Piccolo aggiornamento di Marzo 2024…
In un mondo in cui la tecnologia è in costante evoluzione e la domanda di prestazioni audio di alta qualità è sempre più diffusa, è fondamentale comprendere le specifiche e le misure dietro gli amplificatori e i trasformatori audio. Questo articolo è il risultato della mia esperienza personale, nata dalla volontà di portare chiarezza in un settore in cui molte persone si sono trovate a chiedersi: “Che misure deve avere un amplificatore o un trasformatore per suonare bene?”
Sono stato io a iniziare questa moda, motivato dalla consapevolezza che nessuno prima di me si era preso la briga di acquisire e pubblicare dettagliate misurazioni. Il mio obiettivo iniziale era pragmatico: creare un archivio personale di dati di paragone, una risorsa preziosa per facilitare future riparazioni.
Risalendo agli anni passati, ho iniziato a dotarmi degli strumenti necessari per misurare con precisione le caratteristiche degli apparecchi audio che riparavo. L’acquisizione e la conservazione di queste misurazioni servivano principalmente a formare un archivio personale. Questo archivio si è rivelato una risorsa insostituibile quando, in un secondo momento, mi sono trovato ad affrontare nuovamente la riparazione dello stesso tipo di apparecchio. Confrontare i dati acquisiti in diverse occasioni forniva una bussola affidabile per valutare la coerenza e l’integrità dei componenti.
Il mio sito web personale è diventato un luogo dove condividere non solo gli articoli sulle riparazioni, ma anche i dati misurati. La trasparenza e la condivisione di queste informazioni sono diventate una parte integrante della mia filosofia di lavoro. Oltre a fornire un servizio di riparazione di qualità, desideravo contribuire alla comunità audio con dati oggettivi e quantificabili. Questo approccio non solo ha reso il mio sito una vetrina per il mio lavoro, ma ha anche alimentato la crescente domanda di informazioni concrete nel mondo dell’audio.
Molti si interrogano sulla correlazione tra i dati strumentali e l’esperienza uditiva effettiva. Spiegare questa complessa relazione richiede una profonda conoscenza tecnica e una vasta esperienza, poiché la risposta non è mai completamente lineare.
Il cammino che mi ha portato a esplorare questa intricata connessione ha avuto inizio nel laboratorio di G. Mariani, il fondatore della rinomata ditta GRAAF, celebre per la produzione di amplificatori OTL (Output Transformer-Less). Mariani, figura di riferimento nel settore, sosteneva un approccio equilibrato all’analisi strumentale e all’ascolto soggettivo.
Le parole di Mariani risuonano ancora nelle mie orecchie: “Se un amplificatore è lofio agli strumenti di misura, è probabile che sarà lofio anche all’ascolto. Tuttavia, un amplificatore che supera gli strumenti è già sulla giusta strada, ma va ascoltato e valutato.” Questa affermazione sottolinea l’importanza di una valutazione oggettiva, ma allo stesso tempo riconosce la complessità dell’arte dell’ascolto.
La filosofia di Mariani suggeriva che un buon risultato agli strumenti fosse indicativo di un solido fondamento, ma il vero test risiedeva nell’esperienza uditiva. La sua saggezza rifletteva la consapevolezza che il modo in cui si ottiene un determinato risultato strumentale può variare notevolmente. Diverse metodologie e circuitazioni, pur producendo risultati simili agli strumenti, possono creare esperienze sonore diverse.
In sintesi, la correlazione tra misure strumentali e qualità uditiva è un territorio complesso, in cui la precisione degli strumenti è solo un tassello del puzzle. L’ascolto attento e la valutazione soggettiva giocano un ruolo fondamentale nell’assicurare che la resa sonora di un amplificatore o di un trasformatore sia davvero all’altezza delle aspettative degli appassionati di audio di qualità.
Nel contesto di un circuito, è possibile apportare miglioramenti sostituendo alcuni componenti con altri equivalenti di qualità superiore. Questa ottimizzazione può interessare non solo le valvole ma anche, ad esempio, i condensatori e altri componenti. Tali cambiamenti possono influire notevolmente sull’esperienza di ascolto, senza però alterare in modo significativo i risultati strumentali. La ragione di ciò risiede nel fatto che gli strumenti di misura “standard” effettuano valutazioni in condizioni stazionarie, utilizzando un tono sinusoidale. In questa modalità, l’intero circuito si stabilizza ad un determinato regime, impedendo di visualizzare le dinamiche reali che si verificano quando il circuito è sottoposto a un segnale musicale complesso, caratterizzato da molteplici frequenze sovrapposte e variabili.
Esistono analizzatori di spettro specializzati che consentono il confronto in tempo reale tra un segnale di ingresso arbitrario, come quello della musica, e il segnale di uscita proveniente dallo stesso amplificatore. Questi dispositivi sono in grado di acquisire i 2 segnali e confrontarli per visualizzare anche fenomeni transitori di breve durata, permettendo di catturare e misurare le sfumature sonore generate dall’amplificatore in condizioni di utilizzo reale. Questa affermazione è volta a confutare l’idea errata secondo cui le percezioni uditive non sono misurabili.
Tuttavia, è importante sottolineare che strumenti di questa precisione possono essere estremamente costosi, superando spesso i 30.000€. Questo significa che non molti appassionati di audio possono permettersi di investire in strumenti così avanzati. Personalmente, anch’io mi trovo nella stessa situazione e comprendo le limitazioni legate all’accessibilità di tali attrezzature di alto livello.
Quando condividi informazioni su un sito web, è naturale concentrarsi su queste misurazioni strumentali, poiché rappresentano gli unici dati oggettivi a disposizione. Mentre nel discutere di aspetti legati al suono, è inevitabile esprimere considerazioni personali e soggettive, strettamente connesse alle proprie preferenze e percezioni, che non possono essere realmente comunicate a distanza.
Ora sembra che il mio modo di gestire questo sito stia mettendo in difficoltà qualche mio concorrente, specialmente quelli che forse preferirebbero che tutto il discorso rimanesse avvolto nel fumo, come è sempre stato. Questo perché in condizioni nebulose è più semplice vendere qualsiasi cosa affidandosi solo alla parola. Un esempio di risposta sorprendentemente stupida che ho sentito affermare alla domanda “Che strumentali deve avere un trasformatore per produrre un suono di alta qualità?” è stato “deve suonare”… Ma cosa si intende con “deve suonare”? Qual è il significato di “questo suona” o “questo non suona”? Suona o non suona per chi? Per il dichiarante? La sua percezione uditiva rappresenta un riferimento universale? Le sue orecchie sono certificate dall’istituto IEEE? (speriamo non soffra mai di sinusite nella sua vita, dio ce ne scampi dalla inaffidabilità delle sua misure orecchiometriche).
Insomma, diciamo le cose come stanno: se ascolto un dispositivo e mi piace, per me “suona”, se non mi piace, allora “non suona”, secondo me. Tuttavia, è importante riconoscere che questa valutazione è del tutto personale. Quello che per me è un suono gradevole potrebbe non esserlo per un’altra persona.
Nel corso della mia esperienza personale, ho sviluppato una particolare avversione per il suono prodotto dai circuiti push-pull che impiegano lo sfasatore cathodyna e ancor di più per quelli che utilizzano lo sfasatore paraphase all’interno di un anello di controreazione. Li trovo così spiacevoli da causarmi fastidio fisico, un vero e proprio tormento per le orecchie. Fino ad ora, coloro con cui ho condiviso queste opinioni hanno concordato sulla qualità di suono preferibile è ottenibile con lo sfasatore long tail.
Tuttavia bisogna notare che ci sono persone che apprezzano i vecchi apparecchi Dynaco, come il 410A. Personalmente, non posso determinare se ciò sia dovuto a una mancanza di punti di riferimento nella valutazione o se le loro percezioni uditive siano semplicemente diverse dalle mie. È un po’ come discutere sulle preferenze culinarie: se a un cinese piace il pippistrello in brodo, potrebbe essere difficile da comprendere, ma alla fine, ognuno ha i propri gusti e preferenze, e la varietà è ciò che rende il mondo interessante. Ora, se mi chiedete di assemblare un circuito clone Dynaco, vi dirò che per me fa schifo, ma tutto si ferma lì. Siete voi i clienti? Pagate? Se poi alla fine non vi piace, ve lo avevo detto; se invece vi piace, contenti voi, contenti tutti.
Per questo motivo, chiunque si avventuri su internet a proclamare che determinati trasformatori o amplificatori “non suonano” è, a mio avviso, una persona insensata, soprattutto perché spesso manca di argomentazioni. Personalmente, ho frequentemente espresso pareri tecnici, mostrando dispositivi costruiti in modo scadente, trasformatori assemblati con tale negligenza da permettere di infilare un coltello nella fessura del traferro, e apparecchi che, secondo i proprietari stessi, producevano un suono davvero orrendo, che evidenziavano distorsioni colossali che ho poi risolto.
Ho anche affrontato trasformatori con una banda passante così limitata da rendere inevitabilmente il suono cupo, poiché tagliavano le frequenze alte. Ho parlato di trasformatori piccoli fatti per costare poco che alla fine hanno grossi problemi. Tuttavia, chi si limita a dichiarare “questo suona” o “questo non suona” senza dire un perchè mi lascia letteralmente senza parole. Ritengo che tali individui non dovrebbero essere presi sul serio.
in teoria tutto può essere o non essere, non c’è una regola, è come fare un minestrone con tanti ingredienti. Innanzi tutto la credenza che i single ended distorcano solo con le pari e i pushpull solo di dispari è una freganccia grande come giove, ti basta fare un giro tra tutte le varie riparazioni del mio sito di cui ho pubblicato gli spettri armonici catturati per vedere che non c’è una regola, perchè i circuiti sono complessi e i fenomeni che avvengono al loro interno complicano le cose. Quindi non puoi definire un suono di un circuito e quello di un’altro.
Articolo molto interessante!
Avendo progettato ed ascoltato molti valvolare in configurazione push-pull e single ended, puoi dirci se esiste una qualche differenza caratteristica, a livello di ascolto, tra le due soluzioni?