CGE 721 – Restauro e Conversione FM

Questa radio mi è stata consegnata con il mobile già restaurato ma l’elettronica quasi originale e con solo alcuni pasticci nella sezione di alimentazione a cui avevano provato a sostituire 2 elettrolitici lasciando dov’era tutto il resto del marcio che conteneva, nella foto sotto si vede una sezione di alimentazione devastata in epoca arcaica a cui hanno aggiunto due piccoli condensatori a 400v nemmeno sufficienti a reggere la tensione di spunto che c’è in questa radio nel momento dell’accensione (570volt), infatti la raddrizzatrice era defunta.

Il lavoro di restauro è consistito nello smontare completamente la sezione di alimentazione che più che cablata in aria era a penzoloni attorno degli ancoraggi sorretti da un filo di rame rigido, quindi l’ho ricostruita come da schema fissando le cose a dovere su un’ancoraggio avvitato. Ho usato degli elettrolitici da 450volt posti in serie per reggere alla tensione di accensione. Ho poi proceduto a sostituire tutti i condensatori a carta e qualche resistenza.

Alla prima accensione è emerso che la “rara” ACH1c (versione con zoccolo a bicchiere della ACH1) era esaurita, l’oscillatore locale non innescava, misurando il triodo con utracer era evidente che non arrivava a emettere 2 mA. Quindi mi sono trovato di fronte al problema di dover sostituire una rara e costosissima valvola in una radio che si voleva far funzionare con il modulo FM, dove la suddetta rara valvola sarebbe stata sciupata per niente. Ho quindi escogitato un “hack” non invasivo e assolutamente reversibile senza l’ausilio del saldatore. A me serviva avere solamente il segnale dell’oscillatore locale e non interessava avere il funzionamento della ricezione OC. Ho quindi rotto la ACH1c per recuperare lo zoccolo maschio e ho creato un’adattatore noval per montarci una comunissima PC86, triodo televisivo che ha la caratteristica di aver il filamento a 4volt esattamente come la ACH1c.

Ovviamente la PC86 rimpiazza esclusivamente il triodo oscillatore della ACH1c, tutti i pin della sezione esodo rimangono scollegati. La PC86 oscilla tranquillamente e permette il funzionamento della sintonia del modulo FM e ovviamente se si commuta in OC la radio resta muta ma un domani che si voglia ripristinare la radio basta sfilare la PC86 con relativo adattatore e infilare una ACH1c per recuperare al 100% la funzionalità della radio.

Eccola in funzione

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Radio Marelli 134 – Restauro e conversione FM

Questa radiomarelli 134 mi è stata consegnata in condizioni di semi originalità, aveva subito dei pasticciamenti d’epoca e mancava completamente delle manopole (un paio erano montate ma stonavano parecchio col tipo di radio). Nella parte posteriore avevano montato un’interruttore e una presa per collegare un’altoparlante esterno praticando dei fori nel mobile.

Il restauro è stato abbastanza di rountines, ho cambiato i soliti condensatori, un paio di resistenze e sistemato qualche pastrocchio che avevano fatto qua e la. Ho sostituito la 6BE6 perchè non innescava l’oscillatore locale in quanto la valvola era esaurita. Al termine della riparazione ho installato il Convertitore FM.

Il mobile è stato sverniciato e rilucidato come nuovo. Per le manopole invece ho adottato una tecnica che fin’ora non avevo mai applicato: siccome non si sà esattamente come fossero le sue manopole originali in quanto tutte le foto che circolano su internet ritraggono questa radio con manopole messe a caso e anche perchè le repliche in resina che posso comprare non sempre sono esenti da difetti come bollicine d’aria o filettature poco resistenti ho deciso di provare a produrle autonomamente per mezzo della stampa 3D. Lo so che fino ad oggi no sempre detto che la stampa 3D non era adatta alla produzione di manopole ma sono fresco dell’esperienza di un nuovo tipo di filamento di plastica che da risultati molto buoni ho voluto tentare di nuovo, comprato un rocchetto di plastica color avorio, del tutto uguale al colore del poliuretano tipico delle manopole d’epoca.

Ho disegnato delle manopole molto semplici e le ho stampate, il risultato è stato quello di 4 manopole molto lucide e in un materiale molto duro, ovviamente come tutte le cose prodotte con la stampa 3D risulta di aspetto stratificato, la foto qui sotto presa da molto vicino e con con il flash probabilmente esalta anche troppo questo difetto della stampa 3D, ma alla fine se non erano strati erano bollicine… In tutti i modi in condizioni di luce normale e senza guardarle da vicino non si nota più di tanto. Sarebbe stato possibile carteggiarle per renderle perfettamente lisce e poi lucidarle con un plastificante per renderle perfette, ma siccome a mano ci vogliono quasi 40 minuti l’una, per ragioni di costo finale le ho lasciate come sono (magari in futuro troverò modo di farlo con meno sforzo), limitandomi a eliminare le piccole sbavature lasciate dalla stampante.

Eccola in funzione

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Reverse RIAA attivo con isolamento galvanico – “pickup simulator”

Lo schema che allego è quello di un piccolo circuito reverse RIAA attivo con isolamento galvanico ottenuto per mezzo di un piccolo trasformatore LT700 nato per utilizzo nelle radioline a transistor e ancora facilmente acquistabile su numerosi siti internet. Il circuito è un vero e proprio simulatore di pickup che vi permette di collegare un generatore di funzioni o un’altra sorgente audio direttamente in un’ingresso phono e visto la sua bassissima impedenza di uscita può essere connesso sia ad un’ingresso MM che ad uno MC.

Sono arrivato a costruire questo circuito come “accessorio” del mio analizzatore ISDS2062B, infatti risulta abbastanza difficile interfacciare il DDS e la sonda stessa dell’ISDS ad un’ingresso phono in quanto il DDS e la sonda stessa sono al limite minimo dell’ampiezza erogabile/misurabile e il rumore di fondo porta a misurazioni imprecise e talvolta anche i giri di massa ci mettono la loro, ho quindi costruito in circuito nel quale potessi sparare il segnale del DDS ad un’ampiezza abbastanza alta da rendere il rumore accettabile e il segnale stesso misurabile agilmente dalla sonda (durante la misura sweep il canale 1 dell’oscilloscopio va connesso direttamente al segnale del DDS). L’LT700 è stato utilizzato in discesa quindi il segnale in uscita sul secondario arriva a livelli compatibili ad un’ingresso phono, l’isolamento galvanico offerto dal trasformatore e il condensatore da 47nF in parallelo all’uscita garantiscono livelli di rumore sufficientemente bassi (circa 1mVPP) da permettere misure attendibili anche se la sorgente (ISDS alimentata dalla porta USB) risulta molto rumorosa (rumore bianco a circa 10mVPP).

Lo schema (clicca per ingrandire)

L’ingresso del circuito è formato dalla rete di resistenze e condensatori che formano il RIAA inverso, a questo ingresso si collega il segnale del generatore di funzioni e la prima sonda dell’analizzatore ISDS. Il secondo stadio è un’inseguitore di source realizzato con un JFET BF256 che ha il compito di abbassare l’impedenza di uscita del RIAA inverso e pilotare l’ingresso del successivo operazionale LM386 che ha il compito di pilotare il primario del trasformatore LT700, la rete formata da R9 e R10 è un negative feedback locale necessario per appiattire la risposta in frequenza dell’LT700 che risulta comunque già molto lineare (a livelli di segnale così deboli) fino a quasi 400khz. Per ovvie ragioni non potevo pescare il segnale di NFB sul secondario perchè avrei perso l’isolamento galvanico necessario a separare la massa del circuito da quella del preamplificatore phono sotto test, in tutti i modi il circuito di uscita resta lineare fino ai 20Hz richiesti.

Il tutto viene alimentato da una pila da 9volt per scongiurare problemi di giri di massa e rumori di vario tipo. Ho realizzato il circuito su un ritaglio di 1000 fori poi ho stampanto una scatolina per prototipi con la stampante 3D e l’ho inscatolato munendolo di connettori RCA, interruttore e led spia.

Qui di seguito il grafico di banda passante che mostra la curva di RIAA inversa dello strumentino e l’analisi di spettro con un THD inferiore allo 0,05%.

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