Geloso G 236-HF / G 235-HF: Restauro di un Amplificatore Valvolare Vintage

Mi è stato portato un Geloso G 236-HF per un restauro, il cliente, consapevole delle sue limitate doti sonore, desiderava comunque riportare in vita questo amplificatore valvolare vintage. Acceso, l’unico suono emesso era un forte ronzio, un lamento del passato che richiedeva il mio intervento.

La sfida iniziale è stata affrontare i componenti vecchi e usurati. Tutti i condensatori elettrolitici erano sfondati e esauriti. La sostituzione era inevitabile, un passo fondamentale per preservare e migliorare l’eredità di questo pezzo storico.

La sorpresa più grande è stata scoprire il ponte raddrizzatore al selenio, con immagini che mostrano al suo interno con gocce di metallo fuso e bruciature. Ho sostituito entrambi i ponti al selenio con versioni al silicio, più affidabili e con una caduta di tensione inferiore. Per compensare questa differenza, ho aggiunto con attenzione due resistenze in serie, trovando il valore perfetto attraverso prove empiriche.

Misurare e valutare ogni valvola è stato il passo successivo. Sorprendentemente, la maggior parte delle valvole originali era ancora efficiente, tranne una delle EL84 che ho sostituito con un componente di recupero che si abbinava perfettamente alle 3 rimaste. Nel corso del restauro, ho anche sostituito alcuni condensatori non polarizzati che avevano il corpo crepato, portando nuova vita anche al preamplificatore G 235-HF.

Durante il processo di restauro dell’amplificatore Geloso G 236-HF, ho dedicato particolare attenzione alla sicurezza elettrica, un aspetto spesso trascurato nei vecchi apparecchi. Uno dei primi interventi è stato il cambio del cordone di alimentazione con uno nuovo tripolare, seguito dal collegamento della carcassa dell’amplificatore a terra.

Questo upgrade è stato fondamentale per garantire un livello di sicurezza minimo rispetto a scariche indesiderate. Nel corso del restauro, ho ritenuto essenziale condividere con voi una dimostrazione visiva di questo processo. Nel video qui sotto, utilizzo un tester di isolamento per eseguire una prova tra il circuito collegato alla rete elettrica e la carcassa dell’apparecchio.

Nel video, potrete osservare delle scintille elettriche che si generano tra i fili isolati con cotone e la carcassa dell’amplificatore. Questo fenomeno mette in luce il rischio potenziale di non avere un collegamento a terra. Questo è un aspetto critico che molte persone potrebbero trascurare durante il restauro di apparecchi vintage. Ecco perché è fondamentale effettuare tali interventi di sicurezza. Troppo spesso, gli appassionati di restauro potrebbero concentrarsi solo sulla parte estetica o sulla riparazione dei componenti interni, trascurando gli aspetti cruciali della sicurezza elettrica.

Va notato che test di questo tipo sono rari nel mondo del restauro. Non tutti i tecnici si prendono il tempo di eseguire prove di isolamento, e questo può comportare rischi di sicurezza per gli utenti finali. Dopo la prova con le scintille elettriche, ho prontamente provveduto a fasciare il fascio di fili di cotone con del nastro di gomma autoagglomerante, ottenendo un notevole risultato di isolamento fino a 3000 volt CA. Questa precauzione aggiuntiva garantisce una maggiore sicurezza per chiunque interagisca con l’amplificatore Geloso G 236-HF restaurato.

Tuttavia, una verità andava accettata. Questo amplificatore Geloso, benché un’icona vintage, non appartiene alla categoria HiFi moderna. La sua banda passante limitata (60Hz/8kHz -1dB) e la distorsione di intermodulazione è molto elevata quindi la qualità audio è lontana dagli standard odierni. Molti cercano apparecchi vintage Geloso pensando di trovare un suono eccezionale solo perché a valvole. È essenziale sottolineare che, sebbene il suono pastoso possa piacere a qualcuno, non può essere considerato HiFi. Questi amplificatori sono più adatti ad essere accoppiati con vecchi giradischi con testine a cristallo, progettati per riprodurre dischi d’epoca.

L’articolo prosegue con la riparazione di un altro amplificatore Geloso G 236-HF, affrontando nuove sfide e problemi unici. Infatti sono stato incaricato di revisionare un’altra coppia di Geloso G235HF e G236HF, e di fornire loro un nuovo contenitore. Il finale G236 presentava un trasformatore di alimentazione bruciato, che richiedeva un riavvolgimento a causa di interventi approssimativi effettuati da qualcuno che ha cercato di ripararlo in modo molto rudimentale. Nell’immagine successiva è possibile osservare il trasformatore dopo il riavvolgimento.

Il processo di restauro dell’apparecchio ha coinvolto il ripristino della sezione di alimentazione seguendo lo schema originale. Sono stati sostituiti tutti i condensatori a carta e altri elettrolitici di dimensioni ridotte nella sezione pre, insieme alla sostituzione di alcune resistenze che mostravano segni di degrado. Le valvole sono state accuratamente testate utilizzando l’uTracer3+. Infine, il tutto è stato alloggiato in una scatola di legno appositamente costruita su misura, completando il restauro dell’apparecchio in modo esteticamente gradevole e funzionalmente ottimale.

L’apparecchio, risalente al 1962, costituisce un affascinante esempio tecnico e strumentale delle elettroniche d’epoca. Esplorare il funzionamento di queste componenti è un viaggio nel passato che fornisce preziosi insight sulla reale prestazione sonora del dispositivo. Nell’ambito di questa analisi, mi sono concentrato sulla sezione G236HF, ossia il finale.

Ho effettuato la misurazione della potenza, che si attesta a circa 10 watt con le valvole originali in uso e potrebbe probabilmente salire a circa 15 watt con valvole nuove. Il fattore di smorzamento è risultato essere di DF 4. La banda passante, misurata a circa 1 watt, è di 60Hz/8,5kHz -1dB. Di seguito, il grafico illustrativo di queste misurazioni.

Risulta evidente che questi apparecchi presentano una resa sonora molto concentrata sui medi, con carenze sia nella gamma dei bassi che in quella degli alti, aspetti che, in quegli anni, erano spesso trascurati. Proseguo ora con l’analisi spettrale e gli spettri a 100Hz, 1kHz e 10kHz, anche se questi ultimi potrebbero avere una rilevanza limitata.

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7 Responses to Geloso G 236-HF / G 235-HF: Restauro di un Amplificatore Valvolare Vintage

  • Un po’ come le automobili d’epoca non potrebbero competere con le attuali, questi amplificatori, sebbene non in linea con gli attuali standard hi-fi, racchiudono lo spirito di un’industria nazionale pionieristica e ancora basata sulla sola manodopera di esperti artigiani. Far rivivere un’incisione d’epoca attraverso una testina al cristallo e questo valvolare rende quindi, tra i crepitii dei vinili vissuti, quella che doveva essere l’esperienza d’ascolto dei nostri genitori negli anni ’50 e ’60. Solo la passione e la competenza di Stefano Bianchini potevano rendere possibile quest’esperienza e solo la sua formazione ed attenzione potevano intervenire sull’unico aspetto che fosse imprescindibile aggiornare ai tempi attuali: la sicurezza.
    Complimenti dal proprietario Alessandro Ancarani

  • L’aver usato una piattina per avvolgere il secondario (che al giorno d’oggi credo sarebbe introvabile se non in sezioni enormi per trasformatori trifase) dovrebbe essere un trucco similare ad avvolgere il secondario in bi o trifilare che ha 2 vantaggi uno quello di aumentare la sezione del conduttore abbassato la RDC sprecando meno spazio dentro al rocchetto e il secondo vantaggio è quello di riuscire ad abbattare l’induttanza dispersa del trasformatore

  • Grazie per la pubblicazione dei dati.
    Ho un G236 HF che ho impiegato per anni sul secondo impianto, come diffusione domestica, finché uno dei trasformatori finali si interruppe.
    Nel mio esemplare mancava la targhetta, era uno dei primi pezzi ed era stato impiegato come finale in un organo elettronico del 1957.
    La banda passante del mio esemplare era un po’ più ampia, ma nel mio caso avevo collegato le griglie schermo in ultralineare.
    L’aspetto più interessante rispetto, per esempio, al Leak Stereo 20 della stessa epoca che possiedo è il modo in cui avevano ridotto i flussi dispersi del TU, pur facendo uscire le molte prese necessarie per l’ampio spettro di possibili impedenze di uscita che intendevano coprire: i collegamenti a mezzo strato erano tutti realizzati con piattina di argento.
    Dopo tanti anni temo di aver perso i lamierini del TU guasto, ma sicuramente ho conservato il conteggio delle spire e i campioni del filo smaltato primario e secondario, se ti interessano.

  • Si quieres hacer funcionar aparatos tan viejos, aunque nunca se hayan usado, tienes que cambiar todos los electrolíticos, si hay esos condensadores de papel sellados con alquitrán hay que cambiarlos. Luego están los calentadores de carbón que pierden totalmente la tolerancia a medida que envejecemos. Encenderlo sin hacer las revisiones necesarias es arriesgado, incluso podrías quemar los transformadores.

  • Hola Stefano gracias por responder, en realidad tengo dos amplificadores uno esta en su caja de trasporte en madera original Geloso, pero no funciona.

    Después voy a mirar los transformadores que vende, me gustaría realizar algún proyecto. Abraso

  • Curioso, me gustaría saber cómo una luminaria vintage italiana llegó tan lejos de Italia.

    Para responder a su pregunta Geloso en sus boletines, definió transformadores de audio de “alta calidad” cuyo ancho de banda era de 8khz -3dB. Como puedes ver en los gráficos que he publicado, las características instrumentales son muy pobres. No vale la pena cambiarlos, es mejor que se queden como están, reliquias históricas de una época pasada.

  • Hola, me encuentro en Uruguay, tengo uno de estos (G235HF y G236HF), y me gustaría saber si tiene algún consejo para mejorar el sonido o seria mejor dejarlo así ya que no valdría la pena? Molte grazie.

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Riparazione del DAC MDA503 – Un Viaggio nella Resurrezione Audio

Il dac Advance Acoustic Tube Da Converter 24bit 384khz – MDA503 si inserisce nel mondo degli apparecchi di fascia economica, presentandosi come un convertitore DAC con ingresso spdif e toslink. Vedendolo la sua prima impressione suggerisce un design abbastanza notevole, con pannelli frontali robusti e un telecomando di dimensioni considerevoli che svolge il suo compito con efficienza.

Ciò che colpisce immediatamente l’attenzione, secondo quanto riportato online, è il display luminescente dalla grafica simile a un diagramma di circuito, che adorna la facciata del DAC. Tuttavia, il telaio effettivo del DAC sembra trasmettere una sensazione di economia.

Nonostante le opinioni varie riscontrate anche negative a volte , il DAC MDA503 dimostra la sua capacità di rivelare un apprezzabile livello di dettaglio, offrendo una performance tonalmente equilibrata senza sbalzi notevoli nei toni acuti o gravi.

Personalmente, mi sono trovato di fronte a un esemplare totalmente non funzionante, con i trasformatori di alimentazione bruciati e i ricambi originali introvabili. Nell’articolo a seguire, condividerò la mia esperienza mostrando come ho affrontato questa sfida, calcolando e sostituendo i trasformatori di alimentazione per riportare in vita questo apparecchio.

Nel corso della mia esperienza con il DAC MDA503, ho notato un aspetto particolare che merita di essere esaminato più da vicino. Nonostante la modesta potenza dichiarata di 20 watt complessivi, i due trasformatori toroidali presenti in questo apparecchio sembravano seguire il classico approccio cinese di risparmiare su ogni centesimo.

Questi trasformatori, probabilmente caratterizzati da un nucleo sottodimensionato e, più verosimilmente, da una quantità limitata di rame al loro interno, tendevano a surriscaldarsi notevolmente a causa dell’alta induzione a cui erano sottoposti. Nel corso del tempo, i materiali con cui erano costruiti si sono deteriorati, portando infine al corto circuito dei primari e al conseguente bruciarsi del fusibile principale.

In un tentativo maldestro di far funzionare l’apparecchio, il proprietario ha sostituito il fusibile da 500mA di serie con uno da 8 Ampere, bruciandoli completamente fino al punto di farli entrare in isolamento. Per fortuna, questo maldestro tentativo di far funzionare l’apparecchio non ha causato danni seri a ciò che era collegato ai secondari. Tuttavia, questa vicenda solleva importanti considerazioni sulla qualità dei componenti e sulle pratiche di manutenzione improvvisate che possono compromettere ulteriormente gli apparecchi nel tempo.

Fortunatamente, gli schemi elettrici fornivano le tensioni AC dei secondari dei trasformatori, consentendo così di risalire agevolmente alle correnti che venivano assorbite. Con questa preziosa informazione, sono riuscito facilmente a calcolare due nuovi trasformatori utilizzando comuni lamierini di tipo EI, forse anche più piccoli rispetto agli originali toroidali. Questo solleva interrogativi sulla quantità di induzione a cui quei toroidali erano sottoposti, spingendomi a chiedermi quanto possa essere malata una mente per arrivare a compromettere così tanto la qualità e la durata nel tempo, solo per risparmiare quel singolo euro.

Trasformatori di ricambio per MDA503 – Replacement transformers for MDA503

Sono lieto di informarti che ho creato due nuovi trasformatori di ricambio per il DAC MDA503, denominati mod. 23S70 e mod. 23S71. Se possiedi uno di questi DAC con i trasformatori originali danneggiati, ora hai la possibilità di ottenere una coppia di trasformatori di alta qualità per ripristinare il corretto funzionamento del tuo apparecchio.

I nuovi trasformatori, appositamente progettati e calcolati per garantire prestazioni ottimali, rappresentano una soluzione affidabile per chiunque si trovi nella situazione di dover sostituire i componenti bruciati del proprio DAC MDA503.

È importante notare che i cavetti con i connettori necessari per l’installazione dei nuovi trasformatori devono essere recuperati dai trasformatori originali. Se desideri ordinare una coppia di trasformatori 23S70 e 23S71 o desideri ulteriori dettagli sulla procedura di sostituzione, ti invito a contattarmi direttamente. Sarà un piacere assisterti nel ripristino delle prestazioni del tuo DAC e garantire una qualità audio eccezionale.

Inoltre, è importante sottolineare che i miei trasformatori di ricambio, i modelli 23S70 e 23S71, offrono un vantaggio significativo rispetto agli originali. A differenza dei trasformatori di serie, questi nuovi componenti sono progettati per garantire un’efficienza superiore e una ridotta produzione di calore. Avrai il beneficio di un funzionamento più fresco e una maggiore efficienza energetica, migliorando complessivamente la durata e le prestazioni del tuo DAC MDA503.

Dato che i nuovi trasformatori 23S70 e 23S71 presentano una forma diversa rispetto ai toroidali originali, è necessario seguire una procedura di installazione specifica. Per prima cosa, occorre smontare la staffa di supporto dei vecchi toroidali. Successivamente, è possibile procedere al montaggio dei due nuovi trasformatori, seguendo l’orientamento indicato nelle fotografie. Sarà necessario praticare quattro fori con un trapanino e successivamente fissare i trasformatori con quattro viti, riutilizzando le stesse viti precedentemente usate per fissare la staffa, alle quali vanno aggiunti quattro dadi M4. Questo procedimento assicurerà un adattamento sicuro e affidabile dei nuovi trasformatori, garantendo al contempo un corretto funzionamento del tuo DAC MDA503.

Durante il processo di ispezione, ho individuato ulteriori guasti all’interno del DAC MDA503. Tra i componenti danneggiati, ho identificato un transistor, un condensatore elettrolitico, situato dopo un ponte raddrizzatore esploso, e una resistenza danneggiata nell’alimentazione dell’anodica.

Quest’immagine fornisce una visione chiara della configurazione interna del DAC durante il suo funzionamento.

A complemento di ciò, ho inserito un video dimostrativo che presenta il DAC in azione. Nella registrazione, la fonte digitale utilizzata è un computer, e per rendere possibile la connessione, ho impiegato un convertitore da USB a SPDIF con il PCM2707. Per ascoltare l’audio in uscita dal DAC, ho utilizzato il mio vecchio e affidabile progetto “Calimero,” precedentemente presentato in un articolo passato.

In conclusione, il percorso di riparazione del DAC MDA503 si è rivelato un viaggio affascinante attraverso le sfide e le soluzioni tecniche. Dalla sostituzione dei trasformatori alla correzione di transistor, condensatore e resistenza danneggiati, ogni passo è stato intrapreso con dedizione e attenzione ai dettagli.

Il risultato finale è un DAC riparato e ottimizzato che, oltre a restituire la vita al dispositivo, ha introdotto miglioramenti significativi rispetto alla configurazione originale. L’utilizzo dei trasformatori 23S70 e 23S71 ha non solo garantito un funzionamento più fresco, ma ha anche sottolineato la nostra dedizione per la qualità e l’efficienza.

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Klimo Lar: Un Preamplificatore Phono MM/MC di Alta Qualità

Il Klimo Lar è un preamplificatore phono MM/MC che fa parte della linea di prodotti Klimo, un marchio noto per la sua eccellenza nel mondo dell’audio di alta qualità. Il Lar è stato progettato per completare il preamplificatore di linea Merlino, offrendo un’opzione più accessibile per gli audiofili appassionati. Tuttavia, nonostante il prezzo più contenuto rispetto ad altri prodotti della stessa casa, il Lar offre prestazioni soniche eccezionali e una costruzione artigianale di alta qualità.

Design e Costruzione Il Klimo Lar presenta un design elegante e raffinato, con dimensioni compatte (44 x 11,5 x 27 cm) e una finitura nera con una manopola cromata per la commutazione tra le testine MM e MC. Il pannello posteriore offre connessioni per l’ingresso MM, l’ingresso MC e l’uscita, oltre a una presa di corrente. Il preamplificatore è fornito con un cavo di alimentazione di alta qualità Klimo, che contribuisce a migliorare la dinamica e la trasparenza del suono.

L’interno del Lar è una testimonianza di qualità costruttiva. Due trasformatori toroidali sono alloggiati in un vano schermato per ridurre i campi elettromagnetici indesiderati. Il preamplificatore dispone di due schede separate, una per ciascun canale, sospese in modo elastico per ridurre la microfonicità delle valvole. Il cuore del Lar è costituito da sei valvole, tutte doppi triodi, con due ECC88 dedicate allo stadio MC e due ECC88 e due ECC81 per lo stadio MM-RIAA.

Prestazioni Soniche Il Klimo Lar offre prestazioni soniche eccezionali. È notevole per la sua attenzione ai dettagli e alla timbrica. Le timbriche degli strumenti e delle voci sono riprodotte in modo accurato e appassionato, senza le colorazioni tipiche dei tubi di vecchia scuola. Il preamplificatore offre un’estensione eccezionale negli alti, ricca di armoniche e dettagli, mentre la gamma media è fluida e corposa, con una straordinaria microdinamica. La gamma bassa è potente, articolata e autoritaria.

Il Klimo Lar è neutro dal punto di vista timbrico e riesce a catturare l’essenza emotiva di una registrazione, senza trascurare i dettagli e la dinamica. È un preamplificatore che si adatta perfettamente alle testine di alta classe, garantendo una riproduzione sonica superba.

La riparazione

Un cliente si è rivolto a me con un Klimo Lar che emetteva un fastidioso fruscio su entrambe i canali, e uno dei due più dell’altro. Dopo aver aperto il dispositivo, ho scoperto che era stato oggetto di manomissione e che questa manomissione era direttamente correlata ai problemi di rumore.

La modifica riguardava la resistenza di carico della puntina, che normalmente è saldata direttamente sullo stampato. Tuttavia, qualcuno aveva aggiunto due connettori RCA sul retro del preamplificatore per consentire un cambio più semplice della resistenza di carico. Questa modifica ha introdotto problemi di rumore notevoli, poiché la zona del circuito interessata dai connettori RCA è sensibile a segnali molto deboli. E il cavo che collegava questi connettori raccoglieva interferenze e rumori, compromettendo ulteriormente le prestazioni audio.

Per risolvere il problema e ripristinare il Klimo Lar alle sue prestazioni ottimali, ho eliminato la modifica e ripristinato la resistenza di carico saldandola direttamente sullo stampato. Questa operazione ha permesso di eliminare le interferenze e i rumori indesiderati che si erano infiltrati nel circuito a causa della manomissione.

Inoltre, ho eseguito un’accurata verifica delle valvole utilizzando un tracciacurve computerizzato, riselezionanto e abbinando le stesse valvole che erano già in possesso del cliente. Il risultato di queste operazioni di riparazione è stato ottimo. Il rumore di uscita del Klimo Lar è stato notevolmente ridotto, scendendo a soli circa 5/10mV picco picco. Il preamplificatore è tornato a offrire un suono privo di rumori e interferenze fastidiosi, restituendo la purezza e la qualità audio che ci si aspetta.

Qualche curiosità sulla valvole misurate…

Le ECC81 di Psvane, nuove e misurate da me, presentano curve che sembrano divergenti rispetto alle curve tipiche riscontrate nella misurazione di una qualsiasi ECC81 NOS, come evidenziato nei due confronti tracciati.

Psvane NOS

Le seguenti immagini presentano i grafici di alcune ECC88, le quali mostrano curve notevolmente sballate (valvole di produzione attuale). È interessante notare che, nonostante non siano in perfette condizioni esse funzionerebbero ugualmente in un circuito, i grafici sottolineano come l’uso di un tracciacurve possa rivelare aspetti inaspettati. Questo perché, quando queste valvole vengono misurate su un tipico prova valvole, anche uno di alta qualità a trasconduttanza, la misurazione su un singolo punto statico potrebbe far sembrare le valvole in ottimo stato o con lievi differenze di corrente insignificanti, poi vai a vedere con il tracciacurve e appaiono così:

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3 Responses to Klimo Lar: Un Preamplificatore Phono MM/MC di Alta Qualità

  • Sempre molto competente Stefano, pensare che le valvole erano quasi nuove, mah…
    Ora il rumore del Klimo è accettabile, certo non è silenzioso come l’altro pre che ho, un vecchio Marantz Ph22 a transistor e trasformatori, del resto penso non si possa chiedere di più ad un oggetto a valvole che deve guadagnare tanto per amplificare il segnale di testine MC con uscita dell’ordine di 0,3/0,4 mV.
    Ancora grazie…

  • non puoi allungare nemmeno di 1 centimetro qualcosa collegato a un punto del circuito con una tale sensibilità, sull’oscilloscopio si vedeva il rumore salire e scende solo muovendo una mano a 30 centimentro dai connettori RCA con la resistenza dentro

  • Si poteva provare di lasciare la mod. (che immagino sia sullo stadio MC visto che il valore della R poi montata mi pare sia da 100 ohm) mettendo dove omessa una R da 1K (e fuori si paralellava)

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