MILBERT BAM 230 – Riparazione

Questo amplificatore da CAR AUDIO del 1988 mi è stato consegnato in condizioni disastrose. Gli stampati erano sporchissimi. Un trasformatore d’uscita bruciato. Aveva subito parecchie manomissioni che comprendevano fori nel telaio, l’aggiunta di un potenziometro motorizzato che doveva essere pilotato da remoto (tutto sgangherato), cavetti di segnale (verde) non suoi, erano state sostituire le ECC81 che dovevano essere sull’ingresso con delle ECC83, aveano anche cambiato le resistenze di polarizzazione per cercare di adattare questa ECC83 con resistenze diverse e più grosse che li avevano abbligati a praticare nuovi fori sul PCB, ovviamente la parte di interfaccia con lo stadio sfasatore prevedeva degli accorgimenti per la polarizzazione della valvola che non erano stati cambiati per sopperire alla modifica del circuito, così come non era stata modificata la rete di NFB. Era stato montato e smontato non si sa quante volte, c’erano piste rotte o staccate da tutte le parti, componenti montati dalla parte alla rovescia del circuito stampato… Avevano sostituito tutti i condensatori di disaccoppiamento tra gli stadi con dei carta olio col corpo metallico che richiava di far contatti in giro, per altro tutti in perdita…

Poi come se non fosse finita, scelta infelice delle casa madre: sugli stampati del circuito audio erano montate tutte resistenze ad impasto di carbone… TUTTE e dico… TUTTE marcie ! Non ce ne era una che fosse in tolleranza! 150k? misurati 238k! 68k? misurati 92k… le 33ohm da usare come testpoint per regolare il bias? 15/16ohm (cos’ regolavi la tensione che diceva la casa madre ma di fatto regolavi quasi il doppio)… Ho dovuto lavare gli stampati da tutto lo sporco, ripulire tutte le saldature e sostituire a tappeto quasi tutti i componenti zoccoli a parte…

Anche la sezione dell’alimentatore switching era stata pastrocchiata per bene… condensatori attaccati con il biadesivo, resistenze prive di valore appese a cavolo che avevano staccato le piste… tutti i 4 collettori dei transistor scollegati… smontando l’aletta sotto o trovato fango secco, c’era fango secco sotto i condensatori blu e anche sotto i 2 trasformatori… ma era in un’auto finita in un lago ?! Anche su questo stampato le piste staccate o rotte non mancavano… Anche riparare questa sezione non è stato facile in mancanza di schema elettrico, sopratutto quando alla prima accessione mi sono accorto che mancava una tensione negativa di -200volt che avrebbe dovuto arrivare alle 6SN7… Dopo tantissimo lavoro, compreso il riavvolgimento del trasformatore d’uscita sono riuscito a rimetterlo in funzione…

Il circuito è un chiaro prodotto della cultura audio anni 80, un valvolare concepito parzialmente come si concepirebbe un’amplificatore a transistor: le valvole finali hanno la griglia controllo collegata a massa assieme al catodo e sono pilotate dalla griglia schermo collegata DC al catodo della 6SN7 configurata come inseguitore catodico. Il finale è in pura classe B con una corrente di bias che va impostata a 3mA (100mV sulla resistenza da 33ohm come indica lo schema della cassa madre), un’anello di feedback locale bilanciato tra le finali e lo sfasatore che ha lo scopo di raddrizzare la linearità della 6SN7 costretta ad erogare picchi di corrente consistenti nelle G2 delle finali e un secondo anello di NFB globale sbilanciato tra uscita dei TU e valvola in ingresso.

La potenza di picco è di 30 watt RMS per canale, quella continuativa credo finchè i 4 transistor dello switching non ci mollano o l’alimentatore in sè non va in protezione termica. Qui sotto le uniche 2 strumentali che ho acquisito, lo spettro armonico e la forma d’onda della sinusoide che mostra sporcature dello switching che però erano captate dall’analizzatore computerizzato ma non da quello analogico, roba che in ogni modo non viene riprodotta dagli altoparlanti.

Per completare il montaggio dell’apparecchio ho dovuto rifare praticamente tutti i filetti che erano spanati o rovinati o pieni di colla attak e cambiare tutte le viti. Finito e rimesso a nuovo.

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1 Responses to MILBERT BAM 230 – Riparazione

  • Posso immaginare il tipo che ci ha messo le mani addosso, condensatori carta/olio comprati ai mercatini e nemmeno provati perché questi disgraziati non hanno nemmeno un ponte per le misure reattive. Il potenziometro di recupero da qualche pioneer/kenwood avviato allo scarico, ma ATTENZIONE! il cavetto da millemila euro al metro che senz’altro risolve ogni problema.

    Saluti

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Primaluna Prologue Two – Riparato e Rivalvolato

La storia di questo amplificatore è piuttosto travagliata, apparentemente ha subito un lungo tempo in un’ambiente umido, poi è stato venduto e ha funzionato per un pò fino al momento che ha emesso una fumata e ha smesso di funzionare. Quando l’ho aperto all’interno presentava evidenti ossidature e segni di corrosione, ruggine in diversi punti e croste marroni sopratutto sul PCB del servobias che si sono poi rilevate essere il solder usato in fabbrica e mai pulito da chi l’ha montato.

Ho iniziato smontando un pò di roba, molte viti erano marcite e ho faticato un pò a rimuoverle, successivamente ho ripassato tutto i filetti con un maschio per prepararli ad accogliere una nuova vite. Ho smontato, pulito e riverniciato le ghiere che reggevano i 2 condensatori di livellamento, e pulito i condensatori stessi…

Il guasto grosso è avvenuto per colpa del solder lasciato dalla fabbrica un pò dappertutto che ha corroso il rame dei sottili fili che collegavano lo scheda del servobias alle valvole finali, questi fili si sono staccati lasciando 2 valvole con la griglia flottante che ha poi fatto la malora generando scariche sulla scheda del servobias attraverso i fili che ancora erano collegati.

Inizialmente ho cercato di riparare il PCB che si presentava con incrostazioni biancastre attorno a tutte le saldature che invece di apparire color stagno erano di un grigio scuro, l’ho pulita con pray per elettronica e spazzolino poi ho cercato di ripassare tutte le saldature brutte e che apparivano “fredde” con parecchia difficoltà perchè non fondevano e dovevo sparare la temperatura della stazione a palla e quando fondevano buttavano fuori una resina marrone che faceva la schiuma e puzzava di urina (già capitato anni fà su un’altro apparecchio made in cina, non so che cosa usino come solder e penso di non volerlo sapere), l’aspirazione dello stagno andava a termine ma bisognava ripulire la crosta marrone che si formava, durante questo processo poi ho trovato diverse linee interrotte dalla corrosione, ci ho perso sopra un pomeriggio intero. Alla fine sono riuscito a metterla in funzione ma per quanto mi fossi sforzato questa funzionava male, regolava il bias a cavolo ogni valvola diversa dalle altre, non era stabile. Evidentemente c’erano ancora linee interrotte (probabilmente nei fori passanti) e/o dispersioni tra le piste e non era più recuperabile. Nell’impossibilità di reperire la scheda di ricambio originale mi sono messo di pazienza a tirarmi giù lo schema dalla scheda, e a recuperare quei pochi componenti che potevo salvare (zener, transistor per alta tensione e altre cose) e poi l’ho ricostruita sulla 1000 fori, mi sono concesso di usare una coppia di TL082 al posto del singolo TL084 (il TL084 contiene due TL082 in un solo chip in pratica) originario solo per comodità nel doverlo montare sulla 1000 fori, il risultato è stato questo (nella foto non avevo ancora ricollegato i driver alle finali):

Il nuovo servobias ha funzionato alla perfezione alla prima accensione, l’amplificatore ha ripreso a funzionare correttamente…

Vediamo ora un’altro Primaluna Prologue TWO, a questo avevano cambianto uno dei 4 zoccoli delle finali non so per quale motivo, ma lo zoccolo sostituito creava continui problemi di contatto con i pin della valvola causando scopiettii in altoparlante.

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Un’occhio attento potrà notare che questo zoccolo oltretutto è del tipo per montaggio su circuito stampato e non per cablaggio in aria, i pin del tipo per pcb non sono fatti per questo tipo di montaggio, col tempo e il calore era facile che qualche saldatura si rompesse causando il distaccamento di qualche filo e danni seri.

DSCN5452

Nelle foto qui sotto si vede che ho sostituito lo zoccolo con uno adatto al montaggio in aria e quasi identico all’originale (il mio ha i contatti placati oro, quelli dell’amplificatore no).

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L’amplificatore aveva poi bisogno di un cambio delle finali, perchè montava 2 KT88 di un tipo e 2 di un tipo diverso. Faccio quindi un’appunto sulle valvole marchiate Primaluna: molte persone considerano questi amplificatori molto buoni (a riguardo parlano le strumentali e le analisi di spettro poco più sotto in questa pagina), e spendono un surplus di soldi per comprare valvole marchiate “primaluna”… Osservate questa foto…

DSCN5459

A sinistra una KT88 “Primaluna” che era montata sull’amplificatore, a destra una KT88 della Shuguang nuova. Non credete alle fesserie markettare che le loro valvole sono migliori o hanno qualcosa di diverso, le loro sono Shuguang “timbrate” col logo primaluna e vendute a prezzo maggiorato.

Veniamo alle strumentali misurate sull’apparecchio campione con tutte le valvole nuove:

Potenza: 30 Watt RMS
Banda passante @ 1watt : 15Hz~34khz -3db
Banda passante @ 25watt: meno di 10Hz~25khz -3db con -1db a 10khz
Smorzamento: non misurabile direttamente perchè alla sconnessione del carico il circuito prende ad oscillare vistosamente, ma dall’andamento della risposta in frequenza sul carico reattivo azzarderei a ipotizzare uno smorzamento decisamente basso.
Distorsione armonica THD a 1 watt: 0,3%
Distorsione armonica THD a 25 watt: inferiore all’1%
Distorsione armonica THD sotto al clipping: lasciamo perdere.

Le analisi di spettro, a 1 watt su carico resistivo:

A 25 watt sempre su resistivo:

Mentre sul carico reattivo su accentuano le armoniche dispari

Questo il grafico di banda passante a 1watt su carico resistivo

1 watt Su carico reattivo…

 

Il negative feedback c’è ma molto poco visto il risultato sul carico reattivo, si capisce anche perchè l’ingresso è molto sensibile, basta un segnale piuttosto basso per portarlo al clipping (perdonatemi non l’ho misurato precisamente), non ho visto distorsioni della sinusoide nella zona tra gli 8 a i 15khz, distorsioni che ci sarebbero dovute essere se avessero usato tanto NFB assieme a trasformatori con banda passante così modesta, ma fa strano che sia instabile in assenza di carico, anche se comunque capita appunto con trasformatori che hanno queste bande passanti.

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1 Responses to Primaluna Prologue Two – Riparato e Rivalvolato

  • Primaluna Prologue Two riparato a seguito di trasformatore di alimentazione in entrata andato. Lavoro non semplicissimo anche perchè il trasformatore originale recuperato era leggermente diverso da quello andato in corto pertanto la sostituzione ha comportato modifiche di non facile approccio. Ringrazio Stefano per la maestria e la bravura con la quale affronta casi complessi e difficili come il mio! Ora il mio Primaluna a ripreso a suonare come i vecchi tempi.

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HiFi USB DAC PCM2707 – Tube Preamplifier – Mini DAC Valvolare

Ho voluto creare questo piccolo DAC che a qualche audiofilo a colpo d’occhio potrebbe sembrare insulso e privo di interesse, sopratutto per il tipo di convertitore utilizzato e la super economicità della stessa schedina che a molti potrebbe apparire un giocattolo visto che al giorno d’oggi si parla di convertitori a 24/32 BIT 192/384khz, necessità di utilizzare mcu i2c, ricloccate, con orologi atomici e regolatori di tensione che devono generare meno rumore di quello che esisteva prima del bigbang… Io invece sono dell’idea che il grosso del lavoro sia fatto dalla parte analogica posta dopo il DAC mentre tutto il resto sia il solito marasma dogmatico audiofilo  dove le cose vanno fatte secondo certi criteri i quali però alla fine portano a “risultati” solo se vedi o sai cosa ascolti perchè il più delle persone faticherebbe a riconoscere 2 apparecchi con un test in doppio cieco.

I bit sono le unità di misura più piccole di un segnale digitale. Prendiamo l’esempio di una fotocamera digitale. Comprereste una fotocamera tascabile Casio da 100 Euro che ha un CCD da 10 milioni di pixel o piuttosto una Canon D30 XLR da 8 milioni? Il numero di pixel sulla casio è migliore, ma è tutto perso in un firmware mediocre, compressione dei file, qualità dell’obiettivo, precisione dell’alimentazione, ecc…

Nella riproduzione musicale al giorno d’oggi si parla di DAC a 16/24/32 BIT dove quelli a 16bit ormai sono considerati obsoleti, ma tutti i CD sono registrati a 16 bit, mentre sulla rete è possibile acquistare musica ad alta definizione anche a 24bit.

Ma siamo sicuri che sia possibile udire la differenza tra un brano a 16 e uno a 24bit? o che tutti questi nuovi DAC super tecnologici servano veramente o portino miglioramenti così enormi da giustificarne i costi?

Indipendentemente dal DAC che utilizziamo, avere 16 bit significa che siamo in grado di riprodurre un segnale di 2Vpp con una precisione di 2/65536 Volt. Quindi un DAC con 24bit reali non è immediatamente migliore. Il fatto che il chip possa “comprendere la parola” di 24 bit non garantisce che emetterà musica di altrettanto grande risoluzione.

Poiché anche gli altri elementi giocano un ruolo importante, il tempo degli impulsi (orologio), la stabilità dell’alimentatore e lo stadio analogico hanno tutti la possibilità di riprodurre il segnale con una precisione dello 0,01% che è 1/10000, molto lontano da 1/65536 MOLTO LONTANO dalla definizione a 24 bit, che è 2 alla ventiquattresima potenza.

Spiegazione non matematica, prendiamo l’esempio di una stampante: Alcuni produttori possono creare stampanti con una risoluzione di 20.000dpi. Questo può essere un valido sponsor per la risoluzione della testina e per il suo software, ma il risultato “analogico” sarà che la goccia d’inchiostro si spargerà su un’area 10 volte più grande del suo ugello iniettore, perchè la struttura della carta avrà fibre 10 volte più grandi di 20.000dpi che assorbendolo lo spanderanno su un’area più grande di quello della gocciolina di partenza. Quindi la limitazione della risoluzione analogica è nell’interazione tra l’inchiostro e la carta e non la risoluzione dell’iniettore. Per non parlare dell’accuratezza del movimento della testina sulla sua rotaia, della temperatura degli iniettori, della pressione dell’aria, dell’umidità ecc.

Versione a bassa tensione con ECC86

Ho voluto comprare quindi su ebay un piccolo convertitore DAC USB dal costo inferiore ai 10€, sincrono e con una definizione massima di 16bit a 48khz e vedere cosa ci si poteva tirare fuori aggiungendoci un’altrettanto semplice stadio di preamplificazione valvolare (non buffer ma preamplificazione vera), ho quindi comprato una scheda che monta il PCM2707 al costo di ben 5,69€, ho dissaldato il connettore jack e i 2 condensatori elettrolitici posti sull’uscita (segnati con la stellina rossa).

E si potrebbe eliminare anche il connettore RCA giallo, non è un’ingresso ma un’uscita sp/dif praticamente inutile, quindi l’ho fissato su un pezzo di 1000 fori e siccome il chip 2707 emetteva un segnale debole per la maggioranza degli amplificatori ci ho aggiunto un piccolo preamplificatore valvolare usando una ECC86 che è una versione a basso voltaggio della ECC88…

Voglio fare una parentesi su questa cosa: su internet si vedono tantissime persone usare valvole a bassa tensione, ma non valvole specializzate per la bassa tensione (come la ECC86) ma valvole comuni come ECC83/88/82 e svariate altre che sono fatte per funzionare con tensioni di placca molto maggiori e che alimentate a tensioni così basse producono solo segnali di impedenza altissima, distorsione e vanno incontro a una morte prematura per un fenomeno chiamato avvelenamento del catodo o “cathode poisoning” (potete documentarvi su google). Io quindi ho utilizzato una valvola nata per le autoradio d’epoca, costruita espressamente per funzionare a bassa tensione e che quindi oltre a funzionare bene, col tempo, non andrà in contro a fenomeni di avvelenamento a deperimento delle prestazioni. Ecco lo schema premium:

Il tutto è stato poi rinchiuso in una scatoletta di plastica realizzato con la stampante 3D, per restare sull’economico e come scherno a chi realizza apparecchi spesso super costosi ma dalle prestazioni non sempre all’altezza del costo, il tutto completato da un piccolo interruttore e un led.

All’ascolto, con casse di assoluto riferimento e in un’ambiente trattato acusticamente da ditta specializzata in studi di registrazione questo piccolo DAC ha mostrato un suono molto dettagliato, frizzante e arioso che nulla ha da invidiare a moltissimi apparecchi iper costosi. A parità di catena sonora e tracce (tutte a 24bit 192khz) riprodotte lo abbiamo confrontato con un costossisimo (circa 3000€) DAC commerciale di marchio noto, utilizzante l’AK4495S e anche lui con il suo stadio valvolare di fabbrica e la differenza non era così eclatante come ci si aspetterebbe, cioè insomma nel senso se metti a confronto un’oggetto artigianale volutamente economico (che viene a costare 150€ con anche la mano d’opera) basato su una schedina cinese da 5€ e un DAC da 3000€ verrebbe da pensare che la differenza sia grande quanto quella che c’è tra l’impianto utilizzato per l’ascolto e un citofono, invece il piccolo DAC economico si difendeva, ovviamente si sentiva la differenza, sarei bugiardo a dire di no, la grana sonora del DAC da 3000€ era più fine ma la differenza in termini sonori non era così grande quanto quella economica… cioè per passare da una carta vetrata del 500 a una del 1000 non si è passati da 150€ a 300€ ma da 150€ a 3000€.

Quindi sono abbastanza sicuro che i meno scettici potranno realizzare questo progetto spendendo poco e con un risultato assolutamente godibile e che non deluderà le loro aspettative, poi nessuno toglie che è possibile abbinare questo semplice stadio valvolare a un DAC con doti superiori, l’unica raccomandazione è di assicurarsi di non caricare troppo lo stadio di uscita della ECC86, consiglio che sia interfacciato a finali che abbiano un’impedenza di ingresso non inferiore a 47k, la ECC86 è si fatta per bassa tensione ma lavora comunque con 1mA di corrente anodica, quindi non gli si può chiedere di pilotare carichi inferiori.

Il DAC viene riconosciuto senza bisogno di installare driver da tutti i sistemi operativi windows da XP in avanti, da Linux e MAC.

Variante con alimentazione 24Vcc esterna e buffer d’uscita

Questo circuito è quasi uguale al precedente, mi è stato richiesto da “G.M.”  per l’abbinamento con un fiale a Stato Solido DIY, dove è presente già un’alimentazione a 24volt continui, il circuito a stato solido ha un’impedenza di ingresso troppo bassa per gestirla bene con la ECC86 quindi al circuito è stato aggiunto uno stadio buffer a jfet per abbassare l’impedenza d’uscita del segnale e riuscire a pilotare l’ingresso dell’amplificatore.

Commento di “G.M.” arrivato per email:

Sono strabiliato, esterrefatto, ammutolito e commosso alle lacrime non è possibile, non è reale finalmente sono riuscito a collegare il tutto e tanto per provarlo ho collegato due casse senza valore ma il suono è inimmaginabile, finalmente ho una idea di cosa sia definizione, spazialità, presenza dei bassi non vedo l’ora di collegarle con altoparlanti più seri non hai idea di quanto ti sia riconoscente! 

Grazie, grazie, grazie. Con la musica mi hai fatto scoprire un mondo nuovo  credo di dover ringraziare anche tuo nonno che ti ha sostenuto nella tua passione ci sentiremo più avanti, ringraziandoti ancora, buon proseguimento.

Variante con ECC82

Questa variante usa la valvola ECC82 alimentata ad alta tensione al posto della ECC86. Per essere precisi nelle foto appare una valvola 9AU7 che è una 12AU7 con filamento a 9 volt invece che a 12, ma la differenza è tutta qui. Sotto lo schema premium:

La scatoletta di questo l’ho stampata con plastica marrone perchè lo si voleva abbinare al finale c-rust 6jz8.

Se poi siete interessati ad acquistare l’oggetto già finito potente contattarmi cliccando qui.

Il montaggio di “S.C.” della versione con ECC86 (non io, ma un’altro Stefano, lettore del sito)

Finalmente finito.
Mi ci ha messo una vita ad arrivare il dac ma alla fine mi è venuto bene e suona bene!

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2 Responses to HiFi USB DAC PCM2707 – Tube Preamplifier – Mini DAC Valvolare

  • Ti ho risposto per email, se vuoi ti posso fornire un computer allestito con i dovuti software per riproduzione di audio digitale, oppure se hai un vecchio (non troppo) notebook che non usi più ti installo Linux e strawberry. Una nota su strawberry, è disponibile anche per windows e mac ma su Linux ha la possibilità di eseguire in modalità bit perfect.

  • Ciao, ti ringrazio per l’aiuto (per quel che ci posso capire io che non ci capisco niente), che hai dato, gi esempi sono stati stracalzanti e molto semplici da capire. ti chiedo se posso un consiglio, devo cabiare l’impianto e seguendo le tue dritte non so che prendere di ciò che c’è sul mercato. io a casa avrei la linea lan che potrebbe arrivare direttamente al DAC ma per leggere i dati? devo prendere un lettore di rete? eppoi ci vuole un dac a valvole ? si trovano con delle buone valvole fatte a posta per bassa tensione? e deve essere per forza valvoare il dac? perchè ho letto in diversi siti che non era importante e che bastava un buon DAC che il lavoro grosso per avere un suono veramente buono lo doveva fare l’amplificatore, che a questo punto vorrei perendere valvolare … ma, seguendo le tue stesse dritte quale? se mi rispondi credo che te ne sarò eternamente grato. Grazie

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