Orange TH100: Riparazione e Analisi di un Titano del Rock

La testata valvolare Orange TH100 è un amplificatore progettato per offrire potenza e versatilità in un formato apparentemente semplice ma incredibilmente efficace. Basato sul concetto del celebre TH30, questo mostro da 100 Watt (80Watt RMS effettivi misurati a banco) sfrutta quattro EL34 per una dinamica impressionante e una risposta sonora ricca di armoniche. Con sei controlli ben studiati, offre un’ampia gamma di suoni, da puliti cristallini a distorsioni sature e articolate, grazie al suo preamp a doppio canale. Inoltre, la possibilità di ridurre la potenza a 70, 50 o 30 Watt, unita all’effetto loop a bassa impedenza e completamente valvolare, lo rende estremamente flessibile per ogni contesto. In questo articolo analizzeremo la riparazione di un TH100, scoprendo nel dettaglio i suoi punti di forza e le eventuali criticità riscontrate nel tempo.

L’Orange TH100 che mi è stato portato dal suo proprietario presentava un problema serio: l’amplificatore era completamente muto. Dopo un primo controllo visivo, ho individuato la causa principale del guasto: una pista crepata in prossimità di una grossa saldatura su un connettore Faston. Questo tipo di danno è abbastanza comune nei punti soggetti a sollecitazioni meccaniche o termiche ripetute.

Oltre a questa criticità, ho trovato un condensatore elettrolitico gonfio, segno evidente di un componente ormai da sostituire. Smontando la scheda per effettuare un controllo più approfondito, ho scoperto che anche altri due condensatori elettrolitici mostravano valori fuori specifica, quindi li ho sostituiti per prevenire eventuali malfunzionamenti futuri. A parte questi difetti, il resto dell’apparecchio era in buone condizioni generali.

Analisi delle Valvole e Usura Asimmetrica

Passando alla sezione di potenza, ho misurato le quattro EL34 montate sull’amplificatore. Nonostante fossero ancora funzionanti, ho notato una particolarità: due valvole erano perfettamente efficienti e ben accoppiate, mentre le altre due risultavano circa il 20% più deboli, pur essendo comunque matchate tra loro.

L’Orange TH100 permette di selezionare il numero di valvole attive tramite un interruttore, consentendo di passare da quattro EL34 in configurazione completa a solo due valvole per ridurre la potenza e modificare la risposta sonora. Questo dettaglio mi ha fatto dedurre che il proprietario avesse usato per molto tempo l’amplificatore in modalità a due valvole, consumando solamente una coppia e lasciando l’altra quasi intatta. Per rendere chiara la disposizione delle valvole, ecco uno schema semplificato:

  • Valvole A ? sempre attive.
  • Valvole B ? attive solo nella modalità a 4 valvole.

Consiglio tecnico: Se si utilizza spesso la modalità a due valvole, è buona pratica scambiare periodicamente le posizioni delle valvole A e B. Questo accorgimento permette di consumare in modo uniforme tutte le EL34, evitando differenze troppo marcate tra le coppie. Inoltre, questa precauzione aiuta a prevenire problemi di autooscillazione, che potrebbero verificarsi quando si mettono in parallelo valvole con caratteristiche elettriche troppo diverse.

Hai un Orange TH100 o un altro amplificatore Orange?

Se possiedi un Orange TH100 o un altro amplificatore della stessa marca e hai bisogno di assistenza, riparazioni o consigli per la manutenzione, puoi contattarmi attraverso il form nella pagina contatti. Con un controllo accurato e interventi mirati, il tuo amplificatore potrà tornare a funzionare al meglio e garantirti sempre il suono potente e definito che caratterizza questi apparecchi.

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Riparazione di un Fender Super-Sonic: un amplificatore “indemoniato”

Il Fender Super-Sonic è un amplificatore per chitarra progettato per offrire sia suoni puliti e brillanti tipici degli amplificatori Fender, sia suoni distorti e saturi più aggressivi. La versione più conosciuta è il Super-Sonic 22, che monta una coppia di valvole 6V6 nel finale per un’uscita di 22 watt, caratterizzandosi per la sua versatilità e per la possibilità di passare da timbri vintage a moderni.

Questo amplificatore ha un canale Clean, ispirato ai modelli Fender Vintage, e un canale Burn per i suoni distorti. Il canale Burn è progettato per suoni più spinti e permette di ottenere una saturazione progressiva che si adatta bene a stili rock e blues. La configurazione di canale doppio con il sistema di switch è pensata per offrire un’ampia gamma timbrica.

Quando un Fender Super-Sonic arriva sul banco di lavoro, ci si aspetta un incontro con uno degli amplificatori più versatili e potenti di casa Fender. Ma a volte, questo “signore del suono” si trasforma in una vera sfida, e quello che sembrava un semplice intervento di riparazione può rivelarsi una lotta contro difetti inaspettati e sfuggenti.

Questo è stato proprio il caso di questo Super-Sonic “indemoniato”: ogni volta che risolvevo un problema, ne compariva un altro, come se l’amplificatore stesso cospirasse per restare bloccato in un vortice di guasti. Tre giorni di tentativi, analisi e verifiche hanno portato a una riparazione che definirei “epica” – una vera battaglia contro questo diavolo a valvole.

L’indemoniato

Quando un cliente mi ha contattato per un problema su un amplificatore Fender Super-Sonic 22, le sue parole lasciavano presagire una sfida: “un amico smanettone ha tentato di risolvere un fastidioso rumore di scoppio, ma ha finito per danneggiare l’amplificatore.” Il tentativo di riparazione “fai-da-te” si era rivelato un disastro, con piste strappate e componenti danneggiati, al punto che il cliente temeva di dover buttare l’amplificatore. Purtroppo, questo genere di errori è comune quando ci si affida a persone poco esperte, che spesso causano più danni che benefici.

Dopo aver ricevuto l’amplificatore e analizzato la situazione, ho scoperto che la causa del rumore, o “POP,” durante il passaggio dal suono clean a quello Burn, non era affatto nei relè sostituiti ripetutamente dal “riparatore” improvvisato. Era invece nascosta in un piccolo componente, un diodo 1N4148, che causava un corto momentaneo sulla linea a 15 volt ogni volta che uno dei relè si attivava. Questo diodo era apparentemente funzionante se misurato col tester, ma provocava un’interferenza che mandava in crisi l’amplificatore. Dopo numerosi test, sono riuscito a individuare e sostituire il componente difettoso.

Il malfunzionamento più grave, però, era la causa dell’intermittenza del suono in modalità Burn. Questa modalità rimaneva spesso muta, e ho dovuto procedere con cautela, individuando vie e piste interrotte a causa del precedente intervento. I “via” sono quei fori metallizzati che collegano le piste da un lato all’altro del circuito, erano stati compromessi (almeno pensavo), così come diverse piste delicate. Ogni pressione o urto sulla scheda riportava il suono, indicando un problema di connessione interna.

Ma alla fine il bero problema era nei relè montati dalla Fender stessa che avevano una tensione nominale di 24 volt, mentre il circuito li pilotava solo a 15-16 volt. Questo portava a un funzionamento al limite di questi relè, e uno di essi spesso non riusciva ad attivare correttamente il contatto. La soluzione è stata dimezzare il valore della resistenza di pilotaggio per fornire la potenza necessaria al corretto funzionamento dei relè.

Dopo tre lunghi pomeriggi di lavoro, ogni problema è stato risolto. Ma l’esperienza evidenzia una lezione importante: affidarsi a persone senza esperienza può danneggiare irreparabilmente un apparecchio. Nonostante le migliori intenzioni, l’improvvisazione può risultare disastrosa, come in questo caso. La riparazione di un amplificatore richiede esperienza, precisione e strumenti adeguati per evitare danni che, come in questo caso, potrebbero rendere necessaria la sostituzione di intere schede elettroniche.


Fender Super-Sonic –  rivalvolatura e taratura del bias

Quest’altro Fender Super-Sonic mi è arrivato con alcuni condensatori elettrolitici secchi e gonfi, da sostituire, insieme a un problema di commutazione tra il canale *Vintage* e il canale *Burn*. Il cliente desiderava anche una sostituzione delle valvole finali con valvole NOS, accompagnata dalla regolazione del bias. La parte più impegnativa è stato smontare i circuiti stampati, poiché sono collegati da una gran quantità di fili e connettori. Ho inserito delle foto, che potrebbero risultare utili per chi si trovi ad affrontare una riparazione simile.

Dopo aver sostituito i condensatori danneggiati, risolto il problema di commutazione e sostituito le valvole finali con le NOS, ho regolato il bias per ottenere il massimo delle prestazioni. Ogni componente è stato testato accuratamente, e dopo aver riassemblato l’amplificatore, tutto ha funzionato come previsto. Il cliente è stato molto soddisfatto del risultato, ritrovando il suo Fender Super-Sonic con una resa sonora migliorata e senza problemi di commutazione. Un altro amplificatore “rinato” e pronto a fare la sua figura sui palchi!

Se anche tu hai problemi con il tuo Fender o con qualsiasi altro amplificatore, non esitare a contattarmi. Sarò felice di aiutarti a ripristinare le prestazioni del tuo strumento e restituirgli la qualità sonora che merita!

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2 Responses to Riparazione di un Fender Super-Sonic: un amplificatore “indemoniato”

  • Stefano è stato bravissimo ad individuare il problema ed ha eseguito un ottimo lavoro sul mio amplificatore Supersonic che suona come nuovo ! Consigliatissimo

  • Ottimo lavoro! L’ampli dopo la riparazione oltre ad essere tornano nuovo ha guadagnato carattere e dinamica senza alterare le sue caratteristiche originali grazie ad un’intuizione di Stefano. Ho sempre piacere di poter affidare i miei strumenti e apparecchiature a persone davvero competenti e che mettono passione in ciò che fanno. Grazie Stefano.

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Restauro di un Amplificatore VOX AC15 degli Anni ’90

VOX è un marchio che ha avuto un impatto significativo nella storia della musica, noto soprattutto per amplificatori come l’AC15 e l’AC30, che hanno definito il suono di molte band iconiche degli anni ’60, inclusi i Beatles e i Rolling Stones. Nato nel 1957 a Dartford, nel Regno Unito, VOX si è rapidamente affermato come leader nel mercato degli amplificatori per chitarra, grazie al suo design innovativo e al suo suono caratteristico. Il VOX AC15, in particolare, è stato il primo amplificatore della linea AC e ha gettato le basi per il successivo AC30, ampliando le possibilità sonore dei chitarristi e diventando un elemento essenziale nel rock britannico.

Il VOX AC15 è noto per il suo suono caldo e ricco di armoniche, apprezzato da chitarristi di ogni livello. In questo articolo descriverò il processo di riparazione e restauro di un VOX AC15 prodotto nei primi anni ’90, riportato in vita dopo una riparazione precedente eseguita in modo disastroso.

Un VOX AC15 in Condizioni Critiche

Mi è stato portato un VOX AC15 che presentava diversi problemi: suono debole e marcio, forte fruscio di fondo e un ronzio fastidioso. Il proprietario mi ha detto che l’amplificatore era stato riparato in precedenza da un tecnico costoso, ma evidentemente incompetente.

Smontaggio e Prime Scoperte

La prima sorpresa è arrivata quando ho rimosso il coperchio delle valvole. Ho trovato una “valvola raddrizzatrice” 5Y3GT che era stata sostituita in modo del tutto inadeguato. Invece della valvola originale, c’era un adattamento con diodi al silicio saldati al posto della valvola, una soluzione grezza e pericolosa.

Posso assicurarvi che non si trattava di uno di quei rimpiazzi per valvole raddrizzatrici in cui almeno si prende la briga di inserire una resistenza di caduta. Era proprio un ‘accrocchio’ fatto utilizzando la base octal di una vecchia valvola, privata del vetro, a cui avevano saldato quattro diodi, per un valore complessivo di 20 centesimi di euro.

Una valvola 5Y3GT ha una caduta di tensione di circa 50-60V, mentre un diodo al silicio ne ha solo 0,7V. Questo errore ha causato una sovralimentazione del circuito, mettendo a rischio l’intero amplificatore. Ho quindi rimosso immediatamente questa “raddrizzatrice” improvvisata… Voglio dire, una 5Y3 di una marca economica la trovi per 15€, com’è possibile che un tecnico che si definisce tale non ne abbia una da montare?

Verifica e Sostituzione delle Valvole

Ho quindi verificato tutte le valvole utilizzando un tracciacurve utracer 3+. Le valvole finali EL84 erano ormai esauste, morte e stramorte, probabilmente a causa della sovralimentazione causata dalla modifica maldestra alla raddrizzatrice. Fortunatamente, le valvole di segnale erano ancora utilizzabili. Ho selezionato una coppia di nuove EL84 e una 5Y3GT NOS dal mio magazzino personale e le ho installate, sperando di risolvere il problema principale.

Una piccola curiosità sulla 5Y3GT NOS che ho preso dalle mie scorte: internamente è strutturata come una valvola a riscaldamento indiretto, con due catodi e due filamenti separati, e la costruzione degli anodi ricorda quella delle GZ34. Per chi non lo sapesse, la 5Y3GT è normalmente una valvola a riscaldamento diretto, derivata direttamente dal tipo 80. Probabilmente questa è stata prodotta relativamente ‘di recente’… recente nel senso che potrebbe risalire alla fine degli anni ’60 (considerando che la 5Y3GT è stata introdotta nel 1935). Nella foto sotto invece una coppia di EL84 Zenith.

Scoperta di un Falso Contatto

Durante il test, ho notato che flettere lo stampato causava anomalie visibili sull’oscilloscopio… Dopo ulteriori indagini, ho scoperto che c’era un falso contatto nella scheda PCB.

La soluzione improvvisata dal precedente tecnico era stata di utilizzare una spugna per spingere le valvole verso il basso, nel tentativo di “risolvere” il problema senza affrontarlo realmente. Ho quindi smontato la scheda e già che c’ero gli ho dato una bella lavata, perchè ovviamente era inevitabilmente coperta da uno strato unto misto a polvere, perché come al solito, questi tecnici dei miei stivali, invece di usare disossidante per contatti, usano olio lubrificante spruzzato ovunque, creando un vero disastro.

Signore e signori, immaginate la scena: una padella da frittura così ben condita da sembrare appena uscita dalla cucina di una trattoria, ecco che oggi vi presentiamo la nostra ‘Speciale Scheda Amplificatore alla Frittura di Calamari!’ Non c’è nulla di più gustoso di un circuito completamente immerso in uno strato dorato di unto e polvere, proprio come le più irresistibili fritture! Con uno strato di grasso che farebbe invidia ai migliori chef, questa scheda è così intrisa di lubrificante da sembrare un piatto pronto per la friggitrice! E non è tutto: i residui oleosi non solo aggiungono un tocco di sapore ‘vintage’, ma garantiscono anche un bel caos elettronico che farà saltare in aria tutti i vostri pensieri! Allora, amici, se volete un amplificatore con un ‘gusto’ unico, non cercate oltre – abbiamo la ‘padella PCB’ perfetta per voi!

Ripristino delle Saldature e Pulizia Finale

Dopo aver pulito la scheda, ho risucchiato via lo stagno da tutte le saldature, rifacendole poi dalla prima all’ultima. Ho pulito i potenziometri e gli zoccoli delle valvole con disossidante per contatti non oleoso, rimuovendo l’accumulo di sporcizia lasciato dall’uso di lubrificanti non idonei.

Dopo aver rimontato la scheda e ricollegato tutto, l’amplificatore ha ripreso a funzionare perfettamente, senza ronzio o fruscio, e con potenziometri puliti e privi di rumore. Questo lavoro ha messo in evidenza l’importanza di affidarsi a tecnici competenti e la necessità di interventi accurati e rispettosi delle specifiche originali. Questo VOX AC15 è tornato a suonare come si deve, e sono sicuro che il suo proprietario potrà godere della qualità sonora che solo un amplificatore ben curato può offrire.

Se siete appassionati di amplificatori VOX, vi consiglio di dare un’occhiata al nostro articolo dedicato al fratello maggiore del AC15, il leggendario VOX AC30. Scoprirete altre storie e tecniche di manutenzione per mantenere i vostri amplificatori in perfette condizioni. Se invece avete un AC15 di qualsiasi epoca che volete riportare al suo antico splendore potete contattarmi cliccando qui.

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1 Responses to Restauro di un Amplificatore VOX AC15 degli Anni ’90

  • Certo che scoprire un talento come Stefano ( perchè di questo si tratta ) è stata la manna dal cielo. Il lavoro fatto è stato impeccabile. Stefano altre la professionalità è un maniaco della perfezione e cura dei dettagli. Non si è trattato come fanno altri tecnici; tra cui uno in particolare molto blasonato di limitarsi a cambiare le valvole e farti accrocchi , una soffiata e via.. ma di un vero e proprio restauro. Parlando con Stefano proprio ieri quando sono andato a prendere il mio amato Vox mi diceva che alcuni clienti si lamentano del prezzo… mi dite voi chi ti prende 30€ all’ora ? rilasciando regolare fattura e garanzia ? STEFANO BRAVO ANZI BRAVISSIMO.

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