CGE Radioletta 1545 “Violentata” – Ripristino, restauro e conversione FM…

Salve! Mi hanno regalato estate scorsa una piccola e antica radio a valvole, CGE “radioletta” modello 1545. Che ho subito portato a far riparare in un laboratorio di *****. Dopo qualche mese la radio mi è stata riconsegnata riparata. Allora… diciamo che non avrei nulla da obiettare a chi me l’ha riparata perché la radio funziona, mi hanno sistemato il mobile esterno ecc… l’accendo spesso e funziona… però… guardando i tuoi lavori di restauro/riparazioni sulle radio d’epoca c’è un abisso! Tu sei fantastico! E meticoloso. Gia solo il fatto che pulisci sempre l’interno della radio e la struttura in ferro mi mandi di fuori ahahahah. Così ho dato una controllata alla mia di radio, l’ho aperta e notato con un poco di rammarico che la pulizia scarseggia parecchio e alcune valvole seppur funzionanti sono montate un poco storte… e ad accenderla… l’audio dell’unica stazione che prende (non ha FM) si sente malaccio… è piu il ha ronzio sulle canzoni.

Vorrei quindi fare in salto da te e portartela per una revisione COMPLETA di quelle che sai fare tu e una bella ritarata e al limite qualche lavoretto extra…

Ricevo la radio in questione assieme alla fattura consegnata da altri per il lavoro di riparazione che parla di “perizie”, di restauro del mobile e dell’elettronica e sostituzione del cordone di alimentazione, potete visionare qui sotto il documento opportunamente censurato dai dati sensibili…

85€ per un restauro… già vedendo questa cifra così bassa chiunque dotato di buon senso e che abbia veramente idea di quanto tempo è necessario per rimettere in funzione seriamente una radio d’epoca dovrebbe pensare che qualcosa non torna visto per altro che questi signori hanno una tariffa oraria che è il doppio di quella che chiedo io ho pensato immediatamente: ma l’hanno restaurata o hanno fatto finta? … Ovviamente hanno fatto finta, vediamo perchè:

Iniziamo dal restauro del mobile, nell’istante preciso che l’ho vista ho capito immediatamente questo particolare…

Bella brillucciccosa come uno specchio e che odorava da mobilume moderno era stata lucidata non da un restauratore (come si dovrebbe) ma da un mobiliere con vernici a spruzzo, forse qualche sprovveduto non ci troverà niente di male in realtà è un grosso problema per diversi motivi, prima di tutto la resa estetica non è la stessa perchè la gomma lacca non ha un’aspetto così perfetto e ha un colore ambrato ma fin quà il problema è minimo anche perchè se la radio originariamente fosse stata lucidata con vernici alla nitrocellulosa invece che a gomma lacca l’aspetto potrebbe essere molto simile all’originale, il grosso problema è un’altro ossia che queste vernici moderne provocano forti tensioni sulla superficie dell’impiallacciatura che è incollata con colle vecchie e non tenaci come quelle moderne e spesso l’impiallacciatura delle radio che subiscono questa violenza si spacca e si solleva nel giro di pochi anni, il secondo problema è che queste vernici, come tutte le cose moderne, non sono pensate per durare e non sono reversibili, ossia nel fortunato caso che il legno non si spacchi sono destinate a rovinarsi in poco tempo e a rendere molto difficile un successivo ripristino. Con la gomma lacca è possibile sverniciare e riverniciare un pezzo di legno un numero indefinito di volte, con queste verniciature moderne invece si fissa un termine ultimo all’esistenza di un’oggetto, che può non essere importate per un comodino di truciolato da 20€ ma è triste e indecoroso per un’oggetto d’epoca!

Di fatti poi nel successivo tentativo di restauro la rimozione di questo plasticone trasparente è stato molto difficile, ha richiesto 3 cicli di sverniciatura col più potente sverniciatore disponibile sul mercato, altamente corrosivo a base di diclorometano e altri solventi molto forti, nonostante questo il legno era ormai compromesso e la sua naturale porosità non ripristinabile… Non assorbiva l’olio e la gomma lacca non aggrappava più lasciando questo misero e schifoso risultato:

Se non altro non è più destinata a spaccarsi, ma esteticamente è rovinata per sempre. Ci tengo a sottolineare che questa ripugnante pratica di verniciare le radio a spruzzo è diffusa e praticata anche da personaggi che si elevano a venditori di “radio di lusso” anche molto antiche e a prezzi ben maggiori di 80€ quindi metto in guardia chiunque stia leggendo queste pagine: se vedete una bella radio, troppo lucida con una patina spessa e chiaramente trasparente come il vetro e non ambra non compratela! sembrano più belle da vedere ma sono oggetti d’epoca che hanno vissuto 2 guerre mondiali per arrivare a noi ed essere rovinati e compromessi da qualcuno ignorante o privo di scrupoli che ha posto su di essi una sentenza di morte definitiva usando materiali non idonei al restauro… verniciare una radio a spruzzo si fa in 1 minuto, a gomma lacca richiede ore, ma un’oggetto d’epoca merita di essere rispettato e non trattato come qualsiasi altro pezzo di mobilio in truciolato moderno e destinato a finire in discarica entro 5 anni dalla sua vendita! se non siete sicuri potete anche odorarla le vernici a spruzzo hanno il caratteristico odore plasticoso che fanno i mobili moderni. Ricordate queste vernici moderne a spruzzo sono irreversibili!

Ok, finita la parentesi sul mobile vediamo invece come si presentava la parte elettronica…

Perizia ?! Riparazione ?! è tutta originale al 100%, non hanno cambiato niente, zero, nulla! Tutti i condensatori a carta marci e in dispersione ancora tutti al loro posto, l’elettrolitico doppio per metà in isolamento ancora li, resistenze visibilmente cotte (ultima foto) al loro posto, moduli lares con la resistenze integrate il quadruplo del valore nominale al loro posto, la resistenza da 1400ohm per la neutralizzazione del ronzio era diventata da 2600ohm e ancora al suo posto. Anche la sprocizia era ancora tutta al suo posto, contatti ossidati pure. Non hanno toccato niente di niente, si sono limitati a cambiare il cordone di alimentazione con un pezzo di filo bipolare di quello che si compra nei negozi di bricolage.

Quindi riassumendo 85€ pagati per rovinare il mobile e cambiare un pezzo di filo elettrico. E non è questione di aver pagato poco è questione che sarebbe stato meglio non far niente e tenerla solo come soprammobile risparmiando gli 85€.

Veniamo quindi alla situazione reale dell’elettronica di questa radio che era in condizioni di originalità d’epoca (non di fabbrica) infatti in passato qualche riparatore ha sostituito malamente sia la finale audio che la convertitrice con valvole diverse e non del tutto compatibili col circuito di alimentazione dei filamenti. È stata montata, con cambio dello zoccolo, una 30A5 alias HL94 al posto della 35QL6 alias 35D5 nonostante il filamento della 30A5 richiedesse 5 volt in meno della 35D5, tale valvola era poi visibilmente cotta e non avevo il ricambio a disposizione (in tutti i modi la avrei ripristinata) ed hanno sostituito anche la più rara  convertitrice 12TE9 con una UCH81 col problema che il circuito era per valvole col filamento serie da 150mA quando il filamento della UCH81 è da 100mA. Ho iniziato ripristinando lo zoccolo noval della finale audio…

E procurando la 12TE9 che richiedeva solo di ripristinare le connessioni sotto lo zoccolo originale…

Ho quindi proceduto ovviamente a pulire il telaio, alla sostituzione in toto di tutti i condensatori e di diverse resistenze che erano completamente fuori tolleranza. Ho ricostruito un modulo lares marcio, sostituito la lampadina che era troppo luminosa…

Nella bustina qui sotto tutti i pezzi che sono stati tolti…

Quindi ho installato un modulo FM… La tensione che prelevavo dalla lampadina era veramente bassa, appena 5,4volt. Il modulo funzionava ma l’audio presentava forte ronzio dovuto al fatto che lo stabilizzatore di bordo non aveva abbastanza margine per livellare il ripple ho quindi risolto sostituendo il condensatore di livellamento del modulo da 1000uF con uno da 4700uF…

Durante le prove a banco mi sono accorto che quando si commutava la radio su fono non veniva spento l’oscillatore locale OM ho quindi approfittato  di questa cosa per fare una modifica diversa dal solito: invece di porre il modulo tra il segnale demodulato e il potenziometro del volume perdendo la ricezione delle OM ho connesso la sola uscita audio del modulo (filo bianco) all’ingresso della presa fono in questo modo la radio riceve l’FM quando il commutatore di gamma è sulla posizione F e normalmente le OM e le OC nelle altre posizioni, quindi la radio che originale era a 3 gamme d’onda è diventata a 4 gamme d’onda.

Ultimo problema: nel mobile mancava il pezzo di contorno del commutatore di gamma, non so se mancasse dall’epoca o fosse stato tolto o distrutto dal mobiliere nella fretta di verniciare il legno in meno di 1 minuto perchè non voleva perderci tempo… Io quoto per la seconda cosa, nei 2 fori avevano messo 2 viti in ottone, chiaramente erano viti nuove in quanto lucide anche dentro, mentre se fosse stato ottone antico sarebbero state annerite, per altro queste viti erano lunghe e dopo averle avvitate le avevano tagliate alla brutta con un tronchese, deformando la filettatura e rendendo difficile la loro rimozione… quanta fretta, odio i lavori fatti di fretta e chi lavora col pepe al c… fanno solo porcherie.

Con la stampante 3D ho creato un nuovo pezzo presumo simile all’originale (che ho visto solo in una foto presa si sbieco)…

Il restauro è finito, ha richiesto 11 ore di mano d’opera (solo sull’elettronica) più tutti i pezzi sostituiti, le 2 valvole tra cui la 12TE9 è molto difficile da trovare, il modulo FM e una serie interminabile di madonne (una giornata intera) per tirare via la coltre di plastica spruzzata sopra quel mobile, non mi vergogno per niente a dire che questo lavoro è costato 388€ , le ore sono ore e quando hai un’attività e paghi le tasse devi farti pagare quanto necessario a non andare in rimessa e fallire, poco mi importa se questa radio la vendono a 70€ (in condizioni di non funzionamento), perchè se vuoi una radio d’epoca restaurata in modo perfetto e funzionante o ti arrangi e te la restauri da solo o devi pagare quello che è necessario per sistemarla perchè come ho dimostrato in questo articolo (e tanti altri sparsi in questo sito) i lavori fatti dai pastrocchioni che te le sistemano a poco alla fin fine non valgono nemmeno quel poco che chiedono e anzi spesso e volentieri i pastrocchioni rovinano le cose che toccano. Se questa radio mi fosse stata consegnata nelle condizioni di cantina per lo meno mi sarei risparmiato la grossa fatica di doverla sverniciare (con miseri risultati).

Eccola in funzione, nella prima parte del video in onde medie poi commuto in FM

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4 Responses to CGE Radioletta 1545 “Violentata” – Ripristino, restauro e conversione FM…

  • Lavoro impeccabile e perfetto ! Competenza e precisione Complimenti.

  • Ho capito; grazie per la esauriente spiegazione. Quindi mi rifaccio allo schema, unico tra l’altro, che posseggo della radio. Occorre quindi fare attenzione alle piedinatura delle singole finali e delle convertitrici, con la speranza di non fare confusione “sul campo” con le rispettive piedinature. Ti ringrazio molto.
    Michele.

  • le valvole sono praticamente uguali. La 50B5 e la 35QL6 cambiano lo zoccolo una 7pin l’altra 9 pin, la 12AJ8 e la 12TE9 probabilmente cambiano solo la piedinatura, al raddrizzatrice con la W ha una presa centrale sul filamento ma sono uguali… in pratica puoi usare lo schema che hai stando attento alla diversa piedinatura di alcune valvole

  • Buongiorno Stefano, complimenti per il magnifico restauro della Radioletta! Davvero notevole. Volevo chiederti, se posso, poichè posseggo una 1545 (senza/A) che ha qualche differenza sulle valvole impiegate; mi spiego; come riportato dal noto sito di radio, la 1545 dovrebbe montare la 12TE9, 12BA6, 12AT6, 35QL6 e 35W4; nell’esemplare che posseggo, sono presenti invece la 12AJ8, 12BA6, 12AT6, 50B5 E 35X4. Queste ultime valvole sono, a dire del sito, caratteristiche del modello 1545/A. Il fatto è che non riesco a reperire da nessuna parte lo schema elettrico che monta queste ultime valvole. Potresti, gentilmente, suggerirmi dove sarebbe possibile reperire questo schema?
    Grazie comunque.
    Michele.

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Audio Research Reference 210 Monoblock Amplifiers – Problema Trasformatore che Vibra

Ho ricevuto una coppia di Audio Research REF 210 uno dei quali aveva il trasformatore di alimentazione che ronzava molto forte, avevano già provato a zittire detto trasformatore ri-resinandolo ma la soluzione si era rilevata essere provvisoria in quanto dopo pochi mesi il trasformatore aveva ripreso a ronzare di nuovo. Dopo un lungo esame di tutta l’elettronica ho stabilito che non c’erano guasti, nè condensatori marci nè altre cose.

La casa madre non fornisce pezzi di ricambio e propone solo la spedizione negli USA dell’intero apparecchio difettoso a cui avvolgeranno un trasformatore apposta per lui e a prezzi decisamente alti. Quindi si è deciso di produrre un ricambio made in italy. Il trasformatore originale è stato trattato per liberarlo dalla spessa resinatura che lo ricopriva e immediatamente si scopre che questo trasformatore non ha i lamierini intervallati come si fa di solito con i trasformatori di alimentazione ma ha tutte le “E” da una parte e le “I” dall’altra, poi saldati con una saldatura ad arco, cosa che si fa per velocizzare il processo di montaggio e che causa parecchie dispersioni al trasformatore e il rocchetto di cartone fermato con un pezzo di compensato come testimoniamo le foto qui sotto.

È stata poi avvolta una copia del trasformatore originale, che andava resinato senza chiusure per essere poi montato a banco nell’amplificatore…

Con sorpresa il primo clone ancora presentava ronzio, (comunque non forte come il pezzo originale) al chè ho cominciato a fare parecchie ricerche. Le correnti di carico di tutti i secondari erano molto al di sotto delle possibilità del trasformatore che non risultava quindi sovraccarico, però almeno altre 4 persone di cui altro collega riparatore riferivano che questo tipo di difetto fosse presente su molti di questi apparecchi. L’amplificatore ha un ritardo in fase di accensione che dura qualche minuto e che vede la corrente dell’avvolgimento dell’anodica principale salire gradualmente da 0 fino a circa 700mA con la vibrazione che aumenta con l’aumentare della corrente di questo singolo secondario che tecnicamente, per la sezione del filo con cui è avvolto, deve poter erogare correnti diverse volte maggiori di questa… Poi ho iniziato a notare che se ritoccavo la tensione primaria dal variac, correnggendola (verso l’alto) anche di meno di 10volt per un’istante c’era un picco di corrente e un’aumento del ronzio… carica dei condensatori.

Ho quindi concluso che in questo apparecchio, che dopo il ponte raddrizzatore ha un’enorme batteria di condensatori in parallelo quasi 6000uF caricati a 420volt, il trasformatore patisse terribilmente gli spunti di carica degli stessi… Una semplice simulazione con Spice risolve ogni dubbio su questa teoria…

Molti condensatori piccoli in parallelo mostrano una ESR molto bassa… La volontà di AI di abbassare l’ESR del circuito al minimo si evidenzia anche dal fatto che abbiano usato addirittura 2 fili da circa 3mm quadrati in parallelo per connettere il ponte raddrizzatore alla scheda, questo potrà essere positivo dal punto di vista sonoro per il circuito che viene alimentato (sinceramente non so fino a che punto questo possa essere apprezzabile) ma è terribile per il trasformatore, il circuito simulato sopra con spice ricalca la situazione che vive il trasformatore, c’è un generatore di segnale che eroga una sinusoide a 50Hz attraverso un ponte di diodi verso un condensatore da 6000uF che viene caricato a 420volt, alla fine del circuito c’è una resistenza di carico da 552ohm che assorbe i 760mA come dentro l’apparecchio reale. Il grafico in verde mostra i picchi istantanei di corrente assorbiti dal condensatore che ha una ESR prossima a 0, picchi che sfiorano i 50 Amper !!! Gli stessi picchi di corrente si sono presenti addosso al generatore alternati per polarità. Quindi il secondario del trasformatore, sebbene in continuativo non sia sovraccarico, vede degli spunti di pochi millisecondi ma da 50Amper all’inizio di ogni ciclo, la situazione si sarebbe potuta contenere ponendo in serie al positivo del ponte di diodi una resistenza da pochi ohm.

Ulteriori problemi del trasformatore sono dovuti all’uso di un nucleo fortemente rettangolare, quindi tanti lamierini e la mancanza di chiusure durante la resinatura, quindi non sono serrati quando resini e quando avviti o sviti il trasformatore della sua sede li muovi. In fabbrica hanno optato per la saldatura ad arco che blocca tutto… tranne i lamierini al centro… e una resinatura estrema che però negli anni sottoposta alle continue sollecitazioni meccaniche finisce prima o poi per cedere quando forse potevano modificare il tipo di montaggio o il formato del pacco… Però immagino che qualcuno del reparto commerciale abbia pensato che è meglio chiedere 2000€ dopo qualche anno per cambiarlo con un’altro che farà ancora la stessa fine piuttosto che fare un pezzo esente da problemi o aggiungere una resistenza da qualche ohm dopo il ponte…

Ho quindi avvolto un nuovo trasformatore, questa volta l’ho chiuso subito e l’ho resinato da chiuso con una resina maggiormente penetrativa e l’ho montato senza toccare le sue chiusure, anche se questo significava modificare il tipo di montaggio dentro l’amplificatore, nella foto qui sotto si vedere il trasformatore montato ancora in modo provvisorio con i fili lunghi…

Il nuovo trasformatore presenta un ronzio residuo irrilevante e che viene coperto dal rumore della ventola. Ho quindi decreato fosse accettabile e l’ho sottoposto a una giornata interna di test senza riscontrare problemi.

Detto trasformatore di ricambio è disponibile in replica per €350,00 compresa la spedizione.

Parere del proprietario:

ciao, stanno suonando che è una meraviglia, grazie di cuore sei molto bravo, gian

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Carico Reattivo per Amplificatori Audio

Presento qui il semplice progetto di un carico reattivo che simula un diffusore a 3 vie, questo può essere molto utile al progettista per testare a banco la stabilità di un’amplificatore di fronte ad un carico “reale” non puramente resistivo senza necessariamente connettere l’amplificatore ad un vero diffusore, in quanto durante le lunghe prove di messa a punto, ovviamente, la continua emissione di toni e fischi e forme d’onda per tempi prolungati ad alta potenza possono risultare insopportabili. Lo schema del circuito la vedete qui sotto.

La rete di resistenze, induttanze e condensatori simula un carico da 8ohm, quello che ho realizzato può reggere fino a 200Watt RMS. Per ottenere le resistenze con i valori fuori standard nello schema è sufficiente fare dei serie parallelo che elenco sotto, io ho usato tutte resistenze da 10 watt di dissipazione (il grosso della corrente passa per le bobine).

  • Resistenza da 2ohm = parallelo 2,2 + 82 ohm
  • Resistenza da 23ohm = serie 22 + 1 ohm
  • Resistenza da 60ohm = parallelo 68 + 470ohm

Io ho realizzato autonomamente le bobina stampando i rocchetti con la stampante 3D e avvolgendovi le spire di rame necessario, tutte solenoidi, sono comunque reperibili in commercio da vari produttori di bobine normalmente usate nei crossover, i valori di RDC non sono stringenti, le bobine che ho realizzato hanno tutte RDC inferiori.

 

Ho eseguito il montaggio dentro la scatola recuperata da una fono valigia guasta, è necessario tenere le bobine lontano dai metalli perchè essi ne variano il valore, quindi una scatola di legno era ideale, in più la costruzione a valigetta rende il carico facilmente trasportabile.

Ho portato fuori il filo con le banane per la connessione agli amplificatori e aggiunto 2 morsettini per connettere comodamente la sonda dell’oscilloscopio. Infine rimontato il coperchio originale della fonovaligia per poter riporre il carico quando non lo uso.

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2 Responses to Carico Reattivo per Amplificatori Audio

  • sono 5 condensatori in polipropilene (quindi non polarizzati) di quelli bianchi da elettrodomestici, da 40uF collegati in parallelo per fare 200uF

  • Gli elementi grigi “coricati” sono i condensatori? Nello schema sono due, nella realizzazione pratica come sono stati ottenuti?

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