“Silente” – Pushpull di EL84 basato sul Dynaco 410A

Qualche tempo fa mi è stato chiesto lo schema per un semplice pushpull di EL84, essendo per un hobbysta ho voluto realizzare qualcosa di quanto più semplice possibile, dopo una breve ricerca su google ho adocchiato lo schema del Dynaco 410A che allego qui sotto:

Per l’acquisto del set di trasformatori clicca qui.

Purtroppo questi schemi, nonostante abbiano una massa di estimatori pronti a dire il contrario, spesso non hanno una resa sonora eccezionale. Tralasciando la qualità dei trasformatori d’epoca con suono d’epoca (che potrebbero andare bene a chi cerca sonorità vecchio tipo ma non a chi vuole ascoltare con concezione più moderna) la pecca peggiore di questo schema è lo sfasatore di tipo “Paraphase” che da una parte rende il circuito molto semplice da realizzare ma dall’altra introduce un problema di qualità del suono molto importante. I circuiti facenti uso dello sfasatore “Paraphase”(nati per uso sui ricevitori radio del secondo decennio del 1900) in un contesto HiFi uniti ad una controreazione generano nella quasi totalità dei casi una gamma media medio-alta e alta molto brutta, “sabbiosa” che potrebbe far pensare a una registrazione di bassa qualità o ad un’amplificatore a transistor di bassa lega. Sento già estimatori dei dynaco sbraitare ma basta fare una prova di ascolto tra 2 apparecchi diversi, a parità di registrazione e casse per sentire la differenza di pulizia del suono, sopratutto sulle voci, che c’è se confrontato a un single ended o ad un pushpull con uno sfasatore longtail. Come dicevo questo problema avviene dall’unione di “Paraphase” e Negative Feedback… attenzione denigratori del negative feedback: il problema è il circuito e non il negative feedback… Comunque con questo tipo di sfasatore bisogna fare il compromesso di usare poco NFB per non compromettere la qualità del suono, è vero che si rinuncia allo smorzamento delle frequenze basse ma la “fastidiosità” del medio alto è tale per cui non si può fare altrimenti. Lo schema Dynaco che usa la ECC83 sull’ingresso fa troppo NFB e massimizza il difetto intrinseco del progetto, infatti su internet molti hanno sostituito la ECC83 con altre valvole a basso Mu come 6SN7 e simili ottenendo suoni migliori perchè diminuivano appunto il tasso di NFB.

A me è stato chiesto di utilizzare le 6350, che sono doppi triodi a basso MU che stanno andando di moda in questo periodo. La 6350 è una valvola concepita per uso nei computer a valvole, quindi per funzionare come interruttore ON/OFF (1-0) e non per essere utilizzate in applicazioni lineari. I singoli triodi di per sè risultano molto lineari ma spesso gli esemplari di 6350 hanno differenze nel Mu delle 2 sezioni che sono quindi diversi tra loro e sopratutto non sono costruiti con criteri atti a prevenire la microfonicità della valvola. Le 6350 montate sul prototipo realizzato infatti si sono rilevate parecchio microfoniche lasciando ascoltare in altoparlante roboanti BUMBUM/TOCTOC se le picchiavi con le dita (nemmeno forte), ma non abbastanza microfoniche da innescare larsen nella stanza, quindi in definitiva utilizzabili, anche se sono pronto a scommettere che alcuni esemplari potrebbero risultare del tutto inutilizzabili (sempre che non si vogliano ascoltare fischioni). Quindi ignorerei l’ennesima moda audiofila, se le avete provare le 6350 o pagatele poco perchè a 40€ che ho visto su certi siti non le comprerei assolutamente, perchè non li vangono, e non importa quanto sia famoso il nome del produttore. Se potete montate piuttosto una 12BH7, una 6CG7 oppure una ECC82 al suo posto.

Nel grafico qui sotto potete vedere le curve dei 2 triodi si una singola 6350, acquisiti con uTracer3+, è facile notare la disparità di mu tra le 2 sezioni. Diciamo che si adatta bene ad essere usata in circuitazione paraphase o catodyna, in un longtail probabilmente andrebbe via sbilanciata (anche se forse tanti distorsoni potrebbero apprezzarla per questo).

Ed ecco lo schema del Dynaco modificato

Lo schema è pressochè lo stesso del Dynaco, ho conservato la resistenze di polarizzazione della ECC83 anche con un driver a basso Mu, facendole lavorare ad un paio di milliamper perchè se no la sensibilità di ingresso calava troppo e diventava necessario aggiungere uno stadio in più vanificando lo scopo di avere un circuito il più semplice possibile. In questo le modo le valvole dureranno sicuramente tantissimo tempo. Ho aggiustato il rapporto di R7/8 e R20/21 per bilanciare lo sfasatore. I filtri RC formati da R32/C12 e R33/C13 servono per sopprimere un facile innesco dovuto all’alta impedenza del segnale che giunge alla griglia del secondo triodo e ottimizzato il tasso di NFB e di compensazione R12/C14 e R25/C15. Il trasformatore di uscita utilizzato è un mio PPEL84-20 con prese ultralineari al 20%, attenzione che mettendo un TU con prese UL al 43% cala il guadagno del circuito e quindi anche il driveraggio deve essere aggiustato, cambiando la valvola di ingresso con qualcosa che guadagna di più (ECC88 o ECC81) e diventerebbe necessario sistemare il bilanciamento, NFB e soppressione quindi se non siete capaci di apportare queste modifiche evitare di cambiare valvole come se niente fosse, questo schema è stato messo a punto così con queste valvole e questi trasformatori… come qualsiasi altro schema oltretutto, molta gente cambia valvole senza considerare tutto quello che ci sta attorno.

Al contrario del dynaco ho preferito un’alimentazione con ponte al silicio e semplice cella CLC, per non complicare le cose con un raddrizzamento a vuoto. Il condensatore catodico delle finali l’ho messo da 1000uF, e potete montare anche valori superiori (2200/3300), condensatori elettrolitici di piccole capacità come mettevano una volta (50uF nel caso del dynaco a410) causano rotazioni di fase sopratutto alle basse frequenze e introduco problemi, una volta li mettevano solo perchè non avevano altro di meglio a disposizione ma al giorno d’oggi esistono condensatori di grossa capacità e non troppo ingombranti, quindi è bene sfruttarli.

Al posto delle resistenze fisse R13/R26 è ovviamente possibile mettere un potenziometro da 47/100k.

La potenza erogata dal circuito è di 15watt RMS per canale, con una banda passante di 15Hz/33khz -1db con uno smorzamento DF pari a fattore 3 e una distorsione THD di 0,03% a 1 watt. Di seguito il grafico di banda passante e distorsione armonica.

All’ascolto l’amplificatore non risulta fastidioso e anzi suona molto bene, potrebbe soffrire un pochino di scarso smorzamento e quindi basso controllo delle basse frequenze se abbinato a diffusori con woofer di diametro importante e/o reflex ma sicuramente meno della stragrande maggioranza di valvolari totalmente privi di NFB che circolano e che hanno fattori DF ben inferiori al 3 totalizzato da questo mio progetto (alcuni valvolari in circolazione hanno smorzamenti a volte inferiori a fattore 1) e la ma impressione di basso controllo è dovuta al fatto che sono abituato ad ascoltare normalmente apparecchi che hanno fattori DF compresi tra 5 e 8. Per migliorare molto la prestazione sonora generale poi suggerisco di bypassare TUTTI gli elettrolitici presenti nel circuito con condensatori in polipropilene di buona fattura, tutti da almeno 1uF o in alternativa usare elettrolitici di grado audio. Chi fosse interessato a realizzare questo progetto può comprare il set formato da 2 trasformatori di uscita, quello di alimentazione e l’induttanza a €433,00 compresa spedizione.

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Tracciacurve uTracer 3+

Da un pò di tempo desideravo questo traccia curve perchè quello che avevo fatto tanti anni fa “lampemetre tube analyzer” era limitato, quindi per natale ho deciso di comprare il KIT per assemblarlo visto che il costo non era proibitivo. Per chi fosse interessato a visitare il sito di uTracer trova tutto in questo sito: http://www.dos4ever.com/uTracer3/uTracer3_pag0.html

Ecco il mio uTracer assemblato con la modifica delle doppie induttanze per aumentare leggermente la velocità di acquisizione delle curve:

Per chi ancora non lo sapesse il creatore di uTracer ha pensato la scheda per essere alimentata a 19,5volt usando l’alimentatore di un computer portatile. La più grande limitazione di uTracer è l’alimentazione del filamento della valvola sotto misura, uTracer ha un’uscita per alimentare il filamento in PWM limitato a 1,5A e con una tensione che non può superare i 19volt dell’alimentazione dell’uTracer stesso, che potrebbe essere troppo bassa per molte valvole televisive per esempio o alte valvole per uso radio con filamenti serie. La soluzione a questo problema è alimentare il filamento della valvola sotto misura esternamente, quindi in definitiva uTracer viene presentato come compatto, una piccola scatoletta con sopra zoccoli e connettori ma con almeno 2 alimentatori esterni, siccome a piacciono le cose “tutte d’un pezzo” ho pensato di realizzare il montaggio di tutto in una sola scatola.

La prima cosa che ho assemblato quindi è un doppio alimentatore lineare basato semplicemente su un LM317LZ accoppiato con un grosso PNP TIP147 per generare i 19,5volt per uTracer e un’analogo circuito con ben 3xTIP147 paralleli per l’alimentazione dei filamenti. Ho usato 2 trasformatori di recupero, uno recuperato da un vecchio carica batterie per uTracer e un’altro più grosso recuperato da un’amplificatore SS akay che avevo demolito tempo fa per i filamenti.

L’alimentazione di uTracer è riferita al telaio, mentre il negativo dei filamenti è flottante in quanto va riferito alla boccola “K” di uTracer. Per raffreddare i TIP147 ho utilizzato il dissipatore recuperato dallo stesso amplificatore akay a cui ho aggiunto 2 ventoline che non ricordo nemmeno più dove ho recuperato. In fine siccome le ventoline fanno rumore ma il radiatore rimaneva tiepido o quasi freddo quando si alimentavano i filamenti di piccole valvole e iniziava a scaldare solo quando si alimentavano valvole con assorbimenti di alcuni amper come EL34, KT88, 6BX7 e simili ho aggiunto un semplice termostato formato da un NTC, un trimmer e un TIP31 che avvia le ventole gradualmente man mano che il radiatore si scalda e le ferma quando questo torna a raffreddarsi.

Ecco lo schema (clicca per ingrandire)

Mi serviva un contenitore che potesse contenere tutto, inizialmente pensavo a un mobiletto della hifi 2000 ma avrei dovuto spendere quasi 100€ per un contenitore tutto da forare quindi mi ricordai di un rudere che prendeva polvere da anni nel mio solaio…

Questo è un vecchio amplificatore PA della RCF che montava le EL503 come finali, un’apparecchio che qualcun’altro avrebbe messo subito in vendita da qualche parte come super HiFi… poi montava le rare EL503, almeno 2000€ dovrebbe valere hahah. In realtà era un cesso pazzesco e non valeva niente, me l’ha regalato un signore di Modena, penso provenisse da una parrocchia, lo usavano per dir messa, le sue doti audio erano quelle di un citofono da 60watt. Bene smonta!

Ho smontato tutto quello che c’era dentro, poi ho fatto sabbiare le lamiere per pochi spiccioli in modo da eliminare le croste di ossido bianco e ruggine che aveva un pò dappertutto, quindi l’ho modificato per ospitare la nuova elettronica.

Per pochi altri spiccioli l’ho fatto verniciare a polveri…

Quindi ho cablato il piano con gli tutti gli zoccoli e le boccole, in assoluto il lavoro più noioso che mi ha impegnato quasi un pomeriggio intero…

Con la stampa 3D ho realizzato una guida per l’aria da montare sopra il radiatore dell’alimentatore in modo che questo gettasse l’aria calda fuori dal cabinet e ho assemblato il tutto che potete vedere finito nelle ultime due foto qui sotto.

Alcune valvole tendevano ad’oscillare durante la misura e ho risolto semplicemente mettendo un ceramico da 100nF tra la boccola G1 e la boccola K, lato “piastra zoccoli” (non lato uTracer).

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Nuova Elettronica LX1113 – Una doccia gelata…

Articoli Correlati, eseguire l’update del KIT LX1320 – LX1321 per farlo diventare un vero valvolare HiFi.

Molti esemplari dei kit dell’amplificatore push pull di KT88 o EL34 di Nuova Elettronica sono stati venduti e mentre molti ne sono rimasti soddisfatti, molti altri si sono accorti delle limitazioni soniche di questi amplificatori e dei loro trasformatori. A molti acquirenti di questo kit è capitato che magari dopo aver pasticciato non poco per migliorare in qualche modo le prestazioni dell’oggetto se ne sono disfatti per poche lire, o hanno finito per regalare quel che restava.

Alcune persone ogni tanto mi fanno domande riguardo la modifica di questo kit come fatto sul 1321 (vedi link a inizio articolo), circuitalmente non è troppo diverso ma non uguale, almeno tutte le serigrafie e la numerazione dei componenti risulta diversa, quindi non ho una guida alla modifica. Ne ho ricevuto uno tempo fà per studiarla ma mi sono reso conto che l’oggetto è costruito troppo in economia, il mobile in quello che non definirei nemmeno legno ma cartone pressato che si smonta da solo è veramente improponibile e non vi è lo spazio fisicamente per alloggiare trasformatori dalle dimensioni che devono avere trasformatori di buona qualità, quindi per me tutto muore qui. Non ne vale la pena. Se l’avete divertitevi a pasticciarlo senza spenderci soldi, di certo non perdete tempo a montarci triodi a riscaldamento diretto, i trasformatori sono di qualità troppo bassa e nemmeno dell’impedenza corretta. Inutile seguire le solite sciocchezze di tagliare il negative feedback e blabla otterrete solo un’apparecchio con troppo gain che capta disturbi e dai bassi gonfi e fastidiosi.

Una vecchissima anlisi di spettro che feci con visual analyzer (della stessa nuova elettronica) su questo amplificatore, è tutto un programma sulle sue prestazioni.

Non c’è bisogno di nessun commento, tranne che forse questo era un’apparecchio destinato ad impratichirsi con le costruzioni elettroniche a valvole e ad usare il saldatore, senza nessuna pretesa di qualità. Su un’apparecchio del genere non vale la pena spendere cifre per valvole NOS. Qualsiasi apparecchio usi quei trasformatori d’uscita li è destinato e non andare molto meglio di così.

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