Radiomarelli Alcor Lusso (1937) – Restauro

Nell’aggiornamento di questo articolo vi mostro una Alcor Lusso Abbinata al mio trasmettitore OM con valvola PCF80. La radio è questa, il restauro è stato simile al precedente…

Nel video sotto si vede la radio assolutamente non modificata in nessun modo che riceve audio proveniente da youtube ritrasmesso sulle  onde medie per mezzo del trasmettitore.


Articolo precedente (Luglio 2021)

Questa Alcor mi è arrivata in condizioni di discreta originalità, portava solo i segni di una riparazione d’epoca avvenuta probabilmente negli anni 40 / 50 in cui avevano sostituito la 42 e relativo zoccolo con una 6V6GT e aperto in modo brutale, a mò di scatoletta di tonno, il barilotto con le bobine dell’oscillatore locale. A parte questo il telaio non aveva altri problemi a parte una gran quantità di sporco.

Ho iniziato il lavoro rimuovendo provvisoriamente il trasformatore di alimentazione…

E dandogli una bella lavata…

Quindi ho iniziato con il ripristino dello zoccolo U6A della 42, poi ho sostituito tutti i condensatori elettrolitici e a carta.

Alla prima accensione al tentativo di allineare le medie frequenze però purtroppo queste non si accordavano, con il grano tutto inserito si era ancora lontani da avere una sensibilità decente, ho quindi dovuto smontarle e aprirle per sostituire il condensatore di accordo.

Dopo di che sono riuscito ad allineare sia le MF che il gruppo RF e il telaio funzionava nuovamente.

Il mobile è stato messo a nuovo e ho provveduto anche a montare un nuov logo Radiomarelli perchè il suo era andato perso.

Eccola in funzione, nella ricezione delle onde corte (era pomeriggio e in OM si riceveva solo rumore)

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1 Responses to Radiomarelli Alcor Lusso (1937) – Restauro

  • Sono la figlia del possessore originario della radio che ora ho regalato a mio figlio.Vederla mi ha commosso e le faccio i complimenti per il perfetto ricupero.Ho preso una laurea con il sottofondo della sua musica.Complimenti di nuovo e distinti saluti.Sandra Cappellini Barbieri

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Allocchio Bacchini 426 – Il riparatore economico vi sta truffando?

Come è già capitato numerose volte vengo contattato da qualcuno che mi dice qualcosa del tipo: “ho questa radio ma non ha bisogno di essere riparata, perchè è già stata riparata da tizio, caio e sempronio, vorrei solo che mi installasse il modulo FM”… Io tanto sò che mi arriverà in mano una radio o rovinata o a cui non hanno fatto assolutamente niente… In ogni modo vediamo cosa arriva…

Hanno staccato l’elettrolitico a vitone e montato 2 condensatori elettrolitici rigorosamente di recupero, con i terminali tagliati troppo corti giuntati con dei fili… e basta… questo è l’idea di restauro dell’ennesimo ciarlatano che per aver montato 2 condensatori recuperati del valore di 1€ l’uno lavorando per ben 5 minuti sfila 100€ al suo clienti raccomandandosi di tenerla accesa poco tempo perchè la radio è una vecchietta… e si… “La tenga accesa poco, perchè visto che ho fatto finta di lavorare e non ci ho fatto niente, dentro è ancora tutta piena di condensatori marci e rischi di fumarla”.

Quindi, ricominciamo l’articolo… Mi hanno portato questa radio in condizioni di cantina e volevano metterci il modulo FM. Quando ispeziono il telaio trovo montato sotto un trasformatore d’uscita per pushpull di 6V6, probabilmente riparazione dell’epoca con la prima cosa che avevano sotto mano, un paio di elettrolitici moderni montati in un maldestro tentativo di riparazione.

La prima cosa che ho voluto fare visto che il trasformatore pushpull non può funzionare decentemente in presenza di corrente continua è stato produrre un ricambio adatto alla radio, razzando un pò nel cartone dei “cadaveri” riesumo questo che sembra fare al caso:

Chissà di che cos’era prima?! però i fissaggi si prendono perfettamente con i fori nel telaio della radio, quindi dopo aver misurato l’impedenza dell’altoparlante calcolo un trasformatore d’uscita adatto a una UL41 e lo avvolgo nuovo con tanto di spira antironzio.

Montato il nuovo trasformatore il lavoro prosegue cambiando tutti gli elettrolitici, sistemando qualche brutta saldatura e installando il modulo FM. 

Alla prima accensione la radio emetteva solo un debole fruscio di fondo, la tensione anodica misurata era di 83volt sul primo condensatore elettrolitico…

Mi vuole poco per capire che la raddrizzatrice UY41 era completamente esaurita, al sostituisco con un’altra e tutto si mette a funzionare.

Eccola in funzione

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Prova Valvole Mercury 1100A – Riparazione con piccolo Upgrade

Questo è un piccolo prova valvole americano, di cui riporto sotto lo schema:

Clicca qui per scaricare lo schema come PDF

Il prova valvole essendo americano è a 110volt, però accidentalmente è stato alimentato a 230 e si è bruciato l’autotrasformatore che lo alimenta. L’ho smontato ma tale autotrasformatore era impregnato con resina molto dura e avrei dovuto lasciarlo in acetone per 1 settimana per riuscire ad aprilo col rischio poi che quando provavo a sbobinarlo dentro ci fosse filo molto sottile e abbrustolito che non si riusciva a svolgere anche perchè questa resina quando l’acetone evapora torna ad indurire. Visto che non mi sembrava una roba troppo difficile da rifare da zero ho deciso la via violenta di sezionare l’autotrasformatore solo per vedere la sezione del filo di rame con cui era fatto, anche perchè sapevo che l’avvolgimento al suo interno non sarebbe stato di una sola sezione ma con diverse seziona dal grosso al sottile partendo dalle basse tensione e salendo.

Eccolo qua, poi rompendo il durame con un cacciavite ho visto che c’erano 3 sezioni diverse di filo di rame e strappando i fili che uscivano ho potuto capire quali parti erano avvolte con quale sezione di rame. Poi però visto che c’ero ho pensato che poteva essere meglio fare un piccolo aggiornameto all’apparecchio che aveva problemi di sicurezza dovuti proprio all’uso di un auto trasformatore, infatti ad esempio basta vedere lo schema e sulla clip che va al cappuccio delle valvole che con il commutatore in una certa posizione va a essere direttamente collegato ad un capo della rete elettrica, e si potrebbe venire in contatto con la rete elettrica anche se non si fa attenzione nell’inserire certe valvole con i pin più lunghi (come le octal), o inserendo un’oggetto metallico nei fori degli zoccoli delle valvole (anche se uno che fa una cosa del genere apposta una bella scossa se la merita… lo state pensando anche voi haha) vedi schema:

(in rosso il percorso che poteva porre l’utente in contatto con la rete elettrica)

Quindi ho pensato di creare un trasformatore convenzionale con primario a 230volt che avesse un secondario che fornisse le stesse tensioni e avesse le stesse sezioni di filo dell’autotrasformatore di origine. Ho dovuto fare un pò di prove perchè un trasformatore normale risulta più grosso di un’auto-trasformatore con la stessa potenza, ho dovuto trovare il nucleo più grosso che si poteva alloggiare nel prova valvole e cercare di infilarci dentro gli avvolgimenti che servivano. Solo a scopo di riparare un’apparecchio vintage con pezzi vintage ho voluto riutilizzare un nucleo di un trasformatore d’epoca, un trasformatore d’uscita (per 6v6 credo) bruciato (proveniente da una magnadine dall’aspetto) che ho opportunamente svuotato e riavvolto con quello che mi serviva.

Nella foto successiva si può vedere il nuovo trasformatore e relativo cablaggio. Ho anche aggiunto un fusibile. L’unico inconveniente di questa modifica è che l’interrutore che accende il prova valvole si trova ora sul secondario, quindi si spegne il prova valvole ma il primario del trasformatore di alimentazione rimane alimentato, non volevo forare per aggiungere un’interruttore e deturpare l’aspetto esteriore, tanto basta saperlo e non lo si lascia con la spina attaccata.

Qualche valvola in prova…

Questa 6V6 ha un pò di GAS dentro…

Ho dovuto fare qualche test comparativo con un mio prova valvole triplett (sempre ad emissione come questo) per accorgerni che c’erano alcune resistenze troppo avariate all’interno perchè misurava quasi tutte le valvole molto basse anche su BAD quando erano perfettamente funzionanti. Ad esempio la 6K7 dell’ultima foto qui sotto era nuova di pacca tolta dalla scatola per l’occasione ma questo prova valvole ma segnava al 30/40%, mentre il mio la dava intorno all’72%. Nota che questi prova valvole non danno indicazioni attendibili sulla effettiva percentuale di esaurimento di una valvola (quella la potete avere solo con un prova valvole a transconduttanza), ed è per questo che posso segnare una valvola nuovissima comunque al di sotto del 100% o tra 2 apparecchi di diversa fattura possono apparire differenze di misura, infatti l’unica cosa che andrebbe considerata è “ROSSO ESAURITA” “VERDE BUONA” fine. La scala che presentano può essere presa solo come termine di paragone tra 2 valvole dello stesso tipo, ad esempio se provare due 6V6 e una misura qualche punto percentuale un più dell’altra può essere che sia più efficente, ma non sono strumenti affidabili per fare match e non vanno usati a questo scopo. Diciamo che sono tester piuttosto grezzi per fare test veloci “GO/NO GO” su valvole che vanno montate su apparecchi senza pretese di selezione del tubame inserito, quindi radio d’epoca e similari.

Io ad esempio ho un prova valvole ad emissione, un pò più grosso e completo di questo che uso per accertarmi giusto che le valvole che voglio usare non abbiano corti interni e non siano a zero, mi basta per le valvole che piazzo sui restauri vintage oppure per test preliminari di valvole più pregiate che andrò in un secondo momento a misurare seriamente sul tracciacurve computerizzato che è un gradino sopra anche dei prova valvole a trasconduttanza e permette match molto più precisi di essi. Il motivo di fare 2 passaggi è perchè il tracciacurve è sicuramente uno strumento delicato e potrebbe prenderla male se viene inserita una valvola con dei corti o del gas, quindi per una prima scrematura in fase di selezione di valvole per uso audio anche un tester semplice come questi ha la sua utilità.

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1 Responses to Prova Valvole Mercury 1100A – Riparazione con piccolo Upgrade

  • Un lavoro impeccabile da parte di Stefano Bianchini e la soddisfazione di riavere lo strumento perfettamente funzionante a 230V, senza più preoccuparsi di trasformatori di adattamento!

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