Un cliente si è presentato da me con un preamplificatore acquistato usato su eBay, proveniente da un venditore in Germania. Questo curioso apparecchio, dal design interno quanto mai singolare, necessitava di un controllo approfondito. Prima di arrivare da me, il cliente aveva chiesto un parere a un altro tecnico, il cui comportamento, come racconto nella storiella che segue in questo articolo, merita un tono ilare per sdrammatizzare.
Come ti frego l’audiofilo con il cambio delle valvole
C’era una volta, in un piccolo paese di montagna dove il suono aveva un’anima, un uomo dal cuore grande e dalla passione per la musica chiamato Peppino. Un giorno, Peppino, camminando nel mercato dei suoni rari, acquistò un pesante, pesantissimo preamplificatore prodotto da una leggendaria casa italiana. Questo macchinario, il cui peso era tale che sembrava ospitasse un buco nero al suo interno, era l’orgoglio di chiunque volesse ascoltare musica “come Dio comanda”. Peppino, però, da bravo perfezionista, decise di dargli una controllata…
L’incontro con il guru
Così Peppino si recò dal famoso Guru Prestigiatore, un uomo misterioso conosciuto da tutti con il nome di Baffone Valvolario, per via dei suoi baffi a forma di sinusoide e della sua fama di mago delle valvole. Baffone, dopo aver fissato il preamplificatore con un’occhiata che pareva una scansione ai raggi X, si accarezzò il baffo sinistro e sentenziò: “Caro Peppino, le valvole sono tutte usurate! Bisogna cambiarle TUTTE, senza eccezioni. Prezzo? 1000€ tondi tondi.”
Baffone pronunciò la cifra con l’aria di chi stesse vendendo il segreto per catturare le stelle. Ma Peppino, nonostante l’amore per la musica, aveva ancora una sana dose di buon senso (e un portafoglio poco propenso agli squarci improvvisi).
Il viaggio dal tecnico sincero
Decise così di cercare una seconda opinione e si rivolse a SB-LAB, un umile e onesto tecnico, maestro nel trattare macchine che sembravano uscite dai sogni di Tesla. Quando Peppino arrivò con il suo preamplificatore, fu necessario un carrello elevatore per scaricarlo. Dopo aver fatto una pausa per massaggiarsi la schiena, SB-LAB si mise al lavoro con il fidato uTracer, un dispositivo capace di leggere lo stato delle valvole con la precisione di un oracolo.
Con grande sorpresa, tutte le valvole risultarono perfette, tranne una solitaria EF184 un po’ “fiacca” (probabilmente perché stava giocando a nascondino col segnale audio). SB-LAB la sostituì con una valvola nuova di zecca, il cui prezzo (8€) era così modesto che Peppino avrebbe potuto comprarla con gli spiccioli della macchinetta del caffè.
La trappola del guru
Fu allora che SB-LAB si rese conto del piano machiavellico di Baffone Valvolario: il suo obiettivo non era solo svuotare il portafoglio di Peppino, ma anche tenersi tutte quelle valvole NOS ancora perfettamente funzionanti per rivenderle al prossimo sventurato. Un vero e proprio giro di valvole, un “circo del tubo” che avrebbe fatto arrossire persino il più spregiudicato dei rivenditori.
La morale della storia: “Non tutti i baffi nascondono saggezza, e non tutte le valvole devono essere cambiate. Fidati di chi misura, non di chi teatralizza.”
I problemi segnalati dal cliente
Quando il preamplificatore è giunto nel mio laboratorio, presentava tre problematiche principali:
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Scarsa sensibilità ai segnali del telecomando: il dispositivo non riusciva a captare il telecomando oltre i 30 centimetri di distanza.
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Un canale audio completamente muto.
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Richiesta di controllo completo delle valvole.
Il controllo delle valvole
Dopo aver verificato le valvole con l’uTracer, ho constatato che erano tutte in ottime condizioni, a parte una EF184 leggermente fiacca, che ho prontamente sostituito. Questo controllo è stato il primo passo per assicurarmi che il problema non risiedesse nelle valvole stesse.
La curiosità sui condensatori
Durante l’analisi del preamplificatore, la mia attenzione è stata catturata dall’enorme batteria di condensatori montati all’interno. Mosso dalla curiosità, ho deciso di smontarne uno per esaminarlo più da vicino. Il condensatore, stranamente, era stato verniciato di nero. Con un po’ di diluente, ho rimosso la vernice per scoprire cosa si nascondesse sotto. Lascio alle foto il resto del racconto… Chi volesse capire meglio cosa significa la misura che mostro sul ponte LCR può leggere quest’altro articolo…
Indagine sul canale muto
Il canale muto presentava una mancanza di tensione. Per identificare il problema, ho dovuto analizzare l’intero circuito per farmi un’idea generale del funzionamento. Durante l’ispezione, ho scoperto alcune peculiarità tecniche:
Valvole utilizzate in modo eccentrico: Quattro tetrodi di potenza simili alle EL34 erano impiegate come diodi, con tutte le griglie connesse all’anodo. Inoltre, due doppi triodi noval erano usati unicamente per accendere 2 LED, un compito che avrebbe potuto essere svolto da una semplice resistenza. Ho deciso di rimuoverle, ritenendole superflue. Di fatto, la presenza o l’assenza di questa valvola non influiva sul funzionamento dell’apparecchio..
Alimentazione duale separata per i due canali: Ogni canale aveva il proprio regolatore di tensione, composto da una valvola 6AS7g come elemento serie, una regolatore a gas come riferimento di tensione e un’altro pentodo di potenza noval usato come amplificatore di errore. L’uso di una finale di potenza in questo ruolo è piuttosto insolito.
Guasto nel regolatore di tensione: Uno dei quattro regolatori era difettoso. Durante la riparazione ho accidentalmente preso una scossa, fortunatamente senza conseguenze, e ho scoperto che mancavano le resistenze di scarica sui condensatori elettrolitici. Ho scaricato i condensatori con l’opportuno accessorio, l’alimentazione è tornata a funzionare correttamente.
Il mistero della resistenza bruciata
Seguendo il percorso dell’alimentazione del canale muto, ho trovato una resistenza bruciata. Dopo averla sostituita, tutto sembrava funzionare, ma la domanda restava: cosa aveva causato il guasto? La risposta è emersa solo quando ho rimontato il coperchio: una delle viti di serraggio entrava in contatto con un reoforo non tagliato, provocando un corto circuito. Ho smontato la scheda, tagliato i reofori eccedenti e risolto definitivamente il problema.
Il problema del telecomando
Risolti i problemi principali, rimaneva quello del telecomando. Dopo un’accurata ispezione, ho scoperto che il fototransistor responsabile della ricezione dei segnali era posizionato sotto il il fondo dell’apparecchio, puntando verso il tavolo. Ho dissaldato il fototransistor, passato i fili all’interno dell’apparecchio e praticato un foro da 3 mm sul frontale. Posizionando il fototransistor dietro il foro, il telecomando ha ripreso a funzionare perfettamente anche a distanza maggiore.
La Messa a Terra
L’apparecchio in questione presentava un filo di terra molto sottile, probabilmente con una sezione di circa 0,5 mm, che partiva dalla VDE. Questo filo non era nemmeno collegato al telaio, ma andava a un interruttore che permetteva di collegare o scollegare la messa a terra. Quando la messa a terra era collegata, una resistenza da alcune decine di ohm era inserita in serie. Tuttavia, la natura costruttiva dell’apparecchio rendeva la messa a terra non opzionale, ma obbligatoria per un funzionamento sicuro ed efficiente. Per migliorare questa situazione, ho eliminato la resistenza e l’interruttore, collegando il filo di terra direttamente al telaio dell’apparecchio tramite un nuovo filo da 2,5 mm di sezione, utilizzando una vite M6, rondelle dentate e un dado autobloccante.
Piccola lezione: se sentite ronzii provenienti da un preamplificatore o un amplificatore, cercate il problema altrove, nel vostro impianto elettrico. È fondamentale revisionare il paletto di messa a terra con l’aiuto di un elettricista qualificato. Ricordate, però, che non dovreste mai scollegare la messa a terra dei vostri apparecchi!
Bilanciamento dei Canali
Una volta riparato, il preamplificatore presentava ancora uno sbilanciamento di circa 1,5 dB tra i due canali, nonostante le valvole misurate sul tracciacurve fossero tutte in perfetta salute, praticamente come nuove. Tuttavia, le tolleranze di fabbrica non possono mai essere ignorate. Questo ci riporta nuovamente alla questione dei circuiti a zero feedback: aggiungere 2-3 dB di controreazione in un circuito, nella maggior parte dei casi, può risolvere problemi come questo senza compromettere minimamente la qualità sonora o musicale. Ma i “baffoni valvolari” vi diranno sempre peste e corna sulla controreazione e che casualmente spendendo cifre esorbitanti, selezionano valvole super precise (spesso riabbinando valvole ritirate da altri e rivendute più e più volte), promettono che i canali del vostro apparecchio saranno perfetti. La realtà, però, è che le valvole rimangono sempre valvole, e una selezione di questo tipo è destinata a dare buoni risultati solo per un periodo limitato, come da Natale all’Epifania, prima che gli sbilanciamenti nei canali ricomincino a manifestarsi. Inoltre, molti di questi apparecchi non dispongono nemmeno di un controllo del bilanciamento, il che complica ulteriormente la questione.
Conclusioni
In questo articolo troverete poche foto, tutte ravvicinate e modificate con effetto pixel per rendere irriconoscibile l’apparecchio in questione. Questo perché non desidero promuoverlo in alcun modo. Inoltre, voglio esprimere liberamente la mia opinione, dato che in poco più di un anno ho avuto tra le mani almeno tre dispositivi di questa tipologia e ho maturato alcune riflessioni.
In Italia sembra esserci una tendenza particolare nel settore dell’audio: apparecchi dal prezzo molto elevato, nell’ordine delle decine di migliaia di euro, che però non sempre offrono una qualità proporzionata al costo. Spesso si tratta di dispositivi di grandi dimensioni e peso, con un design che appare poco ottimizzato e con soluzioni tecniche discutibili. Alcuni di questi prodotti presentano difetti come ronzii, problemi di messa a terra, o prestazioni sonore che non si distinguono particolarmente da quelle di apparecchi molto più economici.
Questi prodotti vengono talvolta elogiati da riviste specializzate, ma mi chiedo quanto di questo entusiasmo sia basato su una valutazione oggettiva. Personalmente, ritengo che il rapporto qualità-prezzo sia spesso più equilibrato nella fascia media del mercato, dove è possibile trovare dispositivi validi senza rincorrere cifre spropositate. Invito tutti a riflettere con attenzione prima di lasciarsi influenzare dal prezzo o dalla pubblicità e a valutare i prodotti in base alla reale qualità che offrono.