Il Triodino 2 “Rework” – v2.1 – Perchè non dovete costruire l’originale…

Considerazioni importanti sulla valvola 5998A e altre valvole regolatrici

La valvola 5998A è progettata principalmente per fungere da valvola di uscita a inseguitore catodico in applicazioni come regolatore di tensione in serie. La sua caratteristica più significativa è il suo valore eccezionalmente basso di resistenza interna (Ri), nominalmente di 350 ohm, che consente alla valvola di fornire fino a 250 mA con una caduta di tensione anodo-catodo inferiore a 50V. È importante sottolineare che queste specifiche di funzionamento si applicano a ciascuna metà della valvola. La valvola 5998A non è stata originariamente progettata per essere utilizzata in applicazioni audio. Come già detto in origine, è stata creata per essere impiegata come regolatore di tensione in alimentatori stabilizzati. Quando utilizzata in applicazioni audio, la valvola può presentare problemi che non erano rilevanti nel suo utilizzo originale.

Una delle principali sfide nell’utilizzo della valvola 5998A in applicazioni audio riguarda l’instabilità del bias. Nel corso del tempo (minuti, ore), il bias può variare significativamente, causando problemi di polarizzazione, linearità e sovraccarico delle alimentazioni, soprattutto se i circuiti di bias non vengono implementati correttamente. Gli audiofili che desiderano utilizzare questa valvola per scopi audio devono prestare particolare attenzione a questi aspetti e adottare misure appropriate per affrontarli.

La sua costruzione presenta una forma particolare per garantire che i fili della griglia rimangano sufficientemente raffreddati per prevenire l’emissione di elettroni, anche verso la fine della vita della valvola, quando materiale attivo dalla superficie del catodo potrebbe essersi depositato sulla griglia. La valvola 5998A ha una struttura che comprende un catodo piatto, una griglia di controllo avvolta tra aste scanalate e un’anodo diviso in due sezioni a forma di “U” piatte, una su ciascun lato del catodo.

Gli elettrodi al suo interno sono vicinissimi e proprio per questa estrema vicinanza essa è soggetta a derive importanti del bias dovuta alla deformazioni meccaniche degli stessi elettrodi quando questi variano di temperatura, sempre a causa della vicinanza tra gli elettrodi bisogna stare molto attenti a non oltrepassare le tensioni massime ammesse per non rischiare che avvengano scariche interne, che potrebbero anche distruggere la valvola o guastare l’amplificatore su cui sono montate.

Pertanto, sebbene la valvola 5998A possa essere utilizzata in applicazioni audio, gli audiofili devono essere consapevoli delle sue peculiarità e delle sfide associate al suo utilizzo, ossia la corretta implementazione del bias.

È importante sottolineare che le considerazioni e gli avvertimenti riguardanti l’instabilità delle caratteristiche si applicano a tutte le valvole regolatrici, comprese le 6AS7, le 6080, le 6336 e le 6C33. Queste valvole condividono la tendenza a presentare una forte instabilità delle caratteristiche di placca durante il riscaldamento e di avere derive molto grandi e che si compiono in lunghi tempi di riscaldamento. Questa instabilità non era un problema nel loro utilizzo originale, queste valvole operavano all’interno di circuiti con una retroazione molto forte che compensava efficacemente le derive. Tuttavia, quando vengono utilizzate in applicazioni audio questa instabilità può diventare un problema significativo. È importante comprendere le peculiarità di queste valvole e adottare le misure appropriate per garantire un funzionamento stabile e affidabile nel contesto audio.

Analisi dei difetti nel progetto Triodino 2

Nel mondo dell’autocostruzione audio a valvole, mi ritrovo ancora una volta a evidenziare inconvenienti. Non posso fare a meno di notare che ci sono numerosi schemi e progetti che circolano da oltre 25 anni, pieni di errori, senza che nessuno si sia mai accorto o abbia avuto la volontà di correggerli. Sembrerebbe che l’unico criterio di giudizio sia che l’apparato “suoni”, senza prestare attenzione a una progettazione accurata come la ritengo necessaria. Questo articolo nasce dalla richiesta di “P.C.” di un set di trasformatori per realizzare un progetto trovato su una vecchia rivista, chiamato Triodino 2 con la valvola 5998A. Di seguito, allego lo schema che mi è stato inviato:

Ormai ho imparato a non fidarmi ciecamente degli schemi provenienti da internet, riviste e libri scritti da vari “guru”. Appena ho dato un’occhiata a quei 350 volt, mi è subito venuto il sospetto. Ho consultato il datasheet della valvola 5998A e ho scoperto che è essenzialmente una versione leggermente potenziata della 6AS7 o 6080, differendo solo per la massima dissipazione di potenza, che è di 15 watt per la placca rispetto ai 13 watt della 6AS7 e della 6080 e ha un mu superiore. Per il resto, le tre valvole sono praticamente identiche.

Facendo alcuni calcoli semplici, ho notato che la resistenza di catodo indicata è di 1k e viene specificato un voltaggio di 53 volt. Applicando la legge di Ohm (I = V/R), la corrente che scorre attraverso la resistenza di catodo è di 53 mA. Se sulla placca sono presenti 350 volt, sottraendo i 53 volt che cadono sulla resistenza, sulla valvola rimangono 350 – 53 = 297 volt. Pertanto, la potenza dissipata è di 297 * 0,053 = 15,74 watt, già leggermente oltre il limite massimo di dissipazione consentito per la 5998A. Il secondo problema sono quei 297 volt che cadono sulla 5998A…

Ora, diamo un’occhiata ad un estratto del datasheet della 5998A…

Il sottotitolo della sezione recita “Valori ASSOLUTI” e poco più avanti si legge “Tensione di placca continua = 275V”, che indica la massima tensione fissa che la valvola può tollerare in modo sicuro. Tuttavia, in questo progetto, si applicano 297V, superando il valore massimo specificato. È importante sottolineare che è sottointeso e buona pratica far funzionare una valvola SOTTO i suoi valori massimi. Nel caso di valvole regolatrici di tensione come questa, è particolarmente importante rispettare i valori massimi di tensione di placca, poiché la loro costruzione interna prevede distanze ridotte tra i vari elettrodi (catodo, griglia, placca come si vede nella foto poco sopra) per ottenere resistenze interne molto basse. Di conseguenza, l’isolamento tra questi elementi si riduce drasticamente. Inoltre, è necessario considerare le dilatazioni termiche dei metalli. Superare questi limiti significa mettere a rischio la valvola con il pericolo di scariche interne. Le voci di coloro che affermano di averlo fatto senza problemi sono irrilevanti. I datasheet sono considerati come una guida affidabile, chi nel passato ha progettato la valvola sapeva quello che faceva più di quelli che fanno chiacchere da bar.

Inoltre, ho effettuato una simulazione del circuito in questione per verificare i dubbi riguardo all’impedenza corretta del trasformatore (2500 ohm). Lo screenshot che segue mostra chiaramente la presenza di distorsione armonica, senza necessità di analisi spettrale. È evidente anche una forte compressione nella semionda di salita, causata dalla bassa resistenza di ancoraggio della griglia finale (100k, troppo bassa), che sovraccarica il triodo pilota dell’ECC81.

Nel contesto di questo progetto, i famosi “8 Watt Sopraffini” si sono distinti, ma in realtà, non sono nemmeno 7 watt RMS pieni prima che si verifichi il clipping. Questa valutazione è basata su simulazioni, ma nella realtà potrebbero essere raggiunti solamente 3 o 4 watt effettivi RMS. Ho sollevato questi dubbi a “P.C.” (forse sono stato il primo ad avere il coraggio di farlo in 25 anni? O forse semplicemente sono l’unico a essermene accorto?), e mi ha confessato che anche lui aveva qualche sospetto in merito, ma non osava dire nulla poiché è solo un appassionato. Tuttavia, mi ha informato dell’esistenza di uno schema modificato, sempre pubblicato dagli stessi autori, che rappresenta un ritorno sui loro passi. Di seguito, puoi trovare lo schema modificato:

Probabilmente dopo un fuoco d’artificio, in questa variante, hanno cercato di correggere gli errori presenti nello schema precedente, abbassando la tensione che arriva alla valvola a 257 volt, finalmente rientrando nei limiti consentiti, con una dissipazione di 11 watt (un valore conservativo anche per una 6AS7/6080). Tuttavia, un errore persiste ancora nello schema: viene indicato di utilizzare la valvola raddrizzatrice 5U4 o, in alternativa, la GZ34. Tuttavia, queste due valvole raddrizzatrici presentano cadute di tensione diverse a causa delle loro diverse resistenze interne e limiti di corrente. Di fatto, se con una 5U4 si avrebbero 300 volt sulla placca della 5998, con una GZ34 si avrebbero 340 volt… e questa non è una differenza irrilevante! Una differenza irrilevante sarebbe stata se avessero indicato di sostituire la 5U4 con una 5X4 (sento già le voci di certi personaggi che iniziano a fare osservazioni sul fatto che la 5X4 era utilizzata nelle TV e nelle radio, non essendo considerata una valvola “audio” e così via… Ma la 5U4 e la 5X4 sono ESATTAMENTE la stessa valvola con connessioni sui pin dello zoccolo differenti. Punto, basta e finita la questione! Ne ho sentite abbastanza di queste inutili polemiche).

Tuttavia, l’uso della GZ34 richiede un trasformatore con una tensione più bassa o, almeno, un qualche accorgimento come una resistenza in serie alla valvola per smaltire l’eccesso di 40 volt. Ma niente, ancora una volta, si lasciano le cose al caso. Poi sui forum si legge di persone che parlano del diverso suono delle valvole raddrizzatrici, ma con schemi del genere, la differenza di suono deriva semplicemente dal fatto che cambia la tensione del circuito. Con 40 volt in più, sfido a dire che non ci sarà una distorsione minore e un po’ più di potenza, ma si spinge nuovamente la finale oltre le sue possibilità…

Continuando con le modifiche apportate al secondo schema del Triodino 2, è evidente che anche il trasformatore è stato modificato con un’impedenza di 3200 ohm, più adatta alla valvola utilizzata. Inoltre, è stata mantenuta una presa a 2500 ohm per coloro che desiderano ottenere una maggiore distorsione. È importante notare che l’aumento dell’impedenza riduce la distorsione ma comporta anche una diminuzione della potenza erogata, secondo quanto dichiarato dagli autori, che cala a 3,5 watt effettivi. A fini di completezza di questo articolo, desidero anche menzionare il progetto Lilliput, che è molto simile a quelli appena descritti. Di seguito, riporto velocemente lo schema del progetto Lilliput:

Nel progetto Lilliput, la tensione di placca della valvola 6080 è notevolmente ridotta, il che la fa funzionare in modo estremamente conservativo. La potenza resa supera di poco i 2 watt su un trasformatore con un’impedenza di 1400 ohm. Il tasso di distorsione riscontrato non differisce da quello mostrato nello screenshot di LTspice che ho condiviso in precedenza. Durante la nostra conversazione con “P.C.”, è emerso che era interessato anche alla possibilità di utilizzare entrambe le sezioni della valvola in parallelo per ottenere una maggiore potenza. Mi ha condiviso questa immagine JPEG, ottenuta attraverso una faticosa ricerca su Google, che mostra un grande sforzo progettuale:

In realtà, trasformare il Triodino 2 in una versione PSE richiede solo pochi accorgimenti per far lavorare al meglio i due triodi parallelati. E no, non si tratta semplicemente di mettere due resistenze di catodo con due condensatori separati per ogni triodo. Lo dico per smentire coloro che, passando su questa pagina e vedendo lo schema premium non leggibile, potrebbero pensare: “Chissà cosa nascondi, si capisce…”. Non è come pensi! Siccome alcune persone considerano le soluzioni banali, nonostante nessuno sia mai arrivato a scoprirle in trent’anni, ritengo giusto tenerle per me. Chiunque sia interessato può acquistare lo schema e i trasformatori.

La seconda cosa è che se un triodo funziona bene su un’impedenza di 3200 ohm, quando si mettono in parallelo due triodi, l’impedenza deve essere ridotta a 1600 ohm. La corrente raddoppia e l’impedenza si dimezza. Ovviamente, il trasformatore d’uscita deve essere calcolato per lavorare con quella corrente continua specifica e con una valvola che ha una resistenza interna dimezzata. Non come coloro che prendono un trasformatore X pensato per mezza 6080, poi parallellano la 6080, raddoppiano la corrente nel trasformatore e pensano che vada bene. In realtà, il trasformatore si satura e i bassi non escono come dovrebbero. Inoltre, bisogna considerare che l’assenza di feedback negativo può causare fastidi.

Ho ritoccato i valori di taglio della cella formata dal condensatore di disaccoppiamento e la resistenza di ancoraggio della finali per spingere meglio in basso il circuito, ho aggiunto qualche accorgimento sull’ingresso e sui catodi di entrambe le valvole. Il circuito usa una ECC81 come pilota della 5998A e il guadagno complessivo è tale per cui bastano 1,7Vpp in ingresso per portare la finale alla saturazione, essendo quindi bello sensibile come circuito e avendo sulla carta uno smorzamento di solo 2,9 (nella realtà sarà inferiore, stimo non superiore a 2) ho pensato bene di aggiungere una rete di controreazione disattivabile con un’interruttore. Ad anello aperto è praticamente il circuito originale solo PSE con poche marginali migliorie mentre con la controreazione attiva la sensibilità del circuito cala a 3Vpp per avere il pieno clipping della finali, lo smorzamento aumenta considerevolmente ad un tasso che nel reale dovrebbe quanto meno raggiungere un fattore di 5. La potenza raggiungibile in questa configurazione nella simulazione raggiunge i 9,2 watt prima del clipping nel mondo reale potrebbero essere 7 massimo 8Watt RMS prima del clipping, questa volta veri e non numeri gettati a caso come fanno praticamente tutti tranne me.

Ho ricalcolato il trasformatore di alimentazione e lo stadio con la raddrizzatrice e la cella CLC, ci sono stato dentro con una 5U4GB o una 5X4G. La GZ34 non è contemplata. Per me le cose devono essere precise.

Ecco lo schema premium

Ecco qui, dopo circa 2 anni, le prime foto del montaggio di Cesare

Problemi a non finire !

Ammetto di non sapere tutto; per imparare certe cose, è necessario sperimentarle. Il cliente che doveva realizzare questo progetto continuava a riscontrare problemi di funzionamento. Nonostante l’amplificatore “suonasse bene” (secondo lui), essendo un lettore del mio sito, si sentiva spinto a misurare e verificare diverse cose. Alcune di queste misurazioni non tornavano e mi rivolgeva domande. Alla fine, i problemi rimanenti, con il senno di poi, sembrano banali (anche se, come vedremo, non sono trascurabili), ma risolverli non è stato un compito semplice.

E ancora una volta, mi viene in mente quanta gente, nel corso di 25/30 anni, abbia assemblato questo progetto senza mai accorgersi di nulla. In pratica, il costruttore medio si limita ad accendere l’apparecchio e a essere soddisfatto finché non prende fuoco o non emette rumori strani. Non si preoccupa di indagare, misurare o verificare se l’apparecchio funziona davvero al meglio delle sue possibilità. Tutto ciò è triste.

Il cliente lamentava diversi problemi con il suo montaggio, tra cui la presenza di distorsione alle basse frequenze proveniente dal trasformatore d’uscita. Inoltre, la tensione sulla resistenza di catodo delle 5998A non era quella corretta e vi erano significative differenze nelle tensioni di bias tra i triodi delle due sezioni. Queste differenze variavano considerevolmente nel corso del tempo, dopo 30 minuti, un’ora o due ore, con variazioni enormi che non potevano essere ignorate per la salute dei trasformatori d’uscita, della valvola raddrizzatrice e delle stesse 5998A. È importante sottolineare che, sulla carta, il bias avrebbe dovuto essere di circa 50mA per ogni triodo, ma in realtà poteva variare fino a 200mA per triodo. Era una situazione ingestibile, così come il calore generato dalle resistenze di bias. Inevitabilmente, il trasformatore d’uscita presentava problemi di saturazione a causa della corrente che superava di gran lunga i 110mA per cui era stato progettato, arrivando quasi a 300mA in certi momenti.

Ho dovuto intervenire in aiuto a “P.C.”. Nonostante abbia provato diverse coppie di valvole, NOS a pure costose, vendute come “match”, la situazione non migliorava. La polarizzazione in self bias non era praticabile, così come quella a bias fisso, poiché in entrambi i casi si sarebbe dovuto regolare il bias ogni 5 minuti, il che era inaccettabile. L’unica soluzione era adottare un circuito di servobias, che consiste in un circuito attivo che utilizza un opamp configurato come comparatore. Questo circuito rileva la tensione su una piccola resistenza in serie al catodo di ogni triodo e si occupa di regolare la tensione negativa di griglia, garantendo che il bias di ciascuno dei 4 triodi sia sempre mantenuto allo stesso valore desiderato.

Sorgeva però un altro problema: se avessi voluto polarizzare le 5998A a bias fisso, avrei dovuto eliminare la resistenza sotto al catodo, dove cadevano circa 100 volt. Ciò avrebbe comportato una differenza di potenziale troppo elevata tra il catodo e l’anodo della 5998A. Era assurdo dover scartare il trasformatore di alimentazione solo perché forniva troppa tensione. Ho quindi pensato di adottare un’alternativa: un’ alimentazione a ingresso induttivo con una cella LCLC (questo farà sicuramente sbavare alcuni audiofili). L’ingresso induttivo avrebbe permesso di non moltiplicare per 1,41 la tensione raddrizzata, consentendo di ottenere una tensione anodica filtrata più bassa senza dover sostituire il trasformatore di alimentazione. Tutto ciò di cui avevo bisogno era mettere a punto un’induttanza apposita per questo scopo. È importante notare che le induttanze per l’ingresso induttivo devono essere costruite in modo diverso rispetto a quelle tradizionali di livellamento, per evitare vibrazioni e rumori nell’alimentazione. Nella foto sottostante stavo sperimentando l’induttanza di ingresso induttivo e sono riuscito ad ottenere un ottimo risultato al secondo tentativo.

Quindi, dopo aver implementato il servobias e creato un’induttanza di ingresso, i problemi di questo circuito iniziarono a diminuire gradualmente. Tuttavia, l’ultima sfida che mi si presentò fu un’auto-oscillazione RF intorno ai 3 MHz generata dalle finali. Inizialmente, pensai che potesse essere dovuta a un’instabilità nel circuito di controreazione, nonostante fosse presente solo in minima parte. Tuttavia, anche dopo aver scollegato completamente l’ECC81 dallo zoccolo, l’oscillazione persisteva. In pratica, le 5998A oscillavano spontaneamente da sole! Richiamando alla memoria esperienze passate, sapevo che il collegamento in parallelo delle valvole spesso portava a problemi di stabilità. Ricordai di aver visto negli schemi di alcuni alimentatori Geloso o HP (non ricordo di preciso), che utilizzavano le 6AS7 o le 6080, dove non collegavano direttamente i due anodi, ma inserivano due resistenze in serie da 10/15 ohm, come mostrato qui di seguito:

Fatto sta che messe 2 resistenze da 10ohm tra i 2 anodi e il primario del trasformatore d’uscita l’oscillazione si è immediatamente arrestata!

A circuito finalmente stabile ho provveduto a cambiare le resistenze di ancoraggio delle griglie delle finali dal valore del progetto originale (troppo piccole che sovraccaricavano il driver) con altre da 390k riuscendo finalmente anche a pilotare decentemente queste benedette 5998A.

Tutti i problemi che sono sorti sono dovuti al desiderio di apportare il minor numero di modifiche possibile al progetto originale, ma alla fine è rimasto ben poco di esso, se non l’idea di base e il set di valvole. Inoltre, la povera ECC81 riesce a pilotare la 5998A, ma fatica a farlo con una 6AS7 se sostituita nello zoccolo. Le 6AS7/6080 offrono un guadagno inferiore e la ECC81 raggiunge i suoi limiti, non riuscendo a fornire una maggiore potenza. Forse con un solo triodo, o con due triodi in parallelo, potrebbe essere diverso, ma non ne sono sicuro. In ogni caso, ci sono persone che lodano il Triodino 2, ma hanno valvole che driftano nel bias e trasformatori che si saturano di corrente continua. Alcuni hanno apportato modifiche per ottenere una configurazione PSE, e inconsapevolmente fanno ascoltare Rebecca Pidgeon agli abitanti dello Zimbabwe, dove ancora si utilizzano ricevitori a onde tropicali in modulazione di ampiezza. Poi ci sono coloro che leggono e si infuriano perché secondo loro il suono è buono (ma non hanno mai verificato se funziona perfettamente, perché potrebbe suonare ancora meglio). Ci saranno quelli che hanno avuto la fortuna di trovare valvole eccezionalmente ben fatte e non hanno avuto problemi, ma arriverà il giorno in cui dovranno sostituirle. Altri diranno che le valvole devono essere selezionate e quelle di qualità inferiore scartate, ma vorrei dire che questa è la natura di queste valvole e non possiamo scartare la maggior parte di esse considerandole difettose, tenendo solo quelle che miracolosamente funzionano come desideriamo. Non sono le valvole ad essere difettose, sono gli schemi a cui vengono applicate. Se queste valvole hanno una tale natura, è necessario implementare un circuito che ne tenga conto anziché gettarle via come se fossero difettose!

Nel video qui di seguito, mostro il funzionamento del servobias. Utilizzando un tester, misuro la tensione negativa di griglia dei quattro triodi. In quel momento, tutti e quattro i triodi erano perfettamente regolati a 55mA ciascuno, ma la tensione negativa alle quattro griglie non è uniforme, come si può vedere. Se fossimo stati lì ad osservare nel corso delle ore, avremmo notato che la tensione negativa fornita dal servobias alle valvole variava continuamente, mentre la corrente sotto i catodi rimaneva costante. Questa è la differenza tra utilizzare un servobias e un bias fisso tradizionale: con il servobias, puoi goderti la musica senza dover continuamente regolare un trimmer.

Ad ulteriore prova della problematicità di questo tipo di valvole potete leggere questo articolo dove un cliente ha voluto costruire un single ended con la 6C33 con bias fisso tradizionale (trimmer e strumentino a lancetta) non seguendo i miei consigli in merito e dopo pochi mesi mi ha chiesto come implementare un servobias perchè non ne poteva più di essere sempre li a ritoccare il trimmer per rimettere al suo posto il bias delle 6c33.

Mentre questo amplificatore da cuffie OTL con le 6080 con bias self è andato bene per un certo periodo poi a un bel giorno si brucia la resistenza di catodo di una delle 2 e scoppia il condensatore che c’era in parallelo, ma la valvola testata successivamente risultava ancora perfettamente funzionante.

Tra le cose che ho fatto ho aiutato anche “P.C.” ad avere un cabinet più bello, il primo che aveva fatto 2 anni fà era ormai stato demolito…

Puoi vedere altre decorazioni (e tante altre immagini che ho creato) accedendo alla mia galleria su deviantart…

Peccato solo quella vena nel legno 👿 

Ora un pò di misure; la potenza prima del clipping è circa 7,7watt, il fattore di smorzamento pari a un fattore 5.0. La banda passate 10Hz -0,4dB / 22khz -1dB.

E pensate che, nonostante il trasformatore d’uscita abbia solo circa 10Henry di induttanza primaria, si raggiunge ancora una risposta in frequenza di -0,4 dB a 10 Hz. In realtà, come ho spiegato in un altro articolo, l’induttanza primaria è correlata alla resistenza interna della valvola. È importante sottolineare questo punto perché ci sono persone che continuano a diffondere l’idea che i trasformatori debbano avere induttanze primarie astronomiche per funzionare correttamente, ma in realtà stanno fornendo informazioni errate che confondono le persone… Oltre a commercializzare trasformatori che spesso non corrispondono all’induttanza dichiarata, oppure hanno effettivamente tale induttanza ma saturano quando vengono attraversati dalla corrente continua delle valvole.

L’unica piccola pecca del mio trasformatore d’uscita sembra essere una microscopica risonaza che si vede anche a 4,185khz, veramente insignificante e da non escludere siano sempre le 5998 a farlo e non il trasformatore.

Vediamo la risposta sul carico reattivo…

THD a 1watt circa 1%

Le quadre a 100Hz – 1khz – 10khz

Nota finale: Desidero sottolineare che non intendo essere costantemente critico nei confronti dei progetti altrui. Tuttavia, quando mi viene richiesto di fornire trasformatori per il montaggio di progetti non miei, non posso evitare di far notare eventuali errori presenti (se ce ne sono) e suggerire soluzioni e miglioramenti. Questo perché, in casi come questi, gli errori negli schemi possono causare malfunzionamenti che il cliente potrebbe erroneamente attribuire tali problemi alla qualità dei miei trasformatori. La mia intenzione non è essere antipatico, ma piuttosto offrire un supporto completo affinché il progetto funzioni al meglio delle sue potenzialità.

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1 Responses to Il Triodino 2 “Rework” – v2.1 – Perchè non dovete costruire l’originale…

  • La genesi di questo amplificatore è stata meticolosamente descritta da Stefano ed è nata dal momento in cui mi sono rivolto a lui con la richiesta di avere il set dei trasformatori di uscita ed alimentazione per la sua costruzione. Fin da subito mi ha messo in guardia sui difetti presenti nello schema originale dimostrandosi molto preparato in materia fornendomi oltre hai trasformatori lo schema da lui adeguato per pilotare le 5998 o 6AS7 con i triodi in parallelo. Come ha evidenziato dopo la prima costruzione dell’amplificatore qualcosa ancora non tornava e l’ipotesi inziale pareva essere che il trasformatore di uscita andasse in saturazione per eccesso di corrente anodica rispetto a quella stimata e di conseguenza bisognava sistemarlo .Non essendo un tecnico esperto ho quindi spedito l’ampli a Stefano che grazie alla sua competenza e passione è riuscito a sistemarlo come ha descritto . Due mesetti fa sono stato da lui a ritirare l’ampli dove ho avuto modo di ascoltarlo. Indubbiamente questo nuovo amplificatore suona decisamente molto bene . Grazie Stefano. Paolo

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DAC Preamplificato valvolare con 6AS5 in configurazione triodo Parafeed

La valvola 6AS5 è stata originariamente progettata per essere utilizzata nello stadio di uscita audio delle autoradio, quando l’alimentazione HT veniva fornita tramite elevatori di tensione a vibratore. Questa valvola offre prestazioni che possono generare fino a 2,2 Watt di potenza in un progetto di amplificazione in classe A single-ended.

Nonostante non sia più in produzione, la valvola 6AS5 è ancora facilmente reperibile sul mercato del NOS (New Old Stock) in grandi quantità e a prezzi molto modesti. Questo è dovuto al fatto che è stata poco considerata dagli autocostruttori, rendendola una scelta interessante per coloro che desiderano sperimentare con valvole meno comuni.

La 6AS5, essendo una piccola finale, può essere utilizzata in configurazione triodo, sfruttando la sua caratteristica di mu molto basso. Ciò la rende particolarmente adatta per preamplificare segnali già ampi provenienti da DAC di ultima generazione, dove altre valvole potrebbero generare un guadagno eccessivo. Inoltre, la valvola è in grado di gestire correnti di 20/30mA, consentendo la realizzazione di stadi di uscita che escono di anodo e con impedenze relativamente basse. Qui sotto posto le curve della 6AS5 connessa a triodo:

Per il progetto in questione, è stata scelta una configurazione con un semplice circuito parafeed, dove la 6AS5 connessa a triodo è caricata attraverso un’induttanza 18S100 da 100Henry. Questa scelta permette di ottenere un suono naturale, mantenendo la purezza del segnale audio.

In conclusione, la valvola 6AS5 offre un’opportunità unica per gli autocostruttori di sperimentare con una valvola meno comune, ma dalle prestazioni interessanti. La sua disponibilità sul mercato del NOS a prezzi accessibili la rende una scelta attraente per coloro che cercano un suono distintivo e desiderano esplorare nuove soluzioni nella costruzione di circuiti valvolari.

L’apparecchio in oggetto è stato realizzato da un cliente che ha optato per una soluzione ibrida, combinando un DAC USB a cui sono stato tolti gli operazionali d’uscita, prendendo il segnale direttamente dal chip. L’eliminazione degli operazionali permette di ottenere una maggiore naturalezza del suono. Prendendo il segnale direttamente dal chip del DAC si offre un percorso del segnale più breve e una riduzione delle interferenze e delle distorsioni indesiderate. Questo contribuisce a preservare la qualità del segnale audio e a garantire una riproduzione sonora di qualità.

Il DAC in questione al momento sta funzionando abbinato con il Triodino 4 con la 300B e con l’SE di EL34, progetti che potete vedere cliccando i rispettivi link.

ecco alcune sue foto:

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Controreazione e Smorzamento, esperimenti pratici con il Nobsound 6p3p+6n1

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Approfitto di questa opportunità per ricordare a coloro che sono alla ricerca di amplificatori valvolari a basso costo che è preferibile optare per una di queste scatolette cinesi disponibili sul mercato rispetto a una delle molte soluzioni discutibili e mal costruite offerte da smanettoni di Facebook, hobbisti o individui senza competenza che si trovano in giro.

L’intento di questo articolo

Nel corso degli anni, ho sempre cercato di condividere la mia conoscenza e le mie esperienze riguardo alla costruzione di amplificatori, trasformatori e tutto ciò che riguarda questo ambito. Ho spesso assunto un atteggiamento critico nei confronti di certe pratiche diffuse. Tuttavia, devo ammettere che essendo coinvolto in questo settore, un lettore esterno potrebbe pensare che io cerchi solo di promuovere le mie idee personali. Nel corso del tempo, ho cercato di diffondere la verità riguardo alla controreazione, che erroneamente viene considerata da molti come causa di un cattivo suono, di sventure, catastrofi e terremoti. Allo stesso tempo, ho sottolineato l’importanza di avere un’amplificazione con un fattore di smorzamento minimo per ottenere un’esperienza di ascolto soddisfacente e priva di fastidiose basse frequenze.

Nel corso delle mie ricerche, mi sono imbattuto in pagine web o podcast di altre persone che cercavano di smentire le mie tesi, forse come reazione ai dubbi che suscitavo nelle persone che leggevano i miei testi. È risaputo che è più facile convincere le persone attraverso argomentazioni superficiali piuttosto che con un’analisi approfondita. Naturalmente, i commercianti e i televenditori che cavalcano l’onda della credulità popolare hanno tutto l’interesse a sostenere che l’approccio “zero feedback” sia sempre la scelta migliore assoluta, senza alcun dubbio. Inoltre, affermano che lo smorzamento non è così importante, che i bassi fastidiosi sono solo una farsa e che basta avere una cassa costruita in un certo modo per risolvere il problema. Non a caso, offrono anche le casse apposite, spesso a prezzi esorbitanti. Fondamentalmente, ti vendono prima la malattia e poi la cura. Queste casse con specifiche particolari sono una minoranza e in alcuni casi potrebbero anche limitare la varietà di generi musicali che si possono ascoltare. Tuttavia, affermano che non è possibile ottenere un’esperienza d’ascolto di alto livello con un amplificatore che utilizza un po’ di controreazione e una cassa più comune e facilmente reperibile. Ovviamente, sosterranno che ciò non è possibile.

Alcuni sono arrivati persino a definire i miei trasformatori, che sono di dimensioni maggiori e più costosi, come prodotti superflui, mentre promuovevano prodotti economici e di scarsa qualità, sostenendo che avrebbero offerto risultati migliori a un sesto del prezzo. È importante mantenere uno spirito critico e non farsi influenzare da chi promuove idee estremiste senza una base solida. È necessario valutare attentamente le informazioni e fare scelte ponderate che soddisfino le proprie esigenze personali e le preferenze sonore.

È comprensibile che, di fronte a opinioni contrastanti, chi legge si trovi in una situazione di incertezza. Spesso, le persone non hanno la possibilità di confrontare direttamente due soluzioni e metterle alla prova in un’esperienza d’ascolto. Ciò rende difficile stabilire chi abbia ragione o quale approccio sia effettivamente migliore. In un campo come quello degli amplificatori valvolari, in cui le preferenze sonore possono variare notevolmente da individuo a individuo, non esiste una risposta universale. Ciò che può piacere a una persona potrebbe non piacere a un’altra, e viceversa. Inoltre, ci sono molti fattori che influenzano l’esperienza d’ascolto, come le caratteristiche dell’ambiente di ascolto, le preferenze personali e la combinazione con altri componenti audio. Anche se può essere frustrante non avere una risposta definitiva, l’importante è avere un approccio aperto e curioso verso le diverse opinioni e considerare attentamente le proprie esigenze, preferenze e budget. Alla fine, la scelta di un amplificatore valvolare dovrebbe essere basata su ciò che soddisfa le proprie aspettative e offre un’esperienza d’ascolto appagante.

Purtroppo, l’ascolto di qualcosa che suona bene non sempre garantisce di avere il massimo della qualità sonora. È possibile che, se non si è mai avuto l’opportunità di ascoltare qualcosa di superiore, ci si accontenti di ciò che si ha, ritenendolo eccellente. Tuttavia, potrebbe accadere che un giorno si incontri un sistema audio di qualità superiore, e solo in quel momento ci si renderà conto di non aver mai veramente ascoltato bene prima d’ora.

Questo può essere paragonato all’esperienza di un mio cliente, che, dopo anni di ascolto di un vinile dei Beatles, un giorno ha avuto la fortuna di ascoltarlo in un sistema audio di qualità superiore. In quell’occasione, è stato in grado di cogliere dettagli e sfumature del suono che non aveva mai notato prima, nonostante avesse posseduto diversi amplificatori di marche prestigiose e costose. Questo dimostra che ci sono livelli di qualità sonora che possono essere raggiunti solo con apparecchiature audio di alto livello. Purtroppo, alcuni commercianti e venditori nel settore audio mirano a mantenere i consumatori insoddisfatti per spingere continui cambi di apparecchiatura. Questo circolo vizioso è radicato nella mente di alcuni audiofili, che mettono persino il valore di rivendita di un amplificatore al di sopra delle sue prestazioni sonore effettive. Scegliere un amplificatore solo in base al suo valore di rivendita piuttosto che alla sua qualità sonora è un approccio sbagliato. Ho osservato persone che si sono liberate di amplificatori di alta qualità solo per sostituirli con apparecchi che hanno un impatto sonoro orribile, ma che per qualche motivo sono considerati “ottimi” dalla stampa. Personalmente, ritengo che tali individui non abbiano una vera comprensione dell’audio di alta qualità e probabilmente non sarebbero in grado di distinguere il suono di un amplificatore di pregio da quello di un semplice citofono. È importante cercare l’esperienza di ascolto personale, fare ricerche, confrontare diverse opzioni e, se possibile, affidarsi a professionisti del settore che abbiano una conoscenza approfondita e imparziale. In tal modo, si può fare una scelta consapevole e trovare un amplificatore che offra una vera e appagante esperienza d’ascolto, superando le influenze commerciali e le tendenze superficiali del mercato audio.

È un peccato che alcune persone acquistino apparecchiature audio semplicemente perché hanno soldi da spendere e vogliono ostentare il proprio status agli amici. Spesso, ciò che viene sponsorizzato come “suona bene, bene, bene” potrebbe non corrispondere alla realtà. È comprensibile che chi vende tali prodotti non ammetterebbe mai apertamente che un certo articolo non suona come promesso. Purtroppo, esistono molti apparecchi costosi di marche prestigiose che non offrono una qualità sonora eccezionale. Allo stesso tempo, ci sono prodotti più economici o di marche meno conosciute che invece possono suonare molto bene.

Vorrei essere onesto e permettere alle persone di fare le proprie valutazioni. Ho preparato questo articolo dedicato agli autocostruttori come un gioco, un simpatico esperimento didattico che però offre un suono discreto. Prendetelo come un’opportunità per sperimentare e divertirvi, sapendo che il risultato finale suonerà in modo soddisfacente. Ma attenzione, non voglio promettere il suono perfetto perché non sarebbe realistico. L’importante è che sia un’esperienza positiva e che possiate apprezzare il risultato del vostro lavoro.

L’obiettivo è sempre quello di offrire una prospettiva aperta e onesta sul mondo dell’audio, consentendo a ciascuno di scoprire e apprezzare il suono in base alle proprie preferenze e possibilità.

Il Nobsound 6p3p + 6n1

La base di questo esperimento è un piccolo amplificatore cinese, praticamente senza un vero nome, che si può comprare su vari siti di shopping online sia già costruito che in scatola di montaggio sia a marchio Nobsound che sotto altri nomi o addirittura senza marchio, lo riconoscete dalla foto. Probabilmente una delle cose più economiche che si possano trovare in giro.

Questo è lo schema elettrico originale:

I trasformatori originali dell’amplificatore purtroppo sono da 3500ohm e non sono adatti all’uso con una 6L6GB (equivalente) a banco ottenevo una potenza di 3,5watt con un tasso di distorsione piuttosto importante (tipouna semionda si e metà dell’altra no). Ho smontato i trasformatori originali e invece di sostituirli con qualcosa di completamente nuovo fatto alla mia maniera (non potevo nemmeno perchè non c’era spazio per mettere trasformatori più grossi) ho deciso di riavvolgere i suoi trasformatori sullo stesso rocchetto con lamierini della stessa dimensione (però ho messo lamierini GO al posto dei suoi che erano semplici ferro silicio). Li ho riavvolti con un’impedenza di 4500ohm, impedenza corretta per la 6L6GB in SE e con un’altro chiaro intento.

In diversi articoli ho sempre sottolineato come abbia osservato che in diversi amplificatori zerofeedback anche di marche prestigiose si “barasse” inserendo trasformatori d’uscita con induttanze primarie scarse o con i nuclei a ridosso della saturazione allo scopo di mascherare gli effetti peggiori dell’assenza di controreazione ossia i famosi bassi gonfi, d’altronde è ovvio che se fai un circuito zero feedback e di far controrezione non ne vuoi sapere sti bassi che spanciano o te li tieni o in qualche modo li tiri via… o filtrando l’ingresso dell’amplificatore o tagliando il trasformatore d’uscita oppure usando una cassa che è tagliata lei stessa (vedi monovia, casse aperte etc… che sono carenti sulle basse frequenze per loro natura).

Ecco lo schema, clicca sora per ingrandire, o clicca qui per scaricare ad alta definizione

Come si può vedere ho previsto un’interuttore per poter scollegare il segnale di NFB. Ho sostituito la 6N1 con una ECC83, mi era necessario per poter ottenere abbastanza smorzamento mantenendo il finale facilmente pilotabile e ho sostituito anche la raddrizzatrice 5Z4 con una GZ34, necessaria per recuperare tensione utile dal trasformatore cinese che si siedeva più del dovuto.

Nota: queste schema è pensato per montare valvole 6L6 / 6L6G / 6L6GA / 6L6GB / 5881 oltre alle 6p3p, sono escluse le 6L6GC e le 6N3C-e perchè richiedono una tensione di schermo superiore, risolvibile modificando il valore della resistenza da 12k con una di valore inferiore fino a ritrovare il bias desiderato senza cambiare altri componenti (non indico il valore perchè la corrente a riposo delle griglie schermo è sempre molto impreveidibile e spesso non rispecchia i datasheet). Ora le fasi di montaggio:

Per chi volesse sapere in che modo sono riuscito a saldare a stagno sull’acciaio inox può guardare questo video su youtube https://youtu.be/SHxo5tcNNMg l’unica differenza è che io invece di preparare la soluzione ho usato del cloruro ferrico già pronto, ma la procedura è la medesima. Senza questo trattamento galvanico in mi sono aiutato col mio alimentatore modificato è impossibile stagnare sull’inox. Ovviamente serve anche uno stagnatore a cacciavite da 150watt.

Ora passiamo alle strumentali di rito. Ora ci tengo a sottolineare che qualcuno va affermando che a zero feedback da zero alla massima potenza la distorsione THD vada aumentanto progressivamente mentre in un circuito retroazionato a volume molto basso si abbia una distorsione maggiore rispetto ad un volume medio dove diminuisce e che poi questa distorsione aumenti nuovamente a ridosso della massima potenza (comportamento che appare più simile a quello che potrebbe essere un finale in classe B che a quello che potrebbe avere un single ended) e che quindi se uno vuole ascoltare a volume basso il circuito retroazionato sia totalmente sconsigliato perchè il circuito retroazionato in modo assoluto (secondo lui) a basso volume distorce di più di uno zero feedback. Vediamo la THD sia a zero feedback che con la controreazione inserita a vari passi di potenza, da 0,1watt fino a poco prima del clipping a confronto.

Con controreazione inserita Zero Feedback
0,1watt RMS – (0,18%) 0,1watt RMS – 0,85%
0,5Watt RMS – 0,47% 0,5Watt RMS – 2,45%
1Watt RMS – 0,73% 1Watt RMS – 3,6%
3Watt RMS – 1,31% 3Watt RMS – 6,2%
Proco prima del clipping (5watt) – 2,35% Proco prima del clipping (4watt) – 8,4%

Ecco si può vedere che il tasso di distorsione sia progressivo da un minimo ad un massimo in entrambe gli scenari e che la distorsione zero feedback sia sempre maggiore di quella a circuito retroazionato anche alla minima potenza misurata. Ovviamente i soliti diranno che sono io che non sono capace, che il circuito e i trasformatori miei non sono fatti nel modo giusto che i miei trumenti di misura non sono belli e costosi come quelli di altri etc etc… lo schema è qui potete farvelo per conto vostro, i trasformatori posso avvolgerveli io o potete chiedere pure a qualcun’altro, tanto è un 22×30 primario 4500ohm secondario 4/8ohm, senza pretese.

La potenza massima del circuito retroazionato è di 6 watt, fino a 5 prima di iniziare e distorcere in modo brutto. Lo smorzamento è di fattore 0,3 zero feedback e fattore 9 con feedback inserito. La banda passante a zero feedback è 40hz/40khz -1db (attenzione il trasformatore è stato fatto apposta che in basso fosse tagliato, ed è qualcosa di inevitabile con un nucleo così piccolo) mentre con la controreazione inserita è 10Hz -0,6db / 40khz -1db, vediamo i grafici a confronto poi alcuni bonus…

Banda passante con controreazione (carico resistivo) Banda passante zero feedback (carico resistivo)
Banda passante con controreazione (carico reattivo) DF = 9 Banda passante zero feedback (carico reattivo) DF = 0,3

Adesso i bonus: Mi sono reso conto che molti lettori non capisco veramente cosa significano i grafici sul carico reattivo, intanto vi rimando all’articolo sulla costruzione del carico reattivo, e in generale nessuno ha idea di cosa comporti veramente un basso smorzamento a parte le descrizioni del diffusore che sospinto continua per la sua strada invece di seguire il segnale. Tutti parlano di distorsione armonica e di armoniche e nessuno si preoccupa appunto di quello che fa un finale con basso smorzamento mentre pilota i suoi diffusori, quindi ho fatto 2 filmati del quadrante dell’oscilloscopio, con l’amplificatore collegato a una cassa iniettando segnale nell’amplificatore con il generatore di funzioni.

Attenzione! nei video seguenti sono registrati dei toni sinusoidali fissi, abbassate il volume al minimo sopratutto se state usando delle cuffie perchè questi suoni potrebbero farvi male o danneggiare le vostre cuffie, casse del telefono, casse del computer. Questo audio resta necessario per la corretta compresione del fenomeno in esame. Non mi assumo nessuna responsabilità in merito a danni alle vostre orecchie o ai vostri apparati audio.

Partiamo dalla situazione Zero Feedback, sull’oscilloscopio sono rappresentate 2 tracce, quella bassa è quella del generatore di funzioni, mentre quella in alto è il segnale che appare sui morsetti dell’altoparlante…

Come si vede CHIARAMENTE mentre l’ampiezza della traccia in basso (generatore di segnali) resta sempre invariata quella che esce dall’amplificatore varia di ampiezza al variare della frequenza, quasi come se ci fosse un controllo dei toni nell’amplificatore, solo che a decidere questi punti di minima e di massima sono le caratteristiche del diffusore, quello che si vede nei grafici che pubblico su carico reattivo non è altro che l’andamento di questo fenomeno. Quindi chiedo a tutti quelli che sanno solo parlare di armoniche… questa non è una distorsione armonica, ma resta comunque una distorsione, come la mettiamo? Adesso vediamo cosa capita nella stessa situazione ma con la controreazione inserita, tasso di smorzamento 9.

In questa situazione si vede invece che l’ampiezza in uscita dall’amplificatore ha degli scostamenti veramente minimi. Come detto anche da altre parti io reputo un tasso di smorzamento di 5 ottimale per amplificatori di piccola potenza (single ended in genere) e in generale si può arrivare a un tasso di 10 su apparecchi con maggiore potenza. Oltre un fattore 10 è inutile e insensato e si rischia di far suonare male l’amplificatore perchè troppo retroazionato.

Proseguiamo con i bonus, ascoltiamo ad orecchio che differenza di suono c’è tra il circuito retroazionato e quello zero feedback… Cosa ho fatto qui? ho collegato un’attenuatore ai morsetti delle mie casse e sono entrato nel “line in” di un vecchio computer portatile che normalmente uso per pilotare un incisore laser. Mi perdonerete la qualità della registrazione con sottofondo di disturbi derivati dalla scheda di detto portatile vecchio di 9 anni e pagato 40€, nonstante la qualità della registrazione non sia il massimo sono abbastanza comprensibili le differenze sonore tra i 2 modi di funzionamento.

Tengo a precisare che una dimostrazione ottimale avrebbe voluto che usassi un microfono binaurale in modo che venisse registrata anche la componente distorsiva dovuta alla fisicità del diffusore e non solo quella elettrica. Premetto poi che il fatto di aver usato trasformatori con un piccolo nucleo calcolati con una modesta induttanza primaria ha fatto si che su questo amplificatore non emergessero bassi sbrodolanti e gonfi, nemmeno a zero feedback.

Per cominciare mi sono procurato una traccia audio Royalty-free intitolata “At First Sight – FiftySounds” scaricata dal sito epidemicsound.com e potete ascoltare qui il file originale, mi raccomando ora dovete ascoltare assolutamente in cuffia.

Ho riprodotto la traccia dal mio media center, collegato a questo nobsound e registrato il segnale sulle boccole delle casse, prima a zero feedback poi con la controreazione inserita. Dopo aiutandomi con un software audio (audacity) ho sovrapposto una parte della registrazione originale con la stessa parte di quella passata attraverso l’amplificatore e con la funzione “solo” del software passo più volte da una all’altra mentre avviene la riproduzione in modo che possiate sentire con le vostre orecchie le differenze in tempo reale, iniziamo con il confronto tra la traccia audio originale e l’uscita dell’amplificatore a zero feedback.

ps: gli utenti Apple potrebbero non riuscire a sentire l’audio di questi video, come non sentono l’audio di tutti i video presenti nel mio sito, perchè Apple vuole essere differente e infatti l’audio dei miei video lo sentono tutti quelli che usano Windows, Linux e Android ma non quelli che usano Apple, perchè non lo so, ma immagino che Apple non abbia un banale codec lame-mp3 preinstallato come hanno tutti gli altri, se qualcuno sa come risolvere la cosa me lo faccia sapere perchè non ho device Apple (e mai ne vorrò).

La traccia in alto è quella originale, quella in basso è la registrazione su zero feedback, si può sentire bene che la registrazione a zero feedback perde corposità su bassi e brillantezza sugli alti e ha un’esaltazione della gamma media, inoltre è percepibile più nell’ambiente che dalla “registrazione elettrica del segnale” la riproduzione zero feedback è più sporca. Ora passiamo alla registrazione con la controreazione inserita dove tutti gli scettici che credono alle fandonie che raccontano in giro si aspettano un suona brutto, sferragliante, suono di vetri rotti, unghie sulla lavagna, lo stridio della forchetta nel piatto…

Come prima in alto è la traccia audio originale, in basso la registrazione del segnale passato attraverso l’amplificatore questa volta con la controreazione inserita. Ecco a voi finalmente una volta per tutta la dimostrazione che l’uso corretto della controreazione non procura danni al segnale al contrario della versione zerofeedback CHE SI SENTE PEGGIO e chi dice di preferire lo zero feedback È PERCHÈ CERCA DISTORSIONE, la registazione con la controreazione inserita è quasi totalmente irriconoscibile rispetto il file audio originale se non fosse appunto per il disturbo di fondo e una leggere brillantezza in meno (che c’era anche a zero feedback) dovuta alla scheda sonora integrata e assolutamente non professionale del computerino portatile di fortuna che ho usato.

Per completare lascio il download delle 2 registrazioni integrali, in futuro se avrò modo di ripetere esperimenti simili con strumentazione più seria (vedi microfono binaurale state certi che lo farò).

Clicca qui per scaricare lo zip con i 2 file in formato flac

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1 Responses to Controreazione e Smorzamento, esperimenti pratici con il Nobsound 6p3p+6n1

  • Questo è il mio amplificatore che Stefano ha sapientemente sistemato per me! Ho comprato questo ampli della nobsound in kit da assemblare per avvicinarmi al mondo delle valvole, e dopo un attento assemblaggio mi sembrava andasse bene ma mancava sempre qualcosa che mi facesse entusiasmare. Ho cominciato a cambiar valvole, condensatori , pot, connettori ed a correggere lo schema elettrico con vari trovati qua e la sui forum. Mi sembrava che ad ogni modifica qualcosa migliorasse, ma forse era solo frutto dell’ auto convincimento. Finchè sono capitato sul sito di SB Lab ed ho contattato Stefano che gentilmente mi ha aiutato a fare prove elettriche varie e dato suggerimenti, ma subito mi ha detto che il problema dell ampli erano i trasformatori di uscita, di impedenza sbagliati e poco performanti. Così mi sono deciso e ho portato il mio ampli nel suo laboratorio e credetemi se vi dico che dopo questo lavoro che ha eseguito il mio ampli suona come non avevo mai sentito!! Mi sono reso conto che tutto quello che avevo fatto in precedenza per migliorare il suono è stata una gran perdita di tempo e denaro. Affidatevi ad un esperto come lui, non buttate soldi in inutili cambiamenti di componenti Nos e pregiati, tanto non serve a nulla se tutto lo schema è sbagliato, ve lo dico con esperienza fatta sulle mie tasche! Grazie Stefano, ora mi godo il mio ampli e la musica!!

  • Avevo seguito vari consigli che mi avevano dato persone su facebook cambiando valvole con delle nos e cambiando condensatori, mi dicevano che sarebbe migliorato tantissimo ma alla fine non mi ha mai convinto, leggeri cambiamenti di tonalità ma non era mai troppo lontano dall’originale. Poi ho comprato lo schema premium e i trasformatori sb lab per modificare il mio amplificatorino , il risultato è sorprendente!!!! non è più lui, non ho mai sentito un suono così limpido e equilibrato davvero pazzesco e distnate anni luce, mi sono reso conto che le prime modifiche che ho fatto all inizio sono state una perdita di tempo e di soldi, suona meglio dell’amplificatore di marca con le 300B da migliaia di € del mio amico. Datemi retta seguite i consigli di stefano perchè valgono oro, i suoi trasformatori sembrano costosi rispetto ad altri rivenditori ma valgono quello che costano!!!!

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