La controreazione negli amplificatori, si o no ?

Ho aggiornato questo articolo perchè volevo riuscire a esprimere meglio il mio pensiero, per dire la mia su un’argomento molto dibattuto su internet e perchè comincio a essere stanco di queste sterili polemiche e prese di posizione da tutte le parti dove se non ti conformi al pensiero comune vieni aggredito. Parlo dell’uso del negative feedback e sul suo uso negli amplificatori audio e delle relative leggende che contornano l’argomento, perchè sostanzialmente molti effettuano una vera e propria caccia alle streghe. Non mi dilungherò su schemi, grafici e formule matematiche perchè non ne ho proprio voglia, mi limito a dire la mia dal basso della mia esperienza personale.

La controreazione o negative feedback è un importante concetto nell’elettronica audio che ha radici nella teoria dei sistemi di telefonia. In sintesi, la controreazione è un meccanismo utilizzato per ridurre la distorsione e migliorare la stabilità di un sistema. La controreazione è stata utilizzata per la prima volta nell’elettronica audio negli anni ’30, quando Harold Black, un ingegnere presso i Bell Laboratories, sviluppò un amplificatore a controreazione per migliorare le prestazioni dell’amplificatore a triodo allora in uso. L’amplificatore a controreazione di Black utilizzava un circuito di retroazione negativa per ridurre la distorsione dell’amplificatore. Il negative feedback permetteva di abbattere in modo consistente il rumore di fondo, la distorsione armonica e aumentare parecchio la banda passante di un circuito amplificatore permettendo di realizzare linee più lunghe e che potevano raggiungere molti più utenti e con una qualità della trasmissione telefonica che non era possibile altrimenti. L’invenzione del negative feedback diede quindi un grande slancio in avanti alla tecnologia. Negli anni ’40 e ’50, il concetto di controreazione fu applicato a diversi dispositivi elettronici, tra cui amplificatori e mixer. Nel corso degli anni, la controreazione si è evoluta, diventando una parte fondamentale della progettazione dei circuiti audio. Il principio alla base della controreazione è abbastanza semplice: il segnale di uscita del sistema viene misurato e confrontato con il segnale di ingresso. Se il segnale di uscita non corrisponde al segnale di ingresso, viene applicata una retroazione negativa per ridurre la differenza tra i due segnali. Ciò significa che il sistema risponderà in modo più accurato al segnale di ingresso, riducendo la distorsione e migliorando la qualità del suono. Oggi, la controreazione è utilizzata in molte applicazioni audio, tra cui amplificatori, mixer, equalizzatori e compressori. Inoltre, la controreazione è anche utilizzata in applicazioni non audio, come l’elettronica dei veicoli e i sistemi di controllo industriale. In sintesi, la controreazione o negative feedback è un importante concetto nell’elettronica audio che ha permesso di migliorare la qualità del suono e la stabilità dei sistemi audio.

Per leggere qualcosa di più tecnico riguardo la controreazione vi consiglio la lettura di questo articolo su audio valvole.

Amplificatori valvolari  Zero Feedback

Quali sono le argomentazioni dei sostenitori dello zero feedback? I sostenitori degli amplificatori audio zero feedback affermano che questi amplificatori producono un suono più “caldo” “fedele” e “più naturale” rispetto agli amplificatori retroazionati. In particolare, essi sostengono che gli amplificatori a valvole producono una distorsione armonica più piacevole all’orecchio umano rispetto alla distorsione causata dagli amplificatori retroazionati, che è generalmente più “aspra”.

Inoltre, i sostenitori degli amplificatori audio zero feedback ritengono che questi amplificatori siano in grado di gestire meglio i picchi di segnale, garantendo una riproduzione audio più dinamica e fedele rispetto agli amplificatori moderni. Essi sostengono che la tecnologia a valvole consente di gestire i picchi di segnale senza causare la compressione audio, un fenomeno che si verifica quando un amplificatore non è in grado di gestire un picco di segnale e “schiaccia” il suono.

Cos’è il Clipping ?

Che cos’è il clipping?  Il clipping in un amplificatore audio si verifica quando il segnale in uscita dall’amplificatore supera la capacità massima di gestione dell’amplificatore stesso. In altre parole, quando il segnale audio di ingresso è troppo forte e l’amplificatore non è in grado di amplificarlo ulteriormente senza distorsione, il segnale di uscita dell’amplificatore si “taglia” o “clip” ai limiti massimi di tensione, causando una distorsione del suono. Il clipping si manifesta come una forma d’onda “squadrata” o “troncata”, dove le parti superiori e inferiori della forma d’onda sono “tagliate” ai limiti massimi di tensione. Questa distorsione può essere udibile come un suono “schiacciato”, “scomposto” o “graffiante”, a seconda della gravità del clipping.

Qual’è la differenza tra il clipping di un’amplificatore a valvole e quello di un’amplificatore a transistor? Il clipping in un amplificatore a valvole e in un amplificatore a transistor si comportano in modo diverso a causa delle diverse caratteristiche di amplificazione delle due tecnologie. In un amplificatore a valvole, il clipping si manifesta in modo più graduale rispetto a un amplificatore a transistor. Ciò è dovuto quasi essenzialmente alla presenza del trasformatore d’uscita, perciò il taglio del fronte dell’onda non è netto ma aumenta gradualmente con il livello di tensione in ingresso. Quando il segnale di ingresso diventa troppo forte, la curva di risposta della valvola si “satura”, ovvero l’amplificazione cessa di aumentare gradualmente, causando una forma d’onda distorta ma arrotondata. Questo tipo di clipping risulta poco fastidioso all’orecchio o quasi non percepibile se avviene per poche frazioni di secondo.

In un amplificatore a transistor, invece, il clipping si manifesta in modo più brusco e tagliente rispetto ad un amplificatore a valvole, una volta che la tensione di uscita dell’amplificatore raggiunge il suo limite massimo, la forma d’onda si “taglia” improvvisamente, producendo una distorsione netta, gracciante e molto fastidiosa da sentire.

L’introduzione di una quantità di controreazione eccessiva in un circuito valvolare può portare il suo comportamento distorsivo ad essere simile a quello di un’amplificatore a transistor. Mentre un uso moderato e ponderato della controreazione in un’amplificatore valvolare essenzialmente non modifica in modo significativo questo comportamento.

In ogni modo non è vero che l’assenza di controreazione rende più dinamico l’amplificatore, il fatto che il clipping sia graduale e quindi non fastidioso da sentire non significa che questo sia in grando di erogare picchi di potenza momentanea superiore alla sua potenza massima. Se una registrazione contiene picchi di segnale importante che superano le possibilità dell’amplificatore questi picchi saranno eliminati senza scampo e per riprodurre realmente la dinamica di quel brano sarà necessario abbassare il volume affinchè i picchi non vengano più tagliati oppure dotarsi di un’amplificatore di potenza maggiore.

Falsi miti dello zero feedback

Gli amplificatori audio zero feedback, ovvero quelli che non utilizzano la retroazione negativa sono spesso oggetto di falsi miti e malintesi. Qui di seguito, alcuni di questi miti e la loro correzione:

  1. “Gli amplificatori zero feedback suonano meglio degli amplificatori con retroazione”: Questo è un falso mito che deriva dalla credenza che la retroazione negativa introduca distorsioni nel segnale audio. In realtà, la retroazione negativa quando usata correttamente può ridurre la distorsione e migliorare la linearità dell’amplificatore, garantendo un suono fedele alla sorgente originale. Un esempio pratico (con tanto di file audio) di come l’uso corretto della controreazione non apporti modifiche percepibili al suono lo potete trovare in questo articolo, clicca…

  2. “Gli amplificatori zero feedback sono più musicali e caldi”: Questo mito deriva dall’idea che la retroazione negativa tenda a rendere il suono freddo e sterile. Tuttavia, ci sono molti amplificatori con retroazione che offrono un suono “caldo” e “musicale”, a seconda della loro progettazione e dell’impiego di componenti di alta qualità.

  3. “Gli amplificatori zero feedback sono più “musicali” degli amplificatori con feedback”: Questo mito è basato sulla supposizione che la retroazione negativa possa danneggiare la “musicalità” del suono riprodotto, ma in realtà, dipende ancora una volta dalle preferenze individuali dell’ascoltatore e dalle caratteristiche specifiche dell’amplificatore.
  4. “Gli amplificatori zero feedback hanno una gamma dinamica maggiore”: Questo mito deriva dall’idea che la retroazione negativa tenda a ridurre la dinamica del suono. Tuttavia, ci sono molti amplificatori con feedback che offrono una dinamica estesa.

  5. “Gli amplificatori zero feedback sono più affidabili degli amplificatori con feedback”: In realtà, la retroazione negativa non ha un impatto diretto sulla durata e sulla affidabilità dell’amplificatore, ma dipende dalla qualità dei componenti e dalla progettazione generale dell’amplificatore.

  6. “Gli amplificatori zero feedback sono più costosi degli amplificatori con feedback”: Questo non è sempre vero e dipende dalla marca, dal modello e dalla progettazione specifica dell’amplificatore.

Limitazioni ed effetti negativi dell’assenza di controreazione

  1. Maggiore distorsione: L’assenza di controreazione può aumentare la distorsione dell’amplificatore, specialmente alle basse frequenze.

  2. Maggiore rumore: L’assenza di controreazione può aumentare il rumore dell’amplificatore, in particolare se sono presenti componenti attivi che funzionano ad alta tensione, come le valvole.

  3. Maggiore impedenza di uscita: L’assenza di controreazione può aumentare l’impedenza di uscita dell’amplificatore, limitando la capacità dell’amplificatore di guidare il carico (basso smorzamento).

  4. Maggiore sensibilità alle variazioni della tensione di alimentazione: L’assenza di controreazione può aumentare la sensibilità dell’amplificatore alle variazioni della tensione di alimentazione, provocando una maggiore instabilità.

In generale, l’assenza di controreazione in un amplificatore valvolare può avere un effetto negativo sulla qualità audio dell’amplificatore. Tuttavia, a seconda della configurazione dell’amplificatore, dell’impedenza di carico, del tipo di valvole utilizzate e delle preferenze dell’ascoltatore, l’assenza di controreazione può anche fornire un suono che alcuni ascoltatori sembrano preferire.

Amplificatori valvolari retroazionati, ma il giusto!

L’uso di una modesta quantità di retroazione negativa in un amplificatore valvolare può offrire alcuni vantaggi, tra cui:

  1. Riduzione della distorsione armonica: l’aggiunta di una modesta quantità di retroazione negativa può ridurre la distorsione armonica totale dell’amplificatore valvolare, migliorando la fedeltà del suono riprodotto.

  2. Miglioramento della risposta in frequenza: la retroazione negativa può anche migliorare la risposta in frequenza dell’amplificatore, ovvero garantire che l’amplificazione sia uniforme per tutte le frequenze.

  3. Riduzione del rumore: la retroazione negativa può ridurre il livello di rumore di fondo dell’amplificatore valvolare, migliorando la sua qualità sonora complessiva.

  4. Aumento del fattore di smorzamento.

In sintesi, l’utilizzo di una modesta quantità di retroazione negativa in un amplificatore valvolare può migliorare le prestazioni dell’amplificatore stesso, offrendo una maggiore stabilità, linearità, risposta in frequenza e potenza, insieme a una riduzione del rumore. La scelta della quantità e tipo di retroazione può essere bilanciata con le caratteristiche sonore dell’amplificatore e le preferenze di ascolto dell’utente, per ottenere il suono desiderato.

Se c’è troppa controreazione ?

Un amplificatore con troppa controreazione può causare alcuni effetti indesiderati sul suono. In particolare, un’eccessiva quantità di controreazione può portare a:

  1. Damping factor troppo elevato: un’eccessivo damping factor può causare una riduzione della dinamica e della vivacità del suono.

  2. Suono sterile: alcuni audiofili sostengono che un’eccessivo uso di controreazione possa rendere il suono troppo “pulito” e “sterile”, privandolo di calore e di carattere.

  3. Problemi di stabilità: se il circuito di controreazione è mal progettato o se l’amplificatore è costruito con componenti di bassa qualità, potrebbe essere suscettibile a instabilità e auto oscillazioni.

Per evitare questi problemi, è importante progettare il circuito di controreazione con cura e scegliere componenti di alta qualità. Inoltre, un uso moderato di controreazione può fornire molti dei vantaggi della tecnologia retroazionata senza causare gli effetti indesiderati associati ad un’eccessiva quantità di controreazione.

La controreazione può influire sulla rotazione di fase del segnale audio, il che può portare a problemi di stabilità e distorsioni. Quando un amplificatore a retroazione negativa è progettato per avere un elevato guadagno in modo da fornire una grande quantità di feedback, il segnale di uscita e il segnale di ingresso possono diventare sfasati di 180 gradi a determinate frequenze.

Ciò può causare una rotazione di fase e un ritardo del segnale, che possono portare ad una perdita di stabilità e auto-oscillazione dell’amplificatore. Inoltre, la rotazione di fase può causare una cancellazione parziale delle frequenze del segnale originale, portando a una distorsione del suono. Questi problemi possono essere ridotti attraverso un’attenta progettazione del circuito e della retroazione, con l’attenzione al guadagno, alla fase e alla stabilità del circuito. L‘interazione tra la controreazione e la rotazione di fase può causare l’intermodulazione, che è una forma di distorsione che si verifica quando due o più segnali si combinano per creare nuove frequenze. La rotazione di fase può causare l’intermodulazione poiché sposta la fase dei segnali in ingresso rispetto alla fase del segnale in retroazione, creando quindi una combinazione di frequenze diversa da quella originale. Questo può portare a una serie di problemi di distorsione, compresa la generazione di armoniche indesiderate e l’alterazione della risposta in frequenza dell’amplificatore ed è per questo che in un’amplificatore valvolare che possa essere considerato di qualità la banda passante del trasformatore d’uscita deve essere la più estesa possibile.

Controreazione e fattore di smorzamento

La controreazione può influenzare il fattore di smorzamento in un amplificatore audio. Il fattore di smorzamento indica la capacità dell’amplificatore di controllare la risonanza delle casse acustiche, ovvero la loro tendenza a vibrare liberamente dopo la riproduzione di un suono. Un fattore di smorzamento più alto significa che l’amplificatore è in grado di controllare meglio le casse acustiche e di prevenire l’eccessiva risonanza.

La controreazione riduce l’impedenza di uscita dell’amplificatore, il che può aumentare il fattore di smorzamento. Ciò è dovuto al fatto che la retroazione negativa viene presa dal segnale in uscita e ritornata all’ingresso dell’amplificatore per ridurre le variazioni del segnale. In questo modo, il segnale amplificato in uscita è più preciso e controllato, con meno oscillazioni e risonanze indesiderate. Quindi, una giusta quantità di controreazione può essere utile per aumentare il fattore di smorzamento senza compromettere la capacità dell’amplificatore di pilotare carichi impegnativi. Cliccando qui potete leggere un’articolo dedicato unicamente allo smorzamento degli amplificatori audio.

Qual’è la definizione di HiFi ?

Hi-Fi è un acronimo che sta per “High Fidelity”, ovvero “Alta Fedeltà” in italiano. Si riferisce alla capacità di un sistema audio di riprodurre un suono il più fedelmente possibile al segnale sorgente, con una riproduzione dettagliata, equilibrata e priva il più possibile di distorsioni. Un sistema Hi-Fi di qualità è in grado di riprodurre tutti i dettagli di tale segnale, in modo chiaro e preciso, senza alcuna colorazione o distorsione. L’obiettivo di un sistema Hi-Fi è di offrire una riproduzione sonora di alta qualità e fedeltà, in grado di riprodurre la musica esattamente come essa è stata registrata.

Che cosa intendono alcune persone quando parlano di “Suono Naturale” ?
Il termine “suono naturale” nel contesto audiofilo si riferisce a un suono che appare al soggetto il più possibile vicino al’evento musicale originale. Questo termine è spesso usato per descrivere l’esperienza di ascolto in cui la riproduzione audio sembra essere il più possibile simile alla prestazione dal vivo secondo le esperienze di ascolto soggettive. L’idea è di ottenere una riproduzione del suono che sia il più possibile “naturale” o “realistica”.

L’ascolto Hi-Fi e l’ascolto naturale sono due approcci differenti all’ascolto della musica e possono presentare differenze significative. L’ascolto Hi-Fi si concentra sull’accuratezza e sulla fedeltà della riproduzione audio, cercando di riprodurre il suono il più possibile fedelmente alla registrazione. L’ascolto Hi-Fi tende ad essere più analitico e dettagliato, concentrandosi su aspetti come la risoluzione, la separazione degli strumenti, la precisione del timing e della dinamica. L’ascolto naturale, d’altra parte, si concentra sull’esperienza dell’ascolto stesso e sulla percezione emotiva della musica. L’ascolto naturale tende ad essere più rilassato e coinvolgente, concentrato sul flusso emotivo della musica e sulla creazione di un’esperienza sonora coinvolgente e piacevole. Mentre l’ascolto Hi-Fi mira a riprodurre il suono il più fedelmente possibile alla registrazione, l’ascolto naturale può prevedere la personalizzazione del suono in modo che sia più piacevole all’orecchio dell’ascoltatore. In questo caso, l’obiettivo non è tanto quello di riprodurre il suono “come è”, ma di creare una riproduzione sonora “come dovrebbe essere” in base alle preferenze dell’ascoltatore. In sintesi, l’ascolto Hi-Fi si concentra sulla precisione e la fedeltà della riproduzione audio, mentre l’ascolto naturale si concentra sull’esperienza emotiva dell’ascolto e sulla personalizzazione del suono in base alle preferenze dell’ascoltatore.

Quando si personalizza il suono in base alle proprie preferenze, si sta creando una versione del suono che può essere differente rispetto alla registrazione originale. Questa personalizzazione comporta una distorsione del suono, dal momento che si sta alterando la riproduzione della registrazione. Ed è abbastaza palese questa cosa, perchè se ascolto un brano registrato in studio e dico di sentirlo come se fosse dal vivo le manipolazioni che sono state affattuale al segnale devono essere piuttosto consistenti. Inoltre è importante notare che la personalizzazione del suono può comportare una perdita di dettaglio e di precisione.

La riproduzione audio naturale è soggettiva, poiché dipende dalle preferenze individuali dell’ascoltatore. Ci sono molte variabili che possono influire sulla percezione del suono, come il tipo di diffusori utilizzati, l’acustica dell’ambiente di ascolto, le fonti audio utilizzate, e così via. Inoltre, la percezione del suono è influenzata anche dalle preferenze personali dell’ascoltatore. Ad esempio, alcune persone potrebbero preferire un suono più caldo e morbido, mentre altre potrebbero preferire un suono più brillante e preciso. Ciò significa che l’ascolto naturale è soggettivo, poiché dipende dalle preferenze individuali dell’ascoltatore e dalle sue esperienze di ascolto, cose che possono variare da persona a persona.

Criticità nei circuiti retroazionati

La retroazione può portare a instabilità e auto-oscillazioni se il circuito non è correttamente progettato o è mal costruito.

Ci sono diverse criticità da considerare nei circuiti retroazionati:

  1. Fase: la retroazione agisce in modo da invertire la fase del segnale reinviato. Se la fase è invertita più di 180 gradi, l’uscita può oscillare e auto-eccitarsi.

  2. Banda: la retroazione introduce un ritardo di fase, che può causare problemi di fase nella banda passante. Inoltre, la retroazione può introdurre rumore e distorsione nella banda passante.

  3. Guadagno: un guadagno troppo alto può causare oscillazioni e auto-eccitazione del circuito.

  4. Impedenza: la retroazione può influire sull’impedenza del circuito, causando oscillazioni.

  5. Temporizzazione: la retroazione richiede tempo per agire, quindi il circuito deve essere progettato in modo da evitare ritardi di fase e oscillazioni.

Per evitare instabilità e auto-oscillazioni, un circuito retroazionato deve essere progettato con cura, tenendo conto di tutti questi fattori critici. Una progettazione adeguata del circuito, con un corretto controllo del guadagno e della fase, può garantire un funzionamento stabile e affidabile dell’amplificatore retroazionato. In generale, progettare e costruire un circuito retroazionato può richiedere una maggiore esperienza e conoscenza tecnica rispetto a un circuito zero feedback. Ciò è dovuto alla complessità aggiunta dalla retroazione, che richiede un’attenta scelta dei componenti, una corretta configurazione del circuito e un’analisi dei parametri di stabilità del sistema. In particolare, l’utilizzo della retroazione può portare a problemi di instabilità e auto-oscillazione se il guadagno del sistema è troppo elevato o se la fase del segnale retroazionato non è gestita correttamente. Questi problemi possono essere risolti attraverso una corretta progettazione e costruzione del circuito e la sua messa a punto finale e richiedono una certa esperienza e competenza. Un circuito zero feedback può essere più semplice da progettare e costruire con successo rispetto ad un circuito che usa controreazione il quale se mal costruito porterebbe quindi a inneschi e malfunzionamenti, per questo motivo agli inizi dell’era delle riviste di autocostruzione si preferiva dare al pubblico schemi di questo tipo in quanto di più facile riuscita poi pian piano è diventata una moda.

L’assenza di controreazione è necessaria per un ascolto naturale ?

No, l’assenza di controreazione non è necessaria per un ascolto naturale. Sebbene alcuni appassionati di audio sostengano che l’assenza di controreazione sia necessaria per ottenere un suono naturale, questo non è sempre il caso. L’ascolto naturale dipende principalmente dalla fedeltà della riproduzione sonora rispetto alla registrazione originale, piuttosto che dal tipo di circuito utilizzato per l’amplificazione. In realtà, l’assenza di controreazione può comportare alcuni effetti indesiderati, come un aumento della distorsione armonica, una maggiore sensibilità alle variazioni di temperatura e un aumento del rumore di fondo. Tuttavia, ci sono alcune configurazioni di retroazione negativa che possono essere utilizzate per migliorare la fedeltà della riproduzione sonora, senza compromettere la naturalità del suono. In sintesi, non è l’assenza di controreazione a determinare l’ascolto naturale, ma la qualità della riproduzione sonora complessiva, che dipende da molti fattori, come la qualità dell’equipaggiamento audio utilizzato, l’acustica dell’ambiente di ascolto e la fedeltà della registrazione originale.

Amplificatori Artigianali VS Amplificatori Industriali

La qualità di un amplificatore audio dipende da molti fattori, tra cui la progettazione del circuito, la scelta dei componenti, la qualità della costruzione e l’attenzione ai dettagli. Anche se un amplificatore costruito industrialmente può beneficiare di una produzione in serie efficiente, non è necessariamente vero che sia di qualità superiore rispetto ad uno artigianale costruito con cura e attenzione.

In realtà, un amplificatore artigianale può essere personalizzato per soddisfare specifiche esigenze sonore e di prestazioni, e può essere costruito con componenti di alta qualità che possono essere troppo costosi o difficili da trovare per la produzione industriale in serie. Inoltre, l’attenzione artigianale ai dettagli può garantire un montaggio preciso e una finitura impeccabile, mentre i processi di produzione industriale possono a volte portare a compromessi sulla qualità per raggiungere una maggiore efficienza.

A livello industriale l’uso di forti controreazioni nei circuiti può essere una necessità imposta dall’abbattimento dei costi di produzione e di selezione dei componenti da montare, a livello artigianale invece la scelta di utilizzare la controreazione o meno dipende dalle preferenze del progettista o dal tipo di suono ricercato. L’uso della controreazione o dello zero feedback non è quindi un indicatore definitivo di qualità o di prestazioni, ma dipende dalle scelte del progettista e dal modo in cui viene implementato. La qualità di un amplificatore dipende da molti altri fattori come la scelta dei componenti, la qualità della costruzione, la disposizione dei componenti, la taratura dei parametri, ecc. Mentre il risultato all’ascolto finale dipende tantissimo da tutto l’insieme dell’impianto finale quindi anche dalle registrazioni, le sorgenti, le casse e l’ambiente di ascolto.

Quando si parla di amplificatore artigianale, è importante specificare che ci sono due tipi di artigianato: quello professionale e quello amatoriale. Un artigiano professionista, con anni di esperienza e conoscenze tecniche approfondite, è in grado di progettare e costruire amplificatori di alta qualità che possono essere paragonati a quelli prodotti industrialmente. D’altra parte, un hobbista o un cantinaro che costruisce amplificatori in modo dilettantesco, senza rispettare le normative di sicurezza elettrica, può creare apparecchi pericolosi e di scarsa qualità. Vi suggerisco di cliccare qui per vedere qualche esempio…

L’amplificatore artigianale professionale è generalmente costruito con materiali di alta qualità, come componenti elettronici selezionati, trasformatori su misura e circuiti stampati progettati appositamente per l’apparecchio. Inoltre, l’artigiano professionista ha la capacità di personalizzare l’amplificatore in base alle esigenze del cliente, garantendo una risposta sonora elettronicamente stabile e fedele al segnale in ingresso.

D’altra parte, un amplificatore costruito in modo amatoriale può essere realizzato con materiali di bassa qualità e senza le conoscenze tecniche necessarie per costruire un amplificatore sicuro ed efficiente. Inoltre, l’hobbista potrebbe non seguire le normative di sicurezza elettrica, il che potrebbe causare problemi di sicurezza per l’utente finale.

In conclusione, è importante sottolineare che non tutti gli amplificatori artigianali sono uguali, e che la qualità dell’apparecchio dipende principalmente dall’esperienza e dalle competenze dell’artigiano che lo ha costruito.

Abbasso gli estremisti

Esistono sostenitori dello “zero feedback assoluto” che ritengono che l’uso della controreazione possa influire negativamente sulla qualità del suono, e che la sua assenza sia necessaria per ottenere un suono più naturale e analogico. Questo è un punto di vista legittimo, basato sulla preferenza personale dell’ascoltatore. Tuttavia, alcuni sostenitori estremisti di questa posizione possono diventare dogmatici e critici nei confronti di chi utilizza la controreazione in modo moderato e consapevole. Questo comportamento può essere dovuto a una sorta di “fondamentalismo audiofilo”, dove alcune persone credono di avere la verità assoluta sul suono e rifiutano di considerare altri punti di vista. In realtà, l’uso della controreazione può essere molto utile e benefico se utilizzato in modo adeguato e ben progettato. Inoltre, la quantità di controreazione utilizzata può essere regolata per adattarsi alle preferenze dell’ascoltatore e alle caratteristiche dell’impianto audio. In sintesi, l’uso della controreazione dipende dalle preferenze personali e dalle esigenze dell’ascoltatore, e non dovrebbe essere considerato in modo dogmatico o estremo.

Inoltre va considerato il fatto che quando un brano audio viene registrato, tra preamplificatori, mixer, piastre di registrazione e tutto quello che c’è di mezzo, il segnale passa attraverso ad una grande quantità di apparecchi professionali tutti stracolmi di retroazione. Se come queste persone sostengono, la controreazione facesse così tanti danni al suono, perchè solo l’ultima controreazione a casa loro dovrebbe rovinarlo? Se fosse già rovinato ormai nulla si potrebbe fare! In realtà la distorsione della traccia audio avviene alla fine, proprio a casa loro nel momento stesso che la fanno passare attraverso un’amplificatore “naturale o zero feedback che si voglia”.

Dire “un amplificatore con controreazione fa schifo” non ha senso in quanto dipende da molti fattori, come il tipo di circuito, la qualità dei componenti, la progettazione, il tipo di controreazione utilizzata e così via. Inoltre, è importante considerare che l’uso della controreazione può portare ad una riproduzione audio molto precisa e fedele alla sorgente, se utilizzata in modo corretto e ben progettata. Pertanto, sarebbe opportuno valutare caso per caso e non fare generalizzazioni a priori.

Esistono centinaia o migliaia di amplificatori valvolari che usano controreazione e che sono apprezzati da tantissima gente, quindi, non si può generalizzare dicendo che tutti gli amplificatori retroazionati suonino male o che tutti quelli a zero feedback suonino bene. È importante riconoscere che ogni persona ha le proprie preferenze e gusti personali quando si tratta di riproduzione audio. Ciò che suona bene per una persona potrebbe non piacere a un’altra. Pertanto, non è corretto affermare che le persone che apprezzano gli amplificatori retroazionati non capiscano niente di audio o non abbiano mai sentito un amplificatore che suona bene.

Il fondamentalismo audiofilo “zero feedback” porta potenziali fruitori di amplificatori valvolari a disinteressarsi in modo generale al mondo dei valvolari perché lo percepiscono come dominato da un’ideologia restrittiva e dogmatica che impone una particolare filosofia di progettazione e costruzione degli amplificatori. Questo potrebbe farli sentire esclusi se preferiscono un approccio più flessibile e aperto alla progettazione e alla sperimentazione. Inoltre, potrebbe farli sentire intimiditi o confusi se non hanno una conoscenza approfondita della tecnologia dei valvolari e della terminologia associata.

Inoltre, se i sostenitori dello zero feedback criticano in modo sproporzionato gli amplificatori con retroazione, potrebbero disincentivare i potenziali clienti o fruitori che cercano un amplificatore valvolare con prestazioni e caratteristiche specifiche che potrebbero essere ottenute solo con la retroazione. Questo potrebbe farli allontanare dal mondo dei valvolari in generale e rivolgersi a soluzioni più convenienti e accessibili.

La mia esperienza mi ha portato a incontrare diverse persone che, convinte dalle teorie del “zero feedback”, hanno speso grandi somme di denaro per acquistare amplificatori costruiti seguendo questa filosofia. Tuttavia, molte di queste persone sono rimaste deluse dal suono prodotto dall’amplificatore, che non corrispondeva alle loro aspettative. In molti casi, ho notato che queste persone avevano una conoscenza limitata del funzionamento dell’elettronica e non erano in grado di distinguere tra la teoria e la pratica. Ciò che sembrava essere un approccio al migliore suono che si possa immaginare in realtà si traduceva in un suono lento, goffo, confuso nei passaggi molto complessi, con bassi gonfi ed evanescenze di vario tipo.

È stato solo quando hanno avuto l’opportunità di ascoltare un amplificatore correttamente retroazionato (quindi non troppo retroazionato) ben progettato che hanno iniziato a capire la differenza. Questi amplificatori avevano una gamma di suono più ampia e dinamica, con una maggiore profondità e dettaglio, più brillanti e molto puliti rispetto ai loro omologhi zero feedback. Ho spesso sottolineato l’importanza di scegliere un amplificatore in base al proprio gusto personale e alle proprie esigenze di ascolto, anziché basarsi su teorie e convinzioni. L’acquisto di un amplificatore dovrebbe essere una scelta consapevole e informata, e non una decisione dettata da moda o dogmatismo. In sintesi, ci sono molte variabili da considerare nella costruzione di un amplificatore, tra cui la filosofia dietro l’uso della retroazione. La scelta tra un amplificatore zero feedback e uno con retroazione moderata dipende dalle preferenze individuali dell’ascoltatore, ma è importante ricordare che la retroazione ben progettata può produrre un suono altamente piacevole e coinvolgente.

Abbasso anche gli ingannevoli

Ingannevole è una persona che si riempe la bocca di elogi verso gli amplificatori zero feedback a tutti i costi, ma poi vende amplificatori retroazionati. Che si prede gioco dei miei vecchi scritti dove parlo dell’importanza del fattore di smorzamento di un’amplificatore o meglio di avere un certo fattore di smorzamento minimo sindacale per poi fare la sua personale lezione su cos’è il fattore di smorzamento giungendo poi alla fine alle mie stesse conclusioni salvo illustrare una imporbabile, quanto irreale situazione, dove riesce a ottenere un certo smorzamento “accettabile” senza applicare controreazione, ottenibile solo sulla carta polarizzando una certa valvola con un trasformatore di un’impedenza primaria non corretta per quella valvola e omettendo tutti i parametri di RDC del trasformatore e le sue ignote perdite.

Come concepisco io gli amplificatori valvolari… La mie conclusioni

Gli amplificatori valvolari hanno un fascino tutto loro, grazie al loro suono caldo e avvolgente che li rende preferiti da molti appassionati di musica. Tuttavia, la scelta tra un amplificatore valvolare zero feedback o uno che fa uso di controreazione può essere difficile, poiché entrambi hanno i loro vantaggi e svantaggi.

Personalmente, la mia filosofia riguardo alla realizzazione degli amplificatori valvolari si concentra sulla ricerca di un equilibrio tra la gestione delle basse frequenze e la pulizia della gamma medio-alta, senza sacrificare la versatilità. Voglio creare un amplificatore valvolare che non suoni duro e aggressivo come un amplificatore a transistor, ma neanche goffo e lento come un valvolare zero feedback.

L’uso pesato della controreazione è uno strumento importante per raggiungere questo obiettivo, in quanto permette di ottenere una risposta in frequenza più lineare, una distorsione inferiore con un migliore controllo sui diffusori difficili. Un altro vantaggio dell’uso moderato della controreazione è la maggior versatilità nell’abbinamento con le casse acustiche. Molti sostenitori degli amplificatori zero feedback affermano che per farli suonare bene bisogna utilizzare casse acustiche appositamente progettate per tale scopo o comuque certi tipi e non altri. Tuttavia, questa restrizione limita la scelta degli appassionati di musica e può rendere l’acquisto di un amplificatore valvolare più complicato.

Infine, l’uso della controreazione deve essere bilanciato con una progettazione accurata del circuito e dell’alimentazione dell’amplificatore. Questi aspetti sono fondamentali per ottenere un suono pulito e piacevole. In sintesi, la mia filosofia sulla realizzazione degli amplificatori valvolari si concentra sull’uso moderato della controreazione per ottenere un suono equilibrato e versatile, che possa gestire bene le basse frequenze e avere una gamma medio-alta pulita e brillante. Questo approccio permette di soddisfare le esigenze di un vasto pubblico di appassionati di musica, senza sacrificare la qualità del suono.

Tuttavia, ci tengo a precisare che comprendo perfettamente le teorie e le tecniche alla base della progettazione e della realizzazione di amplificatori zero feedback. Potrei facilmente applicarle se lo desiderassi. La mia scelta di realizzare amplificatori con un feedback moderato è dettata dalla mia esperienza personale e dalla mia visione del suono ideale. In sintesi, la mia scelta di utilizzare il feedback moderato negli amplificatori valvolari non è una critica alla tecnica zero feedback, ma piuttosto una scelta dettata dalla mia esperienza e dalla mia idea di suono ideale.

Negli ultimi anni, il termine “zero feedback” è diventato una sorta di parola magica nell’ambito della progettazione di amplificatori. Produttori, tecnici e appassionati lo utilizzano spesso come se fosse sinonimo di qualità, e sembra quasi che un amplificatore che non abbia la scritta “zero feedback” sia inferiore agli altri. Ma è veramente così? Non necessariamente. La controreazione è una tecnica molto diffusa e utilizzata con successo in molti amplificatori, sia a valvole che a transistor. La sua utilità è stata dimostrata più volte nel corso degli anni, e molti amplificatori di alta qualità ne fanno largo uso. Lo zero feedback non è una panacea e porta con s’è anche problemi e limitazioni.

Insomma, come in molti campi, anche nel mondo degli amplificatori esiste una certa moda che spinge verso soluzioni estreme e a volte irrazionali. Allo stesso tempo, esistono degli estremisti che continuano a sostenere che lo zero feedback sia l’unica strada da seguire. La realtà è che la scelta tra un amplificatore a zero feedback e uno che fa uso di controreazione dipende da molti fattori. In conclusione, la progettazione di amplificatori è un’arte che richiede equilibrio e buon senso. Non bisogna cadere nella trappola della moda o degli estremismi, ma piuttosto cercare di raggiungere un suono equilibrato e piacevole all’orecchio, utilizzando le tecniche e i materiali che si ritengono più appropriati.

Quando diventa una malattia…

Nel corso degli anni storie simili a quella che sto per raccontarvi mi sono capitate almeno 3/4 volte…

Caio, un mio cliente, tempo fa ha acquistato da me un set di trasformatori e uno schema premium per realizzare un mio amplificatore con le KT88, un precursore di Phoenix. Un giorno incontra “Tizio” un suo amico e si mettono a parlare e casualmente scoprono a vicenda di avere la passione per i valvolari. Tizio ha questo valvolare con le 300B zero feedback costruito da “nome di superguru” osannato su tutte le riviste di hifi come il gesù delle valvole, però non è tanto covinto del suono di questo 300B, vuole farlo sentire a Caio per avere un parere.

Quindi Tizio da il 300B a Caio, Caio lo ascolta e gli dice: i medio alti vanno benino ma niente di chè, in basso è gommoso, molle, lento e non mi piace. Quindi Caio fa ascoltare il suo KT88 a Tizio e Tizio dice “Cavolo questo suona bene, vorrei che anche il mio suonasse così!” Caio risponde: Fattene fare uno uguale da SB-LAB e Tizio “ehhh ma sai la cooooontrooooreaaaaazioooneeee………”

Tizio il giorno dopo va su ebay e compra un coppia di 300B Vintage da 2500€ da mettere sul suo amplificatore zero feedback costruito da “nome di superguru” osannato su tutte le riviste di hifi come il gesù delle valvole…

Tizio una settimana dopo mette in vendita su ebay tutto l’amplificatore costruto da “nome di superguru” osannato su tutte le riviste di hifi come il gesù delle valvole assieme alle 300B da 2500€.

Tizio il mese dopo ha comprato un’altro amplificatore di 300B zero feedback costruito da “nome di altro superguru” osannato su tutte le riviste di hifi come il mosè delle valvole. Tizio ha già buttato via quasi 20.000€ e la storia è destinata a ripetersi all’infinito (o almeno fino a quando Tizio non rimane in bolletta).

Tizio è una persona contraddittoria e inconsistente nelle proprie convinzioni. Nonostante sia convinto della superiorità degli amplificatori zero feedback, la sua esperienza personale lo ha portato a preferire un amplificatore con controreazione, ma il suo atteggiamento irrazionale lo porta a rifiutare tale amplificatore basandosi solo sulla sua preconcetta avversione per la controreazione. In definitiva, sembra che sia più interessato a difendere le sue convinzioni personali piuttosto che a cercare la migliore soluzione sonora per le sue esigenze. La sua si potrebbe definire come una mania, ovvero un’ossessione o un interesse esagerato e irrazionale per un determinato oggetto o concetto. In questo caso, la persona sembra essere ossessionata dall’idea degli amplificatori zero feedback e rifiuta categoricamente di considerare qualsiasi amplificatore che faccia uso di controreazione, nonostante possa apprezzarne il suono. Questo comportamento può essere considerato un’ossessione o una mania in quanto va al di là di una scelta razionale basata sulle caratteristiche tecniche o sulle preferenze personali, e si basa invece su un’idea fissa e irrazionale.

Dai miei vari clienti ho sentito racconti di persone analoghe che addirittura rifiutavano anche solo di andare ad ascoltare l’apparecchio dell’amico. Queste persone sono chiuse alle nuove esperienze e resistenti al cambiamento. La loro resistenza a considerare altre opzioni potrebbe essere dovuta alla paura di dover ammettere che la loro scelta originale non era la migliore, o alla paura di dover imparare a usare qualcosa di nuovo. Queste persone sono rigide nel pensiero e nella pratica, e non sono disposte ad aprirsi a nuove possibilità, anche se potrebbero portare a un’esperienza di ascolto migliore.

E credetemi di questi Tizi… Ce ne sono tanti!

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4 Responses to La controreazione negli amplificatori, si o no ?

  • “L’uso pesato della controreazione è uno strumento importante per raggiungere questo obiettivo”: ricordo un articolo di Bartolomeo Aloia (non ricordo più se su Suono o FdS) che dichiarava di avere la tua stessa filosofia (anche per gli ampli a stato solido). Avendo ascoltato sia il tuo ampli che uno dei suoi (completamente diversi tra loro: il tuo è un valvolare single-ended, il suo l’ST-200…), ho buoni motivi per pensare che la vostra visione è quella giusta.

  • Ottimo articolo, esauriente e ben fatto. Sono perfettamente d’accordo. Complimenti!!

  • Sono d’accordo con Stefano. I guru della controreazione zero probabilmente non hanno mai ascoltato un amplificatore SB-Lab senza silicone nelle orecchie. Del resto se anche grandi marchi come ARC e Conrad Johnson fanno un uso sapiente della CR ci sarà pure un motivo, o sono cazzari anche loro?

  • Sono perfettamente d’accordo – il problema è che è difficile comprendere che l’ideazione e la realizzazione di un amplificatore è una questione di equilibri e di scelte ponderate che spesso si scontrano con le mode del momento o con esigenze commerciali. Personalmente ho ascoltato diverse realizzazioni “zero feedback” e non mi hanno impressionato. La musica riprodotta deve avere dinamica e gli altoparlanti devono essere perfettamente controllati. I dispositivi a controreazione zero difficilmente assicurano tutto ciò. Un uso ragionato del feedback è ancora la soluzione migliore.
    Ottimo articolo

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Controreazione e Smorzamento, esperimenti pratici con il Nobsound 6p3p+6n1

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Approfitto di questa opportunità per ricordare a coloro che sono alla ricerca di amplificatori valvolari a basso costo che è preferibile optare per una di queste scatolette cinesi disponibili sul mercato rispetto a una delle molte soluzioni discutibili e mal costruite offerte da smanettoni di Facebook, hobbisti o individui senza competenza che si trovano in giro.

L’intento di questo articolo

Nel corso degli anni, ho sempre cercato di condividere la mia conoscenza e le mie esperienze riguardo alla costruzione di amplificatori, trasformatori e tutto ciò che riguarda questo ambito. Ho spesso assunto un atteggiamento critico nei confronti di certe pratiche diffuse. Tuttavia, devo ammettere che essendo coinvolto in questo settore, un lettore esterno potrebbe pensare che io cerchi solo di promuovere le mie idee personali. Nel corso del tempo, ho cercato di diffondere la verità riguardo alla controreazione, che erroneamente viene considerata da molti come causa di un cattivo suono, di sventure, catastrofi e terremoti. Allo stesso tempo, ho sottolineato l’importanza di avere un’amplificazione con un fattore di smorzamento minimo per ottenere un’esperienza di ascolto soddisfacente e priva di fastidiose basse frequenze.

Nel corso delle mie ricerche, mi sono imbattuto in pagine web o podcast di altre persone che cercavano di smentire le mie tesi, forse come reazione ai dubbi che suscitavo nelle persone che leggevano i miei testi. È risaputo che è più facile convincere le persone attraverso argomentazioni superficiali piuttosto che con un’analisi approfondita. Naturalmente, i commercianti e i televenditori che cavalcano l’onda della credulità popolare hanno tutto l’interesse a sostenere che l’approccio “zero feedback” sia sempre la scelta migliore assoluta, senza alcun dubbio. Inoltre, affermano che lo smorzamento non è così importante, che i bassi fastidiosi sono solo una farsa e che basta avere una cassa costruita in un certo modo per risolvere il problema. Non a caso, offrono anche le casse apposite, spesso a prezzi esorbitanti. Fondamentalmente, ti vendono prima la malattia e poi la cura. Queste casse con specifiche particolari sono una minoranza e in alcuni casi potrebbero anche limitare la varietà di generi musicali che si possono ascoltare. Tuttavia, affermano che non è possibile ottenere un’esperienza d’ascolto di alto livello con un amplificatore che utilizza un po’ di controreazione e una cassa più comune e facilmente reperibile. Ovviamente, sosterranno che ciò non è possibile.

Alcuni sono arrivati persino a definire i miei trasformatori, che sono di dimensioni maggiori e più costosi, come prodotti superflui, mentre promuovevano prodotti economici e di scarsa qualità, sostenendo che avrebbero offerto risultati migliori a un sesto del prezzo. È importante mantenere uno spirito critico e non farsi influenzare da chi promuove idee estremiste senza una base solida. È necessario valutare attentamente le informazioni e fare scelte ponderate che soddisfino le proprie esigenze personali e le preferenze sonore.

È comprensibile che, di fronte a opinioni contrastanti, chi legge si trovi in una situazione di incertezza. Spesso, le persone non hanno la possibilità di confrontare direttamente due soluzioni e metterle alla prova in un’esperienza d’ascolto. Ciò rende difficile stabilire chi abbia ragione o quale approccio sia effettivamente migliore. In un campo come quello degli amplificatori valvolari, in cui le preferenze sonore possono variare notevolmente da individuo a individuo, non esiste una risposta universale. Ciò che può piacere a una persona potrebbe non piacere a un’altra, e viceversa. Inoltre, ci sono molti fattori che influenzano l’esperienza d’ascolto, come le caratteristiche dell’ambiente di ascolto, le preferenze personali e la combinazione con altri componenti audio. Anche se può essere frustrante non avere una risposta definitiva, l’importante è avere un approccio aperto e curioso verso le diverse opinioni e considerare attentamente le proprie esigenze, preferenze e budget. Alla fine, la scelta di un amplificatore valvolare dovrebbe essere basata su ciò che soddisfa le proprie aspettative e offre un’esperienza d’ascolto appagante.

Purtroppo, l’ascolto di qualcosa che suona bene non sempre garantisce di avere il massimo della qualità sonora. È possibile che, se non si è mai avuto l’opportunità di ascoltare qualcosa di superiore, ci si accontenti di ciò che si ha, ritenendolo eccellente. Tuttavia, potrebbe accadere che un giorno si incontri un sistema audio di qualità superiore, e solo in quel momento ci si renderà conto di non aver mai veramente ascoltato bene prima d’ora.

Questo può essere paragonato all’esperienza di un mio cliente, che, dopo anni di ascolto di un vinile dei Beatles, un giorno ha avuto la fortuna di ascoltarlo in un sistema audio di qualità superiore. In quell’occasione, è stato in grado di cogliere dettagli e sfumature del suono che non aveva mai notato prima, nonostante avesse posseduto diversi amplificatori di marche prestigiose e costose. Questo dimostra che ci sono livelli di qualità sonora che possono essere raggiunti solo con apparecchiature audio di alto livello. Purtroppo, alcuni commercianti e venditori nel settore audio mirano a mantenere i consumatori insoddisfatti per spingere continui cambi di apparecchiatura. Questo circolo vizioso è radicato nella mente di alcuni audiofili, che mettono persino il valore di rivendita di un amplificatore al di sopra delle sue prestazioni sonore effettive. Scegliere un amplificatore solo in base al suo valore di rivendita piuttosto che alla sua qualità sonora è un approccio sbagliato. Ho osservato persone che si sono liberate di amplificatori di alta qualità solo per sostituirli con apparecchi che hanno un impatto sonoro orribile, ma che per qualche motivo sono considerati “ottimi” dalla stampa. Personalmente, ritengo che tali individui non abbiano una vera comprensione dell’audio di alta qualità e probabilmente non sarebbero in grado di distinguere il suono di un amplificatore di pregio da quello di un semplice citofono. È importante cercare l’esperienza di ascolto personale, fare ricerche, confrontare diverse opzioni e, se possibile, affidarsi a professionisti del settore che abbiano una conoscenza approfondita e imparziale. In tal modo, si può fare una scelta consapevole e trovare un amplificatore che offra una vera e appagante esperienza d’ascolto, superando le influenze commerciali e le tendenze superficiali del mercato audio.

È un peccato che alcune persone acquistino apparecchiature audio semplicemente perché hanno soldi da spendere e vogliono ostentare il proprio status agli amici. Spesso, ciò che viene sponsorizzato come “suona bene, bene, bene” potrebbe non corrispondere alla realtà. È comprensibile che chi vende tali prodotti non ammetterebbe mai apertamente che un certo articolo non suona come promesso. Purtroppo, esistono molti apparecchi costosi di marche prestigiose che non offrono una qualità sonora eccezionale. Allo stesso tempo, ci sono prodotti più economici o di marche meno conosciute che invece possono suonare molto bene.

Vorrei essere onesto e permettere alle persone di fare le proprie valutazioni. Ho preparato questo articolo dedicato agli autocostruttori come un gioco, un simpatico esperimento didattico che però offre un suono discreto. Prendetelo come un’opportunità per sperimentare e divertirvi, sapendo che il risultato finale suonerà in modo soddisfacente. Ma attenzione, non voglio promettere il suono perfetto perché non sarebbe realistico. L’importante è che sia un’esperienza positiva e che possiate apprezzare il risultato del vostro lavoro.

L’obiettivo è sempre quello di offrire una prospettiva aperta e onesta sul mondo dell’audio, consentendo a ciascuno di scoprire e apprezzare il suono in base alle proprie preferenze e possibilità.

Il Nobsound 6p3p + 6n1

La base di questo esperimento è un piccolo amplificatore cinese, praticamente senza un vero nome, che si può comprare su vari siti di shopping online sia già costruito che in scatola di montaggio sia a marchio Nobsound che sotto altri nomi o addirittura senza marchio, lo riconoscete dalla foto. Probabilmente una delle cose più economiche che si possano trovare in giro.

Questo è lo schema elettrico originale:

I trasformatori originali dell’amplificatore purtroppo sono da 3500ohm e non sono adatti all’uso con una 6L6GB (equivalente) a banco ottenevo una potenza di 3,5watt con un tasso di distorsione piuttosto importante (tipouna semionda si e metà dell’altra no). Ho smontato i trasformatori originali e invece di sostituirli con qualcosa di completamente nuovo fatto alla mia maniera (non potevo nemmeno perchè non c’era spazio per mettere trasformatori più grossi) ho deciso di riavvolgere i suoi trasformatori sullo stesso rocchetto con lamierini della stessa dimensione (però ho messo lamierini GO al posto dei suoi che erano semplici ferro silicio). Li ho riavvolti con un’impedenza di 4500ohm, impedenza corretta per la 6L6GB in SE e con un’altro chiaro intento.

In diversi articoli ho sempre sottolineato come abbia osservato che in diversi amplificatori zerofeedback anche di marche prestigiose si “barasse” inserendo trasformatori d’uscita con induttanze primarie scarse o con i nuclei a ridosso della saturazione allo scopo di mascherare gli effetti peggiori dell’assenza di controreazione ossia i famosi bassi gonfi, d’altronde è ovvio che se fai un circuito zero feedback e di far controrezione non ne vuoi sapere sti bassi che spanciano o te li tieni o in qualche modo li tiri via… o filtrando l’ingresso dell’amplificatore o tagliando il trasformatore d’uscita oppure usando una cassa che è tagliata lei stessa (vedi monovia, casse aperte etc… che sono carenti sulle basse frequenze per loro natura).

Ecco lo schema, clicca sora per ingrandire, o clicca qui per scaricare ad alta definizione

Come si può vedere ho previsto un’interuttore per poter scollegare il segnale di NFB. Ho sostituito la 6N1 con una ECC83, mi era necessario per poter ottenere abbastanza smorzamento mantenendo il finale facilmente pilotabile e ho sostituito anche la raddrizzatrice 5Z4 con una GZ34, necessaria per recuperare tensione utile dal trasformatore cinese che si siedeva più del dovuto.

Nota: queste schema è pensato per montare valvole 6L6 / 6L6G / 6L6GA / 6L6GB / 5881 oltre alle 6p3p, sono escluse le 6L6GC e le 6N3C-e perchè richiedono una tensione di schermo superiore, risolvibile modificando il valore della resistenza da 12k con una di valore inferiore fino a ritrovare il bias desiderato senza cambiare altri componenti (non indico il valore perchè la corrente a riposo delle griglie schermo è sempre molto impreveidibile e spesso non rispecchia i datasheet). Ora le fasi di montaggio:

Per chi volesse sapere in che modo sono riuscito a saldare a stagno sull’acciaio inox può guardare questo video su youtube https://youtu.be/SHxo5tcNNMg l’unica differenza è che io invece di preparare la soluzione ho usato del cloruro ferrico già pronto, ma la procedura è la medesima. Senza questo trattamento galvanico in mi sono aiutato col mio alimentatore modificato è impossibile stagnare sull’inox. Ovviamente serve anche uno stagnatore a cacciavite da 150watt.

Ora passiamo alle strumentali di rito. Ora ci tengo a sottolineare che qualcuno va affermando che a zero feedback da zero alla massima potenza la distorsione THD vada aumentanto progressivamente mentre in un circuito retroazionato a volume molto basso si abbia una distorsione maggiore rispetto ad un volume medio dove diminuisce e che poi questa distorsione aumenti nuovamente a ridosso della massima potenza (comportamento che appare più simile a quello che potrebbe essere un finale in classe B che a quello che potrebbe avere un single ended) e che quindi se uno vuole ascoltare a volume basso il circuito retroazionato sia totalmente sconsigliato perchè il circuito retroazionato in modo assoluto (secondo lui) a basso volume distorce di più di uno zero feedback. Vediamo la THD sia a zero feedback che con la controreazione inserita a vari passi di potenza, da 0,1watt fino a poco prima del clipping a confronto.

Con controreazione inserita Zero Feedback
0,1watt RMS – (0,18%) 0,1watt RMS – 0,85%
0,5Watt RMS – 0,47% 0,5Watt RMS – 2,45%
1Watt RMS – 0,73% 1Watt RMS – 3,6%
3Watt RMS – 1,31% 3Watt RMS – 6,2%
Proco prima del clipping (5watt) – 2,35% Proco prima del clipping (4watt) – 8,4%

Ecco si può vedere che il tasso di distorsione sia progressivo da un minimo ad un massimo in entrambe gli scenari e che la distorsione zero feedback sia sempre maggiore di quella a circuito retroazionato anche alla minima potenza misurata. Ovviamente i soliti diranno che sono io che non sono capace, che il circuito e i trasformatori miei non sono fatti nel modo giusto che i miei trumenti di misura non sono belli e costosi come quelli di altri etc etc… lo schema è qui potete farvelo per conto vostro, i trasformatori posso avvolgerveli io o potete chiedere pure a qualcun’altro, tanto è un 22×30 primario 4500ohm secondario 4/8ohm, senza pretese.

La potenza massima del circuito retroazionato è di 6 watt, fino a 5 prima di iniziare e distorcere in modo brutto. Lo smorzamento è di fattore 0,3 zero feedback e fattore 9 con feedback inserito. La banda passante a zero feedback è 40hz/40khz -1db (attenzione il trasformatore è stato fatto apposta che in basso fosse tagliato, ed è qualcosa di inevitabile con un nucleo così piccolo) mentre con la controreazione inserita è 10Hz -0,6db / 40khz -1db, vediamo i grafici a confronto poi alcuni bonus…

Banda passante con controreazione (carico resistivo) Banda passante zero feedback (carico resistivo)
Banda passante con controreazione (carico reattivo) DF = 9 Banda passante zero feedback (carico reattivo) DF = 0,3

Adesso i bonus: Mi sono reso conto che molti lettori non capisco veramente cosa significano i grafici sul carico reattivo, intanto vi rimando all’articolo sulla costruzione del carico reattivo, e in generale nessuno ha idea di cosa comporti veramente un basso smorzamento a parte le descrizioni del diffusore che sospinto continua per la sua strada invece di seguire il segnale. Tutti parlano di distorsione armonica e di armoniche e nessuno si preoccupa appunto di quello che fa un finale con basso smorzamento mentre pilota i suoi diffusori, quindi ho fatto 2 filmati del quadrante dell’oscilloscopio, con l’amplificatore collegato a una cassa iniettando segnale nell’amplificatore con il generatore di funzioni.

Attenzione! nei video seguenti sono registrati dei toni sinusoidali fissi, abbassate il volume al minimo sopratutto se state usando delle cuffie perchè questi suoni potrebbero farvi male o danneggiare le vostre cuffie, casse del telefono, casse del computer. Questo audio resta necessario per la corretta compresione del fenomeno in esame. Non mi assumo nessuna responsabilità in merito a danni alle vostre orecchie o ai vostri apparati audio.

Partiamo dalla situazione Zero Feedback, sull’oscilloscopio sono rappresentate 2 tracce, quella bassa è quella del generatore di funzioni, mentre quella in alto è il segnale che appare sui morsetti dell’altoparlante…

Come si vede CHIARAMENTE mentre l’ampiezza della traccia in basso (generatore di segnali) resta sempre invariata quella che esce dall’amplificatore varia di ampiezza al variare della frequenza, quasi come se ci fosse un controllo dei toni nell’amplificatore, solo che a decidere questi punti di minima e di massima sono le caratteristiche del diffusore, quello che si vede nei grafici che pubblico su carico reattivo non è altro che l’andamento di questo fenomeno. Quindi chiedo a tutti quelli che sanno solo parlare di armoniche… questa non è una distorsione armonica, ma resta comunque una distorsione, come la mettiamo? Adesso vediamo cosa capita nella stessa situazione ma con la controreazione inserita, tasso di smorzamento 9.

In questa situazione si vede invece che l’ampiezza in uscita dall’amplificatore ha degli scostamenti veramente minimi. Come detto anche da altre parti io reputo un tasso di smorzamento di 5 ottimale per amplificatori di piccola potenza (single ended in genere) e in generale si può arrivare a un tasso di 10 su apparecchi con maggiore potenza. Oltre un fattore 10 è inutile e insensato e si rischia di far suonare male l’amplificatore perchè troppo retroazionato.

Proseguiamo con i bonus, ascoltiamo ad orecchio che differenza di suono c’è tra il circuito retroazionato e quello zero feedback… Cosa ho fatto qui? ho collegato un’attenuatore ai morsetti delle mie casse e sono entrato nel “line in” di un vecchio computer portatile che normalmente uso per pilotare un incisore laser. Mi perdonerete la qualità della registrazione con sottofondo di disturbi derivati dalla scheda di detto portatile vecchio di 9 anni e pagato 40€, nonstante la qualità della registrazione non sia il massimo sono abbastanza comprensibili le differenze sonore tra i 2 modi di funzionamento.

Tengo a precisare che una dimostrazione ottimale avrebbe voluto che usassi un microfono binaurale in modo che venisse registrata anche la componente distorsiva dovuta alla fisicità del diffusore e non solo quella elettrica. Premetto poi che il fatto di aver usato trasformatori con un piccolo nucleo calcolati con una modesta induttanza primaria ha fatto si che su questo amplificatore non emergessero bassi sbrodolanti e gonfi, nemmeno a zero feedback.

Per cominciare mi sono procurato una traccia audio Royalty-free intitolata “At First Sight – FiftySounds” scaricata dal sito epidemicsound.com e potete ascoltare qui il file originale, mi raccomando ora dovete ascoltare assolutamente in cuffia.

Ho riprodotto la traccia dal mio media center, collegato a questo nobsound e registrato il segnale sulle boccole delle casse, prima a zero feedback poi con la controreazione inserita. Dopo aiutandomi con un software audio (audacity) ho sovrapposto una parte della registrazione originale con la stessa parte di quella passata attraverso l’amplificatore e con la funzione “solo” del software passo più volte da una all’altra mentre avviene la riproduzione in modo che possiate sentire con le vostre orecchie le differenze in tempo reale, iniziamo con il confronto tra la traccia audio originale e l’uscita dell’amplificatore a zero feedback.

ps: gli utenti Apple potrebbero non riuscire a sentire l’audio di questi video, come non sentono l’audio di tutti i video presenti nel mio sito, perchè Apple vuole essere differente e infatti l’audio dei miei video lo sentono tutti quelli che usano Windows, Linux e Android ma non quelli che usano Apple, perchè non lo so, ma immagino che Apple non abbia un banale codec lame-mp3 preinstallato come hanno tutti gli altri, se qualcuno sa come risolvere la cosa me lo faccia sapere perchè non ho device Apple (e mai ne vorrò).

La traccia in alto è quella originale, quella in basso è la registrazione su zero feedback, si può sentire bene che la registrazione a zero feedback perde corposità su bassi e brillantezza sugli alti e ha un’esaltazione della gamma media, inoltre è percepibile più nell’ambiente che dalla “registrazione elettrica del segnale” la riproduzione zero feedback è più sporca. Ora passiamo alla registrazione con la controreazione inserita dove tutti gli scettici che credono alle fandonie che raccontano in giro si aspettano un suona brutto, sferragliante, suono di vetri rotti, unghie sulla lavagna, lo stridio della forchetta nel piatto…

Come prima in alto è la traccia audio originale, in basso la registrazione del segnale passato attraverso l’amplificatore questa volta con la controreazione inserita. Ecco a voi finalmente una volta per tutta la dimostrazione che l’uso corretto della controreazione non procura danni al segnale al contrario della versione zerofeedback CHE SI SENTE PEGGIO e chi dice di preferire lo zero feedback È PERCHÈ CERCA DISTORSIONE, la registazione con la controreazione inserita è quasi totalmente irriconoscibile rispetto il file audio originale se non fosse appunto per il disturbo di fondo e una leggere brillantezza in meno (che c’era anche a zero feedback) dovuta alla scheda sonora integrata e assolutamente non professionale del computerino portatile di fortuna che ho usato.

Per completare lascio il download delle 2 registrazioni integrali, in futuro se avrò modo di ripetere esperimenti simili con strumentazione più seria (vedi microfono binaurale state certi che lo farò).

Clicca qui per scaricare lo zip con i 2 file in formato flac

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1 Responses to Controreazione e Smorzamento, esperimenti pratici con il Nobsound 6p3p+6n1

  • Questo è il mio amplificatore che Stefano ha sapientemente sistemato per me! Ho comprato questo ampli della nobsound in kit da assemblare per avvicinarmi al mondo delle valvole, e dopo un attento assemblaggio mi sembrava andasse bene ma mancava sempre qualcosa che mi facesse entusiasmare. Ho cominciato a cambiar valvole, condensatori , pot, connettori ed a correggere lo schema elettrico con vari trovati qua e la sui forum. Mi sembrava che ad ogni modifica qualcosa migliorasse, ma forse era solo frutto dell’ auto convincimento. Finchè sono capitato sul sito di SB Lab ed ho contattato Stefano che gentilmente mi ha aiutato a fare prove elettriche varie e dato suggerimenti, ma subito mi ha detto che il problema dell ampli erano i trasformatori di uscita, di impedenza sbagliati e poco performanti. Così mi sono deciso e ho portato il mio ampli nel suo laboratorio e credetemi se vi dico che dopo questo lavoro che ha eseguito il mio ampli suona come non avevo mai sentito!! Mi sono reso conto che tutto quello che avevo fatto in precedenza per migliorare il suono è stata una gran perdita di tempo e denaro. Affidatevi ad un esperto come lui, non buttate soldi in inutili cambiamenti di componenti Nos e pregiati, tanto non serve a nulla se tutto lo schema è sbagliato, ve lo dico con esperienza fatta sulle mie tasche! Grazie Stefano, ora mi godo il mio ampli e la musica!!

  • Avevo seguito vari consigli che mi avevano dato persone su facebook cambiando valvole con delle nos e cambiando condensatori, mi dicevano che sarebbe migliorato tantissimo ma alla fine non mi ha mai convinto, leggeri cambiamenti di tonalità ma non era mai troppo lontano dall’originale. Poi ho comprato lo schema premium e i trasformatori sb lab per modificare il mio amplificatorino , il risultato è sorprendente!!!! non è più lui, non ho mai sentito un suono così limpido e equilibrato davvero pazzesco e distnate anni luce, mi sono reso conto che le prime modifiche che ho fatto all inizio sono state una perdita di tempo e di soldi, suona meglio dell’amplificatore di marca con le 300B da migliaia di € del mio amico. Datemi retta seguite i consigli di stefano perchè valgono oro, i suoi trasformatori sembrano costosi rispetto ad altri rivenditori ma valgono quello che costano!!!!

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45 Single Ended Amplifier – “Tulipa”

Dopo varie richieste ho deciso di pubblicare questo mio vecchio progetto come premium, scorrendo la pagina oltre l’articolo originario troverete la versione upgrade montata dal cliente.

Il set di trasformatori che comprende un trasformatore di alimentazione 16S3987, due trasformatori d’uscita SE5K6-UNI, due induttanze per filtraggio filamenti 16S63, e una induttanza di filtro anodico 16S64 + schema premium costa (chiedere prezzo aggiornato) compresa spedizione. (immagine puramente decorativa, non corrispondente al prodotto). Se siete interessati all’acquisto del kit potete contattarmi.


Segue l’articolo sul montaggio del prototipo risalente al 2016

Questo piccolo amplificatore single ended è nato nel nome della sperimentazione pura, di piccola potenza e concepito per essere abbinato a diffusori ad alta efficienza. In questa prototipazione ho deciso di contenere i costi di montaggio riciclando una scatola per elettroniche di recupero che da tempo aspettava di finire in discarica, cosa che mi diverte molto per altro…

Brutta, sporca e arrugginita ma recuperabile con un pò di fantasia. Buttato giù uno schema e realizzati i trasformatori mi sono messo a studiare il montaggio meccanico.

Eliminata la ruggine con una piccola mola per il dreemel, rimontata con rivetti e viti nuove, pronta per essere verniciata a polveri…

E fianchetti in massello di noce tirato a gomma lacca per nascondere le vecchie forature inutilizzabili.

Ho poi cablato un semplice circuito al suo interno.

Le valvole montate sono due ECC83 / 12AX7 sostituibili opzionalmente con le 5157 per il guadagno in tensione, una 6H6Pi NOS (CCCP) come driver, sostituibile con la E182CC opzionalmente. Le finale sono due UX245 RCA NOS del 1928. La rettificatrice è una GZ34 NOS Philips. I trasformatori d’uscita sono i miei SE5K6-UNI mentre le induttanze che appaiono di un nero lucido sono delle induttanze NOS anni ’50 (opportunamente verniciate perchè in origine erano gialle) da cui ho derivato le mie 16S64. Il trasformatore di alimentazione ovviamente è custom. I condensatori sul segnale audio sono tutti Sprague Vitamin Q (nella foto si vedono rinchiusi nel tubo termorestringente a scopo di isolarne il corpo sottoposto a tensione. Le finale sono in selfbias, con elettrolitici NOS da 2200uF di altissima qualità bypassati da un polipropilene audio grade da 10uF. I filamenti delle 45 sono alimentati in DC con cella passiva e 44000uF di livellamento per avere un’assoluto silenzio sulla casse.

Una piccola chicca è l’interruttore di accensione rotativo, componente NOS di produzione probabilmente risalente agli anni 50 o 60.

Come suona? Il risultato è andato oltre le mie più rosee previsioni, appena acceso mi aspettavo si un medio-alto di primo livello ma non certo anche dei bassi così morbidi e coinvolgenti e perfettamente amalgamati al resto della banda audio, tanto che mi ero convinto della impossibilità di avere suoni bassi decenti da triodi di questo tipo. Ma dopo avere ascoltato il 300B modificato devo ammettere che ci speravo. Certo che bisogna avere diffusori di almeno 90/100db di efficienza per poter godere fino in fondo delle peculiarità di questa valvola (diciamo da una Altec 19 in su, tannoy etc..), suonano anche con i 96db delle Klipsch Heresy ma solo dalla Cornwall in poi (per rimanere in casa PWK) si può ascoltare ad un volume totalmente coinvolgente pure il rock. Con le accortezze costruttive applicate, l’hum è inesistente anche con le Emission Labs 45 (Mesh Type) che finora erano quasi inascoltabili in altri finali. Il suono ora ha raggiunto vette veramente difficili da superare perchè siamo prossimi alla realtà dell’evento sonoro tanto da non farmi più rimpiangere la perdita di qualche concerto… Inutile spendere certe cifre per apparecchi blasonati che spesso ti lasciano pure l’amaro in bocca, ed è un amaro molto salato!!! Volevo aggiungere che il finale è stato costruito attorno alla RCA Radiotron UX-245 ed è proprio con questa valvola che, secondo la mia personale opinione, si raggiungono i risultati lusinghieri che ho riportato. Le EML si piazzano subito dopo, anche se nei primi istanti sembrano preferibili. Le 45 standard (con la forma non Globe o Balloon) hanno ovviamente anche loro il magico suono di questo tubo e per chi non ha mai sentito le 245 può già pensare di essere arrivato ma ripeto, questo finale mette in luce ogni minima nuance ed il senso di coinvolgimento e di appagamento che si ha con le RCA purtroppo non può essere descritto.


Versione 2021

La versione originaria di questo apparecchio utilizzava una coppia di induttanze NOS per il filtraggio dell’anodica dei 2 canali e semplici celle CRC per il filtraggio dell’alimentazione dei filamenti delle 45, mentre la valvola raddrizzatrice era una GZ34. In questa versione ho ottimizzato le alimentazioni utilizzando una 5V4G come raddrizzatrice, più piccola della GZ34 ma perfettamente in grado di alimentare le modeste richieste di corrente di questo circuito. Ho usato una sola cella CLC (con un’induttanza SB-LAB 16S64) per entrambe in canali in quanto non c’erano problemi di crosstalk. Ho invece filtrato meglio l’alimentazione dei filamenti delle 45 con una cella “RCLCRC” utilizzando una coppia di 16S63 e dove l’ultimo condensatore è da 33.000uF. Questa cella oltre a fornire un’alimentazione pulita quanto quella di una batteria (all’oscilloscopio non si nota differenza tra spento e acceso) accende il filamento con una partenza molto soft di diversi secondi prima di arrivare ai 2,5volt, sicuramente un’ottima cosa per preservare i delicanti filamenti di queste valvole. Il resto del circuito resta quasi uguali a quello originario salvo quache piccola modifica qua e là. Vediamo qui sotto le foto del montaggio del cliente che mi ha portato l’apparecchio per effettuare qualche misura di verifica.

Ecco montaggio di salvatore:

Buonasera. Allego foto progetto finito.

Ho fatto solo poche misurazioni per adesso, appena sono più libero da lavoro ne farò altre. Nella prova audio con i miei diffusori autocostruiti, progetto di Filippo Punzo, 4ohm, 98db, devo dire che il risultato è incredibile…ad 1/3 del potenziometro riempi la mia camera 5×4. La dinamica su tutta frequenza anche a bassissimo volume è incredibile, è equilibrato non eccede su qualsiasi genere musicale, il dettaglio e la dolcezza fa da padrone. Non mi aspettavo un basso cosi articolato, preciso, ma che scende molto bene, di più del mio SE 300B. Intanto ti ringrazio per la pazienza nel rispondere alle mie domande e sicuramente farò altri progetti. Appena faccio altre misurazioni allegherò foto. Magari un giorno se possibile te lo porterò per misurazioni più dettagliate.

Salvatore


Un’altro montaggio completato nel 2023

Il commento del  costruttore a fondo pagina nei commenti…

Vediamo le strumentali:
Potenza massima: 2,25Watt RMS per canale.
Banda passante @ 1watt: 10Hz  – 28khz -1db
THD @ 1Watt: 1,3%
Fattore di smorzamento DF: 3,6

Analisi di spettro @ 1watt

Banda passante su carico resitivo @ 1watt

Risposta su carico reattivo @ 1 watt

Quadre a 100hz – 1khz – 10khz @ 1watt

Triangolare 1khz 1watt

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8 Responses to 45 Single Ended Amplifier – “Tulipa”

  • dove trovo schema e componentistica dell’ SE45? puoi mandarmeli?

  • In questi giorni ho portato a termine la costruzione dell’amplificatore TULIPA con i componenti e lo schema fornitimi da Stefano.
    Devo dire che grazie a questo amplificatore sto’ sperimentando ed assaporando nuove sensazioni di ascolto in virtu’ di una sonorità di grande purezza che evidenzia ogni minimo dettaglio sonoro. Gli strumenti appaiono nitidi e ben distinti. Il suono non è mai confuso o impastato ed invita a riascoltare e riscoprire i dischi gia’ precedentemente ascoltati con altri amplificatori.
    Devo dire che è valsa la pena cimentarsi con questa realizzazione.

  • Ciao Stefano, sono riuscito a fare un paio di ascolti con l’ampli nonostante il caldo. Ho utilizzato il giradischi analogico e la radio a tarda sera…… un po’ di rodaggio alle valvole non guasta.
    Non ho utilizzato i miei diffusori ma le klipsch che il nostro amico Nicola gentilmente mi ha prestato. Come ti dicevo le mie casse in questo momento sono posizionate in modo non molto ottimale.
    Le heresy hanno un’efficienza inferiore ai miei ( 97 contro i 104 delle mie la scala ) e sinceramente, di potenza con questo tuo 45 ve n’è abbastanza. Non considero la potenza un valore.
    Difatti, ad ore 9 con il potenziometro del mio pre il volume sonoro è abbastanza alto.
    Il finale sfodera una naturalezza disarmante, equilibrato e con un’ottima scena sonora.
    La gamma medio/alta risulta trasparente con una messa a fuoco degli strumenti come raramente mi è capitato di ascoltare.
    La gamma bassa c’è tutta ( le heresy e le la scala non scendono sotto i 50 hz ), come anche il palcoscenico sonoro …..
    Incredibile come con il tuo ampli ora vengono evidenziati i limiti degli altri componenti della catena audio.
    Risulta silenzioso e devo confessarti che mi piace molto.
    Pertanto, mi ritengo molto soddisfatto del tuo progetto.
    Era quello che cercavo, grazie

  • La degenerazione è un’altra cosa, è quando la dimensione del condensatore di catodo è troppo piccola e alle basse frequenze comincia a ondulare, questo causa diminuzione del guadagno dello stadio, quindi taglio della banda passante bassa e l’ondulazione avviene con ritardo di fase dovuta alla capacità del condensatore, puoi vedere i grafici del sun audio 300B pubblicati mesi fà, era uno zero feedback e con condensatore da 47uF sotto i catodi. La controreazione tendenzialmente tenderebbe a diminuire questo effetto, poi ovviamente con le interazioni si formano distorsione diverse perchè va ricordato che la contro reazione non è una cura ai difetti di un circuito. Il circuito deve andare bene già da solo e la controreazione va messa solo per abbassare la rout, montando condensatori di catodo abbondanti semplicemente ottieni stabilità del catodo anche alle frequenze più basse, i movimenti che ancora potresti avere sono ridotti al minimo e oltre puoi usare solo una polarizzazione a bias fisso che potrebbe suonare non troppo diversa a un self fatto bene con condensatori buoni.

  • Si, le rotazioni di fase in basso dipendono poi anche se applichi +o- controreazione d’anello

  • Nella schema 2021 ho messo 470uF bastano cmq a non avere nessuna degenerazione alle basse frequenze, che sia necessario avere una dimensione inferiore a quello di alimentazione per le intermodulazione non credo (e non se ne vedono nell’analisi di spettro) ma sono sicuro del fatto che quelli che mettono dei 47/100uF sotto i catodi di qualsivoglia finale si trovano poi che sotto i 50hz comincia a muoversi tutto, hanno degenerazione (diminuzione del guadagno) e rotazioni di fase ed più facile che sia questo a far brutte distorsioni. Cmq la valvola non soffre perchè la raddrizzatrice è a riscaldamento indiretto e parte gradualmente quindi il condensatore ha tempo di caricarsi senza picchi di corrente troppo forti.

  • 2200uF con la R di self bias paiono tanti…. all’accensione il C scarico è in corto, ma poi forse con il riscaldamento filamenti lento non c’è stress sulla finale, cmq una costante di tempo offerta da quel C di 2200uF e il suo resistore parallelo che non conosco, non dovrebbe essere inferiore a quella presente sull’alimentazione per minimizzare l’intermodulazione ?

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