Cablaggio in aria VS Circuito stampato, quale è meglio ?

Desidero smentire alcuni preconcetti diffusi nel mondo degli audiofili riguardo al cablaggio in aria o “point to point”, spesso considerato come il metodo migliore per ottenere un suono superiore. La realtà, tuttavia, è che le differenze tra un amplificatore cablato in aria e uno montato su circuito stampato non sono necessariamente quelle che molti si aspettano. È importante analizzare criticamente i vantaggi e gli svantaggi di entrambi i metodi, poiché la letteratura sull’autocostruzione audiofila spesso si limita ad idealizzazioni superficiali, come “suona meglio” o “suona peggio”.

Il cablaggio in aria, o “point to point”, è un metodo tradizionale di assemblaggio dei componenti e dei collegamenti elettrici di un amplificatore. Questo approccio coinvolge il collegamento diretto dei componenti utilizzando fili e saldature senza l’uso di un circuito stampato. Molti sostenitori di questo metodo ritengono che il cablaggio in aria offra una maggiore purezza del segnale, riduca le interferenze e permetta una maggiore personalizzazione dell’amplificatore.

D’altro canto, il montaggio su circuito stampato è diventato lo standard nell’industria elettronica per molti motivi validi. I circuiti stampati consentono una maggiore precisione nella disposizione dei componenti e dei collegamenti, riducendo potenzialmente il rumore e l’interferenza. Inoltre, semplificano il processo di produzione in serie, riducendo i costi e migliorando l’affidabilità. È importante notare che entrambi i metodi hanno vantaggi e svantaggi specifici. Il cablaggio in aria può offrire una maggiore flessibilità e possibilità di personalizzazione, consentendo modifiche e aggiunte più facili. Tuttavia, richiede una maggiore attenzione e precisione nella realizzazione, e può essere più soggetto a problemi di contatti instabili o interferenze elettromagnetiche. D’altro canto, il montaggio su circuito stampato offre una maggiore ripetibilità e una migliore gestione termica grazie alla progettazione ottimizzata dei percorsi dei segnali. Inoltre, riduce la possibilità di errori umani nella fase di assemblaggio. Tuttavia, può limitare la flessibilità e la personalizzazione dell’amplificatore, rendendo le modifiche più complesse.

Partendo dalle origini dell’elettronica, il cablaggio in aria è un metodo di assemblaggio che ha radici molto antiche. Nei primi tempi dell’elettronica, i componenti che compongono il circuito venivano fissati manualmente a un telaio o a delle morsettiere, e le connessioni elettriche venivano realizzate tramite fili saldati uno per uno. Questo approccio è ampiamente visibile nelle radio d’epoca e in molti altri dispositivi dell’epoca.

Il cablaggio in aria ha avuto successo perché era una soluzione pratica ed efficace per realizzare i circuiti elettronici di quei tempi. La mancanza di tecnologie più avanzate, come i circuiti stampati, ha reso il cablaggio in aria il metodo dominante per l’assemblaggio dei componenti e dei collegamenti.

Le radio d’epoca rappresentano un esempio emblematico di come il cablaggio in aria veniva utilizzato ampiamente. I componenti, come le valvole termoioniche, i condensatori e le resistenze, venivano montati su un telaio o su una struttura solida. Le connessioni tra i componenti venivano realizzate tramite fili isolati, che venivano manualmente saldati ai terminali dei componenti e interconnessi tra loro per formare il circuito completo.

Questo metodo di cablaggio offriva una grande flessibilità e la possibilità di personalizzazione. Era relativamente semplice apportare modifiche al circuito o sostituire componenti difettosi. Tuttavia, con l’avanzare della tecnologia elettronica, l’introduzione dei circuiti stampati ha gradualmente sostituito il cablaggio in aria come metodo predominante di assemblaggio. I circuiti stampati offrono una maggiore precisione nella disposizione dei componenti, riducono le interferenze elettromagnetiche, semplificano la produzione in serie e consentono un’ottimizzazione dei percorsi dei segnali. Nonostante ciò, il cablaggio in aria ha ancora il suo fascino e viene utilizzato in contesti specifici, come nell’autocostruzione di amplificatori o strumenti musicali vintage, dove si cerca di replicare l’estetica e la sonorità dell’elettronica classica.

Costruire un circuito utilizzando il metodo del cablaggio in aria richiede un impegno significativo in termini di abilità e tempo. È un processo che richiede precisione e attenzione ai dettagli. Inoltre, diventa particolarmente difficile quando si deve replicare lo stesso circuito su più apparecchi in modo perfettamente identico. Durante un certo periodo storico, il cablaggio in aria rappresentava l’unico modo disponibile per costruire qualsiasi tipo di apparecchio elettronico.

È interessante notare che i circuiti stampati, come li conosciamo oggi, hanno fatto la loro comparsa durante la Seconda Guerra Mondiale. Furono utilizzati per la realizzazione di dispositivi come gli inneschi di prossimità dei proiettili di artiglieria. Inizialmente, questa tecnologia era principalmente impiegata a scopi militari o in applicazioni che richiedevano una costruzione estremamente precisa, come i primi computer.

I circuiti stampati consentivano di ottenere una disposizione ordinata dei componenti e delle tracce conduttive su un unico supporto, spesso realizzato in materiali isolanti come la bachelite. Questo permetteva una maggiore affidabilità e una riduzione delle interferenze elettromagnetiche. Con il tempo, questa tecnologia si è evoluta, diventando uno standard nell’industria elettronica grazie ai numerosi vantaggi che offriva.

Tuttavia, il cablaggio in aria conserva ancora il suo valore e la sua importanza in alcuni ambiti specifici. L’autocostruzione di amplificatori e strumenti musicali vintage, ad esempio, spesso sfrutta il cablaggio in aria per replicare l’estetica dell’elettronica classica. In questi casi, la scelta del cablaggio in aria può essere dettata da considerazioni estetiche e storiche.

In conclusione, sebbene il cablaggio in aria richieda un maggiore impegno e tempo rispetto ai circuiti stampati, rappresenta comunque una pratica di grande rilevanza storica nell’evoluzione dell’elettronica. I circuiti stampati hanno progressivamente preso il sopravvento grazie alla loro precisione, ripetibilità e alle numerose applicazioni pratiche che offrono.

Il vantaggio principale dell’utilizzo dei circuiti stampati (PCB) è la facilità di replicare molti pezzi identici in modo efficiente e veloce. Questo è particolarmente vantaggioso quando si desidera produrre in serie apparecchiature elettroniche, poiché consente di ottenere una coerenza e una ripetibilità elevate nella produzione. Invece di dover leggere lo schema e cablare manualmente ogni connessione, gli operatori possono semplicemente inserire i componenti nella scheda e saldarli, riducendo notevolmente i tempi di assemblaggio.

Passando al mondo degli amplificatori audio a valvole, la scelta tra il cablaggio in aria e il PCB dipende da diversi fattori, tra cui il livello di personalizzazione desiderato, le competenze dell’assemblatore e l’estetica desiderata.

Il cablaggio in aria è spesso preferito dagli audiofili e dagli appassionati di amplificatori a valvole per diverse ragioni. Questo metodo consente una maggiore flessibilità nel posizionamento dei componenti, nel routing dei fili e nella scelta dei materiali utilizzati. Il cablaggio in aria offre anche la possibilità di apportare facilmente modifiche, aggiunte o personalizzazioni al circuito.

D’altra parte, l’uso di PCB per l’assemblaggio degli amplificatori a valvole offre diversi vantaggi pratici. Il PCB consente di realizzare in modo più efficiente e preciso le connessioni tra i componenti, riducendo il rischio di errori umani e garantendo una maggiore affidabilità e ripetibilità. Inoltre, il PCB offre una migliore gestione del segnale, riducendo le interferenze elettromagnetiche e migliorando la qualità audio complessiva.

La scelta tra cablaggio in aria e PCB dipenderà quindi dalle preferenze personali, dalle competenze di assemblaggio, dalla disponibilità di risorse e dall’obiettivo finale dell’amplificatore a valvole. Alcuni appassionati preferiscono ancora il cablaggio in aria per l’estetica vintage, mentre altri potrebbero optare per i PCB per motivi di efficienza e riproducibilità. È importante valutare attentamente i compromessi tra i due metodi e fare una scelta consapevole in base alle proprie esigenze e preferenze specifiche.

Partendo dal punto di vista pratico, il cablaggio in aria è sicuramente consigliato per pezzi unici, test ed esperimenti iniziali. Uno dei suoi vantaggi principali è la flessibilità che offre durante la fase di sviluppo di un progetto. Se qualcosa non funziona correttamente, è sempre possibile apportare modifiche, implementazioni, correzioni e migliorie al circuito in modo rapido ed efficiente. Questo permette di iterare rapidamente fino a raggiungere il risultato desiderato.

Un altro vantaggio del cablaggio in aria è la facilità con cui è possibile effettuare modifiche anche dopo aver terminato il progetto iniziale. Se si desidera apportare ulteriori modifiche o aggiornamenti al circuito, è sufficiente rimuovere e sostituire i componenti interessati, senza dover ripensare completamente al layout del PCB.

Tuttavia, c’è un rovescio della medaglia quando si tratta di replicare il progetto in più esemplari. Se si desidera assemblare più copie identiche utilizzando il cablaggio in aria, sarà necessario dedicare molto tempo e sforzo. Il processo di cablaggio manuale richiederà molte ore o addirittura intere giornate per completare ciascun esemplare. Questo può essere problematico se si desidera produrre in serie l’amplificatore o se si ha la necessità di una produzione efficiente.

Inoltre, il cablaggio in aria può diventare scomodo o addirittura impossibile da praticare con componenti molto piccoli. Quando si lavora con componenti discreti di grandi dimensioni, il cablaggio in aria può essere relativamente semplice da eseguire. Tuttavia, con l’avvento di componenti sempre più miniaturizzati, come chip integrati o condensatori SMD, il cablaggio in aria può diventare complesso, inefficiente e potenzialmente impossibile da realizzare.

Pertanto, nella scelta del metodo di cablaggio per gli amplificatori a valvole, è importante considerare attentamente le esigenze specifiche del progetto. Il cablaggio in aria rimane una buona opzione per esperimenti, prototipi e progetti unici che richiedono flessibilità e la possibilità di apportare facilmente modifiche. Tuttavia, se si prevede la produzione in serie o si lavora con componenti molto piccoli, l’utilizzo di PCB potrebbe essere la scelta più efficiente e praticabile.

Dal lato opposto abbiamo il circuito stampato (PCB), che presenta vantaggi e svantaggi diversi rispetto al cablaggio in aria. Uno dei principali vantaggi del PCB è la sua capacità di semplificare la produzione in serie. Una volta che il progetto del PCB è stato realizzato e testato, è possibile replicare facilmente lo stesso circuito su più schede PCB in modo efficiente e preciso. A differenza del cablaggio in aria, che richiede molte ore di lavoro manuale per ciascun esemplare, l’assemblaggio su PCB può ridurre drasticamente il tempo di montaggio a meno di mezz’ora per ogni apparecchio.

Inoltre, il PCB si presta bene ad accogliere componenti di piccole dimensioni. Questo permette una maggiore densità di componenti sul circuito, consentendo un design più compatto e l’ottimizzazione dello spazio. Inoltre, la precisione e la ripetibilità del processo di produzione su PCB riducono il rischio di errori di assemblaggio e garantiscono una maggiore affidabilità e coerenza tra le diverse unità prodotte.

Tuttavia, uno dei principali svantaggi del PCB è la sua limitata flessibilità per apportare modifiche al circuito una volta che il PCB è stato progettato e prodotto. Le modifiche sostanziali al circuito possono richiedere la progettazione di un nuovo PCB, rendendo necessario dedicare ulteriore tempo e risorse per apportare le modifiche desiderate. Pertanto, è importante avere una buona pianificazione e collaudare accuratamente lo schema prima di procedere con la progettazione del PCB per evitare costosi ritardi e revisioni.

In conclusione, il PCB offre numerosi vantaggi, come la produzione efficiente in serie e la possibilità di ospitare componenti di piccole dimensioni. Tuttavia, la sua limitata flessibilità per apportare modifiche sostanziali richiede una progettazione accurata e una pianificazione adeguata. La scelta tra cablaggio in aria e PCB dipenderà dalle esigenze specifiche del progetto, bilanciando i vantaggi della flessibilità del cablaggio in aria con l’efficienza e la riproducibilità del PCB.

Il circuito stampato può essere considerato come l’ultimo passo del processo creativo per la realizzazione di un apparecchio audio di alta qualità. Dopo l’ideazione e la fase di progettazione, che può includere il cablaggio in aria per test e messa a punto, il passaggio al circuito stampato rappresenta una fase cruciale per la produzione.

Dopo aver svolto tutti i test necessari e aver raggiunto il risultato desiderato con il cablaggio in aria, il circuito può essere trascritto su un PCB. Questo processo richiede una fase di progettazione attentamente curata, che include il posizionamento dei componenti, la definizione delle tracce e la scelta dei materiali appropriati. Una volta che il PCB è stato realizzato, si può procedere all’assemblaggio delle schede con i componenti e alla saldatura.

L’utilizzo del circuito stampato offre numerosi vantaggi, come la ripetibilità, l’efficienza di produzione e la riduzione dei tempi di assemblaggio. Inoltre, consente di gestire in modo più preciso le caratteristiche del segnale elettrico, migliorando la qualità e l’affidabilità dell’apparecchio audio finale. In definitiva, il circuito stampato può essere considerato come una tappa fondamentale nel processo creativo di un apparecchio audio di alta qualità, in cui l’idea iniziale si trasforma in una solida realizzazione pronta per la produzione in serie.

Dal punto di vista sonoro, dobbiamo essere obiettivi e basarci sui principi fondamentali dell’elettronica e dei segnali elettrici. In teoria, non esiste alcun motivo intrinseco per cui un circuito cablato in aria dovrebbe suonare meglio di uno realizzato su circuito stampato, a condizione che entrambi siano implementati correttamente e rispettino gli stessi principi di progettazione.

Ciò che può influire sulle prestazioni sonore di un circuito sono principalmente le capacità distribuite e gli accoppiamenti parassiti tra i vari conduttori. Questi fattori possono influenzare negativamente sia il cablaggio in aria mal eseguito sia un PCB progettato in modo non ottimale. Pertanto, la chiave per ottenere prestazioni audio di alta qualità sta nell’abilità di chi realizza il cablaggio in aria o disegna il PCB, indipendentemente dal metodo scelto.

È importante sottolineare che la progettazione e l’implementazione accurata del circuito, insieme alla scelta dei componenti di qualità, sono fattori critici per ottenere prestazioni sonore ottimali, indipendentemente dal metodo di cablaggio utilizzato.

In conclusione, non possiamo generalizzare dicendo che uno specifico metodo di cablaggio, che sia in aria o su PCB, suonerà intrinsecamente meglio dell’altro. Le prestazioni sonore dipendono dalla corretta progettazione e implementazione del circuito, indipendentemente dal metodo utilizzato. È fondamentale considerare la competenza e l’abilità di chi realizza il cablaggio in aria o disegna il PCB per ottenere il massimo dalle potenzialità del circuito.

Gli amplificatori cablati in aria possono avere un valore aggiunto per alcune persone, ma è importante sottolineare che questo valore aggiunto è spesso soggettivo e non necessariamente correlato alle prestazioni sonore effettive.

Per alcuni appassionati di audio, l’aspetto artigianale e la cura artigianale del cablaggio in aria possono rappresentare un valore estetico e sentimentale. L’idea di un prodotto realizzato a questo modo può suscitare un senso di apprezzamento e soddisfazione personale. Tuttavia, dal punto di vista delle prestazioni sonore oggettive, non esiste un vantaggio intrinseco nel cablaggio in aria rispetto al circuito stampato ben progettato e realizzato.

Pertanto, la scelta tra un amplificatore cablato in aria e uno su PCB dipende dalle preferenze personali e dal valore che si attribuisce all’aspetto artigianale rispetto alla convenienza economica. È importante riconoscere che l’idea che un apparecchio cablato in aria suoni necessariamente meglio è spesso una concezione distorta e irreale. L’effettiva qualità del suono dipende dalla progettazione accurata del circuito e dall’implementazione corretta, indipendentemente dal metodo di cablaggio utilizzato.

I prodotti che stai iniziando a vendere oggi, basati su circuiti stampati, sono il risultato di una fase di sviluppo che ha avuto origine da cablaggi in aria o prototipi su tavolacci di legno. Quello che conta davvero è la qualità del circuito e la corretta progettazione del PCB. Se questi elementi sono ben realizzati, il risultato sonoro non sarà inferiore a un apparecchio cablato in aria.

È importante comprendere che alcune affermazioni o sponsorizzazioni che promuovono i prodotti come migliori perché cablati in aria potrebbero semplicemente cercare di sfruttare convinzioni errate o preconcetti delle persone. Come abbiamo già discusso, il metodo di cablaggio in aria non garantisce automaticamente prestazioni sonore superiori se confrontato con un circuito stampato ben progettato e realizzato.

Nel contesto dell’artigianato e della produzione di apparecchi audio, è importante sottolineare che la progettazione di un PCB richiede un impegno significativo in termini di tempo e attenzione ai dettagli. La scelta della disposizione dei componenti, la progettazione delle piste e la considerazione di fattori come l’isolamento, l’interferenza elettromagnetica e la dissipazione del calore sono tutti aspetti cruciali che richiedono ore di lavoro al computer per essere affrontati in modo adeguato.

Tuttavia, è importante sottolineare che l’utilizzo di un PCB in ambito artigianale non implica necessariamente la produzione di un prodotto di qualità inferiore. Anzi, la progettazione accurata del PCB consente un assemblaggio più rapido e preciso dell’apparecchio finale. Anche se il PCB è realizzato da una macchina, il montaggio finale dell’apparecchio è comunque effettuato a mano, curando attentamente ogni saldatura.

Qualche esempio di cablaggio in aria

Un mio cliente ha cablato per divertimento 2 amplificatori a valvole, gli unici della sua vita e questo della foto qui sotto è un suo montaggio in aria (eccellente montaggio). Articolo completo cliccando qui.

Purtroppo, su Internet si possono trovare persone che si vantano di produrre amplificatori cablati in aria con grande cura, ma spesso si scopre che l’interno di tali apparecchi è di scarsa qualità e poco professionale.

Quindi si vuole dire che questi 2 montaggi siano allo stesso livello? degli impresentabili ho già parlato. Il concetto è che lo stesso vale anche per ciò che è fatto su circuito stampato. Non si può dire che se un’apparecchio è cablato in aria vada meglio di uno che è su PCB e vice versa. Ma nemmeno dire (come ho sentito dire) che se anche costruiti perfettamente “quelli in aria hanno una marcia in più”, è assolutamente falso.

Nella foto qui sotto potete vedere il mio montaggio su PCB dell’amplificatore cuffie Nebula, passando dalla progettazione al prodotto reale.

In conclusione, è importante non farsi influenzare eccessivamente dalle promesse e dagli slogan dei venditori che esaltano gli amplificatori cablati in aria come la soluzione migliore per un suono superiore. La realtà è che il cablaggio in aria non garantisce un suono migliore in modo automatico. Al contrario, può rendere l’apparecchio più costoso, fragile e soggetto a guasti.

È fondamentale valutare attentamente le caratteristiche, la qualità costruttiva e le competenze del produttore quando si sceglie un amplificatore. Non lasciatevi abbagliare dalle dichiarazioni che esaltano esclusivamente il cablaggio in aria come un fattore determinante per una migliore esperienza sonora.

Prendete in considerazione tutti gli aspetti, compresa la progettazione, la qualità dei componenti, la cura nell’assemblaggio e la solidità generale dell’apparecchio. Solo in questo modo si può garantire un amplificatore di qualità, affidabile e in grado di offrire un’esperienza sonora eccellente. Non abbiate paura di valutare attentamente le opzioni disponibili e fare una scelta consapevole, basata su fatti e non solo su promesse pubblicitarie.

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CGE 285 – Restauro e conversione FM

Questa CGE 285 mi è stata consegnata in condizioni di originalità, sporca e malmessa. Ho eseguito la solita pulizia approfondita, sostituzione a tappeto dei condensatori, sostituita la ECH4 che era esaurita, sostituiti 2 potenziometri guasti (volume e tono), riavvolto la bobina di campo dell’altoparlante che era bruciata, sostituito filo di rete e spina, installato il modulo FM.

Il mobile è stato restaurato da rs-restauro e portato a nuovo.

Eccola in funzione (non mi soffermo sulla musica per ragioni di copyright)

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OTL 6080 – DAC + Amplificatore Cuffie + Preamplificatore / Bonus: Update 6BX7-6BL7

Come sappiamo i produttori di impresentabili sono sempre al lavoro, sfornando castronerie una dietro all’altra e propinandole a ignorari compratori. Questa è la volta di un OTL cuffie che usa valvole 6080 e ECC88 in SRPP di cui si può osservare una foto del garbuglio qui sotto…

Impresentabile...

Evidentemente ne ha messi in giro un pò e più di una persona negli ultimi mesi mi ha chiesto come sistemarli… Qualcuno ha riferito di rumori e fruscii e dopo averlo aperto per vedere cosa non faceva contatto si è spaventato quando ha visto com’era fatto dentro. Un’altro ancora ha detto di averci bruciato sopra delle cuffie Beyerdynamic… Ma scusate però spendete tanti soldi per una cuffia e poi comprate un’apparecchio da un cantinaro? Non dovete dare peso a quello che molti scrivono sui social, dicono bravo, bello, buono… ma dovete tenere presente che spesso, se non sempre, sono pareri personali di persone che capiscono ben poco della materia di cui parlano facendosi passare per esperti ripetendo parole che spesso non capiscono nemmeno… Non perchè non ci siano persone che siano competenti, ma perchè le persone compententi il più delle volte hanno abbandonato quei luoghi o si sono stancate di invischiarsi in quei discorsi con quelle persone.

Fatto sta che qualcuno ha estratto lo schema elettrico dal garbuglio e me lo ha mandato chiedendomi come migliorarlo senza buttare tutto. Voglio solo citare l’ilarità dello schema elettrico dove c’era un SRPP con la ECC88 cui il condensatore di disaccoppiamento della sua alimentazione era da 68uF, le resistenze di catodo dei triodi erano da 680ohm, le gridstop degli stessi da 6k8 e la resistenza di ancoraggio posta dopo il condensatore di disaccoppiamento (quindi il carico dell’SRPP) da 680k… Dal manuale: “fare uno schema elettrico e decidere il valore dei componenti tirando i numeri della tombola”… Peccato ancora uno ed era una cinquina 🙄

In questo articolo tratterò l’argomento OTL cuffie con la valvola 6080 nel suo insieme partendo dal più vecchio e diffuso schema dove la 6080 è collegata ad inseguitore catodico ed è pilotata dal triodo di una ECC88. Questo schema è stato proposto da più parti in diverse varianti ma è noto per non avere grandi capacità di pilotaggio in quanto non è abbastanza bassa l’impedenza di una valvola connessa ad inseguitore catodico (nemmeno se si mettono entrambe i triodi della 6080 in parallelo). Questo circuito quindi si dice sia adatto a pilotare cuffie dai 100ohm in su. In realtà comincia ad essere circa accettabile con cuffie da 250ohm… Per comodità comparativa ho portato i circuiti delle simulazioni qui sotto tutti ad un livello di uscita di circa 12Vpp sul carico. Nella prima immagine lo si vede su 250ohm andare abbastanza bene anche se comunque c’è un bel treno di armoniche…

Scendiamo a 100ohm, comincia ad essere evidente lo schiacciamento della semionda negativa…

Arriviamo al caso peggiore con un carico di 32ohm… Lo screenshot è inequivocabile.

Passiamo ora all’SRPP, prima di tutto è bene informare che un circuito costituito da 2 SRPP, prima l’SRPP tombolaro con la ECC88 e poi l’SRPP con le 6080 guadagna troppo. Nel circuito precedente il follower era appunto un follower, quindi a guadagno unitario e l’unico guadagno in tensione era dato dallo stadio con la ECC88. In questo circuito invece anche le finali guadagnano e per quanto possano guadagnare poco si moltiplica per il guadagno dello stadio con la ECC88, quindi troppo gain… ascolti una brano basso, alzi il volume un pochino, poi parte una traccia registata forte e dici addio a 1300€ di cuffie e stai 2 ore con un tinnito, anche in vece del fatto che il circuito era totalmente privo di protezioni al punto che se lo accendevi con le cuffie inserite il condensatore di accoppiamento si caricava attraverso di esse, una goduria! Problemi di progettazione a parte il concetto dell’SRPP migliora la situazione rispetto quella del follower, vediamo subito come si comporta l’SRPP di 6080 su il carico più ostico da 32ohm:

Meglio dell’altro sicuramente, ma comunque sempre un misero risultato se si vogliono usare cuffie a bassa impedenza, con cuffie di impedenza superiore il risultato è ovviamente migliore ma sempre tutto in proporzione. Ci tengo poi a far presente che nel grafico sopra, circa 12Vpp su 32ohm, sono una potenza erogata di circa 500milliwat, anche troppi visto che il più delle cuffie non regge che 100mW. Ma a questi 500mW la distorsione è già tanta e resta da chiedersi come facciano i personaggi che montano questi marchingegni a dire che possano erogare quasi 2 watt… tombola? Oppure portanto il circuito talmente in saturazione da uscire con pure onde quadre, l’importante che lo strumento segni quella potenza perchè non gli si possa dire che stanno raccontando balle. Che poi quei 2 watt siano inutili come segnale sonoro e vadano bene al limite per accendere una piccola lampadina per tenerti compagnia la notte è un’altro discorso.

Come migliorare l’SRPP quindi? bhe nel progetto plutone ero già giunto alla soluzione anni fà. Nel plutone ci sono 2 valvole 6CL6 in un SRPP, ma la valvola bassa è connessa a pentodo (quindi resistenza interna altissima), mentre quella alta a triodo (resistenza interna molto bassa), in questa configurazione circuitale l’impedenza dell’SRPP cala drasticamente rispetto allo stesso circuito realizzato con 2 triodi, tanto che bastano 2 valvolette da 7watt di dissipazione come le 6CL6 per fare le scarpe, senza problemi, a una 6080 che può gestire il doppio della dissipazione e il quadruplo della corrente. Ma qui sono costretto a usare una 6080 per forza. Una soluzione circuitale è sicuramente l’aikido follower, in questo tipo di circuito il triodo basso lavora in opposizione rispetto quello alto, aumentando quindi moltissimo la resistenza interna del triodo basso, ma la via non era praticabile per via delle limitazioni imposte dal progetto di partenza che usava due 6080 e due ECC88 per canale e relativo trasformatore di alimentazione recuperabile dall’impresentabile, inoltre la ECC88 guadagnava troppo, c’era sempre troppo gain, la resistenza sull’anodo alto del follower scaldava e faceva perdere troppa tensione utile, insomma un casino. Alla fine sono arrivato autonomamente ad un circuito molto simile per concetto all’ MJ OTL di Kadou Teppei. La mia versione del circuito risulta molto semplificata e pulita dai franzoli, non necessita di alimentazione duale e conserva il condensatore d’uscita. Il triodo alto (inseguitore) lavora praticamente a corrente costante in quanto la resistenza dinamica del triodo basso varia in modo da annullare quella del carico (similmente all’aikido follower) e da ciò derivano tassi di distorsione veramente bassi anche sui carichi più impegnativi. La ECC88 lavora in configurazione bilanciata più qualche altra chicca che non spiego per non svelare troppo del circuito a quelli che passando di qui vorrebbero rubarmi le idee senza spendere niente (a dire il vero qualcuno ha già provato a copiarmi facendo un circuito con un’orrendo sfasatore catodyna/williamson… non riesco a pensare a niente di peggio di un circuito del genere dove i 2 segnali non restano nemmeno in fase al variare della frequenza). Come nel plutone ho appicato un piccolo tasso di retroazione per evitare sbilanciamenti dei canali dovuti all’usura delle valvole e per evitare di aver bisogno di regolazioni da fare a orecchia. In fine ovviamente ho introdotto nel circuito 2 protezioni per impedire che regolazioni errate del volume possano far danni alle cuffie. Nel grafico qui sotto vediamo come si comporta il mio circuito sul carico da 32ohm, sempre 12Vpp, sempre 500mW…

Tassi di distorsione veramente prossimi a zero, per altro il circuito continua a erogare quel mezzo watt anche su 8ohm e con una distorsione inferiore a quella dell’SRPP di partenza su 32ohm…

Con questo circuito penso di assere giunto a un capolinea oltre il quale non è possibile migliorare ancora, penso soddisferò coloro che hanno gettato soldi in garbugli annodati, su cui dovranno lavorare (un bel pò visto che andranno ricablati al 100%) ma potranno sistemare il loro amplificatorino da cuffie invece di gettarlo via come fanno altri. Oppure se qualcuno è interessato a realizzare il progetto da zero potrò fornire anche il trasformatore di alimentazione e l’induttanza necessari al suo montaggio. Qui sotto lo schema premium:

Lavoro di ricostruzione

Ho potuto fare un paio di foto e dare una misurata a uno degli apparecchi ricostruiti. È stato aggiunto un DAC e tramite un selettore è possibile attivare l’audio in ingresso dal DAC oppure da un’ingresso esterno su boccola RCA. Inoltre è presente un’uscita linea che si attiva quando vengono disinserite le cuffie in questo modo è possibile utilizzare l’amplificatore cuffie anche come preamplificatore + DAC in abbinamento ad un finale di potenza.

Dati strumentali:
Banda passante su 100ohm: 20hz -0,2db / 37khz -1db (limitato volutamente dal circuito tramite gridstop sulla valvola di ingresso più compensazione). Rotazioni di fase piuttosto ridotte, vedi grafico.

Distorsione THD a 5Vpp su 100ohm: 0,69%

Quadra a 1khz

Triangolare 1khz

Triangolare a 10khz

Le foto della modifica eseguita da andrea (il commento è sotto)


Bonus: Update 6BX7 / 6BL7

In questi mesi i miei clienti si sono resi conto che le 6080 e tutte le varie similari 6AS7, 5998 etc… Scaldano come reattori nucleari, è praticamente come avere le cuffie collegate a un tostapane. Oltre a questo più di una persona ha avuto magagne durante il tube rolling. Alcune valvole sono veramente fuori specifica, non aderiscono al datasheet. Si sono trovati la corrente di bias completamente sballata che ha cotto le resistenze catodiche e fatto scoppiare i condensatori elettrolitici. Stessa cosa è capitata col cliente che ha voluto costruire il Triodino 2, nonostante la RK fosse calcolata sulla base delle curve del datasheet per 90mA alla fine si avevano 150mA di bias, oppure variazioni da freddo a caldo di oltre 100mA. In realtà io lo sapevo che queste valvole sono rognose, ho avuto esperienza simili con le 6C33, speravo che le 6080 fossero più stabili ma così non è. Le reputo valvole non adatte ad uso audio. E in realtà non sono valvole per uso audio, erano nate come regolatrici di tensione. O in ogni modo dopo queste esperienza direi in maniera definitiva che l’unico modo di usarle in audio è con un bias fisso servo controllato, e dico proprio servo controllato, perchè come per le 6C33 non puoi fare un bias fisso e basta perchè poi devi stare sempre li ogni 5 minuti a ritoccare la corrente di bias per circa 1 ora finchè le valvole non sono ben calde. Poi lo spegni, si raffreddano e quando lo riaccendi devi ricominciare un’altra volta.

Ma sapete i forum e i social sono pieni di gente che monta OTL e non si accorge nemmeno di avere la corrente continua nelle casse, ascolta il pastone che esce e dice guarda come si sente bene, quindi il dogma che siano buone valvole viene ripetuto a pappagallo ancora e ancora e ancora e questo ha più valore della realtà. Poi c’è quello che ha avuto fortuna a trovarne alcune stabili, oppure le ha selezionate da un grosso numero e pagate un rene, ma queste esperienza per mè sono prive di valore, i progetti devono essere replicabili con ciò che si trova normalmente. Questi personaggi che spendono capitali si inalberano dicendo che poi le hanno pagate tanto e sono ripagati da una qualità superiore, ma pure questa è una fregnaccia, avete pagato tanto per far funzionare in modo accettabile un circuito indecente e non sentite meglio (probabilmente peggio) di chi si gode un circuito concepito meglio e che non ha tutti quei problemi di stabilità o pretese di componenti super selezionati.

Ripercorrendo la storia di questo progetto che parte da un goffissimo inseguitore catodico con la 6080 che stenta a pilotare cuffie superiori i 100ohm di impedenza. Si partiva appunto da un circuito ridicolo e con un’efficenza pari al niente, praticamente un generatore da calore, qualcosa sopra il quale al massimo potevi mettere una graticola per scaldarti una pizzetta. Passando poi per l’interpretazione SRPP goliardica di un cantinaro fino al mio circuito MJ OTL che riesce ad erogare mezzo watt indistorto anche sopra un carico di 8ohm quando poi alla fine bastano 20/30milliwatt su cuffie da 32ohm a salire, ecco che la 6080 diventa il classico bazooka per uccidere le mosche. Più volte un cliente lamentava del troppo calore emanato dalle 6080, dallo schassis che diventava un fornetto e condensatori elettrolitici al suo interno che facevano come i popcorn. Più volte ho indicato l’uso della 6BX7 o la 6BL7 in sostituzione della 6080 dovendo cambiare solamente il valore di una resistenza nel circuito ma c’era sempre il timore che poi non avrebbe suonato più bene perchè la 6080 è sulla bocca di tutti e le 6BX7 nessuno sa cosa sono. Alla fine dopo l’ennesimo guasto causato dal caldo sono riuscito a convincere la persona…

Di cui riporto il commento che è poi qui sotto:

Ancora un grossissimo grazie a Stefano ed alla sua esperienza per avermi consigliato la sostituzione delle valvole finali del mio OTL,stanco del caldo che sviluppavano queste valvole e nell ultimo periodo anche di sostituzioni varie fra condensatori e resistenze cucinati,mi consigliava di montare delle 6BX7/6BL7.Al momento riluttante al cambio,montavo delle Tung-sol 6080wa dal suono molto caldo e piacevole diciamo che le chiamano “Holy Grail” delle 6080,naturalmente dopo le 6080WB Bendix,introvabili e costosissime.
E invece sapete cosa ? Le 6BL7-GT montate della Sylavania NOS mi hanno stupito,si sentono quasi meglio delle 6080,suono caldo,piacevole,medi e alti non troppo fastidiosi,e soprattutto scaldano 1/3 rispetto alle valvole di prima…..beh che dire……al prossimo ampli !

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4 Responses to OTL 6080 – DAC + Amplificatore Cuffie + Preamplificatore / Bonus: Update 6BX7-6BL7

  • Ancora un grossissimo grazie a Stefano ed alla sua esperienza per avermi consigliato la sostituzione delle valvole finali del mio OTL,stanco del caldo che sviluppavano queste valvole e nell ultimo periodo anche di sostituzioni varie fra condensatori e resistenze cucinati,mi consigliava di montare delle 6BX7/6BL7.Al momento riluttante al cambio,montavo delle Tung-sol 6080wa dal suono molto caldo e piacevole diciamo che le chiamano “Holy Grail” delle 6080,naturalmente dopo le 6080WB Bendix,introvabili e costosissime.
    E invece sapete cosa ? Le 6BL7-GT montate della Sylavania NOS mi hanno stupito,si sentono quasi meglio delle 6080,suono caldo,piacevole,medi e alti non troppo fastidiosi,e soprattutto scaldano 1/3 rispetto alle valvole di prima…..beh che dire……al prossimo ampli !

  • Stefano, navigando in Internet per trovare una soluzione all’amplificatore OTL che avevo acquistato tempo fa e che oltre ai disturbi a basso volume che sentivo, aprendolo mi ha fatto rabbrividire e dato che sono capace di tenere in mano un saldatore ho iniziato a cercare un modo per sistemarlo. Dapprima ho ricavato lo schema elettrico e poi ho cercato qualcosa di migliore, a forza di navigare mi sono imbattuto nel tuo sito. Ho apprezzato i tuoi lavori, le tue spiegazioni molto dettagliate completate dai grafici di misura. Poi mi sono deciso di contattarti per acquistare lo schema premium. Dopo avere messo in pratica lo schema e con i tuoi consigli ho realizzato il nuovo amplificatore OTL, del vecchio rimangono solamente il trasformatore di alimentazione e l’induttanza di filtro per l’anodica. Che dire non ci sono rumori, ronzii o soffi di sottofondo, ma sopratutto la dinamica è molto più estesa sulle frequenze medio alte, che per me sono la parte nobile della musica, sono più piene e dettagliate. Le basse frequenze sono presenti ma non danno fastidio. Ti devo ringraziare per avermi dato la possibilità di rispolverare le mie conoscenze di elettronica ed anche per correggere gli errori che ho fatto durante il montaggio. Al prossimo progetto.

  • Ciao Stefano e’ un po’ che non ci sentiamo,prima che me ne dimentico un’altra volta volevo lasciarti la recensione per il magnifico lavoro eseguito sul mio amplificatore che hai completamente riprogettato elettricamente rendendolo piu’ piacevole all’ascolto…..be’ che dire….ancora un grosso grazie a Stefano Bianchini per il lavoro magistralmente eseguito !!

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