Marantz 8B – Restauro estremo – “Resurrect The Dead”

Prendo la palla al balzo per parlare in questo articolo di un certo argomento, il discorso che farò non è rivolto assolutamente al proprietario dell’amplificatore in questione ma è un discorso in generale, perchè mi capita spesso di vedere certe situazioni e ne voglio parlare.

Quello che succede è che troppo spesso persone che possiedono apparecchi simili, di un certo prestigio, vedendo le quotazioni che questi hanno sul mercato, si facciano prendere dalla smania di darli via in fretta, mentendo sulle condizioni dell’oggetto o sopravvalutandone le condizioni o peggio provvedendo a riparazioni frettolose fatte un tanto al kilo e senza nessuna cura. E questo è quello che è successo a questo amplificatore venduto per buono ma in realtà aveva già subito la sostituzione del trasformatore di alimentazione guastatosi perchè il circuito era marcio e necessitava di essere sistemato… In realtà hanno sostituito questo trasformatore, riparato 3 cose con pezzi montati alla carlona, imbrattato tutto l’interno con zozzume unto solo che si accendesse e uscisse un rantolo qualsiasi e dato via l’amplificatore per buono, pure privo del coperchio, ad una persona che ha provato a usarlo.

Cosa ho ricevuto io? Ovviamente la vita di questo apparecchio era appesa ad un filo, quello della 220… che se collegato alla corrente in quelle condizioni avrebbe posto presto termine a quanto di ancora buono c’era al suo interno. Quando ho ricevuto l’amplificatore entrambe i trasformatori d’uscita erano bruciati, l’induttanza di filtro era bruciata (carbonizzata per essere precisi) e pure lo strumentino del bias era schioppato come un raudi a capo “danno”. Mi è stato chiesto di riparare l’apparecchio ma l’unica cosa che rimaneva era il cablaggio della parte amplificatore piena di resistenze ad impasto che potevano essere potenzialmente marce e una sezione di alimentazione assemblata da un scimmia da circo che andava disfatta e rifatta da capo. Pezzi originali introvabili o troppo costosi o che si possono recuperare solo smontando un’altro amplificatore uguale.

Ora che ho parlato dei venditori disonesti parlo però di coloro che la memano con i pezzi originali… i pezzi originali di qua e di la, e il suono originale e bla bla bla… allora… Se nel circuito hai una resistenza da 22k ad impasto di carbone che è diventata 38k… VA CAMBIATA! Quello non è suono originale! quella è una resistenza marcia che sballa il funzionamento di tutto il circuito e rischia di provocare guasti e danni… E se per restare originale me la togli e me ne monti una comprata NOS ma marcia tale e quale a quella che hai tolto la situazione non cambia, lo stesso vale per i condensatori che a volte non sono affidabili e vanno verificati e se non sono a posto vanno cambiati… Perchè un’amplificatore in queste condizioni non suona come originale, ma suona come un’amplificatore che ha tutti i componenti deteriorati, finchè suona…

Ho visto cose assurde come gente che compra lotti di resistenze ad impasto di carbone NOS tutte sballate e le mette nel forno “per asciugarle” e contaminare il pollo arrosto con fenolo la volta dopo che la moglie lo userà per cucinare, per l’amor del cielo! hai delle resistenze ad impasto? le misuri a manina, quelle buone le tieni, le altre in discarica c’è poco da fare, se una resistenza è igroscopica e te l’asciughi nel forno quanto pensi resti a posto? tempo 6 mesi e torna sballata come prima.

Probabilmente suona più come l’originale un’amplificatore che è stato riparato con componenti nuovi. Su questa cosa fanno spesso leva per vendere appareccie ha fanno la fine di questo qua.

Infine immagino che in giro ci siano esemplari perfetti etc, ma saranno sempre di meno, e  mi sembra ovvio visto che per ripararli devi cannibalizzarne altri. Questo che ho avuto in mano era ormai ridotto ad uno scheletro spolpato e ormai non valeva la pena pensare troppo ai pezzi originali, e l’ho ricostruito con pezzi nuovi dove non c’era più il pezzo originale, mia scelta condivisa e approvata dal proprietario, quindi chiedo ai soliti uccellacci di chiudere il becco fin da subito.

“Resurrect The Dead”

Ho iniziato il lavoro smontando tutti i trasformatori e l’induttanza, ed eliminando il cablaggio della sezione di alimentazione (fatta dal malandrino)…

… rimanendo con il solo telaio in mano che ho poi sgrassato per bene (non imbrattate di WD40 i circuiti elettronici per carità!!!).

Ho avvolto 2 nuovi trasformatori d’uscita, per l’occasione facendo l’upgrade di un mio modello di listino il 6K6PP34 che è ora ufficialmente obsoleto e sostituito dal 6K6PP34/2 e riavvolto l’induttanza di filtro.

Il trasformatore di alimentazione già non era più il suo originale ma non era guasto e l’ho riutilizzato.

I condensatori originali mancavano del tutto, perchè han pensato di metterne dei nuovi sotto ma non han pensato di lasciare i suoi scollegati e scopo estetico e per tenere chiusi 2 buchi dove potevi entare con le dita a sentire se c’erano i 430volt dell’anodica, quindi ho montato 2 condensatori d’epoca che possono assomigliare ai suoi originali, ovviamente son scollegati.

Poi è venuto il problema dello strumento che serviva per regolare il bias, il suo originale era distrutto e con la bobina mobile bruciata e il commutatore scassato…

Quindi mi sono ingegnato ad adattare uno di questi con la stampa 3D in ABS:

C’è anche un pezzo ch va messo dentro per centrarlo e tenerlo fermo, nella foto sotto come si presenta montato… ok si vede che è un pezzo di plastica ma era o così e niente… La sua funzione la fa perfettamente.

Quindi mi sono messo li e ho ricablato tutto quello che mancava ex novo oltre a sostituire diverse resistenze completamente andate e che saranno sicuramente stata la causa della distruzione dei trasformatori d’uscita… tipo le gridstop sulle griglie delle finali che erano da 1k e misurate erano oltre 15k.

Quindi sono passato alle morsettiere degli altoparlanti, pure quelle tutte scassate…

Sistemate a questo modo…

Dopo una piccola messa a punto della rete di NFB, necessaria in quanto i trasformatori non erano più i suoi ho terminato il lavoro con pieno successo.

Perfettamente funzionante, i dati rilevati sono questi:

Potenza massima 35Watt prima della distorsione e fino a 38 watt prima del clipping effettivo, banda passante circa 6Hz / 60khz -1dB, smorzamento DF fattore 7,3, e distorsione armonica THD a 1 watt dello 0,25%.

Grafico di banda passante

THD

Quadre a 100hz / 1khz / 10khz

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2 Responses to Marantz 8B – Restauro estremo – “Resurrect The Dead”

  • no dico che c’è chi lo fà, non so con quali risultati e sinceramente non ha senso, quando trovi componenti in quelle condizioni vanno gettati via, le resistenza ad impasto oltre ad essere imprecise, instabili e rumorose non hanno nessun pregio particolare se non quello di resistere meglio a picchi di tensione o corrente, a volte le uso (solo perchè le ho in casa e se sono ancora in tolleranza, se no le getto anche se NOS) in punti non critici dei circuiti per scaricare condensatori, celle rc… non mi sognerei mai di metterle in posti dove per dire da loro dipendono le polarizzazioni di valvole etc… che poi succede come tutti i leak et simila che mi portano con le valvole andare in paradiso perchè polarizzare tutte sballate, doppi triodi smatchati perchè le 2 sezioni lavoravano storte etc etc etc

  • Ma allora se mi dici che le R ad impasto essendo igroscopiche potrebbero recuperare il loro valore originale asciugandole in un fornetto a temperatura controllata, si potrebbero poi rivestire con vernici igroscopiche trasparenti resistenti alle temperature e tensioni elevate ?

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Amplificatore Single Ended EL34 – Progetti Liberi

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Raccolgo in questo articolo alcuni progettini di semplici SE con la EL34, se vuoi conoscere i prezzi dei KIT di trasformatori ed eventualmente ad acquistarli per realizzare i progetti presentati in questa pagina visita il Listino KIT.

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Progetto No1: Ricostruzione di un KIT della concorrenza

Riporto le parole di “P” proprietario di questo KIT

Ho comprato a giugno questo amplificatore e devo dire che ha sempre avuto dei problemi! L’idea di comprarlo è partita dal fatto, che qualsiasi amplificatore valvolare semplice senza grandi pretese, suoni meglio di un transistor a pari prezzo. Erano anni che mi mancava un amplificatore di medio-alto livello come avevo prima, ed anche se questo non era di quella fascia, è certamente sempre meglio che ascoltare la musica con gli auricolari sul cellulare! E così è, basta che i componenti e gli schemi siano validi.

Tanto per iniziare sullo schema elettrico c’è riportata una raddrizzatrice e nel kit per fortuna ne arriva una che regge la corrente di tutte e due le EL34. Perchè la 5Y3 riportata nel disegno reggerebbe solo la corrente per una valvola finale! Viene fornita una 5Z3P sostituita da me, dalla Psvane 5U4G Hi-Fi. Mi son scontrato con i problemi di massa perchè un valvolare non è come un normale kit elettronico su pcb. Non sapevo della massa a stella o bus. Contattando uno dei titolari che è ritenuto il “tecnico per le valvole !!!!”, ebbi una risposta scortese quasi gli avessi chiesto 100 euro! Altra chicca di risposta fu che per lui potevo intrecciare qualsiasi filo volessi, quando mi ero informato sui forum che si devono intrecciare i fili dei filamenti! Per loro era solo una questione di estetica, non pratica al fine di evitare disturbi! Per lui i soli problemi erano relativi alle cattive saldature.

Son 30 anni che ho imparato a saldare, quindi credo di sapere come si faccia, non avrò conosciuto le configurazioni stella/bus della massa, ma come si salda si! Tanto per dire a proposito della SUA professionalità, quando lo contattai la seconda volta per riportare i vari problemi, mi dette in pdf lo schema elettrico di un’altra configurazione. Mentre glielo facevo presente al telefono, l’altro socio si accorse che stava rispondendomi un pò alterato e (lo sentivo), lo deve aver invitato a calmarsi. Se si era alzato male erano problemi suoi! Non solo ma il socio più giovane (presumo figlio) gli diceva “Lo vedi che il collegamente è diverso” dandomi ragione. Infatti non solo i collegamenti sullo schema erano diversi (anche se in pochi punti), ma anche il valore di alcuni componenti era diverso. Se mi devi dare uno schema per controllare le tensioni, dammelo di quello che sto assemblando! Mi disse che avrebbe controllato e dopo alcuni minuti mi richiamò, tutto gentile, dicendomi “che lo schema era uguale, ma si poteva avere prestazioni diverse!!!” Evidentemente se l’altro socio glielo faceva presente, tanto uguale non era!

Rifatte le saldature i problemi di massa sparirono, ma se ne sono presentati altri. Fatto presente i nuovi problemi non ho più avuto risposta nemmeno per email, visto che si era arrivati ad agosto e l’assistenza telefonica non era attiva, restava attiva quella per posta elettronica (in teoria!). Scontento ho iniziato a comprare materiale da altri venditori seri, e così ho sostituito gli zoccoli con quelli dorati a tulipano che monta anche la Audio Research. I condensatori di alimentazione sono stati sotituiti da i Mundorf ! Il suono è cambiato notevolmente. Ho usato un cavo in argento per il cablaggio da 1.5mmq, e gli acuti son migliorati molto. Prima erano troppo stridenti per i miei gusti. Per tornare ai problemi, le EL34 della JJ Tesla dopo 3 mesi si son sciupate. Una presentava sul vetro un segno nero a forma di V, sostituite con delle EL34 STR TAD, i problemi di rumori e suoni strani son spariti. (Erano solo problemi di saldatura !??!?!) Anche le valvole preamplificatrici 6N9P sono state cambiate (per mio pura soddisfazione) con delle Raytheon VT229 di produzione RCA del 1943 !!!!! (NOS/NIB) Eccole in foto.

Ora il suono mi piace molto di più. Mi restano solo da cambiare i trasformatori di uscita e quello di alimentazione. In pratica ho rifatto tutto il progetto, e cosa più importante che i trasformatori Single Ended di uscita non si possono montare a banco!!! Come invece viene proposto nel progetto!

In questa storia si mescolano due tipi di problemi: uno dovuto a un progetto con diversi errori e un commerciante che non sa aiutare i suoi clienti (molto probabilmente perchè nemmeno lui è in fondo capace di far funzionare questi kit, se no non si spiegherebbero gli errori negli schemi) e l’altro problema dovuto a un cliente che giustamente è alle prime armi e non sa come risolvere detti i problemi e si esaspera.

Iniziano col vedere lo schema originale del KIT che viene venduto (clicca la miniatura per ingrandire).

Vediamo i vari errori che contiene e che sono segnati all’interno dello schema stesso vicino l’area interessata:

  • Errore 1: I filamenti delle EL34 vengono lasciati flottanti, poco grave ma comunque scorretto.
  • Errore 2: La 5y3gt è troppo piccola per alimentare entrambe i canali di un SE di EL34 polarizzato correttamente in classe A (vedi errore 5).
  • Errore 3: La sezione di alimentazione secondo me non è fatta bene.
  • Errore 4: Se fosse stato progettato bene 2 triodi di UNA SOLA (e intera) 6N9p avrebbero trovato posto all’ingresso col loro filamento riferito a massa, mentre altri 2 triodi di UN’ALTRA (e intera) 6N9p sarebbero stati sollevati da massa, con un’altro secondario per il filamento dedicato e sollevato da massa con detto partitore, usando una sola singola 6N9p per entrambe i triodi dell’SRPP di un solo canale purtroppo si sforano i limiti di isolamento filamento catodo della valvola, infatti poi queste valvole si sono danneggiate. Vedi soluzione 1
  • Errore 5: Il valore della resistenza (330ohm) imposta una corrente di bias di 50mA (forse per non far saltare la raddrizzatrice) utilizzando un trasformatore con impedenza nominale di 3K si limita la potenza effettiva erogabile a “calcolati” 4,5Watt RMS, vedi approfondimento.
  • Errore 6: Il condensatore da 220uF è troppo piccolo, questo è un’errore frequente che quasi tutti commettono, perchè si limitano a prendere spunti da schemi d’epoca dove le capacità di bypass catodico erano abbastanza risicate perchè all’epoca non erano disponibili grosse capacità, perchè tanto i trasformatori d’uscita non scendevano mai in basso per davvero, perchè se ne fregavano dei problemi delle rotazioni di fase. Al giorno d’oggi è meglio usare capacità sostenute per evitare degenerazioni locali alle basse frequenze che oltretutto sono fortemente ritardate e quindi causano forti rotazioni. 2200uF è invece un valore ragionevole.
  • Errore 7: Il tasso di feedback con la resistenza da 100k è talmente minuto che tanto vale eliminare completamente questa resistenza, è sperimentato da “P” che aumentando il tasso di feedback su questo circuito causa problemi a non finire, compresi inneschi di motorboat che facevano oscillare i coni delle casse a frequenza infrasonica, questo per colpa della sezione di alimentazione e delle finali che lavoravano in classe AB.

*Approfondimento, questa è la simulazione spice del circuito ufficiale alimentato alla plausibile tensione di 270volt:

Come si vede dall’oscillogramma il finale così configurato giunge in clipping con un’ampiezza di 17,12Vpp e facendo 2 conti sono appunto 4,57Watt RMS. Ammetto di non aver misurato l’apparecchio reale assemblato ma LTSpice è un software affidabile nel 99% dei casi. Reputo impossibile ottenere 13Watt RMS da una sola EL34 in SE se non mandandola oltre la dissipazione di targa o misurando la potenza in clipping profondo.

*Soluzione1: nel mio schema (vedi sotto) ho fatto un partitore con resistenze da 10Megaohm e un condensatore da 1000pF, in questo modo il circuito del filamento è quasi flottante, la corrente di perdita possibile dal catodo verso il suo filamento fino a massa è limitata a meno di 100 micro amper, l’unica scarica possibile e da un catodo verso l’altro attraverso il filamento, ma in questo caso l’isolamento raddoppia e in sostanza la valvola è salva. Ci tengo a far presente che una delle bellissime 6SL7 NOS comprate da “P” nel circuito originale ha subito un danno nel vernir montata nel circuito “originario”, ora all’accensione ha sempre un catodo cortocircuitato al filamento, difetto che se ne và tando alcune bottarelle alla valvola che poi funziona fino a quando non viene spenta e purtroppo sarebbe bene sostituire.

Al cliente è poi stato detto che intrecciare i fili è solo una questione estetica ma è assolutamente falso, i fili dei filamenti in AC vanno intrecciati, il circuito va cablato BENE! Il cliente sempre ha affermato che trasformatori d’uscita SE non possono essere montati a banco, questo in effetti è abbastanza vero, essendo i trasformatori SE traferrati è necessario che siano serrati in fabbrica con le loro calotte e le viti che li tengono assieme non vengano mosse per evitare che la fila di “I” non si muova, si può mettere una “E” a rovescia e contare sull’efficacia collante della resina con cui si impregna il trasformatore ma reputo anche io parecchio sconveniente questo tipo di montaggio.

Dove ha sbagliato il cliente? questa non è una critica a lui o a qualsiasi altro auto costruttore hobbysta alle prime armi che arrivi qui a leggere questo articolo.

Come prevedibile una persona che per la prima volta monta un circuito in aria difficilmente farà un buon cablaggio, io ho imparato a farlo col tempo e con l’esperienza, ormai cablo ad intuito e io stesso trovo difficile spiegare ad altri come faccio. “P” ha fatto l’errore di iniziare a comprare componenti costosi, condensatori, valvole, cavo di argento ed infine è arrivato anche da me chiedendomi un set di trasformatori che gli ho venduto senza conoscere tutti i retroscena, mi ha chiesto poi aiuto per email e ho cercato di dargliela come potevo alla fine non sono riuscito a guidarlo, perchè per insegnare queste cose bisognerebbe essere nella stessa stanza, davanti all’apparecchio col saldatore in mano. Per email, almeno per le mie capacità comunicative, non ci sono riuscito. Quindi alla fine ho chiesto a “P” di spedirmi l’apparecchio per vedere di sistemarlo una volta per tutte perchè poveretto ormai era come se l’avesse comprato 2 o 3 volte.

Ricevo quindi il telaio con tutti i componenti, valvole, i miei trasformatori e quelli originali del KIT. Butto giù un progettino su LTspice che possa riutilizzare al massimo i componenti disponibili senza aggiungerne altri per quanto possibile almeno. Ho misurato giusto per accertarmi di come funzionassero i trasformatori d’uscita originali del kit e il risultato è questo (la scala verticale è di 5dB per quadretto):

Mentre questo è lo schema premium che ho deciso di andare a realizzare sulla falsa riga dell’originale, i trasformatori di uscita sono i miei SE2K-EL34 da 2k (al posto dei 3k originali) che sicuramente mi avrebbero permesso di far funzionare la EL34 in modo ottimale, rispettando per altro le semplici indicazioni del datasheet: carico 2K bias a 100mA con 250volt di placca.

Ci tengo a precisare che lo schema è quello definitivamente montato e messo a punto da ME, con i MIEI trasformatori e il MIO cablaggio, la rete di feedback formata dai resistori R21/R31 e dai condensatori C12/C19, nonchè R17/C13 e R24/C20 (che impediscono ritorni di griglia) sono strettamente legati al trasformatore d’uscita e al cablaggio, consiglio a chiunque si accinga ad assemblare questo schema di procurarsi almeno i miei trasformatori d’uscita e dall’eseguire il primo collaudo con il segnale di feedback sconnesso e di assicurarsi che il circuito sia stabile quando lo connette. I valori di C12/C19/C13/C20 potrebbero necessitare ritocchi in base al cablaggio mentre i valori di R31/R21 decidono il tasso di controreazione potrebbero dover essere modificati con trasformatori diversi. R10 ed R27 sono da 135ohm, non è un’errore, esistono resistenze da 135ohm ! e questo è il valore ottimale per polarizzare in perfetta classe A le EL34 con le tensioni di questo schema, chi non trovasse la resistenza del valore preciso può mettere in serie una resistenza da 120 con una da 15ohm.

Mi è stato chiesto di abbellire anche l’estetica dell’amplificatore già che c’ero. Smonto tutto quanto era stato cablato, molti componenti erano sciupati e da buttare via, il telaio aveva già subito modifiche e forature e non reputavo nemmeno la disposizione simmetrica dei trasformatori buona per effettuare un cablaggio ottimale, io preferisco sempre mettere la sezione di alimentazione da una parte e cablare i 2 canali vicini, per accorciare al massimo tutte le connessioni, specialmente quelle che vanno dalle boccole RCA al potenziometro e da quei ai canali. Ho quindi rappezzato la cima del telaio con una lamiera di alluminio che ho poi forato e rivettato prima di portare il tutto a verniciare.

E prodotto una base di montaggio in bachelite, fissare la roba alla lamiera da pessimi risultati è scomodo e non mi piace. PS gli zoccoli a pulipano non mi sono piaciuti per niente, fissare i componenti a dei perni è proprio scomodo, zoccoli con la paglietta forata sono molto più comodi.

Quindi ho cablato tutto…

Ho recuperato tutti i condensatori elettrolitici mundorf comprati dal cliente, le resistenza sono tutte nuove, ho aggiunto altri componenti di pregio come dei carta olio militari USA Westing House nell’accoppiamento tra driver e finale, elettrolitici NOS ’70 sotto i catodi. Ho poi realizzato una mascherina decorativa in legno invecchiato artificialmente, me viti arrugginite invece sono realmente antiche (solo decorative, non tengono fissato nulla). La manopola è stata realizzata in ottone al tornio e poi brunita con un prodotto chimico apposito.

Dati strumentali:

Potenza: 7Watt RMS per canale
: THD rileva a 1khz 1 watt su carico resistivo 0,11%
Banda passante: 18Hz / 90khz -1dB
 DF: 5,7

Grafico della banda passante (scala verticale 1dB quadretto)

Onda quadra a 100Hz

Quadra a 1khz

Quadra a 10khz

Analisi di spettro (scala verticale 20dB quadretto) fondamentale a 1khz

Scrivo questa recensione sul mio amplificatore costruito sullo schema realizzato da Stefano Bianchini.

Come scrivevo nella parte citata da Stefano a proposito del suo articolo sulla costruzione dell’amplificatore, ho sempre pensato che un valvolare suonasse meglio di qualsiasi cosa. Ora posso dire con soddisfazione che è veramente così. Un amico tempo fa mi disse “la prima volta che entrai in un negozio e sentii un valvolare, udii dei suoni che non avevo mai sentito” Devo dire che è proprio così. Ascoltando i cd che conosco da decenni in alcuni casi, il suono che esce dalle casse non è quello che mi ricordavo. Premetto che io sono stato uno dei tanti clienti di Stefano, ma non ho ne rapporti di parentela ne altro. Purtroppo quando iniziai a studiare elettronica, le valvole erano già sul viale del tramonto per la “massa”, e quindi non furono trattate nel programma di studio. Ma per fortuna ho trovato chi ha saputo cablare per me! Per quanto riguarda il primo ascolto devo dire che son rimasto folgorato dalla pulizia del suono, e da come ogni strumento dal più presente al più tenue a livello sonoro, siano ognuno al proprio posto. Prima il suono era molto impastato. Ora invece il suono è pulito e molto dettagliato! Il timore di Stefano è che con tutti i condensatori Mundorf che ci sono, fosse troppo accentuato sugli acuti. Devo dire che sentendolo con le mie casse Yamaha NS-10 (monitor da studio) è perfetto. I piatti della batteria sono brillanti al punto giusto. Ho sempre odiato il suono che usciva da certi amplificatori, che mettevano poco in risalto i piatti. Ai vecchi tempi ascoltavo con le Sonus Faber Extrema Amator, ed il DSP-A1 (7+1 canali) Yamaha. Se potessi usare le sonus faber chissà che risate mi farei! Si ho solo 8 W per canale di potenza ma secondo me ci sarebbe poco da scherzare! Per ora le casse sono da un amico chissà che non ce la faccia a riprenderle. Ma ora passo a descrivere pur non essendo facile cosa esce dalle Yamaha (che ho sempre avuto anche ai tempi delle Sonus Faber).

Tanto per iniziare, dal cd The Ultimate Collection di Sade ho ascoltato:
Hang On To Your Love: suono dettagliatissimo piatti della batteria brillanti bel soundstage!
Cherish The Day: trilli dalla cassa sinistra favolosi, ogni strumento dalla chitarra al basso che arriva dopo è al suo posto!
Never As Good As The First Time: basso molto focalizzato, anche qui piatti e trilli dettagliati. Poi la voce di Sade non ha bisogno di pubblicità.

Metallica: Dal cd “THE BLACK ALBUM” a tutti quelli registrati da Bob Rock esce un suono sopra la norma ! La voce di Hetfield ha un suo fascino particolare. La batteria di Lars con i suoi piatti ed il suo rullante che è quasi una sua firma, non ha bisogno di presentazioni. Finalmente il basso è dietro ma c’è!

Gun’s ‘N Roses: Appetite For Destruction edizione dorata Original Master Recording, stessa storia dei Metallica. Suono ben dettagliato benchè sia un disco che ha ormai i suoi anni. Batteria e voce sempre presenti, Duff McKagan è dietro ma molto presente. Slash ed Izzy la fanno da padrone.

È come se fossi stato invitato ad una sessione di prove del gruppo e fossi stato l’unico spettatore. Il suono in generale per tutti i cd ascoltati e tutti i generi, è come un’immagine elaborata con Photoshop, dove ogni strumento è su un suo “layer” e nessuno copre l’altro!

Bella Paradise City: bella all’inizio con i coristi e le chitarre arpeggiate.

Come non citare Sweet Child ‘O Mine: Slash credo di non averlo mai sentito così, anzi ne son sicuro!

Rocket Queen: ha un basso favoloso. Forse la partitura più dettagliata di tutto il disco.

Mario Biondi The Best Of Soul: Qui che dire, voce strepitosa a dir poco. Sembra di essere in un piano bar ed ascoltare una esibizione in privato.

Do You Feel Like I Feel: voce favolosa.

A Handful Of Soul: è puro Jazz al 100%

Gratitude: voce molto profonda e richiama a tratti Older di George Michael. Piatti e tromba molto dettagliati.

On Up Your Eyes: durante l’intro quando si sente l’annuncio del volo all’aeroporto sotto si sente la voce dei turisti che parlano. (Mai udita prima)

All I Want Is You: il piano è bellissimo.

Love Is A Temple: c’è un suono che richiama quasi lo schiocco delle dita, che è degno di nota.

Passiamo alle munizioni pesanti…

Adele 21: Turning Tables, pianoforte molto presente che non copre i violini. Adele sembra quasi sia appoggiata al piano mentre canta. A 2:03 minuti voce leggermente graffiante ma al punto giusto. Morbida al contempo. A 3:24 quando dice Goodbye la voce ha una trama favolosa.

One And Only: si sente chiaramente lei che canta davanti al piano. Veramente bella.

Someone like You: dalla voce al piano non ci sono veramente paragoni con altri amplificatori che ho sentito.

Anastacia Freak Of Nature: Ho ascoltato il cd e non ho deciso di citare nessun brano perchè suona bene. Ho sempre trovato la voce della cantante un pò esosa con il suo “uaaahhhh” marcato. Ora è molto più controllata e piacevole. Anche lei non ha bisogno di presentazioni, specialmente quando prende il volo!

Cito Dolores ‘O Riordan (una perdita per l’umanità) con i the Cranberries. Penso che chi l’ha ascoltata almeno una volta riconoscerebbe subito il suo cantare in stile irlandese. I suoi gorgheggi son strepitosi. Dal cd Something Else ho ascoltato Linger, Rupture ed Ode to My Family in versione austica. Violini veramente belli che accompagnano le chitarre e la voce di Dolores.

Il cd 1’S di Mariah Carey… non ha bisogno di presentazioni. Va solo ascoltato con un valvolare. My All, Emotions, Love Takes Time, etc non son descrivibili a parole purtroppo.

Ho usato anche vari cd Chesky, dal Gold Stereo And Surround Setup Disc, Al 2K Sampler, a Rebecca Pidgeon e tutti quelli che mi dimentico e che ancora non ho provato.

Adesso posso veramente chiudere questa piccola recensione. Se le persone invece di ignorare le valvole avessero ignorato i lettori mp3 tra i primi l’iPad il futuro dell’audio sarebbe stato molto più roseo. Invece il futuro è tornare ai vinili che non suoneranno mai come un cd! con i suoi fruscii salti della testina etc, e con mp3 in vendita online. Perchè alla massa ignorante basta questo come termine di paragone per l’audio, un mp3! Con quello che si spende per un iPhone anzi meno io mi son trovato un amplificatore che suona come avrei sempre voluto. Come speravo nella mia immaginazione che dovesse suonare un valvolare.

C’è voluto del tempo ma ce l’ho fatta!

Piccola nota di SB-LAB, non sono le valvole belle o i fili di argento che fanno suonare bene un’amplificatore, ma la qualità dei trasformatori, dei condensatori e la cura del progetto prima e la cura nella messa a punto dopo aver assemblato, senza questa cura si possono montare i più costosi dei componenti che si avranno sempre e solo risultati scadenti.


Progetto No2: Rescue34 – Ora versione 2.0!

Ho realizzato questo il progetto di amplificatorino con le EL34 per accontentare le tante persone che mi chiedono di pubblicare uno schemetto che usi questa valvola. Lo schema è quanto più semplice possibile per un montaggio facile da realizzare.

Dopo 7 anni dalla pubblicazione di questo progetto  ho voluto fare un’upgrade di questo progetto per un cliente che aveva realizzato la vecchia versione in passato e si accingeva alla realizzazione di un secondo esemplare. Ho preso la palla al balzo visto che non vendo più il vecchio SE2K-EL34 in quanto è stato sostituito dall’SE2K-EL34/2, ne ho approfittato anche per svecchiare lo schema con qualche miglioria frutto dell’esperienza degli ultimi anni. Questo progetto differisce dal (precedente presentato sempre in questa pagina) per alcune cose:

  • Raddrizzamento con valvola GZ34 invece che 5U4GB.
  • 2 induttanze di filtro separate per canale invece di una unica per entrambe.
  • Una sola 6SL7GT caricata a CSS invece che un SRPP con due 6SL7GT.

Ecco lo schema premium (clicca per ingrandire).

Il montaggio del cliente (versione 2.0)

Ti allego qualche altra foto e una descrizione del lavoro fatto, grazie per tutto il supporto che mi hai dato.

Marco

Ho assemblato questo amplificatore utilizzando un kit trasformatori di alimentazione, induttanze e trasformatori di uscita (SE2K-EL34/2) fornito da Stefano. Lo chassis è stato realizzato in noce ed il pannello sui cui sono montati gli zoccoli delle valvole e i trasformatori è in alluminio composito Dbond. Ho realizzato il circuito su basetta millefori, lo schema (che è una precedente versione di quello per quel kit di trasformatori) prevede un doppio triodo 6SL7 che pilota i due canali single-ended di EL34 ed è dotato di NFB. Dopo l’assemblaggio e le prime prove, ho avuto utili consigli da Stefano per migliorare il fattore di smorzamento (avendo misurato un valore di circa 3) e poter pilotare l’ampli già con segnali di ingresso di 2-3Vpp. Lo stadio del pre è stato quindi modificato utilizzando un caricamento in CCS in luogo della resistenza anodica e sono state apportate anche altre modifiche al circuito: il fattore di smorzamento è passato a 6,2! Con questa configurazione ho misurato una potenza erogata (ben lontano dal clipping) di 4,8W per canale con un segnale di ingresso sinusoidale a 1KHz di ampiezza pari a 2Vpp. Direi che sono molto soddisfatto del risultato ottenuto. Apprezzo in particolare, rispetto alle prime prove effettuate, la capacità dell’ampli di tenere a freno i woofer della coppia di Pioneer CS-565 che possiedo. Un sentito ringraziamento a Stefano per la qualità dei suoi trasformatori e i preziosi suggerimenti che con tempestività e competenza mi ha saputo dare!

Il vecchio montaggio V1.0

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Le EL34 e la GZ34 montate sono della jj, le ho messe perchè me le hanno date, ma montate possibilmente qualcosa di un pò meglio. La dissipazione a riposo l’ho tenuta un pelo più bassa (22 watt) rispetto la massima ammessa (25) per evitare problemi con certe valvole attuali che sono un pò scarse.

Disegni CAD del Mobile

esploso

Io ho fatto fare un mobile di alluminio piegato e poi mi sono arrangiato alla vecchia maniera per i fori, allego qui sotto lo zip con il file in formato freecad + file step delle parti in metallo, il disegno è sotto gpl3 chi vi apportasse modifiche come l’inserimento delle forature è pregato di farmi riavere i disegni modificati in un formato di file opensource.

Case Rescue34

Commento del proprietario:

Ciao l’amplificatore suona benissimo. Anche con i cavetti d’ingresso scollegati oppure collegati con la sorgente di segnale spenta e il volume al massimo non si sente il benchè minimo ronzio.

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2 Responses to Amplificatore Single Ended EL34 – Progetti Liberi

  • salve, sono affascinato dal tuo progetto…vorrei realizzarlo ma lo schema se clicco non si apre in maniera definita pertanto non si capisce nulla…potresti inviarmi per mail lo schema finale per realizzare il progetto? Grazie tante
    Andrea

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Graaf GM20 – Amplificatore OTL 6C33 – Revisione, re-tubing, tarature e risoluzione ronzii

Questo GM20 mi è stato portato funzionante e in condizioni di originalità, mai nessun componente cambiato da quando era stato costruito nel 1996, con la richiesta di una revisione generale. In poco tempo ho notato che praticamente tutti gli elettrolitici erano bassi valore, sia quelli sulla scheda che i 4 grossi kendeil.

Ho quindi dovuto smontare l’intero PCB per la sostituzione.

Ne ho approfittato anche per pulirlo bene dalla polvere e dallo sporco accumulato in 25 anni, nella foto si vedono i 4 condensatori che in assoluto hanno sofferto di più…

Ne approfitto ora per per mettere in guarda i possessori dei GM20 da alcuni ciarlatani che partono e vogliono “rinfrescare” tutto l’amplificatore, sostituendo non solo gli elettrolitici secchi, ma anche tutti i condesatori e film e le resistenze. Non fateglielo fare, sottraete loro l’apparecchio prima che ci mettano le mani! Prima di tutto il tipo di resistenze usate sono di altissima qualità, inoltre Mariani soventemente le selezionava anche. Una resistenza se non palesemente bruciata, e non di tipo a impasto di carbone (non ce ne sono nel GM20 ad impasto di carbone) non degrada col tempo e non ha bisogno di essere cambiata perchè “è vecchia” … Stesso discorso vale per i condensatori ICEL al polipropilene, anche questi sono componenti di alta qualità e che venivano selezionati uno per uno e che se non palesemente guasti (in corto) non hanno bisogno di essere cambiati perchè anche loro non invecchiano! E sopratutto non fatevi trascinare dalla gente che dice “eh ma sono quei condensatori industriali galli, mettici dei mundorf/jensen o chissà cos’altro… Gli icel selezionati da Mariani sono indistinguibili dai migliori bottiglioni polipropilene che potete trovare sul mercato della roba HiFi.

Foto del PCB di una GM20 che ha subito l’inutile sostituzione di tutti i condensatori originali icel selezionati uno per uno manualmente da mariani e perfettamente funzionanti, con condensatori audyncap “quelli che c’erano nel cassetto”…

Finita la sostituzione dei condensatori e rimontata la scheda ho proceduto con il collaudo e la taratura del bias e dell’offset. Ora per rispondere ad una domanda frequente su questo apparecchio: No non si può modificarlo per funzionare con bias automatico.

Un problema soventemente lamentato dai possessori di GM20 è che è necessario ritarare molto di frequente il bias e l’offset perchè l’amplificatore inizia a ronzare. Il problema è dovuto al fatto che al tempo in cui fu progettato erano presenti sul mercato delle 6C33 di qualità di gran lunga migliore a quelle che si trovano attualmente. Mariani le selezionava in modo molto accurato scartando quelle che non reggessero 1kV di isolamento interno tra gli elettrodi e che non mostrassero corti provvisori se picchiate con un martello in pelle (che ho visto personalmente), oltre a questa prima selezione decine di valvole venivano prima rodate su un grosso telaio dove rimanevano accese e alimentate per 1 settimana e poi in fine abbinate in coppia. Si dice che i GM20 con le valvole da lui selezionate arrivassero a 20 anni senza bisogno di un cambio di valvole o ritocchi dei trimmer.

Con le 6C33 che si trovano attualmente purtroppo non è più possibile, quelle che vengono vendute come coppie match durano abbinate a volte meno di 1 settiama e poi diventa impossibile riuscire a fare la regolazione dell’offset perchè variano veramente tanto di valore nel primo rodaggio (che avviene dentro all’amplificatore) da renderlo impossibile. Proprio per questo motivo ho pubblicato il progetto di un tester per 6C33 che possa aiutare i possessori di GM20 a ri-selezionare autonomamente le 6C33 in loro possesso.

Infatti è assolutamente sbagliato gettare via le coppie di 6C33 che non si abbinano più! Come detto le 6C33 sono valvole che durante il rodaggio e la loro vita utile cambiano valori in modo molto forte e deciso, ma questo non significa che siano guaste o esaurite, al contrario! Dopo un certo periodo di assestamento tendenzialmente stanno più ferme, quindi il concetto è quello di tenere da conto le valvole che non matchano più e poi pian piano che ne mettete da parte iniziare a cercare nuovi match tra quelle usate che vi restano per formare nuove coppie da rimontare nel GM20. Lo so che è seccante ma chi vende 6C33 oggi giorno, non le roda (o non le roda abbastanza a lungo) prima di selezionarle e la selezione tra 2 valvole nuove è destinata a svanire in poco tempo. Fin’ora l’esperienza di coloro che hanno realizzato il mio tester per 6C33 è che le nuove coppie formate con le valvole inizialmente scartate apparentemente stiano reggendo molto più a lungo di quanto non facessero le coppie di valvole comprate nuove.

Come regolare il BIAS e l’OFFSET del GM20

Dichiarazione di non responsabilità: non aprire il tuo amplificatore a meno che tu non sappia cosa stai facendo! Gli amplificatori a valvole funzionano con tensioni letali che possono rimanere nell’amplificatore anche dopo averlo scollegato dalla rete. Se non sai come lavorare in sicurezza sul tuo amplificatore, non provarci. Chiedi ad un tecnico di aiutarti. Se tu muori o il tuo amplificatore si guasta, non ne sono responsabile. Clicca qui per approfondire.

Il GM-20 è un amplificatore dal suono bellissimo, ma è molto importante regolare il bias e l’offset una volta ogni tanto. Sempre quando cambi le valvole. Può essere un pò complicato all’inizio, ma dopo un pò di pratica, è un gioco da ragazzi. Quando esegui le regolazioni, lavorerai all’interno dell’amplificatore e avrai bisogno di una chiave a brugola per aprire il coperchio inferiore, un piccolo cacciavite piatto per eseguire le regolazioni e un multimetro per leggere le tensioni.

Ribaldate l’amplificatore a pancia in sù e aprite il coperchio.

Procuratevi una coppia di resistenze da una decina di watt di valore compreso tra 22 e 33ohm e collegatele ai morsetti degli altoparlanti perchè non è sicuro accendere un OTL senza carico.

Accendete l’amplificatore e lasciatelo scaldare, all’interno troverete i test point sui quali leggere la tensione del bias, su altre guide dicono che è molto scomodo tenere fermi i puntali del tester mentre si cerca di regolare il trimmer. Io aggiungo che è anche rischioso perchè i puntali potrebbero scapparvi… Ma c’è una buona notizia: tutti coloro che hanno fatto altre guide sulla taratura del GM20 non si sono accorti che i 2 punti del test point fanno capo a una resistenza posta a meno di 1 centimetro da essi e detta resistenza è grossa e rialzata appositamente dal PCB, quindi ignorate i testpoint, procuratevi 2 cavi per il tester terminati e coccodrillo e attaccatevi sopra la resistenza direttamente, così avrete le mani libere!!!

Col tester nella scala dei 200mV dovrete regolare il trimmer “BIAS” fino a leggere 30mV. Poi dovrete collegarvi sui morsetti degli altoparlanti, ai capi delle resistenza che avete collegato come zavorra e regolare il trimmer “OFFSET” fino a leggere un valore prossimo a zero. Fate la stessa cosa per entrambe i canali. Lasciate l’amplificatore acceso mezz’ora 40 minuti, perchè le 6C33 ci mettono un casso di tempo ad andare completamente in temperatura e ricontrollate ogni tanto, ritoccando i valori a puntino.

Problemi ronzio o suono basso sugli ingressi bilanciati

Un difetto che ho osservato spesso sul GM sono gli ingressi bilanciati con problemi di funzionamento quali suono basso o basso solo su un canale, ronzio, un canale muto e via discorrendo. Più spesso su apparecchi che avevano già subito riparazioni o manomissioni, il video sotto è esplicativo:

Spiegazione: purtroppo un errore progettuale del GM20 risiede nel fatto che la scheda PCB praticamente entra al pelo nel suo cabinet, in alcuni esemplari (per via delle tolleranze) non passa proprio anche se di poco. Per inserirla e estrarla è quasi sempre necessario l’uso della forza, forza che si va a scaricare adosso i connettori XLR in quanto è proprio per loro che la scheda non entra agilmente. Per questo motivo spesso gli apparecchi che subiscono riparazioni o smanettamenti ad un certo punto vanno in contro a guasti dei connettori stessi che poi vanno sostituiti.

Problema di ronzio irrisolvibile sul GM20

A volte alcuni GM20 iniziano a soffrire di un problema di ronzio persistente ad un canale (o entrambe) che sembra non risolversi cambiando le valvole o ritarando bias e offset, in questo caso il guasto e da attribuirsi alle 2 “induttanze” che potete vedere in foto.

Ho virgolettato “induttanze” perchè non sono induttanze, so come sono fatte dentro ma non possedendo lo schema dell’apparecchio mi è oscuro il principio di funzionamento di questi 2 oggetti, fatto sta però che è apparso evidente che a volte uno degli avvolgimenti interni di questi oggetti si interrompe e quando avviene inizia a presentarsi ronzio in altoparlante nel canale con il guasto o in entrambe i canali. Anche qui i riparatori si sbizzarriscono…

Da esperienze di utenti è emerso anche di solito quando si guasta la prima entro breve si guasterà anche la seconda. Ho provveduto già alcuni anni fà a realizzare il clone di queste induttanze partendo da un’originale, consultare questa pagina per maggiori informazioni.

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3 Responses to Graaf GM20 – Amplificatore OTL 6C33 – Revisione, re-tubing, tarature e risoluzione ronzii

  • Ho dato in riparazione il mio GM20 perché non era funzionante un canale. Stefano me lo ha riparato perfettamente con la sua solita maestria e competenza. Credo che in Italia non esista nessun’altro che possa riparare gli ampli Graaf come sa fare Stefano!! Come sempre, consigliatissimo.

  • I received the 4071 chokes for my Graaf GM20, fast and in perfect packing condition. The product is constructed absolutely professional, like the original and it worked perfectly. Stefano gave me also whatever advice I asked for. Thanks Stefano!!!

  • Grazie per l’intervento sul mio GM20 con XLR guasta. Ora tutto funziona benissimo e finalmente posso avere una catena tutta bilanciata! Come al solito hai fatto uno dei tuoi piccoli miracoli!

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