Ho ricevuto questo amplificatore da un mio cliente che ha effettuato uno scambio con altro materiale, l’apparecchio era stato tutto pasticciato dal solito smanettone che tocca cose senza distinguere la differenza tra un condensatore e una resistenza. Alimentandolo e iniettando un segnale a 1khz su un suo ingresso si presentava questo segnale al morsetto degli altoparlanti…
Lo zoccolo di una delle 2 finali era consumato e stringava poco… quindi che ho fatto? no no… non ho strinto le mollette dello zoccolo con un cacciavite e grattato i pin delle valvole fino a lucidarli, eliminando la placatura protettiva come fanno certi. Ho fatto l’unica cosa che si può fare in questi casi ossia cambiare i 2 zoccoli. Molte vecchie resistenze ad impasto erano state cambiate e quelle lasciate al loro posto erano marce, quindi ho provveduto a sostuire quelle che ancora infastidivano la ECL86 con valori sballati. Poi ho dovuto cambiare 4 pezzi di cavo schermato che portavano il segnale tra potenziometro volume e scheda (la foto a inizio pagina è quella finale, non ho fatto la foto del prima). L’amplificatore continuava ad avere problemi. Ho scoperto guardando lo schema che avevano cambiato i valori delle resistenze di polarizzazione del triodo della ECL86 con valori diversi. Staccando le resistenze sbagliate infatti poi ho visto le serigrafie con i valori corretti, i problemi si attenuavano ma non sparivano del tutto. Dopo diverse prove ho scoperto una cosa curiosa, avevano cambiato i 2 condensatori di disacoppiamento tra triodo e pentodo della ECL86 con dei condensatori Obbligato… come se su un’apparecchio del genere tale finezza… In ogni modo il circuito è sensibile in modo pazzesco al verso in cui è inserito il condensatore, è una cosa che ho visto tante volte sulle radio d’epoca dove a volte schermavano anche il condensatore stesso con una lamierina. Essendo la griglia del pentodo della ECL86 ancorato da una resistenza da 820k se si connette il condensatore con l’armatura esterna dal lato della griglia questa diventa un’antenna e capta di tutto, l’ho sospettato quando ho visto che solo uno dei 2 canali oscillava forte, l’altro probabilmente aveva rientri dal primo. Ribaltanto il condensatore la griglia del pentodo era connesso all’armatura interna schermata da quella esterna e il 90% del problema residuo è scomparso. Restava ancora un’innesco a 80khz quando si abbassava il volume poco prima dello zero e veniva captato solo dall’ingresso AUX che da progetto ha una resistenza da 470k posta in serie all’ingresso. Non capirò mai la concezione di questi apprecchi, lavoravano con impedenza altissime, correnti infinitesimali, segnali di una consistenza inferiore a quella di un fantasma, che correvano avanti e indietro tra commutatori, deviatori, 4/5 ponteziometri perdendo di valocità, distorcendosi e raccogliendo rumore da tutte le parti, bha… Comunque un’altra epoca.
Piccola parentesi, il circuito come da pratica comune insegnata dai guru pasticcioni era stato tutto bello unto sugli zoccoli e non si capisce il movito i trasformatori d’uscita sono stati tutti belli inzuppati e ricoperti di sporco che si è appiccicato. Fatto forse con l’intento di proteggerli ma in realtà è una pessima idea per tanti motivi.
Le strumentali che ho rilevato sono una potenza di 3,3Watt RMS con uno smorzamento pari a DF 13 circa, qualche grafico… Intanto con i controlli di tono “flat” non è flat…
Facendo qualche prova empirica ho trovato questo settaggio che direi è unico per questo apparecchio e irripetibile…
Ottenendo questo grafico…
Questo succede perchè lavorando con dei segnali fantasma ad impedenze così alte, filtri con resistenze e potenziometri che sono centinaia di kili se non mega, ci sono le tolleranze che variano e anche solo che sposti un filo o ne cambi il tipo modifichi le capacità distribuite e tanti saluti, secondo me anche da nuovi usciti dalla fabbrica non ne trovavi 2 perfettamente uguali. Proseguiamo con il resto della analisi, THD:
Quadra a 1khz:
E quella che doveva essere una quadra a 10khz…