Quad 405-2 – Il caso: Ma ha senso riparare amplificatori vintage a Stato Solido ?

Quelli che mi leggono da più tempo avranno notato che nelle mia pagine non sono quasi mai apparsi apparecchi a stato solido, infatti quasi ogni volta che qualcuno ma chiesto di riparare un’amplificatore di questo tipo ho sempre rifiutato il lavoro. I motivi sono vari, quelli principali sono il fatto che io mi sia voluto specializzare sugli apparecchi a valvole prima di tutto, in secondo luogo per riparare apparecchi di qualsiasi tipo bisogna avere a disposizione un grande assortimento di ricambi sempre a portata di mano. Con le valvole è fattibile in quanto i tipi di valvole prodotte ed utilizzate negli anni è stato un’assortimento “abbastanza” limitato e queste sono più o meno tutte facilmente reperibili ancora oggi, al contrario l’avvento del transistor ha segnato l’inizio dell’era dell’obsolescenza programmata più selvaggia con produttori che creavano spesso nuovi transistor “a sentimento” apposta per gli apparecchi che andavano a immettere sul mercato per poi smettere di produrre quel transistor appena finiva la produzione di tali apparecchi e non perchè quel transistor fosse speciale e senza di esso non si poteva far niente ma semplicemente perchè già prevedevano di impedire la riparazione degli apparecchi guasti dopo un certo periodo. Quindi non è cosa infrequente imbattersi in sigle strane di cui non si trova nessunissima documentazione e men che meno ricambi. C’erano si anche componenti “standard” che sono stati prodotti da più produttori e anche per anni… però piccolo problema: al contrario delle valvole NOS che possono restare dentro le loro scatoline di cartone 100 anni e quando le vai a tirare fuori hai la certezza al 98% che funzionino ancora perfettamente le robe il silicio marciscono… Vecchi transistor NOS potrebbero essere affetti da migrazione dei droganti e non funzionare più o essere diventati rumorosi. Si aggiunga poi a questo problema quello dei produttori orientali che immettono sul mercato tarocchi a profusione che non rispettano le caratteristiche dell’originale e che praticamente sono sempre di qualità inferiore e tendenzialmente si guasteranno con certezza matematica. Poi ci saranno le eccezzioni ma è sempre questione che quello che ti vende la patacca non te lo dice.

In poche parole voler riparare amplificatori a Stato Solido di mestiere è nel più dei casi puro masochismo e per questo motivo quando mi riferiscono di proplemi che potrebbero riguardare la circuiteria io rifiuto… si lo so che il più delle volte anche questi amplificatori necessitano solo di un recap però la rogna è dietro l’angolo. Una volta che hai l’apparecchio in mano e ti trovi a metà del lavoro che salta fuori un problema inaspettato e non trovi un ricambio sei fregato. Dopo o diventi matto a trovarlo o devi abortire la riparazione e quasi sicuramente il cliente non vorrà pagarti per il tempo che hai perso visto che gli consegni un’apparecchio che ancora non funziona.

Negli ultimi mesi ho accettato l’ingresso di un paio di apparecchi a Stato Solido perchè apparentemente sembravano lavori affrontabili, daltronde il lavoro è lavoro e come dicevano gli antichi romani i soldi non puzzano. Il primo apparecchio è stato questo bestione, Jungson JA 99 D, pesante quanto un reattore nucleare, tanto che ho dovuto aproffittare di un’amico che era passato a salutarmi per riuscire a tirarlo fuori dalla cassa… Giusto alla faccia di quei troll che odiano le cose valvole dicendo che gli amplificatori a valvole sono grossi e pesanti, invece quelli a stato solido no… no no leggero come una piuma…

Comunque sia questo Jungson JA 99 D era “funzionante” e aveva solo il trasformatore di alimentazione che vibrava. Per conoscere i dettagli del lavoro visitate la pagina. Quindi mi è andata bene. Successivamente ho accettato l’ingresso di un Quad 405 sempre con lo stesso problema… “Funziona ma vibra il trasformatore” è quanto riferito dal cliente.

Attenzione questa non è una critica a Quad o agli amplificatori a stato solido in generale, ma il racconto di una storia vissuta e una mia personale riflessione sulla riprabilità di questo tipo di apparecchi.

Ho dimenticato di fare una foto del trasformatore originale, che comunque è un nucleo di un tipo che raramente si usa oggi, tipo UI con doppio rocchetto singolo resinato in una scatola di metallo. Ho scollegato il ponte raddrizzatore isolando il trasformatore dal circuito e ho provato ad alimentarlo constatanto che vibrava ferocemente e assorbiva 70watt a vuoto, senza carico, segno che c’erano delle spire in corto. Quindi praticamente era da buttare via. Oltre a questo ho notato che sulle schede erano presenti diversi elettrolitici che avevano buttato l’acido e pure loro erano da cambiare.

Alla notizia di questi ulteriori problemi il cliente è un pò cascato dalle nuvole, “ma come me lo hanno venduto per funzionante e perfettamente conservato”… Poi mi sono messo in movimento per il ricambio del trasformatore di alimentazione scegliendo l’uso di un toroidale come unica soluzione possibile. Far avvolgere trasformatori toroidali su specifica, oltretutto singolo pezzo è parecchio costoso. Praticamente il nuovo trasformatore di ricambio, solo lui da solo costava “a me” quasi quanto era stato pagato l’intero amplificatore. Al che l’appunto del proprietario è stato “mi conviene comprarne un’altro piuttosto che riparare questo, ne ho visto uno blablabla”… problema… questo te lo hanno venduto per buono… e se dopo invece di un Quad rotto hai due Quad rotti ? Ti può andar bene ma ti può anche andare male…

Va bene andiamo avanti a riparare questo…

Il montaggio del toroidale è venuto binissimo, ho proceduto a cambiare una decina di elettrolitici sulle schede dei due canali, misurati erano tutti completamente esauriti tipo un 100uF che misurava 16uF con una ESR di 20ohm, gli unici che non ho cambiato sono stati una coppia di non polarizzati che erano perfetti. Poi ho sostituito le boccole degli altoparlanti perchè le sue erano scassate e ho aggiunto una coppia di RCA per l’ingresso perchè non piaceva il connettore DIN.

Ho fatto un’accensione graduale con variac tenendo monitorato l’assorbimento e l’oscilloscopio, mandavo segnale e usciva segnale e tutto sembrava a posto il nuovo trasformatore di alimentazione era perfettamente silenzioso. Quindi ho collegato il computerino del banco e mandato un pò di musica, ho fatto anche un video ma non posso pubblicarlo perchè c’è musica protetta da copyright, quindi andate a fiducia. Lascio suonare un’oretta, torno abbasso il volume e da uno dei canali proveniva un bel rumore di friggitrice..

Ho smontato la scheda difettosa, ho pulito tutti i contatti sui collettori dei transistor che non sono saldati ma c’è solo la vite che fa da conduttore senza miglioramenti. Ho dissalato tutti i transistor e li ho provati uno per uno sul tracciacurve per BJT ma funzionano in modo pulito, anche scaldandoli con la fiamma di un’accendino le curve appaiono pulite quindi non hanno problemi. Le resistenze sono tutte a posto quindi la conclusione è che i colpevoli siano questi “cosi rossi”…

Che poi altro non sarebbero che dei moduli, ossia dei piccoli circuitini con sopra un certo numero di transistor SMD bloccati in una resina rossa, ricambio introvabile. Dopo tutta la fatica per ripararlo ci si trova davanti ad un muro, l’unica soluzione che resta è di recuperarli da un’apparecchio da demolizione. Io ho chiesto comunque il mio compenso perchè mi era stato garantito che l’amplificatore era buono chiesto solo la sostituzione di un trasformatore ed è quello ho fatto però mi resta la sensazione di aver lavorato inutilmente. Il proprietario di questo Quad ha adocchiato delle schede di ricambio in giro che non si sà per certo da dove vengono…

Il mio lavoro è costato tanto quindi a montare la scheda di ricambio l’aiuta un suo amico, tanto è facile… e io mi chiedo se hanno un variac con amperometro, l’accortezza di mettere un carico e monitorizzarlo con un’oscilloscopio mentre iniettano segnale dando tensione un filino alla volta per vedere se parte gradualmente come dovrebbe fare, senza assorbimenti anomali o strane forme d’onda sull’oscilloscopio o se come,ci metto le mani sul fuoco daranno tensione tutto d’un botto bruciando tutto se qualcosa non dovesse andare bene… Poi magari l’amico dirà che non andava bene il mio trasformatore, che ho lavorato male io che ho rovinato l’amplificatore… si perchè è così che succede poi… Ho comunque il video che mostra l’amplificatore acceso che suona.

Troppi “ma” per i miei gusti. Parlando con un mio amico che lavora su sistemi di telecomunicazioni e che in passato riparava (in passato, ed è una ripetizione voluta) amplificatori a transistor mi ha confermato lo stato pietoso del sottosettore degli apparecchi a stato solido. Apparentemente forse le inserzioni migliori di usati con maggiore probabilità di essere “buoni” sono solitamente da inserzionisti esteri ma l’italiano medio non si fida e cerca in italia prima. Le inserzioni estere spesso sono più care. Però sempre l’italiano medio ha la pessima abitudine di cercar di fregare il prossimo quindi vende per buoni apparecchi che buoni non sono, a prezzo più basso magari… Dopo appaiono costose le inserzioni magari di quelli onesti, ma tutti dicono che vendono roba buona… esattamente come questo che mi hanno dato da riparare che doveva essere buono e di buono non aveva niente.

Già dovrebbe far riflettere uno che ti dice che l’apparecchio non è mai stato toccato da nessuno e funziona. Un’apparecchio di 40 (o più) anni sicuramente ha bisogno di una rinfrescata ai condensatori elettrolitici, ma fatta come si deve! Si perchè non sempre i vecchi condensatori sono da buttare, ad esempio i 2 elettrolitici principali di questo Quad erano perfetti e quelli piccoli che ho cambiato li ho verificati uno ad uno. Ma molti audiofili vanno nei forum o su facebook e domandano a persone che ne sanno meno di loro che gli dicono “cambia cambia cambia” e alla fine comprano su internet condensatori i più economici che trovano, tanto basta rispettare la capacità e la tensione e sono tutti uguali gli insegnano i soliti somari che non hanno mai avuto in mano un ponte LCR serio e i condensatori li verificano col testerino da 8€…

E vanno a montare sul loro amplificatore dei condensatori che vanno peggio di quelli originali vecchi. Oppure cercano di farselo riparare al risparmio dal cantinaro dal paese che finisce per pastrocchiare il mondo molto spesso facendo più danni che il resto.

Quindi poi alla fine quando vanno dal tecnico serio ormai in mano hanno un “robo” martoriato dove c’è da sputare sangue. Quindi in conclusione mi faccio domande appunto riguardo l’utopia che alberga nella testa dell’audiofilo che vuole l’apparecchio a stato solido vintage, vuole pagarlo poco e vuole che funzioni. Comprare una cosa vecchia sperando che funzioni, trovare un riparatore cantinaro che lavora in nero e con 50€ non gli devasta tutto o avere la fortuna di 2 rotti farne uno che funzioni. O peggio comprare un’apparecchio vecchio pieno di condensatori marci che va ma suona male o ancora comprare un’apparecchio a cui hanno cambiato tutti i condensatori con robaccia e quindi suona male lo stesso… ma lui non l’ha mai sentito come doveva essere all’epoca e quindi non ha termini di paragone…

Ma potrei raccontare la storia di uno che aveva un’amplificatore a SS, per altro di pregio che funzionava e suonava bene, ma aveva qualche problema dovuto ad alcuni elettrolitici su uno degli ingressi, il “tecnico” ha suggerito il recap totale di tutto l’apparecchio, eseguito con condensatoracci, roba da 1,2€ al pezzo… i condensatori che costano di più sono una ladrata, basta che rispetto capacità a tensione (cit: sempre il somaro di prima)… e ha restituito l’amplificatore che funzionava per intero si, però suonava in modo talmente orrendo che il propietario alla fine l’ha gettato in discarica.

Sono sicuro che in giro ci saranno appassionati anche bravi che se li riparano da soli e li riparano bene ma facendolo per lavoro? riparando cose per altri? Ha senso oggi riparare apparecchi a stato solido viste le premesse? Secondo me no. Per me restano i valvolari vecchi e nuovi che per via dei costi e della tecnologia sono riparabili o la roba nuova progettata per essere usa e getta.

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1 Responses to Quad 405-2 – Il caso: Ma ha senso riparare amplificatori vintage a Stato Solido ?

  • Ciao, presumo quindi che anche quelli in classe D faranno la stessa fine… o forse anche peggio. Penso soprattutto ai diffusori amplificati (anche professionali, come JBL o Neuman) con i quali, oltre a buttare l’amplificazione, così ti seghi anche le casse.
    P.S.: il cinesino fuori e Sb-Lab dentro continua a darmi grandi soddisfazioni 🙂

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Nuovi trasformatori per L’Euridice e non solo – Trasformatori d’uscita SE per piccoli segnali.

Ormai 10 anni fà costruivo questo esemplare di preamplificatore Euridice con una coppia di PC88. Allora otteni una banda passante di 30Hz/65Khz con una attenuazione di -3dB circa, considerando che erano i primi trasformatori che avvolgevo e non avevo a disposizione tutti gli strumenti di cui dispongo oggi poteva andare bene. Mi fa ridere pensare che facevo le analisi di spettro con la scheda sonora di un vecchio PC e misuravo la banda passante a occhio semplicemente con l’oscilloscopio + generatore di fuzioni.

Recentemente un cliente mi ha chiesto se gli facevo una coppia di trasformatori per utilizzare delle PC88 in single ended ho quindi riesumato il calcolo del vecchio trasformatore I10K600A per utilizzarlo come punto di partenza dal quale derivare un nuovo trasformatore che possa soddisfare le mie pretese attuali di perfezione dove la attenuazione in basso deve essere massimo -1dB a 20hz e deve coprire tutta la banda udibile. Essendo un trasformatore da utilizzare in un circuito zero feedback non è strettamente necessario che la banda in alto si allunghi molto oltre i 20khz, cioè se viene ancora meglio, ma se non viene non ha importanza in questo caso.

In questo articolo voglio presentare un mio trasformatore interstadio di nuova generazione che si adatta ad un certo numero di valvole oltre la PC88 e al contempo mostrare qualche esempio pratico sulla relazione tra induttanza primaria di un trasformatore e la sua risposta in frequenza nei confronti della resistenza interna della valvola. Cosa di cui ho già parlato con soli esempi teorici nell’articolo “Come nasce un trasformatore SB-LAB“. Sarà quindi possibile osservare come appunto a parità di trasformatore e corrente di bias cambiando tipo di valvola cambia anche il comportamento del trasformatore. Giusto per ribadire ancora una volta che non importa la sola impedenza primaria, ma ogni valvola avrebbe bisogno di un trasformatore specifico (o quasi), alla faccia di quelli che ancora oggi voglio vendere un trasformatore che va bene (a detta loro) sia per una EL34 che per una 300B.

Lascio ora spazio all’articolo storico, risalente al 2013. Sotto ad esso continuerò con la presentazione del nuovo trasformatore…


Preamplificatore a trasformatori “Ispirato Euridice”

Ho costruito questo preamplificatore a trasformatori sulla base dello schema Euridice di Ciro Marzio apparso su CHF numero 26, privato però della sezione phono e con la sezione di alimentazione ricalcolata con sole 2 induttanze da 20H, visto l’alto costo delle 5842 e la difficoltà nel reperirle matchate ho ripiegato sulle PC88 come suggerisce anche l’articolo originale (6DL4 = EC88). Ho pensato di non polarizzare le valvole in selfbias con resistenza e condensatore ma polarizzarla con in semplice LED Rosso che ha una caduta di tensione perfetta per polarizzare questa valvola, in questo modo si evitano colorature dovute alla reattanza capacitiva del condensatore e si fa suonare la valvola come se fosse polarizzata a bios fisso, è comunque sempre possibile adottare il metodo classico con la resistenza, in questo caso è necessario utilizzare un condensatore elettrolitico di buona qualità ed eventualmente bypassarlo con un polipropilene da 1uF. Sarà comunque possibile utilizzare la 5842 eliminando la resistenza di caduta in serie al filamento, è possibile inoltre utilizzare anche le PC86 e sempre eliminando la resistenza sul filamento anche le EC88, le EC86 e anche le EC8010. Come raddrizzamento ho utilizzato una comune ed efficacissima 6X5GT che è del tutto sufficiente ad alimentare le 2 valvoline, nelle vecchie foto qui sotto vedrete una 5Y3GT ma è sovradimensionata quindi nell’aggiornare questo articolo ho indicato l’uso appunto della 6X5GT come valvola più affine al tipo di circuito da alimentare, anche la 6X4 è utilizzabile (cambia solo lo zoccolo)

Lo schema premium qui sotto

Nonostante su internet si veda gente realizzare questo preamplificatore su 2 o addirittura 4 telai, separando alimentazioni e parte audio fidatevi se vi dico che è uno spreco di risorse assolutamente inutile, la costruzione dell’oggetto è molto semplice esattamente come è semplice e banale il circuito adottato, si può costruire tutto in un’unico telaio basta porre un minimo di attenzione nel girare di 90 gradi il trasformatore di alimentazione e tutto funzionerà perfettamente e senza ronzii e senza pregiudicare la qualità del risultato sonoro finale. L’alimentazione dei filamenti in continua serve solo se si realizza l’ingresso phono, lo stadio linea può essere alimentato tranquillamente con i filamenti in alternata.

Nonostante non siano state sostituite le PC88 con le EC8010 devo riferire che, all’ascolto, i bassi sono ben presenti, si avverte un globale miglioramento timbrico con incremento della dinamica. Distorsione e rumore di fondo assolutamente inavvertibili.

DSCN4812

Dati tecnici:

Guadagno in tensione: fattore 8
Banda Passante: 30Hz ~ 65khz -3b (con i trasformatori che ho realizzato è possibile portare la banda passante sotto i 20Hz usando la EC8010 al posto della PC88).
Distorsione THD: inferiore allo 0,1% con un livello di uscita pari ad una linea standard

Completamente privo di Negative Feed Back

L’analisi di spettro

Rumore di fondo dello strumento di misura -108db, THD misurata 0,0468%, seconda armonica a -30dB.


Nella foto sotto il campione funzionante (dopo 3 tentativi) di I10k600B.

Qui durante i test dove ho usato sia l’alimentatore PS-305D modificato che l’alimentatore anodico stabilizzato a valvole.

Nella tabella sotto riporto i grafici di risposta in frequenza del trasformatore con varie valvole, la costante durante le misure è la tensione di 250volt e ho impostato una resistenza che polarizzasse la valvola a circa 5mA di bias. Il segnale in ingresso è stato variato per ottenere in uscita sempre una tensione di 8Vpp su carico da 600ohm posto al secondario del trasformatore.

EC88 / PC88 / 6DL4 / 4DL4
Ri = 4800 ohm

EC86 / PC86 / 6CM4 / 4CM4
Ri = 5600 ohm

ECC88 / PCC88 / 6DJ8
Ri = 2600 ohm

Rispetto la EC88 ed EC86 si nota un leggero miglioramento della risposta in basso per via della sua resistenza interna inferiore.

ECC82 / 12AU7
Ri = 7700 ohm

Per via della sua resistenza interna superiore alle precedenti valvole misurate si osserva una diminuzione della banda passante sia in basso che in alto nel grafico pur restando una risposta in frequenza del tutto accettabile.

6211
Ri = 7800 ohm

Questo è un caso curioso, la 6211 è una valvola da computer, creata per avere una lunga vita di 10.000 ore e di resistere in condizione di cut-off per lunghi periodi, nonostante sia essenzialmente una ECC82 compatibile e venga dichiarato nel datasheet una Ri appena superiore a quella delle ECC82 classiche mostra ugualmente una risposta in più estesa rispetto quella della ECC82, molto vicina alla EC86. Probabilmente l’esemplare che ho utilizzato era bello arzillo e la sua Ri reale era inferiore a quella di targa, appena ho tempo voglio acquisire le curve e paragonarle a quelle della ECC82 comune. Resta che comunque queste valvole (equivalenti ECC82 per usi speciali) spesso danno buoni risultati strumentali anche se c’è da star attenti al fattore di microfonicità che potrebbe essere un tallone di achille sopratutto per le valvole nate per uso nei computer.

ECC81 / 12AT7
Ri = 11k ohm

La ECC81 è offlimits, la sua resistenza interna di 11Kohm è troppo alta per questo trasformatore, come si vede la risposta in frequenza che mostra con questa valvola degrada fino a 20Hz/20khz -2dB. Forse ancora meglio di tanta roba che si compra in giro ma dal mio punto di vista un risultato misero. Per realizzare un trasformatore che possa funzionare con questa valvola sarebbe necessario un nucleo più abbondante e un maggior numero di spire di rame per aumentare l’induttanza primaria e recuperare in basso, bisognerebbe poi adottare misure per diminuire moltissimo le capacità interne. Rispetto questo sarebbe un trasformatore più grosso con maggiori dispersioni, una resistenza DC degli avvolgimenti superiore, un minore accoppiamento tra gli avvolgimenti etc. In linea generale un trasformatore con più compromessi. Si potrebbe però ancora usare collegando le 2 sezioni in parallelo purchè le si polarizzi per non più di 5/6mA in totale, con una Ri combinata di 5500ohm la risposta del trasformatore dovrebbe risalire ai livelli della EC88/EC86.

6SN7
Ri = 7700 ohm

A parità di Ri si osserva un comportamento del tutto uguale alla ECC82 comune. Questo grafico vale anche per le 6J5.

Questo trasformatore può essere usato quindi con tutti i triodi che abbiano una Ri pari o inferiore a 7800 ohm, cito anche 6CG7 / 6FQ7 / 12BH7 / 5814 / 6N1P / 2C51 / ECC84 / 6CW7 / 6GK5 / 6FQ5 / EC97 PC97 / 6FY5 / 4FY5 / EC8010, è possibile parallelare le sezioni di altre valvole con Ri superiore purchè non si accedano troppo i 5/6mA di corrente DC.

Specifiche del trasformatore:

Impedenza  primaria 10k, due secondari da 300ohm che possono essere usati separatamente e caricati con 300ohm ciascuno, oppure posti in serie a formare un secondario da 600 ohm con presa centrale, oppure posti in parallelo e caricati con 150ohm. L’induttanza primaria del trasformatore è di 70Henry mentre l’induttanza dispersa di 38mH. La resistenza del primario è di 610 ohm. Potenza nominale 200mW, corrente massima nominale 7mA. Li fornisco in resina per una questione tecnica dovuta alla necessità di assicurare e mantenere l’assoluto serraggio del traferro che non deve potersi muovere nemmeno di 1 micron, codizione che non è possibile soddisfare con calotte o fascette.

Dimensioni alla base 77x71mm altezza 95mm. Su richesta posso creare varianti con diverse impedenze secondarie, questo trasformatore può essere usato in preamplificatori linea con uscita sia bilanciata che sbilanciata, come trasformatori interstadio e come trasformatori per amplificatori da cuffie. Chi fosse interessato all’acquisto può chiedermi un preventivo contattandomi da qui –> clicca <–

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3 Responses to Nuovi trasformatori per L’Euridice e non solo – Trasformatori d’uscita SE per piccoli segnali.

  • Ringrazio per la pazienza e professionalità, il Sign. Stefano Bianchini. Ho potuto realizzare attorno a queste valvole PC88 che tenevo in garage da molti anni, un preamplificatore che mi ricorda tanto, il mio vecchio e ingombrante pre con le 211, realizzato oltre venti anni fà ( forse si trova ancora qualcosa in rete). Trasformatori che sono oltre molto belli da vedere, ma sopratutto da ascoltare. Progettati e realizzati per questo scopo, dimostrano la capacità e disponibilità professionale del Sign. Bianchini, nel soddisfare le mie richieste, ottenendo poi dei risultati all’ascolto sublimi.

  • ti ho risposto via email, appena ho un’attimo ti calcolo un trasformatore apposta

  • Ciao. Sto cercando in rete uno schema linea pre a trasfo di uscita, e ho visto il tuo, ma vorrei usare come triodo la 6gk5, visto che ne ho una decina diverse della rca. Vorrei domandarti, se , a parte la piedinatura, e filamento, questi trasformatori di uscita, sarebbero adatti per le mie valvole? Grazie. Ciao. Marco.

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Perchè modificare gli amplificatori Vintage?

Rispondiamo ad una domanda stupida

So che non  bisognerebbe rispondere a quelli che ti mandano i messaggi mettendo l’email falsa perchè hanno paura che gli rispondi, ma so che questa domanda se la sono fatta anche altri e quindi metto questo breve articoletto per tutti quelli che in futuro avranno lo stesso dubbio. Leggiamo il messaggio che ho appena ricevuto:

Pebsi di essere un fenomeno snaturando elettroniche vintage e facendo perdere loro il valore collezionistico?

Per cominciare gli apparecchi che appaiono in questo sito sono dei clienti e non sono miei, perciò sono loro che decidono se spendere una certa cifra per fare un certo lavoro o una certa altra cifra per fare un lavoro differente quindi invece di chiederlo a me bisognerebbe chiedere a loro se pebsano di essere fenomeni, probabilmente hanno fatto i loro ragionamenti e le loro valutazioni e hanno deciso quello che ritenevano meglio per se stessi. Mentre io sono qui per lavorare e non mi interessa fare il paladino della morale sulla modifica di apparecchi vintage, tanto se non glielo faccio io si rivolgono altrove…

Collezionisti o truffatori ?

Ho il sospetto che questo messaggio possa essere riferito a certi luxman a cui ho sostituito i trasformatori d’uscita con ricambi non esteticamente coerenti con gli originali. Sappiate che i trasformatori dei luxman MQ70 e MQ3600 (più quelli degli MQ70) si rompono in continuazione e riavvolti tali e quali sono altrettanto fragili oltre a richiedere tantissimo lavoro perchè affogati nel catrame. Il riavvolgimento tale è quale diventa costosissimo e per una serie di motivi io, oggi, mi rifiuto di farlo. Primo motivo fra tutti non inalare in un solo pomeriggio catrame equivalente a 5 stecche di sigarette.

I ricambi che si trovano in giro su internet sono ottenuti demolendo altri amplificatori integri… Perchè io che riparo un’apparecchio guasto con un pezzo non originale (per altro sotto richiesta del legittimo proprietario) sono un fenomeno mentre uno che demolisce un’apparecchio intero e sano per vendere i pezzi di ricambio invece è intelligente? Alla fine a me sembra che di 2 amplificatori ne rimane sempre solo uno.

Altre volte ho visto dei trasformatori di ricambio del tutto falsi ottenuti nascondendo dentro alla carcassa di un trasformatore originale svuotato un ferro che non corrisponde alle caratteristiche del trasformatore originale e che suonava parecchio male pure. Invece col ricambio non originale il proprietario ha un’apparecchio che funziona ugualmente bene e può ascoltare la musica che gli piace… visto che un’amplificatore è fatto per ascoltare musica, non per tenerlo in una vetrina o no? E comunque i proprietari di questi apparecchi possono anche dire no, io non li costringo certamente.

Però vorrei sottolineare una cosa a cui ho fatto caso: Alcuni capiscono che un oggetto vecchio prima o poi si rompe e che i ricambi originali non sempre si trovano. Ma a volte certe persone mi sembravano più interessate a nascondere l’evidenza della sostituzione di un pezzo che al buon funzionamento dell’apparecchio facendo domande del tipo “capisco che rifare il suo è laborioso, ma puoi staccare l’etichetta del suo trasformatore originale e metterlo su quello che rifai tu?” (che palesemente è diverso e ben riconoscibile) No signore mio perchè facendo una cosa del genere mi renderei partecipe di una falsificazione allo scopo di compiere poi una truffa. Altri mi hanno chiesto senza riavvolgere il suo originale se potevo farne uno nuovo ma che si potesse nascondere dentro la scatola del vecchio e la risposta è ancora no perchè l’originale ha delle dimensioni fuori standard e non si riesce a fare un trasformatore nuovo che stia dentro se non usando un nucleo molto più piccolo e compromettendo seriamente la prestazione audio dell’apparecchio, che è poi la cosa che capita con i ricambi taroccati che ho visto in circolazione e che figura di nuovo come una falsificazione e truffa. Se si vuole conservare l’originalità dell’apparecchio il trasformatore va smontato e riavvolto tale e quale all’originale come ho fatto alcune volte lasciando da qualche parte non troppo in vista una piccola incisione laser che indicava che il trasformatore era stato riavvolto. Se si vuole solo un ricambio funzionante senza tenere conto dell’originalità estetica allora va fatto un trasformatore che possa equiparare o superare le doti sonore dell’originale. Ma compromettere la qualità sonora per mantenere l’originalità estetica invece è qualcosa di inacettabile. E quello che penso io è che queste persone, questi collezionisti che fanno questi commenti stupidi, non sono interessati ad ascoltare musica ma solo a fregare il prossimo nei loro baratti e vendite di apparecchi vintage e sinceramente non mi interessa assecondarli.

Se dici di essere collezionista e vuoi un’apparecchio vintage perfettamente originale di tutti i pezzi allora lo tieni su una mensola in mostra senza accenderlo mai, se vuoi anche che funzioni devi accettare che va riparato e per ripararlo non sempre trovi il ricambio originale, non sempre conviene mettere il pezzo originale, perchè sono appacchi che hanno 40/50/60/70 anni e i pezzi originali non si trovano o se si trovano non sono affidabili, come quelli che vanno a cercare le resistenze ad impasto di carbone vecchie da montare sui LEAK, poi queste resistenze son marce anche se NOS e sballano la polarizzazione di tutte le valvole. Quello non è il suono originale, ma il suono di un’amplificatore con componenti marci (che per altro spesso rovina le valvole che gli vengono montate sopra). O quello che ha comprato il trasfomatore YO originale (da demolzione) per il suo luxman che poi se ri-guastato dopo 2 mesi.

Quanto ad altri apparecchietti vintage che si potrebbero essere visti modificati dai clienti in giro per queste pagine, quelli sono progetti di recupero di carcasse quasi prive di valore che diversamente sarebbero finite in discarica. Quindi voi leoni da trastiera siete sempre tanto intelligenti vero?

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2 Responses to Perchè modificare gli amplificatori Vintage?

  • Purtroppo il mondo è pieno di persone stupide, pensa che circa 1 o 2 anni fà mi contattò il vecchissimo cliente di uno dei primi luxman mq70 a cui riavvolsi il trasformatore come suo originale, per dirmi che stava provando di dare via l’amplificatore e che uno gli aveva detto che aveva visto che era lo stesso apparecchio che appariva nelle foto sul mio sito, perchè ingrandendo le foto si leggevano i seriali e questo tizio non voleva più comprare tale amplificatore perchè io avevo riparato 1 solo dei 2 trasformatori e secondo lui avrei dovuto riavvolgerli tutti e 2 perchè fossero uguali… perchè nei grafici che ho pubblicato con la misura comparativa tra l’originale e il riavvolto si vedeva nel riavvolto un 0,2db di attenuazione a 10hz che nell’originale rimaneva a 0db e aveva paura di sentire la differenza tra i 2 canali… che prima di tutto la stereofonia non si avverte sulle basse frequenze, men che meno un’attenuazione di 0,2db a soli 10hz visto che l’orecchio umano non scende sotto i 40hz. Peccato che poi differenze del genere le trovi anche tra 2 trasformatori originali, bastano pochi henry di differenza tra i 2 trasformatori, che sono cosa normale… l’induttanza dei trasformatori cambia un pò anche con la temperatura ed + realisticamente impossibile avere 2 trasformatori match anche se c’è gente che li vende a coppie dicendo che son match, tanto poi chi li compra non ha gli strumenti per verificare che sia vero e allora va bene anche il trasformatore tarocco con dentro un nucleo 22×25 che gli fa 1db di attenuazione non a 10hz ma a 70hz… Molti audiofili sono persone a cui basta solo l’idea che una cosa sia perfetta, facili vittime di truffatori che gli raccontano mari e monti e poi gli vendono delle patacche e si permettono poi di criticare il lavoro di qualcuno come mè che si smazza da anni per avvicinasi più possibile alla perfezione…

  • Non ti curar di loro ma guarda e passa…

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