Telefunken ID53UI – Conversione FM

Questa è un’autoradio del 1953 solo onde medie, ho riparato il survoltore e revisionato il circuito della radio per poi installare il modulo FM. Ho eliminato dalla radio la valvola sul preselettore e e la media frequenza per far spazio al modulo FM e diminuire il carico sulla batteria dell’auto.

Siccome il driver della finale (una EF41) era polarizzato con 12 volt in placca e la sua polarizzazione legata al circuito del CAV la qualità dell’audio riprodotto col modulo FM era abbastanza scadente, ho quindi modificato lo stadio driver per farlo lavorare molto meglio. Ho connesso la EF41 a triodo, ricalcolando la resistenza anodica e quella catodica ed eliminando un filtro RF che era presente nel circuito originale.

Eccola in funzione

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SB Luna – Integrato Single Ended 2A3

Prototipo: questo amplificatore non è in vendita.

Amplificatore integrato con valvole finali 2A3

Per questo finale ho adottato la poco utilizzata circuitazione “STC” ossia la “Super Triode Connection” di Shinichi Kamijo. Questo circuito è accoppiato totalmente in DC senza condensatori lungo il percorso del segnale, si può osservare qua sotto uno schema di esempio che circola ormai da un ventennio su internet, un’STC con una semplice ECL82.

Il circuito nella sua forma più pulita è sempre formato da un pentodo in ingresso, un triodo di feedback e una finale di potenza che può essere sia un triodo che un tetrodo/pentodo. Implementare questo circuito è sempre molto complesso in quanto è molto difficile trovare l’equilibrio perfetto tra le 3 valvole facendo in modo che tutte e 3 lavorino nei limiti di dissipazione e in zona lineare. C’è poi da aggiungere che Shinichi Kamijo da buon “distorsone” quale alla fine lui è ha prodotto parecchi schemi fantasiosi e arzigogolati tutt’altro che volti alla riproduzione fedele del suono o con elementi privi di senso come ad esempio i 2 diodi che anche in questo schema si possono vedere posti in serie alla G2 e al primario del trasformatore d’uscita… quasi come se una griglia schermo, che si può immaginare essa stessa un diodo, possa condurre alla rovescia e sia quindi necessario porvi un diodo in serie per evitare una conduzione inversa quando questa evenienza è fisicamente impossibile. Più facile invece è che questi diodi introducano rumori di commutazione sul segnale nei punti che si approssimano all’interdizione. Tralasciando quindi le fesserie internettare l’idea del circuito in sè non è affatto malvagia e se ben implementata ed epurata da quei particolari privi di senso, può dare risultati molto interessanti, uno dei pregi di questo circuito è di avere fattori di smorzamento decisamente alti senza che vi sia feedback ad anello chiuso (ossia prelevando segnale dal morsetto degli altoparlanti).

Nel circuito STC viene fatto un feedback locale dalla placca della finale alla sua stessa griglia passando attraverso al triodo alto dell’SRPP, mentre l’elemento di ingresso deve essere possibilmente un pentodo perchè la sua Ri molto elevata permette di attenuare al minimo proprio il segnale di NFB avendone quindi il massimo tasso possibile.

I lettori di questo sito già sapranno la mia idea in merito al fattore di smorzamento di un’apparecchio, che reputo estremamente importante, e quello che negli anni passati ha contribuito ad affermare la fama dell’STC come circuito a valvole delle meraviglie è proprio questa sua caratteristiche intrinseca. In un mondo (quello degli audiofili) dove la gente rifiuta l’uso dell’NFB “perchè fa suonare male” e che nemmeno sa cosa sia il fattore di smorzamento è comico come, un circuito che alla fine è decisamente retroazionato e ha un fattore di smorzamento parecchio sopra la media, diventi famoso proprio per suonare meglio di tante altre cose… perchè i meno capaci non vedono il filo che parte dal morsetto dell’altoparlante e quindi pensano che sia privo di NFB mentre quelli un pelo più attenti si bevono tutte le teorie sull’elemento non lineare che ci ricamano sopra i guru quindi si avventurano alla sua costruzione e restano meravigliati di come suoni bene una cosa che se gli avessero presentato in’altra maniera non avrebbero mai accettato. Il famoso asino a cui hanno staccato le orecchie per portarlo alla mangiatoria e poi staccato la coda per portarlo via.

Tornando all’SB Luna è quindi un circuito STC ottimizzato che utilizza un pentodo 6SJ7 in ingresso, il triodo di una 6SN7 (uno per canale) come elemento di NFB e una finale 2A3. Il circuito nella mia versione è a bias fisso, non c’è una resistenza di caduta sotto il catodo della 2A3 verso massa (anche perchè avrebbe scaldato come un ferro da stiro) ma bensì il catodo della finale è sollevato da massa ad una tensione di +200volt stabilizzata fornita dalla valvola PCL84 del tutto sufficiente a fornire i pochi mA necessari a sollevare le finali e ad alimentare le griglie schermo della 6SJ7. La regolazione del bias della finale si effettua attraverso la taratura di 2 trimmer che agiscono spostando leggermente la tensione di G2 delle 6SJ7, è stato macchinoso trovare il punto di lavoro ottimale, ma la regolazione della tensione di schermo alla fine è +-10/20volt e non compromette il buon funzionamento di questo stadio, l’unica cura è che i 2 pentodi e le 2 finali siano selezionati tra di loro, io ho fatto il match usando il mio uTracer.

L’SB Luna è l’evoluzione di un mio vecchio apparecchio ora “obsoleto” che si chiamava SB-IT 2A3 anch’esso un STC, la differenza tra il vecchio modello è il nuovo Luna sono diverse, sebbene il disegno dello stadio finale sia il medesimo nel Luna è scomparso il grosso dissipatore che serviva a raffreddare i transistor che alimentavano i filamenti della 2A3 con tensione stabilizzata, ora i filamenti sono alimentati da una cella passiva CLC con ben 33.000uF di livellamento e induttanze specifiche per valvole 2A3/300B. È rimasta una sola PCL84: nel precedente modello la regolazione del bias si effettuava inserendo i puntali di un tester in 2 boccoline nel posteriore dell’amplificatore e poi agendo su 2 trimmer che variavano la tensione erogata dalla PCL84 (una per canale), quindi il sollevamento delle finale da massa, mentre gli schermi della 6SJ7 erano fissi nel Luna invece avendo avuto l’idea di spostare la tensione di schermo delle 6SJ7 non servivano più 2 stabilizzatori separati, visto che la corrente totale era facilmente gestibile da una sola PCL84. Avendo poi a disposizione tutto lo spazio del radiatore che era sparito ho inserito 2 milliamperometri e 2 trimmer direttamente nella parte sopra del telaio per facilitare le operazioni di controllo e taratura del BIAS. Il trasformatore di uscita del Luna è stato avvolto con tutta l’esperienza accumulata in diversi anni dalla realizzazione del vecchio IT 2A3, quindi il Luna riesce ad erogare 1 Watt in più con una banda passante maggiore, quindi se già il vecchio IT 2A3 era deliziosamente bello da ascoltare il Luna è ora superlativo, con una gamma alta e una micro grana ancora più rifinite.

Una foto del vecchio SB IT 2A3

All’interno dell’SB Luna risiede anche un circuito programmato che controlla il ritardo del bias in accensione e si occupa di gestire volume e selezione ingressi tramite telecomando a infrarossi, il potenziometro è di tipo motorizzato mentre il pomello di destra è un’encoder rotativo che permette di selezionare gli ingressi senza l’uso del telecomando. Ho prodotto una mia scheda controllo e scritto personalmente il software per poter avere funzionalità non presenti in quelle commerciali preconfezionate come appunto il ritardo dell’anodica con relativa indicazione di attesa del led che illumina il pulsante di accensione, indicazione della ricezione di segnale da parte del telecomando, aver disattivati i pulsanti del telecomando che attivano canali extra (Luna ha 3 ingressi ma tutte le schede commerciali ne hanno 5). Il cambio di canale tramite l’encoder meccanico è più comoda perchè richiede un’ampia e decisa rotazione del pomello prima che il micro decida si commutare e infine il segnale audio degli ingressi non è gestito da relè dozzinali ma bensì da relè sigillati in astmosfera inerte e contatti in argento che costano almeno 20 volte quelli adottati da tutte le schedine made in cina che si comprano già fatte su internet, niente a che spartire con quei costruttori che ancora commutano i segnali audio attraverso volgari commutatori alpa elettronica da 2€ con i contatti di ottone che dopo qualche anno si ossidano e che fanno diafonia capacitiva tra i vari canali sopratutto se si hanno impedenze elevate nello stadio di ingresso del circuito, già all’epoca dell’ IT-2A3 adottavo il commutatore rotativo al solo scopo di pilotare da remoto gli stessi ottimi relè usati anche sul Luna.

Misure Strumentali
Potenza massima: 4Watt RMS per canale
Fattore di smorzamento DF: 20
Rout: 0,2ohm
Banda passante alla massima potenza: 15Hz / 60khz -3db

Ecco il grafico di banda passante

Spettro distorsivo con la seconda armonica a -30dB rispetto la fondamentale.

Quadra a 100Hz

Quadra a 1khz

Quadras a 10khz

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5 risposte a SB Luna – Integrato Single Ended 2A3

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Philips Bi592A – Restauro Completo

Questa radio ha patito tantissima umidità come testimonia lo schienale di cartone completamente deformato.

Il restauro è consistito nella totale pulizia del telaio, sostituzione di tutti i condensatori, del potenziometro del volume, della ECH4 e nel riallineamento delle medie frequenze. Particolarmente difficoltoso è stato sbloccare i meccanismi fermi da tempo, sopratutto quello del cambio gamma con lo scorrimento della scala che aveva gli ingranaggi con alcuni dentini saltati. È stato abbastanza laborioso anche pulire e rendere nuovamente efficienti i contatti degli zoccoli delle valvole e quelli del commutatore del cambio gamma. Il mobile è stato sverniciato e rilucidato ex novo, tutte le bacheliti sono state lavate e un nuovo cordone di alimentazione è stato installato.

Eccola in funzione, il video è scuro perchè per farlo ho dovuto spegnere tutte le luci della stanza, essendo il circuito molto sensibile neon e lampade led causavano la ricezione di un gran rumore di fondo.

Anche quest’altra 592A ha subito parecchi anni di umidità, mi è stata consegnata con il mobile completamente opaco e screpolato, la parte elettrica presentava ruggine, 3 valvole avevano lo zoccolo scollato, avevano messo il cavo di alimentazione rubato da un ferro da stiro attaccato con un mammoth e tentato malamente di riparare la radio semplicemente scollegando l’elettrolitico originale e mettendo 2 elettrolitici nuovi (pure sotto dimensionati come tensione). Ovviamente non andava, perchè i problemi presenti erano parecchi di più dei due elettrolitici sull’alimentazione…

C’è voluto parecchio lavoro per rimetterla in sesto, ho iniziato pulendo tutto, poi ho disossidato tutti gli zoccoli e i commutatori, ho smontato e svuotando l’elettrolitico originale dentro cui ho alloggiato 2 condensatori nuovi, ho cambiato tutti i condensatori a carta: i philips neri (quelli col corpo interamente di catrame) sono sempre tutti KO. Poi ho riparato le valvole con gli zoccoli rotti: erano state ritorte e rifermate malamente con del silicone, alcuni pin erano in corto internamente quindi ho dissaldato gli zoccoli ripulito l’interno, isolato i filini di rame con tubetto sterling poi risaldato nuovamente gli zoccoli che ho fermato con una colla più adatta del silicone, ho dovuto anche rifissare il cappuccio della finale EBL1. Incredibilmente si son salvate tutte!

Ha funzionato alla prima accensione, anche se c’erano ancora problemi: il volume non si abbassava e ho dovuto smontare il potenziometro del volume e aprirlo fisicamente (è uno di quei potenziometri a 4 contatti con il controllo del loudness, e non sono rimpiazzabili facilmente), le medie andavano ritarate ma erano bloccate con del cerone, poi fischiava come una matta sulla gamma delle onde medie, insomma di problemi da risolvere ne ha dati. Alla fine di tutto l’ho dotata di un cordone di alimentazione adatto con la sua bella spina d’epoca in bachelite mentre il mobile è stato completamente carteggiato e rilucidato a gomma lacca.

Anche questa è perfettamente funzionante.

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