso (+H) collegato alla placca e il Nero (placca) collegato alla +H.
Una volta risolto il problema della reazione negativa e controllate le tensioni ho iniziato a fare prove con generatore di segnale e oscilloscopio, subito si è visto il netto miglioramento che ha avuto l’ampli.
La risposta in freq. risulta lineare da 20hz a 35Khz, le onde quadre sono pressochè perfette in ogni condizione (le prove sono state effettuate con carico resistivo da 8ohm) e l’assenza di ripple… o comunque non misurabile.
La sensibilità di ingresso che ho rilevato è di 0,8V RMS su 250K (non avevo il pot da 47K) per una potenza di uscita di ben 3,6W RMS sui due canali in funzione temporaneamente (misurata fino al primo cenno di deformazione del segnale sinusoidale sul carico).
Passando alle prove di ascolto “salta subito alle orecchie” la profondità delle basse frequenze, la “pulizia” degli acuti, e la mancanza di distorsione di intermodulazione nei passaggi forti, dovuto alla resistenza di G1 di “basso” valore che impedisce alla griglia di spostarsi dal suo punto di lavoro.
Le prove di ascolto sono state fatte con lettore cd PHILIPS CD624 con conversione BITSTREAM, un apparecchio dei primi anni ’90 economico, che durante svariate prove ha stracciato apparecchi ben piu costosi, come casse delle Philips 22RH496, delle 3 vie con woofer in sospensione pneumatica, un pelo ostiche da pilotare, ma l’ampli non ha dato segni di cedimento.
Ti mando alcune foto dell’apparecchio finito.
A presto.

4) Pico 8084VTR – EL84 pilotata da EABC80 (oppure ECC83) con rettificatore EZ81

Questo schema mi è stato espressamente richiesto da un cliente che voleva utilizzare una valvola raddrizzatrice EZ81, lo schema è quindi molto simile al precedente, cambia il trasformatore di alimentazione e la relativa sezione di alimentazione dimensionata per accogliere una EZ81 al posto del normale ponte di diodi. Ecco lo schema premium. Anche in questo caso e possibile montare una sola ECC83 al posto delle 2 EABC80 ovviamente connettendo correttamente le 2 sezioni.


5) Alimede – EL84 pilotata da 5842

Questo progetto è più raffinato dei precedenti, sia per la ricercatezza del circuito che per via della valvola driver più raffinata, tutto è cominciato quando mi hanno regalato una coppia di monofonici prodotti da ignoto come “ferro vecchio” e volevo vedere cosa si poteva recuperare per fare qualcosa di funzionante.

È incredibile le porcherie che certe persone spacciano per hifi, prima di passare al lavoro di ricostruzione voglio soffermarmi un’attimo sulla recensione tecnica degli apparecchi di partenza. Qui lo mostro dal vivo  dal lato tecnico quello che si posiziona nel mondo degli impresentabili. Gli apparecchi erano 2 monofonici single ended con EL84 connessa a triodo, pilotate da delle 5842 e alimentate da una 6X4, il tutto ovviamente zero feedback. Dei perfetti cliché dell’ideologia audiofila moderna, ossia:

  • Dual mono perchè separando i canali suona meglio…
  • Con la finale a triodo perchè i triodi suonano meglio dei pentodi…
  • Il driver è una valvola di quelle famose, perchè le valvole famose suonano meglio di quelle che trovi per pochi euro…
  • C’è la raddrizzatrice perchè se ci metti una raddrizzatrice suonerà sicuramente meglio che con dei diodi…
  • Zero feedback perchè senza feedback suona meglio che con il feedback…

Ma i fatti quali sono? iniziando dalla sezione di alimentazione, la povera 6X4 è seguita da un circuito CLCRC… 47uF / 3H 90ohm / 330uF / 1k5 / 330uF… Ora per chi non lo sapesse la 6X4 è una tra le più piccole raddrizzatrici esistenti, ha capacità di erogazione di corrente veramente risicata ed è famosa per essere molto delicata e per andare in corto quando la guasti. Facendo una veloce simulazione del circuito di alimentazione con PSU Designer si ottiene immediatamente un warning per superamento dei limiti operativi della valvola con un picco in accensione di addirittura 1,6 Amper e un continuativo di 72mA:

Praticamente ogni volta che accendevi l’apparecchio poteva essere l’ultima volta che lo accendevi… ed anche durante il funzionamento con i condensatori ormai carichi la valvola era tirata oltre la massima erogazione di corrente che gli è possibile.

La EL84 era connessa a triodo con un trasformatore da 10k primari, eroga la potenza di ben 0,39Watt (zero virgola trentanove) RMS indistorti e fino a 1,07Watt a piena saturazione con le onde interamente clippate, ma nonostante questo gli apparecchi erano spacciati per 3,5watt ma in realtà è poco più di un’amplificatore per cuffie (ma non sarebbe andato bene manco per quello).

La 5842 è versione speciale della famosa 417a, col catodo bypassato (da un condensatore di nessun pregio) guadagnava uno sproposito, bastavano 0,4Vpp (0,14v RMS) sull’ingresso per portare il finale a saturazione rendendo molto difficile regolare il volume in quanto appena si sfiorava il pomello si era già al massimo, inoltre in tale condizione la valvola captava abbondantemente rumori dall’esterno che era possibile vedere sull’oscilloscopio come fluttuazioni e sporcature della traccia e pure qualche stazione AM captata. Per finire il quadro il circuito dei filamenti era riferito direttamente al positivo dell’anodica a piena tensione (circa 240volt) quando la massima tensione tra filamento e catodo della EL84 è 100volt e per la 5842 di 55volt. Anche se poco importante la banda passante dei trasformatori originali era di: 25hz / 23khz -3 alla potenza che riusciva a erogare quel circuito.

Praticamente il circuito nella sua totalità era sbagliato dalla testa ai piedi e questo non è un caso ma purtroppo una consuetudine per tantissimi piccoli produttori e hobbysti: le valvole non sono inserite in un circuito ponderato che deve rispettare delle regole ben precise e nel rispetto dei limiti operativi, esse sono usate in modo totalmente irrazionale come monili a cui si attribuisce un potere magico, oggetti di vetro che si illuminano cui basta la sola presenza per “suonare”, non importa come le si faccia funzionare basta che senti il “suono” e vuol dire che funziona… Quando dicono “però suona!” e come dire che hai una ferrari che va solo in prima e non supera i 30km/h col motore sempre al limite dei giri e dire “però cammina!”.

La differenza tra 2 cose che funzionano va a gusto, la differenza tra qualcosa che funziona e qualcos’altro realizzato a questo modo invece per me non è un’opinione, se anche la ridottissima potenza potrebbe essere sufficiente ad ascoltare qualcosa con casse ad altissima efficienza e se anche il timbro sonoro potrebbe soddisfare il gusto di qualcuno i problemi insiti nel circuito sono tali per cui l’oggetto va considerato inaccettabile e non funzionante e inaccettabile.

SB Alimede

Dopo Varuna con le 6V6 ho realizzato quest’altro piccolo amplificatore (un’altro progetto di Single Ended con la EL84 lo trovi qui) partendo da quanto di recuperabile rimaneva dalla demolizione dei 2 piccoli single ended recensiti qui sopra.

Ho voluto utilizzare un circuito che qualcuno chiama Shadeode e altri chiamano Partial Feedback, (potete leggere il breve articolo sul sito tubecad cliccando qui) unito all’uso di reazione catodica per aumentare il fattore di smorzamento. Degli apparecchi demoliti ho recuperato le valvole, zoccoli, alcuni condensatori, 1 trasformatore di alimentazione e una induttanza più diverse minuterie. I trasformatori di uscita non erano riciclabili perchè l’impedenza di 10k non era adatta con la EL84 e l’uso a triodo della stessa permetteva un’efficienza in termini di potenza erogata troppo bassa su 10k. Ho quindi utilizzato una coppia di miei trasformatori d’uscita (SE5K6-UNI) da 5600ohm primari. Lo schema premium dell’apparecchio, è qua sotto (clicca la miniatura per ingrandire).

L’alimentazione è affidata a una coppia di comunissimi 1N4007, non era possibile fare diversamente viste le tensioni a disposizione nel trasformatore, non c’era margine per una raddrizzatrice e la stessa non avrebbe portato nessun giovamento sonoro ma piuttosto l’obbligo di usare capacità ridotte e una resistenza in serie (la Ri della valvola stessa) con tutti i problemi che ne conseguono.

Il primo stadio è formato dalla 5842, il catodo è polarizzato mediante l’uso di un LED Verde (caduta di tensione selezionata a 2,00volt) bypassato da un generoso elettrolitico da 1500uF a basso ESR, questo tipo di polarizzazione a livello di resa sonora è equivalente a un bias fisso, la corrente di 10mA della 5842 è sufficiente a polarizzare a pieno il led e il grosso condensatore da 1500uF serve a mantenerlo polarizzato anche quando il segnale porta la corrente della valvola prossima all’interdizione nonstante questo per sicurezza ho portato al led 3mA aggiuntivi con una resistenza da 100k direttamente dalla tensione anodica. La tensione al catodo della 5842 resta stabile anche con segnali di 20Hz e il finale a pieno clip.

La 5842 pilota la EL84 connessa a pentodo puro e riceve il segnale di partial feedback attraverso le resistenze da 90k (si può usare anche 82k senza che cambi sostanzialmente nulla), in questa configurazione circuitale la EL84 nonostante sia connessa a pentodo nel regime dinamico si comporta come se fosse un triodo (ma eroga la potenza di un pentodo), esattamente come succede anche nella configurazione STC usata nel Luna. Il guadagno del circuito era ancora alto e lo smorzamento basso, visto che il tasso di partial feedback è modesto ho applicato anche una reazione catodica alla finale, ponendo il secondario del trasformatore d’uscita sotto al suo catodo trovando un’equilibrio perfetto. Sotto al catodo della EL84 si possono osservare 2 resistenze da 330ohm e da 1100ohm atte ad ottenere il valore di 255ohm, un grosso elettrolitico da 2200uF che funge da bypass principale più altri 2 condensatori non polarizzati da 1,5uF e da 220nF che ho selezionato in base al loro fattore di dissipazione per bypassare l’elettrolitico, al posto di questi due è possibile montare, probabilmente con egual risultato, un condensatore mundorf in polipropilene da 1uF, diciamo che io riesco a risparmiare ma bisogna saper misurare e selezionare i condensatori che si usano… montando un mkt da 1,5uF e un 220nF mkp “a caso” difficilmente otterrete il risultato che ho avuto io o che otterete con il mundorf. Anche l’elettrolitico deve essere di buona qualità, basso ESR e basso D, io ho utilizzato un componente di surplus marchiato Frako che ha ottime strumentali.

La potenza dell’amplificatore è di 3 Watt RMS veri e pieni e indistorti. Il fattore di smorzamento DF è pari a 3,33 e la banda passante è 12Hz / 42khz -3dB @ 1watt RMS, sotto il grafico…

La distorsione armonica dell’1% con un raporto segnale rumore di -65dB, sempre a 1watt, sotto il grafico:

Le quadre a 100Hz / 1k e 10k

Vediamo il montaggio: Il telaio è stato realizzato in mogano lucidato a gomma lacca, le piastre di alluminio verniciate a polvere.

Il suono dell’apparecchio è veloce con una gamma alta brillante e dettagliata che fa sentire tutti i particolari della registrazione senza cancellare cose, come un vero HiFi deve essere. Ma come suona? vediamo il commento di un lettore che ha acquistato lo schema premium: Stefano, ho finito la realizzazione da un paio di giorni dell’Alimede e sono soddisfattissimo! Nel suo piccolo, ha un suono sorprendente per trasparenza, equilibrio, velocità e controllo. Sono solo 3w, ma ottimi per i miei ascolti nelle ore notturne a basso volume. Hai fatto un ottimo lavoro!!! Un vero miracolo, considerati i piccoli ruderi da cui sei partito. Ti ringrazio molto e ti invio i miei più cordiali saluti. A presto G.

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