Audio Research Reference 210 Monoblock Amplifiers – Problema Trasformatore che Vibra

Ho ricevuto una coppia di Audio Research REF 210 uno dei quali aveva il trasformatore di alimentazione che ronzava molto forte, avevano già provato a zittire detto trasformatore ri-resinandolo ma la soluzione si era rilevata essere provvisoria in quanto dopo pochi mesi il trasformatore aveva ripreso a ronzare di nuovo. Dopo un lungo esame di tutta l’elettronica ho stabilito che non c’erano guasti, nè condensatori marci nè altre cose.

La casa madre non fornisce pezzi di ricambio e propone solo la spedizione negli USA dell’intero apparecchio difettoso a cui avvolgeranno un trasformatore apposta per lui e a prezzi decisamente alti. Quindi si è deciso di produrre un ricambio made in italy. Il trasformatore originale è stato trattato per liberarlo dalla spessa resinatura che lo ricopriva e immediatamente si scopre che questo trasformatore non ha i lamierini intervallati come si fa di solito con i trasformatori di alimentazione ma ha tutte le “E” da una parte e le “I” dall’altra, poi saldati con una saldatura ad arco, cosa che si fa per velocizzare il processo di montaggio e che causa parecchie dispersioni al trasformatore e il rocchetto di cartone fermato con un pezzo di compensato come testimoniamo le foto qui sotto.

È stata poi avvolta una copia del trasformatore originale, che andava resinato senza chiusure per essere poi montato a banco nell’amplificatore…

Con sorpresa il primo clone ancora presentava ronzio, (comunque non forte come il pezzo originale) al chè ho cominciato a fare parecchie ricerche. Le correnti di carico di tutti i secondari erano molto al di sotto delle possibilità del trasformatore che non risultava quindi sovraccarico, però almeno altre 4 persone di cui altro collega riparatore riferivano che questo tipo di difetto fosse presente su molti di questi apparecchi. L’amplificatore ha un ritardo in fase di accensione che dura qualche minuto e che vede la corrente dell’avvolgimento dell’anodica principale salire gradualmente da 0 fino a circa 700mA con la vibrazione che aumenta con l’aumentare della corrente di questo singolo secondario che tecnicamente, per la sezione del filo con cui è avvolto, deve poter erogare correnti diverse volte maggiori di questa… Poi ho iniziato a notare che se ritoccavo la tensione primaria dal variac, correnggendola (verso l’alto) anche di meno di 10volt per un’istante c’era un picco di corrente e un’aumento del ronzio… carica dei condensatori.

Ho quindi concluso che in questo apparecchio, che dopo il ponte raddrizzatore ha un’enorme batteria di condensatori in parallelo quasi 6000uF caricati a 420volt, il trasformatore patisse terribilmente gli spunti di carica degli stessi… Una semplice simulazione con Spice risolve ogni dubbio su questa teoria…

Molti condensatori piccoli in parallelo mostrano una ESR molto bassa… La volontà di AI di abbassare l’ESR del circuito al minimo si evidenzia anche dal fatto che abbiano usato addirittura 2 fili da circa 3mm quadrati in parallelo per connettere il ponte raddrizzatore alla scheda, questo potrà essere positivo dal punto di vista sonoro per il circuito che viene alimentato (sinceramente non so fino a che punto questo possa essere apprezzabile) ma è terribile per il trasformatore, il circuito simulato sopra con spice ricalca la situazione che vive il trasformatore, c’è un generatore di segnale che eroga una sinusoide a 50Hz attraverso un ponte di diodi verso un condensatore da 6000uF che viene caricato a 420volt, alla fine del circuito c’è una resistenza di carico da 552ohm che assorbe i 760mA come dentro l’apparecchio reale. Il grafico in verde mostra i picchi istantanei di corrente assorbiti dal condensatore che ha una ESR prossima a 0, picchi che sfiorano i 50 Amper !!! Gli stessi picchi di corrente si sono presenti addosso al generatore alternati per polarità. Quindi il secondario del trasformatore, sebbene in continuativo non sia sovraccarico, vede degli spunti di pochi millisecondi ma da 50Amper all’inizio di ogni ciclo, la situazione si sarebbe potuta contenere ponendo in serie al positivo del ponte di diodi una resistenza da pochi ohm.

Ulteriori problemi del trasformatore sono dovuti all’uso di un nucleo fortemente rettangolare, quindi tanti lamierini e la mancanza di chiusure durante la resinatura, quindi non sono serrati quando resini e quando avviti o sviti il trasformatore della sua sede li muovi. In fabbrica hanno optato per la saldatura ad arco che blocca tutto… tranne i lamierini al centro… e una resinatura estrema che però negli anni sottoposta alle continue sollecitazioni meccaniche finisce prima o poi per cedere quando forse potevano modificare il tipo di montaggio o il formato del pacco… Però immagino che qualcuno del reparto commerciale abbia pensato che è meglio chiedere 2000€ dopo qualche anno per cambiarlo con un’altro che farà ancora la stessa fine piuttosto che fare un pezzo esente da problemi o aggiungere una resistenza da qualche ohm dopo il ponte…

Ho quindi avvolto un nuovo trasformatore, questa volta l’ho chiuso subito e l’ho resinato da chiuso con una resina maggiormente penetrativa e l’ho montato senza toccare le sue chiusure, anche se questo significava modificare il tipo di montaggio dentro l’amplificatore, nella foto qui sotto si vedere il trasformatore montato ancora in modo provvisorio con i fili lunghi…

Il nuovo trasformatore presenta un ronzio residuo irrilevante e che viene coperto dal rumore della ventola. Ho quindi decreato fosse accettabile e l’ho sottoposto a una giornata interna di test senza riscontrare problemi.

Detto trasformatore di ricambio è disponibile in replica per €350,00 compresa la spedizione.

Parere del proprietario:

ciao, stanno suonando che è una meraviglia, grazie di cuore sei molto bravo, gian

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Carico Reattivo per Amplificatori Audio

Presento qui il semplice progetto di un carico reattivo che simula un diffusore a 3 vie, questo può essere molto utile al progettista per testare a banco la stabilità di un’amplificatore di fronte ad un carico “reale” non puramente resistivo senza necessariamente connettere l’amplificatore ad un vero diffusore, in quanto durante le lunghe prove di messa a punto, ovviamente, la continua emissione di toni e fischi e forme d’onda per tempi prolungati ad alta potenza possono risultare insopportabili. Lo schema del circuito la vedete qui sotto.

La rete di resistenze, induttanze e condensatori simula un carico da 8ohm, quello che ho realizzato può reggere fino a 200Watt RMS. Per ottenere le resistenze con i valori fuori standard nello schema è sufficiente fare dei serie parallelo che elenco sotto, io ho usato tutte resistenze da 10 watt di dissipazione (il grosso della corrente passa per le bobine).

  • Resistenza da 2ohm = parallelo 2,2 + 82 ohm
  • Resistenza da 23ohm = serie 22 + 1 ohm
  • Resistenza da 60ohm = parallelo 68 + 470ohm

Io ho realizzato autonomamente le bobina stampando i rocchetti con la stampante 3D e avvolgendovi le spire di rame necessario, tutte solenoidi, sono comunque reperibili in commercio da vari produttori di bobine normalmente usate nei crossover, i valori di RDC non sono stringenti, le bobine che ho realizzato hanno tutte RDC inferiori.

 

Ho eseguito il montaggio dentro la scatola recuperata da una fono valigia guasta, è necessario tenere le bobine lontano dai metalli perchè essi ne variano il valore, quindi una scatola di legno era ideale, in più la costruzione a valigetta rende il carico facilmente trasportabile.

Ho portato fuori il filo con le banane per la connessione agli amplificatori e aggiunto 2 morsettini per connettere comodamente la sonda dell’oscilloscopio. Infine rimontato il coperchio originale della fonovaligia per poter riporre il carico quando non lo uso.

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2 Responses to Carico Reattivo per Amplificatori Audio

  • sono 5 condensatori in polipropilene (quindi non polarizzati) di quelli bianchi da elettrodomestici, da 40uF collegati in parallelo per fare 200uF

  • Gli elementi grigi “coricati” sono i condensatori? Nello schema sono due, nella realizzazione pratica come sono stati ottenuti?

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Radio Kosmophon – Europhon e Ansaldo Lorenz riparate e convertite in FM

Non si conosce nemmeno il modello preciso di questa radio anche se sembra montare lo stesso telaio di almeno altre 3 radio simili che appaiono su radiomuseum.org tutti anonimi. Sulla scala parlante appare la scritta “lorentz” e si presume quindi che sia una Ansaldo Lorenz che monta però un telaio che reca la stampigliatura “Kosmophon”, il telaio sembra lo stesso della RM52 ma monta valvole 6BE6 / 6BA6 / 6AT6 invece delle rispettive versioni a 12volt della RM52 (12BE6 / 12BA6 / 12AT6).

In ogni modo è una radio da comodino della metà degli anni 50, molto carina e che ha anche un’ottima ricezione nella gamma OM/OC in modo nativo, molto migliore di tanti radioloni grossi e di marca anche come qualità dell’audio.

Questa mi è stata consegnata in condizioni di originalità, mancavano le manopoline e aveva la bobinetta di oscillatore locale OM staccata dal supporto con i fili strappati. La si voleva dotare di modulo FM e l’oscillatore locale OM era l’unica cosa che serviva, quando si dice che la sfiga ci vede bene…

In ogni modo il restauro è stato abbastanza veloce, con il solito cambio di condensatori e parecchie ore per riuscire a ri-sistemare la bobinetta nella sua sede, dopo aver ripescato 3 fili grossi come capelli che faticavo a vedere anche sotto la lente e per capire dove diavolo andavano a collegarsi orginariamente. Ho installato il modulo fasciettandolo a una delle 2 media e la radio ha funzionato.

Ho poi stampato 3 manopoline con la stampante 3D per completarla.

Eccola in funzione

Kosmophon

Qui sotto una radio marchiata Kosmophon, che usa lo stesso identico telaio e ha solo un mobilino esteticamente diverso.

Ecco in funzione anche questa

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2 Responses to Radio Kosmophon – Europhon e Ansaldo Lorenz riparate e convertite in FM

  • no, all’epoca c’erano decine di piccoli marchi che facevano radioline che alla fine montavano dentro tutte lo stesso telaio identico e variavano tra loro solo nel mobilino esterno e nella scala parlante, di fatto sono tutte uguali… Kosmophon… Europhon… Eurovox… Radio Phonetta… e tantissime altre

  • Ho appena acquistato una radiolina simile.ha un marchio con una “Z” al centro della scala.qualcuno è in grado di sapere il costruttore?

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