Questo amplificatore per chitarra marchiato masco (prodotto prima dell’affermazione degli apparecchi fender come amplificatori per chitarra elettrica) mi è stato consegnato in stato di originalità per essere revisionato e per convertire il trasformatore di alimentazione a 230volt.
Il trasformatore originale è stato riavvolto, mentre il circuito ha subito un totale cambio di condensatori e di diverse resistenze che erano completamente andate.
Può essere molto utile avere un generatore di rumore bianco per fare diversi test sulle elettroniche audio, ho quindi messo a punto un piccolo generatore a transistor che eroghi un rumore bianco con una banda sufficiente per il collaudo di un’apparecchiatura audio e un’ampiezza di uscita compatibile con un’ingresso linea.
Il circuito è molto semplice la giunzione EB del BC337 polarizzata inversamente funziona da generatore di rumore, mentre i 2 BC337 successivi funzionano da amplificatori audio mentre il JFET BF256 da buffer di uscita, R8 e R5 formano la rete di retroazione necessaria a compensare il carico che verrà posto sull’uscita che può scendere fino a 22kohm. Il circuito è alimentato a 15volt stabilizzati forniti da un LM317L sufficiente ad erogare i 7mA assorbiti dal circuito, l’alimentazione viene fornita esternamente con un piccolo alimentatore “cubetto” di recupero che eroga 24volt CC, la cella RC R9/C6 forma un filtro che impedisce a qualsiasi rumore esterno di raggiungere il circuito che andrà preventivamente schermato in quanto, visto l’alto guadagno (circa 60dB), capterebbe molto facilmente i 50Hz di rete amplificandoli a dismisura.
Questa radio rientra tra quelle più disastrate che ho restaurato, come spesso capita, qualcuno durante la sua esistenza pensando “la disossido” si è recato in una ferramenta e ha acquistato un lubrificante per contatti (ricordo a tutti che le ferramenta non hanno pulitori adatti alle elettroniche!) e l’ha irrorata ungendola per bene, poi è stata collegata alla corrente in queste condizioni, non si sa quanto tempo dopo la lubrificazione e com’era ovvio che succedesse si è bruciato il trasformatore di alimentazione ed è stato fatto fumare anche il tossicissimo diodo al selenio. È stata poi ferma tantissimo tempo accumulando polvere che andava ad impastandosi sopra l’unto creando la patina cerosa e nera che potete vedere nelle foto qui sotto, il nero è dato anche dai fumi dell’arrosto che è stato fatto, infatti durante il restauro, anche dopo aver pulito tutto al meglio, toccando certe saldature si sprigionava odore di “cavolfiore metallico” (fumi di selenio) che mi costringevano a lavorare in apnea con un ventilatore addosso al telaio.
Il trasformatore è stato smontato.
Il telaio è stato letteralmente lavato per un pomeriggio intero con pennelli spazzolini da denti sgrassatore e compressore, mentre il trasformatore riavvolto.
È stato fatto un recap completo e sono state sostituite anche un discreto numero di resistenze, il gruppo FM non aveva più il coperchio originale, in tempi arcaici era stato fatto un coperchio sostitutivo con della lamiera ma andava saldato per assicurare una buona schermatura. Inoltre ho avuto parecchi problemi di falsi contatti dei commutatori a tastiera che erano incrostato di sostanza nera, essendo inaccessibili ho fatto parecchia fatica a pulirli, mi sono dovuto servire di un pennello da pittura e alcool isopropilico per riuscirli a lavare. Ovviamente ho dovuto ritarare la media frequenze e il gruppo FM che erano completamente fuori.
Il mobile è stato completamente sverniciato e riportato al nudo legno per poi essere rilaccato, purtroppo con queste radio l’operazione porta via l’estetica originale con le sfumature dipinte sui bordi ma purtroppo non potevo fare diversamente, essendo la lucidatura originale ridotta a una crosta che si distaccava da sola.