Il Trasformatore Interstadio i5k-1626

La valvola 1626, originariamente progettata come oscillatore di potenza RF, è un componente interessante nel panorama delle valvole termoioniche. Introdotta per la prima volta nel 1941, la 1626 era destinata a funzionare in condizioni di alta stabilità di frequenza, operando in classe C con un’elevata polarizzazione negativa della griglia. Questa configurazione consentiva alla valvola di generare brevi impulsi di potenza nel circuito sintonizzato dell’anodo, il quale poi oscillava per produrre onde sinusoidali.

La 1626 è conosciuta anche con il codice governativo statunitense VT-137. Nonostante la sua progettazione originaria per applicazioni RF, recentemente questa valvola è stato impiegata con successo anche in progetti di amplificatori audio.

Quando utilizzata in applicazioni audio, la 1626 opera con una tensione di circa 250 volt e una corrente di bias massima di 25 mA. Una delle caratteristiche che la rendono particolarmente adatta a questo scopo è la sua bassa resistenza interna. Questa peculiarità non solo la rende un eccellente pilota per altre valvole finali, ma facilita anche la produzione di trasformatori interstadio di buone prestazioni, essenziali per ottenere una qualità audio elevata.

In sintesi, sebbene la valvola 1626 fosse nata come trasmettitore RF in classe C, la sua capacità di operare efficacemente in applicazioni audio la rende una scelta versatile e preziosa per gli appassionati di amplificatori a valvole.

Proseguendo nell’analisi delle applicazioni della valvola 1626, presentiamo il trasformatore interstadio i5k-1626, un componente chiave per sfruttare appieno le potenzialità di questa valvola in ambito audio. Il trasformatore i5k-1626 è stato progettato specificamente per lavorare con la valvola 1626, offrendo un’impedenza nominale di 5k ohm.

Una delle caratteristiche principali di questo trasformatore è la sua flessibilità nel gestire il carico riflesso alla valvola. Infatti, il carico sul secondario può variare da 4,7k ohm a 6,8k ohm senza compromettere significativamente le prestazioni del sistema. Questo rende il trasformatore i5k-1626 particolarmente adattabile a diverse configurazioni di amplificatori.

Il rapporto di trasformazione è di 1:1 non bilanciato, il che significa che la tensione in ingresso è uguale a quella in uscita, mantenendo l’integrità del segnale. Grazie a questo rapporto di trasformazione, il trasformatore è in grado di fornire un’oscillazione di tensione in uscita che può superare i 120 Volt Picco-Picco. Questa capacità di swing utile si traduce in circa 0,4 watt RMS di potenza non distorta, ideali per il pilotaggio degli stadi successivi di un amplificatore.

In conclusione, il trasformatore interstadio i5k-1626 rappresenta un elemento fondamentale per chi desidera utilizzare la valvola 1626 in applicazioni audio. La sua impedenza nominale di 5k ohm, la tolleranza ai carichi variabili e la capacità di fornire un’uscita ad alta tensione senza distorsioni lo rendono un componente versatile ed efficiente. Queste caratteristiche garantiscono un pilotaggio ottimale delle valvole finali, contribuendo alla creazione di amplificatori audio di alta qualità. Qui sotto il grafico di banda passante:

Nota: Sulla falsa riga del trasformatore interstadio i5k-1626, chi lo desiderasse può ordinare varianti con diverse impedenze secondarie. Questa flessibilità permette di utilizzare il trasformatore non solo per amplificatori audio ma anche per la realizzazione di preamplificatori con uscita a trasformatori e amplificatori per cuffie. Grazie alla possibilità di personalizzazione, è possibile ottenere componenti specificamente adattati alle proprie esigenze, garantendo sempre prestazioni ottimali e alta qualità del suono.

Se acquisti i trasformatori d’uscita insieme ad altri componenti come induttanze o trasformatori di alimentazione, potrai beneficiare di sconti quantità significativi rispetto ai prezzi unitari. Scopri le proporzioni degli sconti qui sotto.

Mod. i5k-1626
 calotte-piccolo
  • Tipo: Single Ended.
  • Conpatibile con valvole: 1626, 6V6 connesse a triodo, 6BX7, 6BL7 e altre con una resistenza interna non superiore a 2500ohm
  • Impedenza primaria: 5000 ohm
  • Impedenza secondaria: 5000 ohm
  • Resistenza primaria: 570ohm
  • Potenza MAX: 0,5Watt RMS
  • Induttanza dispersa: 11mH
  • Banda passante 20Hz~35kHz -1dB
Dimensioni (mm)
L  60
H  70
S  72
F  49
F2  37

Didascalia dimensioni

dimensioni-L300

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2 Responses to Il Trasformatore Interstadio i5k-1626

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Induttanze di filtro anodico di potenza

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Mod. 24i10
 Induttanza filtro anodica 30H, 160mA DC, RDC 288hm
Dimensioni (mm)
L 66
H  78
S  91
F  50
F2  54

Mod. 18S5200
 Induttanza filtro anodica 5H, 200mA DC, RDC 37ohm
Dimensioni (mm)
L  78
H  65
S  59
F  93
F2  *

Mod. 15S58
 Induttanza filtro anodica 10H, 150mA DC, RDC 75ohm
Dimensioni (mm)
L  78
H  65
S  59
F  93
F2  *

Mod. 16S64
 Induttanza filtro anodica 10H, 200mA DC, RDC 120ohm
Dimensioni (mm)
L  63
H  77
S  86
F  50
F2  46

Mod. 15S59
Induttanza per filtro anodica con duplicatore di tensione e capacità di grande dimensione 0,8H, 500mA DC, RDC 10ohm
Dimensioni (mm)
L  63
H  77
S  86
F  50
F2  46

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Didascalia dimensioni

dimensioni-L300

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Dal Fritto al Suono: Il Processo di Salvataggio del Preamplificatore Konrad Johnson PV9A

Educazione Tecnica

È cruciale comprendere che gli apparecchi elettronici non devono essere imbrattati con prodotti lubrificanti o unti. Nel caso del preamplificatore Konrad Johnson PV9A, mi sono trovato di fronte a un esempio eloquente di questo errore. Inizialmente affetto da problemi di fruscio, il proprietario ha optato per una soluzione improvvisata: lubrificare gli zoccoli delle valvole con prodotti untuosi. Tuttavia, anziché risolvere il problema, questo intervento ha solo peggiorato le cose. L’olio nebulizzato ha creato un ambiente favorevole alla raccolta di polvere, trasformando l’apparecchio in una sorta di padella unta. Gli interventi successivi per pulire gli zoccoli con alcool isopropilico e compressore hanno solo contribuito a trasformare ulteriormente la scheda in una massa di sporco che soffia di qua e soffia di là continuava solo a spostarsi senza che riuscissi ad eliminarlo, richiedendo un intervento più radicale.

La soluzione estrema di lavare la scheda con acqua e sgrassatore è stata l’unica opzione rimasta. Contrariamente a quanto possa sembrare, questa pratica non è pericolosa o insolita. Chiunque abbia esperienza in centri di assistenza sa che, in certi casi, l’acqua e il sapone sono l’unico modo efficace per eliminare residui oleosi senza danneggiare i componenti elettronici. Va sottolineato, tuttavia, che questa è un’opzione da considerare solo in situazioni estreme e va eseguita con estrema attenzione, assicurandosi che l’apparecchio sia completamente asciutto prima di riaccenderlo.

È fondamentale educare il pubblico sull’importanza di non seguire consigli improvvisati riguardo all’uso di lubrificanti su apparecchi elettronici. I dipendenti dei negozi di ferramenta potrebbero non essere esperti in questo campo e potrebbero consigliare prodotti inappropriati. È essenziale testare qualsiasi prodotto su una superficie non critica e assicurarsi che evapori completamente senza lasciare residui oleosi. Inoltre, è imperativo evitare l’uso di solventi aggressivi come diluenti, nitro, trementina e acetone, che potrebbero danneggiare irrimediabilmente gli apparecchi elettronici.

Disclaimer: Desidero sottolineare che sono un esperto con esperienza nel settore dell’elettronica e sono consapevole dei rischi e delle precauzioni necessarie quando si eseguono interventi di manutenzione e riparazione su apparecchi elettronici. Le azioni descritte in questo articolo sono state intraprese con la conoscenza e l’esperienza necessarie per affrontare le situazioni specifiche. Prima di tentare qualsiasi intervento di questo tipo, è essenziale acquisire competenze adeguate e comprendere appieno i rischi coinvolti. L’uso di acqua per pulire apparecchi elettronici può essere pericoloso e potenzialmente dannoso se non eseguito correttamente. Si sconsiglia vivamente di imitare queste azioni senza la supervisione di un esperto qualificato. L’autore declina qualsiasi responsabilità per danni o lesioni derivanti dall’uso improprio delle informazioni contenute in questo articolo.

Per ulteriori informazioni sulla nostra politica di esclusione di responsabilità, si prega di visitare la pagina dell’esclusione di responsabilità qui.

Come potete notare dall’immagine qui sotto, tutti i contatti dello zoccolo della valvola sono stati ripristinati alla loro condizione originale: lucidi e puliti!

Dopo aver ripristinato gli zoccoli delle valvole, ho proceduto con una serie di interventi mirati per assicurare il pieno funzionamento del preamplificatore Konrad Johnson PV9A. Innanzitutto, ho eseguito una dettagliata verifica dell’efficienza delle valvole utilizzando un tracciacurve computerizzato, che ha confermato la perfetta salute di tutte le valvole presenti nell’apparecchio.

Successivamente, ho individuato e sostituito un piccolo condensatore elettrolitico sul circuito di ritardo, oltre a quattro resistenze che, diventate rumorose nel tempo, erano la causa principale del fruscio nell’apparecchio.

Questi interventi, seppur necessari, hanno richiesto solo una frazione del tempo impiegato complessivamente nella riparazione. Infine, ho eseguito una pulizia approfondita del potenziometro Alps, al fine di garantire un funzionamento ottimale e senza disturbi.

Concludendo, gran parte delle difficoltà e del tempo impiegato nella riparazione avrebbero potuto essere evitati se la scheda non fosse stata imbrattata con prodotti lubrificanti. È un valido monito che sottolinea l’importanza di prestare attenzione e cautela nell’affrontare interventi di manutenzione su apparecchi elettronici, al fine di evitare complicazioni e rallentamenti nel processo di riparazione.

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