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Raccolgo in questo articolo alcuni progettini di semplici SE con la EL34, se vuoi conoscere i prezzi dei KIT di trasformatori ed eventualmente ad acquistarli per realizzare i progetti presentati in questa pagina visita il Listino KIT.
Progetto No1: Ricostruzione di un KIT della concorrenza
Riporto le parole di “P” proprietario di questo KIT
Ho comprato a giugno questo amplificatore e devo dire che ha sempre avuto dei problemi! L’idea di comprarlo è partita dal fatto, che qualsiasi amplificatore valvolare semplice senza grandi pretese, suoni meglio di un transistor a pari prezzo. Erano anni che mi mancava un amplificatore di medio-alto livello come avevo prima, ed anche se questo non era di quella fascia, è certamente sempre meglio che ascoltare la musica con gli auricolari sul cellulare! E così è, basta che i componenti e gli schemi siano validi.
Tanto per iniziare sullo schema elettrico c’è riportata una raddrizzatrice e nel kit per fortuna ne arriva una che regge la corrente di tutte e due le EL34. Perchè la 5Y3 riportata nel disegno reggerebbe solo la corrente per una valvola finale! Viene fornita una 5Z3P sostituita da me, dalla Psvane 5U4G Hi-Fi. Mi son scontrato con i problemi di massa perchè un valvolare non è come un normale kit elettronico su pcb. Non sapevo della massa a stella o bus. Contattando uno dei titolari che è ritenuto il “tecnico per le valvole !!!!”, ebbi una risposta scortese quasi gli avessi chiesto 100 euro! Altra chicca di risposta fu che per lui potevo intrecciare qualsiasi filo volessi, quando mi ero informato sui forum che si devono intrecciare i fili dei filamenti! Per loro era solo una questione di estetica, non pratica al fine di evitare disturbi! Per lui i soli problemi erano relativi alle cattive saldature.
Son 30 anni che ho imparato a saldare, quindi credo di sapere come si faccia, non avrò conosciuto le configurazioni stella/bus della massa, ma come si salda si! Tanto per dire a proposito della SUA professionalità, quando lo contattai la seconda volta per riportare i vari problemi, mi dette in pdf lo schema elettrico di un’altra configurazione. Mentre glielo facevo presente al telefono, l’altro socio si accorse che stava rispondendomi un pò alterato e (lo sentivo), lo deve aver invitato a calmarsi. Se si era alzato male erano problemi suoi! Non solo ma il socio più giovane (presumo figlio) gli diceva “Lo vedi che il collegamente è diverso” dandomi ragione. Infatti non solo i collegamenti sullo schema erano diversi (anche se in pochi punti), ma anche il valore di alcuni componenti era diverso. Se mi devi dare uno schema per controllare le tensioni, dammelo di quello che sto assemblando! Mi disse che avrebbe controllato e dopo alcuni minuti mi richiamò, tutto gentile, dicendomi “che lo schema era uguale, ma si poteva avere prestazioni diverse!!!” Evidentemente se l’altro socio glielo faceva presente, tanto uguale non era!
Rifatte le saldature i problemi di massa sparirono, ma se ne sono presentati altri. Fatto presente i nuovi problemi non ho più avuto risposta nemmeno per email, visto che si era arrivati ad agosto e l’assistenza telefonica non era attiva, restava attiva quella per posta elettronica (in teoria!). Scontento ho iniziato a comprare materiale da altri venditori seri, e così ho sostituito gli zoccoli con quelli dorati a tulipano che monta anche la Audio Research. I condensatori di alimentazione sono stati sotituiti da i Mundorf ! Il suono è cambiato notevolmente. Ho usato un cavo in argento per il cablaggio da 1.5mmq, e gli acuti son migliorati molto. Prima erano troppo stridenti per i miei gusti. Per tornare ai problemi, le EL34 della JJ Tesla dopo 3 mesi si son sciupate. Una presentava sul vetro un segno nero a forma di V, sostituite con delle EL34 STR TAD, i problemi di rumori e suoni strani son spariti. (Erano solo problemi di saldatura !??!?!) Anche le valvole preamplificatrici 6N9P sono state cambiate (per mio pura soddisfazione) con delle Raytheon VT229 di produzione RCA del 1943 !!!!! (NOS/NIB) Eccole in foto.
Ora il suono mi piace molto di più. Mi restano solo da cambiare i trasformatori di uscita e quello di alimentazione. In pratica ho rifatto tutto il progetto, e cosa più importante che i trasformatori Single Ended di uscita non si possono montare a banco!!! Come invece viene proposto nel progetto!
In questa storia si mescolano due tipi di problemi: uno dovuto a un progetto con diversi errori e un commerciante che non sa aiutare i suoi clienti (molto probabilmente perchè nemmeno lui è in fondo capace di far funzionare questi kit, se no non si spiegherebbero gli errori negli schemi) e l’altro problema dovuto a un cliente che giustamente è alle prime armi e non sa come risolvere detti i problemi e si esaspera.
Iniziano col vedere lo schema originale del KIT che viene venduto (clicca la miniatura per ingrandire).
Vediamo i vari errori che contiene e che sono segnati all’interno dello schema stesso vicino l’area interessata:
- Errore 1: I filamenti delle EL34 vengono lasciati flottanti, poco grave ma comunque scorretto.
- Errore 2: La 5y3gt è troppo piccola per alimentare entrambe i canali di un SE di EL34 polarizzato correttamente in classe A (vedi errore 5).
- Errore 3: La sezione di alimentazione secondo me non è fatta bene.
- Errore 4: Se fosse stato progettato bene 2 triodi di UNA SOLA (e intera) 6N9p avrebbero trovato posto all’ingresso col loro filamento riferito a massa, mentre altri 2 triodi di UN’ALTRA (e intera) 6N9p sarebbero stati sollevati da massa, con un’altro secondario per il filamento dedicato e sollevato da massa con detto partitore, usando una sola singola 6N9p per entrambe i triodi dell’SRPP di un solo canale purtroppo si sforano i limiti di isolamento filamento catodo della valvola, infatti poi queste valvole si sono danneggiate. Vedi soluzione 1
- Errore 5: Il valore della resistenza (330ohm) imposta una corrente di bias di 50mA (forse per non far saltare la raddrizzatrice) utilizzando un trasformatore con impedenza nominale di 3K si limita la potenza effettiva erogabile a “calcolati” 4,5Watt RMS, vedi approfondimento.
- Errore 6: Il condensatore da 220uF è troppo piccolo, questo è un’errore frequente che quasi tutti commettono, perchè si limitano a prendere spunti da schemi d’epoca dove le capacità di bypass catodico erano abbastanza risicate perchè all’epoca non erano disponibili grosse capacità, perchè tanto i trasformatori d’uscita non scendevano mai in basso per davvero, perchè se ne fregavano dei problemi delle rotazioni di fase. Al giorno d’oggi è meglio usare capacità sostenute per evitare degenerazioni locali alle basse frequenze che oltretutto sono fortemente ritardate e quindi causano forti rotazioni. 2200uF è invece un valore ragionevole.
- Errore 7: Il tasso di feedback con la resistenza da 100k è talmente minuto che tanto vale eliminare completamente questa resistenza, è sperimentato da “P” che aumentando il tasso di feedback su questo circuito causa problemi a non finire, compresi inneschi di motorboat che facevano oscillare i coni delle casse a frequenza infrasonica, questo per colpa della sezione di alimentazione e delle finali che lavoravano in classe AB.
*Approfondimento, questa è la simulazione spice del circuito ufficiale alimentato alla plausibile tensione di 270volt:
Come si vede dall’oscillogramma il finale così configurato giunge in clipping con un’ampiezza di 17,12Vpp e facendo 2 conti sono appunto 4,57Watt RMS. Ammetto di non aver misurato l’apparecchio reale assemblato ma LTSpice è un software affidabile nel 99% dei casi. Reputo impossibile ottenere 13Watt RMS da una sola EL34 in SE se non mandandola oltre la dissipazione di targa o misurando la potenza in clipping profondo.
*Soluzione1: nel mio schema (vedi sotto) ho fatto un partitore con resistenze da 10Megaohm e un condensatore da 1000pF, in questo modo il circuito del filamento è quasi flottante, la corrente di perdita possibile dal catodo verso il suo filamento fino a massa è limitata a meno di 100 micro amper, l’unica scarica possibile e da un catodo verso l’altro attraverso il filamento, ma in questo caso l’isolamento raddoppia e in sostanza la valvola è salva. Ci tengo a far presente che una delle bellissime 6SL7 NOS comprate da “P” nel circuito originale ha subito un danno nel vernir montata nel circuito “originario”, ora all’accensione ha sempre un catodo cortocircuitato al filamento, difetto che se ne và tando alcune bottarelle alla valvola che poi funziona fino a quando non viene spenta e purtroppo sarebbe bene sostituire.
Al cliente è poi stato detto che intrecciare i fili è solo una questione estetica ma è assolutamente falso, i fili dei filamenti in AC vanno intrecciati, il circuito va cablato BENE! Il cliente sempre ha affermato che trasformatori d’uscita SE non possono essere montati a banco, questo in effetti è abbastanza vero, essendo i trasformatori SE traferrati è necessario che siano serrati in fabbrica con le loro calotte e le viti che li tengono assieme non vengano mosse per evitare che la fila di “I” non si muova, si può mettere una “E” a rovescia e contare sull’efficacia collante della resina con cui si impregna il trasformatore ma reputo anche io parecchio sconveniente questo tipo di montaggio.
Dove ha sbagliato il cliente? questa non è una critica a lui o a qualsiasi altro auto costruttore hobbysta alle prime armi che arrivi qui a leggere questo articolo.
Come prevedibile una persona che per la prima volta monta un circuito in aria difficilmente farà un buon cablaggio, io ho imparato a farlo col tempo e con l’esperienza, ormai cablo ad intuito e io stesso trovo difficile spiegare ad altri come faccio. “P” ha fatto l’errore di iniziare a comprare componenti costosi, condensatori, valvole, cavo di argento ed infine è arrivato anche da me chiedendomi un set di trasformatori che gli ho venduto senza conoscere tutti i retroscena, mi ha chiesto poi aiuto per email e ho cercato di dargliela come potevo alla fine non sono riuscito a guidarlo, perchè per insegnare queste cose bisognerebbe essere nella stessa stanza, davanti all’apparecchio col saldatore in mano. Per email, almeno per le mie capacità comunicative, non ci sono riuscito. Quindi alla fine ho chiesto a “P” di spedirmi l’apparecchio per vedere di sistemarlo una volta per tutte perchè poveretto ormai era come se l’avesse comprato 2 o 3 volte.
Ricevo quindi il telaio con tutti i componenti, valvole, i miei trasformatori e quelli originali del KIT. Butto giù un progettino su LTspice che possa riutilizzare al massimo i componenti disponibili senza aggiungerne altri per quanto possibile almeno. Ho misurato giusto per accertarmi di come funzionassero i trasformatori d’uscita originali del kit e il risultato è questo (la scala verticale è di 5dB per quadretto):
Mentre questo è lo schema premium che ho deciso di andare a realizzare sulla falsa riga dell’originale, i trasformatori di uscita sono i miei SE2K-EL34 da 2k (al posto dei 3k originali) che sicuramente mi avrebbero permesso di far funzionare la EL34 in modo ottimale, rispettando per altro le semplici indicazioni del datasheet: carico 2K bias a 100mA con 250volt di placca.
Ci tengo a precisare che lo schema è quello definitivamente montato e messo a punto da ME, con i MIEI trasformatori e il MIO cablaggio, la rete di feedback formata dai resistori R21/R31 e dai condensatori C12/C19, nonchè R17/C13 e R24/C20 (che impediscono ritorni di griglia) sono strettamente legati al trasformatore d’uscita e al cablaggio, consiglio a chiunque si accinga ad assemblare questo schema di procurarsi almeno i miei trasformatori d’uscita e dall’eseguire il primo collaudo con il segnale di feedback sconnesso e di assicurarsi che il circuito sia stabile quando lo connette. I valori di C12/C19/C13/C20 potrebbero necessitare ritocchi in base al cablaggio mentre i valori di R31/R21 decidono il tasso di controreazione potrebbero dover essere modificati con trasformatori diversi. R10 ed R27 sono da 135ohm, non è un’errore, esistono resistenze da 135ohm ! e questo è il valore ottimale per polarizzare in perfetta classe A le EL34 con le tensioni di questo schema, chi non trovasse la resistenza del valore preciso può mettere in serie una resistenza da 120 con una da 15ohm.
Mi è stato chiesto di abbellire anche l’estetica dell’amplificatore già che c’ero. Smonto tutto quanto era stato cablato, molti componenti erano sciupati e da buttare via, il telaio aveva già subito modifiche e forature e non reputavo nemmeno la disposizione simmetrica dei trasformatori buona per effettuare un cablaggio ottimale, io preferisco sempre mettere la sezione di alimentazione da una parte e cablare i 2 canali vicini, per accorciare al massimo tutte le connessioni, specialmente quelle che vanno dalle boccole RCA al potenziometro e da quei ai canali. Ho quindi rappezzato la cima del telaio con una lamiera di alluminio che ho poi forato e rivettato prima di portare il tutto a verniciare.
E prodotto una base di montaggio in bachelite, fissare la roba alla lamiera da pessimi risultati è scomodo e non mi piace. PS gli zoccoli a pulipano non mi sono piaciuti per niente, fissare i componenti a dei perni è proprio scomodo, zoccoli con la paglietta forata sono molto più comodi.
Quindi ho cablato tutto…
Ho recuperato tutti i condensatori elettrolitici mundorf comprati dal cliente, le resistenza sono tutte nuove, ho aggiunto altri componenti di pregio come dei carta olio militari USA Westing House nell’accoppiamento tra driver e finale, elettrolitici NOS ’70 sotto i catodi. Ho poi realizzato una mascherina decorativa in legno invecchiato artificialmente, me viti arrugginite invece sono realmente antiche (solo decorative, non tengono fissato nulla). La manopola è stata realizzata in ottone al tornio e poi brunita con un prodotto chimico apposito.
Dati strumentali:
Potenza: 7Watt RMS per canale
Distorsione: THD rileva a 1khz 1 watt su carico resistivo 0,11%
Banda passante: 18Hz / 90khz -1dB
Smorzamento DF: 5,7
Grafico della banda passante (scala verticale 1dB quadretto)
Onda quadra a 100Hz
Quadra a 1khz
Quadra a 10khz
Analisi di spettro (scala verticale 20dB quadretto) fondamentale a 1khz
Scrivo questa recensione sul mio amplificatore costruito sullo schema realizzato da Stefano Bianchini.
Come scrivevo nella parte citata da Stefano a proposito del suo articolo sulla costruzione dell’amplificatore, ho sempre pensato che un valvolare suonasse meglio di qualsiasi cosa. Ora posso dire con soddisfazione che è veramente così. Un amico tempo fa mi disse “la prima volta che entrai in un negozio e sentii un valvolare, udii dei suoni che non avevo mai sentito” Devo dire che è proprio così. Ascoltando i cd che conosco da decenni in alcuni casi, il suono che esce dalle casse non è quello che mi ricordavo. Premetto che io sono stato uno dei tanti clienti di Stefano, ma non ho ne rapporti di parentela ne altro. Purtroppo quando iniziai a studiare elettronica, le valvole erano già sul viale del tramonto per la “massa”, e quindi non furono trattate nel programma di studio. Ma per fortuna ho trovato chi ha saputo cablare per me! Per quanto riguarda il primo ascolto devo dire che son rimasto folgorato dalla pulizia del suono, e da come ogni strumento dal più presente al più tenue a livello sonoro, siano ognuno al proprio posto. Prima il suono era molto impastato. Ora invece il suono è pulito e molto dettagliato! Il timore di Stefano è che con tutti i condensatori Mundorf che ci sono, fosse troppo accentuato sugli acuti. Devo dire che sentendolo con le mie casse Yamaha NS-10 (monitor da studio) è perfetto. I piatti della batteria sono brillanti al punto giusto. Ho sempre odiato il suono che usciva da certi amplificatori, che mettevano poco in risalto i piatti. Ai vecchi tempi ascoltavo con le Sonus Faber Extrema Amator, ed il DSP-A1 (7+1 canali) Yamaha. Se potessi usare le sonus faber chissà che risate mi farei! Si ho solo 8 W per canale di potenza ma secondo me ci sarebbe poco da scherzare! Per ora le casse sono da un amico chissà che non ce la faccia a riprenderle. Ma ora passo a descrivere pur non essendo facile cosa esce dalle Yamaha (che ho sempre avuto anche ai tempi delle Sonus Faber).
Tanto per iniziare, dal cd The Ultimate Collection di Sade ho ascoltato:
Hang On To Your Love: suono dettagliatissimo piatti della batteria brillanti bel soundstage!
Cherish The Day: trilli dalla cassa sinistra favolosi, ogni strumento dalla chitarra al basso che arriva dopo è al suo posto!
Never As Good As The First Time: basso molto focalizzato, anche qui piatti e trilli dettagliati. Poi la voce di Sade non ha bisogno di pubblicità.
Metallica: Dal cd “THE BLACK ALBUM” a tutti quelli registrati da Bob Rock esce un suono sopra la norma ! La voce di Hetfield ha un suo fascino particolare. La batteria di Lars con i suoi piatti ed il suo rullante che è quasi una sua firma, non ha bisogno di presentazioni. Finalmente il basso è dietro ma c’è!
Gun’s ‘N Roses: Appetite For Destruction edizione dorata Original Master Recording, stessa storia dei Metallica. Suono ben dettagliato benchè sia un disco che ha ormai i suoi anni. Batteria e voce sempre presenti, Duff McKagan è dietro ma molto presente. Slash ed Izzy la fanno da padrone.
È come se fossi stato invitato ad una sessione di prove del gruppo e fossi stato l’unico spettatore. Il suono in generale per tutti i cd ascoltati e tutti i generi, è come un’immagine elaborata con Photoshop, dove ogni strumento è su un suo “layer” e nessuno copre l’altro!
Bella Paradise City: bella all’inizio con i coristi e le chitarre arpeggiate.
Come non citare Sweet Child ‘O Mine: Slash credo di non averlo mai sentito così, anzi ne son sicuro!
Rocket Queen: ha un basso favoloso. Forse la partitura più dettagliata di tutto il disco.
Mario Biondi The Best Of Soul: Qui che dire, voce strepitosa a dir poco. Sembra di essere in un piano bar ed ascoltare una esibizione in privato.
Do You Feel Like I Feel: voce favolosa.
A Handful Of Soul: è puro Jazz al 100%
Gratitude: voce molto profonda e richiama a tratti Older di George Michael. Piatti e tromba molto dettagliati.
On Up Your Eyes: durante l’intro quando si sente l’annuncio del volo all’aeroporto sotto si sente la voce dei turisti che parlano. (Mai udita prima)
All I Want Is You: il piano è bellissimo.
Love Is A Temple: c’è un suono che richiama quasi lo schiocco delle dita, che è degno di nota.
Passiamo alle munizioni pesanti…
Adele 21: Turning Tables, pianoforte molto presente che non copre i violini. Adele sembra quasi sia appoggiata al piano mentre canta. A 2:03 minuti voce leggermente graffiante ma al punto giusto. Morbida al contempo. A 3:24 quando dice Goodbye la voce ha una trama favolosa.
One And Only: si sente chiaramente lei che canta davanti al piano. Veramente bella.
Someone like You: dalla voce al piano non ci sono veramente paragoni con altri amplificatori che ho sentito.
Anastacia Freak Of Nature: Ho ascoltato il cd e non ho deciso di citare nessun brano perchè suona bene. Ho sempre trovato la voce della cantante un pò esosa con il suo “uaaahhhh” marcato. Ora è molto più controllata e piacevole. Anche lei non ha bisogno di presentazioni, specialmente quando prende il volo!
Cito Dolores ‘O Riordan (una perdita per l’umanità) con i the Cranberries. Penso che chi l’ha ascoltata almeno una volta riconoscerebbe subito il suo cantare in stile irlandese. I suoi gorgheggi son strepitosi. Dal cd Something Else ho ascoltato Linger, Rupture ed Ode to My Family in versione austica. Violini veramente belli che accompagnano le chitarre e la voce di Dolores.
Il cd 1’S di Mariah Carey… non ha bisogno di presentazioni. Va solo ascoltato con un valvolare. My All, Emotions, Love Takes Time, etc non son descrivibili a parole purtroppo.
Ho usato anche vari cd Chesky, dal Gold Stereo And Surround Setup Disc, Al 2K Sampler, a Rebecca Pidgeon e tutti quelli che mi dimentico e che ancora non ho provato.
Adesso posso veramente chiudere questa piccola recensione. Se le persone invece di ignorare le valvole avessero ignorato i lettori mp3 tra i primi l’iPad il futuro dell’audio sarebbe stato molto più roseo. Invece il futuro è tornare ai vinili che non suoneranno mai come un cd! con i suoi fruscii salti della testina etc, e con mp3 in vendita online. Perchè alla massa ignorante basta questo come termine di paragone per l’audio, un mp3! Con quello che si spende per un iPhone anzi meno io mi son trovato un amplificatore che suona come avrei sempre voluto. Come speravo nella mia immaginazione che dovesse suonare un valvolare.
C’è voluto del tempo ma ce l’ho fatta!
Piccola nota di SB-LAB, non sono le valvole belle o i fili di argento che fanno suonare bene un’amplificatore, ma la qualità dei trasformatori, dei condensatori e la cura del progetto prima e la cura nella messa a punto dopo aver assemblato, senza questa cura si possono montare i più costosi dei componenti che si avranno sempre e solo risultati scadenti.
Progetto No2: Rescue34 – Ora versione 2.0!
Ho realizzato questo il progetto di amplificatorino con le EL34 per accontentare le tante persone che mi chiedono di pubblicare uno schemetto che usi questa valvola. Lo schema è quanto più semplice possibile per un montaggio facile da realizzare.
Dopo 7 anni dalla pubblicazione di questo progetto ho voluto fare un’upgrade di questo progetto per un cliente che aveva realizzato la vecchia versione in passato e si accingeva alla realizzazione di un secondo esemplare. Ho preso la palla al balzo visto che non vendo più il vecchio SE2K-EL34 in quanto è stato sostituito dall’SE2K-EL34/2, ne ho approfittato anche per svecchiare lo schema con qualche miglioria frutto dell’esperienza degli ultimi anni. Questo progetto differisce dal (precedente presentato sempre in questa pagina) per alcune cose:
- Raddrizzamento con valvola GZ34 invece che 5U4GB.
- 2 induttanze di filtro separate per canale invece di una unica per entrambe.
- Una sola 6SL7GT caricata a CSS invece che un SRPP con due 6SL7GT.
Ecco lo schema premium (clicca per ingrandire).
Il montaggio del cliente (versione 2.0)
Ti allego qualche altra foto e una descrizione del lavoro fatto, grazie per tutto il supporto che mi hai dato.
Marco
Ho assemblato questo amplificatore utilizzando un kit trasformatori di alimentazione, induttanze e trasformatori di uscita (SE2K-EL34/2) fornito da Stefano. Lo chassis è stato realizzato in noce ed il pannello sui cui sono montati gli zoccoli delle valvole e i trasformatori è in alluminio composito Dbond. Ho realizzato il circuito su basetta millefori, lo schema (che è una precedente versione di quello per quel kit di trasformatori) prevede un doppio triodo 6SL7 che pilota i due canali single-ended di EL34 ed è dotato di NFB. Dopo l’assemblaggio e le prime prove, ho avuto utili consigli da Stefano per migliorare il fattore di smorzamento (avendo misurato un valore di circa 3) e poter pilotare l’ampli già con segnali di ingresso di 2-3Vpp. Lo stadio del pre è stato quindi modificato utilizzando un caricamento in CCS in luogo della resistenza anodica e sono state apportate anche altre modifiche al circuito: il fattore di smorzamento è passato a 6,2! Con questa configurazione ho misurato una potenza erogata (ben lontano dal clipping) di 4,8W per canale con un segnale di ingresso sinusoidale a 1KHz di ampiezza pari a 2Vpp. Direi che sono molto soddisfatto del risultato ottenuto. Apprezzo in particolare, rispetto alle prime prove effettuate, la capacità dell’ampli di tenere a freno i woofer della coppia di Pioneer CS-565 che possiedo. Un sentito ringraziamento a Stefano per la qualità dei suoi trasformatori e i preziosi suggerimenti che con tempestività e competenza mi ha saputo dare!
Il vecchio montaggio V1.0
Le EL34 e la GZ34 montate sono della jj, le ho messe perchè me le hanno date, ma montate possibilmente qualcosa di un pò meglio. La dissipazione a riposo l’ho tenuta un pelo più bassa (22 watt) rispetto la massima ammessa (25) per evitare problemi con certe valvole attuali che sono un pò scarse.
Disegni CAD del Mobile
Io ho fatto fare un mobile di alluminio piegato e poi mi sono arrangiato alla vecchia maniera per i fori, allego qui sotto lo zip con il file in formato freecad + file step delle parti in metallo, il disegno è sotto gpl3 chi vi apportasse modifiche come l’inserimento delle forature è pregato di farmi riavere i disegni modificati in un formato di file opensource.
Case Rescue34
Commento del proprietario:
Ciao l’amplificatore suona benissimo. Anche con i cavetti d’ingresso scollegati oppure collegati con la sorgente di segnale spenta e il volume al massimo non si sente il benchè minimo ronzio.
grazie
Complimenti per tanto lavoro
le raddrizzatrici a riscaldamento diretto arrivano in temperatura in un paio di secondi, mentre le finali a riscaldamento indiretto impiegano anche 30 secondi, quindi se usi una raddrizzatrice DHT sbagli, se usi una raddrizzatrice IHT ivece è corretto, ma se ti riferisci a questo progetto una singola raddrizzatrice è non è abbastanza per alimentare tutto il circuito e in ogni modo se anche usassi 2 valvole raddrizzatrici andrebbe modificato il trasformatore di alimentazione e poi finiresti con i piedi pari in una sporta di altri problemi dovuti alla non stabilità della sezione di alimentazione che potrebbero innescare motorboat etc.
Per prima cosa grazie mille per la risposta esauriente.
Con una raddrizzatrice a vuoto suppongo sia ugualmente non necessaria in quanto l’anodica sui condensatori di filtro dovrebbe salire lentamente con il riscaldarsi del catodo della rettificatrice o sbaglio?
Per “ritardo dell’anodica” si riferisce all’atto di applicare la tensione anodica solo dopo che i catodi delle valvole sono stati riscaldati adeguatamente. Tale pratica è finalizzata principalmente alla conservazione dei condensatori elettrolitici. Questo approccio mira a evitare situazioni in cui la tensione anodica sia attiva senza che i catodi delle valvole siano in funzione. In taluni casi, ciò potrebbe causare un’elevazione eccessiva della tensione a vuoto, superando i limiti massimi di tolleranza dei condensatori e provocandone il danneggiamento. In tanti amplificatori da chitarra è così, infatti le già altissime tensioni anodiche applicate per tirare per il collo le finali di potenza senza carico si innalzano pericolosamente oltre il limite dei condensatori per questo quasi tutti hanno un’interruttore di standy (molto vestigiale che ricorda gli anni 50 quando non era facile fare un temporizzatore come lo sarebbe oggi).
Tuttavia, per il progetto in questione, questa pratica non è necessaria, poiché è stata adottata da un cliente di sua iniziativa. È importante notare che su Internet e sui social media circolano molte voci infondate. Ad esempio, si sostiene che l’applicazione di tensione con i catodi freddi possa causare la “strappatura degli elettroni”, danneggiare i catodi e provocare altri effetti negativi. Tali affermazioni, però, sono prive di fondamento e non trovano riscontro nella realtà.
Ciao Stefano/Fabio,
cosa intendete con “ritardo sull’anodica”? Aspettare che i filamenti siano caldi?
Grazie,
Marco
Signor michelangelo capisco che lei l’ha progettato pasandosi su antichi progetti del williamson, ma il risultato all’ascolto è quello che è, quoto in toto la modifica prodotta di sb-lab che ho realizzato con piena soddisfazione e posso garantile che il suono è tutto un’altro pianeta.
Non sono un tecnico elettronico e quindi non mi addentro in disquisizioni a me ignote. Sono semplicemente il felice ed appagato proprietario del finale NE, modificato grazie a Stefano e le cui foto appaiono in questo link. Lo si può riconoscere dal mobile mogano e dai due occhioni vu meter frontali incorniciati dalla mascherina in ottone e monta le 6550. Per lui ho già detto in un altro post qui pubblicato. Ho seguito da sempre NE, sin dall’inizio e posseggo l’intera collezione tranne le ultime pubblicazioni di cui ho preso subito le distanze. Motivo? Non sembravano più di NE. Lo spirito di Nuova Elettronica per conto mio era quello di dare una poliedricità di progetti che spaziavano su tutto ad un prezzo che tutti potevano permettersi. Progetti vari montati funzionavano e funzionano ancora ma… e questo è il punto, quelli finalizzati all’audio eo Hifi, purtroppo non era così. La teoria esposta era completa ed allettante, ma il relativo circuito, probabilmente costretto dal prezzo finale, risultava purtroppo mediocre. L’economia “pratica” di ogni progetto la faceva da padrona e così mentre un interruttore crepuscolare funzionava e continua a funzionare a dovere, non era lo stesso per un progetto audio.
Prendo per esempio il mio finale. Nasce dall’amplificatore valvolare LX 1320, esclusa la sua preamplificazione, (per questo possiedo LX1140) acquistato dopo aver letto del finale precedente in cui si mettevano in luce tutte le peculiarità di questo incredibile (a detta loro) finale ma con un cablaggio interno alquanto caotico e della pericolosa ed estrema difficoltà nella taratura del bias. La scelta del LX 1240 è stata presa per la sua ingegnerizzazione e pulizia di montaggio rispetto al precedente, fermo restando i suoi parametri di targa.
Sia con il pre che con il finale, con il loro acquisto, ho voluto dare una ulteriore chance a NE. Il risultato complessivo all’inizio è stato buono, per quello che davano, ma poi, l’economicità dei progetti non si è fatta attendere.. Il mini trasformatore del pre ha tirato le cuoia e lo stesso ha fatto quello del finale che ronzava più di un favo di vespe. Per non parlare di una usura anomala dei tubi. I miei diffusori, sono una coppia di ESL 63 Pro, mi facevano notare che qualcosa non andava, per non parlare poi delle continue e snervanti tarature del bias. Conosciuto Stefano, ho provato, e quando me lo ha riconsegnato non credevo alle mie orecchie. Questo dimostra a parer mio che NE, in fondo qualcosa di buono in teoria lo faceva, ma in pratica, contenendo i costi, no.
Premetto che la modifica di questo progetto risale a molti anni fà quando ancora non avevo gli strumenti che ho ora quindi le misure dell’originale sono quelle che sono. In ogni modo questi amplificatori che circolano ancora sono il più delle volte dei rottami martoriati e quando non sono rottami comunque il loro valore è talmente basso che per me è lecito farci quello che uno vuole se lo scopo del proprietario è divertirsi a smanettare. L’apparecchio ha ugualmente una concezione di valvolare di una volta, di fatti si parla di williamson, un progettista di una volta che progettava come una volta. Si parla di THD e rapporto segnale rumore ma io ho imparato dal mio maestro Mariani che è sbagliato “solo misurare” ed è sbagliato “solo ascoltare”, ma bisogna fare entrambe le cose e che un’amplificatore audio quindi non deve soddisfare solo gli strumenti di misura ma anche le orecchie e saper mettere in correlazione un certo risultato strumentale con un certo risultato uditivo perchè è inutile che ottengo la strumentale più bella del mondo se poi quando vado ad ascoltarlo mi da la sensazione di tutto uno sferragliare. È anche poi da dire che la distorsioni sotto certi livelli la vedi solo con gli strumenti di misura ma chi ascolta da un 0,1 a un 0,01% non nota nessuna differenza. Quindi mella mia esperienza di costruzione e di ascolto che non si voglia dire che lo sfasatore catodyna va meglio di uno sfasatore longtail, perchè ogni apparecchio che abbia sentito con lo sfasatore catodyna era affetto da bruttezze in ascolto che non ritrovo quando c’è lo sfasatore longtail, ma basta dire che è un circuito che esce con 2 impedenze diverse e ti ritrovi le 2 fasi che non hanno lo stesso tempo di salita per capire come mai poi va peggio senza andare a indigare oltre. Questa fu una mia osservazine che feci a Mariani che poi mi rispose “il catodyna non suona bene nemmeno a morire”. Al suo tempo catodyna permetteva di risparmiare valvole e con quelle che erano le registrazione dell’epoca e gli ambiti di ascolto nessuno notava niente. Resta che per me è molto brutto vedere tutta quella rotazione di fase a 10khz con tutta quella controreazione al punto da farti uscire fuori sinusoidi visibilmente distorte senza aver bisogno dell’analisi di spettro. Come anche la bruttezza di amplificare qualcosa e poi doverlo andare ad attenuare con dei partitori resistivi, sono dei brutti workaround che aumentano anche l’impedenza d’uscita del segnale, e si fanno per far prima perchè mettersi li a cercare di fare il circuito che gaudagna quelli che si vuole che guadagni senza trucchi è obbiettivamente un casino, ma il risultato sempre dal punto di vista dell’ascolto è tutt’altra cosa, in ogni modo quella parte del circuito è stata estromessa perchè la gente vuole giustamente usare preamplificatori esterni con tutta la ragione di tenere in circuito phono riaa non schermato lontano da un trasformatore da centinaia di VA e da tutto un circuito di potenza. Io e le decine di persone che hanno eseguito il mio progetto di modifica che è “fun” per divertimento hanno riferito un miglioramento enorme nel piacere di ascolto con una loro grande soddisfazione e questo conta più di ogni altro parere tecnico. Anche se sono sicuro che l’originale strumentalmente vada molto peggio della mia variante, sotto tutti gli aspetti di vista, quando me ne ricapiterà per le mani uno che si accedende e funziona effettuerò misure di rito che ora mancano… che in realtà c’erano (fatte al tempo con un’altro apparecchio di nuova elettronica) ma che ho rimosso perchè mi sembravano impietose e inutili.
Gli amplificatori a valvole dal punto di vista THD+N non possono essere paragonati a quelli a stato solido. Questo amplificatore è nato con lo spirito di mantenere la semplicità e praticità originali di Williamson. Non entro in dissertazioni sulla configurazione della valvole ed invertitori .consiglio comunque prima di esprimere giudizi di effettuare le misure almeno con un Audio Precision System TWO 2722 o più recenti . Gli attenuatori per le uscite REC -Line venivano usati eccome se si esce di placca. Si risparmia la valvola inseguitore che comunque richiede un attenuatore . La dinamica è una altra cosa, non viene ridotta da un attenuatore.; viene solo traslata se ben calcolato .
Il progettista si chiama Williamson, io lo ho solo pensato e realizzato mantenendo fedele la filosofia originale e fatto conoscere al grande pubblico di Nuova Elettronica assieme a tutti glia altri valvolari e scritto gli articoli dedicati come Direttore Editoriale. Il fono RIAA con ECC83 viene dalla RCA e veniva usato in origine come reference anche dalla associazione RIAA . Provate a misurarlo come si deve.
Un saluto Michelangelo
Grazie Stefano, per il capolavoro che hai creato partendo dall’LX1321 che io consideravo ben suonante. Su internet girovagando ho incontrato il tuo sito, mi è piaciuto. Provare? perchè no! è uscita una meraviglia ora si che si parla di HIFI, ora si che si ascolta veramente la musica, non l’impianto, lui fa solo il suo dovere. Suona come non potevo neanche minimamente immaginare… le mie Quad mi hanno ringraziato e ti ringraziano
Grazie.
Devi collegare il tester nella scala dei 2volt sulla resistenza di test point (quella in serie sotto il catodo) e conoscendo il valore di questa resistenza e la corrente che dovrà passarci, con la legge di ohm calcoli la tensione che dovrai leggere sul tester, quindi colleghi il tester sulla resistenza ad amplificatore acceso e se non leggi la tensione che ci si aspetta devi regolare il trimmer del bias fino ad ottenerla.
Salve, avrei una domanda in merito al problema con la regolazione della corrente di riposo. Qualcuno può descrivere come farlo? Non conosco l’italiano, mi scuso in anticipo per gli errori.
2 induttanze separate non intermodulano, perchè sono separate. Quando le accoppi magneticamente invece sì… ad esempio nel 1240 modificato l’accoppiamento magnetico tra le 2 induttanze causava l’innesco di una leggera oscillazione a bassa frequenza che compariva non solo nel montaggio reale ma anche su Spice. Non c’è nessun segreto, lo hanno fatto solo per risparmiare.
Avevo letto da qualche parte che le induttanze doppie di NE erano avvolte in contro fase per limitare appunto problemi di intermodulazione a bassa frequenza…bisognerebbe analizzarle con oscilloscopio per scoprirlo
Ciao Stefano,
Ti comunico che ho ultimato il montaggio dell’ampli (upgrade LX1321 NUOVA ELETTRONICA).
Nonostante il cablaggio in aria è andato tutto per il meglio al primo colpo! (ovviamente prima accensione col variac).
Ti faccio i complimenti per i trasformatori, mai visto una risposta in frequenza cosi’ ampia (sinusoide perfetta e stabile da 10Hz a 76.000Hz!), onda quadra a 100, 1000, 5000Hz perfetta, una quarantina di watt con KT90, DF 4,2 circa.
Suna molto bene, almeno per i miei gusti, ovviamente ci sara’ roba che suona meglio ma considerando che e’ una modifica di un circuito precedentemente fatto male direi che e’ ottimo.
Entro con un preampli a valvole sempre di NE con componenti migliorati, e, come dicevi tu, il suono viene ulteriormente distorto, entrando direttamente con un lettore cd la faccenda cambia di molto.
Ho fatto lievi modifiche (consigliate da te):
-sull’anodica ho inserito un elettrolitico da 1000uF 650V (al posto dei due in serie da 500uF) e in parallelo allo stesso ne ho messo uno da 10uF e un ulteriore da 0.1uF in polipropilene.
-Ho messo un altro polipropilene di bassa capacita’ in parallelo a ciascun elettrolitico sulla sezione pre (C1-C2-C5)
-Inserito un ritardo sull’anodica.
-Ho eliminato il potenziometro in ingresso entrando direttamente nella griglia della ecc81 e mettendo una resistenza da 50Kohm tra ingresso e massa.
Grazie ancora.
Fabio
Ho eseguito la modifica con i trasformatori Sb lab e devo dire che sono rimasto veramente colpito amplificatori che suonano cosi’ non li senti spesso nemmeno nei negozi hi end e pensare che si parte da quel rottamino di nuova elettronica il risultato finale lascia senza fiato, trasformatori veramente ben fatti che nulla hanno da invidiare a roba super ricercata e molto costosa, veramente complimenti.
Perchè dovrei prende in giro? l’apparecchio dell’articolo sta a roma da un mio caro amico, tra un pò dovrebbero darmene un’altro per fare la stessa cosa così pubblico anche le strumentali acquisite con nuovo strumento computerizzato che non avevo al tempo del primo articolo
Ciao, mi fai paura…
Ma quanto sei preparato?
O ci prendi in giro.
Comunque grazie, articolo affascinante.