Merlòtto: L’Amplificatore Single-Ended 6V6 che Rivoluziona l’Audio Hi-Fi

Nel mondo dell’audio Hi-Fi, spesso ci imbattiamo in realtà che sembrano più truffe che vere opportunità. È il caso del cliente che, entusiasta di scoprire soluzioni accessibili per il suo impianto audio, si è trovato a fare i conti con l’ennesimo “cantinaro” che vende amplificatori assemblati alla bell’e meglio. Per risparmiare, ha finito per comprare un’accozzaglia di apparecchi, con risultati terribili e costi cumulativi ben superiori a quelli di un prodotto ben progettato e realizzato.

Questa storia non è solo la triste cronaca di un cliente ingannato, ma anche l’occasione per un recupero creativo che trasforma delusioni in gioia. Con il progetto “Merlòtto”, un amplificatore Hi-Fi valvolare dotato di valvole 6V6, sono riuscito a dare nuova vita a due apparecchi che erano stati scartati come rifiuti elettronici. Per me, il recupero di questi accrocchi è molto più di un lavoro: è un vero e proprio atto artistico e una fonte di divertimento. Smontare e analizzare ogni componente, recuperare parti riutilizzabili e assemblare tutto in un progetto che rappresenta ciò che l’originale avrebbe dovuto essere fin dall’inizio, è una sfida stimolante e gratificante.

Questa operazione non solo restituisce valore agli elementi che altrimenti avrebbero preso la via della discarica, ma contribuisce anche a un approccio più ecologico e sostenibile. Ogni pezzo recuperato è un contributo a ridurre l’impatto ambientale, evitando che componenti semi-nuovi finiscano per essere gettati via. “Merlòtto” non è solo un amplificatore: è la dimostrazione che, con passione e creatività, è possibile trasformare ciò che sembrava destinato a essere scartato in un prodotto di alta qualità, realizzato con costi ridotti grazie al recupero intelligente e alla maestria artigianale. In questo articolo, vi presenterò il risultato di questo progetto, mostrando come un’idea possa evolversi da una sfida di recupero a un’opera di eccellenza nell’ambito dell’alta fedeltà audio.

Panoramica degli Apparecchi di Partenza: Un Viaggio attraverso il Recupero

Prima di mostrare l’amplificatore single-ended 6V6 “Merlòtto”, è essenziale dare uno sguardo agli apparecchi di partenza che sono stati utilizzati per il recupero delle parti. Questi dispositivi, abbandonati e considerati ormai inutili, rappresentano il punto di partenza di un progetto che ha trasformato il materiale scartato in un’opera di alta qualità.

I due apparecchi che ho utilizzato come base per “Merlòtto” erano originariamente venduti illegalmente come soluzioni audio a basso costo, ma la loro qualità era purtroppo di livello inclassificabile. I componenti e le strutture di questi amplificatori, benché nuovi, erano caratterizzati da un’assemblaggio scadente e da prestazioni talmente infime da poter essere considerati come non funzionanti. Il primo apparecchio era spacciato come un preamplificatore equipaggiato con valvole 1626.

Una descrizione quasi comica presentava l’oggetto così: Configurato come un piccolo amplificatore finale con un doppio triodo in ingresso ed un triodo 1626 in SE in uscita che alimenta un trasformatore WE. Tutte le alimentazioni dei filamenti sono in continua con condensatori di grossa capacità… per evitare saturazione del nucleo i trasformatori sono caricati tramite un grosso condensatore da 5 uF di qualità assoluta.

Soprattutto perché un trasformatore che satura smette di saturare solo perché c’è un bel condensatore della WE… “Wè Wè!”… apparecchio misurato che ha una banda passante di 90 Hz a 10 kHz a -1dB, oltre a una povera valvola EZ41 che ad ogni accensione doveva caricare 1800 uF di condensatori elettrolitici, rischiando di andare in corto in un lampo atomico ad ogni accensione… Il secondo apparecchio smontato era pubblicizzato come un finale di potenza single-ended con valvole AL4 o WE38.

Misurato, il secondo apparecchio si vantava di erogare la stratosferica potenza di 0,12 watt RMS prima di entrare in clipping. Oltre questa miseria, il segnale si trasformava in una semionda costantemente tagliata via, producendo un effetto fuzz che nemmeno i chitarristi più sperimentali avrebbero osato. E non parliamo del povero trasformatorino che, in un atto di eroismo, doveva caricare due enormi bottiglioni elettrolitici ad ogni accensione. Quando l’ho acceso la prima volta, ha emesso un fracasso così epico che ho ritratto immediatamente la mano, temendo di rimanere folgorato o di assistere a uno spettacolo pirotecnico con le valvole.

Un’altro Rottame con delle UY76

Il pericolo della disinformazione e della delusione: Il problema non si limita all’aspetto economico. Queste pattumiere minacciano anche di allontanare gli appassionati dal mondo dei valvolari. Il diffondersi dell’idea che “le cose a valvole suonano male” o che siano “tutte costruite male” danneggia non solo i venditori onesti e competenti, ma anche il pubblico, che rischia di perdere l’opportunità di sperimentare il vero piacere dell’ascolto valvolare. Inoltre, coloro che hanno acquistato questi apparecchi e li trovano gradevoli e ben suonanti spesso non hanno esperienza sufficiente, né l’orecchio allenato o il confronto necessario per valutare correttamente la qualità del suono. Senza un confronto con apparecchi veramente validi, è difficile per loro rendersi conto di quanto poco valore abbiano certi prodotti, che non sono nemmeno all’altezza del modesto costo richiesto per acquistarli.

Smontiamo tutto !!!

Questa fase del progetto è per me una delle più divertenti, un po’ come quando ero bambino e smontavo le casette di Lego con la stessa eccitazione di un piccolo esploratore. Ogni volta che apro un apparecchio, è come scoprire un tesoro nascosto in mezzo a un mare di immondizia elettronica. Durante il processo di smontaggio, è sorprendente trovare veri e propri gioielli tra i pezzi di scarto: condensatori pregiati, connettori RCA rodiati, zoccoli e valvole di qualità, e persino ancoraggi robusti.

Le foto che vedrete mostrano alcune delle fasi di questa demolizione. Ogni componente recuperato viene attentamente esaminato e selezionato per determinare se può essere riutilizzato nel nuovo progetto. Parte del materiale recuperato è stato infatti integrato nel progetto “Merlòtto”, mentre un’altra parte, che non era utile, è stata venduta in permuta per ridurre i costi del cliente. Infine, il materiale rimasto, che non poteva essere utilizzato o era ormai senza valore, è stato smaltito in modo appropriato.

Questa operazione non solo permette di dare nuova vita a componenti altrimenti destinati alla discarica, ma rende anche l’intero processo di creazione dell’amplificatore un’avventura entusiastica e gratificante.

La Ricostruzione Inizia!

Ora che abbiamo esaminato il materiale recuperato, è il momento di avviare la fase di ricostruzione. Ho scelto di riutilizzare uno dei telai di legno, nonostante non fosse di qualità pregiata, perché aveva una forma particolare che mi sembrava interessante. Si trattava di semplice compensato di conifera, un materiale decisamente ordinario, che l’accroccatore originale aveva tentato di abbellire con un mordente noce e una lucidatura non meglio definita.

Il risultato, purtroppo, non riusciva a mascherare la bruttezza intrinseca del legno, ma piuttosto a enfatizzare quanto fosse poco attraente. Nonostante ciò, il telaio offriva una struttura utile e una base solida per il mio progetto. Invece di cercare di valorizzare un legno così mediocre, ho optato per nasconderlo, usando la sua forma come base per dare vita al mio amplificatore “Merlòtto”. Con un po’ di ingegno e creatività, ho trasformato questo componente in un elemento chiave della ricostruzione. In questa fase iniziale, ho ricevuto l’aiuto di Rita Stefani, che si è occupata di sverniciare il telaio e di rattoppare le forature superflue presenti.

Successivamente, ho progettato il frontalino anteriore di controllo, che ho deciso di realizzare utilizzando la stampa 3D in resina.

Ho realizzato i pannelli in alluminio con un approccio tradizionale.

Ecco la vaschetta con le boccole RCA: le tre coppie ravvicinate sono dedicate agli ingressi, mentre la coppia più distanziata è un’uscita audio a basso livello, progettata per pilotare un subwoofer, come richiesto dal cliente. Tutti i connettori RCA rodiati provengono da quel preamplificatore con le valvole 1626.

Queste foto mostrano il processo di realizzazione della mascherina anteriore, sempre con la stampa 3D in resina. Il potenziometro del volume è stato recuperato dagli apparecchi di partenza, mentre i tre pulsanti a scatto utilizzati per selezionare i tre ingressi sono dei ricambi NOS che avevo a disposizione. È importante notare che il segnale audio non passerà attraverso questi pulsanti. Invece, i pulsanti controlleranno dei relè di segnale di alta qualità, dotati di contatti in argento sigillati in atmosfera inerte. Questo approccio evita l’uso di brutti commutatori in bronzo, che tendono a ossidarsi e deteriorare il segnale.

Le prossime foto arrivano direttamente dal laboratorio di Rita Stefani, che ha rifinito il telaio dopo che avevo preparato l’alloggiamento per il nuovo circuito.

Ora pubblico una serie di foto che documentano l’assemblaggio del circuito vero e proprio. In queste immagini, è possibile vedere come ho schermato il telaio di legno con rame, un passaggio cruciale sia per proteggere il circuito da eventuali disturbi elettrici sia per garantire la sicurezza elettrica. Le foto mostrano i diversi passaggi durante il montaggio, dalla fase iniziale fino alla messa a punto finale. Durante quest’ultima fase, ho scollegato alcuni componenti per effettuare prove e sostituzioni, assicurandomi di ottenere un risultato perfetto per la sezione di alimentazione e il circuito di retroazione.

I condensatori rossi e gli zoccoli delle valvole sono stati recuperati dai materiali di partenza.

Descrizione Tecnica dell’Amplificatore Merlòtto

L’amplificatore “Merlòtto” è un finale single-ended progettato con particolare attenzione alla qualità e all’efficienza del circuito. Utilizza le valvole 6V6G o 6V6GT per l’amplificazione, con una valvola pilota 6SL7 che guida il circuito. Per la rettificazione ho scelto una valvola 5V4G, supportata da un filtraggio a cella CLC con condensatori di piccolo taglio, specificamente dimensionati per le capacità della valvola raddrizzatrice scelta.

L’alimentazione dei filamenti è in corrente alternata, un dettaglio che contrasta nettamente con le pretese del costruttore degli apparecchi di partenza, il quale vantava l’uso di condensatori enormi e l’alimentazione dei filamenti in corrente continua. Questa configurazione non solo si rivelava inutile se non addirittura dannosa ma dimostrava una chiara incapacità di gestire il ronzio e altri problemi da parte sua.

All’interno dell’amplificatore è presente una valvola ECC82, configurata come filtro passabasso attivo. Questa parte del circuito è progettata per produrre il segnale necessario a pilotare un amplificatore esterno per subwoofer. Il segnale per questa funzione è prelevato dalle boccole di uscita degli altoparlanti, in modo da non interferire con il segnale di ingresso principale.

Tutti i trasformatori utilizzati sono nuovi e prodotti da SB-LAB. I trasformatori di uscita sono i modelli SE8K5-6V6P, mentre l’induttanza è una 15S56 da 10H e 100mA. Inoltre, è stato impiegato un trasformatore di alimentazione custom 24S90, realizzato su misura per soddisfare le specifiche esigenze circuitali del progetto Merlòtto.

L’amplificatore “Merlòtto” offre una potenza di 3,4 watt RMS per canale prima del clipping, con uno smorzamento di 4,9 e una risposta in frequenza che va da 15 Hz a 35 kHz con un’attenuazione di -1 dB. La distorsione armonica è limitata allo 0,5% a 1 watt.

Il progetto “Merlòtto” è disponibile anche in versione premium. Chi desidera acquistare il set di trasformatori e lo schema elettrico per realizzare l’amplificatore fai-da-te può semplicemente contattarmi. Sarò felice di fornire tutti i dettagli necessari per aiutare a portare a termine il progetto.

Di seguito trovate i consueti grafici che illustrano le performance.

Banda Passante @ 1 Watt

THD

Quadra 100Hz

Quadra 1khz

Quadra 10Khz

Risposta in frequenza dell’uscita SubWoofer

Considerazioni sui Costi

Per costruire “Merlòtto” sono state necessarie 33 ore di lavoro, escluse le ore aggiuntive dedicate alla messa a punto e ai test, che hanno richiesto un’intera giornata in più. Inoltre, dovrò investire ulteriore tempo per produrre la documentazione necessaria per vendere legalmente l’amplificatore. Durante la costruzione, ho riutilizzato alcuni componenti come gli zoccoli delle valvole, il telaio, alcuni condensatori, le boccole RCA, il potenziometro del volume e le valvole 6V6 già in possesso del cliente. Tuttavia, la maggior parte dei componenti, inclusi il set di trasformatori, le lamiere, tutti gli altri componenti interni, oltre alle spese di verniciatura, sono stati acquistati nuovi.

Il costo totale ha ampiamente superato il migliaio di euro. Questa cifra potrebbe sembrare elevata, ma vi invito a riflettere: è davvero vantaggioso acquistare quegli “accrocchi” venduti su subito.it per 400/600 euro? Il cliente, acquistando due preamplificatori e un finale, ha speso quasi 1600€ per apparecchiature di qualità discutibile, che non facevano altro che accumulare polvere come “immondizia” elettronica.

C’era un detto dei nostri nonni che diceva: “Chi poco spende, troppo spende”.

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4 Responses to Merlòtto: L’Amplificatore Single-Ended 6V6 che Rivoluziona l’Audio Hi-Fi

  • Eccola qua la “fortunata” vittima degli improbabili accrocchi acquistati incautamente in rete. Fortunata paradossalmente perché se non fosse stato per quelle improbabili (a posteriori dato che al momento mi sembravano ottime) produzioni, non mi sarei imbattuto in Stefano.
    Mi ero insospettito di aver preso dei bidoni frequentando il sito Stefano Bianchini Lab proprio comparando gli interni dei prodotti spazzatura che Stefano aveva pubblicato (tragicamente simili al mio) ed i manufatti prodotti da Stefano medesimo. Anche ad un occhio inesperto come il mio balza agli occhi l’ordine interno, non un’accozzaglia di fili condensatori assemblati “a groviglio”, ogni cosa ancorata al proprio posto, chiaramente di un altro livello costruttivo. Questo fatto riesco a vederlo perfino io. Mi sono quindi messo in viaggio, sono andato al laboratorio di Stefano, fatte le misurazioni dei vari pre e finali e, decretata la pochezza delle elettroniche, abbiamo deciso subito il da farsi. La genesi dell’amplificatore è molto ben descritta sul blog.
    Ed ecco nato il Merlotto. E’ una “bestiaccia” da 3,5 w (tutti gli altri dati potete leggerli nell’articolo) che fa letteralmente decollare le mie casse (autocostruite) le Haruna, un progetto Olson Nagaoka della fruegel horn a doppio caricamento posteriore con i fostex 166 nv da 96 db a cui è stato implementato un tweeter a nastro Fountek. Ho scoperto che le valvole non ronzano, ho scoperto che esistono i bassi e gli alti e che sono in equilibrio tra loro sommati ai medi è ovvio, la banda passante. Ho scoperto molto dettaglio ed un grande piacere all’ascolto e come i larga banda possano letteralmente volare. Non sono un recensore quindi mi fermo qui.
    Ringrazio molto Stefano per la cortesia per la competenza e per aver fatto un lavoro splendido come solo un super professionista sa fare (dimenticavo Merlotto è marchiato CE ed ha il suo bel manuale di manutenzione e garanzia rilasciato dal costruttore) che, quotidianamente, mi regala sempre dell’ottima musica riprodotta in maniera fantastica.
    Non comprate spazzatura.

  • Sono anch’io una vittima di questi prodotti estremamente scadenti. Attirato dal prezzo basso portai a casa uno di questi cosi che si rivelò subito un ronzino sfiatato. Dopo varie peripezie, mi decisi ad affidarlo a Stefano per un tentativo di upgrade: ebbene, ne venne fuori un autentico purosangue, una delizia per gli occhi e le orecchie. Un’esperienza costosa ma preziosa: diffidare dei prezzi stracciati e dei costruttori improvvisati; un amplificatore a valvole ben progettato e ben realizzato non può costare poche centinaia di euro, a meno che non sia, appunto, una ciofeca costruita con i piedi e perdipiù pericolosa. Attenti all’immondizia, ce n’è anche troppa in giro!

  • Si certro che se dovevi costruirti tutto da te tanto valeva che compravi la roba invece di spendere 10volte la cifra per comprare un’immondezzaio montato da uno che non sa nemmeno polarizzare una valvola.

  • Kalimero… ossia “Non tutto il male vien per nuocere”
    Beh, salve a tutti. Io sono uno dei tanti, che hanno avuto la sfortuna, o, detto meglio, che sono stati cosi’ sprovveduti e poco accorti da acquistare un pre e un finale dal mitico costruttore di immondizia, autore anche degli apparecchi sopra.
    La mia esperienza è stata particolarmente traumatica, in quanto ha comportato, oltre a 2 bidoni, anche un continuo avanti ed indietro di elettroniche via corrieri, durante l’inverno e la primavera del 2020, in pieno periodo Covid.
    Ve la racconto… abbreviata, ed in fondo, vi narro anche l’aspetto positivo.
    Acquisto, a fine 2019, un preamplificatore dal nostro amico. Bello, artigianale e vintage come pochi, con 2 vt76 e 2 6sn7. Il pre arriva, ma ronza come una segheria di marmo. Torna al costruttore dopo pochi giorni, che me lo rimanda, dicendo che da lui ora è silenziosissimo, forse era qualcosa che si era dissaldato diurante il viaggio…. nel frattempo, mi propone un finale con 2 6sn7, 4 6v6 in parallelo, 2 per canale, fantastici trasformatori vintage della Siemens, e condensatori Western Electric rimarcatati MicaMold. Arrivato il finale (aspettavo il pre), anche questo non funziona. Il suono è bassissimo anche sulle La Scala, diffusore dall’efficienza mostruosa. Inoltre ronza. Rimandato indietro, mi arriva il pre “aggiustato”…. che ronza uguale a prima, a livelli inascoltabili…. provo a fare qualche modifica, con l’assistenza del costruttore di immondizia…. ma le cose peggiorano solo. E, quello che vedo dentro al pre mi lascia un poco perplesso. Saldature a “grumo”, pezzi incollati col bostik, viti tenute dalla colla, fili senza distinzione che finiscono malamente in varie parti, fili con la B+ che passano vicinissimi a parti metalliche, etc. Il costruttore mi spiega che così va costruita la roba vintage. E chi sono io per contestare, mi chiedo?
    La faccenda va avanti,con vari giri, facendo sempre più lievitare i costi, fino a che il Mister non propone di farmene un altro, speciale per me. Dopo 2 mesi, mi arriva un pre molto più modesto, con prese in acciaio, e che ronza peggio di quello di prima. Nel frattempo è tornato Kalimero, il finale, con esattamente gli stessi problemi di prima. Alla misura, presso un amico, tirava fuori 0,20W con le 2 6V6 in parallelo, e ben 0,35 W togliendo via una valvola, quindi usando 1 singola 6V6 in SE. Il tutto con distorsioni tra il 5 e il 7%

    In sintesi… il pre è ormai completamente smontato, inutile, grazie ad una alimentazione completamente sballata ed un progetto, il pre con le 76 di Bergmann apparso anni fa su Glass, realizzato però molto malamente, addirittura con una finta raddrizzatrice, che non serviva a nulla, mentre la corrente era raddrizzata da un ponte di diodi. Il finale ha subito varie ricostruzioni. Infatti, oltre che realizzato da cani, cablato da cani, e con un layout sbagliato (le finali davanti, le preamplificatrici tra finali e trasformatori, cavi che giravano ovunque, alimentazione dei filamenti che toccava quasi lo chassis senza protezione, tutto tenuto da bostik, incluse le viti, etc)e con tensioni e bias sbagliati….. insomma, oltre a questo disastro, utilizzava solo un lato per ogni 6SN7 (un doppio triodo… usato come singolo!) per pilotare una coppia di 6V6 SE in parallelo, che andavano ad un trasformatore non Siemens, bensì di nota marca italiana, siliconato dentro calotte nere. E il trasformatore……. un Push Pull da 6k collegato in uscita a 4 ohms. dunque la coppia di valvole, che avrebbe avuto bisogno di 2,3-2,5k, vedeva in uscita un trasformatore inadatto, saturato dalla corrente necessaria al funzionamento in SE, e con un’impedenza su carico di 8 ohms di 12k (12.000 ohms!!!!)

    Ora almeno il finale, da cui si sono recuperati i condensatori, gli zoccoli delle valvole, le prese di entrata ed uscita e il telaio, con i magnifici trasformatori di Stefano Bianchini, è diventato un finale vero, e ben suonante. Un SE di 6V6, pilotate da 6J5 (la metà di una 6SN7) con un bel cablaggio e un filtraggio curato. Il finale è magnifico, pilota, con solo 3 watt, le mie enormi La Scla come e meglio di qualunque amplificatore mai passato da casa mia!.
    Oltre a usare 6V6 fivre cokebottle nos, che suonano divinamente, come le loro pilota 6J5 RCA metal base nos, i trasformatori di Bianchini fanno impallidire qualunque altra cosa. Bassi fantastici, profondissimi e possenti, medi da urlo e una gamma alta presente e dettagliata, ma mai fuori le righe! Insomma, grazie a i trasformatori di Bianchini il finale si è trasformato in qualcosa di unico e speciale

    Quale è stato il lato positivo vi chiederete? Bene, per venirne a capo, visto che sono testardo, mi sono messo a studiare, a realizzare circuiti semplici, a imparare a fare i calcoli più semplici, ho incominciato a capire i circuiti e il funzionamento di ciascun elemento. Dopo 4 anni non sono certo un ingegnere elettronico, ma ora so leggere perfettamente un circuito, capirne molti errori, e soprattutto realizzarlo! Forzatamente e per necessità, ho dovuto imparare tutto, e sopratutto imparare ad autocostruirmi ciò che voglio, e a modificarlo secondo le mie esigenze. Dunque…. grazie Kalimero!!!

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Progetto Anansi: Amplificatore Single Ended Parallelo con Valvole KT150

L’apparecchio, che ho battezzato Anasi, mi è stato affidato dal suo proprietario a causa di una serie di difetti. I problemi includono zoccoli delle valvole che mal ritenevano le stesse, diafonia e interferenze tra i canali: un’esperienza audio disturbante in cui i canali disattivi si sentivano in sottofondo anche quando si cambiava canale. In aggiunta, l’ingresso bilanciato si è rivelato essere una simulazione con fase cortocircuitata, operando sostanzialmente come un canale sbilanciato standard.

Aprire l’apparecchio è stato illuminante… Il cliente ha insistito per una ricostruzione totale, trasformando praticamente il dispositivo in uno nuovo di zecca, con pochissimi elementi dell’originale mantenuti. Personalmente, non avrei intrapreso questo lavoro se non fosse stato per la pressante richiesta del cliente. Chiedo di non fraintendere: il cliente ha sempre ragione, e il processo di progettazione di un nuovo circuito e il recupero dell’intelaiatura sono stati comunque esperienze divertenti e stimolanti. Ho eseguito questo lavoro a tempo perso, dedicando passione e impegno per raggiungere un risultato soddisfacente. Quando mi è stato consegnato l’apparecchio, ho immediatamente catturato una serie di foto dettagliate e registrato brevi video per documentare accuratamente il suo stato originale.

La nascita di Anansi

Dopo aver smontato completamente fino all’ultima vite l’amplificatore originale, ha cominciato a prendere forma l’idea di come doveva essere Anansi. Anansi mantiene il concetto base dell’apparecchio che è stato demolito, ossia è un Single Ended Parallelo con valvole KT150 connesse a triodo da 25 watt RMS per canale. L’apparecchio originale utilizzava una ECC82 con le sezioni in parallelo per pilotare le due KT150. Tuttavia, preferendo evitare l’uso di valvole con sezioni in parallelo e desiderando un robusto pilotaggio per le KT150, ho optato per utilizzare la valvola 6CL6 connessa a triodo. Qui sotto le curve della 6CL6 connessa a triodo, essa ha un mu di 20 e una capacità di erogazione di corrente decisamente superiore rispetto a una ECC82.

Questa valvola è stata implementata come stadio pilota, garantendo un’adeguata capacità di pilotaggio per le KT150. Per lo stadio di ingresso, ho utilizzato la ECC82 configurata come sfasatore longtail, nonostante il circuito sia di tipo single ended. Questa soluzione è stata adottata per evitare un eccessivo guadagno del circuito.

Ho inoltre progettato di gestire l’ingresso bilanciato con dei trasformatori di accoppiamento, specificamente gli Split-TL082. Questi sono trasformatori a 3 avvolgimenti 1:1:1 da 600 ohm, adatti ad accettare un segnale bilanciato in ingresso e convertirlo in sbilanciato. Questa soluzione mantiene i vantaggi di un cavo bilanciato, come la reiezione dei disturbi, cosa che non avviene se si utilizzasse solo una delle fasi del segnale.

Ho poi deciso di eliminare la schedina telecomando cinese e di progettare una scheda personalizzata basata su Arduino. Questa non solo gestisce il controllo del volume, ma anche la commutazione dei canali e il pilotaggio dell’indicatore Nixie per il canale attivo. Ho completamente sostituito i trasformatori originali, salvando solo le calotte, e ho progettato un nuovo set di trasformatori di alimentazione e di uscita. Inoltre, ho calcolato una nuova induttanza di filtro che avesse il traferro. Il commutatore inizialmente utilizzato per la selezione dei canali è stato convertito in un interruttore a 2 posizioni per attivare o disattivare il segnale di controreazione.

Poi ho creato al CAD e fatto realizzare da un’officina una indispensabile copertura in ferro fatta per essere fissata saldamente al corpo dell’amplificatore con viti, ho proseguito con la realizzazione di un supporto di montaggio per tutto il cablaggio, utilizzando materiali isolanti. Successivamente, ho iniziato ad assemblare il circuito di Anansi. Durante questo processo, sono riuscito a recuperare alcune parti dal circuito originale, tra cui condensatori, ancoraggi, gli zoccoli delle finali, la schedina per i VU meter, il potenziometro motorizzato, il sensore a infrarossi per il telecomando, i connettori degli altoparlanti e gli RCA degli ingressi, nonché varie viti, rondelle e dadi oltre al telaio originale e alla piastra in rame che sorreggeva tutto.

L’assemblaggio in pratica

Nelle foto qui sotto, potete vedere il processo di progettazione della robusta copertura in ferro, del piano di fissaggio del circuito realizzato in materiale isolante, nonché il fondo e i supporti di fissaggio:

Nelle foto successive mostro la costruzione dei due trasformatori audio dedicati per l’ingresso bilanciato, insieme alla realizzazione della schedina a relè che gestisce i 3 ingressi totali con relè specifici per segnali, dotati di contatti in argento sigillati in atmosfera inerte. L’obiettivo di questo approccio è minimizzare la lunghezza delle connessioni audio per evitare interferenze tra i segnali, assicurando sempre un contatto perfetto. Questo è in netto contrasto con i commutatori di bronzo esposti all’aria e all’umidità che, nel tempo, possono ossidarsi, e con lunghi fili nemmeno schermati che corrono paralleli appesi a un filo di ferro.

Nel successivo set di foto e video, mostro la prototipazione della scheda di controllo basata su Arduino e il sorgente del programma di controllo è disponibile per chiunque voglia esplorarlo.

/*
 * Firmware 1.0 per Ricevitore Remoto Tektron - Progetto PSE-KT150
 * Autore: Stefano Bianchini
 * Azienda: SB-LAB (www.sb-lab.eu)
 * Licenza: GNU General Public License version 2 (GPL-2.0)
 *
 * Descrizione:
 * Questo firmware controlla le funzioni di un amplificatore a valvole KT150 single-ended parallelo,
 * ricostruito utilizzando il telaio di un amplificatore Tektron demolito. Il programma accetta input dal
 * telecomando infrarossi originale Tektron. Gestisce la fase di accensione dell'amplificatore impostando
 * un periodo di muto pre-riscaldamento, controlla il cambio dei canali e l'aggiustamento del volume tramite
 * gli input del telecomando e visualizza il canale attualmente selezionato su un tubo Nixie originariamente
 * integrato nell'amplificatore Tektron. Il programma include una funzione per prevenire l'avvelenamento del
 * catodo del tubo Nixie.
 *
 * Description:
 * This firmware controls the functions of a KT150 single-ended parallel valve amplifier,
 * reconstructed using the chassis of a Tektron remolito amplifier. The program accepts input from the
 * original Tektron infrared remote control. It manages the amplifier's power-up phase by setting a
 * pre-heating mute period, controls channel changes and volume adjustments via remote control inputs, and
 * displays the currently selected channel on a Nixie tube originally integrated into the Tektron amplifier.
 * The program includes a function to prevent cathode poisoning of the Nixie tube.
 * 
 * Nota sulla Licenza / License Notice:
 * Questo software è distribuito con la Licenza Pubblica Generale GNU versione 2 (GPL-2.0).
 * Ciò significa che sei libero di utilizzare, modificare e distribuire questo software in base ai termini
 * della GPL-2.0. Ogni modifica apportata al codice deve essere resa pubblica e deve includere una nota
 * indicante le modifiche effettuate. Ogni distribuzione del codice deve includere questa nota sulla licenza
 * e preservare i riferimenti all'autore originale.
 *
 * This software is distributed under the GNU General Public License version 2 (GPL-2.0).
 * This means that you are free to use, modify, and distribute this software under the terms of the GPL-2.0.
 * Any modifications made to the code must be made public and include a note indicating the changes made.
 * Any distribution of the code must include this license notice and preserve the references to the original author.
 *
 * Contattami / Contact Me:
 * Per eventuali domande o miglioramenti al codice, puoi contattarmi all'indirizzo:
 * https://www.sb-lab.eu/mandami-una-e-mail/
 */

#include <Arduino.h>
/* compilare in presenza della libreria IRRemote 4.20 */
#include <IRremote.hpp>

/* pin associato al ricevitore infrarosso */
#define IR_RECEIVE_PIN 2

/* Adatta il ricevitore IR, un valore di 20 è consigliato per il ricevitore recuperato dal tektron, valore diversi causano ricezione di dati casuali */
#define MARK_EXCESS_MICROS 20
/* definisco le stringhe che rappresentano i tasti */
#define tasto_meno 0xF6093A00
#define tasto_piu 0xEA153A00
#define tasto_on_off 0xF20D3A00
#define ripeti 0
/* definisco i pin dei rele' degli ingressi */
#define rel1 3
#define rel2 4
#define rel3 5

/* pin che controllano il demultiplexer MC14067b */
#define nix_A 9     /* pin 10 MC14067b */
#define nix_B 10    /* pin 11 MC14067b */
#define nix_C 11    /* pin 14 MC14067b */
#define nix_D 12    /* pin 13 MC14067b */
#define nix_EN 14   /* pin 15 MC14067b */

/* pin che controllano il driver motore L293D */
#define motor_up 8
#define motor_down 7

/* led integrato nel pulsante di accensione */
#define power_led 6

/* codici telecomando */
unsigned long value;
unsigned long old_value;

/* memoria canali*/
unsigned char canale = 1;

/* variabili per timer non bloccante usato per il controllo fluido del motore */
unsigned char vol = 0;
unsigned int timer = 0;
/* costante per fludita' motore del volume */
#define nbdelay 12288

/* impostazioni del timer per la funzione disossida */
unsigned long ultimoRichiamo = 0;
unsigned long intervallo = 60000;  /* Intervallo di 1 minuti */

/* impostazione del timer mitigazione */
unsigned long ultimoRichiamo2 = 0;
unsigned long intervallo2 = 3000;  /* Intervallo di 3 secondi */

void setup()
{
    pinMode(LED_BUILTIN, OUTPUT);
    pinMode(power_led, OUTPUT);
    pinMode(rel1, OUTPUT);
    pinMode(rel2, OUTPUT);
    pinMode(rel3, OUTPUT);
    pinMode(motor_up, OUTPUT);
    pinMode(motor_down, OUTPUT);
    pinMode(nix_A, OUTPUT);
    pinMode(nix_B, OUTPUT);
    pinMode(nix_C, OUTPUT);
    pinMode(nix_D, OUTPUT);
    pinMode(nix_EN, OUTPUT);
    /* Abilita il lampeggio del led integrato che indica la ricezione di qualcosa, utile per debug */
    IrReceiver.begin(IR_RECEIVE_PIN, ENABLE_LED_FEEDBACK);
    /* accende il led nel pulsante power */
    digitalWrite(power_led, HIGH);
    /* nixia spenta */
    digitalWrite(nix_EN, HIGH);
}

/* funzione che abbassa il volume quando si esce da un canale */
int fade_out()
{
  digitalWrite(motor_down, HIGH);
  /* durante l'uscita dal canale lampeggia il numero sulla nixia */
  for (char i = 0; i < 10; i++)
    {
      digitalWrite(nix_EN, HIGH);
      delay(500);
      digitalWrite(nix_EN, LOW);
      delay(500);
    }
  digitalWrite(motor_down, LOW);
}

/* funzione che rialza il volume quando si entra in un nuovo canale */
int fade_in()
{
  digitalWrite(motor_up, HIGH);
  delay(2000);
  digitalWrite(motor_up, LOW);
}

int cambia_canale()
{
  if(canale > 3) { canale = 1; }
  if(canale == 1) { fade_out(); digitalWrite(rel1, HIGH); digitalWrite(rel2, LOW); digitalWrite(rel3, LOW); scrivi_nixia(canale); fade_in(); }
  if(canale == 2) { fade_out(); digitalWrite(rel1, LOW); digitalWrite(rel2, HIGH); digitalWrite(rel3, LOW); scrivi_nixia(canale); fade_in(); }
  if(canale == 3) { fade_out(); digitalWrite(rel1, LOW); digitalWrite(rel2, LOW); digitalWrite(rel3, HIGH); scrivi_nixia(canale); fade_in(); }
  canale ++;
  ir_mon();
  delay(250);
}

/* Slampeggia il led power */
int ir_mon()
{
  digitalWrite(power_led, LOW);
  delay(50);
  digitalWrite(power_led, HIGH);
}

int motore(char tasto)
{
  if (tasto == '+' && vol == 0) /* Tasto Vol + */
    {
      ir_mon();
      vol = 1;
    }
  if (tasto == '+' && vol == 1) /* Tasto Vol + con pot in marcia */
    {
      ir_mon();
      timer = 0;
    }
  if (tasto == '-' && vol == 0) /* Tasto Vol - */
    {
      ir_mon();
      vol = 2;
    }
  if (tasto == '-' && vol == 2) /* Tasto Vol - con pot in marcia */
    {
      ir_mon();
      timer = 0;
    } 
}

/* questa funzione accetta in ingresso un valore da 0 a 16 e imposta i 4 bit all'ingresso del demultiplexer */
int scrivi_nixia(unsigned char cifra)
{
  digitalWrite(nix_A, (cifra & 0b0001) ? HIGH : LOW);
  digitalWrite(nix_B, (cifra & 0b0010) ? HIGH : LOW);
  digitalWrite(nix_C, (cifra & 0b0100) ? HIGH : LOW);
  digitalWrite(nix_D, (cifra & 0b1000) ? HIGH : LOW);
}

/* visto che la nixia per la maggiorparte del tempo visualzzera' sempre e solo i numeri 1-2-3 e questo potrebbe causare avvelenamento dei catodi
 * con la compromissione della nixia stessa, questa funzione richiamata ciclicamente fa una scansione
 * di tutte le cifre della nixia per evitarne il deterioramento precoce. */
int disossida()
{
  for (unsigned char i = 0; i < 10; i++) { scrivi_nixia(i); delay(125); }
  /* alla fine della scansione ripristina la cifra corretta che corrisponde al canale correntemente attivato */
  scrivi_nixia(canale - 1);
}

void loop()
{
  /* procedure di partenza */
  /* all'accensione gli ingressi sono tutti e 3 disattivati faccio lampeggiare lo zero sulla nixia per 40 secondi in attesa del riscaldamento
   * mentre lampeggia abbasso anche il volume a zero per evitare uragani alla partenza */
  scrivi_nixia(0);
  for (char i = 0; i < 40; i++)
    {
      digitalWrite(nix_EN, HIGH);
      delay(500);
      digitalWrite(nix_EN, LOW);
      delay(500);
    }
  digitalWrite(nix_EN, LOW);
  canale = 1;
  cambia_canale();
  /* l'amplificatore e' avviato, inizio un ciclo infinito dove leggo gli input del telecomando */
  for(;;)
  {
    /* Questa e' la funzione non bloccante che attiva ciclicamente la funzione per disossidare la nixia */
    unsigned long tempoCorrente = millis();
    /* Verifica se è passato un minuto dall'ultimo richiamo */
    if (tempoCorrente - ultimoRichiamo >= intervallo)
      {
        /* Richiama la funzione disossida */
        disossida();
        /* Aggiorna il tempo dell'ultimo richiamo */
        ultimoRichiamo = tempoCorrente;
      }
   /* Nota sul telecomando Tektron:
    * Il telecomando invia ripetutamente comandi zero ("0" ossia ripetizione) dopo l'invio del comando effettivo.
    * Questo comportamento, sebbene non ottimale, è una caratteristica intrinseca del telecomando Tektron.
    * Il problema principale sorge quando si preme un tasto e, per qualsiasi motivo, il primo impulso
    * non viene ricevuto correttamente, ma successivamente vengono ricevuti i comandi di ripetizione.
    * Questo può causare un comportamento indesiderato, poiché il programma interpreta erroneamente
    * gli zeri come la ripetizione dell'ultimo comando ricevuto correttamente anche se diverso dal tasto effettivamente premuto.
    * Per mitigare questo problema, è stato implementato un timeout di 10 secondi nel programma
    * che interrompe qualsiasi azione in corso se non viene ricevuto alcun comando durante tale periodo.
    * È importante notare che questa mitigazione potrebbe non essere completamente efficace
    * se vengono premuti tasti diversi molto velocemente, perche' finche' non scadono i 3 secondi la variabile old_value non viene azzerata
    * e quindi il problema potrebbe presentarsi, questa mitigazione interrompe anche la corsa del potenziometro del volume in corsa */
    
    /* codice della mitigazione*/
    unsigned long tempoCorrente2 = millis();
    /* Verifica se è passato un minuto dall'ultimo richiamo */
    if (tempoCorrente2 - ultimoRichiamo2 >= intervallo2)
      {
        old_value = 0;
        /* Aggiorna il tempo dell'ultimo richiamo */
        ultimoRichiamo2 = tempoCorrente2;
      }
    /* fine del codice della mitigazione */
    
    if (IrReceiver.available())
      {
        if (IrReceiver.decode())
        {
            /* memorizza il valore RAW nel buffer value */
            value = IrReceiver.decodedIRData.decodedRawData;
            /*  il telecomando manda il codice pulsante solo al primo impulso, dopo continua a inviare degli zero che significano "ripetizione dello stesso
             *  tasto", questa funzione che ricopia il registro value in old_value serve per richiamare l'ultima routines richiamata in caso il codice ricevuto
             *  sia zero */
            if(value == tasto_meno)
              { 
                /* memorizza value in old_value */
                old_value = value;
              }
            if(value == tasto_piu)
              {
                /* memorizza value in old_value */
                old_value = value;
              }
            /* utilizzo il tasto on/off del telecomando per cambiare i canali */
            if(value == tasto_on_off)
              {
                /* memorizza value in old_value */
                old_value = value;
              }
            /* richiamo la funzione legata al tasto premuto memorizzato, gestisco i segnali di ripetizione e discrimino eventuali segnali errati */
            if ((old_value == tasto_meno && value == ripeti) || (old_value == tasto_meno && value == tasto_meno))
              {
                motore('-');
              }
            if((old_value == tasto_piu && value == ripeti) || (old_value == tasto_piu && value == tasto_piu))
              {
                motore('+');
              }
            if(old_value == tasto_on_off && value == tasto_on_off)
              {
                cambia_canale();
              }
            /* prepara il ricevitore per un nuovo ciclo */
            IrReceiver.resume();
        }
    }
  /* funzione per rendere fluido l'andamento del volume con timer non bloccante */
  if(vol == 1 && timer < nbdelay)
    {
      digitalWrite(motor_up, HIGH);
      timer ++;
    }
  if(vol == 2 && timer < nbdelay)
    {
      digitalWrite(motor_down, HIGH);
      timer ++;
    }
  if(timer >= nbdelay)
    {
      digitalWrite(motor_up, LOW);
      digitalWrite(motor_down, LOW);
      vol = 0;
      timer = 0;
    }
  /* Fine funzione timer non bloccante */
  }
}

È possibile scaricare il file “.ino” cliccando qui: Telecomando.zip

Che cos’è l’avvelenamento dei tubi nixie e come prevenirlo.

I tubi Nixie hanno più di un catodo, ogniuno di essi rappresenta una cifra. Quando un catodo è acceso, il materiale di cui è fatto può vaporizzare e depositarsi sia sul vetro che sugli altri catodi non accesi. Probabilmente qualcuno di voi avrà visto tubi Nixie scuri con un rivestimento grigio o argentato all’interno del vetro. Questo è il caso estremo di materiale vaporizzato sul vetro, che si verifica verso la fine della vita del tubo. Se un catodo non viene utilizzato per lungo tempo mentre gli altri sono accesi, il deposito sul catodo inattivo diventa sempre più spesso. Questo rivestimento è altamente resistivo, quindi se diventa abbastanza spesso, impedisce al catodo inattivo di illuminarsi. Quando viene acceso, parti del catodo possono essere più deboli o completamente oscure. I diversi tipi di tubi hanno diverse sensibilità al fenomeno dell’avvelenamento del catodo, e di solito ci vogliono migliaia di ore prima che diventi un problema significativo. In questo sito potete approfondire l’argomento https://www.tube-tester.com/sites/nixie/different/cathode%20poisoning/cathode-poisoning.htm

Per prevenire l’avvelenamento dei catodi delle Nixie, è sufficiente che essi siano accesi almeno una volta ogni tanto. Nel caso di Anansi, dove un Arduino gestisce il controllo della Nixia, ho incluso una routine nel programma che esegue una scansione di tutti i numeri ogni 5 minuti, nei 2 video qui sotto vediamo le prove preliminari per la messa a punto del software.

In questo video mostro il funzionamento della routine che cambia il canale: essa prevede l’abbassamento del volume con la Nixia lampeggiante sul canale attuale, seguito dal cambio del numero del nuovo canale e un fade-in del volume che si rialza.

Montaggio del corpo principale

Nel montaggio di un oggetto che richiede tanto impegno e tempo per essere assemblato, e quindi con costi consistenti, è cruciale utilizzare materiali di alta qualità. In due foto mostro il contrasto tra l’interruttore in plastica dell’apparecchio originale e l’interruttore di acciaio inossidabile antivandalo che ho scelto di montare io. Quest’ultimo da solo ha un costo di quasi 60€, ma rappresenta una scelta mirata per garantire durabilità e resistenza nel tempo, lo stesso dicasi per tutto il resto.

Nella prossima serie di fotografie, mostro il progresso del montaggio dell’amplificatore. Nella prima immagine si vede il telaio nudo dell’amplificatore, privo dei trasformatori e di qualsiasi altro componente. Questo stadio iniziale rappresenta il punto di partenza del processo di assemblaggio. Nella seconda foto, i trasformatori sono stati montati sul telaio, evidenziando la base su cui il resto del circuito verrà costruito.

Man mano che procedo con il montaggio, le immagini successive mostrano l’aggiunta della piastra di montaggio e l’inizio della disposizione dei componenti elettronici. Vediamo i condensatori, resistenze e altre parti essenziali che vengono posizionate con precisione sul telaio. Ogni passaggio illustra il lavoro meticoloso e l’attenzione ai dettagli necessari per completare l’amplificatore. Il processo continua fino a quando l’amplificatore prende forma, con tutti i componenti saldati e installati correttamente.

Dalla prima accensione alla messa a punto

Dopo la prima accensione, l’apparecchio non era ancora perfetto in tutti i suoi dettagli. È stato necessario eseguire una serie di misurazioni e piccole messe a punto, che hanno coinvolto modifiche al circuito come l’avevo costruito inizialmente. Ad esempio, ho dovuto cambiare il tipo di diodi e rivedere la configurazione stessa della parte di alimentazione anodica. Inoltre, ho ritoccato l’alimentazione del pozzo di corrente sotto gli sfasatori di ingresso, rendendola meno rumorosa grazie all’aggiunta di una piccola induttanza che avevo a disposizione.

La fase di messa a punto è cruciale in un progetto come questo. Anche i più piccoli aggiustamenti possono fare una grande differenza nella performance e nell’affidabilità del dispositivo finale. Questo processo richiede pazienza e precisione, ma è fondamentale per garantire che l’amplificatore funzioni al massimo delle sue capacità. Ogni modifica, per quanto piccola, contribuisce a perfezionare il circuito e ad ottimizzare il suo funzionamento complessivo.

Strumentali
Massima potenza indistorta: 25Watt RMS per canale
Smorzamento a zero feedback: DF 5
Smorzamento con controreazione inserita: DF 7
Consumo elettrico totale: 440Watt
Banda passante: zero feedback: 10hz / 20khz -1db
THD zero NFB @ 1watt: 0,55%
THD con NFB @ 1watt: 0,38%

Il dato di banda passante dei trasformatori d’uscita non è estremamente esteso come quello di altri trasformatori che ho prodotto negli anni. Tuttavia, nel caso di questo progetto, ero vincolato dal telaio originale e dovevo utilizzare necessariamente un nucleo uguale a quello originale. Questo mi ha costretto ad applicare una densità di corrente più che doppia rispetto alla mia prassi abituale e ad accontentarmi di un nucleo più piccolo di quello che avrei voluto. Nonostante queste limitazioni, la prestazione ottenuta è accettabile, anche considerando che la controreazione inserita è davvero minima.

I trasformatori che ho realizzato sono basati sul progetto degli originali, che ho sbobinato e a cui ho apportato alcune piccole modifiche. Ho mantenuto l’impedenza primaria, la sezione del filo e il numero di spire, ma ho cambiato la disposizione degli avvolgimenti e le sezioni degli isolanti. Questo compromesso ha permesso di ottenere una performance soddisfacente, date le condizioni e le limitazioni imposte dal telaio originale. Ora vediamo i classici grafici…

Banda passante

THD senza NFB

THD con NFB

Quadre a 100hz – 1khz – 10khz

Presentazione dell’Anansi completato

Nelle seguenti foto, potete ammirare l’amplificatore Anansi completamente assemblato e pronto per l’uso. Chi legge e vede queste foto potrebbe pensare che ci voglia poco a realizzare un progetto del genere, ma in realtà il processo è stato estremamente complesso e dettagliato. Dalla demolizione dell’apparecchio originale alla progettazione su SPICE, dalla progettazione dei trasformatori al recupero di tutti i componenti, dalla progettazione delle varie parti interne, alla scrittura del software, alla realizzazione delle lamiere, all’assemblaggio, alle prove e alla messa a punto, mi sono servite ben 82 ore di manodopera!

In questo video, potete vedere l’Anansi in azione e osservare come risponde ai comandi del telecomando. Iniziamo mostrando il controllo del volume: vedrete come il livello del volume può essere regolato in modo fluido e preciso. Successivamente, dimostriamo il cambio di canale, con la Nixie che indica chiaramente il canale attuale. Infine, mostriamo la funzione di scansione automatica che ho implementato per prevenire l’avvelenamento del catodo della Nixie. 

Conclusione

Il progetto Anansi rappresenta un viaggio complesso e appagante, dalla demolizione di un amplificatore malfunzionante alla creazione di un dispositivo completamente nuovo e ottimizzato. Ogni fase del processo, dalla progettazione iniziale alla messa a punto finale, ha richiesto attenzione ai dettagli, precisione e un impegno considerevole.

L’Anansi non è solo un amplificatore; è una dimostrazione di artigianato, ingegneria e dedizione. Ogni componente è stato scelto con cura per garantire prestazioni eccellenti e durabilità nel tempo. Le funzionalità avanzate, come il controllo del volume e del canale tramite telecomando e la prevenzione dell’avvelenamento del catodo della Nixie, aggiungono un tocco di modernità e praticità a un design classico.

Spero che questo articolo e le relative immagini e video abbiano fornito una chiara visione del lavoro svolto e dell’attenzione ai dettagli che hanno portato alla creazione di Anansi. Questo progetto è la prova che, con dedizione e competenza, è possibile trasformare un’idea in una realtà funzionante e di alta qualità. Grazie per aver seguito questo percorso e per l’interesse dimostrato nel mio lavoro.

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2 Responses to Progetto Anansi: Amplificatore Single Ended Parallelo con Valvole KT150

  • Bravissimo, sia nella elaborazione del progetto, sia nella descrizione e motivazione delle scelte progettuali. Molto, molto, molto interessante, come tutte le tue descrizioni.

  • Come sempre hai fatto un lavoro eccezionale. Complimenti.

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SB Proxima – Amplificatore Single Ended Triode Connected: Esplorando le Potenzialità delle KT88

È con grande entusiasmo che presento questo articolo riguardante un progetto di amplificatore audio a valvole che ho sviluppato nel 2019 con l’intenzione di pubblicarlo su una rivista di settore. Nonostante i miei sforzi, il progetto non ha visto la luce sulla carta stampata e l’amplificatore è rimasto un prototipo non utilizzato. Tuttavia, la passione e l’impegno che ho investito in questo progetto non sono andati persi.

Questo progetto utilizza componenti di alta qualità, tra cui il trasformatore SE2K-EL34, l’induttanza 15S59 e il trasformatore di alimentazione 17S4150. Dopo un periodo di riflessione, ho deciso di condividere il frutto del mio lavoro con altri appassionati di audio e fai-da-te. Ho reso disponibili il set di trasformatori e lo schema elettrico affinché chiunque abbia la voglia e la capacità di realizzare un amplificatore simile possa farlo con facilità.

Il prototipo originale invece l’ho ceduto ad un caro amico, che ne ha apprezzato le qualità sonore e l’estetica. Spero che questa esperienza possa essere di ispirazione per coloro che condividono la mia passione per l’audio di alta qualità e che possa portare gioia e soddisfazione a chiunque scelga di intraprendere questa avventura fai-da-te. Buona costruzione e buon ascolto!

Ciao Stefano

Proxima, che esperienza !!!
Ho ascoltato questo ampli a casa tua quando era ancora “in prova”, e già mi era piaciuto tanto. L’ampli si presenta in uno stile vintage molto molto gradevole, almeno per me e molto ben fatto. Collegato al tuo impianto, quindi un contesto controllato, la sorpresa e stata immensa. Già dal primo minuto di accensione, raro per un valvolare quello che esce dai diffusori è tanta roba, la tridimensionalità è pazzesca, così come la stereofonia, ma soprattutto, questo ampli è molto rivelatore, porta all’attenzione quei particolari della registrazione che solitamente solo stando attento riesci a percepire, anche mentre mandavo messaggi ad un amico, alzovo la testa e mi chiedevo da dove saltavano fuori certe note. Qualsiasi genere musicale viene riprodotto magnificamente e non ti viene mai la voglia di cambiare disco perché ti stanca. La potenza, di targa non altissima me è appagante, non ho trovato il clipping, se non facendo sanguinare le orecchie. Altra cosa che trovo interessante è la possibilità di poter cambiare tipo di valvola, poter giocare rende sempre le persone felici. Non mi dilungo ulteriormente, dico solo Proxima è una delle tue migliori creazioni.
Cristian.

Questo che vi presento è un’apparecchio realizzato da me nel 2019, il cui progetto doveva essere presentato su una nota rivista del settore. Tuttavia, non sono riuscito a trovare un accordo con loro; al contrario, abbiamo avuto un vero attrito di vedute. Tale disaccordo mi ha portato a rinunciare alla pubblicazione del progetto, e hanno invece commissionato un lavoro simile a quello mio a un’altra persona. Quest’ultima afferma che non si possono pilotare le valvole in A2 utilizzando altre valvole come driver, ma che è necessario ricorrere a transistor e mosfet. È evidente che non conosce la 6H30. Peggio per loro. Io mi godo il risultato e loro non sanno cosa si sono persi le loro orecchie.

Comunque, avevo voglia di realizzare un circuito diverso dal solito e sperimentare qualcosa di nuovo. Ho quindi derivato dal progetto del tulipa un single ended che può montare, con minime modifiche, EL34 / 6CA7 / KT66 / KT77 / KT88 e 6550. La particolarità di questo circuito sta nel fatto che le finali sono connesse in triodo e accoppiate DC (senza condensatore) al loro driver, una 6H30pi, e quindi pilotate in modo misto A1 e A2 con una polarizzazione a bias fisso.

Il pilotaggio in griglia positiva permette di raggiungere, in modalità triodo, più potenza di quella che che si avrebbe dal pilotaggio normale in A1, consentendomi di sfruttare la bassa resistenza interna della valvola connessa in triodo per raggiungere un certo fattore di smorzamento “target”, usando il minimo tasso di controreazione. La controreazione utilizzata è di tipo locale: il secondario del trasformatore di uscita è posto sotto al catodo della finale stessa, sommata a un’ulteriore minima controreazione locale tra l’anodo della finale e il catodo dello stadio di ingresso.

Desidero sottolineare che il circuito è ottimizzato per EL34 e compatibili e, sebbene possa montare KT88, non ne riesce a sfruttare appieno le potenzialità, come qualsiasi amplificatore che possa montare indistintamente EL34 e KT88 del resto… Non è mia consuetudine fare queste cose di solito, era qualcosa di più che avevo pensato per la pubblicazione in edicola; certamente in un’altra ottica avrei realizzato una variante del circuito ottimizzata per KT88.

Le valvole montate sull’apparecchio sono una coppia di 5751 NOS (versioni speciali delle ECC83), la sopra citata 6H30Pi e una coppia di preziose 6550 General Electric NOS. Tutti i condensatori nel percorso del segnale sono polipropilene selezionati, mentre gli elettrolitici delle alimentazioni sono anch’essi bypassati con condensatori polipropilenici selezionati.

Nella parte superiore del pannello sono presenti 2 trimmer per la regolazione del bias e 2 strumenti a lancetta in stile vintage che indicano la regolazione del bias; nella foto qui sotto invece si vede il cablaggio del circuito. Come per la maggior parte dei miei prototipi, è montato su un telaio in legno, in questo caso noce finito con gommalacca e pannelli di alluminio.

La potenza che l’amplificatore raggiunge è di 7 watt RMS con qualsiasi tipo di valvola finale montata; se avessi realizzato una variante specifica per KT88, avrei probabilmente ottenuto circa 9 watt. Lo smorzamento raggiunge un fattore di 5,5, mentre la banda passante è di 30Hz / 80kHz (-1 dB) e 20Hz / 110kHz (-3 dB) fino alla massima potenza. Di seguito è riportato il grafico:

Qui sotto la risposta alle quadre, 100Hz

A 1khz

E 10khz

La distorsione armonica totale si attesta al 0,2% a 1 watt a 1 kHz e allo 0,21% a 10 kHz. Ecco i grafici:

L’esperienza d’ascolto è esaltante: la gamma bassa è potente e veloce, con diffusori ben controllati e un impatto realistico ed energico delle percussioni. La gamma media e alta è limpidissima, brillante, ricca di dettagli e grana, con un’apertura stereofonica emozionante. L’ascolto risulta godibile con tutti i generi musicali, dal rock ai cori, rispettando una buona regola per qualcosa che possa essere realmente definito HiFi di alto livello.

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