Riparazione degli Amplificatori Audio Innovations 700 e 800

Nel vasto universo dell’audio hi-fi, pochi marchi evocano la stessa aura di prestigio e innovazione di Audio Innovations. Fondato a Brighton, Inghilterra, nel 1984, da due appassionati di musica e tecnologia, David Chessel e Peter Qvortrup, l’azienda ha guadagnato una reputazione ineguagliabile nella creazione di amplificatori valvolari che incarnano il perfetto equilibrio tra musicalità e precisione.

I Modelli 700 e 800

Tra i gioielli della corona di Audio Innovations, spiccano i modelli 700 e 800, due capolavori valvolari che affascinano gli appassionati di audio di tutto il mondo. L’Audio Innovations 700 si presenta come un amplificatore integrato, completo di controlli volume e multi-ingresso, pensato per offrire flessibilità e facilità d’uso. Dall’altro lato, l’Audio Innovations 800, un finale senza controlli volume, è dotato di un solo ingresso. Tuttavia, la loro circuiteria interna è notevolmente simile, se non del tutto identica.

Entrambi i modelli condividono una potenza nominale di 25 watt RMS per canale, fornendo un’esperienza d’ascolto potente e dettagliata. La magia avviene grazie alle finali EL34 in push-pull, lavoranti in classe A o in una leggera classe AB quando il volume raggiunge livelli più elevati.

In questa pagina, condividerò dettagliate esperienze di riparazione e restauro di due esemplari di questi amplificatori iconici: l’Audio Innovations 700S e l’Audio Innovations 800 MKII. Se possiedi uno di questi amplificatori che richiede attenzione o revisione a causa dell’età, ti invito a contattarmi. Sono disponibile per lavori di riparazione che mirano a restituire a questi gioielli della tecnologia valvolare la loro piena vitalità e performance audio.

Riparazione dell’Audio Innovations 800

L’Audio Innovations 800 è stato un affascinante viaggio nella riparazione di un amplificatore iconico. Una sfida che ha portato alla luce non solo la maestria della progettazione originale, ma anche le sfide nascoste e le sorprese lasciate da un passato oscuro.

Il nostro protagonista è giunto nelle mie mani con un problema noto: il trasformatore di alimentazione bruciato in cortocircuito secco che causava il repentino saltare del fusibile. Smontato l’amplificatore e misurate le sue viscere, ho progettato un nuovo trasformatore di alimentazione di ricambio, codice 23S72, che mantiene esattamente le stesse caratteristiche elettriche dell’originale. Il montaggio del trasformatore 23S72 non richiede modifiche aggiuntive ai fori esistenti, garantendo così il rispetto dell’integrità strutturale originale dell’amplificatore. Va notato che il trasformatore originale, con misure in pollici, su colonna 38, è un elemento introvabile in Europa. Il nuovo trasformatore, realizzato su colonna 40, è solo leggermente più grande dell’originale (un paio di millimetri), ma si adatta agevolmente al posto del vecchio senza necessità di allargare i fori esistenti. Un adattamento intelligente che conserva l’estetica e la struttura originale dell’Audio Innovations 800. Il trasformatore è adatto anche al modello 700.

L’amplificatore è stato venduto al mio cliente come “perfettamente funzionante, mai riparato,” ha rivelato una verità meno luccicante. L’insidioso venditore, con intenti meno che onesti, ha nascosto un passato di interventi poco ortodossi. All’interno, gli elettrolitici di catodo delle EL34 erano stati sostituiti con i raffinati Mundorf. Tuttavia, la presenza di questi condensatori di alta qualità già indicava un intervento precedente sull’amplificatore. Un segno di bruciatura sotto una delle quattro resistenze di catodo ha svelato una verità spiacevole: il precedente riparatore aveva sostituito le resistenze da 470 ohm con altre da 47 ohm, causando un bias sparato e facendo delle EL34 delle mini-centrali nucleari.

Nella mia opera di riparazione, ho rimesso le cose a posto. Le resistenze sono state sostituite con le corrispondenti da 470 ohm, e un condensatore visibilmente compromesso ha ceduto il posto a uno nuovo.

Dopo un’attenta revisione e il test delle valvole, l’amplificatore è stato rimontato. Il risultato? Una potenza misurata di 22 watt con valvole non nuove, un fattore di smorzamento di 6.2, e un suono restaurato alla sua antica grandezza.

Guardando indietro, questo Audio Innovations 800 ha attraversato il fuoco della sua storia passata, con un bravo riparatore incapace e un venditore ingannevole come avversari. Ma ora, ripulito, rinnovato, e pronto a cantare ancora. Seguiteci attraverso i grafici e le immagini, testimoniando il ritorno di questo capolavoro dell’audio valvolare alla sua gloria originale.

Riparazione di un Audio Innovations 800 con trasformatore d’uscita guasto

Recentemente mi è stato affidato un amplificatore Audio Innovations 800 che presentava un problema su uno dei canali. L’amplificatore si accendeva regolarmente, ma dal canale difettoso proveniva un fastidioso rumore di “spernacchiamento”. Dopo una prima analisi, è emerso che il trasformatore d’uscita era guasto. L’unica soluzione possibile, considerando che questi trasformatori non sono più in produzione, era creare un clone fedele partendo dallo schema originale.

Sbobinamento e analisi interna

Ho smontato con attenzione il trasformatore guasto per esaminarne la costruzione interna. L’obiettivo era ottenere uno schema dettagliato dell’avvolgimento per poter realizzare una copia fedele. Durante lo sbobinamento, ho notato subito una condizione piuttosto insolita e preoccupante: l’interno dell’avvolgimento era estremamente appiccicoso. Tutti gli avvolgimenti erano stati fissati con nastro da carrozzaio, la cui colla, con il passare degli anni, si era completamente sciolta e aveva reso tutto il trasformatore un ammasso colloso.

Il problema più grave, però, era che la smaltatura del rame risultava completamente compromessa. Quando ho rimosso un pezzo di nastro, assieme ad esso è venuta via anche la smaltatura del filo, lasciando il rame scoperto e scolorito. La causa del guasto era quindi una sorta di decomposizione interna: la combinazione di umidità, invecchiamento dei materiali e deterioramento della colla aveva portato a un cortocircuito progressivo tra gli avvolgimenti.

Non vi erano segni di guasto elettrico diretto (come sovratensioni o scariche), ma semplicemente una lenta e inevitabile autodistruzione dovuta all’età e ai materiali utilizzati nella costruzione originale.

Ricostruzione e messa a punto

Dallo schema ricavato tramite il paziente lavoro di sbobinamento, ho realizzato una nuova coppia di trasformatori d’uscita, costruiti seguendo fedelmente le specifiche dell’originale. Ho poi installato entrambi i trasformatori rigenerati nell’amplificatore, per garantire la simmetria tra i due canali e mantenere le caratteristiche sonore originali.

Dopo l’installazione, ho eseguito una serie completa di misure strumentali, confrontando le risposte in frequenza, la distorsione armonica e il comportamento ai transienti tra i nuovi trasformatori e i dati già in mio possesso ottenuti da amplificatori riparati in precedenza con i loro trasformatori originali. Il risultato è stato sorprendente: i grafici ottenuti con i trasformatori rigenerati sono pressoché identici a quelli dell’originale.

Originale Clone
Quadre a 100Hz – 1khz – 10khz
Grafico di banda passante

La ricostruzione è quindi riuscita perfettamente, ripristinando la piena funzionalità dell’Audio Innovations 800. Il cliente è rimasto soddisfatto sia dal punto di vista tecnico che sonoro, e l’amplificatore è tornato a funzionare come appena uscito dalla fabbrica.

Analisi di spettro a 1watt

Ecco una foto dei due nuovi trasformatori d’uscita installati sull’amplificatore. Ho realizzato i trasformatori seguendo fedelmente le specifiche dell’originale, assicurandomi che le dimensioni, l’avvolgimento e la finitura fossero il più possibile identici ai componenti originali. Il montaggio è stato eseguito con cura per mantenere la disposizione originale e garantire un risultato esteticamente e funzionalmente impeccabile.

Disposizione delle Valvole di Segnale

Di seguito è mostrata un’immagine che evidenzia la disposizione delle valvole di segnale sull’Audio Innovations 800, utile come riferimento per chi dovesse procedere con una rivalvolatura. Le quattro EL34 finali non sono state indicate nella foto, in quanto facilmente riconoscibili.

Un aspetto interessante riguarda le ECC83 in posizione 2 e 4. Andando a misurare queste due valvole con l’analizzatore uTracer 3+, si riscontra sistematicamente uno sbilanciamento tra le due sezioni interne del triodo, come evidenziato dal grafico che riporto di seguito.

Tuttavia, questo sbilanciamento è perfettamente normale e inevitabile, poiché nel circuito le due sezioni sono polarizzate con correnti diverse. Di conseguenza, anche se si installassero ECC83 perfettamente bilanciate, queste finirebbero comunque per sbilanciarsi dopo pochi mesi di utilizzo a causa delle diverse condizioni di lavoro.

Pertanto, è consigliabile non accanirsi nel cercare il perfetto match tra le sezioni interne di queste due valvole. Finché risultano efficienti e il circuito funziona correttamente, non è necessario sostituirle. La sostituzione compulsiva di ECC83 in queste posizioni è quindi inutile, poiché qualsiasi nuova valvola finirà comunque per sbilanciarsi in poco tempo.


Audio Innovations 700S

Mi è stato affidato un Audio Innovations 700S in uno stato non funzionante. Al momento dell’apertura, il primo dettaglio che ha catturato la mia attenzione è stato il piccolo PCB nella sezione di alimentazione, completamente danneggiato da un incendio che aveva generato una intensa fiammata all’interno della scocca… L’apparecchio ha emesso un fischio attraverso le casse, accompagnato da colpi secchi, mentre una densa nuvola di fumo si è diffusa rapidamente in tutta la stanza.

La massiccia resistenza che si trovava sopra il PCB era totalmente scomparsa, praticamente vaporizzata!

L’intensa ondata di calore generata durante l’incendio ha avuto l’effetto di sverniciare la superficie della lamiera…

Continuando l’esame approfondito dei danni, ho individuato un trasformatore d’uscita con il primario che scaricava verso il secondario (quindi verso massa), mentre l’altro trasformatore d’uscita presentava un corto circuito nel primario. Fondamentalmente, si è verificata un’auto-oscillazione distruttiva. È interessante notare che, in un’analisi passata sugli Audio Innovations 500, ho segnalato problemi di stabilità e inneschi spuri, attribuiti principalmente all’uso di tassi eccessivi di feedback negativo in questi dispositivi.

Vorrei evidenziare che questa sezione dell’articolo sull’IA700 è vecchia di sei anni rispetto la precedente sull’IA800. Nell’IA800, ho misurato uno smorzamento di 6.2 che denota un tasso di controreazione moderato, mentre queste informazioni datate suggeriscono una maggior quantità di controreazione nella versione 700 rispetto all’800. Rimarrò in attesa di riparare un altro IA700 per raccogliere dati strumentali più precisi di quelli raccolti sei anni fa.

L’AI500, se non altro, presentava un circuito “simmetrico”. Diversamente, l’AI700 utilizza un telaio molto simile a quello del 500 con 5 valvole pilota. Tuttavia, non include l’ingresso phono, e il progettista sembrava perplesso su come impiegare il buco aggiuntivo a disposizione. Invece di adottare una soluzione più elegante come un robusto longtail con un triodo per canale in ingresso, un long tail sfasatore con il secondo doppio triodo di ogni canale e un buffer con il terzo doppio triodo di ogni canale – una scelta pulita, simmetrica e tecnicamente pulita – ha optato per un SRPP sull’ingresso.

Il segnale che esce da questo stadio viene quindi preso attenuato per pilotare un altro triodo che uscirà in opposizione di fase. Questo dovrebbe costituire uno sfasatore paraphase, notoriamente svantaggioso dal punto di vista sonico se inserito in un circuito con controreazione. La mancanza di simmetria nel disegno dello schema è evidente, soprattutto nel fatto che le due finali del push-pull non sono pilotate da due circuiti identici che operano pilotate da due circuiti diversi, con una finale che ha un triodo in più dell’altra.

Al di là di queste scelte discutibili, lo schema proposto, che allego, presenta alcune peculiarità che potrebbero aver influito sulla minore stabilità del circuito, aprendo la porta a oscillazioni indesiderate. Da notare che anche il modello AI800 adotta uno strano disegno circuitale simile, ereditando le peculiarità discutibili che possono influire sulla stabilità del circuito e contribuire ad oscillazioni indesiderate.

IA700 IA800

Unendo questo circuito a un eccessivo tasso di feedback negativo e a un insieme di EL34 non più nuove, che manifestavano sbilanciamenti nelle caratteristiche, il circuito ha iniziato ad oscillare. Tale oscillazione ha portato in risonanza i trasformatori, generando tensioni così elevate da perforare gli isolanti e causare un corto circuito verso massa. La sezione di alimentazione si è bruciata a causa di questo corto circuito. Entrambi i trasformatori d’uscita sono stati disassemblati, privati del loro avvolgimento e, successivamente, sono stati ricostruiti da zero con delle copie perfette, preservando unicamente le calotte originali.

Ho replicato il PCB della sezione di alimentazione. È importante notare che questa scheda è compatibile non solo con l’Audio Innovations 700, ma anche con il modello 800. Posso fornirla come pezzo di ricambio su richiesta.

Dopo aver rimontato l’amplificatore e installato inizialmente un quartetto nuovo di EL34, ho successivamente sostituito la coppia di ECC82. Questa sostituzione è stata necessaria poiché il filamento di una delle due si è interrotto alcune ore dopo aver riacceso l’amplificatore.

Durante le prime accensioni sotto variac dell’amplificatore, ho notato una notevole instabilità nel circuito, che generava spurie casuali anche con carico fittizio. Questo comportamento sembrava variare in base alle valvole installate e addirittura in relazione alla vicinanza delle mani alle stesse. Trovare valvole che non causassero problemi non era una soluzione sostenibile nel tempo, considerando che nel deteriorarsi avrebbero potuto generare nuovi disturbi, potenzialmente danneggiando nuovamente l’amplificatore.

Dopo alcune prove, ho identificato il punto critico del circuito, situato sulle griglie schermo, come tipico in ogni circuito ultralineare. Per risolvere prontamente tutti gli inneschi spuri, ho proceduto saldando 4 condensatori ceramici da 470pF 400VCA tra la G2 e l’anodo delle finali. Ritengo che questa modifica debba essere applicata a tutti gli amplificatori AI che ho incontrato fino a questo momento, compreso l’AI500, anche se le spurie erano meno evidenti in quest’ultimo. Inoltre, potrei considerare, in futuro, una riduzione del tasso di controreazione globale come ulteriore miglioramento sonoro, se dovesse essere necessario intervenire nuovamente.

Eccolo finito:

Esaminiamo ora le caratteristiche strumentali:

  • Potenza massima: Circa 25 watt RMS (valutata in base alle valvole attualmente installate)
  • Risposta in frequenza a 1 watt: 37Hz – 50kHz, -3dB
  • Risposta in frequenza a 15 watt: 30Hz – 50kHz, -3dB (Va notato che, oltre i 8/10kHz, la forma d’onda presenta una notevole distorsione, probabilmente attribuibile a un eccessivo tasso di controreazione negativa.)
  • Smorzamento: Non disponibile. Non ho avuto il coraggio di scollegare il carico o di utilizzarne uno con un’impedenza superiore per evitare il rischio di destabilizzare il circuito e causare conseguenze indesiderate.

È importante sottolineare che queste sono misurazioni effettuate con gli strumenti di cui disponevo all’apertura della mia attività, quindi potrebbero non essere estremamente precise. I grafici che c’erano sono stati eliminati dal sito al momento dell’aggiornamento di questo articolo. Aspetterò di riparare un altro AI700 per ottenere misurazioni più accurate e aggiornate.

In questo video, è evidente la distorsione della sinusoide che si verifica nel range tra 8 e 20 kHz. Tale distorsione è attribuibile a un eccessivo tasso di controreazione negativa (NFB), accentuato dalla presenza di trasformatori di qualità inferiore forniti da AI (va precisato che si tratta di repliche fedeli da me prodotte, ma che replicano esattamente gli originali). La traccia più piccola, corrispondente al canale “muto”, mostra un certo grado di diafonia. Ho scelto di mantenere questo video poiché evidenzia chiaramente l’abbondante utilizzo di controreazione nella versione 700, fornendo un’ulteriore prospettiva sulla qualità del suono.

In alcuni commenti online, si afferma che questo amplificatore offre un suono dolce e mai affaticante. Tuttavia, nella mia esperienza, sia questo modello che i suoi fratelli, AI500 e AI800, almeno in abbinamento alle mie Tannoy (casse rivelatrici e esigenti), si rivelano piuttosto robusti e potenzialmente affaticanti durante l’ascolto. Personalmente, ho avvertito una certa durezza nell’espressione sonora, che, sebbene possa variare tra gli utenti e le configurazioni audio, è stata per me più pronunciata rispetto all’AI500, anche se in misura minore. Va sottolineato che questa è una percezione soggettiva e la resa sonora può variare notevolmente in base alle preferenze personali e al tipo di diffusori utilizzati.

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Yet Another 300B: Il Classico Amplificatore a Valvole

Il progetto che vado a presentare oggi è l’ennesimo amplificatore basato sulla celebre valvola 300B. Questo progetto ha radici che risalgono a molti anni fa (2011), quando ero ancora solo un hobbista. All’epoca, avevo acquistato un amplificatore cinese usato, modello “Music Angel XD-850MKIII”. Spinto dalla curiosità e attratto dal basso costo e dall’estetica accattivante, decisi di acquistarlo. Tuttavia, l’entusiasmo iniziale si spense presto.

Music Angel XD-850MKIII: Un’Esperienza deludente

L’amplificatore cinese Music Angel XD-850MKIII, che inizialmente sembrava promettente, si rivelò una delusione. Come scrivevo nel mio vecchio articolo del 2011: A volte, la curiosità ti spinge ad acquistare uno di questi amplificatori cinesi. Sono economici e hanno un aspetto accattivante, ma come si comportano davvero? Per chi è alle prime armi, il giudizio all’ascolto può sembrare positivo, poiché è relativo alle esperienze di ascolto precedenti. Tuttavia, con l’esperienza maturata nel tempo, ho trovato questo amplificatore decisamente insoddisfacente. In breve, è un dispositivo che spengo volentieri, dimostrando che affidarsi solo al fascino della valvola 300B è spesso un’illusione.

L’amplificatore suonava in modo stridulo, al punto da far venire la pelle d’oca per il fastidio dell’ascolto. Tuttavia, invece di venderlo e fare un dispetto a chiunque lo avesse comprato, ho preferito divertirmi a modificarlo. La modifica che proposi allora era più di un semplice aggiornamento: si trattava di una trasformazione totale, da un amplificatore “candelabro” cinese a un amplificatore serio e ben suonante.

La Trasformazione: Da Candelabro ad Amplificatore

Quando parlo di amplificatori “candelabro”, mi riferisco a quei modelli cinesi progettati principalmente per mostrare esteticamente le valvole, piuttosto che per offrire prestazioni audio di alta qualità. Il Music Angel XD-850MKIII è un esempio perfetto: un amplificatore finale single-ended (SE) con valvole 300B, dove le 300B sono pilotate da un altro finale SE con valvole 2A3. Queste, a loro volta, sono pilotate da uno stadio di ingresso costituito da un doppio triodo RF a riscaldamento diretto DCC90, noto per la sua microfonicità ma reso esteticamente accattivante da tre anelli di acciaio inox 18/10 con un set di coltelli e una padella antiaderente in omaggio.

Nonostante tutto avere un telaio già pronto a disposizione è sempre una grande comodità, molto meglio che dover costruire qualcosa da zero in una scatola di legno improvvisata, magari con le maniglie dei cassetti del bagno prese all’IKEA o con le teglie per le lasagne. Questo progetto è quindi all’insegna del divertimento e dell’autocostruzione. Va detto che la modifica ha finito per costare più dell’amplificatore stesso, ma l’ho realizzata per recuperare il meglio da un acquisto incauto, per divertirmi e maturare un’esperienza che poi mi è stata molto utile nella vita. Anche se poco è rimasto dell’originale, il recupero del telaio ha permesso di risparmiare tempo e denaro rispetto alla costruzione di un nuovo dispositivo da zero. Il risultato finale è di altissimo livello, quindi, se possedete già un amplificatore simile, questa trasformazione potrebbe davvero valere la pena. È possibile anche costruirlo tutto da zero come vedremo più avanti in questo articolo.

Vecchie Foto e Vecchi Testi

Per chi si stesse chiedendo se sia possibile migliorare il proprio apparecchio senza dover eseguire una modifica così radicale, mi dispiace deludervi, ma la risposta è no!

La premessa iniziale di questo circuito lasciava molto a desiderare. Durante l’analisi ho scoperto che i filamenti delle valvole 300B e delle 2A3 erano alimentati in modo “pseudo DC” tramite un raddrizzatore a doppia semionda e un semplice condensatore elettrolitico. Ancora peggio, il filamento della DCC90 era alimentato da un raddrizzatore a singola semionda. Questo setup non solo rendeva l’amplificatore già predisposto a suonare male, ma l’ascolto diventava una vera e propria tortura. In aggiunta, l’apparecchio si è guastato poco dopo l’acquisto. Ho deciso di intervenire ripulendo completamente il circuito originale…

Successivamente, ho proceduto a misurare i trasformatori e le induttanze, sperando di trovare qualcosa di riutilizzabile. Tuttavia, mi sono trovato di fronte a una situazione che posso mostrare meglio con un’immagine (come si suol dire, un’immagine vale più di mille parole). Nella foto, si possono vedere chiaramente dei trasformatori completamente arrugginiti, quasi come se fossero stati conservati per trent’anni in una cantina umida. Piccoli e sottodimensionati, impacchettati in modo scadente con lamierini deformi e chiusi in maniera approssimativa. Non erano impregnati e i fili di connessione erano sottilissimi, simil “capelli di cinappa”.

I lamierini sembravano tagliati con le forbici, erano tutti rovinati, spiegazzati e arrugginiti. C’era un pezzo di secondario all’inizio e un altro alla fine, con il primario in mezzo. Praticamente erano peggio (parecchio peggio) dei trasformatori audio che si possono trovare su certe vecchie radio a valvole.

Il tensionamento del filo era quasi inesistente, l’avvolgimento era praticamente libero con più aria che isolante tra gli strati e nessuna impregnatura. Dopo averlo misurato, ho rilevato una banda passante di 200Hz a 86kHz con attenuazione di -3dB. Con così poche sezioni, senza impregnatura e con tanto spazio vuoto, non sorprende che mancassero completamente i bassi. Inoltre, l’avvolgimento così poco tenuto (era addirittura morbido al tocco) e con tanto spazio d’aria non faceva che accentuare il suono sparato e stridulo dell’amplificatore.

Questa qui sotto è l’induttanza, da solo 1 Henry e così piccola che era sicuramente in totale saturazione durante il funzionamento, tenuta ferma con una sostanza cerosa giallastra e dura, la cui natura non è chiaramente identificata, così come il trasformatore di alimentazione.

Progetto YA300B – “Yet Another 300B”

Il circuito è così configurato: Lo stadio di ingresso utilizza due triodi di una 6SL7GT connessi in configurazione catode coupled, fornendo una preamplificazione minima di 9,5 dB. Lo stadio successivo consiste di un triodo della 6SN7 (metà valvola per ciascun canale), caricato con un CSS a transistor. Questo approccio si è rivelato necessario per ottenere uno swing di tensione sufficiente per pilotare la finale utilizzando la stessa alimentazione. Utilizzare una resistenza come carico avrebbe richiesto una tensione di alimentazione molto più elevata, poiché la 300B, in questa configurazione, richiede un’impressionante escursione di 240V peak-to-peak per essere pilotata completamente. Altrimenti, il driver avrebbe distorto prima della finale, come accade in molti altri progetti con la 300B (compresi apparecchi commerciali da 5000 e passa €). È ovvio che questo è da evitare assolutamente.

Una soluzione completamente valvolare sarebbe stata quella di utilizzare una tensione molto più elevata per il driver e adottare circuiti come il mufollower, come nei successivi progetti Triodino 3,5 e Triodino 4. Tuttavia, questa opzione avrebbe reso necessario aggiungere un’altra valvola e un ulteriore stadio di alimentazione, rendendo il tutto più complicato. Il CCS (Current Source/Sink) rappresenta un altro approccio significativo per coloro che apprezzano l’ascolto dettagliato e non sottovalutano tali soluzioni senza averle provate. È importante ricordare che i CCS, in generale, e in particolare quelli basati su MJE340/350, sono utilizzati come carichi anodici o sorgenti di corrente in numerosi preamplificatori di fama.

Per avere lo schema Premium leggi qui e contattami qui.

Ho dedicato molto tempo all’ottimizzazione del driver e sono riuscito a ottenere una compensazione armonica tra la 6SN7 e la 300B, riducendo significativamente la distorsione della finale fino quasi al limite del clipping. Il feedback negativo globale è molto moderato (circa 4 dB) ed è applicato solo al driver (disattivabile opzionalmente), mentre le 6SL7 sono escluse dal circuito di retroazione a priori. Nelle foto successive è illustrato il processo di ricostruzione del Music Angel.

Ho rimosso la torretta di protezione della DCC90 e ampliato il foro per ospitare una valvola octal.

E cablato il nuovo circuito.

Con lo spirito del riciclo, per il cablaggio del circuito ho riutilizzato parte dei componenti originali e alcuni provenienti da altri dispositivi smontati, integrando anche nuovi componenti. Ecco l’apparecchio finito…

Finalmente ho montato una coppia di 300B Full Music in un circuito abbinato a trasformatori di alta qualità.

Ecco la raddrizzatrice che ho utilizzato: una 5U4GB NOS.

Il Ritorno del Progetto nel 2024

Ad oggi, nel 2024, un cliente si è interessato a realizzare questo mio vecchissimo progetto. Così, ho ripreso il mio vecchio schema e l’ho leggermente migliorato grazie alle conoscenze che ho acquisito negli ultimi 13 anni. Anche se le migliorie sono state marginali, hanno comunque contribuito a perfezionarlo ulteriormente.

Il cliente, essendo uno dei suoi primi montaggi, ha incontrato alcune difficoltà tecniche. Di conseguenza, mi ha portato il dispositivo in laboratorio perchè lo aiutassi a risolvere un paio di piccoli problemi. In questo modo, avendo l’amplificatore sul banco, ho potuto anche effettuare delle misure più precise rispetto a quelle che avevo fatto tanti anni fa. Nelle foto che seguono si può vedere il suo montaggio.

Visione termica dei 2 transistor MJE350

Prestazioni Strumentali dell’Amplificatore

Durante i test strumentali dell’amplificatore, sono emersi risultati eccellenti. La potenza RMS indistorta è di 8,2 watt per canale, con una potenza massima di 9,8 watt in condizioni di profondo clipping. Il fattore di smorzamento (DF) è 7,7. La distorsione armonica totale a 1 watt è di 0,52%, mentre la banda passante si estende da 10 Hz a -0,2 dB fino a 20 kHz a -1,2 dB. Questi valori confermano l’alta qualità e le prestazioni del progetto. Ecco di seguito i consueti grafici di riferimento:

THD

Banda passante

Quadra a 100Hz

Quadra a 1khz

Quadra a 10khz

Come suona: assolutamente eccezionale. L’apertura sonora è sorprendente, con bassi profondi, puliti e ben controllati, e un’estensione nelle alte frequenze che provoca brividi lungo la schiena per la sua perfezione. Ogni microdettaglio è reso con impressionante precisione, creando un palcoscenico sonoro davvero magnifico. La 300B, quando utilizzata correttamente, offre risultati straordinari, mostrando una ricchezza e una profondità che lasciano senza parole.

Grazie per aver esplorato il nostro progetto YA300B, un’evoluzione significativa dell’amplificatore a valvole basato sul Music Angel XD-850MKIII. Con miglioramenti sostanziali e prestazioni audio eccezionali, YA300B dimostra il potenziale delle valvole 300B quando utilizzate con sapienza e ingegneria accurata. Se sei interessato a realizzare questo progetto, sia modificando un Music Angel esistente che costruendo da zero, consulta il nostro schema premium e il set di trasformatori disponibile. Contattaci per ulteriori informazioni e per acquistare il kit.

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9 Responses to Yet Another 300B: Il Classico Amplificatore a Valvole

  • Grazie mille per il tuo commento e per aver condiviso la tua esperienza con lo YA300B! Sono davvero felice di sapere che sei soddisfatto della resa sonora dell’amplificatore e che si sposa così bene con le tue Klipsch Forte 4. È sempre un piacere sapere che il lavoro che ho svolto ha portato a risultati così positivi.

    Le tue parole sono un grande incoraggiamento per me e mi motivano a continuare a migliorare e a dedicarmi con passione a questi progetti. Concordo pienamente: la 300B è una valvola leggendaria e merita un progetto di altissimo livello come lo YA300B.

    Grazie ancora per il tuo feedback e per la fiducia che hai riposto in me. Sono sempre qui per supportarti e per qualsiasi futura esigenza o domanda.

    Buon ascolto!

  • Finalmente ho portato a casa lo YA300B dopo l’intervento di Stefano. Sono molto soddisfatto della resa sonora dell’ amplificatore. Suono pulito, dettagliato, veloce e ben controllato. Collegato a delle casse con buona efficienza, Klipsch Forte 4 nel mio caso, la potenza erogata è più che sufficiente ad insonorizzare una stanza ad alti livelli.
    Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare Stefano per l’ottimo lavoro. Credo che una valvola mitica come la 300B meriti un progetto all’altezza, come lo YA300B!

  • la dimensione dell’induttanza è sempre in rapporto a quella del condensatore, io ho usato 1H sugli albireo ma perchè avevo un duplicatore che esce con un ripple a dente di sega che si filtra facile e dopo la L ci sono 1000uF di condensatore. Quanto alle valvole a riscaldamento diretto te continui a dare sentenze senza mai aver provato le cose le 300B sono valvole fantastiche e quella coppia di full music costa più di 300 euro credo, a usarle non c’è proprio nessuna complicazione regolando un reostato da alcune decine di ohm tra i capi del filamento e il cursore a massa porti il ronzio che esce verso gli AP a meno di 10mVpp.

  • Mi fa pensare quella impedenza da 1 solo henry. Alcune banali radio a valvole avevano già roba migliore,gli va che essendo in classe A l’assorbimento è costante. Magari mettono elettrolitici più grandi.
    sto cominciando a pensare che molta gente ha le orecchie mosce e non sente le differenze tra uno e l’altro (e si che io cerco di stare abbastanza distante dall’hi fi…..e sopratutto dalle valvole). Quello che faccio lo faccio perchè obbligato.

    Se si pensa che nel super ampli (teorico) che presenterò a ottobre novembre per filtrare l’anodica serve un induttanza che regga 300 mA da 4 H che pesa quasi 2 kg. Ed è un ampli mono …
    Penso che attaccandogli anche una banale 5 valvole quell’induttanza è già al pelo

    Poi…anche qui con le complicazioni filamento catodo….valvole a riscaldamento diretto….questo 2angel non mi sta simpatico manco un pò

  • Sono un artigiano che ripara e costruisce amplificatori valvolari ,ho cominciato a giocare con il saldatore a 13 anni e so quello che dico, spendere 600 euro per comprare dell’immondizia cinese con sopra due valvole sono tanti.Me ne portano in laboratorio tutti i giorni , e li mando indietro, l’autoradio che ho sul furgone suona meglio .la gente ha le idee confuse ,solo per costruire un trasformatore ci metto una settimana e se non sono soddisfatto lo smonto e ne faccio un altro .Con 600 euro non ci compra neanche il rame e il nucleo.

  • Che i cinesi facciano pure i loro cellulari e iphone fighettini che dopo 1 anno sono da gettare nella spazzatura, tecnologie di cui non mi interessa proprio niente tra l’altro. E questi non sono affatto pregiudizi, quell’ampli suonava da schifo e s’è rotto dopo 2 mesi. Non è per niente uno schema anni 50, ma una vaccata con 2 finali che pilotano altri 2 finali fatto solo per far mostra di vetro inutilmente. Se fanno felice qualcuno ? bho, probabilmente qualcuno che non ha sentito suonare amplificatori progettati come si deve e che l’amplificatore lo guarda invece che ascoltarlo. Tra l’altro non sono d’accordo che per fare l’alta fedeltà oggi si debbano copiare schemi di 50 anni fà, no assolutamente. Il copiare vecchi schemi lo fanno le persone prive di fantasia e di voglia di creare qualcosa di nuovo. Tanto per iniziare la musica che si ascolta oggi non è quella che si ascoltava allora. Io penso che se devo spendere 800 euro per un’amplificatore dal risultato sonoro così scarso piuttosto tengo i soldi, compro un’amplificatorino a SS da 100 euro che suona meglio. I pregiudizi ce li hanno anche quelli che non avendo mai sentito niente di decoroso si accontentano di quello che passa il convento e magari chiamano “pseudo esperti” persone che non conoscono, che costruiscono amplificatori che non hanno nemmeno sentito. Tu hai mai sentito gli OTL GRAAF ad esempio? Io conosco di persona chi progettava quegli apparecchi e ho giudizi sui miei lavori molto più rilevanti delle tue ciance. Io so come suonano i miei amplificatori, il proprietario di questo music angel rifatto pure e sa pure come suonava prima e come suonava dopo, tu no. Quindi non sputare sentenze, che si e no saprai tenere in mano il saldatore.

  • Trovo veramente divertenti questi commenti lasciati da pseudo “esperti” del settore. Peccato che di oggetti cinesi siamo circondati tutti i giorni e li utilizziamo con soddisfazione: vedi IPHONE O IPAD tutti rigorosamente Made in China. Forse questi amplificatori che perfetti non sono, sicuramente possono far felice qualche appassionato che non ha i soldi per comprarsi un amplificatore KONDO o un AUDIO TECHNè giusto per citarne qualcuno di “economico”. A livello costruttivo non sono diversi da tanti ampli a tubi costruiti negli anni d’oro dell’ alta fedeltà tipo anni 40 o 50 di cui riprendono lo schema, e che tra l’altro funzionano ancora oggi… “SIAMO TUTTI MILIONARI” E CON TANTI PREGIUDIZI…

  • Già, purtroppo ancora molti ci cascano, sugli amplificatori valvolari NON puoi risparmiare. Purtroppo molti pensano che siccome già 600 euro di un cinese son di più di quello che costa un compattone di plastica del supermercato l’ampli cinese (siccome valvolare) debba suonare cmq meglio della roba normale, invece non è vero, finiscono a spendere 600 euro per un candelabro cinese che suona orrendamente male come questo prima della modifica o che nei casi migliori non suona meglio (o al massimo al pari) di apparecchi moderni da 2 soldi. Se vuoi la vera qualità devi essere disposto a spendere, un valvolare costruito come si deve suona mooooolto ma moooolto meglio di qualsiasi cosa che una persona abbia mai sentito.

  • Mi complimento per la qualità dei suoi interventi,e mi unisco al coro del suo cliente MAI e poi MAI materiale cinese.
    Saluti

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Restauro delle Autoradio Blaupunkt per Porsche 356

Nell’universo dell’automobilismo d’epoca, poche combinazioni suscitano emozioni come quella tra la leggendaria Porsche 356 e le raffinate autoradio Blaupunkt. La storia della Porsche 356 è intrisa di fascino e innovazione. Questo modello, prodotto dal 1948 al 1965, ha segnato l’inizio del dominio Porsche nelle competizioni automobilistiche e sulle strade di tutto il mondo. Fu il fondatore della Porsche, Ferdinand “Ferry” Porsche, a dare vita a questa icona, unendo ingegneria di precisione e design elegante in una vettura che ha catturato l’immaginazione di generazioni di appassionati di auto sportive.

Parallelamente, le autoradio Blaupunkt hanno scritto la propria storia nel mondo dell’audio per auto. Fondata nel 1923, Blaupunkt ha rapidamente guadagnato fama per la sua eccellenza nel campo dell’elettronica e delle telecomunicazioni. Le autoradio Blaupunkt non erano solo dispositivi audio, ma veri e propri simboli di status e lusso, che rappresentavano il meglio della tecnologia audio dell’epoca. I loro design sofisticati e le prestazioni audio impeccabili le hanno rese le preferite dai conducenti più esigenti, tra cui i fortunati proprietari di Porsche 356.

In questo articolo, esploreremo il processo di restauro di diverse varianti di autoradio Blaupunkt destinate alla Porsche 356, rivivendo così l’epoca d’oro dell’automobilismo con stile e raffinatezza. Dalla cura meticolosa dei dettagli estetici al ripristino delle funzionalità audio originali, ogni passo del restauro ci permette di preservare non solo la bellezza esteriore, ma anche l’integrità tecnica di questi gioielli d’epoca. Accompagnaci in questo viaggio nel tempo, mentre riportiamo in vita l’armonia perfetta tra la Porsche 356 e le autoradio Blaupunkt, rendendo omaggio alla storia e al fascino intramontabile di entrambi.

Restauro dell’Autroradio Blaupunkt per Porsche 356 (modello ignoto)

Nel primo e più recente restauro, mostrato in questa pagina, nel mondo delle autoradio Blaupunkt per la Porsche 356, mi sono trovato di fronte a una sfida affascinante. L’autoradio Blaupunkt, un tempo un gioiello tecnologico, era giunta nelle mie mani in condizioni pietose. Coperta da uno strato di ruggine e sporco accumulato nel corso degli anni, sembrava quasi dimenticata nel tempo.

Dopo averla delicatamente smontata, mi sono reso conto dell’estensione del lavoro necessario per riportarla alla sua antica gloria. Le valvole, fondamentali per il funzionamento dell’autoradio, erano avvolte da uno strato di sporcizia e fango che aveva reso difficile persino identificarle. Il primo passo del restauro è stato un’intensa sessione di pulizia con acqua e sapone, seguita da un’attenta asciugatura che ha richiesto diversi giorni.

Successivamente, ho sostituito tutti i condensatori e riparato l’unità a stato solido contenente il survoltore e il finale audio. Ogni componente è stato trattato con cura e attenzione per garantire un funzionamento ottimale e una durata nel tempo.

Le lamiere arrugginite sono state inviate a un cromatore specializzato, che le ha decapate per rimuovere la ruggine e le ha rivestite con un luccicante strato di cromo, conferendo loro non solo una nuova vita, ma anche una resistenza superiore. Infine, dopo giorni di lavoro paziente e meticoloso, l’autoradio Blaupunkt ha riacquistato la sua bellezza originale.

E per dimostrare il successo del mio restauro, ho registrato un breve video della radio accesa, sintonizzata su stazioni radio FM, testimoniando il ritorno di questa meraviglia tecnologica agli splendori dei suoi giorni d’oro.


Blaupunkt TR Deluxe ab E 700001

Il modello Blaupunkt TR Deluxe ab E 700001 rappresenta un altro esempio affascinante della maestria ingegneristica delle autoradio Blaupunkt. Tuttavia, spesso, quando queste radio vengono recuperate dalla demolizione, si presentano senza il loro componente vitale: il survoltore/amplificatore audio. Questo perché i demolitori non comprendono la stretta correlazione tra i due pezzi, causando la separazione.

Nel mio lavoro di restauro, ho affrontato questa sfida assemblando un’inverter e un amplificatore audio per riportare in vita l’autoradio. Il modello TR Deluxe ab E 700001 utilizza valvole standard da radio casalinga, tra cui ECC85, ECH81, EF89 e UABC80, richiedendo una corrente di almeno 30mA e una tensione di 120 volt per funzionare correttamente.

Per risolvere la mancanza del survoltore punch booster, ho optato per la realizzazione di un inverter basato su un circuito flip-flop operante alla frequenza di 500 Hz. Per questo, ho creato un trasformatore dedicato, recuperando il nucleo da un vecchio trasformatore d’uscita proveniente da una radiolina demolita. Questa soluzione ha permesso di restituire la potenza e la qualità audio originali a questa autoradio Blaupunkt, garantendo un funzionamento impeccabile e duraturo nel tempo.

Ed eccola in funzione


Blaupunkt TR Deluxe AB D 570001 – EVB 981-859

Questo esemplare di autoradio Blaupunkt, modello TR Deluxe AB D 570001 – EVB 981-859, è giunto nelle mie mani in uno stato di originalità sorprendente. Dopo una accurata pulizia e i dovuti controlli preliminari, l’autoradio è stata messa in condizione di accendersi. Tuttavia, si è manifestato un problema nella sintonizzazione delle stazioni FM, che agganciava e sganciava in modo discontinuo.

Non essendo il problema riconducibile a un falso contatto, e considerando la complessità della ricerca all’interno dei componenti sigillati, ho optato per una soluzione più diretta. Dal momento che il cliente non mostrava interesse nel ripristino della funzionalità AM dell’autoradio, ho proceduto con la modifica del circuito.

Eliminando tutte le valvole ad eccezione di ECH81 e ECF83, ho installato un modulo FM e ho scambiato i tasti AM/FM sulla pulsantiera. Questo intervento ha permesso non solo di ottenere una sintonia FM più stabile e sensibile rispetto al circuito originale, ma ha anche comportato un minore consumo della batteria dell’auto, grazie all’eliminazione di quattro valvole.

Pur considerandola una soluzione “sporca”, data la natura dell’intervento, questa modifica si è rivelata funzionale, garantendo al cliente un’esperienza d’ascolto ottimizzata e una maggiore efficienza energetica.

Eccola in funzione


Blaupunkt TR Deluxe D 140001

Questa particolare autoradio Blaupunkt, identificata come modello TR Deluxe D 140001, è giunta nelle mie mani in uno stato particolarmente compromesso. Al momento del ricevimento, mancava completamente la parte posteriore dell’unità, inclusi il survoltore e il finale audio a transistor. Appartiene ad una Porsche 356 fine anni 50.

All’epoca, l’auto era stata modificata per le competizioni automobilistiche, e nel processo di alleggerimento sono stati rimossi non solo gli altoparlanti, ma anche il finale audio a transistor dell’autoradio. Curiosamente, nonostante queste modifiche sostanziali, l’autoradio Blaupunkt è rimasta al suo posto nel cruscotto, servendo principalmente a chiudere i fori rimasti. L’immagine qui sotto illustra chiaramente il pezzo mancante, costituito da un survoltore e un amplificatore audio a transistor, fondamentali per il funzionamento ottimale dell’autoradio.

auto-radio+fintransistor

La ricerca del pezzo di ricambio per il finale audio a transistor dell’autoradio si è rivelata un’impresa ardua, così come l’ottenimento dello schema elettrico dell’apparecchio. Dopo aver eseguito una dettagliata pulizia dell’autoradio, mi sono trovato di fronte alla necessità di ricorrere a un po’ di ingegneria inversa per comprendere il circuito della radio. Senza uno schema elettrico di riferimento, ho dovuto studiare attentamente il funzionamento dell’apparecchio e progettare un nuovo survoltore e un nuovo finale audio ad esso adattabili.

Inoltre, è stato necessario progettare e realizzare i supporti meccanici indispensabili per il montaggio di questi nuovi circuiti supplementari all’interno dell’autoradio. Questo lavoro di ingegneria è stato fondamentale per ripristinare la funzionalità dell’autoradio Blaupunkt, garantendo un suono nitido e una performance ottimale, nonostante le sfide incontrate nel processo di restauro.

supporto

Di seguito, il circuito del survoltore e del finale audio montati sul nuovo supporto.

Durante la ritaratura delle frequenze medie, dei filtri e degli stadi RF vari, la radio…

Autoradio completata e funzionante, pronta per essere rimontata sull’auto…


Blaupunkt – Hamburg Transistor AB Q100001 – Conversione FM

Questa autoradio, appartenente a una Porsche 356, è identificata come modello Blaupunkt – Hamburg Transistor AB Q100001. A differenza di altri modelli simili, questa unità non è dotata della gamma FM. Tuttavia, l’obiettivo è quello di riportarla in funzione e dotarla di questa funzionalità mancante.

Questa autoradio non è dotata di un survoltore e di un finale audio esterno; al contrario, tutto è integrato all’interno dell’unità. La riparazione del circuito si è rivelata abbastanza semplice: ho sostituito gli elettrolitici e i condensatori a carta, e dopo aver verificato il corretto funzionamento in OM/OL, ho proceduto ad aggiungere il modulo di conversione FM, che sostituisce la gamma OM. Nella foto qui sotto è possibile osservare il modulo protetto da un tubo termorestringente, al fine di evitare contatti con altri componenti interni dell’autoradio.

Dimostrazione del funzionamento in onde medie

Dimostrazione del funzionamento del convertitore FM

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2 Responses to Restauro delle Autoradio Blaupunkt per Porsche 356

  • Sono molto soddisfatto del lavoro accurato eseguito. La radio d’epoca, che risale al 1959, é nuovamente funzionante e restaurata in maniera perfetta, rispettando i canoni di quei tempi.
    I tempi di esecuzione del lavoro sono stati molto soddisfacenti.

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