Riparazione e Modifica dell’Autoradio Stereo 8 Clarion MW-X100khz su Alfa Romeo GT Junior 1600

L’Alfa Romeo GT Junior 1600 è una vettura sportiva che unisce stile e prestazioni italiane. Prodotta tra gli anni ’60 e ’70, fa parte della serie Giulia, famosa per le sue linee eleganti, la maneggevolezza e il motore vivace. Anche oggi, la GT Junior 1600 rimane un’icona per gli appassionati di auto classiche, e spesso la restaurano per mantenere il suo fascino originale. Molti proprietari vogliono preservare l’aspetto vintage della vettura, ma con qualche tocco di modernità, come nel caso delle autoradio.

Uno degli accessori di serie più diffusi all’epoca era l’autoradio Stereo 8, come la Clarion MW-X100khz. Quest’unità poteva ricevere trasmissioni in onde medie (MW) e leggere le cassette Stereo 8, un formato popolare negli anni ’70. Tuttavia, in un mondo dominato dalla radio FM, la capacità di ricevere solo onde medie rappresenta una limitazione significativa. Per questo motivo, molti proprietari decidono di aggiornare l’impianto audio senza compromettere l’estetica originale.

Un cliente mi ha spedito una Clarion MW-X100khz, lamentandosi che chi gliel’aveva venduta aveva tentato di installare un modulo di conversione FM della concorrenza senza successo. Ecco perché si è rivolto a me per trovare una soluzione efficace.

Installazione del Modulo FM

Dopo aver esaminato la radio, ho deciso di mantenere il modulo FM esterno alla scocca, poiché all’interno non c’era spazio sufficiente e il cliente voleva mantenere la possibilità di ascoltare cassette stereo 8. La prima fase del lavoro ha richiesto di individuare i punti giusti sul circuito stampato: ho trovato i 12 volt necessari per alimentare il modulo e il segnale dell’oscillatore locale per permettere la ricezione delle stazioni FM.

La radio ha funzionato immediatamente e riceveva le stazioni FM senza problemi. Tuttavia, durante il test sul banco, dopo circa cinque minuti di funzionamento, l’alimentatore da banco è entrato in protezione e la radio è diventata improvvisamente muta.

Sostituzione del Chip dell’Amplificatore Audio

Dopo un controllo, ho scoperto che il vecchio chip dell’amplificatore audio si era bruciato. Il chip era obsoleto e di difficile reperibilità, ma non mi sono arreso. Ho dissaldato il componente bruciato, eliminando la causa del cortocircuito. Poiché il resto della radio era ancora perfettamente funzionante, ho deciso di sostituire l’amplificatore originale con un più moderno modulo TDA2030.

Per adattare il TDA2030, l’ho fissato al dissipatore di calore utilizzando il foro di una vite che originariamente ancorava il TA7092, il chip bruciato. Ho prelevato dalla scheda i segnali di massa, +12 volt e il segnale di ingresso audio, collegando poi l’uscita del nuovo amplificatore direttamente ai fili che portano all’altoparlante.

Il risultato finale è stato eccellente: non solo la radio ha ripreso a funzionare perfettamente, ma grazie al TDA2030, l’audio risultava più potente rispetto all’amplificatore originale. Ora il cliente può godersi sia la radio FM che le cassette Stereo 8 con una qualità audio migliorata.

Grazie a questo intervento, l’autoradio Clarion MW-X100khz ha ricevuto una seconda vita, mantenendo intatte tutte le sue funzionalità originali e guadagnando la possibilità di ricevere le trasmissioni FM. Nonostante i piccoli ostacoli tecnici, l’operazione si è conclusa con successo, garantendo una soluzione affidabile e di qualità superiore. A completamento, ho realizzato un breve video dimostrativo con la radio in funzione, che trovate qui sotto:

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Autoradio Autovox CR2031 della Citroën DS con Ricezione Bluetooth e Amplificatore Audio Potenziato

La Citroën DS, con il suo design rivoluzionario e le caratteristiche all’avanguardia, rappresenta un’icona dell’automobilismo che ha attraversato decenni e continua ad affascinare gli amanti delle auto d’epoca in tutto il mondo. Questo capolavoro del design automobilistico francese è un simbolo di stile e innovazione, ma quando si tratta della sua autoradio originale Autovox CR2031, potrebbe sembrare leggermente datata rispetto agli standard tecnologici moderni.

Nel corso degli anni, il desiderio di mantenere intatto il fascino della Citroën DS ha portato molti proprietari a cercare modi per unire il meglio del passato e del presente. In questo articolo, esploreremo un emozionante progetto di modifica che consentirà di portare la modernità all’interno dell’abitacolo della Citroën DS, consentendo la ricezione Bluetooth attraverso l’autoradio Autovox CR2031.

Intraprendere questa modifica non solo migliorerà l’esperienza di guida e l’utilità della tua Citroën DS, ma consentirà anche di godere della comodità e della versatilità della connettività Bluetooth, aprendo la strada a una vasta gamma di opzioni di intrattenimento e comunicazione in auto. Da ascoltare la tua musica preferita in streaming a ricevere chiamate in vivavoce, questa modifica renderà la tua Citroën DS pronta per l’era digitale senza compromettere il suo fascino retrò.

Inoltre, mostrerò come ho creato un adattatore che si collega all’uscita altoparlanti dell’autoradio originale e consente di interfacciarlo con un amplificatore audio esterno, in questo caso un Pioneer GM4. Questo approccio, sebbene un po’ spartano tecnicamente, permette di continuare a utilizzare l’autoradio originale dell’auto come ricevitore FM e Bluetooth, ma di avere una potenza di 10+10 watt (monofonici) invece dei 2 watt della radio da sola.

Nel seguito di questo articolo, ti guideremo attraverso il processo di riparazione e modifica dell’autoradio Autovox CR2031, fornendo istruzioni passo dopo passo e suggerimenti utili per assicurarti che il tuo progetto vada a buon fine. Preparati a trasformare la tua Citroën DS in un’auto d’epoca con un tocco moderno, mantenendo viva la sua eredità di stile e innovazione.

La CR2032 si compone di due componenti distinti: uno è il “scatolino” contenente i controlli, che viene montato sul cruscotto dell’auto, mentre l’altro è la vera e propria unità radio, la quale rimane nascosta dietro il cruscotto. Il mio primo passo è stato quello di esaminare attentamente il funzionamento di tutti i condensatori elettrolitici e di sostituire quelli che erano danneggiati. Sorprendentemente, alcuni di essi mostravano un valore di resistenza equivalente serie (ESR) di centinaia di ohm…

Alla prima accensione, tuttavia, dall’altoparlante usciva soltanto un flebile rantolo. Iniziai subito a indagare alla ricerca del guasto, e alla fine, scoprì una serie di problematiche nella sezione dell’amplificatore audio. Il primo inconveniente che riscontrai era legato ai transistor finali, che erano ormai deteriorati. È noto che nel corso degli anni, sia i transistor al germanio che quelli al silicio, possano cessare di funzionare a causa dei processi di cristallizzazione e ossidazione dei materiali presenti all’interno del chip. Nel caso specifico dei transistor al germanio AD143, il mio tester non era in grado di distinguere quelli che ritenevo difettosi dalla mia collezione di transistor NOS (New Old Stock) che possedevo. Pertanto, ho optato per l’utilizzo del mio tracciacurve per transistor, una strumentazione da me costruita, di cui fornisco una descrizione dettagliata in questo articolo.

Ho preso prima un trasistor NOS e l’ho collegato al tester per verificare il comportamento del tracciacurve, settato su “Power BJT”, il grafico appare rovesciato sullo schermo dell’oscilloscopio perchè il transistor è PNP:

Collegando poi i transistor della radio ottenevo solo una linea piatta, commutando il tracciacurve su “Signal BJT” usciva solo questo brutto grafico qua:

In questa situazione particolare, i transistor sembravano funzionare quando testati con un normale tester sulla funzione di misura dei diodi o anche con quei semplici tester cinesi a basso costo per i BJT. È stato solo attraverso l’uso del tracciacurve che ho potuto rivelare appieno la loro condizione e la loro effettiva salute, dimostrando chiaramente quanto questo strumento fosse prezioso. Tra l’altro anche altri transistor che possedevo io come ricambi sembravano non funzionare più per vecchiaia!

In seguito alla sostituzione dei transistor, c’era stata una lieve miglioria, ma rimanevano comunque dei problemi persistenti. Così, ho trascorso ulteriori ore a cercare il problemi che rimanevano, e alla fine ho individuato un diodo zener bruciato e una saldatura difettosa. Ciò che rendeva particolarmente frustrante la ricerca di quest’ultimo difetto era che, apparentemente, la saldatura sembrava perfetta visivamente, ma in realtà non faceva contatto in alcun modo. La ricerca di questo problema è stata davvero frustrante, poiché, inizialmente, sembrava che non ci fosse nulla di sbagliato. Ho finalmente identificato il problema quando ho notato che una parte del circuito non riceveva tensione, e risalendo il percorso con il tester, quando ho toccato questa “perfetta” saldatura, si è scaturita una piccola una scintilla, e da quel momento la radio ha finalmente ripreso a funzionare. Quindi ho ripassato la saldatura terminando finalmente la riparazione della radio!

In seguito, ho eseguito un test di ‘burn-in’ della durata di alcune ore per garantire che la radio rimanesse in funzione senza problemi e per assicurarmi che i transistor di potenza non manifestassero alcuna deriva termica.

Il giorno successivo ho provveduto all’installazione del modulo bluetooth nella sezione di controllo della radio.

In seguito, il cliente mi ha richiesto di creare un’uscita audio dall’amplificatore, da indirizzare verso un equalizzatore/amplificatore Pioneer GM4, risalente ai primi anni ’80. La vecchia Autovox CR2031 non prevede collegamento con amplificatori, ma solo direttamente con un altoparlante mono. La radio utilizza transistor al germanio e ha l’uscita con autotrasformatore audio. Nessuno dei due morsetti altoparlante è riferito a massa, in quanto sono entrambe prese intermedie dell’avvolgimento dell’autotrasformatore.

Per creare un’interfaccia con un amplificatore esterno, era necessario non solo che il finale della radio vedesse un carico corretto in modo da adattarsi di impedenza, ma anche che il segnale prelevato avesse un riferimento a massa. Disaccoppiando il segnale con un condensatore emergevano rumori e disturbi nell’amplificatore. Per risolvere questo problema, ho creato un piccolo trasformatore di isolamento con rapporto 1:1. Il primario del trasformatore viene collegato al posto dell’altoparlante dal lato dell’autoradio, mentre il secondario è caricato con una resistenza, ha un capo riferito alla massa dal lato dell’amplificatore, e il segnale viene attenuato con un piccolo potenziometro.

Questa soluzione permette un funzionamento ottimale, assicurando che il segnale sia pulito e privo di disturbi.

Modifica Creativa di un’Autovox CR2031: Trasformazione da Radio Irrecuperabile a Ricevitore Bluetooth Funzionale

Recentemente mi è capitata un’altra autoradio Autovox CR2031, ma questa volta il tentativo di riparazione non ha avuto esito positivo. Dopo aver sostituito tutti gli elettrolitici e verificato che le tensioni fossero presenti, il ricevitore radio risultava completamente morto, nonostante l’amplificatore audio funzionasse correttamente iniettando segnale al suo ingresso. Ho concluso che uno dei due circuiti integrati, siglati semplicemente “Autovox” e prodotti specificamente per questo modello di autoradio, fosse guasto. Questi chip custom sono ormai introvabili, a meno di recuperarli da un’altra autoradio uguale.

Con il cliente abbiamo quindi optato per una modifica: ho eliminato l’intera sezione del ricevitore e dell’amplificatore e ho modificato la parte del cruscotto, che è essenzialmente un comando remoto passivo. Al suo interno, ho installato un modulo amplificatore e un modulo Bluetooth. La rotella del volume originale è stata collegata per regolare l’audio e, utilizzando alcuni LED, resistenze e transistor collegati al segnale di attività del modulo Bluetooth, ho animato il frontalino, trasformando l’autoradio in un ricevitore Bluetooth con amplificatore integrato. Il sistema rimane monofonico, dato che il potenziometro originale è mono e non poteva essere sostituito con uno stereo.

Dotare l’autoradio di ricezione FM avrebbe richiesto uno sforzo eccessivo: l’assenza di un oscillatore locale per la gamma OM e la necessità di riscrivere completamente il software di un modulo FM lo avrebbe reso un lavoro troppo costoso per il cliente. Nel video che segue vedrete l’autoradio Autovox CR2031 trasformata in un ricevitore Bluetooth monofonico. La musica è a volume basso, dato che la registrazione è stata fatta a mezzanotte, ma il funzionamento dell’impianto è perfettamente visibile, con il controllo del volume mantenuto originale e un’animazione LED sul frontalino.

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2 Responses to Autoradio Autovox CR2031 della Citroën DS con Ricezione Bluetooth e Amplificatore Audio Potenziato

  • io non ho nulla da vendere, riparo ciò che mi da la gente

  • Buongiorno, potrei essere interessato, però non ho neanche la radio originale, lei ne ha una per caso, cosa costerebbe l’impianto compreso di radio old style,
    modificata ai tempi moderni,
    e vorrei anche l’amplificatore?
    Grazie
    Scrivo da Padova

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HiFi, Valvole e Stabilizzatori di Tensione…

In questo articolo voglio parlarvi degli stabilizzatori di tensione e del loro ruolo nell’HiFi valvolare. Se fossi un ciarlatano disinformatore, potrei iniziare con discorsi esagerati e suggestivi per accendere le fantasie di chi è appassionato di teorie stravaganti: potrei dirvi che gli stabilizzatori di tensione sono circuiti pieni di controreazione, e che questa, entrando in contatto con il vostro circuito audio, lo “contamina” con la malattia della controreazione. Secondo queste credenze, la controreazione si propagherebbe per semplice vicinanza, emettendo una sorta di radiazione invisibile capace di distruggere la purezza del suono.

Ma siccome non sono un ciarlatano disinformatore, vi spiegherò la realtà. Gli stabilizzatori di tensione sono dispositivi progettati per mantenere una tensione costante in uscita, indipendentemente dalle variazioni nella tensione di ingresso o dal carico collegato. Funzionano rilevando la tensione in uscita e confrontandola con un valore di riferimento, regolando di conseguenza il flusso di corrente per garantire un’alimentazione stabile e sicura. Questo è essenziale per garantire che i circuiti elettronici funzionino correttamente e con affidabilità, senza essere soggetti a variazioni improvvise di tensione che potrebbero influire negativamente sulle prestazioni.

Nel mondo dell’HiFi e degli apparecchi a valvole, gli stabilizzatori di tensione possono essere indispensabili. Ad esempio, in preamplificatori fono, preamplificatori microfonici o amplificatori per cuffie, anche il più piccolo ripple residuo nelle alimentazioni può essere amplificato dal circuito, riemergendo come ronzio udibile. In queste situazioni, l’uso di batterie di condensatori enormi e filtri pigreco multipli potrebbe risolvere il problema, ma ad un costo elevato, sia in termini economici che di spazio. Fortunatamente, gli stabilizzatori di tensione offrono una soluzione più compatta e, con un po’ di intelligenza, possono garantire la stessa stabilità con molto meno ingombro e spesa.

Tuttavia, come ogni componente, gli stabilizzatori non sono perfetti. Uno dei possibili svantaggi è la generazione di rumore bianco, dovuto al circuito di amplificazione dell’errore, che monitora la tensione di uscita e la confronta con il riferimento. Questo rumore, nella stragrande maggioranza dei casi, è talmente basso da essere irrilevante. Ma se si alimenta un circuito con guadagni estremamente alti, quel rumore potrebbe essere captato, amplificato e trasformarsi in un soffio udibile.

Come risolvere questo problema? Dobbiamo forse abbandonarci a isterie anti-controreazione? Creare un colossale filtro a triplo pigreco con induttanze gigantesche e condensatori enormi, che richiederebbe un secondo chassis e costerebbe il triplo del resto del sistema? No. La soluzione è molto più semplice ed efficiente: basta utilizzare una piccola e semplice induttanza. Inserendo un filtro LC dopo lo stabilizzatore di tensione, possiamo eliminare la maggior parte del rumore residuo senza complicare inutilmente il design o il budget.

Induttanza 24i13 – 24i14: Ideali per Filtrare Rumori degli stabilizzatori di tensione

Proseguendo con l’argomento del filtraggio del rumore negli stabilizzatori di tensione, vi presento l’induttanza 24i13, una componente da 50mH con una resistenza DC di 1,2 ohm. In questo caso, ho implementato un regolatore di tensione basato sull’LM317, e ho filtrato la sua uscita proprio con l’induttanza 24i13. Mentre la 24i14 e’ una induttanza da 200mH.

Nelle immagini, potete osservare le misurazioni eseguite con l’oscilloscopio, che mostrano il rumore rilevato prima e dopo l’induttanza.

Anche se l’oscilloscopio è al limite della sua risoluzione (5mV quadretto), si può comunque notare che la traccia superiore, che rappresenta l’uscita del regolatore prima dell’induttanza, appare più grossa e sfocata. Questo è dovuto alla presenza di rumore ad ampio spettro (rumore bianco) generato dal regolatore. Invece, la traccia inferiore, ottenuta dopo il filtro LC con la 24i13 e un condensatore da 3300uF, risulta molto più sottile e pulita. Questo dimostra come l’induttanza riesca a ridurre significativamente il rumore.

Solo aggiungere un grosso condensatore dopo il regolatore non servirebbe a nulla, perché l’impedenza di uscita dello stabilizzatore è talmente bassa che il condensatore non riuscirebbe a sopprimere il rumore in modo efficace. Qui entra in gioco la 24i13, che con la sua capacità di filtrare correnti fino a 600mA, risulta ideale per applicazioni come il filtraggio dell’alimentazione del filamento di una valvola.

Ho progettato la 24i13 specificamente per questo scopo, nel contesto di un microfono da studio di registrazione, dove la minima interferenza nel circuito del filamento può causare rumore indesiderato nel segnale audio. Grazie alle sue caratteristiche, la 24i13 è perfetta per preamplificatori microfonici o fono, dove può ad esempio alimentare i filamenti di fino a quattro valvole 12AX7 / ECC83 (se alimentate a 12v, pin 4/5), garantendo un’alimentazione pulita e priva di rumore.

Un vantaggio chiave nell’utilizzare la 24i13 rispetto a un tradizionale filtro RC è la sua capacità di offrire una maggiore reiezione dei rumori con una caduta di tensione significativamente inferiore ed una minore dissipazione di calore. Nei filtri RC, la resistenza utilizzata per attenuare il rumore causa una perdita di tensione, e parte dell’energia viene dissipata sotto forma di calore. Con la 24i13, invece, l’induttanza svolge il lavoro di filtraggio senza introdurre una resistenza significativa, il che si traduce in una migliore efficienza, riducendo sia la perdita di tensione sia la produzione di calore, con un impatto minimo sulle prestazioni complessive del sistema.

Un confronto interessante è tra l’induttanza 24i13 e la 24i8 da 500mH. Le 24i8 sono molto più ingombranti e costose, poiché sono progettate per il filtraggio passivo di ripple a 50/100Hz, tipico delle alimentazioni non stabilizzate. Queste induttanze devono essere dimensionate per bloccare le frequenze più basse, il che richiede una maggiore dimensione fisica del nucleo e del filo.

Al contrario, le 24i13 sono molto più compatte perché sono pensate per filtrare un rumore a larga banda, che presenta pochissime componenti a bassa frequenza. Ciò permette di ridurre le dimensioni e i costi senza sacrificare l’efficacia nel ridurre il rumore ad alta frequenza, come quello che può essere generato da regolatori di tensione o altre sorgenti ad ampio spettro.

Un aspetto da tenere in considerazione è che la 24i13 non è adatta per il filtraggio delle alimentazioni anodiche, anche se queste sono stabilizzate. Nelle alimentazioni anodiche, infatti, si utilizzano condensatori di capacità molto inferiore rispetto a quelli richiesti dalla 24i13, che ha solo 50mH di induttanza. In questo caso, sarà possibile utilizzare una delle tante induttanze di filtro anodico presenti nel mio listino. La 15S60 da 1,75H e 200mA, ad esempio, è sicuramente una buona scelta per garantire un filtraggio efficace e una tensione anodica pulita in presenza di uno stabilizzatore di tensione.

Mod. 24i13
induttanza-piccola  Induttanza filtro 50mH, 600mA DC, RDC 1,2ohm
Dimensioni (mm)
L  45
H  38
S  38
F  53
F2  *

Mod. 24i14
induttanza-piccola  Induttanza filtro 200mH, 250mA DC, RDC 3,6ohm
Dimensioni (mm)
L  45
H  38
S  38
F  53
F2  *

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