Come sostituire la valvola AD1 con la AL4

La voce del padrone – Columbia – Marconiphone

Sono stato contattato di “C.M.” perchè aveva un problema con questa radio d’epoca che ha un telaio separato con il solo amplificatore audio che utilizza una coppia di valvole AD1 in pushpull come finali audio, le AD1 purtroppo sono valvole che sono state prodotte poco e le scorte di ricambi NOS sono stati depredati da quegli audiofili convinti che sia la valvola a suonare e non l’amplificatore nel suo insieme, se si trovano sono ipercostose e anche le riproduzioni moderne non sono di certo economiche. La AD1 praticamente è una 2A3 con il filamento a 4 volt e zoccolo a bicchiere e non ha sostituti diretti, montare delle 2A3 anche di produzione attuale sul telaio delle radio risultava invasivo in quando era necessario cambiare lo zoccolo e aggiungere un trasformatore per alimentare i filamenti della 2A3. Vediamo qui sotto lo schema del finale audio di questa radio:

Facendo un pò di ricerche ho individuato il pentodo AL4…

Stessa zoccolatura, tensione del filamento compatibile, bisognava solo vedere come funzionava connessa a triodo, quindi ho preso una AL4 l’ho messa su utracer e l’ho misurata connessa a triodo, qui sotto il grafico.

Ho scelto di porre il punto di lavoro a 350volt 30mA, contro i 250v 60mA delle AD1. La AL4 connessa a triodo può dissipare 11watt contro i 15 della AD1, inoltre la AL4 a triodo ha una pendenza maggiore, quindi bisognava spostare in avanti il punto di lavoro. Con una corrente di bias inferiore la tensione della sezione di alimentazione si sarebbe alzata di conseguenza visto le grandi resistenze in serie ad essa ossia la prima induttanza, la bobina di campo dell’altoparlante e ho dovuto aggiungere io un’ulteriore resistenza per portare tutto a livello della AL4, lo schema modificato è qui sotto:

 

La sostituzione è riuscita e l’amplificatore di questa vecchia radio funziona perfettamente, foto del circuito:

Per pilotare le finali sono entrato nel trasformatore sfasatore del circuito con un ramo del mio fasatore da banco, il volume sviluppato è notevole, dal video probabilmente non si capisce ma il tono del generatore ascoltato dal vivo spaccava i timpani.

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307A VT-225 Parallel Single End Amplifier

“P.D.” mi ha chiesto di realizzare uno schema per utilizzare alcune valvole in suo possesso di cui mi ha fornito la lista, tra le finali che possedeva c’erano delle 307A che erano le candiate numero 1 per il finale più diverse altre da utilizzare come driver. P.D. era rimasto colpito dal mio progetto milkyway e volevo qualcosa che vi assomigliasse. Ho scelto di realizzare un Single Ended parallelo con una coppia di 307A connesse a triodo, lo stadio di ingresso è realizzato con delle 328A e lo stadio buffer di interfaccia con le finali è realizzato con una uy76. Il progetto è ricercato anche come coerenza di valvole/zoccolatura/epoca/provenienza, essendo tutte valvole americane con zoccolo UY5/6 e più o meno dello stesso periodo storico (prodotte tra il 1927 e il 1937)

Le 307A possono essere sostituite con le 5C15 Fivre, mentre la 328A ha le medesime caratteristiche elettriche della 6SJ7. Il circuito è abbastanza semplice, la rettificazione dell’anodica avviene per mezzo di normali diodi, i filamenti della 307A sono alimentati in corrente continua filtrata con celle passive CLC, la potenza che si dovrebbe ottenere dovrebbe essere poco più di 5Watt RMS per canale, sarà realizzato un trasformatore d’uscita dedicato. Qui sotto lo schema premium.

Appena P.D. avrà realizzato il suo montaggio pubblicherò alcune foto e le strumentali se me lo fornirà per la messa a punto finale.

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Leak Varislope II Stereo – Restauro

Si può considerare questo articolo come conclusione dei quello sul restauro del Leak Stereo 50 a cui questo preamplificatore va collegato con cordone ombelicale, per leggere l’articolo sul LEAK Stereo 50 clicca qui.

Come è capitato allo Stereo 50, essendo passato in mano allo stesso tecnico anche il Varislope 2 era unto e bisunto, smontate le valvole ho proceduto inizialmente anche qui a lavare la padella…

Con tutto pulito si lavora decisamente meglio, il lavoro di ripristino è stato meno impegnativo rispetto il finale, qui per fortuna non tutte le resistenze erano fuori tolleranza, quindi mi sono limitato a sostituire quelle marce e tutti i vari condensatori elettrolitici e ad olio.

Visto poi quello che si legge in giro ci tengo a dire che l’utilizzo di resistenze ad impasto di carbone non è così fondamentali come racconta qualcuno che ha trovato degli apparecchi a cui avevano già sostituito le resistenze con delle normalissime e oneste resistenze a strato di carbone e si è messo a cavarle via tutte per rimetterci delle resistenze ad impasto affermando che serve per mantenere il suono “leak”. Non sono contro l’uso delle resistenze ad impasto, però obbiettivamente sono resistenze rumorose e che hanno problemi di stabilità, ossia tendono a cambiare lentamente il loro valore (solitamente aumentando la loro resistenza), la loro caratteristica principale per cui vengono ancora fabbricate è che possono assorbire, senza guastarsi, picchi momentanei di tensione o di corrente molto maggiori di altre, ma è tutto qui. In un circuito dove ci sono segnali deboli o reti RIAA, filtri o anche le semplici polarizzazioni delle valvole trovarsi le resistenze che nel giro di qualche anno hanno cambiato il loro valore del 20% rispetto quello iniziale o che sono ai limiti di tolleranza già da nuove serve solo a farsi del male. Chi racconta del “suono delle resistenze ad impasto” in modo inconsapevole sta raccontando che dopo aver messe, per via di tutti i valori imprecisi il circuito distorceva in modo diverso rispetto il prima (sicuramente di più) e si torna sulla questione che la gente racconta quanto è “bello e fedele” un suono con maggiore distorsione. Poi lo stesso che raccontava di aver tolto le bruttissime resistenze a strato per rimetterci delle bellissime e costose resistenze ad impasto per mantenere il suono LEAK ha cambiato poi tutti i condensatori a olio originale (giustamente perchè marci e in perdita) con condensatori in polipropilene… allora diciamo che forse… FORSE… la resistenza diversa cambia il suono dello 0,1%… i condensatori invece sicuramente lo cambiano del 50%… Se avesse voluto mantenerlo preciso doveva cercare condensatori carta olio NOS… Quindi chi stiamo a prendere in giro?

Quindi se io apro un’apparecchio e trovo che ci son tutte le resistenze ad impasto di carbone andate come mi è capitato con lo stereo 50 le cambio senza tanti patemi con delle comuni strato di carbone che vanno benissimo, sono abbastanza precise e tendenzialmente non variano nel tempo. Nel caso di questo varislope mi sono limitato a cambiare unicamente quelle fuori tolleranza e ho lasciato le altre originali ancora buone, invece ho cambiato i condensatori con degli ottimi condensatori a film NOS, non carta olio, quindi il suono sarà più brillante in gamma acuta… i carta olio (quelli veri che facevano una volta) tendono a scurire il suono.

Un’altro problema del Varislope 2 di cui nessuno sembra parlare è che i connettori RCA di ingresso sono molto vicini tra loro, anche i più scarsi e poco voluminosi spinotti cinesi che io abbia trovato erano troppo grossi per innestarsi correttamente, come si vede dalla foto picchiano uno con l’altro… Figuriamoci se uno provasse a mettere RCA moderni hifi belli grossi.

Siccome non volevo fare una castroneria di fori e spinotti messi alla meglio, rovinando il telaio e l’originalità del preamplificatore ho realizzato un semplice adattatore senza tanti fronzoli e paranoie mentali… Lo so che ci saranno gli estimatori dei cavi pitonati che rimarranno innoriditi, ma suvvia guardate il cavo che collega il pre al finale… O guardate i cavi che usavano all’epoca su questi apparecchi…

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2 Responses to Leak Varislope II Stereo – Restauro

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