Riparazione degli Amplificatori Audio Innovations 700 e 800

Nel vasto universo dell’audio hi-fi, pochi marchi evocano la stessa aura di prestigio e innovazione di Audio Innovations. Fondato a Brighton, Inghilterra, nel 1984, da due appassionati di musica e tecnologia, David Chessel e Peter Qvortrup, l’azienda ha guadagnato una reputazione ineguagliabile nella creazione di amplificatori valvolari che incarnano il perfetto equilibrio tra musicalità e precisione.

I Modelli 700 e 800

Tra i gioielli della corona di Audio Innovations, spiccano i modelli 700 e 800, due capolavori valvolari che affascinano gli appassionati di audio di tutto il mondo. L’Audio Innovations 700 si presenta come un amplificatore integrato, completo di controlli volume e multi-ingresso, pensato per offrire flessibilità e facilità d’uso. Dall’altro lato, l’Audio Innovations 800, un finale senza controlli volume, è dotato di un solo ingresso. Tuttavia, la loro circuiteria interna è notevolmente simile, se non del tutto identica.

Entrambi i modelli condividono una potenza nominale di 25 watt RMS per canale, fornendo un’esperienza d’ascolto potente e dettagliata. La magia avviene grazie alle finali EL34 in push-pull, lavoranti in classe A o in una leggera classe AB quando il volume raggiunge livelli più elevati.

In questa pagina, condividerò dettagliate esperienze di riparazione e restauro di due esemplari di questi amplificatori iconici: l’Audio Innovations 700S e l’Audio Innovations 800 MKII. Se possiedi uno di questi amplificatori che richiede attenzione o revisione a causa dell’età, ti invito a contattarmi. Sono disponibile per lavori di riparazione che mirano a restituire a questi gioielli della tecnologia valvolare la loro piena vitalità e performance audio.

Riparazione dell’Audio Innovations 800

L’Audio Innovations 800 è stato un affascinante viaggio nella riparazione di un amplificatore iconico. Una sfida che ha portato alla luce non solo la maestria della progettazione originale, ma anche le sfide nascoste e le sorprese lasciate da un passato oscuro.

Il nostro protagonista è giunto nelle mie mani con un problema noto: il trasformatore di alimentazione bruciato in cortocircuito secco che causava il repentino saltare del fusibile. Smontato l’amplificatore e misurate le sue viscere, ho progettato un nuovo trasformatore di alimentazione di ricambio, codice 23S72, che mantiene esattamente le stesse caratteristiche elettriche dell’originale. Il montaggio del trasformatore 23S72 non richiede modifiche aggiuntive ai fori esistenti, garantendo così il rispetto dell’integrità strutturale originale dell’amplificatore. Va notato che il trasformatore originale, con misure in pollici, su colonna 38, è un elemento introvabile in Europa. Il nuovo trasformatore, realizzato su colonna 40, è solo leggermente più grande dell’originale (un paio di millimetri), ma si adatta agevolmente al posto del vecchio senza necessità di allargare i fori esistenti. Un adattamento intelligente che conserva l’estetica e la struttura originale dell’Audio Innovations 800. Il trasformatore è adatto anche al modello 700.

L’amplificatore è stato venduto al mio cliente come “perfettamente funzionante, mai riparato,” ha rivelato una verità meno luccicante. L’insidioso venditore, con intenti meno che onesti, ha nascosto un passato di interventi poco ortodossi. All’interno, gli elettrolitici di catodo delle EL34 erano stati sostituiti con i raffinati Mundorf. Tuttavia, la presenza di questi condensatori di alta qualità già indicava un intervento precedente sull’amplificatore. Un segno di bruciatura sotto una delle quattro resistenze di catodo ha svelato una verità spiacevole: il precedente riparatore aveva sostituito le resistenze da 470 ohm con altre da 47 ohm, causando un bias sparato e facendo delle EL34 delle mini-centrali nucleari.

Nella mia opera di riparazione, ho rimesso le cose a posto. Le resistenze sono state sostituite con le corrispondenti da 470 ohm, e un condensatore visibilmente compromesso ha ceduto il posto a uno nuovo.

Dopo un’attenta revisione e il test delle valvole, l’amplificatore è stato rimontato. Il risultato? Una potenza misurata di 22 watt con valvole non nuove, un fattore di smorzamento di 6.2, e un suono restaurato alla sua antica grandezza.

Guardando indietro, questo Audio Innovations 800 ha attraversato il fuoco della sua storia passata, con un bravo riparatore incapace e un venditore ingannevole come avversari. Ma ora, ripulito, rinnovato, e pronto a cantare ancora. Seguiteci attraverso i grafici e le immagini, testimoniando il ritorno di questo capolavoro dell’audio valvolare alla sua gloria originale.

Analisi di spettro a 1watt

Quadre a 100Hz – 1khz – 10khz

Grafico di banda passante

Audio Innovations 700S

Mi è stato affidato un Audio Innovations 700S in uno stato non funzionante. Al momento dell’apertura, il primo dettaglio che ha catturato la mia attenzione è stato il piccolo PCB nella sezione di alimentazione, completamente danneggiato da un incendio che aveva generato una intensa fiammata all’interno della scocca… L’apparecchio ha emesso un fischio attraverso le casse, accompagnato da colpi secchi, mentre una densa nuvola di fumo si è diffusa rapidamente in tutta la stanza.

La massiccia resistenza che si trovava sopra il PCB era totalmente scomparsa, praticamente vaporizzata!

L’intensa ondata di calore generata durante l’incendio ha avuto l’effetto di sverniciare la superficie della lamiera…

Continuando l’esame approfondito dei danni, ho individuato un trasformatore d’uscita con il primario che scaricava verso il secondario (quindi verso massa), mentre l’altro trasformatore d’uscita presentava un corto circuito nel primario. Fondamentalmente, si è verificata un’auto-oscillazione distruttiva. È interessante notare che, in un’analisi passata sugli Audio Innovations 500, ho segnalato problemi di stabilità e inneschi spuri, attribuiti principalmente all’uso di tassi eccessivi di feedback negativo in questi dispositivi.

Vorrei evidenziare che questa sezione dell’articolo sull’IA700 è vecchia di sei anni rispetto la precedente sull’IA800. Nell’IA800, ho misurato uno smorzamento di 6.2 che denota un tasso di controreazione moderato, mentre queste informazioni datate suggeriscono una maggior quantità di controreazione nella versione 700 rispetto all’800. Rimarrò in attesa di riparare un altro IA700 per raccogliere dati strumentali più precisi di quelli raccolti sei anni fa.

L’AI500, se non altro, presentava un circuito “simmetrico”. Diversamente, l’AI700 utilizza un telaio molto simile a quello del 500 con 5 valvole pilota. Tuttavia, non include l’ingresso phono, e il progettista sembrava perplesso su come impiegare il buco aggiuntivo a disposizione. Invece di adottare una soluzione più elegante come un robusto longtail con un triodo per canale in ingresso, un long tail sfasatore con il secondo doppio triodo di ogni canale e un buffer con il terzo doppio triodo di ogni canale – una scelta pulita, simmetrica e tecnicamente pulita – ha optato per un SRPP sull’ingresso.

Il segnale che esce da questo stadio viene quindi preso attenuato per pilotare un altro triodo che uscirà in opposizione di fase. Questo dovrebbe costituire uno sfasatore paraphase, notoriamente svantaggioso dal punto di vista sonico se inserito in un circuito con controreazione. La mancanza di simmetria nel disegno dello schema è evidente, soprattutto nel fatto che le due finali del push-pull non sono pilotate da due circuiti identici che operano pilotate da due circuiti diversi, con una finale che ha un triodo in più dell’altra.

Al di là di queste scelte discutibili, lo schema proposto, che allego, presenta alcune peculiarità che potrebbero aver influito sulla minore stabilità del circuito, aprendo la porta a oscillazioni indesiderate. Da notare che anche il modello AI800 adotta uno strano disegno circuitale simile, ereditando le peculiarità discutibili che possono influire sulla stabilità del circuito e contribuire ad oscillazioni indesiderate.

IA700 IA800

Unendo questo circuito a un eccessivo tasso di feedback negativo e a un insieme di EL34 non più nuove, che manifestavano sbilanciamenti nelle caratteristiche, il circuito ha iniziato ad oscillare. Tale oscillazione ha portato in risonanza i trasformatori, generando tensioni così elevate da perforare gli isolanti e causare un corto circuito verso massa. La sezione di alimentazione si è bruciata a causa di questo corto circuito. Entrambi i trasformatori d’uscita sono stati disassemblati, privati del loro avvolgimento e, successivamente, sono stati ricostruiti da zero con delle copie perfette, preservando unicamente le calotte originali.

Ho replicato il PCB della sezione di alimentazione. È importante notare che questa scheda è compatibile non solo con l’Audio Innovations 700, ma anche con il modello 800. Posso fornirla come pezzo di ricambio su richiesta.

Dopo aver rimontato l’amplificatore e installato inizialmente un quartetto nuovo di EL34, ho successivamente sostituito la coppia di ECC82. Questa sostituzione è stata necessaria poiché il filamento di una delle due si è interrotto alcune ore dopo aver riacceso l’amplificatore.

Durante le prime accensioni sotto variac dell’amplificatore, ho notato una notevole instabilità nel circuito, che generava spurie casuali anche con carico fittizio. Questo comportamento sembrava variare in base alle valvole installate e addirittura in relazione alla vicinanza delle mani alle stesse. Trovare valvole che non causassero problemi non era una soluzione sostenibile nel tempo, considerando che nel deteriorarsi avrebbero potuto generare nuovi disturbi, potenzialmente danneggiando nuovamente l’amplificatore.

Dopo alcune prove, ho identificato il punto critico del circuito, situato sulle griglie schermo, come tipico in ogni circuito ultralineare. Per risolvere prontamente tutti gli inneschi spuri, ho proceduto saldando 4 condensatori ceramici da 470pF 400VCA tra la G2 e l’anodo delle finali. Ritengo che questa modifica debba essere applicata a tutti gli amplificatori AI che ho incontrato fino a questo momento, compreso l’AI500, anche se le spurie erano meno evidenti in quest’ultimo. Inoltre, potrei considerare, in futuro, una riduzione del tasso di controreazione globale come ulteriore miglioramento sonoro, se dovesse essere necessario intervenire nuovamente.

Eccolo finito:

Esaminiamo ora le caratteristiche strumentali:

  • Potenza massima: Circa 25 watt RMS (valutata in base alle valvole attualmente installate)
  • Risposta in frequenza a 1 watt: 37Hz – 50kHz, -3dB
  • Risposta in frequenza a 15 watt: 30Hz – 50kHz, -3dB (Va notato che, oltre i 8/10kHz, la forma d’onda presenta una notevole distorsione, probabilmente attribuibile a un eccessivo tasso di controreazione negativa.)
  • Smorzamento: Non disponibile. Non ho avuto il coraggio di scollegare il carico o di utilizzarne uno con un’impedenza superiore per evitare il rischio di destabilizzare il circuito e causare conseguenze indesiderate.

È importante sottolineare che queste sono misurazioni effettuate con gli strumenti di cui disponevo all’apertura della mia attività, quindi potrebbero non essere estremamente precise. I grafici che c’erano sono stati eliminati dal sito al momento dell’aggiornamento di questo articolo. Aspetterò di riparare un altro AI700 per ottenere misurazioni più accurate e aggiornate.

In questo video, è evidente la distorsione della sinusoide che si verifica nel range tra 8 e 20 kHz. Tale distorsione è attribuibile a un eccessivo tasso di controreazione negativa (NFB), accentuato dalla presenza di trasformatori di qualità inferiore forniti da AI (va precisato che si tratta di repliche fedeli da me prodotte, ma che replicano esattamente gli originali). La traccia più piccola, corrispondente al canale “muto”, mostra un certo grado di diafonia. Ho scelto di mantenere questo video poiché evidenzia chiaramente l’abbondante utilizzo di controreazione nella versione 700, fornendo un’ulteriore prospettiva sulla qualità del suono.

In alcuni commenti online, si afferma che questo amplificatore offre un suono dolce e mai affaticante. Tuttavia, nella mia esperienza, sia questo modello che i suoi fratelli, AI500 e AI800, almeno in abbinamento alle mie Tannoy (casse rivelatrici e esigenti), si rivelano piuttosto robusti e potenzialmente affaticanti durante l’ascolto. Personalmente, ho avvertito una certa durezza nell’espressione sonora, che, sebbene possa variare tra gli utenti e le configurazioni audio, è stata per me più pronunciata rispetto all’AI500, anche se in misura minore. Va sottolineato che questa è una percezione soggettiva e la resa sonora può variare notevolmente in base alle preferenze personali e al tipo di diffusori utilizzati.

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Klimo Lar: Un Preamplificatore Phono MM/MC di Alta Qualità

Il Klimo Lar è un preamplificatore phono MM/MC che fa parte della linea di prodotti Klimo, un marchio noto per la sua eccellenza nel mondo dell’audio di alta qualità. Il Lar è stato progettato per completare il preamplificatore di linea Merlino, offrendo un’opzione più accessibile per gli audiofili appassionati. Tuttavia, nonostante il prezzo più contenuto rispetto ad altri prodotti della stessa casa, il Lar offre prestazioni soniche eccezionali e una costruzione artigianale di alta qualità.

Design e Costruzione Il Klimo Lar presenta un design elegante e raffinato, con dimensioni compatte (44 x 11,5 x 27 cm) e una finitura nera con una manopola cromata per la commutazione tra le testine MM e MC. Il pannello posteriore offre connessioni per l’ingresso MM, l’ingresso MC e l’uscita, oltre a una presa di corrente. Il preamplificatore è fornito con un cavo di alimentazione di alta qualità Klimo, che contribuisce a migliorare la dinamica e la trasparenza del suono.

L’interno del Lar è una testimonianza di qualità costruttiva. Due trasformatori toroidali sono alloggiati in un vano schermato per ridurre i campi elettromagnetici indesiderati. Il preamplificatore dispone di due schede separate, una per ciascun canale, sospese in modo elastico per ridurre la microfonicità delle valvole. Il cuore del Lar è costituito da sei valvole, tutte doppi triodi, con due ECC88 dedicate allo stadio MC e due ECC88 e due ECC81 per lo stadio MM-RIAA.

Prestazioni Soniche Il Klimo Lar offre prestazioni soniche eccezionali. È notevole per la sua attenzione ai dettagli e alla timbrica. Le timbriche degli strumenti e delle voci sono riprodotte in modo accurato e appassionato, senza le colorazioni tipiche dei tubi di vecchia scuola. Il preamplificatore offre un’estensione eccezionale negli alti, ricca di armoniche e dettagli, mentre la gamma media è fluida e corposa, con una straordinaria microdinamica. La gamma bassa è potente, articolata e autoritaria.

Il Klimo Lar è neutro dal punto di vista timbrico e riesce a catturare l’essenza emotiva di una registrazione, senza trascurare i dettagli e la dinamica. È un preamplificatore che si adatta perfettamente alle testine di alta classe, garantendo una riproduzione sonica superba.

La riparazione

Un cliente si è rivolto a me con un Klimo Lar che emetteva un fastidioso fruscio su entrambe i canali, e uno dei due più dell’altro. Dopo aver aperto il dispositivo, ho scoperto che era stato oggetto di manomissione e che questa manomissione era direttamente correlata ai problemi di rumore.

La modifica riguardava la resistenza di carico della puntina, che normalmente è saldata direttamente sullo stampato. Tuttavia, qualcuno aveva aggiunto due connettori RCA sul retro del preamplificatore per consentire un cambio più semplice della resistenza di carico. Questa modifica ha introdotto problemi di rumore notevoli, poiché la zona del circuito interessata dai connettori RCA è sensibile a segnali molto deboli. E il cavo che collegava questi connettori raccoglieva interferenze e rumori, compromettendo ulteriormente le prestazioni audio.

Per risolvere il problema e ripristinare il Klimo Lar alle sue prestazioni ottimali, ho eliminato la modifica e ripristinato la resistenza di carico saldandola direttamente sullo stampato. Questa operazione ha permesso di eliminare le interferenze e i rumori indesiderati che si erano infiltrati nel circuito a causa della manomissione.

Inoltre, ho eseguito un’accurata verifica delle valvole utilizzando un tracciacurve computerizzato, riselezionanto e abbinando le stesse valvole che erano già in possesso del cliente. Il risultato di queste operazioni di riparazione è stato ottimo. Il rumore di uscita del Klimo Lar è stato notevolmente ridotto, scendendo a soli circa 5/10mV picco picco. Il preamplificatore è tornato a offrire un suono privo di rumori e interferenze fastidiosi, restituendo la purezza e la qualità audio che ci si aspetta.

Qualche curiosità sulla valvole misurate…

Le ECC81 di Psvane, nuove e misurate da me, presentano curve che sembrano divergenti rispetto alle curve tipiche riscontrate nella misurazione di una qualsiasi ECC81 NOS, come evidenziato nei due confronti tracciati.

Psvane NOS

Le seguenti immagini presentano i grafici di alcune ECC88, le quali mostrano curve notevolmente sballate (valvole di produzione attuale). È interessante notare che, nonostante non siano in perfette condizioni esse funzionerebbero ugualmente in un circuito, i grafici sottolineano come l’uso di un tracciacurve possa rivelare aspetti inaspettati. Questo perché, quando queste valvole vengono misurate su un tipico prova valvole, anche uno di alta qualità a trasconduttanza, la misurazione su un singolo punto statico potrebbe far sembrare le valvole in ottimo stato o con lievi differenze di corrente insignificanti, poi vai a vedere con il tracciacurve e appaiono così:

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3 Responses to Klimo Lar: Un Preamplificatore Phono MM/MC di Alta Qualità

  • Sempre molto competente Stefano, pensare che le valvole erano quasi nuove, mah…
    Ora il rumore del Klimo è accettabile, certo non è silenzioso come l’altro pre che ho, un vecchio Marantz Ph22 a transistor e trasformatori, del resto penso non si possa chiedere di più ad un oggetto a valvole che deve guadagnare tanto per amplificare il segnale di testine MC con uscita dell’ordine di 0,3/0,4 mV.
    Ancora grazie…

  • non puoi allungare nemmeno di 1 centimetro qualcosa collegato a un punto del circuito con una tale sensibilità, sull’oscilloscopio si vedeva il rumore salire e scende solo muovendo una mano a 30 centimentro dai connettori RCA con la resistenza dentro

  • Si poteva provare di lasciare la mod. (che immagino sia sullo stadio MC visto che il valore della R poi montata mi pare sia da 100 ohm) mettendo dove omessa una R da 1K (e fuori si paralellava)

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Stereo Vintage: H.H. Scott 222C, il Restauro

H.H. Scott, Inc. era un’azienda americana che produceva e commercializzava componenti audio e attrezzature stereo negli anni ’50 e ’60, noti soprattutto per i loro amplificatori valvolari di alta qualità. La società fu fondata da Howard H. Scott nel 1946. Scott era un ingegnere elettronico di talento e il suo marchio divenne presto sinonimo di alta fedeltà e prestazioni audio.

I prodotti di H.H. Scott erano rinomati per la loro costruzione solida e la qualità del suono. I loro amplificatori valvolari erano particolarmente apprezzati dagli audiofili dell’epoca. La società produsse una serie di modelli popolari, tra cui l’Scott 299, l’Scott 222 e l’Scott 299B. Questi amplificatori offrivano una potenza pulita e una riproduzione audio accurata, e molti di essi sono ancora ricercati dagli appassionati di audio vintage.

Negli anni ’60, la società iniziò a produrre anche ricevitori stereo, preamplificatori, giradischi e altoparlanti. H.H. Scott continuò a guadagnare una reputazione di eccellenza nel settore audio fino alla metà degli anni ’70.

Tuttavia, a partire dagli anni ’70, l’industria dell’audio vide una transizione dalle valvole termoioniche ai transistor, e molte aziende, compresa H.H. Scott, dovettero adattarsi a questa nuova tecnologia. La qualità audio dei dispositivi a transistor migliorò considerevolmente, ma ciò portò alla fine dei dispositivi valvolari. Nel 1978, H.H. Scott, Inc. dichiarò bancarotta e fu acquisita dalla Emerson Electric Company, che successivamente cessò la produzione di componenti audio con il marchio H.H. Scott.

Anche se l’azienda non esiste più, i prodotti H.H. Scott degli anni ’50 e ’60 rimangono molto apprezzati dagli appassionati di audio vintage, e molti cercano ancora i loro amplificatori, ricevitori e altri dispositivi sul mercato dell’usato per godere dell’esperienza sonora autentica di quegli anni.

Ritorno al Passato dell’Audio Vintage: Restauro dei Leggendari H.H. Scott Stereomaster 222C

Nell’era digitale odierna, dove la tecnologia avanza a un ritmo incessante, c’è un fascino intramontabile nel riparare e restaurare apparecchi audio vintage, che incarna il calore e la nostalgia del passato. In questo articolo, ci immergeremo in un affascinante viaggio nel mondo del suono d’epoca, concentrandoci su due gioielli dell’audio d’altri tempi: i prestigiosi H.H. Scott Stereomaster 222C.

Nati nell’epoca d’oro dell’audio valvolare, gli amplificatori H.H. Scott hanno catturato l’immaginazione di appassionati e audiofili con la loro straordinaria qualità sonora e costruzione artigianale. Tuttavia, il tempo può mettere alla prova anche le creazioni più robuste, e questi due esemplari avevano bisogno di cure amorevoli per rivivere.

Il nostro viaggio inizia con la sostituzione del trasformatore di alimentazione bruciato su uno dei 222C, un’opera d’arte ingegneristica che richiede abilità e attenzione ai dettagli. Successivamente, affronteremo la sfida di riparare completamente un trasformatore d’uscita bruciato, aprendo le porte all’ingegneria inversa e all’arte del riavvolgimento. La perseveranza e la dedizione che richiede questa impresa sono un tributo alla passione per l’audio vintage.

Ma l’avventura non si ferma qui. Mentre restauriamo questi pezzi unici, esploreremo anche le sottili differenze tra le valvole EL84 e le meno conosciute 7189, che sono state montate negli H.H. Scott Stereomaster 222C. Conoscere le differenze tra queste valvole è essenziale per ottenere il massimo da queste meravigliose unità audio.

Alla fine, ciò che emerge da questo viaggio è un’ammirazione per il passato e il desiderio di preservare la ricchezza dell’audio vintage. Il nostro obiettivo è far rivivere questi H.H. Scott Stereomaster 222C, affinché possano continuare a portare gioia e meraviglia con il loro suono straordinario, come facevano decenni fa. Siate pronti per una profonda immersione nell’arte del restauro audio e nell’apprezzamento del suono d’epoca. Benvenuti nel mondo dei classici restaurati con passione e maestria.

Questo amplificatore mi è stato consegnato dopo una revisione, ma purtroppo il trasformatore era danneggiato. Ho proceduto con la creazione di un nuovo trasformatore (per chiunque volesse acquistarlo separatamente, con il codice 21S4665) e l’ho successivamente installato.


In seguito, mi è stato affidato un secondo esemplare dell’amplificatore che lamentava il danneggiamento del trasformatore d’uscita. Questo apparecchio aveva chiaramente subito danni legati all’umidità, che inevitabilmente hanno compromesso la qualità dei materiali del trasformatore. Per affrontare questa sfida, ho proceduto allo smontaggio del trasformatore, ottenendo un dettagliato schema dell’avvolgimento interno. Questo passo preliminare mi ha permesso di avviare il processo di creazione di due nuovi trasformatori, riutilizzando gli originali lamierini e calotte dei trasformatori danneggiati.

Nella fotografia sotto è possibile osservare una distinta traccia di ossido verdognolo lasciata dal filo di rame che aveva perso la sua smaltatura a causa del contatto con la carta umida. Durante il processo di sbobinamento, ho notato la presenza di numerose di queste tracce. In alcuni punti, il filo si spezzava autonomamente mentre lo srotolavo.

In quest’altra immagine, è evidente un solco nero nella carta isolante, il risultato di una scarica elettrica tra fili adiacenti. Questa scarica ha perforato la carta isolante e ha causato la bruciatura che si è propagata fino a interrompere il filo di rame stesso.

Dopo aver completato il processo di sbobinamento, ho deciso di aggiungere un tocco di modernità alla replica. Ho realizzato due rocchetti utilizzando una resina tecnica simile al nylon…

In seguito, ho proceduto al riavvolgimento dei trasformatori, utilizzando materiali che mantenessero l’autenticità dell’epoca, combinati con isolanti moderni in quei punti critici in cui era necessaria una sicura e avanzata capacità di isolamento…

E così ho fatto per entrambi i trasformatori; ho riavvolto completamente anche quello che era ancora funzionante. Ma prima di procedere con l’articolo sulla riparazione dell’amplificatore, desidero concentrarmi sulle valvole. Vi invito a leggere questo articolo in cui chiarisco le differenze tra le valvole EL84 e le 7189, evidenziando perché non dovrebbero essere scambiate tra loro per evitare situazioni potenzialmente disastrose, come illustrato in questo caso specifico.

Torniamo all’amplificatore…

Nel video qui sotto, l’amplificatore è in funzione, ma l’audio originale è stato sovrascritto per ragioni legate al copyright.

Ora, passiamo ad alcune misurazioni strumentali. L’apparecchio è in grado di erogare da 22 a 25 watt (a seconda dell’efficienza delle valvole) con un fattore di smorzamento pari a 18. Qui di seguito, troverai due grafici relativi alla distorsione armonica totale (THD) e alla banda passante ottenuti dall’amplificatore “verde” menzionato all’inizio dell’articolo, che manteneva i suoi trasformatori d’uscita originali. Nel grafico relativo alla banda passante, è evidente la presenza di disturbi, in gran parte attribuibili a una stabilità non ottimale del circuito, che sfrutta tassi di controreazione notevolmente elevati.

THD 1watt

Banda passante 1watt su carico resistivo

Ecco invece il grafico della banda passante ottenuto con i trasformatori che ho riavvolto, dopo aver apportato una leggera riduzione del tasso di controreazione. Questo passaggio ha comportato il passaggio da un fattore di smorzamento di 18 a un fattore di 12. È importante notare che questa modifica non ha avuto alcun impatto negativo sul suono, ma ha notevolmente migliorato la stabilità del circuito. È stata una lunga messa a punto.

In conclusione, il restauro di questi amplificatori H.H. Scott Stereomaster 222C ha rappresentato un affascinante viaggio attraverso il mondo dell’audio vintage. Dall’arte di riparare trasformatori bruciati, all’ingegneria inversa dei circuiti originali, ogni passo di questo processo è stato intrapreso con cura, dedizione e rispetto per l’autenticità dell’epoca. Il risultato? Un ritorno alla vita di due classici, capaci di riprodurre il suono caldo e avvolgente che li ha resi celebri.

L’articolo ha anche gettato luce su una confusione comune riguardo alle valvole, in particolare tra le EL84 e le 7189. L’importanza di comprendere le differenze e di adattare correttamente il circuito è stata sottolineata per garantire il corretto funzionamento dell’amplificatore e la sua longevità.

Infine, le misurazioni strumentali hanno dimostrato come piccole modifiche al circuito, come la riduzione del tasso di controreazione, possano migliorare la stabilità del sistema senza compromettere la qualità del suono.

Questo progetto è un omaggio alla passione dell’audio vintage, un’ode alla maestria artigianale dei giorni passati e un segno di speranza per i possessori di amplificatori d’epoca, poiché ora sappiamo che è possibile riportare in vita questi gioielli del passato, conservando la loro autenticità sonora. Ecco a un futuro di suono classico e autentico, restaurato con amore e maestria.

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3 Responses to Stereo Vintage: H.H. Scott 222C, il Restauro

  • Ciao Stefano. Bellissimo articolo, e sopratutto molto utile e istruttiva la parte sulle 7189. Valvole peraltro molto interessanti. Ne ho uno davanti di 222c proprio ora, del 1963, mio anno di nascita. È perfetto, rivalvolato a nuivo dql precedente proprietario con tutte Tung Sol, ma da rivedere elettricamente vista l’età ormai molto avanzata di entrambi, mia e dell’ampli (anche io sarei da rivedere un po’, ma non è facile come con le elettroniche purtroppo! ?). Grazie! E complimenti ancora

  • lo strumento fa così quando rileva un’inversione di 180 gradi, probabilmente l’inversione avviene dentro la rete dei toni

  • che fase stana…???

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