Aureavox Arcana88SE: Riparazione e piccolo upgrade risolvono un critico bug di progettazione

Salve, sono possessore di un valvolare SE con KT88.
Le valvole sono nuove anche se non di eccelsa qualità e il bias regolato di recente.
Mi sembra, che suoni “impastato”, non saprei come altro descriverlo. Ovviamente provato con differenti diffusori e con differenti valvole.
Senza urgenza se puoi mettermi in lista per una controllata / riparazione.

Grazie e buona giornata

Questo amplificatore Arcana88SE è stato acquisito tramite il mercato dell’usato, ma purtroppo presentava un suono di qualità scadente. Dopo averlo aperto mi sono subito reso conto che era stato manomesso dal solito inesperto pasticcione. Come si può chiaramente notare nella foto qui sotto, dei condensatori sono appesi in modo precario, i fili sono stati tagliati e ricollegati con mammouth e nastro isolante, e si possono notare diversi altri interventi poco estetici.

Quando si tratta di apparecchi di origine cinese come questo, è spesso difficile conoscere l’effettiva qualità della progettazione. Purtroppo, è comune che presentino errori di progettazione. Nel mio caso, avevo bisogno dello schema elettrico per comprendere meglio il funzionamento dell’amplificatore, ma purtroppo non era disponibile su internet. Il produttore sembra essere scomparso da tempo e non ho trovato alcuna traccia del manuale o dello schema. Di conseguenza, ho preso la decisione di smontare uno dei circuiti stampati e, armato di carta e matita, ho lavorato diligentemente per estrapolare lo schema elettrico direttamente da esso.

L’errore più significativo nella progettazione di questo amplificatore riguardava i trasformatori d’uscita con un’impedenza di 2500 ohm. La KT88 era alimentata con una tensione di circa 410/420 volt e un bias di 70/80 mA, risultando polarizzata in classe AB situazione che risulta errata per un amplificatore single-ended che dovrebbe funzionare in classe A. Utilizzando LTspice per analizzare l’apparecchio, mi sono reso conto di ulteriori errori nella polarizzazione dei triodi della valvola di ingresso. Nell’immagine sotto il driver originale:

Durante la simulazione del circuito originale, è emersa immediatamente una bruttissima distorsione causata dalla ECC83. Questo problema diventava meglio visibile quando il segnale di ingresso viene abbassato a livelli bassi. Nella foto sottostante, il segnale sulla griglia del triodo inseguitore U2 è rappresentato in verde, mentre il segnale presente sul catodo dello stesso è mostrato in blu. Il fatto che il segnale del catodo sia spostato verso il basso rispetto alla griglia indica che il triodo U2 stava “funzionando” in griglia positiva! In pratica, la polarizzazione del primo triodo e il carico dell’inseguitore erano completamente errati. Questa configurazione sbagliata portava l’inseguitore a essere costantemente in saturazione, mentre il triodo di ingresso si trovava in una condizione di sovraccarico che impediva un movimento lineare. È importante sottolineare che una tale situazione non solo causava una brutta distorsione, ma era anche dannosa per la valvola stessa, portando al suo deterioramento.

Come potete osservare dall’immagine qui di seguito, correggere un errore così evidente è stato sorprendentemente semplice. Purtroppo, troppo spesso mi imbatto in problematiche di progettazione del genere: errori banali che hanno conseguenze gravi. È davvero sconcertante constatare che chi ha progettato un tale apparecchio non si sia accorto di simili lacune. Non si tratta solo di una questione di ricerca di un suono naturale, ma di veri e propri errori che non possono essere ignorati. È un fatto che, per chiunque abbia una conoscenza anche minima di progettazione, sarebbe imbarazzante commettere tali sviste. Come si vede dal mio nuovo schema ho cambiato i valori delle resistenze attorno ai 2 triodi della ECC83.

Il condensatore C5 era solo funzionale alla stabilità della simulazione, nella realtà non è servito. Nell’immagine sotto il circuito modificato in funzione:

Nella nuova configurazione, il segnale del catodo è rappresentato in blu, mentre il segnale della griglia è mostrato in verde. È rassicurante constatare che, questa volta, il segnale della griglia è negativo rispetto al suo catodo. Di conseguenza, il triodo di ingresso non è più intrappolato dalla griglia dell’inseguitore e l’inseguitore stesso sta lavorando liberamente. Questa nuova condizione permette al segnale di fluire in modo lineare all’interno del circuito. È un risultato soddisfacente che dimostra come la correzione dell’errore di progettazione abbia restituito il giusto funzionamento all’amplificatore, consentendo ai componenti di operare nel modo previsto.

A livello circuitale, i problemi erano stati risolti con successo. Tuttavia, rimaneva ancora la questione dell’impedenza errata dei trasformatori, un problema che avrebbe richiesto la sostituzione dei trasformatori stessi. Purtroppo, i trasformatori avevano una forma piuttosto insolita e sostituirli sarebbe stato scomodo. Pertanto, ho deciso di limitarmi a regolare la rete di controreazione solo nella misura necessaria, lasciando le altre cose com’erano.

Durante la comunicazione con il cliente tramite WhatsApp, mi è stato segnalato che il trasformatore di alimentazione si riscaldava come un reattore nucleare. Ho quindi deciso di effettuare un test di isolamento e ho constatato che il trasformatore scaricava a circa 1500 volt AC tra uno dei secondari e il primario, una condizione chiaramente non accettabile. Inoltre, analizzando le correnti in gioco, ho calcolato che il trasformatore doveva erogare 114 watt, ma il suo nucleo, dalle dimensioni attuali, poteva gestire in modo affidabile solo 108.

Il trasformatore era anche posizionato tra le due KT88, esposto alla radiazione termica emessa da entrambe che contribuivano ulteriormente al suo surriscaldamento. Per risolvere questi problemi, ho preso la decisione di ricalcolare il trasformatore, mantenendo le stesse caratteristiche ma dotandolo di un nucleo sovradimensionato, in grado di gestire fino a 160 watt. Una volta montato il nuovo trasformatore, con dimensioni maggiori, all’interno dell’amplificatore, ho completato il lavoro di ripristino del dispositivo.

Ora, il nuovo trasformatore si stabilizza a una temperatura di circa 70 gradi, che, sebbene non sia freddo, rappresenta un notevole miglioramento rispetto alla situazione precedente. Tuttavia, va tenuto presente che il trasformatore è ancora posizionato tra le due valvole finali, che irraggiano una considerevole quantità di calore. Nonostante ciò, la situazione è ora notevolmente migliorata e inoltre il trasformatore è in grado di gestire in sicurezza i 3 kV richiesti oltre ad essere dotato anche di schermo elettrostatico prima non presente.

Come funziona? Lavora in classe A fino a circa 4,5 watt, dopodiché una delle due semionde comincia a comprimere perchè passa in classe AB, operando in modo asimmetrico con una forte distorsione, e continua fino a 11,5 watt. Se il trasformatore avesse avuto un’impedenza primaria di 6k, l’amplificatore sarebbe stato in grado di funzionare in classe A per l’intera potenza di 12 watt. Tuttavia, con un’impedenza primaria superiore, sarebbe stato necessario avere una maggiore induttanza primaria per gestire efficacemente le basse frequenze. Questo richiedeva un nucleo più grande, con più ferro e rame, oltre a un telaio di dimensioni maggiori. Purtroppo, sembra che abbiano cercato di risparmiare anche su piccoli dettagli, come la riduzione di due centimetri dei lamerini del trasformatore di alimentazione. Tanto agli audiofili piace la distorsione no? perchè è lo stesso tipo di distorsione che si può osservare in un single ended che sia stato collegato in ultralineare. Nel video qui di seguito è possibile osservare questo comportamento, che tuttavia sono riuscito a limitare in modo significativo attraverso l’utilizzo della controreazione. È importante sottolineare che, in generale, non sono un sostenitore dell’uso della controreazione per correggere problemi gravi. Gli amplificatori dovrebbero essere lineari per conto loro e la controreazione andrebbe usata solo per aggiustare lo smorzamento degli apparecchi. Tuttavia, in questa specifica situazione, mi sono trovato costretto a fare ciò che non mi piaceva poiché non avevo alternative e senza poteva solo andare peggio. La controreazione ha contribuito a mitigare la distorsione e a migliorare le prestazioni globali dell’amplificatore, anche se idealmente avrei preferito risolvere il problema alla radice con l’uso di trasformatori di impedenza corretta.

Lo smorzamento è limitato a un fattore 4, non volevo eccedere con la controreazione in questa situazione di non linearità del circuito perchè avrei compromesso troppo altri aspetti dell’ascolto. vediamo sotto le altre misure strumentali che ho effettuato. Per prima la distorsione armonica si attesta a 1% ad 1watt:

La risposta in frequenza è questa, sembra bella dritta ma prima che venisse fuori così ho applicato una bella compensazione per eliminare delle forti risonanze del trasformatore d’uscita…

A seguire le quadre a 100Hz, 1k, 10k

Alla fine di queste modifiche, nonostante i compromessi necessari e le sfide incontrate lungo il percorso, l’amplificatore risulta ora piacevole da ascoltare. Nonostante gli errori di progettazione iniziali e i problemi riscontrati con il trasformatore di alimentazione, il lavoro di riparazione e l’aggiunta delle correzioni necessarie hanno portato a un notevole miglioramento delle prestazioni complessive dell’apparecchio. Nonostante i compromessi inevitabili, l’amplificatore offre ora una riproduzione audio più pulita, restituendo una piacevole esperienza d’ascolto. È gratificante vedere come un intervento accurato e attento possa trasformare un dispositivo problematico in un amplificatore che merita davvero di essere apprezzato.

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1 Responses to Aureavox Arcana88SE: Riparazione e piccolo upgrade risolvono un critico bug di progettazione

  • Preso dall’emozione, ho sempre voluto delle KT88, ho fatto l’errore di ascoltarlo per poco tempo ed in modo superficiale; oppure, in quel momento, anducchiava! Come quasi sempre succede con i prodotti vintage e non propriamente di brand blasonati, i nodi sono venuti al pettine, Devo dire che ho trovato grande competenza e professionalità, l’amplificatore possiamo dire, è stato ricostruito ed in parte riprogettato per correggerne errori di base. Certo, è passato un momento, in cui ho pensato di usarlo come zeppa per il carrello. Alla fine tuttavia, abbiamo trovato il giusto compromesso per farlo suonare come si deve, probabilmente come non ha mai suonato. Direi di essere soddisfatto. Grazie a Stefano per la disponibilità e soprattutto per la perseveranza. Non è semplice raddrizzare prodotti nati male!

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1939 Rock-ola Jukebox – Ricostruzione del telaio amplificatore

Lo schema elettrico

Questo è il telaio di un Rockola 39 in via di restauro che mi è stato spedito per essere riparato. La situazione era piuttosto disperata: il circuito ha subito probabilmente danni nel passato, ipotizzo circa negli anni 50 e ha subito pesanti modifiche (mal fatte) da un tecnico dell’epoca. Mancava il trasformatore sfasatore che pilota le 2 finali. Al posto della 76 ho trovato una 6J7 e una 6J5 configurate probabilmente col pentodo in ingresso e il triodo come sfasatore catodyna (hanno fatto un foro sul telaio per aggiungere uno zoccolo), la testina originale del jukebox non c’era più e nemmeno il piccolo trasformatore elevatore ad essa accoppiato, al suo posto una volgare ronette piezoelettrica “made in italy” da fonovaligia. Poi ovviamente qualcuno in tempi più recenti ha tentato di rimettere in funzione il telaio con “riparazioni” minime e troppo superficiali per bastare viste condizioni in cui versava, bruciando anche il trasformatore di alimentazione e quello di uscita, praticamente distruggendo quel poco che rimaneva di originale. L’unico componente che si è salvato è l’induttanza di filtro. A tutto questo c’era da aggiungere che la vernice del telaio si scrostava, questo era stato sovraverniciato con smalto (sempre negli anni 50) e sotto stava facendo ruggine. Puzzava di muffa malsana in un modo allucinante, i fili isolati in cotone erano ricoperti di peluria bianca in fine durante il trasporto un corriere menefreghista gli ha dato anche una bella botta su un fianco… In pratica se fosse stato messo sui binari e ci fosse passato sopra un treno sarebbe stato in condizioni migliori.

L’unica strada percorribile era quella della ricostruzione totale, ho smontato tutto ma proprio tutto dal telaio fino all’ultimo rivetto, ho fatto sabbiare e poi riverniciare il telaio dopo averlo raddrizzato. Ho sverniciato e fatto riverniciare anche le calotte dei trasformatori pure loro con pesante ruggine sotto la vernice e nella parte interna. Ho avvolto un nuovo trasformatore sfasatore totalmente di testa mia, ho riavvolto il trasformatore di uscita, ripulito e reimpregnato l’induttanza in fine ho riavvolto anche il trasformatore di alimentazione. Quest’ultimo aveva un formato di lamierino balordo, una sorta di colonna 35 a finestra larga che esternamente era largo quanto un colonna 38 che… poco importa sia il 35 che il 38 non sono reperibili quindi per evitare cartonacci e roba poco sicura ho realizzato un rocchetto in resina fotopolimerica…

Quindi ho iniziato la ricostruzione…

Siccome il circuito originale con la 76 richiedeva la bellezza di 8Vpp per pilotare le finali fino in fondo (testina originale americana con trasformatore elevatore) ma nel juke ormai avevano messo una volgare piezo che eroga un segnale molto più basso di circa 0,7Vpp e il proprietario non voleva modificare questa cosa, per difficoltà di reperire i pezzi mancanti, ho deciso di modificare leggermente il circuito sostituendo la 76 con una 12SL7 con i 2 triodi in parallelo per avere il guadagno maggiore della 12SL7 e una corrente pari a quella a cui funzionava la 76 in origine e quindi riuscire a pilotare il trasformatore sfasatore decentemente.

Ho usato la 12SL7 perchè facilmente reperibile a basso costo al contrario delle 6SL7 che sono ricercate dagli audiofili, tanto il trasformatore di alimentazione lo dovevo fare nuovo e aggiungere una cinquantina di spire per fare un secondario a 12,6volt non mi costava niente. Il secondario a 6,3volt che alimenta le 6L6G è comunque in grado di erogare un surplus un domani che si volesse ripristinare la 76. Mi sono preso però la licenza di usare una raddrizzatrice 5V4g al posto della 5U4g perchè la corrente assorbita dal finale di solito 90mA totali permetteva facilmente l’uso di una raddrizzatrice più piccola, meno costosa e più facilmente reperibile sempre perchè poco considerata dagli audiofili.

Il circuito ha funzionato subito, eroga 15watt con una banda passante di circa 200Hz / 10khz -1dB (ricordiamoci che è un’oggetto del 1939) e una potenza di 14watt RMS, tutte le tensioni dello schema originale tornano con una tolleranza di pochi volt. Purtroppo però come si vede nella foto qui sotto il precedente riparatore moderno (quello che ha bruciato tutto) ha avuto anche la brillante idea di riconare l’altoparlante con un cono moderno, roba da “pianale hifi car” duro come una pietra e purtroppo ora non sviluppa tantissimo volume e manca totalmente delle frequenze alte, quindi suona scuro, cosa che ho risolto collegando un medio e tweeter sulla presa per l’altoparlante aggiuntivo (giusto perchè volevo essere sicuro che a suonare scuro non fosse l’amplificatore). Ho già spiegato al proprietario del jukebox la situazione e spedirà l’altoparlante ad audioconika di torino perchè lo sistemino nel modo corretto con un cono e una sospensione adatti alla modesta potenza di questo amplificatore.

Nel video qui sotto lo si può vedere in funzione, perdonate come sempre le traccie audio free che sono quello che sono…

Chiedo grazia a Centro Gioco di Verona per avermi mandato il video del jukebox completato, sotto nei commenti la loro recensione sul mio lavoro…

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1 Responses to 1939 Rock-ola Jukebox – Ricostruzione del telaio amplificatore

  • Uno dei primi Juke-box prodotti a 78 giri, quando è arrivato (ottobre 2022) era in condizioni disperate, non funzionava nulla, solo il mobile era in ottime condizioni.
    Abbiamo rifatto l’impianto elettrico, aggiungendo la massa a terra che all’epoca non esisteva, revisionati i due motorini, sostituiti con “fantasia” i supporti in caucciù, introvabili, ripristinato il meccanismo di funzionamento sia del movimento di posizione del disco sul piatto che del braccetto, che è stato completamente smontato e rifatta la boccola a sfere del movimento, ora più fluido, la regolazione di inizio e fine disco ha richiesto molto impegno e così molti altri piccoli lavori, ma il lavoro più difficile lo ha svolto Stefano Bianchini, ricostruendo, praticamente da zero, il suo amplificatore valvolare originale, aggiungendo anche il Bluetooth, ottima idea, un tocco di moderno su un oggetto antico ne aumenta il fascino.
    Ammetto che ha fatto un lavoro egregio, bravo Stefano e grazie.

    Stefano Pituello
    CentroGioco S.a.s.

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Luxman MQ3600 – Riparazione e Trasformatori di Ricambio

Questo è un piccolo aggiornamento di questo articolo. Mi hanno riportato indietro (a distanza di 2 anni) il 3600 devastato che potete vede più in basso in questo stesso articolo perchè il trasformatore di alimentazione aveva preso a vibrare in modo fastidioso, nessun guasto particolare ma a volte capita che col tempo qualche trasformatore di alimentazione per rilassamento del rocchetto, sopratutto se è un rocchetto di cartone come nel caso di questo trasformatore, i lamierini dentro inizino a sviluppare dei giochi. Non sono stato a prova di reimpregnare il trasformatore come fanno altri perchè so che è una cosa che conta 1 mese e poi torna tutto a vibrare di nuovo. Ho prodotto un nuovo trasformatore di alimentazione, che chi è interessato a comprare sfuso potrà ordinarmi con la sigla di 23S45.

Il vecchio TA

Il nuovo TA

Prosegue il vecchio articolo…


L’MQ3600 è un’amplificatore prodotto alla fine degli anni 70 inizio anni 80 dalla Luxman, montava come finali delle 8045G prodotte dalla NEC appositamente per Luxman, queste valvole ormai sono del tutto introvabili, quindi quando esaurite diventa obbligatorio rimpiazzarle con qualcos’altro modificando necessariamente il circuito per ospitare i rimpiazzi. Le 8045G non sono altro che dell KT88 con la griglia schermo internamente collegata all’anodo, quindi in pratica sono KT88 forzate a funzionare obbligatoriamente a triodo. La modifica di base consigliata anche dalla Luxman, all’epoca, è molto semplice e consiste nel collegare il pin della griglia schermo a quello dell’anodo tramite una piccola resistenza da 330ohm, questo permette di usare normali KT88 / 6550. È possibile anche connettere le finali in ultralineare (visto che i trasformatori sono dotati delle relative prese) invece che a triodo per ottenere più potenza. L’apparecchio nella foto qui sopra è arrivato guasto (si nota la 8045G col jetter bianco).

L’amplificatore in questione aveva subito anche danni dovuti ad un corto interno di una delle 4 finali che ha causato la bruciatura di alcune resistenze attorno agli zoccoli, la cottura di alcuni fili e il guasto ai trimmer di regolazione del bias e si era bruciata l’induttanza di filtro per la scarica dei grossi condensatori di livellamento addosso alla valvola guasta. L’induttanza è stata liberata dal catrame e riavvolta.

Oltre alle modifica sotto gli zoccoli delle finali luxman consigliava anche di inserire 2 gridstop da 22k sull’ingresso e 3 bypass nei punti B2/B3/B4 nello stampato in cui io ho montato 3 mundorf supreme classic da 1uF, ho bypassato anche i 2 piccoli elettrolitici catodici della 6AQ8/ECC85 con un polipropilene di qualità paragonabile ai mundorf da 220nF.

DSCN5193

Successivamente ho verificato le valvole di pre su uTracer e ho verificato che una delle due 6042G era per metà esaurita e metà funzionante e quindi ho dovuto sostituirle con una coppia di 6CG7. A questo proposito volevo semi smentire quello che si legge su internet: è si possibile cambiare le 6042G con le 6CG7 ma le 6042 non sono perfettamente uguali alle 6CG7, qui sotto potete vedere i tracciati acquisiti con uTracer delle 2 valvole, e si nota bene che le curve della 6042G sono più spaziate il che significa che ha un “mu” maggiore rispetto la 6CG7. Quindi la sostituzione di queste valvola causa una leggera diminuzione del guadagno complessivo e del tasso di NFB, quindi anche di timbro dell’amplificatore.

Ecco l’apparecchio finito

La prova di ascolto è stata entusiasmante, il senso di pressione e fastidio sui timpani è svanito, il suono è diventato piacevole, i piano sono vellutati e dettagliatissimi i la dinamica non manca, rispetto alla prima prova anche la tridimensionalità è migliorata, si è passati di un suono “tutto in mezzo” ad una sensazione di ambienza maggiore, con aria tra i vari suoni e anche sensazione non solo di destra e sinistra ma anche di alto e basso.

Un pò di strumentali

Queste sono le misure strumentali che ho rilevato dall’apparecchio dopo le modifiche, uno dei pochi apparecchi commerciali che vanno davvero bene, paragonabili a quelli che realizzo io normalmente, vediamo il grafico di banda passante (in giallo la banda passante e in azzurro la rotazione di fase):

Potenza massima erogata 40Watt RMS
Banda passante a 1watt: 20Hz -1db ~ 70kHz -3db
Smorzamento DF: 1,9

Spettro a 1watt (nell’immagine sono riportati i dati riguardo il THD e il livello delle varie armoniche)


Ricostruzione di un 3600 devastato

Prima che si sveglino i soliti personaggi che non hanno niente da fare se non tormentare il prossimo devo fare la premessa che la scelta se riavvolgere o rimpiazzare i trasformatori guasti di un’apparecchio dipende dal cliente e non da me, quindi per piacere astenetevi dai soliti sterili commenti che ho rovinato un’apparecchio. Faccio inoltre presente che i ricambi originali non sono più in produzione e che quelli che si trovano sono usati strappati via da altri apparecchi che quindi ne sono rimasti privi, per questo ha poco senso fare i conservatori se per riparare un’apparecchio ne devo guastare un’altro perchè ci sarà sempre un’amplificatore che rimane senza e piuttosto che buttarlo via vale la pena recuperarlo anche se non completamente originale. Oltre al collezionismo c’è anche a chi interessa ascoltare musica, e se suona bene non esiste motivo valido per non farlo. Che i trasformatori rotti rimasti non sono stati buttati via ma conservati per chi avesse voglia di spendere il necessario per riavvolgerli e infine che l’amplificatore non suona peggio e che i trasformatori di rimpiazzo sono di tutto rispetto sia strumentale che sonoro.

Questo povero MQ3600 era finito in mano a uno dei tanti non professori che lo aveva devastato per bene… Ovviamente e giustamente comprato a peso di ferro. Zoccoli e resistenze carbonizzare, trimmer da PCB, fili sfiammati, cavi dei trasformatori grossi come un dito, unto e olio… La prima cosa che ho fatto è stato rimuovere tutti i trasformatori per un lavaggio del telaio.

Poi ho tolto gli zoccoli bruciati e i trimmerini da circuito stampato che qualcuno pensava potessero essere adatti al lavoro… Da vedere l’apparecchio aveva subito diversi tentativi di riparazione prima che capissero di non essere capaci.

Ripulito il telaio ho collaudato i trasformatori: incredibilmente quello di alimentazione e l’induttanza erano sani, mentre purtroppo uno dei 2 d’uscita era in corto. Si è deciso di prendere la strada economica del rimpiazzo invece che quella del riavvolgimento. Ho quindi calcolato un trasformatore da 3600 ohm per pushpull di KT88 connesse a triodo. Ricordiamo che le 8045 originarie di questo luxman sono triodi e non pentodi in ultralineare. Quindi schema alla mano ho cominciato a ripristinare il circuito.

Potenza massima erogata 40Watt RMS
Banda passante a 1watt: 10Hz -0,8db ~ 60kHz -1db
Smorzamento DF: 3

THD

Banda passante su carico resistivo

E carico reattivo

Quadre a 100Hz / 1khz / 10khz

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6 Responses to Luxman MQ3600 – Riparazione e Trasformatori di Ricambio

  • Bravo Stefano, averne di tecnici di poche parole(perche’ tre son troppe e due son tante..) come te. L’apparecchio collegato ad un pre luxman C12 suona veramente bene e senza ronzii. Avanti cosi alla faccia dei conservatori e non degli ascoltatori.

  • Grande Stefano.
    Dalle foto e descrizione si evince che è un lavoro svolto con
    eccelsa professionalità e conoscenza.
    Anch’io ho un luxman MQ3600 con il suo pre cl 32.
    Non le nascondo che sarei tentato a farglieli revisionare anche se funzionano bene (almeno credo).

  • Gli ho portato circa due mesi orsono il finale in questione in condizioni pessime e sono andato a ritirarlo ieri. Debbo dire che è stato fatto un ottimo lavoro, la macchina suona veramente bene. Le valvole PSvane kt88 si dimostrano aperte ed armoniche e le tarature apportate, compreso il cambio dei trafo dovrebbero garantire lunga vita. Auguri e complimenti Stefano, continua così.

  • Complimenti per il lavoro e il dettagliato resoconto. Ho letto tutto con piacere perché il LUXMAN MQ3600 è stato per me il passaggio alla alta fedeltà e lo ricordo con piacere. Pilotava le mie prime Magneplanar, le MGIIA che purtroppo richiedevano una potenza maggiore, così che vendetti il Luxman per comprare una coppia di monofonici Michaelson & Austin M100.

  • Le modifiche suggerite da luxman si trovano cercando su internet.

  • Ciao, hai foto del circuito con le modifiche? Quali sono le modifiche esatte suggerite da Marantz?

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