AMC CVT 3030 – Riparato

Questo è forse uno degli amplificatori più bizzarri che abbia mai visto, realizzato nei primi anni 90 quando si cominciavano a riscoprire le valvole dopo il periodo buio degli anni 80 dominato dal transistor e dalle elettroniche commerciali a basso costo. Di fatti questo apparecchio è realizzato come molte cose prodotte in questi anni bui: transistor, switch, flatcable, condensatori di bassa lega, e quattro EL34 come finali, saldate direttamente al PCB senza zoccolo, come fossero chip eterni che non si consumano mai. Questo particolare evidenzia la bassa conoscenza del mondo valvolare di chi ha progettato questo apparecchio, il driveraggio è totalmente a transistor e il negative feedback estremamente abbondante (tipicamente anni 80) da raddrizzare qualsiasi valvola ci si monti dentro… Che siano valvole nuove o anche usate, matchate o no alla fine “funziona” sempre, probabilmente fino all’ultimo alito di vita dei tubi montati che comunque prima o poi sopraggiunge.

Un problema tipico di questo apparecchio è appunto la sostituzione delle valvole. Chiunque, oggi, sano di mente non si sognerebbe mai di saldare delle valvole direttamente a un PCB senza zoccolo.  Il problema che sorge è lo spazio a disposizione; infatti le valvole sono chiuse dentro un camino di alluminio con una ventola nella parte bassa e aggiungendo lo zoccolo al PCB queste non entrano più in sede, quindi tutti tagliano la parte di alluminio.

Questo amplificatore aveva un guasto che impediva la regolazione del bias su un canale con le valvole che diventavano rosse che purtroppo nel trasporto si sono rotte sbattendo sul duro metallo…

La riparazione non è stata molto semplice, ho dovuto smontare le schede che portano le valvole e dissaldarle con la forza bruta di una pistola termica perchè non esiste una punta per la stazione dissaldante con un foro grosso come il pin di una valvola octal, durante questo processo ho colato i trimmer della regolazione bias e offset che ho poi sostituito successivamente con altri nuovi.

Un’altro problema dell’apprecchio sono i 3000 connettorini di plastica stile “video registratore” che connettono le varie schede, dove passa anche la tensione anodica, l’alimentazione dei filamenti, connessioni ai trasformatori etc… Proprio quelli dei filamenti hanno la tendenza a surriscaldare…

Questi connettori li ho totalmente eliminati e sostituiti con fili diretti saldati a PCB perchè se avessi cambiato i connettori si sarebbero cotti nuovamente in poco tempo, ho montato zoccoli sui PCB e tagliato i camini di alluminio per far entrare le valvole, un quartetto di EL34 e ho eseguito le tarature.

La potenza misurata è di 30 Watt RMS su carico resistivo, lo smorzamento non l’ho misurato. Vi lascio ai grafici acquisiti a 6Watt. Banda passante 10hz -0,5db … in alto .. bho? C’è una risonanza che ha il suo picco tra i 40 e i 50khz e che inizia a 2khz…

Questo è il grafico su carico reattivo

THD a 6 watt su carico resistivo

Quadre a 100Hz – 1kHz – 10khz

Interessante è la visuale dell’onda triangolare a 10khz, oltre alle rotazioni di fase si può notare il segnale di NFB che risale la linea andando a disturbare anche la sorgente audio, in questo caso il generatore di funzioni.

 

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2 Responses to AMC CVT 3030 – Riparato

  • Il generatore di segnale e l’oscilloscopio sono fisicamente lo stesso strumento, che è poi quello che uso per acquisire i grafici dal computer

  • Sulla triangolare distorta nel segnale d’ingresso non è che ci sia un interferenza tra le masse generatore di segnale e oscilloscopio? Sono isolati dalla terra tramite trasformatori d’isolamento?

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Philips NG 3506-3514 – Revisione e modifica

Questo amplificatorino d’epoca mi è stato mandato per un controllo generale e per sistemare un paio di cose. Il suo proprietario lo aveva dotato di 2 ingressi RCA per collegarlo a un lettore CD, ma ovviamente il circuito di questo apparecchio era pensato per collegarlo a mangianastri e giradischi d’epoca, il segnale di un lettore CD era troppo forte, la gestione del volume era brigosa e il rumore di fondo molto evidente. Osservando lo schema però si nota che la modifica è veramente molto semplice. Il circuito è un pushpull di ECL82 e c’è una sezione di preamplificazione formata da una coppia di ECC83 che praticamente è inutile, basta bypassare questa sezione per rendere quanto meno usabile l’apparecchio, nello schema sotto con le 2 X rosse indico dove va interrotta la linea audio e connesse le boccole RCA. Ovviamente le ECC83 possono essere rimosse totalmente dagli zoccoli perchè rimarrebbero prive di utilizzo.

Il lavoro di revisione è consistito in una totale pulizia del telaio, la verifica dei pochi condensatori presenti che sembravano a posto e lo scambio di 2 fili che aveva messo il cliente.

Per curiosità ho fatto giusto 2 misure veloci delle prestazioni di questo apparecchio che può essere comunque utile a livello di semplice conoscenza. La potenza erogata su 4,7ohm (l’apparecchio esce a 5ohm ufficialmente) è di 6 watt, e lo smorzamento ha un fattore di 4. La banda passante è di 45Hz / 9khz -1db, il grafico è stato acquisito con i controlli di tono messi al massimo, cioè per avere la massima resa sugli alti e i bassi, l’andamento della linea azzurra indicherebbe un’inversione di fase (180 gradi) a 2khz, probabilmente che avviene all’interno del controllo di tono, prima del circuito attivo, se fosse nel circuito ci sarebbero inneschi RF che però non ci sono.

Quadra a 1khz

Spettro (8Vpp su 8ohm) si nota presenza di intermodulazione, che è una cosa abbastanza normale quando c’è uno sfasatore parafase dentro un’anello di NFB.

L’ultima cosa che voglio scrivere è a riguardo dei trasformatori d’uscita…

Son piccolini, come in tante cose d’epoca, è infatti si vede che sulle basse frequenze non riescono a erogare granchè ma il punto non è questo, il punto è quella cella snubber RC che collegano sul primario che si vede qui in foto (il condensatore nero e la relativa resistenza). Questo snubber è molto importate! Questi vecchi e piccoli trasformatori avevano grossi problemi di funzionamento proprio per via delle loro ridotte dimensioni e innescavano spesso facilmente auto oscillazioni per via di risonanze interne e rotazioni di fase molto importanti, quindi venivano messi questi condensatori o celle RC in parallelo ai primari proprio per sopprimere questi inneschi.

Ho ricevuto un messaggio che in una parte dice questo:

… Posseggo un ampli Philips ag9016 acquistato ad una fiera dell’ elettronica a poche decine di euro. (tra l’ altro oggi visto in vendita a prezzi assurdi..)
Ho trovato un sito dove si parla di un condensatore sui T.U. da eliminare…

Ci credo che eliminando il condensatore aumenti la banda passante in alto dei trasformatori, ma questi condensatori NON VANNO ELIMINATI !!! È la solita gente ignorante che fa cose a casaccio senza rendersi conto che se un condensatore è li c’è un motivo e toglierlo ha delle conseguenze, ma tanto loro non hanno strumenti di misura, hanno solo le orecchie… gli strumenti di misura sono inutili dicono… come la volpe che non riesce ad arrivare all’uva! Trasformano gli apparecchi in veri disturbatori RF e se gli va male potrebbero anche fondere qualche tweeter… Perciò non fate queste modifiche senza strumenti e senza sapere cosa state facendo e di certo non seguendo l’esempio di qualche individuo privo di conoscenze e strumentazione che afferma “dopo suona bene”. Questi sono apparecchi d’epoca, non si può pretendere niente di eccezionale da loro, come testimoniano le 3 strumentali che sono sopra.

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6C33 Tube Tester Analyzer – Prova valvole

Ho già avuto esperienza con l’instabilità delle russe 6C33, alcuni possessori di amplificatori Graaf GM20 lamentano di comprare in continuazione quartetti di 6C33 ma dopo poche settimane emergono ronzii e non riescono più ad eseguire la regolazione del bias e dell’offset perchè le valvole non matchano più nonostante prese singolarmente risultino ancora in perfetta efficienza. Il problema principale è che il match eseguito con le valvole nuove è destinato a svanire in poco tempo, infatti durante il rodaggio queste valvole variano molto le loro caratteristiche e tendono quindi a disaccoppiarsi. All’epoca G.Mariani eseguiva test molto rigorosi di selezione di queste valvole, il primo dei quali consisteva nel prenderle a martellate! Con un martello in gomma ovviamente… per verificare che gli elettrodi interni sottoposti a vibrazioni non entrassero in cortocircuito, la seconda fase era quella di far rodare le valvole su un grosso telaio dove rimanevano accese per almeno una settimana, in fine la selezione sul prova valvole. Evidentemente i produttori attuali non effettuano più test così rigorosi e da qui i problemi. Ho quindi voluto costruire un tester dedicato alla selezione o “riselezione” di queste valvole. Tutto parte da questo contenitore di HiFi 2000 usato avanzato dalla demolizione di uno dei tanti impresentabili in circolazione che mi sono arrivati in mano.

Realizzato uno schema elettrico ho iniziato a pensare a come disporrei i vari pezzi…

I grandi fori per gli zoccoli e il milliamperometro e la superfice limitata mi hanno costretto a lavorare su 2 piani, il primo livello contiente tutte le alimentazioni e i controlli esterni, mentre il secondo livello i vari relè, la scheda di controllo e il circuito limitatore / stabilizzatore dell’anodica.

Comincia il montaggio del secondo livello…

Test e programmazione dell’arduino…

Lo strumento ha 2 zoccoli per 3 test distinti, il primo test è quello che verifica l’assenza di cortocircuiti secchi all’interno della valvola, mentre sul secondo zoccolo è possibile alimentarla (filamenti, anodica e negativo di griglia) per visualizzare la corrente di bias. Per semplicità il test della valvola viene effettuato a 160 volt impostando la corrente di bias a 150mA per la prima valvola che si misura e poi bloccando il trimmer di regolazione, quindi è possibile misurare altre valvole con la stessa impostazione per verificare se le correnti siano superiori o inferiori a quella della prima misurata. Lo strumento quindi non è analitico ma più semplicemente comparativo, cui lo scopo è semplicemente cercare le valvole che matchano tra loro. Il terzo test è quello del vuoto che è possibile effettuare durante la misura della corrente di bias, premendo un pulsante è possibile osservare la deriva di corrente più o meno accentuata dovuta ai gas presenti nella valvola. Nei video qui sotto la dimostrazione del funzionamento dello strumento.

Test di una valvola regolarmente funzionante. Isolamento, bias e vuoto…

Nel prossimo video mostro il funzionamento della protezione di sovraccarico o autoprotezione dello strumento…

Test degli elettrodi in corto circuito con una valvola volutamente difettosa…

Test autoprotezione dello strumento con una valvola difettosa che fa fiammate all’interno quando viene alimentata…

Per provare l’affidabilità dello strumento ho testato uno scatolone di 6C33 di scarto provenienti direttamente dal laboratorio di G.Mariani, lo strumento per tutte ha funzionato alla perfezione entrando in errore senza mostrare inconvenienti o malfunzionamenti.

Essendo uno strumento da laboratorio per ora tengo il progetto per me, però potrei valutare l’offerta di qualcuno che lo volesse realizzare.

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