Lo schema elettrico
Questo è il telaio di un Rockola 39 in via di restauro che mi è stato spedito per essere riparato. La situazione era piuttosto disperata: il circuito ha subito probabilmente danni nel passato, ipotizzo circa negli anni 50 e ha subito pesanti modifiche (mal fatte) da un tecnico dell’epoca. Mancava il trasformatore sfasatore che pilota le 2 finali. Al posto della 76 ho trovato una 6J7 e una 6J5 configurate probabilmente col pentodo in ingresso e il triodo come sfasatore catodyna (hanno fatto un foro sul telaio per aggiungere uno zoccolo), la testina originale del jukebox non c’era più e nemmeno il piccolo trasformatore elevatore ad essa accoppiato, al suo posto una volgare ronette piezoelettrica “made in italy” da fonovaligia. Poi ovviamente qualcuno in tempi più recenti ha tentato di rimettere in funzione il telaio con “riparazioni” minime e troppo superficiali per bastare viste condizioni in cui versava, bruciando anche il trasformatore di alimentazione e quello di uscita, praticamente distruggendo quel poco che rimaneva di originale. L’unico componente che si è salvato è l’induttanza di filtro. A tutto questo c’era da aggiungere che la vernice del telaio si scrostava, questo era stato sovraverniciato con smalto (sempre negli anni 50) e sotto stava facendo ruggine. Puzzava di muffa malsana in un modo allucinante, i fili isolati in cotone erano ricoperti di peluria bianca in fine durante il trasporto un corriere menefreghista gli ha dato anche una bella botta su un fianco… In pratica se fosse stato messo sui binari e ci fosse passato sopra un treno sarebbe stato in condizioni migliori.
L’unica strada percorribile era quella della ricostruzione totale, ho smontato tutto ma proprio tutto dal telaio fino all’ultimo rivetto, ho fatto sabbiare e poi riverniciare il telaio dopo averlo raddrizzato. Ho sverniciato e fatto riverniciare anche le calotte dei trasformatori pure loro con pesante ruggine sotto la vernice e nella parte interna. Ho avvolto un nuovo trasformatore sfasatore totalmente di testa mia, ho riavvolto il trasformatore di uscita, ripulito e reimpregnato l’induttanza in fine ho riavvolto anche il trasformatore di alimentazione. Quest’ultimo aveva un formato di lamierino balordo, una sorta di colonna 35 a finestra larga che esternamente era largo quanto un colonna 38 che… poco importa sia il 35 che il 38 non sono reperibili quindi per evitare cartonacci e roba poco sicura ho realizzato un rocchetto in resina fotopolimerica…
Quindi ho iniziato la ricostruzione…
Siccome il circuito originale con la 76 richiedeva la bellezza di 8Vpp per pilotare le finali fino in fondo (testina originale americana con trasformatore elevatore) ma nel juke ormai avevano messo una volgare piezo che eroga un segnale molto più basso di circa 0,7Vpp e il proprietario non voleva modificare questa cosa, per difficoltà di reperire i pezzi mancanti, ho deciso di modificare leggermente il circuito sostituendo la 76 con una 12SL7 con i 2 triodi in parallelo per avere il guadagno maggiore della 12SL7 e una corrente pari a quella a cui funzionava la 76 in origine e quindi riuscire a pilotare il trasformatore sfasatore decentemente.
Ho usato la 12SL7 perchè facilmente reperibile a basso costo al contrario delle 6SL7 che sono ricercate dagli audiofili, tanto il trasformatore di alimentazione lo dovevo fare nuovo e aggiungere una cinquantina di spire per fare un secondario a 12,6volt non mi costava niente. Il secondario a 6,3volt che alimenta le 6L6G è comunque in grado di erogare un surplus un domani che si volesse ripristinare la 76. Mi sono preso però la licenza di usare una raddrizzatrice 5V4g al posto della 5U4g perchè la corrente assorbita dal finale di solito 90mA totali permetteva facilmente l’uso di una raddrizzatrice più piccola, meno costosa e più facilmente reperibile sempre perchè poco considerata dagli audiofili.
Il circuito ha funzionato subito, eroga 15watt con una banda passante di circa 200Hz / 10khz -1dB (ricordiamoci che è un’oggetto del 1939) e una potenza di 14watt RMS, tutte le tensioni dello schema originale tornano con una tolleranza di pochi volt. Purtroppo però come si vede nella foto qui sotto il precedente riparatore moderno (quello che ha bruciato tutto) ha avuto anche la brillante idea di riconare l’altoparlante con un cono moderno, roba da “pianale hifi car” duro come una pietra e purtroppo ora non sviluppa tantissimo volume e manca totalmente delle frequenze alte, quindi suona scuro, cosa che ho risolto collegando un medio e tweeter sulla presa per l’altoparlante aggiuntivo (giusto perchè volevo essere sicuro che a suonare scuro non fosse l’amplificatore). Ho già spiegato al proprietario del jukebox la situazione e spedirà l’altoparlante ad audioconika di torino perchè lo sistemino nel modo corretto con un cono e una sospensione adatti alla modesta potenza di questo amplificatore.
Nel video qui sotto lo si può vedere in funzione, perdonate come sempre le traccie audio free che sono quello che sono…
Chiedo grazia a Centro Gioco di Verona per avermi mandato il video del jukebox completato, sotto nei commenti la loro recensione sul mio lavoro…
Uno dei primi Juke-box prodotti a 78 giri, quando è arrivato (ottobre 2022) era in condizioni disperate, non funzionava nulla, solo il mobile era in ottime condizioni.
Abbiamo rifatto l’impianto elettrico, aggiungendo la massa a terra che all’epoca non esisteva, revisionati i due motorini, sostituiti con “fantasia” i supporti in caucciù, introvabili, ripristinato il meccanismo di funzionamento sia del movimento di posizione del disco sul piatto che del braccetto, che è stato completamente smontato e rifatta la boccola a sfere del movimento, ora più fluido, la regolazione di inizio e fine disco ha richiesto molto impegno e così molti altri piccoli lavori, ma il lavoro più difficile lo ha svolto Stefano Bianchini, ricostruendo, praticamente da zero, il suo amplificatore valvolare originale, aggiungendo anche il Bluetooth, ottima idea, un tocco di moderno su un oggetto antico ne aumenta il fascino.
Ammetto che ha fatto un lavoro egregio, bravo Stefano e grazie.
Stefano Pituello
CentroGioco S.a.s.