6C33 Tube Tester Analyzer – Prova valvole

Ho già avuto esperienza con l’instabilità delle russe 6C33, alcuni possessori di amplificatori Graaf GM20 lamentano di comprare in continuazione quartetti di 6C33 ma dopo poche settimane emergono ronzii e non riescono più ad eseguire la regolazione del bias e dell’offset perchè le valvole non matchano più nonostante prese singolarmente risultino ancora in perfetta efficienza. Il problema principale è che il match eseguito con le valvole nuove è destinato a svanire in poco tempo, infatti durante il rodaggio queste valvole variano molto le loro caratteristiche e tendono quindi a disaccoppiarsi. All’epoca G.Mariani eseguiva test molto rigorosi di selezione di queste valvole, il primo dei quali consisteva nel prenderle a martellate! Con un martello in gomma ovviamente… per verificare che gli elettrodi interni sottoposti a vibrazioni non entrassero in cortocircuito, la seconda fase era quella di far rodare le valvole su un grosso telaio dove rimanevano accese per almeno una settimana, in fine la selezione sul prova valvole. Evidentemente i produttori attuali non effettuano più test così rigorosi e da qui i problemi. Ho quindi voluto costruire un tester dedicato alla selezione o “riselezione” di queste valvole. Tutto parte da questo contenitore di HiFi 2000 usato avanzato dalla demolizione di uno dei tanti impresentabili in circolazione che mi sono arrivati in mano.

Realizzato uno schema elettrico ho iniziato a pensare a come disporrei i vari pezzi…

I grandi fori per gli zoccoli e il milliamperometro e la superfice limitata mi hanno costretto a lavorare su 2 piani, il primo livello contiente tutte le alimentazioni e i controlli esterni, mentre il secondo livello i vari relè, la scheda di controllo e il circuito limitatore / stabilizzatore dell’anodica.

Comincia il montaggio del secondo livello…

Test e programmazione dell’arduino…

Lo strumento ha 2 zoccoli per 3 test distinti, il primo test è quello che verifica l’assenza di cortocircuiti secchi all’interno della valvola, mentre sul secondo zoccolo è possibile alimentarla (filamenti, anodica e negativo di griglia) per visualizzare la corrente di bias. Per semplicità il test della valvola viene effettuato a 160 volt impostando la corrente di bias a 150mA per la prima valvola che si misura e poi bloccando il trimmer di regolazione, quindi è possibile misurare altre valvole con la stessa impostazione per verificare se le correnti siano superiori o inferiori a quella della prima misurata. Lo strumento quindi non è analitico ma più semplicemente comparativo, cui lo scopo è semplicemente cercare le valvole che matchano tra loro. Il terzo test è quello del vuoto che è possibile effettuare durante la misura della corrente di bias, premendo un pulsante è possibile osservare la deriva di corrente più o meno accentuata dovuta ai gas presenti nella valvola. Nei video qui sotto la dimostrazione del funzionamento dello strumento.

Test di una valvola regolarmente funzionante. Isolamento, bias e vuoto…

Nel prossimo video mostro il funzionamento della protezione di sovraccarico o autoprotezione dello strumento…

Test degli elettrodi in corto circuito con una valvola volutamente difettosa…

Test autoprotezione dello strumento con una valvola difettosa che fa fiammate all’interno quando viene alimentata…

Per provare l’affidabilità dello strumento ho testato uno scatolone di 6C33 di scarto provenienti direttamente dal laboratorio di G.Mariani, lo strumento per tutte ha funzionato alla perfezione entrando in errore senza mostrare inconvenienti o malfunzionamenti.

Essendo uno strumento da laboratorio per ora tengo il progetto per me, però potrei valutare l’offerta di qualcuno che lo volesse realizzare.

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Shade84 Light – Pushpull EL84 – Senza controreazione ad anello

Poco tempo fa ho fatto un’articolo tecnico sulla connessione Schadeode come alternativa all’ultralineare e che consiglio di leggere per capire di cosa si tratta. Poco dopo ho pubblicato l’articoletto sul progetto premium “Shade 84”, un pushpull in classe AB da 15watt che è attualmente ancora in fase di costruzione da parte della persona che me lo ha richiesto. L’articolo è stato notato da un’altro cliente che 2 anni fà ha realizzato un clone del Dynaco 410A che a quanto pare non lo ha mai soddisfatto chiedendomi se era possibile modificare il suo Dynaco 410A per funzionare come lo Shade84 senza cambiare trasformatori, detto fatto… ho realizzato lo Shade84 “Light” che riprende il circuito della versione full ma in classe A selfbias anzichè a bias fisso e con poche e piccole variazioni per adattarsi al trasformatore di alimentazione inizialmente pensato per il clone dynaco. La valvola di ingresso di questo circuito è una ECC83 configurata come stadio di ingresso e sfasatore longtail con sotto un pozzo di corrente a transistor, seguita da uno stadio buffer ottenuto con una valvola 6350 (sostituibile senza problema da una ECC82 in questa funzione). La sezione buffer è necessaria al funzionamento stesso del circuito Schadeode, in quanto il generatore che pilota la finale deve uscire necessariamente a bassa impedenza…

Ecco la realizzazione di “C.R.”

Lo abbiamo provato nella mia saletta abbinato al granny27

Lo schema premium è questo, come sempre ottenibile in chiaro acquistando il set di trasformatori e in omaggio ci viene lo schema del Dynaco 410A che è libero, così con lo stesso set di trasformatori potete provare sia il suono di un progetto vintage come il Dynaco che un suono da HiFi valvolare moderno.

Come funziona lo Shade84 Light? La potenza RMS è di 9,7Watt per canale e la THD totale a 1watt è dello 0,23%. Sinceramente essendo il feedback unicamente locale tra le finali e se stesse temevo che non si sarebbe raggiunto un fattore di smorzamento sufficiente, ma mi sono dovuto ricredere. La diminuzione della Ri delle finali è stata talmente efficace da raggiungere un DF pari a 8 su carico resistivo con un tono fisso, mi ha confuso la misurazione che ho fatto su carico reattivo in quanto lo sbalzo di circa 2dB tra 100 e 200hz di solito la vedo su apparecchi con NFB ad anello che hanno uno smorzamento di circa 5 sul resistivo, in ogni modo è buono. Invece è ottimo l’andamento in fase che ha sconstamenti che non superano i 20gradi che sembra essere molto più contenuta di qualsiasi circuito dotato di NFB a anello che abbia visto fin’ora! Qualcuno mi ha suggerito che avvenga in quanto l’anello è più corto, e con meno ritardi ci sono meno rotazioni, ma se fosse così i circuiti a zero feedback dovrebbero mostare rotazioni di fase ancora inferiori, invece è assodato che nei circiti zero feedback le rotazione di fase sul carico reattivo sono molto abbondanti. La cosa più probabile è che sia la bassissima resistenza interna che mostrano le finali verso il trasformatore d’uscita la causa di questo fenomeno. Ma vediamo i grafici.

Distorsione

Banda passante su carico resistivo

Banda passante su carico reattivo, da notare la linea azzurra della fase quanto è schiacciata!

Sulle quadre sono praticamente assenti gli spike sui fronti d’onda…
100Hz – 1k – 10k

All’ascolto il circuito va molto bene, di certo è sparito il suono spartano del dynaco. Questo Shade84 suona molto limpido e aggrazziato ma lascio il commento al proprietario che arriverà a breve. Una nota tecnica che posso aggiungere è che questo tipo di circuito sembra dare i vantaggi dei circuiti reotrazionati ma con una stabilità molto maggiore, per stabilità intendo il fatto che inneschi meno facilmente oscillazioni quindi più facile da mettere a punto, anche se in fase di montaggio c’è stato un minimo problema ma che si è risolto allontanando il filo che andava dalla placca di una finale al TU dalla sezione di ingresso, non c’è stato bisogno di inserire condensatori di fuga e di sopprimere niente. Questa caratteristica rende la tipologia di circuito papabile ad utenti poco esperti senza dover andare verso il lato oscuro dei zero feedback.

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1 Responses to Shade84 Light – Pushpull EL84 – Senza controreazione ad anello

  • Ciao Stefano, come promesso ti mando le mie impressioni, dopo una settimana di ascolti.
    Questo ampli lo avevo chiamato Kaiju, (mostro) perché con circuito Dynaco ,non rispecchiava le doti musicali, che normalmente si hanno con i tuoi circuiti.
    La modifica che mi hai proposto è stata miracolosa, ora è diventato un gran buon amplificatore, confermando quello che si notava dalle strumentali e da un primo ascolto nel tuo impianto.
    Il suono è migliorato su tutta la gamma, ma soprattutto sulla medio alta, dove il kaiju sapeva farti del vero male acustico. Ora le orecchie percepiscono piacere.
    Con questo circuito ci si può costruire un ampli godevole e non si avverte quasi niente la perdita di qualche watt rispetto al circuito precedente. Ora kaiju è diventato un mostro hi-fi.
    Cristian

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Tester per Trasformatori PushPull – V2.1

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Adoro costruirmi gli strumenti di misura, quando ho qualche idea cerco sempre di trovare il tempo per accingermi in questi progetti, d’altronde la strumentazione è fondamentale. Questo che presento è un semplice circuitino che abbinato al generatore di funzioni ha lo scopo di collaudare a banco il funzionamento di un trasformatore d’uscita pushpull. Ovviamente è vero che il responso definitivo lo si ha con il trasformatore inserito nel suo circuito di destinazione, dove viene portato a regime in termini di potenza e vede valvole con una resistenza interna pari a quella per cui quel trasfromatore è stato calcolato però per provare veloci o per vedere che non ci siano scariche nel funzionamento reale un tale accessorio risulta molto comodo. In definitiva non è altro che un piccolo finale a valvole, clicca per ingrandire lo schema.

L’ho messo assieme utilizzando un trasformatore di alimentazione avvolto per errore che prendeva polvere su uno scaffale da qualche anno. Le finali sono una coppia di 6CA7 / EL34, usate in efficienza, rimaste da un’amplificatore cinese che è stato rivalvolato. Mentre il driver è costituito da una umile ECF82, la sezione pentodo è sull’ingresso e pilota la sezione triodo configurata come sfasatore catodyna. Il circuito è volutamente tirato all’osso, il più semplice possibile, l’unica cosa che ho curato è l’accoppiamento del catodyna con le finali, infatti i valori delle resistenze e dei condensatori della cella CR che accoppia le 2 uscite dello sfasatore con le finali sono volutamente differenti tra loro. Avendo il catodyna 2 uscite a differenti impedenze ho variato i valori della cella per uniformare il più possibile l’andamento di banda e di fase verso 2 finali, che in un catodyna normale sono differenti (motivo per cui suona peggio di altri circuiti). Il bias delle finali è fisso e indipendente in modo da poter usare anche 2 valvole che non siano proprio match (come nel mio caso) d’altronde è un tester da battaglia con valvole riciclate, non gli si chiedere di essere HiFi ma solo di buttare una manciata di watt, senza limitazione di banda da parte del circuito, dentro un trasformatore. Il contenitore utilizzato apparteneva ad un vecchissimo e piccolo variac ormai rotto da tempo che ho giusto un pò carteggiato e verniciato di nero per fermare la ruggine che lo stava aggredendo.

Ho costruito un telaietto in bachelite, riciclando qualche ritaglio rimasto nel cassetto degli avanzi, per ospitare il circuito. La grata per l’areazione è di un vecchio PC demolito…

Quindi ho cablato il circuito…

Primo test e regolazione del bias a 70mA per ramo…

Il test dello sfasatore mostra che è perfettamente bilanciato…

Ma con l’onda quadra è possibile vedere che comunque le 2 uscite del catodyna non sono mai uguali, esattamente si nota che la velocità di salita dell’uscita catodica è maggiore di quella dell’uscita anodica (si nota che un’onda è gli angoli più arrotondati dell’altra). In ogni modo per lo scopo del circuito va bene, non deve essere HiFi.

Fianalizzato…


Versione 1.0

Come cimelio storico lascio una foto e lo schema della precedente versione 1.0 del tester, risalente al 2013, che utilizzava le PCL85 e caricava il trasformatore con soli 25mA di corrente per ramo.

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