Neutrino: Un Preamplificatore con Valvole 6SN7 e Trasformatori D’uscita

Neutrino è un progetto libero di preamplificatore linea che utilizza una singola valvola 6SN7 (metà per ogni canale) per fornire un segnale audio puro e dettagliato. Il cuore del circuito include due trasformatori d’uscita SB-LAB i10K-600B, perfetti per garantire prestazioni eccellenti nella trasmissione del segnale.

L’alimentazione è un punto chiave per ottenere la migliore qualità sonora, e per questo Neutrino è stato progettato con grande attenzione. Il filtro dell’alimentazione anodica utilizza una induttanza 15S55, mentre il trasformatore di alimentazione è un 24S98 dedicato. Come valvola raddrizzatrice, si è optato per una 6X5GT, una scelta mirata a garantire stabilità senza eccessivi costi o complessità.

Il progetto originale di Neutrino è basato su uno schema sviluppato da Audiofanatic (clicca per qui accedere al sito originale). Un cliente mi ha chiesto di realizzare i trasformatori necessari per poter assemblare il preamplificatore, e in questa versione ho voluto introdurre alcune modifiche per ottimizzare sia i costi sia le prestazioni, mantenendo comunque la qualità del progetto originale.

Schema originale “Audiofanatic”

Schema modificato SB-LAB

Da questo link potete scaricare il PDF dello schema… neutrino.pdf

Modifiche apportate

  • Trasformatore di alimentazione e valvola raddrizzatrice: Ho deciso di sostituire la valvola raddrizzatrice 5V4G del progetto originale con una più compatta e accessibile 6X5GT. Questa valvola è perfettamente in grado di alimentare una singola 6SN7, consentendo anche al cliente di risparmiare senza che avvengano compromessi sonori. Inoltre, il trasformatore di alimentazione è stato ridimensionato per essere in linea con gli assorbimenti reali del circuito, eliminando componenti eccessivamente sovradimensionati.
  • Condensatore di Ultrapath: Un’altra modifica riguarda il condensatore di ultrapath da 40µF, che nel progetto originale era indicato come carta olio. Dato che un condensatore di questo tipo è molto difficile da reperire che sia in buone condizioni (e, se disponibile, probabilmente avrebbe dimensioni enormi), ho riprogettato il circuito per utilizzare un condensatore più modesto da circa 2µF. Ho aggiunto inoltre un normale elettrolitico di bypass in parallelo alla resistenza catodica, per mantenere la flessibilità del design. Resta poi la libertà di scegliere il tipo di condensatore ultrapath più adatto alle proprie esigenze, sia esso in carta olio, polipropilene o altro materiale.

Nella foto qui sotto un condensatore carta olio da 10uF General Electric

Questo invece è un 2uF, decisamente più piccolo sempre di produzione U.S.A., probabilmente un componente militare o dedicato all’avionica

Flessibilità delle Valvole

Oltre alla 6SN7, Neutrino è compatibile con altre valvole con caratteristiche elettriche equivalenti. Questo significa che è possibile utilizzare anche valvole singole come la 6J5, o, come richiesto dal cliente, la 7193 / 2C22 / VT-232 e altre simili, offrendo così una notevole flessibilità nella configurazione del preamplificatore.

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Merlòtto: L’Amplificatore Single-Ended 6V6 che Rivoluziona l’Audio Hi-Fi

Nel mondo dell’audio Hi-Fi, spesso ci imbattiamo in realtà che sembrano più truffe che vere opportunità. È il caso del cliente che, entusiasta di scoprire soluzioni accessibili per il suo impianto audio, si è trovato a fare i conti con l’ennesimo “cantinaro” che vende amplificatori assemblati alla bell’e meglio. Per risparmiare, ha finito per comprare un’accozzaglia di apparecchi, con risultati terribili e costi cumulativi ben superiori a quelli di un prodotto ben progettato e realizzato.

Questa storia non è solo la triste cronaca di un cliente ingannato, ma anche l’occasione per un recupero creativo che trasforma delusioni in gioia. Con il progetto “Merlòtto”, un amplificatore Hi-Fi valvolare dotato di valvole 6V6, sono riuscito a dare nuova vita a due apparecchi che erano stati scartati come rifiuti elettronici. Per me, il recupero di questi accrocchi è molto più di un lavoro: è un vero e proprio atto artistico e una fonte di divertimento. Smontare e analizzare ogni componente, recuperare parti riutilizzabili e assemblare tutto in un progetto che rappresenta ciò che l’originale avrebbe dovuto essere fin dall’inizio, è una sfida stimolante e gratificante.

Questa operazione non solo restituisce valore agli elementi che altrimenti avrebbero preso la via della discarica, ma contribuisce anche a un approccio più ecologico e sostenibile. Ogni pezzo recuperato è un contributo a ridurre l’impatto ambientale, evitando che componenti semi-nuovi finiscano per essere gettati via. “Merlòtto” non è solo un amplificatore: è la dimostrazione che, con passione e creatività, è possibile trasformare ciò che sembrava destinato a essere scartato in un prodotto di alta qualità, realizzato con costi ridotti grazie al recupero intelligente e alla maestria artigianale. In questo articolo, vi presenterò il risultato di questo progetto, mostrando come un’idea possa evolversi da una sfida di recupero a un’opera di eccellenza nell’ambito dell’alta fedeltà audio.

Panoramica degli Apparecchi di Partenza: Un Viaggio attraverso il Recupero

Prima di mostrare l’amplificatore single-ended 6V6 “Merlòtto”, è essenziale dare uno sguardo agli apparecchi di partenza che sono stati utilizzati per il recupero delle parti. Questi dispositivi, abbandonati e considerati ormai inutili, rappresentano il punto di partenza di un progetto che ha trasformato il materiale scartato in un’opera di alta qualità.

I due apparecchi che ho utilizzato come base per “Merlòtto” erano originariamente venduti illegalmente come soluzioni audio a basso costo, ma la loro qualità era purtroppo di livello inclassificabile. I componenti e le strutture di questi amplificatori, benché nuovi, erano caratterizzati da un’assemblaggio scadente e da prestazioni talmente infime da poter essere considerati come non funzionanti. Il primo apparecchio era spacciato come un preamplificatore equipaggiato con valvole 1626.

Una descrizione quasi comica presentava l’oggetto così: Configurato come un piccolo amplificatore finale con un doppio triodo in ingresso ed un triodo 1626 in SE in uscita che alimenta un trasformatore WE. Tutte le alimentazioni dei filamenti sono in continua con condensatori di grossa capacità… per evitare saturazione del nucleo i trasformatori sono caricati tramite un grosso condensatore da 5 uF di qualità assoluta.

Soprattutto perché un trasformatore che satura smette di saturare solo perché c’è un bel condensatore della WE… “Wè Wè!”… apparecchio misurato che ha una banda passante di 90 Hz a 10 kHz a -1dB, oltre a una povera valvola EZ41 che ad ogni accensione doveva caricare 1800 uF di condensatori elettrolitici, rischiando di andare in corto in un lampo atomico ad ogni accensione… Il secondo apparecchio smontato era pubblicizzato come un finale di potenza single-ended con valvole AL4 o WE38.

Misurato, il secondo apparecchio si vantava di erogare la stratosferica potenza di 0,12 watt RMS prima di entrare in clipping. Oltre questa miseria, il segnale si trasformava in una semionda costantemente tagliata via, producendo un effetto fuzz che nemmeno i chitarristi più sperimentali avrebbero osato. E non parliamo del povero trasformatorino che, in un atto di eroismo, doveva caricare due enormi bottiglioni elettrolitici ad ogni accensione. Quando l’ho acceso la prima volta, ha emesso un fracasso così epico che ho ritratto immediatamente la mano, temendo di rimanere folgorato o di assistere a uno spettacolo pirotecnico con le valvole.

Un’altro Rottame con delle UY76

Il pericolo della disinformazione e della delusione: Il problema non si limita all’aspetto economico. Queste pattumiere minacciano anche di allontanare gli appassionati dal mondo dei valvolari. Il diffondersi dell’idea che “le cose a valvole suonano male” o che siano “tutte costruite male” danneggia non solo i venditori onesti e competenti, ma anche il pubblico, che rischia di perdere l’opportunità di sperimentare il vero piacere dell’ascolto valvolare. Inoltre, coloro che hanno acquistato questi apparecchi e li trovano gradevoli e ben suonanti spesso non hanno esperienza sufficiente, né l’orecchio allenato o il confronto necessario per valutare correttamente la qualità del suono. Senza un confronto con apparecchi veramente validi, è difficile per loro rendersi conto di quanto poco valore abbiano certi prodotti, che non sono nemmeno all’altezza del modesto costo richiesto per acquistarli.

Smontiamo tutto !!!

Questa fase del progetto è per me una delle più divertenti, un po’ come quando ero bambino e smontavo le casette di Lego con la stessa eccitazione di un piccolo esploratore. Ogni volta che apro un apparecchio, è come scoprire un tesoro nascosto in mezzo a un mare di immondizia elettronica. Durante il processo di smontaggio, è sorprendente trovare veri e propri gioielli tra i pezzi di scarto: condensatori pregiati, connettori RCA rodiati, zoccoli e valvole di qualità, e persino ancoraggi robusti.

Le foto che vedrete mostrano alcune delle fasi di questa demolizione. Ogni componente recuperato viene attentamente esaminato e selezionato per determinare se può essere riutilizzato nel nuovo progetto. Parte del materiale recuperato è stato infatti integrato nel progetto “Merlòtto”, mentre un’altra parte, che non era utile, è stata venduta in permuta per ridurre i costi del cliente. Infine, il materiale rimasto, che non poteva essere utilizzato o era ormai senza valore, è stato smaltito in modo appropriato.

Questa operazione non solo permette di dare nuova vita a componenti altrimenti destinati alla discarica, ma rende anche l’intero processo di creazione dell’amplificatore un’avventura entusiastica e gratificante.

La Ricostruzione Inizia!

Ora che abbiamo esaminato il materiale recuperato, è il momento di avviare la fase di ricostruzione. Ho scelto di riutilizzare uno dei telai di legno, nonostante non fosse di qualità pregiata, perché aveva una forma particolare che mi sembrava interessante. Si trattava di semplice compensato di conifera, un materiale decisamente ordinario, che l’accroccatore originale aveva tentato di abbellire con un mordente noce e una lucidatura non meglio definita.

Il risultato, purtroppo, non riusciva a mascherare la bruttezza intrinseca del legno, ma piuttosto a enfatizzare quanto fosse poco attraente. Nonostante ciò, il telaio offriva una struttura utile e una base solida per il mio progetto. Invece di cercare di valorizzare un legno così mediocre, ho optato per nasconderlo, usando la sua forma come base per dare vita al mio amplificatore “Merlòtto”. Con un po’ di ingegno e creatività, ho trasformato questo componente in un elemento chiave della ricostruzione. In questa fase iniziale, ho ricevuto l’aiuto di Rita Stefani, che si è occupata di sverniciare il telaio e di rattoppare le forature superflue presenti.

Successivamente, ho progettato il frontalino anteriore di controllo, che ho deciso di realizzare utilizzando la stampa 3D in resina.

Ho realizzato i pannelli in alluminio con un approccio tradizionale.

Ecco la vaschetta con le boccole RCA: le tre coppie ravvicinate sono dedicate agli ingressi, mentre la coppia più distanziata è un’uscita audio a basso livello, progettata per pilotare un subwoofer, come richiesto dal cliente. Tutti i connettori RCA rodiati provengono da quel preamplificatore con le valvole 1626.

Queste foto mostrano il processo di realizzazione della mascherina anteriore, sempre con la stampa 3D in resina. Il potenziometro del volume è stato recuperato dagli apparecchi di partenza, mentre i tre pulsanti a scatto utilizzati per selezionare i tre ingressi sono dei ricambi NOS che avevo a disposizione. È importante notare che il segnale audio non passerà attraverso questi pulsanti. Invece, i pulsanti controlleranno dei relè di segnale di alta qualità, dotati di contatti in argento sigillati in atmosfera inerte. Questo approccio evita l’uso di brutti commutatori in bronzo, che tendono a ossidarsi e deteriorare il segnale.

Le prossime foto arrivano direttamente dal laboratorio di Rita Stefani, che ha rifinito il telaio dopo che avevo preparato l’alloggiamento per il nuovo circuito.

Ora pubblico una serie di foto che documentano l’assemblaggio del circuito vero e proprio. In queste immagini, è possibile vedere come ho schermato il telaio di legno con rame, un passaggio cruciale sia per proteggere il circuito da eventuali disturbi elettrici sia per garantire la sicurezza elettrica. Le foto mostrano i diversi passaggi durante il montaggio, dalla fase iniziale fino alla messa a punto finale. Durante quest’ultima fase, ho scollegato alcuni componenti per effettuare prove e sostituzioni, assicurandomi di ottenere un risultato perfetto per la sezione di alimentazione e il circuito di retroazione.

I condensatori rossi e gli zoccoli delle valvole sono stati recuperati dai materiali di partenza.

Descrizione Tecnica dell’Amplificatore Merlòtto

L’amplificatore “Merlòtto” è un finale single-ended progettato con particolare attenzione alla qualità e all’efficienza del circuito. Utilizza le valvole 6V6G o 6V6GT per l’amplificazione, con una valvola pilota 6SL7 che guida il circuito. Per la rettificazione ho scelto una valvola 5V4G, supportata da un filtraggio a cella CLC con condensatori di piccolo taglio, specificamente dimensionati per le capacità della valvola raddrizzatrice scelta.

L’alimentazione dei filamenti è in corrente alternata, un dettaglio che contrasta nettamente con le pretese del costruttore degli apparecchi di partenza, il quale vantava l’uso di condensatori enormi e l’alimentazione dei filamenti in corrente continua. Questa configurazione non solo si rivelava inutile se non addirittura dannosa ma dimostrava una chiara incapacità di gestire il ronzio e altri problemi da parte sua.

All’interno dell’amplificatore è presente una valvola ECC82, configurata come filtro passabasso attivo. Questa parte del circuito è progettata per produrre il segnale necessario a pilotare un amplificatore esterno per subwoofer. Il segnale per questa funzione è prelevato dalle boccole di uscita degli altoparlanti, in modo da non interferire con il segnale di ingresso principale.

Tutti i trasformatori utilizzati sono nuovi e prodotti da SB-LAB. I trasformatori di uscita sono i modelli SE8K5-6V6P, mentre l’induttanza è una 15S56 da 10H e 100mA. Inoltre, è stato impiegato un trasformatore di alimentazione custom 24S90, realizzato su misura per soddisfare le specifiche esigenze circuitali del progetto Merlòtto.

L’amplificatore “Merlòtto” offre una potenza di 3,4 watt RMS per canale prima del clipping, con uno smorzamento di 4,9 e una risposta in frequenza che va da 15 Hz a 35 kHz con un’attenuazione di -1 dB. La distorsione armonica è limitata allo 0,5% a 1 watt.

Il progetto “Merlòtto” è disponibile anche in versione premium. Chi desidera acquistare il set di trasformatori e lo schema elettrico per realizzare l’amplificatore fai-da-te può semplicemente contattarmi. Sarò felice di fornire tutti i dettagli necessari per aiutare a portare a termine il progetto.

Di seguito trovate i consueti grafici che illustrano le performance.

Banda Passante @ 1 Watt

THD

Quadra 100Hz

Quadra 1khz

Quadra 10Khz

Risposta in frequenza dell’uscita SubWoofer

Considerazioni sui Costi

Per costruire “Merlòtto” sono state necessarie 33 ore di lavoro, escluse le ore aggiuntive dedicate alla messa a punto e ai test, che hanno richiesto un’intera giornata in più. Inoltre, dovrò investire ulteriore tempo per produrre la documentazione necessaria per vendere legalmente l’amplificatore. Durante la costruzione, ho riutilizzato alcuni componenti come gli zoccoli delle valvole, il telaio, alcuni condensatori, le boccole RCA, il potenziometro del volume e le valvole 6V6 già in possesso del cliente. Tuttavia, la maggior parte dei componenti, inclusi il set di trasformatori, le lamiere, tutti gli altri componenti interni, oltre alle spese di verniciatura, sono stati acquistati nuovi.

Il costo totale ha ampiamente superato il migliaio di euro. Questa cifra potrebbe sembrare elevata, ma vi invito a riflettere: è davvero vantaggioso acquistare quegli “accrocchi” venduti su subito.it per 400/600 euro? Il cliente, acquistando due preamplificatori e un finale, ha speso quasi 1600€ per apparecchiature di qualità discutibile, che non facevano altro che accumulare polvere come “immondizia” elettronica.

C’era un detto dei nostri nonni che diceva: “Chi poco spende, troppo spende”.

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4 Responses to Merlòtto: L’Amplificatore Single-Ended 6V6 che Rivoluziona l’Audio Hi-Fi

  • Eccola qua la “fortunata” vittima degli improbabili accrocchi acquistati incautamente in rete. Fortunata paradossalmente perché se non fosse stato per quelle improbabili (a posteriori dato che al momento mi sembravano ottime) produzioni, non mi sarei imbattuto in Stefano.
    Mi ero insospettito di aver preso dei bidoni frequentando il sito Stefano Bianchini Lab proprio comparando gli interni dei prodotti spazzatura che Stefano aveva pubblicato (tragicamente simili al mio) ed i manufatti prodotti da Stefano medesimo. Anche ad un occhio inesperto come il mio balza agli occhi l’ordine interno, non un’accozzaglia di fili condensatori assemblati “a groviglio”, ogni cosa ancorata al proprio posto, chiaramente di un altro livello costruttivo. Questo fatto riesco a vederlo perfino io. Mi sono quindi messo in viaggio, sono andato al laboratorio di Stefano, fatte le misurazioni dei vari pre e finali e, decretata la pochezza delle elettroniche, abbiamo deciso subito il da farsi. La genesi dell’amplificatore è molto ben descritta sul blog.
    Ed ecco nato il Merlotto. E’ una “bestiaccia” da 3,5 w (tutti gli altri dati potete leggerli nell’articolo) che fa letteralmente decollare le mie casse (autocostruite) le Haruna, un progetto Olson Nagaoka della fruegel horn a doppio caricamento posteriore con i fostex 166 nv da 96 db a cui è stato implementato un tweeter a nastro Fountek. Ho scoperto che le valvole non ronzano, ho scoperto che esistono i bassi e gli alti e che sono in equilibrio tra loro sommati ai medi è ovvio, la banda passante. Ho scoperto molto dettaglio ed un grande piacere all’ascolto e come i larga banda possano letteralmente volare. Non sono un recensore quindi mi fermo qui.
    Ringrazio molto Stefano per la cortesia per la competenza e per aver fatto un lavoro splendido come solo un super professionista sa fare (dimenticavo Merlotto è marchiato CE ed ha il suo bel manuale di manutenzione e garanzia rilasciato dal costruttore) che, quotidianamente, mi regala sempre dell’ottima musica riprodotta in maniera fantastica.
    Non comprate spazzatura.

  • Sono anch’io una vittima di questi prodotti estremamente scadenti. Attirato dal prezzo basso portai a casa uno di questi cosi che si rivelò subito un ronzino sfiatato. Dopo varie peripezie, mi decisi ad affidarlo a Stefano per un tentativo di upgrade: ebbene, ne venne fuori un autentico purosangue, una delizia per gli occhi e le orecchie. Un’esperienza costosa ma preziosa: diffidare dei prezzi stracciati e dei costruttori improvvisati; un amplificatore a valvole ben progettato e ben realizzato non può costare poche centinaia di euro, a meno che non sia, appunto, una ciofeca costruita con i piedi e perdipiù pericolosa. Attenti all’immondizia, ce n’è anche troppa in giro!

  • Si certro che se dovevi costruirti tutto da te tanto valeva che compravi la roba invece di spendere 10volte la cifra per comprare un’immondezzaio montato da uno che non sa nemmeno polarizzare una valvola.

  • Kalimero… ossia “Non tutto il male vien per nuocere”
    Beh, salve a tutti. Io sono uno dei tanti, che hanno avuto la sfortuna, o, detto meglio, che sono stati cosi’ sprovveduti e poco accorti da acquistare un pre e un finale dal mitico costruttore di immondizia, autore anche degli apparecchi sopra.
    La mia esperienza è stata particolarmente traumatica, in quanto ha comportato, oltre a 2 bidoni, anche un continuo avanti ed indietro di elettroniche via corrieri, durante l’inverno e la primavera del 2020, in pieno periodo Covid.
    Ve la racconto… abbreviata, ed in fondo, vi narro anche l’aspetto positivo.
    Acquisto, a fine 2019, un preamplificatore dal nostro amico. Bello, artigianale e vintage come pochi, con 2 vt76 e 2 6sn7. Il pre arriva, ma ronza come una segheria di marmo. Torna al costruttore dopo pochi giorni, che me lo rimanda, dicendo che da lui ora è silenziosissimo, forse era qualcosa che si era dissaldato diurante il viaggio…. nel frattempo, mi propone un finale con 2 6sn7, 4 6v6 in parallelo, 2 per canale, fantastici trasformatori vintage della Siemens, e condensatori Western Electric rimarcatati MicaMold. Arrivato il finale (aspettavo il pre), anche questo non funziona. Il suono è bassissimo anche sulle La Scala, diffusore dall’efficienza mostruosa. Inoltre ronza. Rimandato indietro, mi arriva il pre “aggiustato”…. che ronza uguale a prima, a livelli inascoltabili…. provo a fare qualche modifica, con l’assistenza del costruttore di immondizia…. ma le cose peggiorano solo. E, quello che vedo dentro al pre mi lascia un poco perplesso. Saldature a “grumo”, pezzi incollati col bostik, viti tenute dalla colla, fili senza distinzione che finiscono malamente in varie parti, fili con la B+ che passano vicinissimi a parti metalliche, etc. Il costruttore mi spiega che così va costruita la roba vintage. E chi sono io per contestare, mi chiedo?
    La faccenda va avanti,con vari giri, facendo sempre più lievitare i costi, fino a che il Mister non propone di farmene un altro, speciale per me. Dopo 2 mesi, mi arriva un pre molto più modesto, con prese in acciaio, e che ronza peggio di quello di prima. Nel frattempo è tornato Kalimero, il finale, con esattamente gli stessi problemi di prima. Alla misura, presso un amico, tirava fuori 0,20W con le 2 6V6 in parallelo, e ben 0,35 W togliendo via una valvola, quindi usando 1 singola 6V6 in SE. Il tutto con distorsioni tra il 5 e il 7%

    In sintesi… il pre è ormai completamente smontato, inutile, grazie ad una alimentazione completamente sballata ed un progetto, il pre con le 76 di Bergmann apparso anni fa su Glass, realizzato però molto malamente, addirittura con una finta raddrizzatrice, che non serviva a nulla, mentre la corrente era raddrizzata da un ponte di diodi. Il finale ha subito varie ricostruzioni. Infatti, oltre che realizzato da cani, cablato da cani, e con un layout sbagliato (le finali davanti, le preamplificatrici tra finali e trasformatori, cavi che giravano ovunque, alimentazione dei filamenti che toccava quasi lo chassis senza protezione, tutto tenuto da bostik, incluse le viti, etc)e con tensioni e bias sbagliati….. insomma, oltre a questo disastro, utilizzava solo un lato per ogni 6SN7 (un doppio triodo… usato come singolo!) per pilotare una coppia di 6V6 SE in parallelo, che andavano ad un trasformatore non Siemens, bensì di nota marca italiana, siliconato dentro calotte nere. E il trasformatore……. un Push Pull da 6k collegato in uscita a 4 ohms. dunque la coppia di valvole, che avrebbe avuto bisogno di 2,3-2,5k, vedeva in uscita un trasformatore inadatto, saturato dalla corrente necessaria al funzionamento in SE, e con un’impedenza su carico di 8 ohms di 12k (12.000 ohms!!!!)

    Ora almeno il finale, da cui si sono recuperati i condensatori, gli zoccoli delle valvole, le prese di entrata ed uscita e il telaio, con i magnifici trasformatori di Stefano Bianchini, è diventato un finale vero, e ben suonante. Un SE di 6V6, pilotate da 6J5 (la metà di una 6SN7) con un bel cablaggio e un filtraggio curato. Il finale è magnifico, pilota, con solo 3 watt, le mie enormi La Scla come e meglio di qualunque amplificatore mai passato da casa mia!.
    Oltre a usare 6V6 fivre cokebottle nos, che suonano divinamente, come le loro pilota 6J5 RCA metal base nos, i trasformatori di Bianchini fanno impallidire qualunque altra cosa. Bassi fantastici, profondissimi e possenti, medi da urlo e una gamma alta presente e dettagliata, ma mai fuori le righe! Insomma, grazie a i trasformatori di Bianchini il finale si è trasformato in qualcosa di unico e speciale

    Quale è stato il lato positivo vi chiederete? Bene, per venirne a capo, visto che sono testardo, mi sono messo a studiare, a realizzare circuiti semplici, a imparare a fare i calcoli più semplici, ho incominciato a capire i circuiti e il funzionamento di ciascun elemento. Dopo 4 anni non sono certo un ingegnere elettronico, ma ora so leggere perfettamente un circuito, capirne molti errori, e soprattutto realizzarlo! Forzatamente e per necessità, ho dovuto imparare tutto, e sopratutto imparare ad autocostruirmi ciò che voglio, e a modificarlo secondo le mie esigenze. Dunque…. grazie Kalimero!!!

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Yet Another 300B: Il Classico Amplificatore a Valvole

Il progetto che vado a presentare oggi è l’ennesimo amplificatore basato sulla celebre valvola 300B. Questo progetto ha radici che risalgono a molti anni fa (2011), quando ero ancora solo un hobbista. All’epoca, avevo acquistato un amplificatore cinese usato, modello “Music Angel XD-850MKIII”. Spinto dalla curiosità e attratto dal basso costo e dall’estetica accattivante, decisi di acquistarlo. Tuttavia, l’entusiasmo iniziale si spense presto.

Music Angel XD-850MKIII: Un’Esperienza deludente

L’amplificatore cinese Music Angel XD-850MKIII, che inizialmente sembrava promettente, si rivelò una delusione. Come scrivevo nel mio vecchio articolo del 2011: A volte, la curiosità ti spinge ad acquistare uno di questi amplificatori cinesi. Sono economici e hanno un aspetto accattivante, ma come si comportano davvero? Per chi è alle prime armi, il giudizio all’ascolto può sembrare positivo, poiché è relativo alle esperienze di ascolto precedenti. Tuttavia, con l’esperienza maturata nel tempo, ho trovato questo amplificatore decisamente insoddisfacente. In breve, è un dispositivo che spengo volentieri, dimostrando che affidarsi solo al fascino della valvola 300B è spesso un’illusione.

L’amplificatore suonava in modo stridulo, al punto da far venire la pelle d’oca per il fastidio dell’ascolto. Tuttavia, invece di venderlo e fare un dispetto a chiunque lo avesse comprato, ho preferito divertirmi a modificarlo. La modifica che proposi allora era più di un semplice aggiornamento: si trattava di una trasformazione totale, da un amplificatore “candelabro” cinese a un amplificatore serio e ben suonante.

La Trasformazione: Da Candelabro ad Amplificatore

Quando parlo di amplificatori “candelabro”, mi riferisco a quei modelli cinesi progettati principalmente per mostrare esteticamente le valvole, piuttosto che per offrire prestazioni audio di alta qualità. Il Music Angel XD-850MKIII è un esempio perfetto: un amplificatore finale single-ended (SE) con valvole 300B, dove le 300B sono pilotate da un altro finale SE con valvole 2A3. Queste, a loro volta, sono pilotate da uno stadio di ingresso costituito da un doppio triodo RF a riscaldamento diretto DCC90, noto per la sua microfonicità ma reso esteticamente accattivante da tre anelli di acciaio inox 18/10 con un set di coltelli e una padella antiaderente in omaggio.

Nonostante tutto avere un telaio già pronto a disposizione è sempre una grande comodità, molto meglio che dover costruire qualcosa da zero in una scatola di legno improvvisata, magari con le maniglie dei cassetti del bagno prese all’IKEA o con le teglie per le lasagne. Questo progetto è quindi all’insegna del divertimento e dell’autocostruzione. Va detto che la modifica ha finito per costare più dell’amplificatore stesso, ma l’ho realizzata per recuperare il meglio da un acquisto incauto, per divertirmi e maturare un’esperienza che poi mi è stata molto utile nella vita. Anche se poco è rimasto dell’originale, il recupero del telaio ha permesso di risparmiare tempo e denaro rispetto alla costruzione di un nuovo dispositivo da zero. Il risultato finale è di altissimo livello, quindi, se possedete già un amplificatore simile, questa trasformazione potrebbe davvero valere la pena. È possibile anche costruirlo tutto da zero come vedremo più avanti in questo articolo.

Vecchie Foto e Vecchi Testi

Per chi si stesse chiedendo se sia possibile migliorare il proprio apparecchio senza dover eseguire una modifica così radicale, mi dispiace deludervi, ma la risposta è no!

La premessa iniziale di questo circuito lasciava molto a desiderare. Durante l’analisi ho scoperto che i filamenti delle valvole 300B e delle 2A3 erano alimentati in modo “pseudo DC” tramite un raddrizzatore a doppia semionda e un semplice condensatore elettrolitico. Ancora peggio, il filamento della DCC90 era alimentato da un raddrizzatore a singola semionda. Questo setup non solo rendeva l’amplificatore già predisposto a suonare male, ma l’ascolto diventava una vera e propria tortura. In aggiunta, l’apparecchio si è guastato poco dopo l’acquisto. Ho deciso di intervenire ripulendo completamente il circuito originale…

Successivamente, ho proceduto a misurare i trasformatori e le induttanze, sperando di trovare qualcosa di riutilizzabile. Tuttavia, mi sono trovato di fronte a una situazione che posso mostrare meglio con un’immagine (come si suol dire, un’immagine vale più di mille parole). Nella foto, si possono vedere chiaramente dei trasformatori completamente arrugginiti, quasi come se fossero stati conservati per trent’anni in una cantina umida. Piccoli e sottodimensionati, impacchettati in modo scadente con lamierini deformi e chiusi in maniera approssimativa. Non erano impregnati e i fili di connessione erano sottilissimi, simil “capelli di cinappa”.

I lamierini sembravano tagliati con le forbici, erano tutti rovinati, spiegazzati e arrugginiti. C’era un pezzo di secondario all’inizio e un altro alla fine, con il primario in mezzo. Praticamente erano peggio (parecchio peggio) dei trasformatori audio che si possono trovare su certe vecchie radio a valvole.

Il tensionamento del filo era quasi inesistente, l’avvolgimento era praticamente libero con più aria che isolante tra gli strati e nessuna impregnatura. Dopo averlo misurato, ho rilevato una banda passante di 200Hz a 86kHz con attenuazione di -3dB. Con così poche sezioni, senza impregnatura e con tanto spazio vuoto, non sorprende che mancassero completamente i bassi. Inoltre, l’avvolgimento così poco tenuto (era addirittura morbido al tocco) e con tanto spazio d’aria non faceva che accentuare il suono sparato e stridulo dell’amplificatore.

Questa qui sotto è l’induttanza, da solo 1 Henry e così piccola che era sicuramente in totale saturazione durante il funzionamento, tenuta ferma con una sostanza cerosa giallastra e dura, la cui natura non è chiaramente identificata, così come il trasformatore di alimentazione.

Progetto YA300B – “Yet Another 300B”

Il circuito è così configurato: Lo stadio di ingresso utilizza due triodi di una 6SL7GT connessi in configurazione catode coupled, fornendo una preamplificazione minima di 9,5 dB. Lo stadio successivo consiste di un triodo della 6SN7 (metà valvola per ciascun canale), caricato con un CSS a transistor. Questo approccio si è rivelato necessario per ottenere uno swing di tensione sufficiente per pilotare la finale utilizzando la stessa alimentazione. Utilizzare una resistenza come carico avrebbe richiesto una tensione di alimentazione molto più elevata, poiché la 300B, in questa configurazione, richiede un’impressionante escursione di 240V peak-to-peak per essere pilotata completamente. Altrimenti, il driver avrebbe distorto prima della finale, come accade in molti altri progetti con la 300B (compresi apparecchi commerciali da 5000 e passa €). È ovvio che questo è da evitare assolutamente.

Una soluzione completamente valvolare sarebbe stata quella di utilizzare una tensione molto più elevata per il driver e adottare circuiti come il mufollower, come nei successivi progetti Triodino 3,5 e Triodino 4. Tuttavia, questa opzione avrebbe reso necessario aggiungere un’altra valvola e un ulteriore stadio di alimentazione, rendendo il tutto più complicato. Il CCS (Current Source/Sink) rappresenta un altro approccio significativo per coloro che apprezzano l’ascolto dettagliato e non sottovalutano tali soluzioni senza averle provate. È importante ricordare che i CCS, in generale, e in particolare quelli basati su MJE340/350, sono utilizzati come carichi anodici o sorgenti di corrente in numerosi preamplificatori di fama.

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Ho dedicato molto tempo all’ottimizzazione del driver e sono riuscito a ottenere una compensazione armonica tra la 6SN7 e la 300B, riducendo significativamente la distorsione della finale fino quasi al limite del clipping. Il feedback negativo globale è molto moderato (circa 4 dB) ed è applicato solo al driver (disattivabile opzionalmente), mentre le 6SL7 sono escluse dal circuito di retroazione a priori. Nelle foto successive è illustrato il processo di ricostruzione del Music Angel.

Ho rimosso la torretta di protezione della DCC90 e ampliato il foro per ospitare una valvola octal.

E cablato il nuovo circuito.

Con lo spirito del riciclo, per il cablaggio del circuito ho riutilizzato parte dei componenti originali e alcuni provenienti da altri dispositivi smontati, integrando anche nuovi componenti. Ecco l’apparecchio finito…

Finalmente ho montato una coppia di 300B Full Music in un circuito abbinato a trasformatori di alta qualità.

Ecco la raddrizzatrice che ho utilizzato: una 5U4GB NOS.

Il Ritorno del Progetto nel 2024

Ad oggi, nel 2024, un cliente si è interessato a realizzare questo mio vecchissimo progetto. Così, ho ripreso il mio vecchio schema e l’ho leggermente migliorato grazie alle conoscenze che ho acquisito negli ultimi 13 anni. Anche se le migliorie sono state marginali, hanno comunque contribuito a perfezionarlo ulteriormente.

Il cliente, essendo uno dei suoi primi montaggi, ha incontrato alcune difficoltà tecniche. Di conseguenza, mi ha portato il dispositivo in laboratorio perchè lo aiutassi a risolvere un paio di piccoli problemi. In questo modo, avendo l’amplificatore sul banco, ho potuto anche effettuare delle misure più precise rispetto a quelle che avevo fatto tanti anni fa. Nelle foto che seguono si può vedere il suo montaggio.

Visione termica dei 2 transistor MJE350

Prestazioni Strumentali dell’Amplificatore

Durante i test strumentali dell’amplificatore, sono emersi risultati eccellenti. La potenza RMS indistorta è di 8,2 watt per canale, con una potenza massima di 9,8 watt in condizioni di profondo clipping. Il fattore di smorzamento (DF) è 7,7. La distorsione armonica totale a 1 watt è di 0,52%, mentre la banda passante si estende da 10 Hz a -0,2 dB fino a 20 kHz a -1,2 dB. Questi valori confermano l’alta qualità e le prestazioni del progetto. Ecco di seguito i consueti grafici di riferimento:

THD

Banda passante

Quadra a 100Hz

Quadra a 1khz

Quadra a 10khz

Come suona: assolutamente eccezionale. L’apertura sonora è sorprendente, con bassi profondi, puliti e ben controllati, e un’estensione nelle alte frequenze che provoca brividi lungo la schiena per la sua perfezione. Ogni microdettaglio è reso con impressionante precisione, creando un palcoscenico sonoro davvero magnifico. La 300B, quando utilizzata correttamente, offre risultati straordinari, mostrando una ricchezza e una profondità che lasciano senza parole.

Grazie per aver esplorato il nostro progetto YA300B, un’evoluzione significativa dell’amplificatore a valvole basato sul Music Angel XD-850MKIII. Con miglioramenti sostanziali e prestazioni audio eccezionali, YA300B dimostra il potenziale delle valvole 300B quando utilizzate con sapienza e ingegneria accurata. Se sei interessato a realizzare questo progetto, sia modificando un Music Angel esistente che costruendo da zero, consulta il nostro schema premium e il set di trasformatori disponibile. Contattaci per ulteriori informazioni e per acquistare il kit.

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9 Responses to Yet Another 300B: Il Classico Amplificatore a Valvole

  • Grazie mille per il tuo commento e per aver condiviso la tua esperienza con lo YA300B! Sono davvero felice di sapere che sei soddisfatto della resa sonora dell’amplificatore e che si sposa così bene con le tue Klipsch Forte 4. È sempre un piacere sapere che il lavoro che ho svolto ha portato a risultati così positivi.

    Le tue parole sono un grande incoraggiamento per me e mi motivano a continuare a migliorare e a dedicarmi con passione a questi progetti. Concordo pienamente: la 300B è una valvola leggendaria e merita un progetto di altissimo livello come lo YA300B.

    Grazie ancora per il tuo feedback e per la fiducia che hai riposto in me. Sono sempre qui per supportarti e per qualsiasi futura esigenza o domanda.

    Buon ascolto!

  • Finalmente ho portato a casa lo YA300B dopo l’intervento di Stefano. Sono molto soddisfatto della resa sonora dell’ amplificatore. Suono pulito, dettagliato, veloce e ben controllato. Collegato a delle casse con buona efficienza, Klipsch Forte 4 nel mio caso, la potenza erogata è più che sufficiente ad insonorizzare una stanza ad alti livelli.
    Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare Stefano per l’ottimo lavoro. Credo che una valvola mitica come la 300B meriti un progetto all’altezza, come lo YA300B!

  • la dimensione dell’induttanza è sempre in rapporto a quella del condensatore, io ho usato 1H sugli albireo ma perchè avevo un duplicatore che esce con un ripple a dente di sega che si filtra facile e dopo la L ci sono 1000uF di condensatore. Quanto alle valvole a riscaldamento diretto te continui a dare sentenze senza mai aver provato le cose le 300B sono valvole fantastiche e quella coppia di full music costa più di 300 euro credo, a usarle non c’è proprio nessuna complicazione regolando un reostato da alcune decine di ohm tra i capi del filamento e il cursore a massa porti il ronzio che esce verso gli AP a meno di 10mVpp.

  • Mi fa pensare quella impedenza da 1 solo henry. Alcune banali radio a valvole avevano già roba migliore,gli va che essendo in classe A l’assorbimento è costante. Magari mettono elettrolitici più grandi.
    sto cominciando a pensare che molta gente ha le orecchie mosce e non sente le differenze tra uno e l’altro (e si che io cerco di stare abbastanza distante dall’hi fi…..e sopratutto dalle valvole). Quello che faccio lo faccio perchè obbligato.

    Se si pensa che nel super ampli (teorico) che presenterò a ottobre novembre per filtrare l’anodica serve un induttanza che regga 300 mA da 4 H che pesa quasi 2 kg. Ed è un ampli mono …
    Penso che attaccandogli anche una banale 5 valvole quell’induttanza è già al pelo

    Poi…anche qui con le complicazioni filamento catodo….valvole a riscaldamento diretto….questo 2angel non mi sta simpatico manco un pò

  • Sono un artigiano che ripara e costruisce amplificatori valvolari ,ho cominciato a giocare con il saldatore a 13 anni e so quello che dico, spendere 600 euro per comprare dell’immondizia cinese con sopra due valvole sono tanti.Me ne portano in laboratorio tutti i giorni , e li mando indietro, l’autoradio che ho sul furgone suona meglio .la gente ha le idee confuse ,solo per costruire un trasformatore ci metto una settimana e se non sono soddisfatto lo smonto e ne faccio un altro .Con 600 euro non ci compra neanche il rame e il nucleo.

  • Che i cinesi facciano pure i loro cellulari e iphone fighettini che dopo 1 anno sono da gettare nella spazzatura, tecnologie di cui non mi interessa proprio niente tra l’altro. E questi non sono affatto pregiudizi, quell’ampli suonava da schifo e s’è rotto dopo 2 mesi. Non è per niente uno schema anni 50, ma una vaccata con 2 finali che pilotano altri 2 finali fatto solo per far mostra di vetro inutilmente. Se fanno felice qualcuno ? bho, probabilmente qualcuno che non ha sentito suonare amplificatori progettati come si deve e che l’amplificatore lo guarda invece che ascoltarlo. Tra l’altro non sono d’accordo che per fare l’alta fedeltà oggi si debbano copiare schemi di 50 anni fà, no assolutamente. Il copiare vecchi schemi lo fanno le persone prive di fantasia e di voglia di creare qualcosa di nuovo. Tanto per iniziare la musica che si ascolta oggi non è quella che si ascoltava allora. Io penso che se devo spendere 800 euro per un’amplificatore dal risultato sonoro così scarso piuttosto tengo i soldi, compro un’amplificatorino a SS da 100 euro che suona meglio. I pregiudizi ce li hanno anche quelli che non avendo mai sentito niente di decoroso si accontentano di quello che passa il convento e magari chiamano “pseudo esperti” persone che non conoscono, che costruiscono amplificatori che non hanno nemmeno sentito. Tu hai mai sentito gli OTL GRAAF ad esempio? Io conosco di persona chi progettava quegli apparecchi e ho giudizi sui miei lavori molto più rilevanti delle tue ciance. Io so come suonano i miei amplificatori, il proprietario di questo music angel rifatto pure e sa pure come suonava prima e come suonava dopo, tu no. Quindi non sputare sentenze, che si e no saprai tenere in mano il saldatore.

  • Trovo veramente divertenti questi commenti lasciati da pseudo “esperti” del settore. Peccato che di oggetti cinesi siamo circondati tutti i giorni e li utilizziamo con soddisfazione: vedi IPHONE O IPAD tutti rigorosamente Made in China. Forse questi amplificatori che perfetti non sono, sicuramente possono far felice qualche appassionato che non ha i soldi per comprarsi un amplificatore KONDO o un AUDIO TECHNè giusto per citarne qualcuno di “economico”. A livello costruttivo non sono diversi da tanti ampli a tubi costruiti negli anni d’oro dell’ alta fedeltà tipo anni 40 o 50 di cui riprendono lo schema, e che tra l’altro funzionano ancora oggi… “SIAMO TUTTI MILIONARI” E CON TANTI PREGIUDIZI…

  • Già, purtroppo ancora molti ci cascano, sugli amplificatori valvolari NON puoi risparmiare. Purtroppo molti pensano che siccome già 600 euro di un cinese son di più di quello che costa un compattone di plastica del supermercato l’ampli cinese (siccome valvolare) debba suonare cmq meglio della roba normale, invece non è vero, finiscono a spendere 600 euro per un candelabro cinese che suona orrendamente male come questo prima della modifica o che nei casi migliori non suona meglio (o al massimo al pari) di apparecchi moderni da 2 soldi. Se vuoi la vera qualità devi essere disposto a spendere, un valvolare costruito come si deve suona mooooolto ma moooolto meglio di qualsiasi cosa che una persona abbia mai sentito.

  • Mi complimento per la qualità dei suoi interventi,e mi unisco al coro del suo cliente MAI e poi MAI materiale cinese.
    Saluti

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