45 Single Ended Amplifier – “Tulipa”

Dopo varie richieste ho deciso di pubblicare questo mio vecchio progetto come premium, scorrendo la pagina oltre l’articolo originario troverete la versione upgrade montata dal cliente.

Il set di trasformatori che comprende un trasformatore di alimentazione 16S3987, due trasformatori d’uscita SE5K6-UNI, due induttanze per filtraggio filamenti 16S63, e una induttanza di filtro anodico 16S64 + schema premium costa (chiedere prezzo aggiornato) compresa spedizione. (immagine puramente decorativa, non corrispondente al prodotto). Se siete interessati all’acquisto del kit potete contattarmi.


Segue l’articolo sul montaggio del prototipo risalente al 2016

Questo piccolo amplificatore single ended è nato nel nome della sperimentazione pura, di piccola potenza e concepito per essere abbinato a diffusori ad alta efficienza. In questa prototipazione ho deciso di contenere i costi di montaggio riciclando una scatola per elettroniche di recupero che da tempo aspettava di finire in discarica, cosa che mi diverte molto per altro…

Brutta, sporca e arrugginita ma recuperabile con un pò di fantasia. Buttato giù uno schema e realizzati i trasformatori mi sono messo a studiare il montaggio meccanico.

Eliminata la ruggine con una piccola mola per il dreemel, rimontata con rivetti e viti nuove, pronta per essere verniciata a polveri…

E fianchetti in massello di noce tirato a gomma lacca per nascondere le vecchie forature inutilizzabili.

Ho poi cablato un semplice circuito al suo interno.

Le valvole montate sono due ECC83 / 12AX7 sostituibili opzionalmente con le 5157 per il guadagno in tensione, una 6H6Pi NOS (CCCP) come driver, sostituibile con la E182CC opzionalmente. Le finale sono due UX245 RCA NOS del 1928. La rettificatrice è una GZ34 NOS Philips. I trasformatori d’uscita sono i miei SE5K6-UNI mentre le induttanze che appaiono di un nero lucido sono delle induttanze NOS anni ’50 (opportunamente verniciate perchè in origine erano gialle) da cui ho derivato le mie 16S64. Il trasformatore di alimentazione ovviamente è custom. I condensatori sul segnale audio sono tutti Sprague Vitamin Q (nella foto si vedono rinchiusi nel tubo termorestringente a scopo di isolarne il corpo sottoposto a tensione. Le finale sono in selfbias, con elettrolitici NOS da 2200uF di altissima qualità bypassati da un polipropilene audio grade da 10uF. I filamenti delle 45 sono alimentati in DC con cella passiva e 44000uF di livellamento per avere un’assoluto silenzio sulla casse.

Una piccola chicca è l’interruttore di accensione rotativo, componente NOS di produzione probabilmente risalente agli anni 50 o 60.

Come suona? Il risultato è andato oltre le mie più rosee previsioni, appena acceso mi aspettavo si un medio-alto di primo livello ma non certo anche dei bassi così morbidi e coinvolgenti e perfettamente amalgamati al resto della banda audio, tanto che mi ero convinto della impossibilità di avere suoni bassi decenti da triodi di questo tipo. Ma dopo avere ascoltato il 300B modificato devo ammettere che ci speravo. Certo che bisogna avere diffusori di almeno 90/100db di efficienza per poter godere fino in fondo delle peculiarità di questa valvola (diciamo da una Altec 19 in su, tannoy etc..), suonano anche con i 96db delle Klipsch Heresy ma solo dalla Cornwall in poi (per rimanere in casa PWK) si può ascoltare ad un volume totalmente coinvolgente pure il rock. Con le accortezze costruttive applicate, l’hum è inesistente anche con le Emission Labs 45 (Mesh Type) che finora erano quasi inascoltabili in altri finali. Il suono ora ha raggiunto vette veramente difficili da superare perchè siamo prossimi alla realtà dell’evento sonoro tanto da non farmi più rimpiangere la perdita di qualche concerto… Inutile spendere certe cifre per apparecchi blasonati che spesso ti lasciano pure l’amaro in bocca, ed è un amaro molto salato!!! Volevo aggiungere che il finale è stato costruito attorno alla RCA Radiotron UX-245 ed è proprio con questa valvola che, secondo la mia personale opinione, si raggiungono i risultati lusinghieri che ho riportato. Le EML si piazzano subito dopo, anche se nei primi istanti sembrano preferibili. Le 45 standard (con la forma non Globe o Balloon) hanno ovviamente anche loro il magico suono di questo tubo e per chi non ha mai sentito le 245 può già pensare di essere arrivato ma ripeto, questo finale mette in luce ogni minima nuance ed il senso di coinvolgimento e di appagamento che si ha con le RCA purtroppo non può essere descritto.


Versione 2021

La versione originaria di questo apparecchio utilizzava una coppia di induttanze NOS per il filtraggio dell’anodica dei 2 canali e semplici celle CRC per il filtraggio dell’alimentazione dei filamenti delle 45, mentre la valvola raddrizzatrice era una GZ34. In questa versione ho ottimizzato le alimentazioni utilizzando una 5V4G come raddrizzatrice, più piccola della GZ34 ma perfettamente in grado di alimentare le modeste richieste di corrente di questo circuito. Ho usato una sola cella CLC (con un’induttanza SB-LAB 16S64) per entrambe in canali in quanto non c’erano problemi di crosstalk. Ho invece filtrato meglio l’alimentazione dei filamenti delle 45 con una cella “RCLCRC” utilizzando una coppia di 16S63 e dove l’ultimo condensatore è da 33.000uF. Questa cella oltre a fornire un’alimentazione pulita quanto quella di una batteria (all’oscilloscopio non si nota differenza tra spento e acceso) accende il filamento con una partenza molto soft di diversi secondi prima di arrivare ai 2,5volt, sicuramente un’ottima cosa per preservare i delicanti filamenti di queste valvole. Il resto del circuito resta quasi uguali a quello originario salvo quache piccola modifica qua e là. Vediamo qui sotto le foto del montaggio del cliente che mi ha portato l’apparecchio per effettuare qualche misura di verifica.

Ecco montaggio di salvatore:

Buonasera. Allego foto progetto finito.

Ho fatto solo poche misurazioni per adesso, appena sono più libero da lavoro ne farò altre. Nella prova audio con i miei diffusori autocostruiti, progetto di Filippo Punzo, 4ohm, 98db, devo dire che il risultato è incredibile…ad 1/3 del potenziometro riempi la mia camera 5×4. La dinamica su tutta frequenza anche a bassissimo volume è incredibile, è equilibrato non eccede su qualsiasi genere musicale, il dettaglio e la dolcezza fa da padrone. Non mi aspettavo un basso cosi articolato, preciso, ma che scende molto bene, di più del mio SE 300B. Intanto ti ringrazio per la pazienza nel rispondere alle mie domande e sicuramente farò altri progetti. Appena faccio altre misurazioni allegherò foto. Magari un giorno se possibile te lo porterò per misurazioni più dettagliate.

Salvatore


Un’altro montaggio completato nel 2023

Il commento del  costruttore a fondo pagina nei commenti…

Vediamo le strumentali:
Potenza massima: 2,25Watt RMS per canale.
Banda passante @ 1watt: 10Hz  – 28khz -1db
THD @ 1Watt: 1,3%
Fattore di smorzamento DF: 3,6

Analisi di spettro @ 1watt

Banda passante su carico resitivo @ 1watt

Risposta su carico reattivo @ 1 watt

Quadre a 100hz – 1khz – 10khz @ 1watt

Triangolare 1khz 1watt

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8 Responses to 45 Single Ended Amplifier – “Tulipa”

  • dove trovo schema e componentistica dell’ SE45? puoi mandarmeli?

  • In questi giorni ho portato a termine la costruzione dell’amplificatore TULIPA con i componenti e lo schema fornitimi da Stefano.
    Devo dire che grazie a questo amplificatore sto’ sperimentando ed assaporando nuove sensazioni di ascolto in virtu’ di una sonorità di grande purezza che evidenzia ogni minimo dettaglio sonoro. Gli strumenti appaiono nitidi e ben distinti. Il suono non è mai confuso o impastato ed invita a riascoltare e riscoprire i dischi gia’ precedentemente ascoltati con altri amplificatori.
    Devo dire che è valsa la pena cimentarsi con questa realizzazione.

  • Ciao Stefano, sono riuscito a fare un paio di ascolti con l’ampli nonostante il caldo. Ho utilizzato il giradischi analogico e la radio a tarda sera…… un po’ di rodaggio alle valvole non guasta.
    Non ho utilizzato i miei diffusori ma le klipsch che il nostro amico Nicola gentilmente mi ha prestato. Come ti dicevo le mie casse in questo momento sono posizionate in modo non molto ottimale.
    Le heresy hanno un’efficienza inferiore ai miei ( 97 contro i 104 delle mie la scala ) e sinceramente, di potenza con questo tuo 45 ve n’è abbastanza. Non considero la potenza un valore.
    Difatti, ad ore 9 con il potenziometro del mio pre il volume sonoro è abbastanza alto.
    Il finale sfodera una naturalezza disarmante, equilibrato e con un’ottima scena sonora.
    La gamma medio/alta risulta trasparente con una messa a fuoco degli strumenti come raramente mi è capitato di ascoltare.
    La gamma bassa c’è tutta ( le heresy e le la scala non scendono sotto i 50 hz ), come anche il palcoscenico sonoro …..
    Incredibile come con il tuo ampli ora vengono evidenziati i limiti degli altri componenti della catena audio.
    Risulta silenzioso e devo confessarti che mi piace molto.
    Pertanto, mi ritengo molto soddisfatto del tuo progetto.
    Era quello che cercavo, grazie

  • La degenerazione è un’altra cosa, è quando la dimensione del condensatore di catodo è troppo piccola e alle basse frequenze comincia a ondulare, questo causa diminuzione del guadagno dello stadio, quindi taglio della banda passante bassa e l’ondulazione avviene con ritardo di fase dovuta alla capacità del condensatore, puoi vedere i grafici del sun audio 300B pubblicati mesi fà, era uno zero feedback e con condensatore da 47uF sotto i catodi. La controreazione tendenzialmente tenderebbe a diminuire questo effetto, poi ovviamente con le interazioni si formano distorsione diverse perchè va ricordato che la contro reazione non è una cura ai difetti di un circuito. Il circuito deve andare bene già da solo e la controreazione va messa solo per abbassare la rout, montando condensatori di catodo abbondanti semplicemente ottieni stabilità del catodo anche alle frequenze più basse, i movimenti che ancora potresti avere sono ridotti al minimo e oltre puoi usare solo una polarizzazione a bias fisso che potrebbe suonare non troppo diversa a un self fatto bene con condensatori buoni.

  • Si, le rotazioni di fase in basso dipendono poi anche se applichi +o- controreazione d’anello

  • Nella schema 2021 ho messo 470uF bastano cmq a non avere nessuna degenerazione alle basse frequenze, che sia necessario avere una dimensione inferiore a quello di alimentazione per le intermodulazione non credo (e non se ne vedono nell’analisi di spettro) ma sono sicuro del fatto che quelli che mettono dei 47/100uF sotto i catodi di qualsivoglia finale si trovano poi che sotto i 50hz comincia a muoversi tutto, hanno degenerazione (diminuzione del guadagno) e rotazioni di fase ed più facile che sia questo a far brutte distorsioni. Cmq la valvola non soffre perchè la raddrizzatrice è a riscaldamento indiretto e parte gradualmente quindi il condensatore ha tempo di caricarsi senza picchi di corrente troppo forti.

  • 2200uF con la R di self bias paiono tanti…. all’accensione il C scarico è in corto, ma poi forse con il riscaldamento filamenti lento non c’è stress sulla finale, cmq una costante di tempo offerta da quel C di 2200uF e il suo resistore parallelo che non conosco, non dovrebbe essere inferiore a quella presente sull’alimentazione per minimizzare l’intermodulazione ?

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Preamplificatore / DAC + RIAA MM con uscita a trasformatori basato sulla valvola 6BX7 / 6BL7

Per questo progetto, frutto del secondo lock down, ho preso spunto da diverse cose e da diverse esperienze, ho miscelato l’esperienza del granny27 e del nibiru per ottenere un preamplificatore DAC con uscita a trasformatori, similmente al vecchio progetto euridice ma con una marcia in più perchè sono riuscito a sfruttare (grazie all’esperienza maturata su nibiru) un’effetto di suono tridimensionale o palcoscenico controllato  e ottenuto combinando volutamente l’effetto di un’elemento induttivo (nel nibiru era un’induttanza, qui un trasformatore) e di un blando ma preciso tasso di controreazione, calibrato per non essere troppo poco e dare un suono slabbrato o sfocato da circuito zero feedback nè essere troppo elevato e schiacciare tutti gli strumenti contro la parete, ma la giusta via di mezzo tra tridimensionalità e messa a fuoco dei suoni per diventare godibile senza andare in contro a sporcature, quel moderato, ponderato e positivo uso della controreazione che tutti quelli che continuano a sbandierare lo zero feedback non capiranno mai. Questo progetto lo pubblico come premium.

Per non andare in contro ai problemi che ho avuto sul granny27, che alla fine è stato caricato con un CCS a transistor, suonando anche molto bene ma non facendo quello che volevo, ho utilizzato una valvola con una resistenza interna più bassa, una 6BX7…

La 6BX7 (e il suo ecquivalente 6BL7) è un doppio triodo di potenza, ha la stessa zoccolatura della 6SN7 ma può dissipare 6watt per ogni placca e ha una resistenza interna di 1300ohm e un Mu di 10, assomiglia abbastanza alla sezione di potenza di una 6EM7, questa valvola è adatta per fare amplificatori da cuffia, preamplificatori linea, finali con potenze molto piccole o come driver per valvole molto grosse come 300B / 845 ad esempio. Per questo progetto ho realizzato un nuovo trasformatore interstadio l’ i12K600

Questo trasformatore ha un primario da 12k e un secondario da 600ohm con presa centrale, e sopporta una corrente dc di 10mA, è possibile utilizzarlo con valvole che abbiano una Ri da 1700ohm a scendere, cito quindi le 6BX7 – 6BL7 ma anche le 5842 e la 417a, nel mio caso avendo già a disposizione un segnale forte proveniente da un DAC ho quindi preferito la 6BX7, con il suo basso mu e il fattore di discesa del trasformatore sono riuscito a dare a questo pre un guadagno quasi unitario nonostante la valvola amplifichi realmente, quindi dia al suono il suo carattere decisamente bello (non come tutti quegli inutili buffer da 2 soldi che vendono su internet con la valvola collegata ad inseguitore messa li solo per far mostrina mentre pugni di opamp fanno il lavoro vero e proprio).

Per fare qualche esperimento ho inserito nel pre oltre a un DAC anche un preamplificatore a jfet che usa dei BF256 e dei 2SK170, c’è quindi un commutatore che permette di passare dal DAC al pre fono ad una presa AUX per sorgenti esterne.

Per iniziare ho costruito l’alimentazione in un telaietto separato, per poter allontanare il trasformatore di alimentazione dagli interstadio in modo da non introdurre ronzii (problema che ebbi con il granny27). L’alimentazione anodica l’ho ottenuta con una piccola 6X5GT in quanto la corrente massima assorbita dallo stadio con la 6BX7 è di 20mA media e costante lavorando in classe A la 6X5GT è assolutamente dimensionata in modo corretto potendo erogare fino a 70mA non è per niente tirata per il collo, durerà a lungo ed è possibile utilizzare una valvola NOS reperibile a basso costo, in quanto snobbata dalle masse perchè i guru gli raccontano che per alimentare i 5/10mA di 6SN7 serve almeno una 5U4GB o una GZ34 con dei 470/1000uF di condensatori dopo “perchè la valvola ha bisogno di corrente” ovviamente nemmeno sanno la differenza tra corrente e tensione o cosa sia la resistenza di uscita di uno stadio, che nulla ha che vedere con quanto sia grossa la valvola raddrizzatrice che hai usato.

Dopo la 6X5GT ho messo una cella CLC, come nel granny, fatto con un vecchio condensatore a vitone NOS philips le cui caratteristiche elettriche fanno impallidire molti condensatori moderni (anche audio grade), per sfizio poi visto che volevo il silenzio assoluto dal punto di vista strumentale ho voluto sopprimere il poco ripple rimasto (10/20mVpp) con un moltiplicatore di capacità che si vede a sinistra dopo il ponte raddrizzare verde che invece raddrizza l’alimentazione a 24volt del pre riaa.

Mio personale godimento nell’usare vecchi componenti: nel moltiplicatore di capacità assieme al BUX85G si può vedere un vecchio BC207 NOS, nel video qui sotto si può vedere il lavoro del moltiplicatore, scala dell’oscilloscopio 20mV quadretto (quindi il rumore residuo è comunque molto poco), la traccia in basso è quella prima del motiplicatore, la traccia in alto quasi piatta è quella dopo il moltiplicatore. Le ondulazioni a bassa frequenza che si osservano sono assestamenti della tensione di rete e sono da ignorare, il moltiplicatore non è uno stabilizzatore.

Passando invece al telaio del pre vero e proprio, si vede l’anodica disaccoppiata da una cella RC formata da una resistenza da 22ohm e un condensatore carta olio NOS da 2,5uF della migliore qualità, uno sprague di quelli destinati all’aviazione che ha le viti per essere bloccato al suo posto e non strapparsi dal circuito con la forza di accelerazione.

Forse non tutti sanno che i carta olio in audio andrebbero usati così, sulle alimentazioni danno il loro meglio, messi lungo il segnale o ancora peggio nei crossover tendono a cancellare asprità ma anche parte del dettaglio sonoro, in gamma alta sopratutto…

Il trimmerone che si vede in questa foto serve per bilanciare perfettamente i 2 canali, essendo la tasso di NFB molto basso (circa 2dB) e per quando la valvola possa avere la 2 sezioni matchate non sarà mai perfetta, quindi ho messo questo trimmer per regolare sotto oscilloscopio i 2 canali perfettamente allo stesso livello. Per farlo non ho toccato il segnale di ingresso, per non introdurre disturbi, ma ho fatto un bilanciamento fine sul segnale di NFB, in modo da portare il guadagno dei 2 triodi ad esattamente lo stesso livello.

La 6X5GT

Strumentali: La distorsione anormica del circuito è dello 0,78% con un’uscita di 8Vpp (oltre il massimo che viene normalmente erogato, 6Vpp quando lavora con il DAC) e la banda passante è 30Hz / 35khz -1dB sempre alla stessa ampiezza.

Come suona

Ho fatto qualche esperimento con i bypass degli elettrolitici di catodo della 6BX7, provato polipropilene, acetato di cellulosa etc… ho trovato il mio optimus con il polipropilene (preferisco tanto dettaglio), suono ricco e piacevole, la gamma alta è frizzante, ottima separazione, voci ben focalizzate al centro della stanza, e buon palcoscenico. Sono pienamente soddisfatto.

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8 Responses to Preamplificatore / DAC + RIAA MM con uscita a trasformatori basato sulla valvola 6BX7 / 6BL7

  • Ho realizzato questo preamplificatore su progetto SB. Ora sta in coppia con un finale se di kt88/6550 sempre by SB, il risultato è semplicemente impressionante: la presenza degli strumenti, la trasparenza e la tridimensionalità sono da primato. Rispetto all’uso del finale da integrato con il suo controllo di volume, è come se una tenda venisse tirata via dal fronte sonoro. C’è davvero tutto di più! Una menzione particolare merita la scheda phono del pre: può tranquillamente rivaleggiare con oggetti molto ma molto più costosi. Io non sono parente di Bianchini né mi paga, semmai il contrario, per cui dico questo e concludo: ne ho spesi di soldi nella mia carriera di “audiofilo”, ma quelli investiti nelle creazioni di Stefano sono senz’altro tra i meglio spesi. Complimenti a lui e anche a me!

  • Se pensi che l’NFB elimini tutte le distorsione ti sbagli, non è una cura magica, ti elimina una certa distorsione ma te ne crea altra diversa, ti abbassa armoniche basse e te ne fa spuntare altre più piccole in alto, genera intermodulazioni etc e succede sopratutto quando ci sono rotazioni di fase. Gli induttori sopratutto introducono delle distorsioni sui transienti e possono creare sensazioni sonore di tridimensionalità posticcia, che non erano presenti nel segnale di origine e che colorano il suono come piace a tanti audiofili. La controreazione in un tale circuito tende ad eliminare questi effetti posticci e quindi erroneamente molti audiofili affermano che la controreazione calcella cosa dal segnale, ma cerca di cancellare cose che non c’erano, quindi di coreggerle, con nibiru io dosavo questo livello. Succede anche che se però in un tale circuito la controreazione è troppa avvengono delle interazioni con l’elemento induttivo in primis per cui il suono diventa brutto al punto che è meglio eliminare del tutto il circuito, ossia la controreazione ha eliminato alcune cose che non dovevano esserci ma ne ha introdotte altre che sono anche peggio e succedeva sempre con nibiru se regolavo il tasso di NFB troppo alto, di queste cose ho già parlato su quell’articolo e mi sto ripetendo. Io purtroppo non ho lo strumento che mi permetterebbe di produrre dati tangibili di questa cosa perchè costa troppo per le mie tasche, ma empiricamente ho fatto queste osservazioni, anzi dovrei dire ascolti.

  • perdona ma stiamo mischiando cose diverse, l’uso della nfb per diminuire le distorsioni e migliorare la fedeltà nella riproduzione dei bassi è hi-fi, aggiungere altro per avere un suono più piacevole non mi pare cada nell’hi-fi, altrimenti ti contraddici sul motivo per cui usi la nfb…

  • Ciò che è un’effetto è un’effetto, quindi non c’è nella registrazione, come mettere sale e pepe sulla bistecca per non mangiarla insipida… tutto questa trafila iniziata con nibiru ha lo scopo di dimostrare che non è il negative feedback a cancellare cose dal suono, ma (1) al contrario che è la sua assenza ad aggiungere cose che non ci sono, (2) che lo zero feedback porta con sè anche effetti deleteri tipo bassi slabbrati, e brutte distorsioni e impastamenti tutt’altro che piacevoli e che limitano l’amplificatore a poter pilotare solo dei monovia, (3) che con un uso sapiente della controreazione è possibile regolare e avere il controllo su questi fenomeni e trovare un punto di equilibrio tra effetti piacevoli e spiacevoli. L’effetto non è una cosa apocalittica, si sente è bello, non è fastidioso ma ci vuole anche un’ambiente di ascolto corretto per apprezzarlo, per dire in un’ambiente con casse buttate come capita non si riesce a capire cosa fa nibiru.

  • Ma usi una traccia di riferimento che sai come deve suonare? Perché altrimenti non rischi di dare un effetto 3d a tracce che di suo non ne hanno?

  • provando, ho modificato i valori delle resistenza attorno al segnale di NFB 3/4 volte prima di trovare quello che mi sembrava meglio, essendo cmq un pre che non ha carichi reattivi ma vede una resistenza pura non è critico, alla fine il tasso di NFB ottimale di questo circuito è tipo 1,4/2dB…

  • non ho capito come stabilisci la giusta via di mezzo tra tridimensionaltà e messa a fuoco…

  • Complimenti Stefano, leggere i tuoi articoli e le descrizioni dei tuoi lavori è sempre un arricchimento di conoscenze. Metti anima , cuore e sopratutto competenza in tutti i tuoi progetti.

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Boyuu A9 – Single Ended EL34 + 6N9p DIY KIT – Total Upgrade

Dopo aver scritto l’articolo “Come far suonare un Amplificatore a Valvole cinese” mi ero ripromesso di provare a realizzare fisicamente un modding per rendermi conto delle potenzialità o dei limiti della mia teoria, mi sono quindi procurato una scatola di montaggio BOYUU uguale a quella che vedete nella foto qui sopra, a un prezzo così basso non potevo non provare! Se non l’avete già fatto leggere l’articolo precedente, quello che vado a proporre in questo nuovo articolo non è un semplice upgrade di condensatori e resistenze su un circuitino cinese tirato all’asso con i trasformatori d’uscita cinesi, ma la costruzione di un’apparecchio completamente nuovo e diverso che utilizza componenti di pregio e ha lo scopo di fornire risulti sonori di tutta eccellenza e che non sfiguri se ascoltato a confronto con apparecchi venduti a migliaia di euro, dove la scatola di montaggio cinese di partenza ha lo scopo di fornire un supporto meccanico, un telaio, dove montare il tutto oltre a fornire una parte dei componenti necessari alla realizzazione del circuito finale. Il vantaggio, che ho verificato, di partire da una scatola di montaggio cinese piuttosto che fare tutto da zero sta nel fatto che da sempre nella costruzione di un’amplificatore valvolare fai da te la parte più impegnativa e che fa perdere più tempo è proprio la realizzazione di un telaio dove montare il tutto, da questa difficoltà nascono molti impresentabili e tanti altri apparecchi montati male in brutte scatole. Sui vari bazar si possono comprare anche le scatole vuote di questi amplificatori a prezzi ancora più bassi ma ho puntato a un KIT completo perchè, pur non potendo usare tutto, le parti che si possono ri-utilizzare (connettori, zoccoli, alcune resistenze e condensatori, le valvole, il trasformatore di alimentazione e l’induttanza) comprate separatamente verrebbero a costare molto di più, quindi il concetto è di comprare la scatola di montaggio e utilizzare tutto l’utilizzabile per risparmiare soldi pur non rinunciando alla qualità dell’oggetto finale. Vediamo cosa mi è arrivato… L’imballo era in un doppio scatolone, l’unica cosa montata sul telaio erano i 3 trasformatori e l’induttanza.

 

A parte c’era un sacchetto con tutte le minuterie…

E imballata nella spugna le valvole…

Le 6N9p (equivalenti 6SL7GT) e la raddrizzatrice sono NOS russe, mentre le EL34 di produzione shuguang. Ho iniziato la modifica smontando i trasformatori d’uscita boyuu e valutando il montaggio di 2 trasformatori d’uscita SB-LAB, per l’occasione ho collaudato la nuova versione degli SE2K-EL34, chiamata SE2K-EL34/2 e che sostituirà il precedente modello (già listino allo stesso prezzo dei precedenti).

Vediamo lo schema cinese…

Uno schema semplicissimo e banale con la EL34 connessa in ultralineare nonostante il circuito sia un single ended, su un trasformatore da 8k primari, polarizzata con 50mA di corrente di bias dove avrebbe erogato all’incirca 3 watt RMS con un tasso di distorsione decisamente alto, il doppio triodo di ingresso con le sezioni in parallelo e il tutto ovviamente zero feedback. Sono quindi partito da un mio progetto già ampiamente collaudato di SE con la EL34 e ho guardato come adattarlo, i trasformatori d’uscita erano i miei ma dovevo utilizzare il trasformatore di alimentazione e l’induttanza originali, qui sotto le specifiche del trasformatore di alimentazione BOYUU:

Nota: il trasformatore presente nella scatola di montaggio aveva il primario solamente a 230volt senza presa a 110v, e i fili erano color arangione e blu, la RDC del secondario dell’anodica era di 133+133ohm. Il secondario HT del trasformatore è dato per erogare massimo 250mA, mentre lo schema da cui partivo avrebbe assorbito 280mA, ho quindi dovuto abbassare la corrente di bias delle finali per stare dentro ai 240mA CA complessivi (236 per l’esattezza), questo avrebbe fatto perdere un pelo di potenza in altoparlante rispetto lo schema originario.

Il secondario a 6,3volt per le EL34 dato per 4A massimi è caricato con effettivi 3A, per una potenza di 18,9VA
Il secondario a 6,3volt per le 6N9p dato per 2A massimi è caricato con effettivi 600mA, per una potenza di 3,78VA
Il secondario a 5volt per la 5Z3 dato per 4A massimi è caricato con effettivi 3A, per una potenza di 15VA
E infine come detto il secondario a 320+320v è raddrizzato a doppia semionda, quindi utilizzato mezzo ciclo per ramo, caricato per 236mA per una potenza di 75,52VA per un totale di 113,2VA, il trasformatore è costruito su un nucleo 32×60 e quindi si trova quasi al limite di potenza che è possibile richiede a un trasformatore di queste dimensioni. Durante il funzionamento potrebbe scaldarsi per bene ma non dovrebbe avere problemi in linea generale.

L’induttanza fornita nel KIT invece risulta essere da 5H con una resistenza DC di 83ohm. Qui sotto lo schema premium che ovviamente potrete vedere in chiaro se comprate la coppia di trasformatori d’uscita per realizzare il progetto. I componenti segnati come “cina” sullo schema sono presi dalla scatola di montaggio cinese, tutti gli altri vanno aggiunti a parte.

Vediamo ora come ho eseguito il montaggio. La prima cosa da fare è smontare tutto dal telaio e fare le forature necessarie a montare i nuovi trasformatori d’uscita e a far passare i relativi file, un passacavo di gomma va messo nel foro perchè la lamiera è sottile e diventa tagliente. Nella parte più esterna è possibile utilizzare i fori pre-esistenti.

 

Il trasformatore di alimentazione è appoggiato su 2 listelli in metallo e poi avvitato alla lamiera che essendo sottile si deforma, bisogna quindi togliere questi listelli dal trasformatore, rimontarlo sul telaio mettendo i listelli dalla parte opposta della lamiera, in questo modo si ha un fissaggio migliore.

Si possono montare le 4 boccole RCA fornite nel KIT avendo cura di lasciare gli isolatori di plastica, si saldano assieme le 4 massi con in filo in rame rigido.

Quindi è possibile montare il PCB commutatore dei canali fornito nella scatola di montaggio, semplice ed efficace e sicuramente molto meglio di avere dei lunghi fili che corrono avanti e indietro dal frontale dell’apparecchio causando diafonia e accoppiamenti capacitivi da tutte le parti.

Sotto al telaio c’è un quadretto un lamiera sagomata che è fatto per ospitare gli zoccoli delle valvole e il PCB originale…

Questa lamierta diventerà il supporto del cablaggio in aria del circuito, la prima cosa da fare è sostituire le 4 boccole argentate che lo sorreggono con delle viti di M6 in acciaio perchè le 4 boccole risultano molto fragili e non è possibile stringerle molto forte, il motivo per dover stringere forte è usare uno dei 4 punti come morsetto di terra.

Da questo punto l’articolo non sarà più passo passo ma darò delle indicazioni generali su come montare le cose. Ho usato ancoraggi classici di questo tipo tagliandoli in base al numero di pin che mi servivano…

NOTA: l’ancoraggio della foto ha un ribattino nel pin centrale di fissaggio, se li trovate così va limato via. Siccome il pin centrale deve andare a massa e offrire un contatto che sia perfetto ho proceduto in questo modo: Prima bisogna decidere dove fare il foro che ospiterà, forare con una punta da 2,5mm…

Poi bisogna grattare via la vernice attorno al foro, nella foto l’ho grattata solo davanti al foro ma è meglio grattare tutt’attorno con lo smeriglio del dremel.

Si avvita l’ancoraggio alla lamiera con una vite autofilettante 4×6 meglio se di tipo zincato…

Poi va fatto un punto di stagnatura con un saldatore muscoloso, io ho usato un 150watt, procuratevelo, io l’ho comprato ad un negozio di bricolage per 22€, perchè con il saldatorino da elettronica non ce la fate. Come si può vedere nella foto lo stagno ha attaccato bene il piede dell’ancoraggio alla lamiera e ha saldato anche la vite (per questo dicevo di usare viti zincate, le viti in acciaio non si stagnano). In questo modo l’ancoraggio è fissato perfettamente alla lamiera con un contatto perfetto e affidabile nel tempo.

Nelle foto che seguono invece mostro come fissare gli ancoraggi in nylon che servono per fescettare i condensatori. Trovate questi ancoraggi autoadesivi in qualsiasi ferramenta, ma non potete affidarvi alla tenuta della spugnetta adesiva perchè subito sembra tenga bene, ma col passare del tempo e col il calore la colla si secca e sono destinati inesorabilmente a staccarsi. Se ci fate caso nel centro hanno tutti una foro svasato, immaginate come usarlo…

Eseguire un foro di 2mm (non 2,5)…

Vitina autofilettante di 3×5 con testa svasata…

Come interruttore ho mantenuto quello presente nella scatola di montaggio, mentre il potenziometro del volume che ho utilizzato è un ALPS originale con presa loudness (originale alps a contatti striscianti non un fake a scatti di quelli che si trovano che sembrano marchiati alps ma non sono alps), per montarlo mi è bastato allargare il foro del perno di 2 millimetri e limare uno dei 4 fori in cui entra il dentino che impesce al potenziometro di svitarsi. L’ho voluto con il loudness perchè non ho mai provato a implementarlo su un’amplificatore, volevo fare un loudness passivo e serviva il potenziomentro con la presa apposta.

Ecco il montaggio

Dopo aver fatto queste foto ho provato l’apparecchio ma il trasformatore di alimentazione cinese dopo 30 minuti iniziava a ronzare a scaldava come una padella, non avevo ancora ritoccato il BIAS delle finali perchè dovevo testare se teneva botta. Ho quindi riaperto tutto per sostituire le resistenze bianche da 135ohm con altre 2 di un valore leggermente maggiore, per sollevare il trasformatore di alimentazione dal carico eccessivo e ho aggiunto 2 condensatori in polipropilene icel in parallelo agli elettrolitici di catodo delle finali perchè l’elettrolitico da solo non mi suonava abbastanza pulito (non ho fatto foto di questa ultima modifica). Nella foto si possono vedere a destra e sinistra i condensatori elettrolitici BLU messi in parallelo a dei poliestere arancioni che fanno parte del KIT originale cinese, nell’angolo in basso a destra dello zoccolo della raddrizzatrice il condensatore elettrolitico da 220uF sempre appartenente al KIT cinese però messo in parallelo a un polipropilene a scatolino (non avevo spazio). Nel montaggio ho usato in punti strategici resistenze ad impasto di carbone, i condensatori di disaccoppiamento tra il driver e le finali sono dei NOS mullard “mostarda”, il condensatori di bypass catodico del driver sono i 220uF sempre della scatola cinese (mi fa ridere pensare che nella versione originale dovevano servire per bypassare le finali), ovviamente in parallelo a questi elettrolitici ho messo dei piccoli bypass agguintivi in polipropilene per sopperire alle mencanze dell’elettrolitico in gamma alta. I morsetti degli altoparlanti sono gli originali della scatola cinese ma non sarebbe una cattiva idea sostituirli con altri migliori e più robusti. Ma che risultati ha dato agli strumenti di misura?

Potenza: 6,25Watt RMS per canale
Banda passante 20Hz -0dB – 90khz -1dB @ 1 watt
Distorsione THD @ 1 Watt: 0,41%
Smorzamento DF: 5,7

Analisi di spettro

Risposta in frequenza su carico resistivo si può vedere come lavorano i nuovi SE2K-EL34/2, qui sotto il confronto tra il nuovo modello e il vecchio su quello che è praticamente lo stesso circuito con lo stesso tasso di controreazione.

Il nuovo SE2K-EL34/2  Il vecchio SE2K-EL34

Onde quadre a 100Hz / 1khz / 10khz

All’ascolto il suono è molto ricco di dettagli, aperto e brillante e molto veloce, i bassi frenati e belli energici mai sbrodolati, invadenti, nè distorti e fastidiosi da zero amplificatore zero feedback, il connubio tra i nuovi trasformatori d’uscita e il loudness forniscono una sensazione molto particolare di maestosità, i timpani sembrano suonare nella stanza. La nota dolente del loudness è che non va molto d’accordo con Granny 27, uscendo con un segnale molto forte costringe a tenere il volume basso il potenziometro dove l’effetto del filtro è massimo, quindi si esalta troppo l’effetto e diventa fastidioso. Abbinando invece l’amplificatore con un dac normale che esce con un segnale più debole invece tutto migliora e diventa godibile.

Per chi non sapesse cos’è il loudness: non centra niente con quella che chiamano “loudness war” per indicare opere di compressione audio che rovinano le registrazioni. L’orecchio umano non è lineare nella percezione delle varie frequenze a vomuni diversi, questo significa che abbassando il volume percepiamo la gamma acuta e la gamma bassa più attenuate rispetto quella dei medi, il loudness utilizza un potenziometro speciale con 4 contatti (il quarto contatto viene chiamato presa fisiologica) e un circuito formato da un paio di condensatori e una resistenza per accentuare gli acuti e i bassi man mano che si abbassa il volume (mentre quando il volume è come se non ci fosse) con una curva inversa rispetto la notra percezione, permettendo quindi una percezione dei bassi/medi/alti uniforme a diversi livelli di volume. Ovviamente questa pratica ha qualche risvolto negativo che si manifesta sottoforma di rotazioni di fase al variare delle frequenze in quanto il loudness è un filtro per questo motivo se applicavo un segnale troppo forte in ingresso, che mi costringeva a girare la manopona a ore 9 diventava brutto da sentire, mentre con un segnale giusto, tenendo la manopola a circa ore 13 va molto bene. E comunque gli effetti deleteri non sono niente rispetto quello che butta fuori un’amplificatore zero feedback, non mi tengo stretto di dire che questo apparecchio suona molto meglio di certi 300B di marchio prestigioso e super costosi che ho sentito, poi se uno vuole il loudness lo può anche disattivare, io volevo provare, è carino ma non mi piace troppo.

Il parere di “F.P.” che ha realizzato la mia modifica e mi ha scritto le sue impressione per email.

Buongiorno, ho scritto una recensione dell’ampli, è passato un po’ di tempo ma ho preferito aspettare i nuovi diffusori. Ecco la recensione:

Con un po’ di ritardo recensisco l’amplificatore Boyuu range 9 cinese, completamente rifatto sul progetto di Stefano. Prima di tutto due parole sul kit cinese. Il telaio secondo me è fatto bene, direi bello robusto, in lamiera piegata e saldata, verniciata in nero goffrato con una certa cura. Le forature sono fatte al laser, ha griglie di areazione sotto e ai lati, i pomellini di accensione e volume sono in alluminio tornito dal pieno. Sul frontale ha una spessa placca in ottone con il nome, Boyuu range. Ricevuto il KIt dalla Cina, fra l’altro imballato bene. (nota SB-LAB: la mascherina è un alluminio anodizzato color oro/ottone e non di ottone e se qualcuno trovasse un solvente capace di cancellare la scritte boyuu senza rovinare l’anodizzazione dell’aluminio mi interesserebbe conoscerlo, io ho provato lo sverniciatore ma non vengono via)

L’ampli è collegato a delle ProAc a torre, 90 db 1W/1m. L’efficienza è ragionevole per la potenza dell’ampli, circa 6.5 W per canale, io non ascolto mai a volumi alti quindi per me è OK. La sorgente per ora è un lettore CD Denon, a 24 bit, vecchiotto ma fa il suo lavoro. L’ampli anche a volume massimo non emette praticamente alcun ronzio, neanche con l’orecchio a 10 cm dal diffusore, e questa credo sia tutta qualità del cablaggio. Ma come suona? L’ho provato a lungo con diversi CD, dal jazz al pop italiano e straniero. Per farla breve il suono è meraviglioso. La cosa più sorprendente, è la qualità delle voci, molto realistiche e pulite, provato con voci maschili e femminili, da Jonny Cash a Mina, per non dire Ella Fitzgerald in accoppiata con Louis Armostrong, quindi veramente tutte le possibili tonalità; assolutamente favolose. Si sente proprio il dettaglio, la grana fine; mia moglie, all’inizio un po’ scettica, dice che le sembra di sentire dettagli mai ascoltati prima. La gamma alta è setosa, nessuna fatica di ascolto neanche dopo molte ore. I bassi sono ben presenti e molto controllati, mai invadenti. La caratteristica delle ProAc è quella di avere il reflex sotto, quindi i bassi escono “diffusi”, avvolgenti; l’accoppiata per me è perfetta.

Riguardo all’assemblaggio, all’inizio ero indeciso a fare da solo, poiché di elettronica qualcosa ci capisco. Avrei usato uno schema di Stefano, comprato i trasformatori, condensatori di qualità. In conclusione posso solo dire di essere molto soddisfatto di questo ampli, e lo consiglio a tutti gli appassionati.

Ciao, Francesco.

 

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2 Responses to Boyuu A9 – Single Ended EL34 + 6N9p DIY KIT – Total Upgrade

  • Ciao, come stai?
    Qui il finale va alla grande: dopo qualche decina di ore di rodaggio il suono è ancora migliorato:
    1) i bassi, che prima erano appena leggermente gonfi, ora son ben frenati, profondi ed articolati: sul jazz è davvero uno spettacolo riascoltare tutti i miei vecchi vinili da 180 g;
    2) la tridimensionalità del suono è veramente ottima: suona “grande” e con una bella profondità di campo, con le varie file di strumenti ben separate tra loro;
    3) mi sembra che suoni perfino più “forte” di prima: credo sia dovuto al fatto che il contrasto dinamico ora è più “vivo” ed incisivo che all’inizio.

    E tutto questo con dei diffusori impilotabili come le vecchie Sonus Faber Parva FMII, con le quali i 9 watt di questo piccolo single-ended sembrano molti, molti di più e una naturalezza d’emissione inarrivabile con qualsiasi stato solido (e ne ho sentiti davvero tanti).

    Grazie per l’ottimo lavoro!

    Maurizio

  • Buongiorno Stefano, mi sono serviti un paio di giorni per riprendermi dall’ascolto “illuminante” di questo piccolo gioiello travestito da “bigiotteria”. Partiamo dal fatto che ci si trova di fronte ad un oggetto piccolino ma con prestazione da gigante. Il fronte sonoro con le Tannoy era veramente imponente e non da meno la scena ricreata, nitida e stabile. Non sono certo un recensore e non ho ascoltato centinaia di apparecchi ma in 20 anni di passione alcuni valvolari dal nome altisonante sicuramente si. Anche con le sue valvole originali (poi ci dicono che servono valvole da centinaia di euro) ho ascoltato un prodotto davvero ben suonante e che mi ha convinto a provare, grazie ai tuoi trasformatori e schemi, a riprodurre la magia che ho sentito. Grazie per la disponibilità e la gentilezza dimostrata
    Cristiano

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