SB Proxima – Amplificatore Single Ended Triode Connected: Esplorando le Potenzialità delle KT88

È con grande entusiasmo che presento questo articolo riguardante un progetto di amplificatore audio a valvole che ho sviluppato nel 2019 con l’intenzione di pubblicarlo su una rivista di settore. Nonostante i miei sforzi, il progetto non ha visto la luce sulla carta stampata e l’amplificatore è rimasto un prototipo non utilizzato. Tuttavia, la passione e l’impegno che ho investito in questo progetto non sono andati persi.

Questo progetto utilizza componenti di alta qualità, tra cui il trasformatore SE2K-EL34, l’induttanza 15S59 e il trasformatore di alimentazione 17S4150. Dopo un periodo di riflessione, ho deciso di condividere il frutto del mio lavoro con altri appassionati di audio e fai-da-te. Ho reso disponibili il set di trasformatori e lo schema elettrico affinché chiunque abbia la voglia e la capacità di realizzare un amplificatore simile possa farlo con facilità.

Il prototipo originale invece l’ho ceduto ad un caro amico, che ne ha apprezzato le qualità sonore e l’estetica. Spero che questa esperienza possa essere di ispirazione per coloro che condividono la mia passione per l’audio di alta qualità e che possa portare gioia e soddisfazione a chiunque scelga di intraprendere questa avventura fai-da-te. Buona costruzione e buon ascolto!

Ciao Stefano

Proxima, che esperienza !!!
Ho ascoltato questo ampli a casa tua quando era ancora “in prova”, e già mi era piaciuto tanto. L’ampli si presenta in uno stile vintage molto molto gradevole, almeno per me e molto ben fatto. Collegato al tuo impianto, quindi un contesto controllato, la sorpresa e stata immensa. Già dal primo minuto di accensione, raro per un valvolare quello che esce dai diffusori è tanta roba, la tridimensionalità è pazzesca, così come la stereofonia, ma soprattutto, questo ampli è molto rivelatore, porta all’attenzione quei particolari della registrazione che solitamente solo stando attento riesci a percepire, anche mentre mandavo messaggi ad un amico, alzovo la testa e mi chiedevo da dove saltavano fuori certe note. Qualsiasi genere musicale viene riprodotto magnificamente e non ti viene mai la voglia di cambiare disco perché ti stanca. La potenza, di targa non altissima me è appagante, non ho trovato il clipping, se non facendo sanguinare le orecchie. Altra cosa che trovo interessante è la possibilità di poter cambiare tipo di valvola, poter giocare rende sempre le persone felici. Non mi dilungo ulteriormente, dico solo Proxima è una delle tue migliori creazioni.
Cristian.

Questo che vi presento è un’apparecchio realizzato da me nel 2019, il cui progetto doveva essere presentato su una nota rivista del settore. Tuttavia, non sono riuscito a trovare un accordo con loro; al contrario, abbiamo avuto un vero attrito di vedute. Tale disaccordo mi ha portato a rinunciare alla pubblicazione del progetto, e hanno invece commissionato un lavoro simile a quello mio a un’altra persona. Quest’ultima afferma che non si possono pilotare le valvole in A2 utilizzando altre valvole come driver, ma che è necessario ricorrere a transistor e mosfet. È evidente che non conosce la 6H30. Peggio per loro. Io mi godo il risultato e loro non sanno cosa si sono persi le loro orecchie.

Comunque, avevo voglia di realizzare un circuito diverso dal solito e sperimentare qualcosa di nuovo. Ho quindi derivato dal progetto del tulipa un single ended che può montare, con minime modifiche, EL34 / 6CA7 / KT66 / KT77 / KT88 e 6550. La particolarità di questo circuito sta nel fatto che le finali sono connesse in triodo e accoppiate DC (senza condensatore) al loro driver, una 6H30pi, e quindi pilotate in modo misto A1 e A2 con una polarizzazione a bias fisso.

Il pilotaggio in griglia positiva permette di raggiungere, in modalità triodo, più potenza di quella che che si avrebbe dal pilotaggio normale in A1, consentendomi di sfruttare la bassa resistenza interna della valvola connessa in triodo per raggiungere un certo fattore di smorzamento “target”, usando il minimo tasso di controreazione. La controreazione utilizzata è di tipo locale: il secondario del trasformatore di uscita è posto sotto al catodo della finale stessa, sommata a un’ulteriore minima controreazione locale tra l’anodo della finale e il catodo dello stadio di ingresso.

Desidero sottolineare che il circuito è ottimizzato per EL34 e compatibili e, sebbene possa montare KT88, non ne riesce a sfruttare appieno le potenzialità, come qualsiasi amplificatore che possa montare indistintamente EL34 e KT88 del resto… Non è mia consuetudine fare queste cose di solito, era qualcosa di più che avevo pensato per la pubblicazione in edicola; certamente in un’altra ottica avrei realizzato una variante del circuito ottimizzata per KT88.

Le valvole montate sull’apparecchio sono una coppia di 5751 NOS (versioni speciali delle ECC83), la sopra citata 6H30Pi e una coppia di preziose 6550 General Electric NOS. Tutti i condensatori nel percorso del segnale sono polipropilene selezionati, mentre gli elettrolitici delle alimentazioni sono anch’essi bypassati con condensatori polipropilenici selezionati.

Nella parte superiore del pannello sono presenti 2 trimmer per la regolazione del bias e 2 strumenti a lancetta in stile vintage che indicano la regolazione del bias; nella foto qui sotto invece si vede il cablaggio del circuito. Come per la maggior parte dei miei prototipi, è montato su un telaio in legno, in questo caso noce finito con gommalacca e pannelli di alluminio.

La potenza che l’amplificatore raggiunge è di 7 watt RMS con qualsiasi tipo di valvola finale montata; se avessi realizzato una variante specifica per KT88, avrei probabilmente ottenuto circa 9 watt. Lo smorzamento raggiunge un fattore di 5,5, mentre la banda passante è di 30Hz / 80kHz (-1 dB) e 20Hz / 110kHz (-3 dB) fino alla massima potenza. Di seguito è riportato il grafico:

Qui sotto la risposta alle quadre, 100Hz

A 1khz

E 10khz

La distorsione armonica totale si attesta al 0,2% a 1 watt a 1 kHz e allo 0,21% a 10 kHz. Ecco i grafici:

L’esperienza d’ascolto è esaltante: la gamma bassa è potente e veloce, con diffusori ben controllati e un impatto realistico ed energico delle percussioni. La gamma media e alta è limpidissima, brillante, ricca di dettagli e grana, con un’apertura stereofonica emozionante. L’ascolto risulta godibile con tutti i generi musicali, dal rock ai cori, rispettando una buona regola per qualcosa che possa essere realmente definito HiFi di alto livello.

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45 Single Ended Amplifier – “Tulipa”

Dopo varie richieste ho deciso di pubblicare questo mio vecchio progetto come premium, scorrendo la pagina oltre l’articolo originario troverete la versione upgrade montata dal cliente.

Il set di trasformatori che comprende un trasformatore di alimentazione 16S3987, due trasformatori d’uscita SE5K6-UNI, due induttanze per filtraggio filamenti 16S63, e una induttanza di filtro anodico 16S64 + schema premium costa (chiedere prezzo aggiornato) compresa spedizione. (immagine puramente decorativa, non corrispondente al prodotto). Se siete interessati all’acquisto del kit potete contattarmi.


Segue l’articolo sul montaggio del prototipo risalente al 2016

Questo piccolo amplificatore single ended è nato nel nome della sperimentazione pura, di piccola potenza e concepito per essere abbinato a diffusori ad alta efficienza. In questa prototipazione ho deciso di contenere i costi di montaggio riciclando una scatola per elettroniche di recupero che da tempo aspettava di finire in discarica, cosa che mi diverte molto per altro…

Brutta, sporca e arrugginita ma recuperabile con un pò di fantasia. Buttato giù uno schema e realizzati i trasformatori mi sono messo a studiare il montaggio meccanico.

Eliminata la ruggine con una piccola mola per il dreemel, rimontata con rivetti e viti nuove, pronta per essere verniciata a polveri…

E fianchetti in massello di noce tirato a gomma lacca per nascondere le vecchie forature inutilizzabili.

Ho poi cablato un semplice circuito al suo interno.

Le valvole montate sono due ECC83 / 12AX7 sostituibili opzionalmente con le 5157 per il guadagno in tensione, una 6H6Pi NOS (CCCP) come driver, sostituibile con la E182CC opzionalmente. Le finale sono due UX245 RCA NOS del 1928. La rettificatrice è una GZ34 NOS Philips. I trasformatori d’uscita sono i miei SE5K6-UNI mentre le induttanze che appaiono di un nero lucido sono delle induttanze NOS anni ’50 (opportunamente verniciate perchè in origine erano gialle) da cui ho derivato le mie 16S64. Il trasformatore di alimentazione ovviamente è custom. I condensatori sul segnale audio sono tutti Sprague Vitamin Q (nella foto si vedono rinchiusi nel tubo termorestringente a scopo di isolarne il corpo sottoposto a tensione. Le finale sono in selfbias, con elettrolitici NOS da 2200uF di altissima qualità bypassati da un polipropilene audio grade da 10uF. I filamenti delle 45 sono alimentati in DC con cella passiva e 44000uF di livellamento per avere un’assoluto silenzio sulla casse.

Una piccola chicca è l’interruttore di accensione rotativo, componente NOS di produzione probabilmente risalente agli anni 50 o 60.

Come suona? Il risultato è andato oltre le mie più rosee previsioni, appena acceso mi aspettavo si un medio-alto di primo livello ma non certo anche dei bassi così morbidi e coinvolgenti e perfettamente amalgamati al resto della banda audio, tanto che mi ero convinto della impossibilità di avere suoni bassi decenti da triodi di questo tipo. Ma dopo avere ascoltato il 300B modificato devo ammettere che ci speravo. Certo che bisogna avere diffusori di almeno 90/100db di efficienza per poter godere fino in fondo delle peculiarità di questa valvola (diciamo da una Altec 19 in su, tannoy etc..), suonano anche con i 96db delle Klipsch Heresy ma solo dalla Cornwall in poi (per rimanere in casa PWK) si può ascoltare ad un volume totalmente coinvolgente pure il rock. Con le accortezze costruttive applicate, l’hum è inesistente anche con le Emission Labs 45 (Mesh Type) che finora erano quasi inascoltabili in altri finali. Il suono ora ha raggiunto vette veramente difficili da superare perchè siamo prossimi alla realtà dell’evento sonoro tanto da non farmi più rimpiangere la perdita di qualche concerto… Inutile spendere certe cifre per apparecchi blasonati che spesso ti lasciano pure l’amaro in bocca, ed è un amaro molto salato!!! Volevo aggiungere che il finale è stato costruito attorno alla RCA Radiotron UX-245 ed è proprio con questa valvola che, secondo la mia personale opinione, si raggiungono i risultati lusinghieri che ho riportato. Le EML si piazzano subito dopo, anche se nei primi istanti sembrano preferibili. Le 45 standard (con la forma non Globe o Balloon) hanno ovviamente anche loro il magico suono di questo tubo e per chi non ha mai sentito le 245 può già pensare di essere arrivato ma ripeto, questo finale mette in luce ogni minima nuance ed il senso di coinvolgimento e di appagamento che si ha con le RCA purtroppo non può essere descritto.


Versione 2021

La versione originaria di questo apparecchio utilizzava una coppia di induttanze NOS per il filtraggio dell’anodica dei 2 canali e semplici celle CRC per il filtraggio dell’alimentazione dei filamenti delle 45, mentre la valvola raddrizzatrice era una GZ34. In questa versione ho ottimizzato le alimentazioni utilizzando una 5V4G come raddrizzatrice, più piccola della GZ34 ma perfettamente in grado di alimentare le modeste richieste di corrente di questo circuito. Ho usato una sola cella CLC (con un’induttanza SB-LAB 16S64) per entrambe in canali in quanto non c’erano problemi di crosstalk. Ho invece filtrato meglio l’alimentazione dei filamenti delle 45 con una cella “RCLCRC” utilizzando una coppia di 16S63 e dove l’ultimo condensatore è da 33.000uF. Questa cella oltre a fornire un’alimentazione pulita quanto quella di una batteria (all’oscilloscopio non si nota differenza tra spento e acceso) accende il filamento con una partenza molto soft di diversi secondi prima di arrivare ai 2,5volt, sicuramente un’ottima cosa per preservare i delicanti filamenti di queste valvole. Il resto del circuito resta quasi uguali a quello originario salvo quache piccola modifica qua e là. Vediamo qui sotto le foto del montaggio del cliente che mi ha portato l’apparecchio per effettuare qualche misura di verifica.

Ecco montaggio di salvatore:

Buonasera. Allego foto progetto finito.

Ho fatto solo poche misurazioni per adesso, appena sono più libero da lavoro ne farò altre. Nella prova audio con i miei diffusori autocostruiti, progetto di Filippo Punzo, 4ohm, 98db, devo dire che il risultato è incredibile…ad 1/3 del potenziometro riempi la mia camera 5×4. La dinamica su tutta frequenza anche a bassissimo volume è incredibile, è equilibrato non eccede su qualsiasi genere musicale, il dettaglio e la dolcezza fa da padrone. Non mi aspettavo un basso cosi articolato, preciso, ma che scende molto bene, di più del mio SE 300B. Intanto ti ringrazio per la pazienza nel rispondere alle mie domande e sicuramente farò altri progetti. Appena faccio altre misurazioni allegherò foto. Magari un giorno se possibile te lo porterò per misurazioni più dettagliate.

Salvatore


Un’altro montaggio completato nel 2023

Il commento del  costruttore a fondo pagina nei commenti…

Vediamo le strumentali:
Potenza massima: 2,25Watt RMS per canale.
Banda passante @ 1watt: 10Hz  – 28khz -1db
THD @ 1Watt: 1,3%
Fattore di smorzamento DF: 3,6

Analisi di spettro @ 1watt

Banda passante su carico resitivo @ 1watt

Risposta su carico reattivo @ 1 watt

Quadre a 100hz – 1khz – 10khz @ 1watt

Triangolare 1khz 1watt

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8 Responses to 45 Single Ended Amplifier – “Tulipa”

  • dove trovo schema e componentistica dell’ SE45? puoi mandarmeli?

  • In questi giorni ho portato a termine la costruzione dell’amplificatore TULIPA con i componenti e lo schema fornitimi da Stefano.
    Devo dire che grazie a questo amplificatore sto’ sperimentando ed assaporando nuove sensazioni di ascolto in virtu’ di una sonorità di grande purezza che evidenzia ogni minimo dettaglio sonoro. Gli strumenti appaiono nitidi e ben distinti. Il suono non è mai confuso o impastato ed invita a riascoltare e riscoprire i dischi gia’ precedentemente ascoltati con altri amplificatori.
    Devo dire che è valsa la pena cimentarsi con questa realizzazione.

  • Ciao Stefano, sono riuscito a fare un paio di ascolti con l’ampli nonostante il caldo. Ho utilizzato il giradischi analogico e la radio a tarda sera…… un po’ di rodaggio alle valvole non guasta.
    Non ho utilizzato i miei diffusori ma le klipsch che il nostro amico Nicola gentilmente mi ha prestato. Come ti dicevo le mie casse in questo momento sono posizionate in modo non molto ottimale.
    Le heresy hanno un’efficienza inferiore ai miei ( 97 contro i 104 delle mie la scala ) e sinceramente, di potenza con questo tuo 45 ve n’è abbastanza. Non considero la potenza un valore.
    Difatti, ad ore 9 con il potenziometro del mio pre il volume sonoro è abbastanza alto.
    Il finale sfodera una naturalezza disarmante, equilibrato e con un’ottima scena sonora.
    La gamma medio/alta risulta trasparente con una messa a fuoco degli strumenti come raramente mi è capitato di ascoltare.
    La gamma bassa c’è tutta ( le heresy e le la scala non scendono sotto i 50 hz ), come anche il palcoscenico sonoro …..
    Incredibile come con il tuo ampli ora vengono evidenziati i limiti degli altri componenti della catena audio.
    Risulta silenzioso e devo confessarti che mi piace molto.
    Pertanto, mi ritengo molto soddisfatto del tuo progetto.
    Era quello che cercavo, grazie

  • La degenerazione è un’altra cosa, è quando la dimensione del condensatore di catodo è troppo piccola e alle basse frequenze comincia a ondulare, questo causa diminuzione del guadagno dello stadio, quindi taglio della banda passante bassa e l’ondulazione avviene con ritardo di fase dovuta alla capacità del condensatore, puoi vedere i grafici del sun audio 300B pubblicati mesi fà, era uno zero feedback e con condensatore da 47uF sotto i catodi. La controreazione tendenzialmente tenderebbe a diminuire questo effetto, poi ovviamente con le interazioni si formano distorsione diverse perchè va ricordato che la contro reazione non è una cura ai difetti di un circuito. Il circuito deve andare bene già da solo e la controreazione va messa solo per abbassare la rout, montando condensatori di catodo abbondanti semplicemente ottieni stabilità del catodo anche alle frequenze più basse, i movimenti che ancora potresti avere sono ridotti al minimo e oltre puoi usare solo una polarizzazione a bias fisso che potrebbe suonare non troppo diversa a un self fatto bene con condensatori buoni.

  • Si, le rotazioni di fase in basso dipendono poi anche se applichi +o- controreazione d’anello

  • Nella schema 2021 ho messo 470uF bastano cmq a non avere nessuna degenerazione alle basse frequenze, che sia necessario avere una dimensione inferiore a quello di alimentazione per le intermodulazione non credo (e non se ne vedono nell’analisi di spettro) ma sono sicuro del fatto che quelli che mettono dei 47/100uF sotto i catodi di qualsivoglia finale si trovano poi che sotto i 50hz comincia a muoversi tutto, hanno degenerazione (diminuzione del guadagno) e rotazioni di fase ed più facile che sia questo a far brutte distorsioni. Cmq la valvola non soffre perchè la raddrizzatrice è a riscaldamento indiretto e parte gradualmente quindi il condensatore ha tempo di caricarsi senza picchi di corrente troppo forti.

  • 2200uF con la R di self bias paiono tanti…. all’accensione il C scarico è in corto, ma poi forse con il riscaldamento filamenti lento non c’è stress sulla finale, cmq una costante di tempo offerta da quel C di 2200uF e il suo resistore parallelo che non conosco, non dovrebbe essere inferiore a quella presente sull’alimentazione per minimizzare l’intermodulazione ?

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Upgrade kit Nuova Elettronica LX1320 / LX1321

Articolo correlato: cliccando qui, potete leggere l’articolo con le misure strumentali che dimostrano come funzionano questi apparecchi nella loro originalità.

Per chi si domandasse perchè ho voluto fare questa modifica e perchè non ho fatto un’amplificatore completamente nuovo: Perchè me l’hanno chiesto! Mi hanno chiesto insistentemente di proporre una modifica di questo apparecchio per i fai da te per migliorare le doti sonore che a quanto pare non soddisfano poi così tante persone, siccome non è cambiando 2 resistenze e aggiungendo un condensatore dopo aver tagliato il segnale di negative feedback che lo si fa andare bene. Quindi Troll mettetevi l’anima in pace, in questo articolo non sparo a zero su nuova elettronica, ma dico la semplice e pure realtà riguardante questi valvolari, è tutto spiegato e documentato.

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Se sei interessato al kit di trasformatori, induttanze e isolatori per realizzare questo progetto visita il listino KIT cliccando qui.

Attenzione: Le modifiche di seguito riportate in questo articolo PREVEDONO l’utilizzo di trasformatori SB-LAB, attorno a queste il progetto di upgrade è stato sviluppato e collaudato. Se eseguite queste modifiche in maniera errata o non utilizzate trasformatori SB-LAB il risultato è ignoto e SB-LAB non si assume nessuna responsabilità per amplificatori che entrano in auto-oscillazione o si bruciano. Non possono essere utilizzati in nessun modo i trasformatori originali di nuova elettronica. Essendo un circuito a larga banda passante ed essendo gli stessi trasformatori a larga banda passante garantiscono si una resa sonora assolutamente HiEnd, ma il cablaggio richiede grande cura e verifiche onde evitare problemi, le masse sul telaio devono essere pulite e fornire contatto perfetto, deve essere rispettata la polarità di fase dei trasformatori per non innescare oscillazione attraverso la rete di NFB, il cablaggio dell’ingresso pulito, senza loop di massa e con cavo schermato di buona qualità, può essere utile accendere gli apparecchi gradualmente con il variac. Se avete acquistato i trasformatori per l’upgrade, in caso di problemi o dubbi rivolgetevi a SB-LAB che può fornirvi l’assistenza per risolverli.

Correvano gli anni 90 quando la rivista “Nuova Elettronica” immetteva sul mercato una serie di amplificatori valvolari in scatola di montaggio. Questo KIT si è diffuso a macchia d’olio in Italia ed è diventato decisamente ricercato e sopravvalutato, ho già parlato abbondantemente di questo KIT in questa pagina, dove presento una serie di prove tecniche e strumentali a dimostrazione delle pessime qualità di questi amplificatori, che al 50% sono imputabili ai trasformatori in dotazione, e il restante 50% alla circuitazione.

Purtroppo però molte persone non si danno per vinte e vogliono cercare di migliorare detto KIT a tutti i costi, mi richiedono informazioni su come fare, e set di trasformatori di ricambio. Quando mi sono accorto della presenza di alcuni siti che riportano improbabili modifiche e che certe persone mi compravano set di trasformatori per mettere in atto questi pastrocchi sono stato preso per l’amore del mio lavoro e non volevo che qualcuno bollasse i miei trasformatori per scarsi il giorno che li avesse sentiti montati su questi amplificatori. In questo articolo quindi presenterò un’intero progetto di upgrade del KIT LX1320 / LX1321 in modo anche da far capire a voi lettori quanto siano “distanti” quei siti che vi fanno credere che si raggiunge il paradiso montando 4 valvole fighette, aggiungendo un condensatore sotto un catodo e tagliando la linea di NFB…

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Iniziamo ad esaminare lo schema originale di nuova elettronica che riporto qui sotto (clicca per ingrandire).

Schema LX1320-LX1321

Partiamo da LX 1320, la scheda di ingresso: la sezione pickup (ossia il phono) attorno a una ECC83… l’uso di questa parte di circuito non ci interessa, chi vuole il phono fa bene ad adottare qualcosa di esterno, la scheda non schermata posta dentro vicino a trasformatori e un circuito di potenza è sicuramente sacrificata.

Passiamo agli ingressi (CD/TUNER/AUX,etc) troviamo subito un bruttissimo attenuatore ad L formato dalle coppie R2/3, R4/5 etc… Perchè? Perchè la sezione di pre formata da V2 guadagnava troppo, ma che senso ha dover attenuare un segnale per doverlo tornare ad amplificare? Andiamo avanti… tralasciando il controllo balance e l’ulteriore attenuazione introdotta da R33 in serie al potenziometro del volume arriviamo alla scheda LX 1321: L’induttanza doppia condivisa tra i canali è una pessima idea per risparmiare sul costo si creano intermodulazioni a bassa frequenza tra i 2 canali. Altra bruttura: vedere la griglia di una valvola ancorata al cursore di un potenziometro, visto la scarsa qualità dei componenti usati bastava che il cursore non facesse contatto in qualche punto della sua corsa per lasciare detta griglia flottante, poca roba ma vista la montagna di roba inutile che c’è su questo circuito una resistenza da 1M ci si poteva mettere. Troviamo poi uno snubber sulla placca del primo triodo formato da R39 e C20: inserire capacità all’interno di un’anello di NFB è il modo migliore per introdurre rotazioni di fase, ma il tasso di NFB di questo apparecchio è talmente elevato che senza probabilmente avrebbe oscillato. La seconda sezione di V3 è uno sfasatore catodina accoppiato AC con una polarizzazione elettrostatica della griglia, cosa che si faceva negli anni 50/60 sugli amplificatori da chitarra allo scopo di produrre distorsione. Mi spiego meglio, lo sfasatore catodina con accoppiamento AC comunemente dovrebbe essere fatto così:

catodina_demo_ok

Mentre quello di nuova elettronica è fatto così:

catodina_nuovaelettronica_schifo

Chi un minimo di elettronica valvolare ne capisce di primo impatto è portato a pensare che lo sfasatore di NE non possa funzionare in quanto la griglia della valvola è riferita praticamente al suo stesso catodo e quindi sia in condizione di saturazione, in realtà non considera che R4 è una resistenza da 1M (anche se sarebbe meglio fosse anche da 10M). È una vecchio trucco che era usato in apparecchi anni 50 che sfruttava il fenomeno di carica elettrostatica della griglia: sostanzialmente la griglia non è flottante ma è ancorata con una resistenza molto grande, e riesce a raccogliere elettroni dal flusso che scorre tra il catodo e l’anodo caricandosi elettrostaticamente e quindi diventando negativa rispetto al suo catodo. Essendo la polarizzazione della griglia altamente instabile ne scaturisce una grande distorsione e caratteristico è il suono degli amplificatori da chitarra che usano questo metodo di polarizzazione che però è del tutto fuori luogo in qualcosa che dovrebbe essere HiFi.

Proseguiamo a V4 ulteriore stadio di guadagno, come se non bastasse, ma forse obbligatorio perchè quello sfasatore probabilmente era troppo “turbabile” per pilotare le finali, poi ci sono le finali col loro bias fisso, il trasformatore di uscita e l’anello di NFB con il suo bello snubber.

Come altri propongono di modificarlo

L’amplificatore che ho ricevuto è stato modificato seguendo istruzioni prese da un sito, su uno spazio freeware, di cui non metto il link (per non fare immeritata pubblicità) ma di cui citerò alcune parti.

Non ho acquistato le valvole finali KT88 cinesi contenute nel kit. Un amico appassionato di valvole e alta fedeltà, infatti, me le aveva sconsigliate a causa della loro scarsa affidabilità dimostrata anche da alcune sue esperienze negative. Poiché, invece, desideravo un prodotto robusto e affidabile, ho acquistato un quartetto di pentodi 6550C Svetlana.

Intanto dipende da quali cinesi, io direi che certe cinesi sono sicuramente meglio di molte valvole prodotte nei paesi dell’est, personalmente le KT88 più affidabili che ho testato sono le tungsol…

Le valvole di pilotaggio e quelle dello stadio pre-amplificatore sono delle 5814A (ECC82) marcate NATIONAL, mentre nello stadio fono c’è una 12AX7 (ECC83) della SOVTEK.

Montare valvole NOS così pregiate e costose (mi riferisco alle national non alle sovtek) su un’apparecchio del genere è uno spreco, ma è la solita psicologia contorta che il suono lo fa la valvola e non l’insieme del tutto, quindi se infilo una bellissima valvola NOS dopo suona bene qualsiasi cosa.

Ne ho approfittato per sostituirlo con uno avente una tensione di lavoro più alta (la tensione misurata ai suoi capi era superiore a quella di lavoro del condensatore). Così ho sostituito anche quello del canale opposto, assieme a quelli analoghi dello stadio fono. (Nella foto sono quelli di colore blu vicino agli schermi delle valvole). Ho usato sempre dei poliestere di buona qualità, anche se so che gli audiofili avrebbero consigliato di usare dei condensatori in polipropilene. In effetti avevo fatto alcune prove con dei polipropilene, ma non ho apprezzato una differenza sostanziale.

In un’apparecchio del genere non è il cambio da poliestere a polipropilene che ti cambia, infatti non ha sentito differenza…

Purtroppo mi sono accorto con le successive prove generali che lo stadio di pre-amplificazione, seppur necessario, introduceva qualche peggioramento alla qualità del suono, rendondolo più cupo soprattutto a basso volume. Dopo una serie di consultazioni con i miei amici esperti e alcune prove con esiti non univocamente positivi, la soluzione vincente è stata quella di introdurre un condensatore di by-pass catodico sulla valvola pre-amplificatrice. Si tratta di una capacità in parallelo alla resistenza che chiude il catodo verso massa. La sua funzione è quella di stabilizzare la tensione di polarizzazione che, altrimenti, varia al variare dell’amplificazione.

Il circuito non guadagna già troppo così da solo (è pieno pure di attenuatori passivi), aggiungere un condensatore di bypass sotto un catodo vuol dire aumentare notevolmente il guadagno di quello stadio come se non fosse già troppo…

Altri purtroppo (ed era il caso dell’apparecchio che mi è stato consegnato) sull’onda dell’ignoranza che dilaga in rete, tagliano anche la linea di NFB, diminuendo sicuramente la montagna di armoniche e distorsione che genera il circuito ma anche rendendo impossibile gestire il volume in quanto eliminare o attenuare il segnale di NFB aumenta notevolmente il guadagno del circuito ossia potenziometro a zero che appena lo sfiori esplode e ti tira giù l’intonaco dai muri, questa cosa si trascina dietro parecchi altri problemi dovuti all’assenza di NFB e al basso smorzamento, inoltre le piccole imperfezioni del potenziometro si tramutano in notevoli sbilanciamenti tra i 2 canali che suoneranno a 2 volumi diversi e ti obbligheranno quindi a compensare con il balance.

Questo è un progetto premium, chi volesse acquistare il PDF con la guida integrale, unitamente all’acquisto del set di trasformatori mi può contattare tramite email.

Le strumentali del nuovo apparecchio

Banda passante a 1Watt: 10Hz -0dB ~ 75khz -1dB
Fattore di smorzamento DF: 5
Distorsione Armonica THD a 1Watt: 0,67%
Sensibilità di ingresso: 4,5Vpp o 1,6Vrms
Potenza massima 55Watt RMS per canale.

Spettro a 1Watt

Banda passante @ 1 watt su carico resistivo

Banda passante @ 1 watt su carico reattivo

Tringolare @ 1khz e 10khz

Conclusioni

L’amplificatore così modificato suona mooolto meglio dell’originale, il fattore di smorzamento (4) è un pò scarso ma sullo stampato a disposizione non si potevano fare miracoli (se avete diffusori teneri e grandi, o con reflex probabilmente avrete una pò di esaltazione della gamma bassa), però il tasso di NFB non è elevato e magari a qualcuno piace così, se avete un preamplificatore (o sorgente che sia) che esce con segnali fortini, superiori ai classici 5Vpp dei lettori CD si potrebbe diminuire il valore di R52 (la resistenza di NFB) di qualche gradino ma senza esagerare, questo aumenta il tasso di NFB e quindi lo smorzamento (controllando però che questo intervento non inneschi oscillazioni). L’amplificatore suona bene limpido e pulito con acuti bellissimi (ovviamente la registrazione fatta col cellulare messa su youtube non è può essere considerata un riferimento), senza ronzii e rumori di fondo anche con casse da 91dB di sensibilità.

La realizzazione di questo progetto di update ha richiesto 32 ore di mano d’opera effettive sull’oggetto più trasformatori e componenti, diverse ore per studiare il modo di infilare un circuito diverso su quello stampato e altre ore di LTSpice per verificare che potesse funzionare e 5 ore per la stesura di questo articolo, spero apprezziate lo sforzo e mi premiate acquistando da me i trasformatori per eseguire l’update… anche perchè se li comprate da altri non arriverete mai a questo risultato 😛

Qui sotto la realizzazione di un cliente SB-LAB

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20 Responses to Upgrade kit Nuova Elettronica LX1320 / LX1321

  • Complimenti per tanto lavoro

  • le raddrizzatrici a riscaldamento diretto arrivano in temperatura in un paio di secondi, mentre le finali a riscaldamento indiretto impiegano anche 30 secondi, quindi se usi una raddrizzatrice DHT sbagli, se usi una raddrizzatrice IHT ivece è corretto, ma se ti riferisci a questo progetto una singola raddrizzatrice è non è abbastanza per alimentare tutto il circuito e in ogni modo se anche usassi 2 valvole raddrizzatrici andrebbe modificato il trasformatore di alimentazione e poi finiresti con i piedi pari in una sporta di altri problemi dovuti alla non stabilità della sezione di alimentazione che potrebbero innescare motorboat etc.

  • Per prima cosa grazie mille per la risposta esauriente.
    Con una raddrizzatrice a vuoto suppongo sia ugualmente non necessaria in quanto l’anodica sui condensatori di filtro dovrebbe salire lentamente con il riscaldarsi del catodo della rettificatrice o sbaglio?

  • Per “ritardo dell’anodica” si riferisce all’atto di applicare la tensione anodica solo dopo che i catodi delle valvole sono stati riscaldati adeguatamente. Tale pratica è finalizzata principalmente alla conservazione dei condensatori elettrolitici. Questo approccio mira a evitare situazioni in cui la tensione anodica sia attiva senza che i catodi delle valvole siano in funzione. In taluni casi, ciò potrebbe causare un’elevazione eccessiva della tensione a vuoto, superando i limiti massimi di tolleranza dei condensatori e provocandone il danneggiamento. In tanti amplificatori da chitarra è così, infatti le già altissime tensioni anodiche applicate per tirare per il collo le finali di potenza senza carico si innalzano pericolosamente oltre il limite dei condensatori per questo quasi tutti hanno un’interruttore di standy (molto vestigiale che ricorda gli anni 50 quando non era facile fare un temporizzatore come lo sarebbe oggi).

    Tuttavia, per il progetto in questione, questa pratica non è necessaria, poiché è stata adottata da un cliente di sua iniziativa. È importante notare che su Internet e sui social media circolano molte voci infondate. Ad esempio, si sostiene che l’applicazione di tensione con i catodi freddi possa causare la “strappatura degli elettroni”, danneggiare i catodi e provocare altri effetti negativi. Tali affermazioni, però, sono prive di fondamento e non trovano riscontro nella realtà.

  • Ciao Stefano/Fabio,

    cosa intendete con “ritardo sull’anodica”? Aspettare che i filamenti siano caldi?

    Grazie,
    Marco

  • Signor michelangelo capisco che lei l’ha progettato pasandosi su antichi progetti del williamson, ma il risultato all’ascolto è quello che è, quoto in toto la modifica prodotta di sb-lab che ho realizzato con piena soddisfazione e posso garantile che il suono è tutto un’altro pianeta.

  • Non sono un tecnico elettronico e quindi non mi addentro in disquisizioni a me ignote. Sono semplicemente il felice ed appagato proprietario del finale NE, modificato grazie a Stefano e le cui foto appaiono in questo link. Lo si può riconoscere dal mobile mogano e dai due occhioni vu meter frontali incorniciati dalla mascherina in ottone e monta le 6550. Per lui ho già detto in un altro post qui pubblicato. Ho seguito da sempre NE, sin dall’inizio e posseggo l’intera collezione tranne le ultime pubblicazioni di cui ho preso subito le distanze. Motivo? Non sembravano più di NE. Lo spirito di Nuova Elettronica per conto mio era quello di dare una poliedricità di progetti che spaziavano su tutto ad un prezzo che tutti potevano permettersi. Progetti vari montati funzionavano e funzionano ancora ma… e questo è il punto, quelli finalizzati all’audio eo Hifi, purtroppo non era così. La teoria esposta era completa ed allettante, ma il relativo circuito, probabilmente costretto dal prezzo finale, risultava purtroppo mediocre. L’economia “pratica” di ogni progetto la faceva da padrona e così mentre un interruttore crepuscolare funzionava e continua a funzionare a dovere, non era lo stesso per un progetto audio.
    Prendo per esempio il mio finale. Nasce dall’amplificatore valvolare LX 1320, esclusa la sua preamplificazione, (per questo possiedo LX1140) acquistato dopo aver letto del finale precedente in cui si mettevano in luce tutte le peculiarità di questo incredibile (a detta loro) finale ma con un cablaggio interno alquanto caotico e della pericolosa ed estrema difficoltà nella taratura del bias. La scelta del LX 1240 è stata presa per la sua ingegnerizzazione e pulizia di montaggio rispetto al precedente, fermo restando i suoi parametri di targa.
    Sia con il pre che con il finale, con il loro acquisto, ho voluto dare una ulteriore chance a NE. Il risultato complessivo all’inizio è stato buono, per quello che davano, ma poi, l’economicità dei progetti non si è fatta attendere.. Il mini trasformatore del pre ha tirato le cuoia e lo stesso ha fatto quello del finale che ronzava più di un favo di vespe. Per non parlare di una usura anomala dei tubi. I miei diffusori, sono una coppia di ESL 63 Pro, mi facevano notare che qualcosa non andava, per non parlare poi delle continue e snervanti tarature del bias. Conosciuto Stefano, ho provato, e quando me lo ha riconsegnato non credevo alle mie orecchie. Questo dimostra a parer mio che NE, in fondo qualcosa di buono in teoria lo faceva, ma in pratica, contenendo i costi, no.

  • Premetto che la modifica di questo progetto risale a molti anni fà quando ancora non avevo gli strumenti che ho ora quindi le misure dell’originale sono quelle che sono. In ogni modo questi amplificatori che circolano ancora sono il più delle volte dei rottami martoriati e quando non sono rottami comunque il loro valore è talmente basso che per me è lecito farci quello che uno vuole se lo scopo del proprietario è divertirsi a smanettare. L’apparecchio ha ugualmente una concezione di valvolare di una volta, di fatti si parla di williamson, un progettista di una volta che progettava come una volta. Si parla di THD e rapporto segnale rumore ma io ho imparato dal mio maestro Mariani che è sbagliato “solo misurare” ed è sbagliato “solo ascoltare”, ma bisogna fare entrambe le cose e che un’amplificatore audio quindi non deve soddisfare solo gli strumenti di misura ma anche le orecchie e saper mettere in correlazione un certo risultato strumentale con un certo risultato uditivo perchè è inutile che ottengo la strumentale più bella del mondo se poi quando vado ad ascoltarlo mi da la sensazione di tutto uno sferragliare. È anche poi da dire che la distorsioni sotto certi livelli la vedi solo con gli strumenti di misura ma chi ascolta da un 0,1 a un 0,01% non nota nessuna differenza. Quindi mella mia esperienza di costruzione e di ascolto che non si voglia dire che lo sfasatore catodyna va meglio di uno sfasatore longtail, perchè ogni apparecchio che abbia sentito con lo sfasatore catodyna era affetto da bruttezze in ascolto che non ritrovo quando c’è lo sfasatore longtail, ma basta dire che è un circuito che esce con 2 impedenze diverse e ti ritrovi le 2 fasi che non hanno lo stesso tempo di salita per capire come mai poi va peggio senza andare a indigare oltre. Questa fu una mia osservazine che feci a Mariani che poi mi rispose “il catodyna non suona bene nemmeno a morire”. Al suo tempo catodyna permetteva di risparmiare valvole e con quelle che erano le registrazione dell’epoca e gli ambiti di ascolto nessuno notava niente. Resta che per me è molto brutto vedere tutta quella rotazione di fase a 10khz con tutta quella controreazione al punto da farti uscire fuori sinusoidi visibilmente distorte senza aver bisogno dell’analisi di spettro. Come anche la bruttezza di amplificare qualcosa e poi doverlo andare ad attenuare con dei partitori resistivi, sono dei brutti workaround che aumentano anche l’impedenza d’uscita del segnale, e si fanno per far prima perchè mettersi li a cercare di fare il circuito che gaudagna quelli che si vuole che guadagni senza trucchi è obbiettivamente un casino, ma il risultato sempre dal punto di vista dell’ascolto è tutt’altra cosa, in ogni modo quella parte del circuito è stata estromessa perchè la gente vuole giustamente usare preamplificatori esterni con tutta la ragione di tenere in circuito phono riaa non schermato lontano da un trasformatore da centinaia di VA e da tutto un circuito di potenza. Io e le decine di persone che hanno eseguito il mio progetto di modifica che è “fun” per divertimento hanno riferito un miglioramento enorme nel piacere di ascolto con una loro grande soddisfazione e questo conta più di ogni altro parere tecnico. Anche se sono sicuro che l’originale strumentalmente vada molto peggio della mia variante, sotto tutti gli aspetti di vista, quando me ne ricapiterà per le mani uno che si accedende e funziona effettuerò misure di rito che ora mancano… che in realtà c’erano (fatte al tempo con un’altro apparecchio di nuova elettronica) ma che ho rimosso perchè mi sembravano impietose e inutili.

  • Gli amplificatori a valvole dal punto di vista THD+N non possono essere paragonati a quelli a stato solido. Questo amplificatore è nato con lo spirito di mantenere la semplicità e praticità originali di Williamson. Non entro in dissertazioni sulla configurazione della valvole ed invertitori .consiglio comunque prima di esprimere giudizi di effettuare le misure almeno con un Audio Precision System TWO 2722 o più recenti . Gli attenuatori per le uscite REC -Line venivano usati eccome se si esce di placca. Si risparmia la valvola inseguitore che comunque richiede un attenuatore . La dinamica è una altra cosa, non viene ridotta da un attenuatore.; viene solo traslata se ben calcolato .
    Il progettista si chiama Williamson, io lo ho solo pensato e realizzato mantenendo fedele la filosofia originale e fatto conoscere al grande pubblico di Nuova Elettronica assieme a tutti glia altri valvolari e scritto gli articoli dedicati come Direttore Editoriale. Il fono RIAA con ECC83 viene dalla RCA e veniva usato in origine come reference anche dalla associazione RIAA . Provate a misurarlo come si deve.

    Un saluto Michelangelo

  • Grazie Stefano, per il capolavoro che hai creato partendo dall’LX1321 che io consideravo ben suonante. Su internet girovagando ho incontrato il tuo sito, mi è piaciuto. Provare? perchè no! è uscita una meraviglia ora si che si parla di HIFI, ora si che si ascolta veramente la musica, non l’impianto, lui fa solo il suo dovere. Suona come non potevo neanche minimamente immaginare… le mie Quad mi hanno ringraziato e ti ringraziano

  • Grazie.

  • Devi collegare il tester nella scala dei 2volt sulla resistenza di test point (quella in serie sotto il catodo) e conoscendo il valore di questa resistenza e la corrente che dovrà passarci, con la legge di ohm calcoli la tensione che dovrai leggere sul tester, quindi colleghi il tester sulla resistenza ad amplificatore acceso e se non leggi la tensione che ci si aspetta devi regolare il trimmer del bias fino ad ottenerla.

  • Salve, avrei una domanda in merito al problema con la regolazione della corrente di riposo. Qualcuno può descrivere come farlo? Non conosco l’italiano, mi scuso in anticipo per gli errori.

  • 2 induttanze separate non intermodulano, perchè sono separate. Quando le accoppi magneticamente invece sì… ad esempio nel 1240 modificato l’accoppiamento magnetico tra le 2 induttanze causava l’innesco di una leggera oscillazione a bassa frequenza che compariva non solo nel montaggio reale ma anche su Spice. Non c’è nessun segreto, lo hanno fatto solo per risparmiare.

  • Avevo letto da qualche parte che le induttanze doppie di NE erano avvolte in contro fase per limitare appunto problemi di intermodulazione a bassa frequenza…bisognerebbe analizzarle con oscilloscopio per scoprirlo

  • Ciao Stefano,
    Ti comunico che ho ultimato il montaggio dell’ampli (upgrade LX1321 NUOVA ELETTRONICA).
    Nonostante il cablaggio in aria è andato tutto per il meglio al primo colpo! (ovviamente prima accensione col variac).
    Ti faccio i complimenti per i trasformatori, mai visto una risposta in frequenza cosi’ ampia (sinusoide perfetta e stabile da 10Hz a 76.000Hz!), onda quadra a 100, 1000, 5000Hz perfetta, una quarantina di watt con KT90, DF 4,2 circa.
    Suna molto bene, almeno per i miei gusti, ovviamente ci sara’ roba che suona meglio ma considerando che e’ una modifica di un circuito precedentemente fatto male direi che e’ ottimo.
    Entro con un preampli a valvole sempre di NE con componenti migliorati, e, come dicevi tu, il suono viene ulteriormente distorto, entrando direttamente con un lettore cd la faccenda cambia di molto.
    Ho fatto lievi modifiche (consigliate da te):
    -sull’anodica ho inserito un elettrolitico da 1000uF 650V (al posto dei due in serie da 500uF) e in parallelo allo stesso ne ho messo uno da 10uF e un ulteriore da 0.1uF in polipropilene.
    -Ho messo un altro polipropilene di bassa capacita’ in parallelo a ciascun elettrolitico sulla sezione pre (C1-C2-C5)
    -Inserito un ritardo sull’anodica.
    -Ho eliminato il potenziometro in ingresso entrando direttamente nella griglia della ecc81 e mettendo una resistenza da 50Kohm tra ingresso e massa.

    Grazie ancora.

    Fabio

  • Ho eseguito la modifica con i trasformatori Sb lab e devo dire che sono rimasto veramente colpito amplificatori che suonano cosi’ non li senti spesso nemmeno nei negozi hi end e pensare che si parte da quel rottamino di nuova elettronica il risultato finale lascia senza fiato, trasformatori veramente ben fatti che nulla hanno da invidiare a roba super ricercata e molto costosa, veramente complimenti.

  • Perchè dovrei prende in giro? l’apparecchio dell’articolo sta a roma da un mio caro amico, tra un pò dovrebbero darmene un’altro per fare la stessa cosa così pubblico anche le strumentali acquisite con nuovo strumento computerizzato che non avevo al tempo del primo articolo

  • Ciao, mi fai paura…
    Ma quanto sei preparato?
    O ci prendi in giro.
    Comunque grazie, articolo affascinante.

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