Riparazione degli Amplificatori Audio Innovations 700 e 800

Nel vasto universo dell’audio hi-fi, pochi marchi evocano la stessa aura di prestigio e innovazione di Audio Innovations. Fondato a Brighton, Inghilterra, nel 1984, da due appassionati di musica e tecnologia, David Chessel e Peter Qvortrup, l’azienda ha guadagnato una reputazione ineguagliabile nella creazione di amplificatori valvolari che incarnano il perfetto equilibrio tra musicalità e precisione.

I Modelli 700 e 800

Tra i gioielli della corona di Audio Innovations, spiccano i modelli 700 e 800, due capolavori valvolari che affascinano gli appassionati di audio di tutto il mondo. L’Audio Innovations 700 si presenta come un amplificatore integrato, completo di controlli volume e multi-ingresso, pensato per offrire flessibilità e facilità d’uso. Dall’altro lato, l’Audio Innovations 800, un finale senza controlli volume, è dotato di un solo ingresso. Tuttavia, la loro circuiteria interna è notevolmente simile, se non del tutto identica.

Entrambi i modelli condividono una potenza nominale di 25 watt RMS per canale, fornendo un’esperienza d’ascolto potente e dettagliata. La magia avviene grazie alle finali EL34 in push-pull, lavoranti in classe A o in una leggera classe AB quando il volume raggiunge livelli più elevati.

In questa pagina, condividerò dettagliate esperienze di riparazione e restauro di due esemplari di questi amplificatori iconici: l’Audio Innovations 700S e l’Audio Innovations 800 MKII. Se possiedi uno di questi amplificatori che richiede attenzione o revisione a causa dell’età, ti invito a contattarmi. Sono disponibile per lavori di riparazione che mirano a restituire a questi gioielli della tecnologia valvolare la loro piena vitalità e performance audio.

Riparazione dell’Audio Innovations 800

L’Audio Innovations 800 è stato un affascinante viaggio nella riparazione di un amplificatore iconico. Una sfida che ha portato alla luce non solo la maestria della progettazione originale, ma anche le sfide nascoste e le sorprese lasciate da un passato oscuro.

Il nostro protagonista è giunto nelle mie mani con un problema noto: il trasformatore di alimentazione bruciato in cortocircuito secco che causava il repentino saltare del fusibile. Smontato l’amplificatore e misurate le sue viscere, ho progettato un nuovo trasformatore di alimentazione di ricambio, codice 23S72, che mantiene esattamente le stesse caratteristiche elettriche dell’originale. Il montaggio del trasformatore 23S72 non richiede modifiche aggiuntive ai fori esistenti, garantendo così il rispetto dell’integrità strutturale originale dell’amplificatore. Va notato che il trasformatore originale, con misure in pollici, su colonna 38, è un elemento introvabile in Europa. Il nuovo trasformatore, realizzato su colonna 40, è solo leggermente più grande dell’originale (un paio di millimetri), ma si adatta agevolmente al posto del vecchio senza necessità di allargare i fori esistenti. Un adattamento intelligente che conserva l’estetica e la struttura originale dell’Audio Innovations 800. Il trasformatore è adatto anche al modello 700.

L’amplificatore è stato venduto al mio cliente come “perfettamente funzionante, mai riparato,” ha rivelato una verità meno luccicante. L’insidioso venditore, con intenti meno che onesti, ha nascosto un passato di interventi poco ortodossi. All’interno, gli elettrolitici di catodo delle EL34 erano stati sostituiti con i raffinati Mundorf. Tuttavia, la presenza di questi condensatori di alta qualità già indicava un intervento precedente sull’amplificatore. Un segno di bruciatura sotto una delle quattro resistenze di catodo ha svelato una verità spiacevole: il precedente riparatore aveva sostituito le resistenze da 470 ohm con altre da 47 ohm, causando un bias sparato e facendo delle EL34 delle mini-centrali nucleari.

Nella mia opera di riparazione, ho rimesso le cose a posto. Le resistenze sono state sostituite con le corrispondenti da 470 ohm, e un condensatore visibilmente compromesso ha ceduto il posto a uno nuovo.

Dopo un’attenta revisione e il test delle valvole, l’amplificatore è stato rimontato. Il risultato? Una potenza misurata di 22 watt con valvole non nuove, un fattore di smorzamento di 6.2, e un suono restaurato alla sua antica grandezza.

Guardando indietro, questo Audio Innovations 800 ha attraversato il fuoco della sua storia passata, con un bravo riparatore incapace e un venditore ingannevole come avversari. Ma ora, ripulito, rinnovato, e pronto a cantare ancora. Seguiteci attraverso i grafici e le immagini, testimoniando il ritorno di questo capolavoro dell’audio valvolare alla sua gloria originale.

Analisi di spettro a 1watt

Quadre a 100Hz – 1khz – 10khz

Grafico di banda passante

Audio Innovations 700S

Mi è stato affidato un Audio Innovations 700S in uno stato non funzionante. Al momento dell’apertura, il primo dettaglio che ha catturato la mia attenzione è stato il piccolo PCB nella sezione di alimentazione, completamente danneggiato da un incendio che aveva generato una intensa fiammata all’interno della scocca… L’apparecchio ha emesso un fischio attraverso le casse, accompagnato da colpi secchi, mentre una densa nuvola di fumo si è diffusa rapidamente in tutta la stanza.

La massiccia resistenza che si trovava sopra il PCB era totalmente scomparsa, praticamente vaporizzata!

L’intensa ondata di calore generata durante l’incendio ha avuto l’effetto di sverniciare la superficie della lamiera…

Continuando l’esame approfondito dei danni, ho individuato un trasformatore d’uscita con il primario che scaricava verso il secondario (quindi verso massa), mentre l’altro trasformatore d’uscita presentava un corto circuito nel primario. Fondamentalmente, si è verificata un’auto-oscillazione distruttiva. È interessante notare che, in un’analisi passata sugli Audio Innovations 500, ho segnalato problemi di stabilità e inneschi spuri, attribuiti principalmente all’uso di tassi eccessivi di feedback negativo in questi dispositivi.

Vorrei evidenziare che questa sezione dell’articolo sull’IA700 è vecchia di sei anni rispetto la precedente sull’IA800. Nell’IA800, ho misurato uno smorzamento di 6.2 che denota un tasso di controreazione moderato, mentre queste informazioni datate suggeriscono una maggior quantità di controreazione nella versione 700 rispetto all’800. Rimarrò in attesa di riparare un altro IA700 per raccogliere dati strumentali più precisi di quelli raccolti sei anni fa.

L’AI500, se non altro, presentava un circuito “simmetrico”. Diversamente, l’AI700 utilizza un telaio molto simile a quello del 500 con 5 valvole pilota. Tuttavia, non include l’ingresso phono, e il progettista sembrava perplesso su come impiegare il buco aggiuntivo a disposizione. Invece di adottare una soluzione più elegante come un robusto longtail con un triodo per canale in ingresso, un long tail sfasatore con il secondo doppio triodo di ogni canale e un buffer con il terzo doppio triodo di ogni canale – una scelta pulita, simmetrica e tecnicamente pulita – ha optato per un SRPP sull’ingresso.

Il segnale che esce da questo stadio viene quindi preso attenuato per pilotare un altro triodo che uscirà in opposizione di fase. Questo dovrebbe costituire uno sfasatore paraphase, notoriamente svantaggioso dal punto di vista sonico se inserito in un circuito con controreazione. La mancanza di simmetria nel disegno dello schema è evidente, soprattutto nel fatto che le due finali del push-pull non sono pilotate da due circuiti identici che operano pilotate da due circuiti diversi, con una finale che ha un triodo in più dell’altra.

Al di là di queste scelte discutibili, lo schema proposto, che allego, presenta alcune peculiarità che potrebbero aver influito sulla minore stabilità del circuito, aprendo la porta a oscillazioni indesiderate. Da notare che anche il modello AI800 adotta uno strano disegno circuitale simile, ereditando le peculiarità discutibili che possono influire sulla stabilità del circuito e contribuire ad oscillazioni indesiderate.

IA700 IA800

Unendo questo circuito a un eccessivo tasso di feedback negativo e a un insieme di EL34 non più nuove, che manifestavano sbilanciamenti nelle caratteristiche, il circuito ha iniziato ad oscillare. Tale oscillazione ha portato in risonanza i trasformatori, generando tensioni così elevate da perforare gli isolanti e causare un corto circuito verso massa. La sezione di alimentazione si è bruciata a causa di questo corto circuito. Entrambi i trasformatori d’uscita sono stati disassemblati, privati del loro avvolgimento e, successivamente, sono stati ricostruiti da zero con delle copie perfette, preservando unicamente le calotte originali.

Ho replicato il PCB della sezione di alimentazione. È importante notare che questa scheda è compatibile non solo con l’Audio Innovations 700, ma anche con il modello 800. Posso fornirla come pezzo di ricambio su richiesta.

Dopo aver rimontato l’amplificatore e installato inizialmente un quartetto nuovo di EL34, ho successivamente sostituito la coppia di ECC82. Questa sostituzione è stata necessaria poiché il filamento di una delle due si è interrotto alcune ore dopo aver riacceso l’amplificatore.

Durante le prime accensioni sotto variac dell’amplificatore, ho notato una notevole instabilità nel circuito, che generava spurie casuali anche con carico fittizio. Questo comportamento sembrava variare in base alle valvole installate e addirittura in relazione alla vicinanza delle mani alle stesse. Trovare valvole che non causassero problemi non era una soluzione sostenibile nel tempo, considerando che nel deteriorarsi avrebbero potuto generare nuovi disturbi, potenzialmente danneggiando nuovamente l’amplificatore.

Dopo alcune prove, ho identificato il punto critico del circuito, situato sulle griglie schermo, come tipico in ogni circuito ultralineare. Per risolvere prontamente tutti gli inneschi spuri, ho proceduto saldando 4 condensatori ceramici da 470pF 400VCA tra la G2 e l’anodo delle finali. Ritengo che questa modifica debba essere applicata a tutti gli amplificatori AI che ho incontrato fino a questo momento, compreso l’AI500, anche se le spurie erano meno evidenti in quest’ultimo. Inoltre, potrei considerare, in futuro, una riduzione del tasso di controreazione globale come ulteriore miglioramento sonoro, se dovesse essere necessario intervenire nuovamente.

Eccolo finito:

Esaminiamo ora le caratteristiche strumentali:

  • Potenza massima: Circa 25 watt RMS (valutata in base alle valvole attualmente installate)
  • Risposta in frequenza a 1 watt: 37Hz – 50kHz, -3dB
  • Risposta in frequenza a 15 watt: 30Hz – 50kHz, -3dB (Va notato che, oltre i 8/10kHz, la forma d’onda presenta una notevole distorsione, probabilmente attribuibile a un eccessivo tasso di controreazione negativa.)
  • Smorzamento: Non disponibile. Non ho avuto il coraggio di scollegare il carico o di utilizzarne uno con un’impedenza superiore per evitare il rischio di destabilizzare il circuito e causare conseguenze indesiderate.

È importante sottolineare che queste sono misurazioni effettuate con gli strumenti di cui disponevo all’apertura della mia attività, quindi potrebbero non essere estremamente precise. I grafici che c’erano sono stati eliminati dal sito al momento dell’aggiornamento di questo articolo. Aspetterò di riparare un altro AI700 per ottenere misurazioni più accurate e aggiornate.

In questo video, è evidente la distorsione della sinusoide che si verifica nel range tra 8 e 20 kHz. Tale distorsione è attribuibile a un eccessivo tasso di controreazione negativa (NFB), accentuato dalla presenza di trasformatori di qualità inferiore forniti da AI (va precisato che si tratta di repliche fedeli da me prodotte, ma che replicano esattamente gli originali). La traccia più piccola, corrispondente al canale “muto”, mostra un certo grado di diafonia. Ho scelto di mantenere questo video poiché evidenzia chiaramente l’abbondante utilizzo di controreazione nella versione 700, fornendo un’ulteriore prospettiva sulla qualità del suono.

In alcuni commenti online, si afferma che questo amplificatore offre un suono dolce e mai affaticante. Tuttavia, nella mia esperienza, sia questo modello che i suoi fratelli, AI500 e AI800, almeno in abbinamento alle mie Tannoy (casse rivelatrici e esigenti), si rivelano piuttosto robusti e potenzialmente affaticanti durante l’ascolto. Personalmente, ho avvertito una certa durezza nell’espressione sonora, che, sebbene possa variare tra gli utenti e le configurazioni audio, è stata per me più pronunciata rispetto all’AI500, anche se in misura minore. Va sottolineato che questa è una percezione soggettiva e la resa sonora può variare notevolmente in base alle preferenze personali e al tipo di diffusori utilizzati.

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Esplorando l’Armonia Sonora: L’Eccellenza della Valvola 845 in Configurazione Single Ended

Benvenuti nell’affascinante mondo dell’audio hi-fi, dove la purezza del suono è una missione e la Valvola 845 emerge come una protagonista indiscussa. In questo articolo, ci immergeremo nel magico universo della configurazione Single Ended, celebrando l’uso superlativo della valvola 845 come cuore pulsante di un amplificatore audio hi-fi.

Il protagonista di questo affascinante viaggio è un progetto dall’elegante semplicità, un amplificatore da 1 watt alimentato dalla rinomata valvola 6EM7. La 6EM7, celebre per il suo suono eccellente, assume un ruolo sorprendente nell’essere il pilota di una finale molto più imponente, la maestosa 845. Un connubio di potenza e delicatezza, che sfida le convenzioni con una grazia ineguagliabile.

La magia di questo circuito risiede nella sua versatilità. Sia che siate affezionati alle dolci armonie senza feedback o desideriate esplorare le possibilità offerte dal feedback, questo amplificatore è progettato per accontentare ogni orecchio. Il feedback, attivabile o disattivabile a piacimento, offre un’esperienza di ascolto personalizzata, senza costringere gli appassionati in una direzione predefinita.

Ogni dettaglio di questo progetto è stato meticolosamente curato, mirando a ottimizzare l’apparecchio e ad estrarne il massimo delle caratteristiche sonore. Il risultato è un sound ai massimi livelli, senza compromessi. Un invito a esplorare le sfumature dell’audio hi-fi, abbracciando la potenza della 845 in un viaggio sonoro senza pari.

Questo è un progetto premium, su commissione di “D.P.”. Il desiderio era chiaro: un finale Single Ended con valvole 845, caratterizzato da una circuiteria impeccabile, libera da eccessi superflui. Il cuore di questo sistema, vede una 6EM7 al comando, il tridolo di segnale nella sezione di ingresso e il triodo di potenza che guida con maestria la 845.

L’alimentazione del driver si avvale di un rettificatore a vuoto GZ34, mentre la 845 è alimentata tramite diodi. Una sottile controreazione, facilmente disattivabile tramite un interruttore, offre un tocco di personalizzazione. La potenza erogabile, limpida e potente, raggiunge i 20 watt RMS per canale, con una capacità di 25 watt RMS prima del clipping. Abbiamo scelto di concentrarci sulla qualità del suono reale, evitando di enfatizzare cifre astratte che spesso poco riflettono la realtà dell’ascolto.

L’alimentazione anodica, sia per il driver che per la finale, è attentamente filtrata con induttanza, garantendo una fornitura stabile di potenza. La tensione del filamento della 845 gode di un trattamento simile, alimentata in modo continuo con una cella CLC e la sua induttanza dedicata.

In contrasto con molte soluzioni presenti sul mercato, ho dedicato particolare attenzione all’ottimizzazione della sezione driver. Questo per garantire uno swing completo, necessario a guidare la griglia della 845 con un’impedenza sufficientemente bassa per evitare qualsiasi interferenza indesiderata. Il circuito è stato saggiamente progettato con un singolo doppio triodo per alimentare la finale. È importante sottolineare che ogni stadio aggiuntivo introduce inevitabilmente distorsioni, evitando così l’uso sproporzionato di valvole e preservando l’integrità del segnale in un sistema Single Ended (SE).

La 845, a differenza della 211, richiede un pilotaggio esclusivamente in griglia negativa. In questo contesto, la griglia di per sé non assorbe corrente, se non per la capacità parassita rappresentata dall’effetto Miller. Tuttavia, questo non rappresenta un ostacolo significativo quando si utilizza un driver capace di gestire i 30/40mA di corrente di bias, poiché ciò che realmente serve per un pilotaggio efficace è un ampio swing di tensione e una impedenza d’uscita sufficente a non venir disturbata dall’effetto miller della finale.

Purtroppo, molti schemi realizzati da progettisti meno esperti presentano la 845 pilotata da una modesta 6SN7, magari con le due sezioni in parallelo. Questo approccio, sebbene comune, spesso non fornisce lo swing di tensione necessario né una bassa impedenza in uscita, creando un terreno fertile per la formazione di distorsioni di varia natura. Questa retrocessione del segnale può trasformarsi in un feedback negativo locale, sfuggendo all’attenzione di coloro che magari vantano le presunte virtù di circuiti senza feedback.

Sull’altro estremo, ci sono coloro che affrontano il pilotaggio con un approccio “uso bazooka per uccidere una mosca”. Alcuni optano per valvole come EL34/KT66/KT88, collegate a triodo, 211 o addirittura altre 845. Questo, nonostante la corrente che scorre in questi driver sembri più adatta a produrre calore che a svolgere un compito utile, considerando che la griglia della 845 richiede un movimento di tensione. In molti casi, tali driver faticano persino a erogare l’intero swing di tensione necessario, spesso a causa di un calcolo errato del carico o della tensione necessaria per alimentarli. In questo intricato equilibrio, si evidenzia l’importanza di un approccio ben ponderato e di una comprensione approfondita delle necessità specifiche della 845.

La peculiarità di questo progetto risiede nella sua esclusività per la valvola 845. Non per una scelta ostinata, ma per diffondere informazioni accurate. La 845 e la 211 sono due valvole profondamente diverse. Se si intendono pilotare entrambe in modalità A1, è necessario considerare carichi differenti, tensioni diverse, impedenze di carico diverse (la 211 è circa il doppio della 845) e polarizzazioni di griglia differenti.

Affrontare completamente la pilotaggio della 211, che prevede una combinazione di A1/A2, richiede un driver DC in grado di pilotare la griglia anche in positivo, erogando la corrente necessaria senza distorsioni che richiedoso si l’uso di altre piccole finali come in questo mio vecchio progetto dove usavo una EL34 connessa a triodo. Pertanto, uno stadio di uscita che esce di anodo accoppiato con un condensatore non è una soluzione praticabile, poiché in un condensatore non può fluire corrente continua, indipendentemente dalla dimensione della valvola driver. Qualcuno costruisce e vende circuiti di questo genere, ma essi semplicemente non funzionano. Quando la griglia della 211 dovrebbe assumere una polarità positiva, essi clippano, e la 211 funziona solo nella porzione in griglia negativa.

Nota: l’immagine è puramente simbolica. Il set completo di trasformatori per realizzare i 2 monofonici con la 845 che comprende:

2x trasformatori di alimentazione dedicati a questo progetto.
2x trasformatori d’uscita SE SE6K-845
2x induttanza 15S55
2x induttanza 15S58
2x induttanza 17S71

Se siete interessati all’acquisto contattatemi.

Realizzazioni dei clienti

Scorrendo queste immagini, potrete ammirare alcuni montaggi dei clienti SB-LAB e la creatività personale che ogni cliente ha apportato al progetto. Ogni dettaglio, ogni connessione, è una testimonianza della passione che guida questi audaci creatori nel plasmare un’esperienza sonora senza eguali.

Alcune foto dell’oscilloscopio inviate dal cliente mostrano che i trasformatori si comportano in modo eccellente, come evidenziato dalle onde quadre catturate. Nelle foto successive, è possibile osservare le onde quadre a frequenze di 100Hz, 1k, 10k e 20k.

Dalle misurazioni eseguite dal cliente emerge che il damping factor (DF) senza feedback è di 3,2, mentre con il feedback attivo si attesta a circa 9.


Quest’ultima foto invece appartiene ad un’altra persona che non ha ancora terminato il suo montaggio.

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1 Responses to Esplorando l’Armonia Sonora: L’Eccellenza della Valvola 845 in Configurazione Single Ended

  • Ciao Stefano sono Guido dalla Sardegna credo uno dei pochi che possa lasciare un commento su questo tuo progetto sulla 845 in quanto uno dei primi ad averlo realizzato . Innanzitutto vorrei ringraziarti sia per il progetto che come sempre una volta cablato in maniera corretta ovviamente funziona alla perfezione e sembra di accendere un amplificatore super collaudato anche alla prima accensione e sopratutto per la tua pazienza e competenza nel dispensare consigli per la realizzazione e la messa a punto del progetto. Ho già realizzato due tuoi progetti con la el34 s.e. e il triodino4 perfetti entrambi ma questo ampli e’ semplicemente qualcosa di straordinario . Ho collaudato i due canali in zero feedback e devo dire la verità che dopo aver solo controllato le tensioni non ho resistito a collegarlo alle mie klipsch .Il risultato già’ in zero feedback era a dir poco esaltante . Verificati all oscilloscopio presentano un fattore di smorzamento di ben 2.85 in zero feedback e sfiorano i 7 con feedback inserito banda passante in zero feedback da 10 hz a 25000 hz a -3 db . Purtroppo in questo periodo non ho tanto tempo da dedicargli ma al più’ presto terminerò qualche finitura estetica che manca e qualche valore strumentale più’ dettagliato per restituire a te a a chiunque voglia realizzare questo progetto un feedback più’ accurato . A presto

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Amplificatori Single Ended e Connessione Ultralineare

Da un po’ di tempo ho notato una cosa che mi ero ripromesso di affrontare prima o poi. Sempre più spesso, ricevo domande e richieste di consigli riguardo a circuiti e schemi che le persone trovano su Internet e vorrebbero realizzare. In più di un’occasione mi sono trovato a dire loro: “Dimentica questa idea, o vai con un’uscita a triodo o a pentodo, perché la connessione ultralineare in amplificatori single-ended semplicemente non funziona.”

Quando affermo che un amplificatore ‘non funziona’ con la connessione ultralineare in un circuito single-ended, non intendo dire che lo accenderete e sentirete un esplosione o che non produrrà suono, o che il suono sarà così distorto da risultare inascoltabile. Invece, sto sottolineando che si è scelto un circuito concettualmente inadatto che, sebbene produca suono, lo fa in modo subottimale e senza apportare vantaggi significativi o addirittura causando altri problemi. Pertanto, è di fondamentale importanza dedicare tempo a leggere attentamente le mie osservazioni, comprenderle appieno e evitare di lasciare commenti che dimostrano la non comprensione del mio pensiero.

Le persone rimangono perplesse di fronte a queste mie risposte, tanto che ho ancora in catalogo trasformatori per amplificatori single-ended con presa UL, ma ne sconsiglio l’utilizzo. Questo è dovuto anche al fatto che, a un certo punto, devo pur vendere, e se i clienti non li acquistano da me, li acquistano altrove. È incredibile come si tratti di un errore clamoroso che è stato condiviso ed emulato praticamente da tutto il mondo audiofilo, compresi grandi marchi, senza che nessuno se ne sia mai accorto. La comunità degli appassionati di autocostruzione e degli audiofili è convinta che la connessione ultralineare sia una soluzione valida sia per gli amplificatori push-pull che per quelli single-ended, e nessuno sembra preoccuparsi di verificare effettivamente il funzionamento di questa configurazione. Forse è il nome stesso, “Ultra Lineare” che suona così rassicurante… non è solo lineare, è ULTRA! (Questo è un rafforzativo letterario e psicologico, ma non di fatto.)

Cos’è la connessione Ultra Lineare

La connessione ultralineare è una particolare configurazione ottenibile solo con i pentodi, in cui la griglia schermo viene collegata ad una presa intermedia del trasformatore di uscita. Questo collegamento fa sì che la tensione della griglia schermo sia variabile e segua il valore della tensione di placca. Il risultato è un rendimento elevato e un comportamento che rappresenta una via di mezzo tra quello di un pentodo classico e quello di un triodo. Questa innovativa configurazione è stata concepita da Alan Blumlein e mirava a sfruttare il meglio delle caratteristiche di entrambe le tipologie di valvole, triodo e pentodo. È una configurazione che può essere adottata sia per un finale push-pull al fine di massimizzare le potenzialità delle valvole.

Vantaggi della connessione ultralineare

Attraverso una scelta oculata della percentuale di derivazione della griglia schermo, è possibile sfruttare i vantaggi sia delle valvole triodo che delle valvole pentodo. In una gamma molto ristretta di valori di percentuale di derivazione, si è riscontrato che la distorsione diminuisce a valori insolitamente bassi, talvolta inferiori sia all’operazione a triodo che a pentodo, mentre l’efficienza energetica subisce solo una lieve riduzione rispetto all’operazione in pentodo completo. La percentuale di derivazione ottimale per ottenere un funzionamento ultralineare dipende principalmente dal tipo di valvola utilizzato; un valore comunemente osservato è il 43% (rispetto al numero di spire primarie del trasformatore sul circuito dell’anodo), che si applica alla KT88, anche se molte altre tipologie di valvole hanno valori ottimali vicini a questo. Un valore del 20% è stato raccomandato per le 6V6GT. Circuiti Mullard utilizzavano anche il 20% di carico distribuito, mentre gli amplificatori LEAK utilizzavano il 50%. Le caratteristiche del circuito che rendono il carico distribuito adatto agli amplificatori di potenza audio, rispetto a un amplificatore basato su triodo, tetrodo a fascio o pentodo, sono le seguenti:

  1. L’impedenza di uscita viene abbassata a circa la metà di quella ottenuta con un triodo.
  2. La distorsione viene abbassata per avvicinarsi a quella ottenuta con una valvola triodo, ma può essere ancora inferiore nell’operazione ultralineare.
  3. La potenza in uscita è superiore rispetto a quella di un triodo, avvicinandosi a quella fornita da un pentodo.
  4. La potenza in uscita è più costante, poiché il carico distribuito è una combinazione di un amplificatore di transconduttanza e di un amplificatore di tensione.

Alan Blumlein nel passato ha inventato e utilizzato la connessione ultralineare esclusivamente in circuitazioni pushpull e come lui tutti i produttori storici, non vi sono esempi di amplificatori che utilizzino la connessione ultralineare in single ended se non in tempi recenti, scopriamo il perchè! Qui sotto lo schema di un’amplificatore Single Ended Ultralineare realizzato da un cliente SB-LAB apparso in questo articolo (clicca). Come si può vedere la griglia schermo è collegata ad una presa intermedia del trasformatore di uscita.

Voglio far notare il valore della resistenza posta sotto al catodo della KT88 nello schema, del valore di 360ohm… Ora cito quanto mi ha scritto il cliente che ha realizzato questo schema “se può aggiungere una sua nota nel non farsi influenzare dalla resistenza da 360 ohm, io l’ho sostituita con un valore misurato di circa 190 ohm, dopo vari tentativi perchè non tornava la giusta corrente di bias” … È un particolare molto importante ricordatevelo! Ma dico subito da ora che questo problema evidenzia il fatto che il signor Jean Hiraga non abbia mai testato lo schema che ha pubblicato su internet, perchè si sarebbe accordo che la polarizzazione della finale non torna. Questo schema circola su internet da decenni e nessuno si è mai posto il problema di capire come mai non tornasse la corrente di bias (molti sicuramente non se ne sono nemmeno mai accorti e hanno ascoltato solo distorsione felici e ignari affermando quasi sicuramente che andava anche bene).

Tutti coloro che hanno una minima conoscenza di progettazione e sono in grado di interpretare le curve caratteristiche di una valvola, che sia essa un triodo o un pentodo, e che possono disegnare una retta di carico basata sull’impedenza del carico, quindi del trasformatore di uscita, sanno che si seleziona un punto di lavoro tensione/corrente “qualsiasi”, o almeno ci si basa spesso su punti di lavoro caratteristici, nel rispetto dei limiti di dissipazione della valvola, e quindi si traccia la retta che dipende dall’impedenza di carico. Tuttavia, è importante sottolineare che quando si utilizza una valvola connessa in modalità ultralineare, non è possibile selezionare liberamente un punto di lavoro a piacere. Si è infatti vincolati dalla caratteristica della griglia schermo. Ogni modifica della tensione del punto di lavoro comporta una completa modifica del percorso delle curve caratteristiche della valvola. Per chiarire ulteriormente questo concetto, possiamo fare riferimento alle curve presentate nel datasheet della KT88 della Genalex (clicca per ingrandire):

Inizio sottolineando che nel datasheet della KT88, l’utilizzo della modalità ultralineare viene descritto esclusivamente in configurazioni push-pull. In sostanza, all’epoca, non suscitava nessun interesse l’idea di utilizzare l’ultralineare in un amplificatore single-ended. Tuttavia, potrebbe verificarsi il seguente ragionamento da parte di un progettista poco attento: ‘Bene, l’impedenza tipica per una KT88 in configurazione single-ended è di 2500 ohm. A occhio, posso impostare una tensione di 250 volt con 120 mA di bias e una tensione di griglia di circa -32 volt…’. Questo porta alla generazione di una retta caratteristica che può essere visualizzata di seguito:

Per evitare di dover effettuare montaggi fisici in laboratorio, utilizzeremo LTSpice per simulare questa la polarizzazione (2,5k primari e 8ohm secondari con UL al 50%) di una KT88 in questa configurazione e osservare i risultati ottenuti. Il modello della KT88 utilizzato è quello sviluppato da Norman Koren, noto per la sua accuratezza, e posso garantire che se fosse stato realizzato con una valvola reale, il risultato sarebbe stato altrettanto preciso. In teoria dovremmo ottenere una corrente di 120mA che scorre nel catodo…

Ecco cosa accade: La corrente di BIAS è di 24mA !!! A questo punto, chiunque abbia anche solo una minima conoscenza del campo (gli autocostruttori hobbisti sono perdonati, ma chi si definisce un progettista dovrebbe essere in grado di riconoscerlo!) dovrebbe chiedersi: ‘Ma perché le curve caratteristiche prevedono una corrente di 120mA e invece quando assemblo il circuito ne ottengo solo 24?!’ In altre parole, una piccola differenza dovuta alla tolleranza delle valvole è comprensibile, quindi devo regolare leggermente il bias. Ma trovare 24mA invece di 120 è una discrepanza così significativa che dovrebbe destare seri dubbi sulla correttezza della teoria utilizzata per stabilire la polarizzazione della valvola. In realtà, la maggior parte delle persone ignora questo segnale d’allarme e continua a regolare il bias fino a forzare la corrente della valvola senza porsi ulteriori domande. Proviamo a dargli segnale…

Il circuito sembra funzionare ora, anche se è evidente una forma d’onda fortemente distorta (in blu il segnale in ingresso e in verde quello in uscita). Quindi, ciò che ci si potrebbe chiedere è: perché, quando si realizza un amplificatore single-ended in modalità ultralineare, la corrente di bias e l’impedenza del trasformatore non coincidono con le aspettative? Diamo un’occhiata più approfondita alle curve presentate nel datasheet…

Notate quella linea tratteggiata con l’indicazione Va,g2(o) = 425V? Facciamo un breve ripasso sul funzionamento delle valvole, sia triodi che pentodi, e concentriamoci soprattutto sulla loro struttura interna. Iniziamo osservando il triodo, che dispone di una sola griglia e una piastra a forma di “toast,” molto sottile e vicina al catodo.

Successivamente, passiamo a osservare un tetrodo o pentodo, che dispone di 2 o 3 griglie (nel caso del tetrodo a fascio, la terza griglia è costituita da due sottili lamelle metalliche, ma in questo articolo non ci concentreremo su questa terza griglia). È invece cruciale notare che la piastra è situata a una distanza molto maggiore dal catodo rispetto a quanto accade nei triodi…

Nei triodi, il campo elettrico generato dalla placca agisce direttamente sugli elettroni, attrattivamente, mentre la griglia di controllo (G1) a tensione negativa li rallenta e ne regola il flusso. Nei tetrodi o pentodi, tuttavia, la placca è situata a una distanza troppo grande dal catodo per attrarre gli elettroni emessi da sola (o li attrarrebbe solo debolmente). In questi dispositivi, la griglia schermo (G2), polarizzata positivamente e posizionata subito dopo la griglia di controllo (G1), accelera il flusso di elettroni. Tuttavia, poiché G2 è costituita da sottili fili, la maggior parte degli elettroni non riesce a depositarsi su di essa. Invece, a causa della velocità acquisita, in quello che potremmo definire un effetto fionda, continuano la loro corsa oltre G2, fino a raggiungere il campo elettrico generato dalla placca, che li attira definitivamente verso di essa. È quindi evidente che la corrente che raggiunge la placca di un pentodo non dipende solo dalla tensione negativa applicata a G1, ma anche dalla tensione positiva applicata a G2.

Nella connessione ultralineare, a riposo, la tensione che arriva a G2 è pressoché la stessa che arriva alla placca, dato che la resistenza interna dell’avvolgimento del trasformatore è quasi irrilevante in questo contesto. Ciò significa che se si varia la tensione di placca, si varia anche la corrente che attraversa la valvola in modo significativo. Questo avviene perché la tensione su G2 varia inevitabilmente insieme alla tensione di placca. In modalità ultralineare, quindi, possiamo parlare di curve “dinamiche,” mentre nei triodi e nei pentodi connessi come pentodi, le curve sono “statiche”.

Le linee tratteggiate nel datasheet Genalex a cui ho fatto riferimento precedentemente indicano essenzialmente che il punto di lavoro può essere posizionato a una corrente qualsiasi, ma deve rimanere sopra quella linea, ossia a 425 volt! Se si modifica la tensione del punto di lavoro, le curve rappresentate nel datasheet non sono più valide e cambiano completamente. Esaminiamo questo fenomeno con l’ausilio di uTracer, che può essere configurato per acquisire anche curve in modalità ultralineare. Tuttavia, per motivi precedentemente menzionati (e a causa di una mancata implementazione software), uTracer acquisisce curve dinamiche solo al di sotto della tensione specificata (quella delle linee tratteggiate di Genalex). Per comprendere appieno il fenomeno delle curve dinamiche, ho quindi evidenziato con un pallino nero un punto intermedio corrispondente a 300 volt, con la griglia di controllo G1 a una tensione di -25 volt.

Con una tensione di “stop” a 400 volt abbiamo 80mA a 200volt con G1 a -25…

Se portiamo la tensione di “stop” a 300volt la corrente misurata sempre sui 200volt con -25 di G1 scende a un pò meno di 40mA

Se poi abbassiamo ulteriormente la tensione di “stop” a 250volt ci ritroviamo una corrente inferiore ai 20mA

Inoltre, si può notare che la capacità di erogazione di corrente della valvola diminuisce notevolmente, mentre la sua resistenza interna aumenta, come evidenziato dalla pendenza delle curve. Questo implica che la capacità di erogare corrente e quindi potenza è notevolmente compromessa. Ad esempio, a una tensione di ‘stop’ di 400 volt, la valvola potrebbe raggiungere un picco di 170mA a 50 volt, ma solo 60mA con una tensione di ‘stop’ di 250 volt.

Se ciò non bastasse, la modifica della pendenza delle curve richiede anche la modifica dell’impedenza del trasformatore per evitare forti distorsioni. La potenza erogata all’altoparlante è quasi la stessa (o insignificativamente superiore) a quella ottenuta con una connessione a triodo puro. Tuttavia, in modalità triodo puro, la valvola risulta estremamente più lineare. In definitiva, se non si intende utilizzare la valvola in modalità pentodo puro, potrebbe essere più vantaggioso utilizzarla in modalità triodo puro senza neppure considerare l’opzione dell’ultralineare.

È importante notare che tutte queste considerazioni riguardano l’uso in classe A (sia single-ended che push-pull), in cui la tensione del punto di lavoro non è elevata e le curve UL a diverse tensioni non sono conosciute. La connessione ultralineare è stata concepita per essere utilizzata in push-pull in classe AB, dove la tensione a riposo è elevata. In queste condizioni, la valvola funziona bene e offre vantaggi in termini di distorsione e talvolta anche di potenza. Ad esempio, le KT88 possono erogare solitamente fino a 50 watt in modo sicuro in un push-pull in classe AB a pentodo. Oltre questa potenza, la griglia schermo inizia a mostrare segni di stress a causa dei picchi di corrente quando la tensione di placca scende al di sotto della tensione dello schermo. Tuttavia, quando le KT88 sono connesse in modalità ultralineare, è possibile ottenere tranquillamente 70/75 watt senza problemi di arrossamenti della G2, grazie al controllo migliore della corrente.

Ora esaminiamo questa retta di carico con un punto di lavoro a 425 volt, una corrente di 75mA, una tensione di griglia di controllo di -50 volt e un’impedenza del trasformatore di 6k…

In questa simulazione, otteniamo una corrente di 66mA, che è molto vicina ai valori previsti (piccole imprecisioni possono essere attribuite al modello matematico utilizzato). In questo caso, la corrente di bias torna ai valori attesi poiché ho selezionato un punto di lavoro sulla linea tratteggiata del datasheet a 425 volt. Questo dimostra la validità delle mie affermazioni finora esposte. Vediamo come si comporta se pilotato con un segnale sinusoidale:

E ancora una volta, il segnale in uscita mostra una forte distorsione e non soddisfa le aspettative. Si può notare una semionda fortemente schiacciata, ma quale potrebbe essere la causa di questo problema? L’asimmetria delle curve UL è chiaramente visibile; è sufficiente aprire le immagini e osservarle attentamente. Sulla sinistra, i passaggi tra le curve sono visibilmente più larghi rispetto a quelli sulla destra del grafico, indicando che le due semionde riprodotte da un punto di lavoro ipotetico X saranno sempre una allungata e l’altra accorciata. Questo fenomeno è intrinseco alla connessione ultralineare e rappresenta una delle ragioni per cui il circuito è stato concepito per l’uso in push-pull, in cui questa distorsione viene mutualmente annullata dalla valvola gemella che lavora in fase opposta.

È possibile vedere il comportamento di un circuito reale in questo articolo, all’inizio del quale prendo in esame un’amplificatore che utilizzava una KT88 in single ended UL su carico di 6k, di cui posto qui sotto la forma d’onda catturata (in giallo il segnale del generatore e in blu quello che esce dal circuito).

Come è possibile osservare, il comportamento riproduce fedelmente quello delle simulazioni. Inoltre, desidero sottolineare alcuni altri aspetti evidenziati dai miei esperimenti:

  1. La KT88 in modalità SE ultralineare è in grado di erogare effettivamente circa 6 / 6,5 watt, ma con una forte distorsione che potrebbe essere considerata inaccettabile, e richiede uso di controreazione a meno che non siate appassionati della distorsione, ovvero ‘distorsofili’.
  2. La KT88 a pentodo arriva a erogare 12watt con uso di controreazione.
  3. La KT88 connessa a triodo arriva a erogare circa 5 / 5,5watt a triodo con basse distorsioni.

La mia conclusione personale è che, se si sta lavorando in modalità single-ended con un pentodo o lo si utilizza a pentodo per ottenere potenza, o lo si connette a triodo per ottenere linearità, la connessione ultralineare non offre alcun vantaggio significativo. La maggiore potenza rispetto alla connessione in triodo è insignificante, mentre la distorsione è troppo alta e richiede l’uso di controreazione. In questo caso, sarebbe più sensato utilizzare un pentodo puro, dove almeno si dispone di una maggiore potenza. Oppure se vuole linearità e si usa la valvola a triodo. Io vedo l’uso della connessione UL nei Single Ended (sopratutto se zero feedback) solo come un modo per ottenere distorsione. Ovviamente tutto questo ha valore per l’uso nei single ended, mentre nei pushpull l’uso della connessione UL porta grandi vantaggi.

E a questo proposito, vorrei segnalare un’alternativa migliore alla connessione ultralineare, che è la connessione Shadeode. Questa configurazione può essere utilizzata anche in modalità single-ended e offre la piena potenza di un pentodo unita alla linearità di un triodo. Presenta inoltre interessanti vantaggi, come un elevato fattore di smorzamento e basse rotazioni di fase, aspetti in cui la connessione single-ended ultralineare fallisce miseramente.

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6 Responses to Amplificatori Single Ended e Connessione Ultralineare

  • Quelli di norman koren sono buoni, comunque i risulti sulla distorsione della KT88 SE+UL li ottieni tali e quali anche con una KT88 vera sul tavolaccio di prova o sui vari amplificatori pastrocchio che ho avuto in mano, autocostruiti dai clienti o venduti in giro dai vari cinesi o non cinesi… Il guadagno del tubo diminuisce sulle tensioni alte e aumenta in basso (si vede anche a occhio guardando le curve) rendendo la valvola estremamente assimetrica, in pushpull funziona perchè sovrapponi le 2 valvole ribaltate una con l’altra che produrranno una piccola distorsione di terza ma è palese che diventa un distorsore inaccettabile in single ended.

  • Ci sono diversi file spice in giro della KT88, dove hai trovato il file spice affidabile a cui fai riferimento? Grazie

  • Tu stai parlando di un pushpull, l’ultralinare nei pushpull va bene e non è un problema, anzi per le KT88 va meglio che a pentodo. Il problema dell’ultrlineare è se lo vuoi fare in single ended, in quel caso la valvola lavora con le 2 semionde fortemente assimmetriche. Per capire se un trasformatore è in corto bisognerebbe iniettare segnale sul suo primario e vedere se sul secondario esce pulito o con delle distorsioni, con un tester non lo puoi capire. Di certo però un trasformatore con un pezzo di avvolgimento in corto emetterebbe pernacchioni e non solo un leggero rumorino…

  • Buon giorno,

    come prima cosa La ringrazio per la spiegazione, ne faro’ tesoro.
    Ho una domanda, ho riparato un amplificatore in Kit di nuova Elettronica (LX1113).
    Monta 2 KT88 in configurazione Push-Pull ultralineare (grazie a lei ora so’ cosa significa).
    Dopo aver riportato in vita detto amplificatore, piste bruciate e resistenze di griglia schermo esplose, sostituite due ECC82, una KT88 ed effettuate le tarature della corrente di bias mi sono accorto che un canale aveva un leggero ronzio (16 mVpp), indagando ho scoperto che l’avvolgimentio dell’ultralineare di una sola KT88 (quella che era in cortocircuito fra catodo e griglia schermo) risulta con caratteristiche alterate (gli altri avvolgimenti sono perfetti ).
    L’amplificatore sembra funzionare ma non vorrei che questa condizione porti ad un nuovo disastro. Quali rischi si corrono a lasciarlo cosi’?
    Cosa mi consiglia di fare? e’ indispensabile la sostituzione del trasformatore di cui sopra?
    E’ la mia prima riparazione su un valvolare.

    Cordialmente
    Antonio

  • Come ho scritto sull’articolo a mio parere l’uso di ultralineare in configurazione SE non porta nessun vantaggio ma solo maggiore distorsione, basta che guardi le curve di esempio della KT88 sull’articolo, come puoi vedere è assimetrica,, la distanza tra le varie linee inizialmente è più larga che verso la fine, in SE non è lineare. L’UL è nato per essere usato nei pushpull dove diventa vantaggioso usarlo, se con la 6V6 triodo ottieni 3 watt con l’UL ne hai forse 3,2?! ma distorce molto di più! non ha senso, fallo andare a triodo, oppure se vuoi più potenza a pentodo. Poi fai quello che vuoi, ma io non lo farei. Posso segnalarti questo progetto https://www.sb-lab.eu/sb-varuna-phono-single-ended-6v6gt/ , di cui potrei rendere disponibile lo schema come premium, posso fornirti il set di trasformatori per realizzarlo o per realizzare quello che hai trovato su internet, ho visto lo schema è molto semplice e va bene per cominciare, oltre alla 12AU7/ecc82 potresti usare anche altre valvole simili e anche la poco conosciuta e snobbata ECC84 che è antesignana della ECC88, ha un mu di poco superiore alla ecc82 (24 invece di 22) ma la pendenza della curve è molto inferiore (ha una resistenza interna che è quasi la metà di quella della ECC82!), potrei anche suggerirti qualche modifica come ad esempio un feedback disattivabile o variabile così puoi sentire la differenza ad orecchio e formare una tua preferenza invece di dar solo credito ai soliti guru.

  • Ciao ho letto con interesse tutta la trattazione e siccome mi stò accingendo anche io alla costruzione di un single end (modesto in potenza e senza tante pretese essendo il mio primo…) con finali 2x 6V6 pilotate da 1/2 triodo ecc82 per canale, vorrei chiedere un parere.
    Lo schema che ho trovato in rete e che mi è piaciuto è realizzato con TU a presa intermedia. Cito il modello per chiarezza: 6V6 Marblewood.
    Dovendo approvvigionarmi dei 2 TU, mi domando se un TU ultralineare non è sufficiente, anche in considerazione del fatto che ho visto altri schema dove la tensione di graglia schermo viene prelevata dalla tensione anodica tramite una resistenza.
    Ringrazio e attendo un parere

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